Morto il giurista Stefano Rodotà

 

 

di Silvio Rossi

 

E’ morto nel pomeriggio di oggi all’età di 84 anni il giurista Stefano Rodotà, uno dei più illustri esperti Costituzionali italiani.
Dopo una lunga carriera accademica, che lo ha visto Professore Ordinario in giovane età, alternata all’impegno politico, prima nel Partito Radicale, ai tempi di Pannella, l’unica formazione che lo ha visto tesserato, si presenta alle elezioni nel 1979 in Parlamento come indipendente nelle liste del PCI di Berlinguer.
Resta deputato fino al 1993, eletto nelle liste del PDS, quando subito dopo l’elezione a Vicepresidente della Camera, decide di dimettersi a sorpresa. Negli anni da parlamentare ha comunque sempre mantenuto la sua coerenza, votando in dissenso con il partito che lo ha eletto, quando non condivideva i contenuti dei provvedimenti, come nel caso dell’appoggio comunista alle leggi Cossiga.
Nel 1997 fu nominato primo Garante della neonata autorità per la “Garanzia per la protezione dei dati personali”, ente nel quale è stato in carica per due mandati fino al 2005.
Strenuo difensore della Costituzione, sia in occasione della riforma proposta da Berlusconi nel 2006 che in quella dello scorso anno, dove ha sostenuto il fronte del No nel referendum del 4 dicembre.
Nel 2013, al termine del mandato di Napolitano, il nome di Rodotà fu proposto dal Movimento Cinque Stelle per l’elezione a Presidente della Repubblica, con l’appoggio anche di Sel e di alcuni parlamentari del Partito Democratico.




Grano canadese: c'è chi dice no


di Roberto Ragone
 
Secondo Franco Busalacchi, siciliano, scrittore, blogger, uomo politico, e del micologo pugliese Andrea Di Benedetti, il grano canadese che arriva in Italia a prezzi stracciati dovrebbe essere smaltito come rifiuto tossico invece di essere commercializzato.
 
Tutto nascerebbe dalle multinazionali  canadesi del grano, che con opportune 'spinte' a livello di Unione Europea, sarebbero riuscite a vendere nel nostro paese grano contaminato, secondo alcuni un vero e proprio rifiuto tossico e speciale, realizzando un business di oltre 40 miliardi di euro l’anno. La manovra, oltre che a fare profitto, tende a distruggere la produzione italiana di grano duro. Finora già 600.000 ettari di seminativo nostrano sono stati abbandonati, schiacciati dalla concorrenza sleale.
 
Quindi dopo le arance marocchine – che hanno messo in crisi gli agrumeti siciliani –  e l’olio di bassa qualità tunisino, – importato senza dazio a milioni di litri, destinato ad essere venduto nei discount come ‘olio extravergine di oliva’ – si prende di mira un altro settore importante della nostra economia e tradizione, come quello dei prodotti derivati da grano duro. Con ciò minando anche la salute dei consumatori.  Il 19 di giugno di quest’anno, il quotidiano barese ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’, insieme ad altri giornali, racconta in maniera circostanziata dell’arrivo al porto di Bari di una nave proveniente da Vancouver, la ‘'Cmb Partner', da 60.000 tonnellate, attraccata l’8 di giugno, dopo oltre 40 giorni di navigazione, e il cui carico era costituito da 50.000 tonnellate di grano duro canadese, carico sequestrato dai Carabinieri Forestali dopo le prime analisi sul cereale che avrebbe mostrato percentuali di sostanze nocive in quantità superiore a quelle consentite dalla legge. Il sequestro ha riguardato anche il cargo. Carico dissequestrato successivamente, in seguito alle nuove analisi effettuate proprio dai Carabinieri Forestali autori del sequestro. Analisi che avrebbero dimostrato come la presenza di inquinanti nel grano sarebbero nei limiti previsti dalla legge.
 
Limiti che a livello comunitario avrebbero subito una spinta ‘in alto’ per il Canada, che in effetti ha una soglia di sicurezza molto più alta di quella vigente in Italia. In ipotesi, possiamo azzardare che la prima analisi abbia riguardato soglie di sicurezza italiane, e la seconda quelle della provenienza del carico, cioè canadesi. Quindi, grano che in circostanze diverse non sarebbe idoneo neanche all’alimentazione animale, verrebbe regolarmente distribuito sul territorio nazionale, e miscelato, nella migliore delle ipotesi, a grano duro prodotto in Italia. Cosimo De Sortis, presidente della Italmopa, in rappresentanza dell’industria molitoria italiana, ha dichiarato che il sequestro era stato operato a seguito di ‘fake news’ e persecuzione mediatica ordita dalla Coldiretti. Così De Sortis dichiara al ‘Corriere del Mezzogiorno: «Non sarà sfuggito a nessuno — attacca Cosimo De Sortis,  — che i recenti sequestri di frumento duro importato, verificatisi nei mesi di febbraio 2016 e di giugno 2017, sono concomitanti con i “blitz” mediatici organizzati dalla Coldiretti presso il Porto di Bari. La sistematica demonizzazione delle importazioni, da parte sia della Coldiretti, sia di altre “lobbies”, e lo sviluppo di un’irresponsabile politica di comunicazione volta a infondere nei consumatori un sentimento di diffuso sospetto sul frumento di importazione rispondono a esclusivi interessi sindacali e di categoria abilmente camuffati dietro un presunto interesse generale del tutto inesistente», e conclude annunciando azioni legali.
 
La preoccupazione di Coldiretti e produttori italiani è che il Ceta peggiori ulteriormente la situazione. Il Ceta è il Comprehensive economic and trade agreement, accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada. Accordo “contro il quale la Coldiretti si dice pronta a scatenare una mobilitazione per scongiurare il paventato azzeramento strutturale dei dazi“. Il grano canadese, oltre ad essere una forma di concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori per il suo prezzo molto basso, rappresenta uno dei ‘regali’ che l’Unione Europea ci ha fatto, spinta dalle multinazionali.  Diciamo subito chi è Franco Busalacchi. Una persona innamorata della sua patria, la Sicilia, impegnato in politica. Il suo desiderio è, tra l’altro, che la nostra agricoltura e le nostre risorse naturali non siano vanificate dagli attacchi di lobby straniere, tese solo a far profitto, a scapito della salute pubblica. Il suo motto, che lo ha portato in politica, è: “Tu devi, quindi puoi.”
 
A fare da contraltare alle analisi  della Italmopa, i risultati ottenuti dalle analisi di Granosalus, l’organizzazione dei produttori di grano duro del Suditalia, che combaciano perfettamente con quelli del MIT, Massachussets Institute of Technology, e non lasciano dubbi: il glifosato presente nella pasta e nel pane può provocare malattie gravi, come diabete, obesità, asma, morbo di Alzheimer, Autismo, malattie autoimmuni, Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), e morbo di Parkinson. E i grani duri provenienti dal Canada contengono alte percentuali di Glifosato, chiamato anche ‘seccatutto’, che viene spruzzato sulle colture nel periodo che precede la raccolta. Infatti, il grano duro andrebbe coltivato soltanto in regioni molto soleggiate e calde – tipo il sud Italia – e non in climi freddi e umidi, che favoriscono la presenza di micotossine e aflatossine, anch’esse nocive per la salute umana perché altamente cancerogene. Alta anche la concentrazione di deossinivalenolo, noto anche come DON, cioè una sostanza chimica prodotta da funghi, una muffa che cresce su cereali come il grano, l’orzo e il granturco. Prodotto dai funghi Fusarium graminearum e Fusarum culmorum, scrivono gli esperti della FAO, il DON:”Può avere un effetto negativo sulla salute umana.” Secondo quanto afferma il micologo pugliese Andrea Di Benedetto, il grano canadese è paragonabile ad “Un rifiuto tossico e speciale, che dovrebbe essere smaltito.
 
