"Togli quell'abito se ti sta stretto": storia di un paese in declino

di Angelo Barraco
 
“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo” disse il compianto imprenditore e politico italiano Adriano Olivetti, figlio di Camillo Olivetti, fondatore della prima fabbrica italiana di macchine da scrivere. Una frase che rappresenta certamente lo specchio di una società contemporanea che quotidianamente spalanca le sue fauci gridando al cielo un continuo e sinistro lamento dovuto alla mancanza di lavoro che consente ai cittadini di poter mantenere se stessi e le rispettive famiglie. Una società in cui il lavoro manca, certamente, dove il cittadino è disilluso e stanco dalle promesse elettorali e  spera in futuri cambiamenti messi in atto da politicanti pieni di buone speranze che scendono in campo con succulenti piani elettorali che farebbero scegliere al popolo nuovamente Barabba, ma dopo le elezioni e dopo il voto quelle promesse vanno sempre in frantumi e il paese continua a sperare passivamente in un qualcosa che non arriverà mai. La crisi economica e la mancanza di lavoro sono dei fattori che inficiano negativamente sullo sviluppo del nostro paese ma bisogna tener presente che vi sono molti soggetti che hanno il “privilegio” di ricoprire cariche istituzionali nobili, che servono quindi, come disse Adriano Olivetti “a un nobile scopo”, come l’educazione, l’insegnamento, la cura per i malati ecc. Cariche quindi, che “servono” allo sviluppo culturale e sociale del complesso ingranaggio chiamato Italia e che se esercitate con dovizia e correttezza potrebbero portare ad una crescita esponenziale delle risorse attuali e gettare le basi per un futuro dignitoso per le prossime generazioni che sembrano ormai destinate all’espatrio come ancora di salvezza per sfuggire all’oblio. Ultimamente sembra però  che tali cariche così importanti e delicate siano state surclassate da biechi interessi quali la slot machine, le passeggiate in centro storico e l’acquisto di beni voluttuari proprio da parte di coloro che avrebbero dovuto esercitare una professione di interesse pubblico. Cosa è successo? Prima c’era la corsa al posto fisso e quando  lo si ottenuto dopo anni di studi è stato prontamente accantonato? A questi atteggiamenti irrispettosi che fortunatamente vengono controllati e fermati dalle forze dell’ordine si aggiungono ulteriori azioni coercitive che trasformano il “Nobile scopo” di cui parlava Adriano Olivetti in vere e proprie azioni ai danni di creature indifese. Stiamo parlando di quelle insegnanti che dovrebbero rappresentare un solido pilastro per i numerosi piccoli alunni pronti ad affrontare il mondo degli adulti, ma che invece si rivelano violente. Un caso che esaminiamo è quello di Bologna, dove il Giudice ha condannato due maestre di una scuola materna comunale per abuso dei mezzi di correzione o disciplina. I fatti risalgono all’anno 2010, quando i genitori di 3 bambini di soli quattro anni denunciarono delle violenze che successivamente vennero documentate dalle videoriprese. La Dott.ssa Rossana Putignano – Psicologa Clinica- Psicoterapeuta Psicoanalitica- Responsabile della Divisione Sud e della Divisione di Psicodiagnosi Neuropsicologia e Forense del Crime Analysts Team dice che “Negli ultimi anni abbiamo assistito alle peggiori scene di violenza sia sui minori in età pre-scolare,sia sui disabili. Non possono essere giustificate,in alcun modo,queste violenze gratuite sui piccini,costretti a vivere passivamente la rabbia e l'ostilità di chi avrebbe bisogno di un percorso,non dico psichiatrico, ma quantomeno psicoterapeutico”. Un altro episodio di violenza è avvenuto a Benevento, dove un’insegnante di una scuola primaria maltrattava i suoi piccoli alunni con coercizione fisica e psicologica, è stata scoperta e sospesa per un anno dal servizio. La Dott.ssa Putignano aggiunge inoltre che “Il problema,purtroppo, è a monte: si pone,infatti, la questione di una maggior selezione dei dipendenti pubblici nelle scuole. Gruppi di mamme arrabbiate temono che anche i loro bambini possano soccombere a questa violenza inaudita e ingiustificata e lottano affinché venga approvata una legge per l'installazione di telecamere di videosorveglianza negli asili e nelle scuole. Purtroppo, ritengo che il problema risieda nella necessità di una maggior selezione del personale scolastico che consiste in una visita o colloquio clinico per la valutazione della capacità di caring e holding, caratteristiche che un educatore in salute dovrebbe già possedere. I nuovi insegnanti sono abbastanza formati in merito, però non è una questione di 'formazione' quanto di predisposizione e struttura di personalità adeguata. In parole povere, dovremmo chiederci ogni volta se la maestra è portata o meno a svolgere tale ruolo e se è strutturalmente forte da reggere lo stress che una classe di bambini può comportare”.
 



Guardia di Finanza: nel 2016 scoperti 3,4 miliardi di appalti irregolari

 

Nel 2016 sono stati scoperti appalti pubblici irregolari per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro, più del triplo del valore di quelli irregolari scoperti nel 2015 (un miliardo). Il dato è contenuto nel Rapporto annuale della Guardia di Finanza. I controlli sulle irregolarità negli appalti pubblici hanno consentito di denunciare 1.866 persone e di arrestarne 140.

La guardia di Finanza ha poi sequestrato nel 2016 beni per circa 781 milioni frutto di 1.663 casi di evasione fiscale internazionale e dei duemila casi di frodi all'Iva scoperti. Gli interventi di polizia economica e finanziaria attuati l'anno scorso sono stati un milione. I finanzieri hanno anche scoperto oltre 19 mila lavoratori in nero e irregolari.

Beni per 2,6 miliardi recuperati e 281 aziende sottratte alle cosche. Nel corso dell'anno i finanzieri hanno anche sequestrato 180 milioni di prodotti illegali perché contraffatti, piratati o pericolosi, per un valore complessivo di 2,4 miliardi.




CHI COMANDA IN ITALIA

LEGITTIMA DIFESA: CHI HA PAURA DEL CITTADINO ARMATO?
CHI COMANDA DAVVERO IN ITALIA?
DI ROBERTO RAGONE
La televisione è oggi la nostra maggior fonte di informazione, quella più a portata di mano, nazionalpopolare, e fatalmente influenza le nostre scelte e le nostre idee. Questo l’ho già scritto su queste pagine, e il motivo per cui sia la Rai che Mediaset sono, a livello dirigenziale, lottizzate politicamente, è proprio questo: lo stato non può permettersi di non controllare le idee e gli orientamenti politici,sociali, ideologici della nazione. Tutti lo sanno e subliminalmente lo giustificano, in un certo senso, pensando che dopo tutto l’orientamento della nazione è determinato da chi la governa, destra, sinistra, centro, dittatura, monarchia o altro, e questo in una certa maniera viene giustificato e riconosciuto dal fatto che, in democrazia, o presunta tale, il diritto di cui sopra è stato acquisito da una maggioranza elettorale o da altri sistemi di presa di potere. In pratica, se sei al potere, comandi tu, e io ascolto ciò che dici. Se tu comandi, vuol dire che hai vinto, e se hai vinto, vuol dire che hai ragione, o che, almeno, la tua idea è quella della maggior parte dei cittadini, e se è vero che in democrazia la maggioranza ha ragione, anche io mi devo adeguare. Tutto questo cappello, per dire cosa? In questi giorni s’è affacciato nuovamente lo spettro della difesa personale, legittima o no, con il caso di Mario Cattaneo, aggredito di notte da tre o più banditi, ed uno dei rapinatori è rimasto sul terreno. Avrebbe potuto essere Cattaneo, la vittima, e allora tutto sarebbe rientrato nei canoni, tutti avrebbero pianto, avrebbero portato fiori, fatto lacrimevoli interviste ai colleghi del piccolo schermo, addestrati, comme il faut, a mostrare il lato pietoso della faccenda: ma nessuno si sarebbe sognato di far notare la stortura e l’iniquità dell’accaduto. Un libero e onesto cittadino, un commerciante mite e amante della famiglia, svegliato nella notte dall’allarme della serranda del suo esercizio, ucciso per rapinarlo di sessanta euro in monetine e