Un prodotto che invece finisce sulle tavole dei consumatori europei”. Secondo Di Benedetto, “la presenza della micotossina nei mangimi prodotti e commercializzati in Canada, in una quantità che superi le mille parti per milione, crea seri problemi agli animali monogastrici  [come l’uomo ndr], che non progrediscono nella crescita.” Sempre secondo il micologo pugliese, i limiti fissati per il deossinivalenolo dall’Unione Europea nel 2006 sono troppo elevati. Secondo Di Benedetto, il limite di 1750 μg/Kg è troppo elevato. Sarebbe stato fissato, infatti, “in seguito alle pressioni delle lobby”. Questa legislazione avrebbe portato a un paradosso: “Stranamente nell’Europa Unita tutto il grano duro che in Canada non si potrebbe utilizzare nemmeno per gli animali, si dà all’uomo”. Dello stesso parere Gianni Cantele, presidente della Coldiretti Puglia. Ma, spiega Di Benedetti, un mezzo per difendersi c’è. “Mezzo chilo di pasta non può costare 35-40 centesimi di euro. Se questo avviene, c’è qualche problema.” Secondo Di Benedetti, il DON provocherebbe innanzitutto un aumento della sensibilità al glutine; poi morbo di Crohn, Parkinson, autismo ed altre patologie autoimmuni.  Desta qualche sospetto il fatto che l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, non si sia ancora pronunciata a proposito della pericolosità del deossinivalenolo, pur avendo avviato tre anni fa un processo di ricerca sull’argomento, e pur a fronte di pareri autorevoli come quello del MIT e della FAO, oltre che di Granosalus. Due scienziati del MIT, Anthony Samsel e Stephanie Seneff, ce lo spiegano più chiaramente: “Quando una cellula sta cercando di formare le proteine, può afferrare il glifosato invece della glicina e formare una proteina danneggiata. Dopo di che  è il caos medico. Dove il glifosato sostituisce la glicina, la cellula non può più comportarsi come al solito, provocando conseguenze imprevedibili con molte malattie e disturbi conseguenti”. Come SLA, Alzheimer e autismo. Fino ad ora la ricerca si è concentrata sugli animali, in particolare sui suini. I sintomi più comuni sono nausea, vomito, – il DON è detto anche ‘vomitossina’ – diarrea, dolori addominali, mal di testa, vertigini e febbre, fino alla morte in concentrazioni particolarmente alte. Possibile alterazione delle funzioni cellulari attraverso l’inibizione della sintesi delle proteine. Da notare che i limiti di concentrazione del DON nella pasta sono riferiti ad un consumo annuo medio pro capite di circa 5 kg., mentre in Italia esso si aggira sui 23-25 kg, e, aggiungiamo noi, in particolari casi, molto più alto, con l’ingestione, quindi di quantità pericolose di deossinivalenolo.
 

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 Perche’ il grano canadese ha bisogno di glifosato e altri pesticidi? come difenderci? Da anni ci dicono che il grano canadese è il migliore del mondo, e che ha un contenuto di glutine superiore ai grani duri italiani. Tutto vero. Ma dietro a tutto questo c’è l’uso spregiudicato che viene fatto della chimica, con il glifosato che altera il periodo di maturazione del grano. Esiste il retroscena di un inghippo internazionale – orchestrato dalle multinazionali – che anticipa il TTIP e punta a distruggere la nostra produzione di grano duro, pugliese, siciliano e in genere del sud Italia. Ma perché il grano canadese ha bisogno del glifosato? Il grano è una specie vegetale originaria del Medio Oriente. Di regola, si semina in autunno e si raccoglie in estate. In Canada, che è una nazione fredda, si semina in primavera e si raccoglie a fine estate-inizio autunno, per sfruttare il periodo meteorologicamente più favorevole. Una differenza fondamentale riguarda la raccolta: nei paesi caldi avviene a giugno inoltrato; nel Canada e nel nord degli USA, in autunno, spesso quando il freddo è già arrivato, quindi quando il grano ha difficoltà a maturare. All’arrivo delle prime piogge, poi, si sviluppano erbe infestanti che ostacolano la mietitrebbiatura. Ecco allora l’intervento del glifosato, un diserbante conosciuto come ‘seccatutto’, che, utilizzato circa 15 giorni prima della raccolta, ‘secca’ la spiga ancora verde, che contiene in quel momento un’alta concentrazione di sostanze nutritive, glutine compreso. Gli agricoltori canadesi spiegano che con questo procedimento accelerano la maturazione del grano, ma è una menzogna. Semplicemente con il glifosato/diserbante la spiga verde viene fatta seccare, e in questo procedimento non c’è nulla di naturale, ma solo tanti veleni, insieme ad una quantità certamente maggiore di glutine, che fa sì che la pasta ‘tenga’ meglio la cottura, ciò che piace ai produttori. In questo modo, il Chicago Board Trade, punto di riferimento mondiale del commercio agricolo, fa crollare il prezzo del grano duro, inducendo i nostri produttori ad abbandonare le colture – specialmente nel sud Italia – e magari a cedere i loro terreni agli speculatori. Il vantaggio è anche delle industrie chimiche che producono il glifosato, che lavorano in sinergia con le multinazionali che producono le sementi, magari OGM, e che così si appropriano del mercato italiano della pasta. Uno dei pretesti per l’importazione del grano canadese è che non abbiamo abbastanza produzione nazionale. Certo, se la nostra agricoltura deve subire attacchi di questo genere, alla fine non rimarrà più nulla. Se invece 600.000 ettari di seminativo abbandonati potessero continuare a produrre buon grano non avvelenato da pesticidi, e al prezzo giusto, senza concorrenze sleali, la nostra produzione sarebbe magari sufficiente. Certo non dovremmo ricorrere all’estero nella misura in cui facciamo oggi.