qualche stecca di sigarette. Da chi, non ha importanza; e se qualcuno parla di rom, rumeni, stranieri, è un razzista. Ecco la stortura, l’imprevisto. Il rapinato si è difeso, e il morto è il cattivo della situazione, uno dei rapinatori, che ancora oggi non si sa quanti fossero. Cattaneo è sceso impugnando il suo fucile da caccia, e quanti non l’avrebbero fatto? Quanti non avrebbero difeso il proprio diritto? Anche lui avrebbe potuto essere ucciso, nonostante tutto, durante la colluttazione, con un colpo al capo, o una coltellata. Una colluttazione è un corpo a corpo, e i due contendenti vengono a contatto, quindi un fucile perde la sua efficacia, dato il fatto che la lunghezza della canna, o delle canne, nel caso di una doppietta, lo rende inoffensivo. A botta calda, tutti danno ragione a Cattaneo, e quindi bisogna che l’opinione del pubblico sia riportata alla ragione: tutti i programmi TV che parlano del fatto tendono a condannare la reazione di Mario Cattaneo, e parlano di Far West e di Giustizia fai-da-te. Quest’ultima definizione è idiota, falsa e faziosa: chi si difende da un rapinatore non intende farsi giustizia, ma evitare di soccombere, e questo, al di là di ogni altra considerazione, mi sembra più che legittimo. Ma una certa parte politica adotta questa frase in modo subdolo, colpevolizzante, per dimostrare il torto di chi si difende.  A nulla vale chiedere quale sarebbe l’alternativa: aprire le porte ai ladri, risparmiando il denaro di riparazioni di porte e finestre, far trovare loro cappuccino e cornetto e un biglietto di saluto, e magari denaro e preziosi sul tavolo di cucina, per evitare scassinamenti di casseforti e botte per averne la combinazione; oppure fare come un signore che essendo stato avvertito da un allarme silenzioso, e avendo seguito l’assalto dei delinquenti sul sistema di TV a circuito chiuso, si è barricato con il figlio di pochi anni in una ‘panic room’ blindata appositamente allestita, finchè quella gente non è andata via, dopo aver fatto i propri comodi. Alla fine: le minacce ci sono, e colpiscono il cittadino comune, ma solo lui. Mi sono sempre chiesto: ma perché questa resistenza a modificare la legge sulla legittima difesa, da parte di tutti i governi? Perché non possiamo difendere la nostra vita e quella dei nostri cari, oltre che la nostra proprietà? Perché questo dev’essere di incentivo per i malintenzionati notturni, certi di ogni impunità? Il sospetto è legittimo, ma può essere molto vicino alla verità. Se lo stato ammettesse che possiamo difenderci in casa, di notte, a mano armata, contro i malintenzionati, mostrerebbe tutta la sua debolezza, rinunciando alla sua autorità e delegando a noi il diritto/dovere della difesa. Lo stato non vuole il cittadino armato, perchè il cittadino armato acquisirebbe una sua autorità, e per lo stato debole, incapace di controllarlo, sarebbe una spina nel fianco, a prescindere da intenzioni eversive. Il cittadino armato sarebbe in certo modo autosufficiente e non soccombente nelle cause del tipo di quella che Mario Cattaneo dovrà subire, dato che il fratello del morto ha già dichiarato che ‘non vuole vendetta, ma solo giustizia’, facendo chiaramente