 
Diciamo che le aziende produttrici che attingono maggiormente all’importazione sono quelle che hanno un maggior bisogno di disponibilità di prodotto, cioè le grandi aziende pastiere che tutti conosciamo, e che sono già state in un recente passato oggetto di una specifica indagine da parte della rivista Altroconsumo. Non facciamo nomi, naturalmente, ma ognuno di noi può documentarsi, per evitare rischi e difendersi dall’attacco canadese, tenendo presente, come già spiegato, che se un pacco di pasta costa troppo poco, il suo contenuto è sospetto. Scegliere poi le piccole produzioni, quelle che magari dichiarano sulla confezione il tipo di grano utilizzato, ce ne sono tante. Dopo tutto spendere un po’ di più per un pacco di pasta non ci manderà in rovina, ma permetterà ai produttori onesti di andare avanti, commercializzando un prodotto genuino, e si sa che questo non paga mai in termini economici. Possiamo difenderci anche dal pane fatto con farina non ‘genuina’, in modo molto semplice: prendiamo due o tre fettine di pane, e le teniamo qualche giorno in un luogo asciutto. Se dopo tale periodo la fettina si secca, ed è bianca, la farina è buona. Altrimenti le fettine si copriranno di una muffa verdastra, segno della presenza di micotossine. Fate questa prova, e se positiva, avvertite il vostro panettiere. Qualcuno l’ha fatto, il panettiere ha cambiato farina, e ora il pane è buono. Nello stesso momento potremo colpire i consumi legati agli speculatori e agli ‘avvelenatori’, più o meno consapevoli. Oltre ad aiutare la nostra nazione Italia  a non soccombere ulteriormente di fronte ad una globalizzazione di rapina. Un piatto di pasta, un chilo di pane, una pizza fatta come si deve – può essere un bello slogan per una pizzeria che voglia diversificare il prodotto – sono la base della nostra cultura e della nostra alimentazione, la famosa ‘dieta mediterranea’ da tanti esaltata. Diciamo basta alla prepotenza delle multinazionali e di un’Europa che, diciamo la verità, tutti stavamo meglio senza. Tranne gli ‘avvelenatori’.



Maturità 2017: seconda prova, al Classico una versione di Seneca

Seconda prova della Maturità 2017 stamani per circa mezzo milione di studenti impegnati con gli esami in tutta Italia. E’ Seneca l’autore proposto al liceo Classico per la versione di latino. Di Seneca è stato proposto un brano tratto da ‘Il valore della filosofia’. La versione di latino proposta per l’esame di maturità 2017 è tratta dalle Lettere a Lucilio. Nel brano l’autore parla del valore della filosofia e del bisogno che l’uomo ha di essa; ne descrive quindi le caratteristiche e le finalità, specialmente in relazione agli aspetti pratici della vita.

Stavolta i pronostici non sono stati disattesi. Le ipotesi del toto-esame precedente l’inizio della maturità davano proprio Seneca come candidato principale: secondo il sondaggio di Skuola.net su 2500 maturandi, 1 su 4 (la maggioranza) si aspettava questo autore.

Allo Scientifico, come di consueto, la prova è di Matematica. Tra le tracce proposte c’è anche un problema sulla possibilità di pedalare su una bicicletta a ruote quadrate, citando il caso del MoMath Museum of Mathematics di New York. Nel problema sulla bici quadrata si chiede di calcolare il profilo della pedana per far muovere una bicicletta dalle ruote quadrate. Un secondo problema con il quale si stanno cimentando gli studenti dello scientifico è lo studio di una funzione. Su due problemi e dieci domande, per superare la prova agli studenti è richiesto di risolvere almeno un problema e di rispondere ad almeno cinque domande.




Ius soli e Battesimo Cattolico: quella particolare analogia…

di Roberto Ragone
 
C’è una particolare analogia fra la procedura della legge che il governo vuole approvare relativa al tanto deprecato ‘ius soli’, cioè il diritto di cittadinanza che deriva dall’esser nato in Italia, e il battesimo cattolico, fatto per aspersione dopo pochi giorni di vita.
 
Secondo i racconti evangelici, Gesù stesso si fece battezzare da suo cugino Giovanni nel Giordano – per immersione, perché ‘baptizo’ in greco vuol dire ‘immergo’ –  e aveva trent’anni. Il battesimo, infatti, biblicamente si pratica nell’età della ragione, dato che esso è il segno esteriore del patto che ognuno di noi fa con il Signore, e che segna l’inizio di una ‘nuova vita’: e voi m’insegnate che non si può fare un patto se non si è coscienti di ciò che si fa: un patto è un impegno,  gli impegni vanno mantenuti, e bisogna essere coscienti di ciò per cui ci si impegna. Condizione che non può essere osservata da chi ha pochi giorni di vita, nonostante i ‘padrini’ e le ‘madrine’ che s’impegnano fittiziamente al loro posto. Diversa è l’interpretazione della chiesa cattolica, secondo la quale – i miei ricordi catechistici sono un po’ sbiaditi, correggetemi se sbaglio, ma ai miei tempi era così – il battesimo toglie al nuovo nato il peccato originale, evitandogli, in caso di morte prematura, di essere confinato nel ‘limbo’. Che non è una danza sudamericana, ma un luogo senza nulla, soprattutto, penso io, senza la presenza di Dio, e che mi pare che uno dei papi più recenti abbia sconfessato. Per la Bibbia, al contrario, tutti i bambini sono salvati per grazia, in quanto innocenti. In più, se ammettiamo che essi possano essere salvati con il battesimo cattolico fatto per aspersione, dichiariamo inutile il sacrificio di Cristo. Ma questo è un contorno. Il piatto forte è il metodo, cioè il fatto che la chiesa cattolica, con il battesimo, acquisisce alla propria religione ogni piccolo nato, senza dargli possibilità di scelta. Per cui il bambino crescerà continuando un percorso che non ha avuto possibilità di valutare criticamente, continuando con la prima comunione, la cresima, eventualmente il matrimonio, come se fosse tutto scontato e non esistessero altre chiese cristiane non cattoliche. E così sia.
 
Lo stesso procedimento si vuole ora adottare per  dare la nazionalità italiana ‘a prescindere’ a tutti i fantolini che si affacciano alla vita sul molo dei nostri porti, o sul ponte delle nostre navi: infatti sono sempre state una quota consistente, ma ora è diventata preponderante, quella di donne incinte che partoriscono quasi ad orologeria sulle nostre banchine o nei nostri ospedali. Addirittura, con le doglie sul barcone di turno. Dato il tempo necessario per arrivare alle coste libiche, c’è da pensare che a metterle gravide siano stati quegli stessi trafficanti di esseri umani che le hanno poi fatte caricare sul barconi, come sconto sul prezzo del viaggio, e che magari lo stato interessante sia frutto di violenza carnale. Per cui in Italia ci verremo a popolare di tanti figli di delinquenti africani o nordafricani.

Ma tant’è, il nostro governo ha proclamato la legge sul diritto di cittadinanza un fatto di civiltà, e una questione prioritaria: infatti è per loro prioritaria, perché sanno che questo governo è a scadenza, e la sua approvazione, se non approvata prima della scadenza delle camere, slitterebbe di diversi anni. Come ad esempio slitterà di almeno quattro anni  il provvedimento –  che costerebbe molto poco, solo quattro milioni di euro, e sarebbe sacrosanto per gente che lavora senza futuro –  per rendere non più precari gli insegnanti di Conservatorio che già operano da almeno sei  anni, – ma qualcuno molti di più –  in attesa del ruolo. Ma di loro non frega niente a nessuno, non sono una forza elettorale, non sono un bacino di voti.
 