intendere che mira al denaro di Cattaneo, in sede civile. E purtroppo la storia ci insegna che i giudici sono molto propensi a concedere risarcimenti a chi non ne ha diritto, e che, anzi, ha violato il diritto altrui. Un’Italia alla rovescia, ha detto qualcuno. No, dico io, un’Italia esattamente come la vogliono i nostri potenti. Le vittime di una rapina devono sapere subito una cosa: che se si difendono saranno soccombenti, in tribunale e nell’opinione pubblica, e che questo può costare loro la libertà e anche tutto il capitale accumulato in una vita.  Allora un’altra domanda si affaccia alla mente: a chi fa comodo questa situazione? Chi comanda davvero in Italia? Si parla sempre di poteri forti, di poteri occulti. Falcone parlava addirittura di ‘mafia nello stato’. Peter Gomez, durante il programma di Corrado Augias ‘Tante storie’, in onda su Rai 3, alla domanda di una studentessa che gli chiedeva quando le lobbies si fossero colluse con lo stato, ha risposto che questo è accaduto quando l’attività politica, da essere un servizio, è diventata un mestiere, anche troppo ben remunerato.  Tirando il filo d’Arianna, allora, potremmo dire che a chi comanda, non importa chi sia, non fa comodo che il cittadino sia armato. E non è vero che in America i crimini aumentino in maniera direttamente proporzionale al numero di armi in circolazione. Sarebbe come dire che gli incidenti stradali sono più numerosi perché circolano più auto. Le statistiche dimostrano esattamente il contrario: i crimini con effrazione sono diminuiti in tutti gli stati in cui è stata concessa libertà di armarsi, come la Florida, mentre i nostri soloni in TV dicono genericamente il contrario, senza portare riferimenti.  La favola del fatto che in USA se qualcuno ti entra in casa lo puoi legittimamente uccidere comunque sia, rimane una favola. È vero che in quel caso puoi esercitare il tuo diritto alla difesa, ma poi gli inquirenti svolgono indagini molto accurate per stabilire se hai agito correttamente, tenendo presente anche la concitazione del momento. Il risultato non è che i ladri ti entrano in casa armati di mitra, ma che non entrano proprio, sapendo che rischiano la vita, e il loro scopo non è quello di ingaggiare un conflitto a fuoco, ma quello di rubare e andar via rapidamente e in silenzio. L’America è una nazione con uno stato forte, una polizia forte, leggi che hanno consentito a Rudolf Giuliani di adottare la ‘tolleranza zero’ e di ripulire New York, trasformandola in una città sicura. L’Italia ha uno stato debole, un governo sempre più debole, una polizia che non è messa in grado di svolgere bene il proprio compito, e che alcune volte viene messa sotto accusa, quando ci riesce. Una opinione pubblica buonista orientata ad arte dai media e una cronica resistenza a concedere ai cittadini il proprio diritto, cioè quello di potersi difendere in casa propria. A chi giova tutto ciò? L’impressione è che il teatrino della politica a volte si trasformi in teatro dei pupi, e che tutti coloro che lo animano siano mossi da mani invisibili. Mani potenti che comandano al di là di ogni legge, governo, costituzione, ma che le leggi se le fanno da soli. Sarà così?
 