L’importante è ‘battezzare’ come italiani tutti i fantolini di nuova  italica nascita, che potranno essere un enorme bacino di voti per il partito, il PD, che riconosceranno come loro mentore, in essi comprendendo già almeno un milione di nuovi voti di adolescenti che tale diritto acquisirebbero immediatamente, e che potrebbero partecipare con pieno diritto alle prossime politiche. Le file dei richiedenti asilo ai gazebo PD per le primarie hanno fatto scuola, hanno tracciato la via. Fatalmente, tutto ciò che interessa al nostro governo è sospetto, e sospetta è anche la fretta con cui si vuole liquidare – con il ricorso alla fiducia – l’approvazione di una legge che langue da due anni in parlamento, e che è poco gradita alla maggioranza degli italiani. In altre nazioni, più civili della nostra, la cittadinanza si acquisisce a certe condizioni, e non è un fatto automatico. Parliamo tanto di ‘integrazione’, ma in realtà non tutti gli stranieri si vogliono integrare, soprattutto quelli che provengono da paesi islamici. Sappiamo che ciò che Gentiloni, Renzi & Co. ci vogliono ammannire come motivazioni, sono bugie. Nessuno di loro fa alcunché per pura filantropia, o per amore del prossimo.
 
Quindi, parlando di nuovo bacino elettorale di un milione di voti, non penso di sbagliare. Naturalmente, solo chi è addentro alle segrete cose conosce anche i risvolti di una tale operazione.  La priorità, in parlamento,  l’avrebbero altre iniziative, di cui nessuno parla, tutte a vantaggio di chi è davvero cittadino della nostra nazione, ma che è penalizzato proprio per questa sua condizione di non-privilegio. Mentre tutti i privilegi, nel nome di una pretesa carità cristiana, supportata dalla sponsorizzazione di Bergoglio e Galantino, spunta fuori quando meno te l’aspetti, trasformando tutti in tante Madri Teresa di Calcutta. Analogia, quindi, fra il battesimo cattolico e lo ‘ius soli’: acquisito il metodo, il PD va avanti per conquistare nuovi voti e nuovi volti alla politica, tutti a suo favore.

Ormai l’italiano vero, quello di Toto Cutugno, si è abituato alle fregature, e non ci fa più caso. Tutti noi, automaticamente, quando sentiamo dagli schermi TV qualcuno che pontifica per leggi ‘di civiltà’ o simili, pensa che sia la solita fregatura, ma purtroppo non ci fa più caso; convinto, come siamo tutti, che non si può far nulla contro questa classe politica, e che il voto non è sufficiente. Viviamo in un regime di falsa democrazia, in cui le decisioni sono prese da una Casta che fa tutto a proprio vantaggio, e che se ne frega dei cittadini. Fra poco aumenteranno le imposte, visto che Gentiloni e Renzi dichiarano che ‘non aumenteranno le tasse’. Quando fanno così, c’è da tremare. Mentre Equitalia, lungi dall’essere rottamata, ha cambiato nome ed è diventata ‘per legge’ molto più aggressiva, arrivando ad aggredire direttamente i nostri conti correnti senza passare dal tribunale, e violando uno dei principi fondamentali della nostra privatezza. Perciò, la conclusione è amara. La nostra condizione è colpa nostra, che ci beviamo tutto ciò che la controinformazione nazionale ci propina, e che disapproviamo le manifestazioni di piazza. Finchè arriverà l’uomo forte che metterà le cose a posto. Ma non sarà il rimedio peggiore del male?



“Mare Sicuro 2017”: avviata l’operazione estiva della Guardia Costiera



di Gianfranco Nitti

Come ogni anno, nel periodo estivo si intensifica lo sforzo operativo della Guardia Costiera volto a garantire la corretta fruizione del mare e uno svolgimento in sicurezza delle attività ludiche e ricreative ad esso collegate. Sicurezza e serenità, legalità e divertimento: sono questi alcuni dei concetti chiave dell’operazione “Mare Sicuro 2017”, operazione che ogni estate viene attuata dalla Guardia Costiera e che, fino al 17 settembre, vedrà impiegati circa 3.000 uomini e donne, oltre 300 mezzi navali e 15 mezzi aerei lungo tutti gli 8.000 chilometri di coste del Paese, nonché sul Lago di Garda e sul Lago Maggiore.
Un’operazione condotta nel segno della “trasversalità”, quale sintesi del lavoro e dello sforzo che il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera compie nell’ambito delle proprie funzioni e dei compiti legati agli usi civili e produttivi del mare, tra i quali – in primis – la salvaguardia della vita umana in mare, oltre alla sicurezza della navigazione, alla tutela dell’ambiente marino e costiero, ai controlli sulla pesca e sull’intera filiera ittica. Così, i milioni di turisti italiani e stranieri che nel periodo estivo trascorrono le vacanze lungo le coste del Paese, troveranno nella Guardia Costiera il riferimento a garanzia della propria sicurezza. L’operazione “Mare Sicuro” ha registrato, al termine dell’estate 2016, il soccorso ad oltre 3.500 persone e 700 unità, con quasi 50.000 controlli sulle imbarcazioni da diporto. L’ingente afflusso turistico richiede un’attenzione ancora maggiore verso l’ecosistema marino e costiero: sarà attuato il massimo sforzo possibile per garantire il rispetto dell’ambiente. Durante l’estate 2016 sono stati 57.000 i controlli effettuati sul demanio marittimo, ai quali si sono aggiunti anche gli oltre 3.000 controlli nelle Aree Marine Protette.


Non meno importante è l’intensificazione dei controlli su tutta la filiera ittica:
il prodotto ittico italiano, bene primario per qualità e quantità, continuerà ad essere costantemente monitorato, controllato e garantito. La Guardia Costiera, con “Mare Sicuro 2017”, si impegna, infatti, anche ad assicurare la gestione sostenibile della risorsa ittica, il controllo della filiera di commercializzazione del pescato e la tutela del consumatore; è quanto attestato dai risultati conseguiti nell’analogo periodo estivo 2016, con oltre 20.000 controlli in materia.
L’impegno rafforzato della Guardia Costiera mira così ad assicurare rapidi interventi di soccorso in favore di bagnanti, diportisti e subacquei e a garantire controlli più intensi su tutte le attività svolte in mare, per prevenire condotte illecite, pericolose per le persone, per il patrimonio ambientale, per l’ecosistema marino e per le risorse ittiche.
 




Domani fermi Bus, treni e aerei, sarà un venerdì nero

Redazione

Bus, treni, aerei, si preannuncia un venerdì nero per gli italiani, a causa dello sciopero generale proclamato da alcuni sindacati autonomi e di base. Una protesta, sottolineano Sgb e Cub in una nota, indetta contro le privatizzazioni nel settore. Ulteriori scioperi sono previsti sul piano locale. TRENI – Lo sciopero, dalle 21 di oggi alle 21 di domani, riguarda Trenitalia (ad eccezione di Piemonte e Valle d'Aosta), Ntv, Trenord e le altre aziende ferroviarie. Ferrovie dello Stato ha comunicato che le Frecce circoleranno regolarmente. In ambito regionale, Trenitalia, si legge in una nota, sarà impegnata ad offrire nel corso dello sciopero un adeguato livello di servizio anche al di fuori della fascia oraria di maggiore frequentazione (6-9 e 18-21) durante la quale sono garantiti per legge, nei giorni feriali, i servizi minimi.
 