LEGITTIMA DIFESA

LEGITTIMA DIFESA: CHI HA PAURA DEL CITTADINO ARMATO?

CHI COMANDA DAVVERO IN ITALIA?

DI ROBERTO RAGONE

La televisione è oggi la nostra maggior fonte di informazione, quella più a portata di mano, nazionalpopolare, e fatalmente influenza le nostre scelte e le nostre idee. Questo l’ho già scritto su queste pagine, e il motivo per cui sia la Rai che Mediaset sono, a livello dirigenziale, lottizzate politicamente, è proprio questo: lo stato non può permettersi di non controllare le idee e gli orientamenti politici,sociali, ideologici della nazione. Tutti lo sanno e subliminalmente lo giustificano, in un certo senso, pensando che dopo tutto l’orientamento della nazione è determinato da chi la governa, destra, sinistra, centro, dittatura, monarchia o altro, e questo in una certa maniera viene giustificato e riconosciuto dal fatto che, in democrazia, o presunta tale, il diritto di cui sopra è stato acquisito da una maggioranza elettorale o da altri sistemi di presa di potere. In pratica, se sei al potere, comandi tu, e io ascolto ciò che dici. Se tu comandi, vuol dire che hai vinto, e se hai vinto, vuol dire che hai ragione, o che, almeno, la tua idea è quella della maggior parte dei cittadini, e se è vero che in democrazia la maggioranza ha ragione, anche io mi devo adeguare. Tutto questo cappello, per dire cosa? In questi giorni s’è affacciato nuovamente lo spettro della difesa personale, legittima o no, con il caso di Mario Cattaneo, aggredito di notte da tre o più banditi, ed uno dei rapinatori è rimasto sul terreno. Avrebbe potuto essere Cattaneo, la vittima, e allora tutto sarebbe rientrato nei canoni, tutti avrebbero pianto, avrebbero portato fiori, fatto lacrimevoli interviste ai colleghi del piccolo schermo, addestrati, comme il faut, a mostrare il lato pietoso della faccenda: ma nessuno si sarebbe sognato di far notare la stortura e l’iniquità dell’accaduto. Un libero e onesto cittadino, un commerciante mite e amante della famiglia, svegliato nella notte dall’allarme della serranda del suo esercizio, ucciso per rapinarlo di sessanta euro in monetine e qualche stecca di sigarette. Da chi, non ha importanza; e se qualcuno parla di rom, rumeni, stranieri, è un razzista. Ecco la stortura, l’imprevisto. Il rapinato si è difeso, e il morto è il cattivo della situazione, uno dei rapinatori, che ancora oggi non si sa quanti fossero. Cattaneo è sceso impugnando il suo fucile da caccia, e quanti non l’avrebbero fatto? Quanti non avrebbero difeso il proprio diritto? Anche lui avrebbe potuto essere ucciso, nonostante tutto, durante la colluttazione, con un colpo al capo, o una coltellata. Una colluttazione è un corpo a corpo, e i due contendenti vengono a contatto, quindi un fucile perde la sua efficacia, dato il fatto che la lunghezza della canna, o delle canne, nel caso di una doppietta, lo rende inoffensivo. A botta calda, tutti danno ragione a Cattaneo, e quindi bisogna che l’opinione del pubblico sia riportata alla ragione: tutti i programmi TV che parlano del fatto tendono a condannare la reazione di Mario Cattaneo, e parlano di Far West e di Giustizia fai-da-te. Quest’ultima definizione è idiota, falsa e faziosa: chi si difende da un rapinatore non intende farsi giustizia, ma evitare di soccombere, e questo, al di là di ogni altra considerazione, mi sembra più che legittimo. Ma una certa parte politica adotta questa frase in modo subdolo, colpevolizzante, per dimostrare il torto di chi si difende.  A nulla vale chiedere quale sarebbe l’alternativa: aprire le porte ai ladri, risparmiando il denaro di riparazioni di porte e finestre, far trovare loro cappuccino e cornetto e un biglietto di saluto, e magari denaro e preziosi sul tavolo di cucina, per evitare scassinamenti di casseforti e botte per averne la combinazione; oppure fare come un signore che essendo stato avvertito da un allarme silenzioso, e avendo seguito l’assalto dei delinquenti sul sistema di TV a circuito chiuso, si è barricato con il figlio di pochi anni in una ‘panic room’ blindata appositamente allestita, finchè quella gente non è andata via, dopo aver fatto i propri comodi. Alla fine: le minacce ci sono, e colpiscono il cittadino comune, ma solo lui. Mi sono sempre chiesto: ma perché questa resistenza a modificare la legge sulla legittima difesa, da parte di tutti i governi? Perché non possiamo difendere la nostra vita e quella dei nostri cari, oltre che la nostra proprietà? Perché questo dev’essere di incentivo per i malintenzionati notturni, certi di ogni impunità? Il sospetto è legittimo, ma può essere molto vicino alla verità. Se lo stato ammettesse che possiamo difenderci in casa, di notte, a mano armata, contro i malintenzionati, mostrerebbe tutta la sua debolezza, rinunciando alla sua autorità e delegando a noi il diritto/dovere della difesa. Lo stato non vuole il cittadino armato, perchè il cittadino armato acquisirebbe una sua autorità, e per lo stato debole, incapace di controllarlo, sarebbe una spina nel fianco, a prescindere da intenzioni eversive. Il cittadino armato sarebbe in certo modo autosufficiente e non soccombente nelle cause del tipo di quella che Mario Cattaneo dovrà subire, dato che il fratello del morto ha già dichiarato che ‘non vuole vendetta, ma solo giustizia’, facendo chiaramente intendere che mira al denaro di Cattaneo, in sede civile. E purtroppo la storia ci insegna che i giudici sono molto propensi a concedere risarcimenti a chi non ne ha diritto, e che, anzi, ha violato il diritto altrui. Un’Italia alla rovescia, ha detto qualcuno. No, dico io, un’Italia esattamente come la vogliono i nostri potenti. Le vittime di una rapina devono sapere subito una cosa: che se si difendono saranno soccombenti, in tribunale e nell’opinione pubblica, e che questo può costare loro la libertà e anche tutto il capitale accumulato in una vita.  Allora un’altra domanda si affaccia alla mente: a chi fa comodo questa situazione? Chi comanda davvero in Italia? Si parla sempre di poteri forti, di poteri occulti. Falcone parlava addirittura di ‘mafia nello stato’. Peter Gomez, durante il programma di Corrado Augias ‘Tante storie’, in onda su Rai 3, alla domanda di una studentessa che gli chiedeva quando la mafia si fosse collusa con lo stato, ha risposto che questo è accaduto quando l’attività politica, da essere un servizio, è diventata un mestiere, anche troppo ben remunerato.  Tirando il filo d’Arianna, allora, potremmo dire che a chi comanda, non importa chi sia, non fa comodo che il cittadino sia armato. E non è vero che in America i crimini aumentino in maniera direttamente proporzionale al numero di armi in circolazione. Sarebbe come dire che gli incidenti stradali sono più numerosi perché circolano più auto. Le statistiche dimostrano esattamente il contrario: i crimini con effrazione sono diminuiti in tutti gli stati in cui è stata concessa libertà di armarsi, come la Florida, mentre i nostri soloni in TV dicono genericamente il contrario, senza portare riferimenti.  La favola del fatto che in USA se qualcuno ti entra in casa lo puoi legittimamente uccidere comunque sia, rimane una favola. È vero che in quel caso puoi esercitare il tuo diritto alla difesa, ma poi gli inquirenti svolgono indagini molto accurate per stabilire se hai agito correttamente, tenendo presente anche la concitazione del momento. Il risultato non è che i ladri ti entrano in casa armati di mitra, ma che non entrano proprio, sapendo che rischiano la vita, e il loro scopo non è quello di ingaggiare un conflitto a fuoco, ma quello di rubare e andar via rapidamente e in silenzio. L’America è una nazione con uno stato forte, una polizia forte, leggi che hanno consentito a Rudolf Giuliani di adottare la ‘tolleranza zero’ e di ripulire New York, trasformandola in una città sicura. L’Italia ha uno stato debole, un governo sempre più debole, una polizia che non è messa in grado di svolgere bene il proprio compito, e che alcune volte viene messa sotto accusa, quando ci riesce. Una opinione pubblica buonista orientata ad arte dai media e una cronica resistenza a concedere ai cittadini il proprio diritto, cioè quello di potersi difendere in casa propria. A chi giova tutto ciò? L’impressione è che il teatrino della politica a volte si trasformi in teatro dei pupi, e che tutti coloro che lo animano siano mossi da mani invisibili. Mani potenti che comandano al di là di ogni legge, governo, costituzione, ma che le leggi se le fanno da soli. Sarà così?

 

 




Voucher e appalti: Referendum il 28 maggio

 

 

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per l'indizione dei referendum popolari relativi alla "abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti" e alla "abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)". Le consultazioni referendarie si svolgeranno domenica 28 maggio 2017, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.

Sulla modifica alla disciplina dei voucher "oggi, al termine dei lavori d'Aula, incardiniamo il testo e fissiamo a domani il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione". A dirlo è Patrizia Maestri (Pd) relatrice del testo sulla modifica alla disciplina del lavoro accessorio, e quindi dei voucher, in commissione Lavoro della Camera dei Deputati. L'esame del provvedimento quindi dovrebbe entrare nel vivo già da domani e riguardo alla tempistica di approvazione del disegno di legge rispetto alla data del 28 maggio in cui si svolgerà il referendum richiesto dalla Cgil su voucher e responsabilità solidale in materia di appalti "non dipende solo dal nostro lavoro, ma anche dal governo, noi cercheremo di fare il nostro meglio, abbiamo già ricevuto alcune indicazioni di possibili modifiche al testo iniziale su cui cominceremo subito a fare degli approfondimenti", ha aggiunto Maestri.

Secondo Michele Emiliano, candidato alla segreteria nazionale Pd, "possiamo evitare lo spreco di 300 milioni di euro: visto che il consiglio dei ministri ha deciso di calendarizzare il referendum su appalti e voucher il 28 maggio, allora lo si faccia coincidere con la data delle elezioni amministrative. Ci vuole un ELECTION DAY". "Voterò due volte SI' ai referendum della Cgil – aggiunge – perché le norme sul lavoro vanno azzerate e riscritte da capo, col contributo di tutte le parti sociali. Farsi dettare le ricette sulla scuola e sul lavoro dai poteri esterni non va bene".

"Avevamo proposto l'election day e rinnoviamo questa richiesta", ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Vista la data scelta – ha spiegato -, sarebbe possibile far coincidere il referendum con le elezioni amministrative e non perchè ci preoccupa il quorum, i Comuni al voto non sono tantissimi, sarebbe solo una scelta oculata, in un'ottica di finanza pubblica".




Biotestamento: il testo arriva alla Camera

 

Arriva in Aula alla Camera il Biotestamento. Il testo sulle "Disposizioni anticipate di trattamento" (questo il titolo del disegno di legge) è composto da cinque tabella e regolamenta le decisioni sul fine-vita. Tra i punti principali: per depositare le proprie disposizioni sul fine vita ci si dovrà rivolgere a un notaio o pubblico ufficiale, ma sarà possibile farlo anche davanti a un medico del Servizio sanitario nazionale; le volontà sono sempre revocabili ed ognuno potrà disporre il rifiuto dei trattamenti sanitari, incluse la nutrizione e l'idratazione artificiali.

Il TESTO, di cinque tabella, prevede la possibilità di compilare la DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) . In base ad essa "ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento (« DAT »), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Può altresì indicare una persona di sua fiducia (« fiduciario ») che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie

Il gruppo Forza Italia della Camera dei deputati ha tenuto la scorsa settimana una riunione di direttivo (martedì 7 marzo) e un'assemblea di gruppo (mercoledì 8 marzo) in merito alla 'dichiarazione anticipata di trattamento' – il cosiddetto biotestamento – che da questa settimana sarà all'esame dall'Aula di Montecitorio. "Dopo un approfondito e accurato dibattito nelle due sedi – si legge in una nota – l'assemblea del gruppo ha deciso di raccogliere (è stato fatto in questi giorni) le adesioni per la presentazione in Aula degli emendamenti fortemente migliorativi del provvedimento e ai quali hanno lavorato i deputati Antonio Palmieri e Francesco Paolo Sisto che hanno seguito l'iter della legge in Commissione Affari sociali alla Camera. I 48 emendamenti Palmieri-Sisto sono stati sottoscritti dalla stragrande maggioranza dei deputati di Forza Italia". "È stato già deciso, in ogni caso, di convocare una nuova riunione dell'assemblea dei deputati azzurri per individuare, anche in relazione all'atteggiamento che il governo terrà in merito alle nostre proposte, l'orientamento del gruppo Forza Italia sul voto finale. In ogni caso sarà garantita, in considerazione della delicatezza del tema, la libertà di coscienza ai parlamentari che non si riconosceranno nella posizione maggioritaria del gruppo".




AL LINGOTTO SE LA SUONANO E SE LA CANTANO

 