Nel corso dello sciopero sarà assicurato il collegamento tra Roma Termini e l'aeroporto di Fiumicino con il 'Leonardo Express'. Saranno inoltre garantiti i convogli elencati nell'apposita tabella dei treni previsti in caso di sciopero, consultabile sull'orario ufficiale di Trenitalia e sul sito trenitalia.com nella sezione 'in caso di sciopero'. Alcuni treni Intercity e alcuni convogli regionali che non rientrano tra quelli 'garantiti' potranno essere cancellati o limitati nel percorso. AEREI – Lo sciopero riguarda tutti i lavoratori del comparto aereo, aeroportuale e indotto degli aeroporti, per 24 ore; il personale navigante (piloti ed assistenti di volo) del gruppo Alitalia-Sai, per quattro ore, dalle 10 alle 14; il personale navigante e di terra delle compagnie aeree operanti in Italia, per 14 ore, dalle 10 a mezzanotte. Il sito dell'Enac pubblica l'elenco dei voli garantiti.
In vista degli scioperi, Alitalia ha attivato un piano straordinario per limitare i disagi e riproteggere sui primi voli disponibili il maggior numero di passeggeri coinvolti dalle cancellazioni.
 
La Compagnia comunica che opereranno regolarmente i voli in programma nelle fasce di garanzia: dalle 7.00 alle 10.00 e dalle 18.00 alle 21.00. I viaggiatori sono invitati a verificare lo stato del proprio volo, prima di recarsi in aeroporto, chiamando il numero verde 800.65.00.55 (dall’Italia) o il numero +39.06.65649 (dall’estero), oppure contattando l’agenzia di viaggio presso cui hanno acquistato il biglietto. Alitalia ha previsto un rafforzamento del proprio personale negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Linate per assicurare la massima assistenza ai passeggeri. È stato anche incrementato il numero degli addetti al call center. Saranno inoltre impiegati aerei più capienti, sia sulle rotte domestiche che su quelle internazionali, per trasportare un numero maggiore di viaggiatori. TRASPORTO PUBBLICO LOCALE – A Roma trasporto pubblico a rischio per gli scioperi, rispettivamente di 24 e 4 ore, indetti dai sindacati di Base e dal Sul. Entrambe le agitazioni, spiega l'Agenzia per la Mobilità, interesseranno sia la rete Atac (bus, tram, metropolitane e ferrovie Roma-Lido, Roma-Viterbo e Termini-Centocelle) che le linee periferiche gestite dalla Roma Tpl. Per quanto riguarda lo sciopero di 24 ore saranno in vigore le fasce di garanzia: servizio regolare fino alle 8,30 e dalle 17 alle 20. L'agitazione di 4 ore, invece, sarà dalle 11 alle 15.



Istat, Italia: meno residenti, più stranieri e calo delle nascite

 

Al 31 dicembre 2016 risiedono in Italia 60.589.445 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera, pari all’8,3% dei residenti a livello nazionale (10,6% al Centro-nord, 4,0% nel Mezzogiorno). Lo rende noto l'Istat in un comunicato. In Italia alla fine del 2016 ci sono circa 200 nazionalità: nella metà dei casi si tratta di cittadini europei (oltre 2,6 milioni). La cittadinanza maggiormente rappresentata è quella rumena (23,2%) seguita da quella albanese (8,9%). Prosegue nel 2016 la diminuzione dei residenti già riscontrata l’anno precedente.
 
Il saldo complessivo è negativo per 76.106 unità, determinato dalla flessione della popolazione di cittadinanza italiana (96.976 residenti in meno) mentre la popolazione straniera aumenta di 20.870 unità. Tuttavia, all’interno della popolazione straniera la componente femminile diminuisce per la prima volta dagli anni Novanta quando l’Italia è diventata Paese di immigrazione. Il movimento naturale della popolazione ha registrato un saldo (nati meno morti) negativo per quasi 142mila unità. Il saldo naturale è positivo per i cittadini stranieri (quasi 63mila unità), mentre per i residenti italiani il deficit è molto ampio e pari a 204.675 unità. I decessi sono stati oltre 615mila, circa 32mila in meno rispetto al 2015, anno record della mortalità, ma in linea con il trend di crescita degli anni precedenti, dovuto all’invecchiamento della popolazione.
 
Il movimento migratorio con l’estero fa registrare un saldo positivo di circa 144mila unità, in lieve aumento rispetto all’anno precedente. Aumentano leggermente le iscrizioni dall’estero: poco più di 300mila di cui il 90% riferite a stranieri. Allo stesso modo le cancellazioni per l’estero superano le 114mila unità per gli italiani, di nascita e naturalizzati, (+12mila rispetto al 2015) mentre sono quasi 43 mila per gli stranieri. Continua il calo delle nascite in atto in Italia dal 2008. Per il secondo anno consecutivo, rileva l'Istat, i nati a fine 2016 sono meno di mezzo milione (473.438, -12mila sul 2015), di cui più di 69mila stranieri (14,7% del totale), anch’essi in diminuzione. I decessi sono stati oltre 615mila, circa 32mila in meno rispetto al 2015, anno record della mortalità, ma in linea con il trend di crescita degli anni precedenti, dovuto all’invecchiamento della popolazione.



Contro il "populista" Trump risorgono i Farisei del clima

 

di Emanuel Galea

Il ritiro degli Usa dagli accordi di Parigi sul clima, siglati nel dicembre 2015,come si poteva immaginare, ha subito provocato reazioni internazionali negative. Gridano allo scandalo  l’Unione Europea, le “democratiche” Cina e India e perfino la Russia. Sono i ” virtuosi”, i “buoni”, coloro che si ergono paladini a difesa del clima. Sono “dei votati” a salvare il creato. Dall’altra faccia della medaglia si trova il “cattivo”, “l’eretico”, il “miscredente e scismatico Trump”.

 La scienza ci insegna e gli economisti ci avvertono che i  livelli preoccupanti dell’inquinamento atmosferico e le notizie sullo sfruttamento delle risorse petrolifere influiscono negativamente al pari di altri fattori nocivi   sull’ impatto ambientale.

Una delle cause maggiori dell’inquinamento atmosferico è dovuto ai veicoli circolanti che emettono gas di scarico inquinanti quando vengono utilizzati. Il numero di auto, motori,trainanti,bus, camion ecc. in circolazione sulle strade della terra è impressionante. Nel 2015,solamente sul suolo  italiano si contavano 665 veicoli per ogni mille abitanti.

Secondo un rapporto pubblicato da Ward’s Automotive, nel 2010 in tutto il mondo i veicoli circolanti superavano il miliardo. Uno studio condotto da Navigant  attesta che questo numero sarebbe destinato a crescere per raggiungere due miliardi di automobili nel 2035 e con lo stesso trend si stima che arriverebbe a cinque miliardi nel 2050.

Interessante notare che questa corsa al rialzo si dovrebbe alla Cina, paese più popolato al mondo .In Cina il possesso di un automobile non è ancora molto diffuso però con la crescita della sua economia, migliorerà il suo welfare e il possesso del veicolo potrebbe diventare una normalità. Ciò significherebbe un aumento di un miliardo di vetture solo in Cina.

Riflessione:

a)  – I summenzionati Stati virtuosi hanno mai monitorato l’impatto sull’ambiente che avrà questa costante crescita del numero delle auto in circolazione nel mondo?
b)   gli Stati virtuosi, ad iniziare da quelli appartenenti all’Unione Europea fino all’India, dalla Russia alla Cina, quest’ultima poi che si dice riempirebbe il vuoto lasciato da Trump, questi Stati virtuosi, ripeto, come mai NULLA hanno da dire, nulla hanno da proporre per ridurre l’impatto dei suddetti scarichi nocivi sull’ambiente?
c)  come mai la loro ritrosia ad affrettare e facilitare il lancio di veicoli con motori elettrici che non emettono gas di scarico inquinanti? 

Anziché fare campagne costose  seguendo “teorie ipotetiche”, perché non si impegnano le risorse per risolvere le cause dell’inquinamento, non più ipotetico, che respiriamo nelle nostre città?

Chissà chi lo sà…

 
 




Petrosino: riconfermato sindaco Gaspare Giacalone

 
di Angelo Barraco

Petrosino – Gaspare Giacalone è stato riconfermato Sindaco di Petrosino, ottenendo  2.861 voti, pari al 57,80%. Grande gioia ed entusiasmo tra i cittadini che hanno riaperto le braccia ad un Sindaco che in questi lunghi e difficili anni è stato in grado di far riemergere dalla nebbia un Comune che oggi brilla di luce propria. Vincenzo D’Alberti,  di Giacalone alle Amministrative, ha ottenuto 2.016 voti, pari al 40,73%, grande distacco per l’altro sfidante, Vito Salvatore Messina che ha ottenuto 73 voti pari all’1,48%. E’ stata una campagna elettorale dura, dove gli elettori sono stati direttamente coinvolti in tutti ciò attraverso i social network che in questi anni sono divenuti le nuove piazze di confronto.  Delusione per D’Alberti per la sconfitta che rinuncia alla possibilità di diventare consigliere comunale ai sensi della nuova legge regionale in materia di elezioni amministrative. Gaspare Giacalone ha tenuto poi un discorso in cui ha espresso la sua piena gioia e l’entusiasmo di tale vittoria, sottolineando “avete vinto voi", riferendosi al marasma oceanico di cittadini che affollava la piazza sottostante e aggiungendo inoltre “adesso ripartiamo con nuovo slancio e nuova energia”. I cittadini hanno scelto la trasparenza e la semplicità, portando in auge un Comune che prima era spento e assente dalle carte ma oggi, dopo lunghe e tortuose battaglie, è riuscito a riemergere. “Una vittoria bellissima e pulitissima. Altri 5 anni da Sindaco di Petrosino. Il cambiamento continua!” è il messaggio che in nottata ha scritto Giacalone su facebook per ringraziare i suoi cittadini della fiducia che hanno avuto nei suoi riguardi e nei riguardi della sua squadra. Infatti nella lista di Gaspare Giacalone ci sono molti nomi che hanno avuto riconferme. Ecco intanto i nomi dei candidati della sua lista che hanno ottenuto maggiori voti: Marcella Pellegrino (1029), Francesco Zichittella (378), Davide Laudicina (425), Massimo Mezzapelle (364), Luca Facciolo (325), Sebastiano Paolo Paladino (346), Caterina Anna Maria Pipitone (320), Fiorenza Pace (320). Rimangono fuori dalla lista: Valentina Pipitone, Ignazio De Dia, Michele Di Dia, Selenia Pipitone.  Sui social impazzano i commenti per Gaspare Giacalone “Auguri a chi il cambiamento lo sta portando davvero”, scrive uno, “Penso che una vera politica, una rivoluzione copernicana con al centro i cittadini, può e deve trasformare l'Italia. L'esempio di Petrosino deve essere contagioso e coinvolgere strategie di Governo statale, caro mito sindaco” scrive un’altra persona e ancora “Felice di questa vittoria…Felice che la maggiorparte di Petrosino abbia preso la giusta decisione”. 
 
E mentre a Petrosino si festeggia per la vittoria, a Trapani si innalzano le polemiche in merito proprio alle Amministrative e ai suoi candidati. Un’affluenza al voto pari al 58,94%, con un calo del 5,67 rispetto alle amministrative del 2012. I dati sono chiari: Girolamo Fazio ha ottenuto 8839 voti pari al 32,1%; Pietro Savona ha ottenuto  7300 voti pari al 26,5%; Antonio D’Alì ha ottenuto 6334 voti pari al 23%; Marcello Maltese ha ottenuto  4567 voti pari al 16,6% e infine Giuseppe Marascia ha ottenuto 473 voti pari all’1,7%. Si va quindi verso il ballottaggio poiché Fazio, D’Alì, Savona e Maltese di troverebbero in una forbice va dal 27 al 20%. Il senatore D’Alì è in attesa di giudizio della Corte di Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato invece assolto dai fatti successivi al 94. Fazio invece è stato arrestato in piena campagna elettorale, successivamente è stato liberato ma rimane indagato per traffico di influenze e corruzione. 



Poteri occulti e cittadino-comparsa

 
di Roberto Ragone
 
Interrogativi in apparenza molto distanti fra loro, ma indicativi dell’influenza di poteri occulti nella nostra vita. Ormai da tempo in Italia siamo ridotti al rango secondario di spettatori, senza alcuna possibilità di intervento sulla vita della nazione. Il passo decisivo è stata l’imposizione dell’euro da parte di Prodi, il cui nome compare negli elenchi della Bilderberg, l’organizzazione con struttura massonica a livello mondiale che raccoglie le persone più potenti del globo, e che si riunisce in maniera impenetrabile a chiunque almeno una volta l’anno.  Nel suo elenco troviamo anche, solo per citare quelli più vicini nel tempo, Mario Monti, Enrico Letta, e, per la televisione, Monica Maggioni, e Lilly Gruber. Ma molti altri ancora. Ormai è chiaro a tutti che l’Europa è una creatura di questa  organizzazione, e di altre simili, e che i profitti che essa ricava dai vari Stati che ne fanno parte sono altissimi.
 
Solo per l’Inghilterra si parla di quindici miliardi di sterline l’anno. È quindi intuibile che si cerchi in tutti i modi di tenere insieme le nazioni che ne fanno parte, evitando l’uscita anche di una sola di esse, il che costituirebbe un pericoloso precedente. Salta quindi agli occhi una singolare coincidenza, a proposito proprio del Regno Unito: nell’imminenza della consultazione referendaria, che avrebbe poi segnato la vittoria di chi dall’UE voleva uscire, accadde un fatto mai spiegato e di per sé senza senso. La giovane mamma e deputata laburista Jo Cox fu uccisa con revolverate e coltellate da un fanatico – definito tale dai media – le cui reali motivazioni non sono mai state rese note. In realtà, di lui non s’è più parlato, né si sa se sia stato condannato, se sia in carcere, e quale sia stata la pena detentiva ipotizzabile. Jo Cox era una semplice deputata, senza una particolare importanza politica.
 
La sua uccisione, particolarmente efferata, fece scalpore proprio  perchè era giovane e avvenente, oltre ad avere figli in tenera età. E' un’ipotesi plausibile che questo omicidio, commesso ad orologeria, completamente inutile e particolarmente crudele, dovesse impressionare in modo tale l’elettorato, da ribaltare gli esiti dei sondaggi. Ipotesi da libro giallo? Forse, ma spesso la realtà supera la fantasia. Fatto sta che dopo le dimissioni di Cameron si è scatenata una campagna anti-brexit, orchestrata da chi aveva preventivamente preparato le batterie, fino a chiedere le dimissioni di Teresa May e l’impeachment del risultato referendario.
 
Ma la nuova lady di ferro ha tirato dritto, fino ad indire elezioni anticipate, nell’intento di salvare il salvabile. Ed ecco il nuovo fatto di sangue: tre balordi islamici, armati di coltelli da cucina di ceramica viola, presunti aderenti all’Isis, già conosciuti e segnalati ai servizi inglesi da più parti, ma mai messi in condizioni di non nuocere, né impediti nei loro movimenti sospetti, come il noleggio di un furgone, fanno una strage sul London Bridge, a quell’ora affollato, ad imitazione dell’attentato ormai famoso di Nizza. Risultato, sette morti e quarantotto feriti. Corbyn, il candidato laburista alle lezioni, prende la palla al balzo e attacca la May sulla sicurezza, dato che pare che sua sia la colpa d’aver ridotto di circa ventimila elementi il contingente dei poliziotti, addossando a lei la responsabilità dell’accaduto. Fra parentesi c’è da chiedersi a cosa sarebbero serviti ventimila uomini in più, quando il servizio di sicurezza ha funzionato perfettamente e i tre sono stati neutralizzati nel giro di otto minuti. Quello che non ha funzionato è stata la prevenzione, affidata ai servizi, la cui efficienza non dipende certo dalla May. Il risultato è stato che i Tories hanno perso una parte dei consensi, ma hanno conquistato comunque un risultato tale da permettere di formare un governo, anche se con una maggioranza risicata. Viene da pensare che anche l'attacco dei tre islamisti sia stato orchestrato per modificare i sondaggi a favore di teresa May, come da copione. Anche se è un'ipotesi non avvalorata da prove. Ma l'impressione è quella.
 
Una regia occulta targata Bilderberg? Secondo il giudice Imposimato, la Bilderberg è dietro  tutte la 'stragi di Stato' italiane. Di tutt’altro segno la cavalcata trionfale di Emmanuel  Macron, futuro presidente della Repubblica francese, sponsorizzato nella sua dispendiosa e sofisticata campagna elettorale dalla banca Rotschild, della quale è stato dipendente. Rotschild è uno dei fautori del Nuovo Ordine Mondiale, uno degli scopi della  Bilderberg. Tutto in discesa quindi per il neo-candidato, beniamino dei media ‘orientati’ e controllati dal Potere. Manco a dirlo, Macron è un europeista convinto, e in questa sua ‘mission’ sta il segreto del successo. Tutto in salita, invece, per il nuovo presidente degli USA Donald Trump, contro il quale si è detto e scritto di tutto. Trump, infatti, ha vinto contro la candidata repubblicana Hilary Clinton, e questo non è andato giù ai vertici della Bilderberg, a cui la Clinton e suo marito Bill aderiscono. Trump è visto, dati i suoi rapporti con la Russia di Putin, come un antagonista e pericoloso nemico del disegno di Rortschild del NWO, New World Order, quindi antieuropa. Dicevamo che tutto ciò non c’entra con Totò Riina e il processo per i rapporti stato-mafia. In un certo senso c’è qualche punto in comune, fatte le debite proporzioni. Infatti a gennaio Riina disse che alla ripresa del processo avrebbe parlato con i magistrati rivelando ciò che sa a proposito del presunto patto con lo Stato italiano.
 
È di questi giorni la notizia che la Corte di Cassazione avrebbe disposto la scarcerazione del capo mafia per ragioni umanitarie. Pare che sia gravemente malato e che gli si voglia offrire una morte dignitosa, fuori dal 41bis, facendo pensare ai più che sia in fin di vita, nonostante le testimonianze dicano il contrario. Avere gIi arresti domiciliari, dopo una condanna a otto ergastoli, sarebbe il segno che il potere di Riina è intatto, e che è al di sopra di quello dello Stato, della giustizia, della magistratura e del dolore dei parenti di chi dignità nella morte non ha potuto avere. Improvvisamente Riina ha dichiarato che non parlerà più con i magistrati. Messaggio in codice? Questo ci porterebbe molto lontano. Vogliamo concludere col dire che certamente né Dalla Chiesa, né Falcone e nè Borsellino hanno avuto una morte dignitosa, straziati da centinaia di colpi di Kalashinikov a tiro incrociato, nel caso di Dalla Chiesa e di sua moglie, oltre che dall'agente della 'scorta', oppure smembrati in strada dalle esplosioni del tritolo di Cosa Nostra. Riina, dalle intercettazioni effettuate in carcere, pare eserciti ancora il suo potere mafioso, e che sia in grado di ordinare uccisioni anche dal 41bis, per esempio quella del giudice Di Matteo. C’è da chiedersi da dove gli venga tanto potere, isolato in un carcere di massima sicurezza, e senza la possibilità di comunicare con i suoi uomini più fidati. Certamente non un uomo sconfitto, vinto, pentito: anzi, ha dichiarato che lui non sarà mai un pentito. Allora, perchè dovrebbe godere di quel privilegio, quando le famiglie dei morti li piangono ancora, e a loro non è stato neppure chiesto il perdono? Un perdono che presumerebbe appunto un certo pentimento.
 
Ma Riina dimostra di non essere per nulla pentito di ciò che è stata la sua vita, anzi. Il giudice Gratteri dice che i mafiosi, e lui in particolare, ordinano con gli occhi, con uno sguardo, e c’è da credergli. Ma forse l’origine del suo potere è proprio lì, nei suoi segreti, in quelli che ha minacciato di rivelare ai magistrati. Finchè Totò Riina terrà la bocca chiusa, avrà un punto d’appoggio per far leva nei confronti di chi ne sarebbe coinvolto. Probabilmente i suoi segreti li porterà nella tomba. Ma che lo faccia in carcere, e non agli arresti domiciliari. Poteri occulti? Segreti di Stato e non? Certo, di varia natura, dimensione e scopi. Il cittadino è solo una comparsa, e la giustizia non è di questo mondo.



POTERI OCCULTI

 POTERI OCCULTI E CITTADINO-COMPARSA
A CHI SONO IMPUTABILI LE UCCISIONI A OROLOGERIA IN UK?
PERCHE’ RIINA DEV’ESSERE SCARCERATO?
DI ROBERTO RAGONE
Interrogativi in apparenza molto distanti fra loro, ma indicativi dell’influenza di poteri occulti nella nostra vita. Ormai da tempo in Italia siamo ridotti al rango secondario di spettatori, senza alcuna possibilità di intervento sulla vita della nazione. Il passo decisivo è stata l’imposizione dell’euro da parte di Prodi, il cui nome compare negli elenchi della Bilderberg, l’organizzazione con struttura massonica a livello mondiale che raccoglie le persone più potenti del globo, e che si riunisce in maniera impenetrabile a chiunque almeno una volta l’anno.  Nel suo elenco troviamo anche, solo per citare quelli più vicini nel tempo, Mario Monti, Enrico Letta, e, per la televisione, Monica Maggioni, e Lilly Gruber. Ma molti altri ancora. Ormai è chiaro a tutti che l’Europa è una creatura di questa  organizzazione, e di altre simili, e che i profitti che essa ricava dai vari Stati che ne fanno parte sono altissimi. Solo per l’Inghilterra si parla di quindici miliardi di sterline l’anno. È quindi intuibile che si cerchi in tutti i modi di tenere insieme le nazioni che ne fanno parte, evitando l’uscita anche di una sola di esse, il che costituirebbe un pericoloso precedente. Salta quindi agli occhi una singolare coincidenza, a proposito proprio del Regno Unito: nell’imminenza della consultazione referendaria, che avrebbe poi segnato la vittoria di chi dall’UE voleva uscire, accadde un fatto mai spiegato e di per sé senza senso. La giovane mamma e deputata laburista Jo Cox fu uccisa con revolverate e coltellate da un fanatico – definito tale dai media – le cui reali motivazioni non sono mai state rese note. In realtà, di lui non s’è più parlato, né si sa se sia stato condannato, se sia in carcere, e quale sia stata la pena detentiva ipotizzabile. Jo Cox era una semplice deputata, senza una particolare importanza politica. La sua uccisione, particolarmente efferata, fece scalpore proprio  perchè era giovane e avvenente, oltre ad avere figli in tenera età. E' un’ipotesi plausibile che questo omicidio, commesso ad orologeria, completamente inutile e particolarmente crudele, dovesse impressionare in modo tale l’elettorato, da ribaltare gli esiti dei sondaggi. Ipotesi da libro giallo? Forse, ma spesso la realtà supera la fantasia. Fatto sta che dopo le dimissioni di Cameron si è scatenata una campagna anti-brexit, orchestrata da chi aveva preventivamente preparato le batterie, fino a chiedere le dimissioni di Teresa May e l’impeachment del risultato referendario. Ma la nuova lady di ferro ha tirato dritto, fino ad indire elezioni anticipate, nell’intento di salvare il salvabile. Ed ecco il nuovo fatto di sangue: tre balordi islamici, armati di coltelli da cucina di ceramica viola, presunti aderenti all’Isis, già conosciuti e segnalati ai servizi inglesi da più parti, ma mai messi in condizioni di non nuocere, né impediti nei loro movimenti sospetti, come il noleggio di un furgone, fanno una strage sul London Bridge, a quell’ora affollato, ad imitazione dell’attentato ormai famoso di Nizza. Risultato, sette morti e quarantotto feriti. Corbyn, il candidato laburista alle lezioni, prende la palla al balzo e attacca la May sulla sicurezza, dato che pare che sua sia la colpa d’aver ridotto di circa ventimila elementi il contingente dei poliziotti, addossando a lei la responsabilità dell’accaduto. Fra parentesi c’è da chiedersi a cosa sarebbero serviti ventimila uomini in più, quando il servizio di sicurezza ha funzionato perfettamente e i tre sono stati neutralizzati nel giro di otto minuti. Quello che non ha funzionato è stata la prevenzione, affidata ai servizi, la cui efficienza non dipende certo dalla May. Il risultato è stato che i Tories hanno perso una parte dei consensi, ma hanno conquistato comunque un risultato tale da permettere di formare un governo, anche se con una maggioranza risicata. Di tutt’altro segno la cavalcata trionfale di Emmanuel  Macron, futuro presidente della Repubblica francese, sponsorizzato nella sua dispendiosa e sofisticata campagna elettorale dalla banca Rotschild, della quale è stato dipendente. Rotschild è uno dei fautori del Nuovo Ordine Mondiale, uno degli scopi della  Bilderberg. Tutto in discesa quindi per il neo-candidato, beniamino dei media ‘orientati’ e controllati dal Potere. Manco a dirlo, Macron è un europeista convinto, e in questa sua ‘mission’ sta il segreto del successo. Tutto in salita, invece, per il nuovo presidente degli USA Donald Trump, contro il quale si è detto e scritto di tutto. Trump, infatti, ha vinto contro la candidata repubblicana Hilary Clinton, e questo non è andato giù ai vertici della Bilderberg, a cui la Clinton e suo marito Bill aderiscono. Trump è visto, dati i suoi rapporti con la Russia di Putin, come un antagonista e pericoloso nemico del disegno di Rortschild del NWO, New World Order, quindi antieuropa. Dicevamo che tutto ciò non c’entra con Totò Riina e il processo per i rapporti stato-mafia. In un certo senso c’è qualche punto in comune, fatte le debite proporzioni. Infatti a gennaio Riina disse che alla ripresa del processo avrebbe parlato con i magistrati rivelando ciò che sa a proposito del presunto patto con lo Stato italiano. È di questi giorni la notizia che la Corte di Cassazione avrebbe disposto la scarcerazione del capo mafia per ragioni umanitarie. Pare che sia gravemente malato e che gli si voglia offrire una morte dignitosa, fuori dal 41bis, facendo pensare ai più che sia in fin di vita, nonostante le testimonianze dicano il contrario. Avere gIi arresti domiciliari, dopo una condanna a otto ergastoli, sarebbe il segno che il potere di Riina è intatto, e che è al di sopra di quello dello Stato, della giustizia, della magistratura e del dolore dei parenti di chi dignità nella morte non ha potuto avere. Improvvisamente Riina ha dichiarato che non parlerà più con i magistrati. Messaggio in codice? Questo ci porterebbe molto lontano. Vogliamo concludere col dire che certamente né Dalla Chiesa, né Falcone e nè Borsellino hanno avuto una morte dignitosa, straziati da centinaia di colpi di Kalashinikov a tiro incrociato, nel caso di Dalla Chiesa e di sua moglie, oltre che dall'agente della 'scorta', oppure smembrati in strada dalle esplosioni del tritolo di Cosa Nostra. Riina, dalle intercettazioni effettuate in carcere, pare eserciti ancora il suo potere mafioso, e che sia in grado di ordinare uccisioni anche dal 41bis, per esempio quella del giudice Di Matteo. C’è da chiedersi da dove gli venga tanto potere, isolato in un carcere di massima sicurezza, e senza la possibilità di comunicare con i suoi uomini più fidati. Certamente non un uomo sconfitto, vinto, pentito: anzi, ha dichiarato che lui non sarà mai un pentito. Allora, perchè dovrebbe godere di quel privilegio, quando le famiglie dei morti li piangono ancora, e a loro non è stato neppure chiesto il perdono? Un perdono che presumerebbe appunto un certo pentimento. Ma Riina dimostra di non essere per nulla pentito di ciò che è stata la sua vita, anzi. Il giudice Gratteri dice che i mafiosi, e lui in particolare, ordinano con gli occhi, con uno sguardo, e c’è da credergli. Ma forse l’origine del suo potere è proprio lì, nei suoi segreti, in quelli che ha minacciato di rivelare ai magistrati. Finchè Totò Riina terrà la bocca chiusa, avrà un punto d’appoggio per far leva nei confronti di chi ne sarebbe coinvolto. Probabilmente i suoi segreti li porterà nella tomba. Ma che lo faccia in carcere, e non agli arresti domiciliari. Poteri occulti? Segreti di Stato e non? Certo, di varia natura, dimensione e scopi. Il cittadino è solo una comparsa, e la giustizia non è di questo mondo.