CONGRESSO PD AL LINGOTTO: SE LA SUONANO E SE LA CANTANO

MENTRE I RAPINATORI SCORRAZZANO SENZA FRENO

DI ROBERTO RAGONE

Concluso il congresso PD al Lingotto di Torino, luogo suggestivo perché utilizzato in precedenza da Massimo D’Alema, quasi Renzi voglia tagliargli la strada, usarlo come un confronto diretto. La scelta dei luoghi, delle persone e delle parole è sempre stata una prerogativa di don Matteo, fin da quando era sindaco di Firenze. Purtroppo, come disse la sposina la prima notte, guardando per la prima volta lo sposo senza vestiti, muscoloso e forte: tanta dinamite con una miccia così corta? Mai, negli anni di malgoverno del sinistroide PD, le promesse di Renzi si sono concretizzate, tranne quelle nei confronti dei suoi amici, piazzati nei punti strategici della nazione, e che oggi gli tengono bordone, e dei lobbisti contributori delle sue fondazioni, i cui contributi possono essere palesi od occulti, a scelta, per legge. La cavalcata di Renzi al congresso è stata trionfale, quasi un ritorno dell’imperatore da una campagna in terra straniera, come si usava ai tempi di Cesare. E la ragione è ovvia, quando si seguano le notizie sui giornali e sulle varie reti televisive: la percezione del cittadino dev’essere che l’unico partito legittimo, in Italia sia il suo, quello di Renzi, e che l’unico accreditato alla guida sia proprio lui; cioè quello che aveva detto che se non fosse passato il referendum sarebbe andato a casa, anzi, avrebbe lasciato la politica. Proprio lui, quello sconfitto e umiliato dal 60% dei votanti al referendum. Proprio lui, quello che, a differenza di Cameron, dopo una finta assenza vergognosamente breve, durante la quale con il suo amico Carrai, con – secondo i giornali – conoscenze nei servizi israeliani, esperto di informatica e titolare di una società che se ne occupa, e al quale avrebbe voluto affidare la gestione della cyber security italiana, mettendolo così a parte di tutti i più reconditi segreti della nostra nazione, e dandogli così un potere immenso, certamente da lui condiviso: durante la sua finta assenza dalla politica, è andato a chiedere aiuto ai suoi amici americani, rappresentati da Clinton, Obama e le loro propaggini, mentre Trump, coerentemente ha rifiutato di riceverlo, nonostante il cappello in mano. È scandaloso che l’informazione sia così sbilanciata. È scandaloso che le tv trasmettano notizie e servizi prolungati, durante i quali assistiamo ad allocuzioni deliranti e stentoree, di ventenniana memoria, di un Renzi sempre più infervorato, che, senza alcun contraddittorio, tuona contro chi vuole lui, a torto o a ragione. Il risultato è che chiunque guardi Rai o Mediaset rimane convinto della bontà del prodotto. Campagna pubblicitaria a cura dello spin doctor di turno, frasi ad effetto, promesse da mai mantenere, slogan – a cui ormai siamo abituati – che hanno il solo scopo di impressionare e orientare l’acquisto. Ma questo è comprensibile, quando si pensi, ad esempio, che il direttore generale della Rai è un suo amico personale, a cui è stato assegnato uno stipendio annuale di più di 600.000 euro, alla faccia dei limiti sempre proclamati e mai adottati. Intanto il Paese ‘se gratta’, come dice Trilussa in una sua poesia satirica. Intanto i buonisti sinistroidi della TV continuano a dire che Mario Cattaneo ‘ha ucciso’ un ladro, senza tener conto dei fatti reali e delle ferite e dei lividi sulle braccia dell’oste. Senza, soprattutto, tener conto delle sue dichiarazioni e delle indagini della magistratura, che, in base ai riscontri, dovranno stabilire se la morte del delinquente rumeno è stata un’uccisione volontaria o un tragico incidente. E mentre ancora stamattina ad Agorà il fido Gerardo Greco tentava, arrampicandosi sugli specchi, di sostenere la solita tesi buonista che si adotta in questi casi – senza peraltro riuscire, lui, ad essere credibile – anche Antonello Caporale, collega che stimo, non foss’altro perché ho considerazione del giornale per cui scrive, Il Fatto Quotidiano, è caduto nella trappola della parte che gli avevano assegnato, corroborando le tesi di Greco. Nessuno ha pensato che Cattaneo avrebbe potuto essere ucciso, in quella circostanza, ma questo sarebbe rientrato nella norma: il cattivo è il ladro, il rapinatore, ed è legittimo, e ci si aspetta, che uccida il suo bersaglio. Quello che a certa gente non va giù – quella che idiotaamente chiama la legittime difesa ‘giustizia fai da te – è che, in questo caso, come in altri, il morto sia l’aggressore. Ancora peggio, secondo loro, se la vittima dell’aggressione non va in galera. Il ladro, già lo sappiamo dalla depenalizzazione di 220 reati che comportino una pena fino a 5 anni di carcere, in galera non ci va, e se ci va gli danno i domiciliari, eccetera eccetera. Ma poi vorrei dire a quella collaboratrice di Greco, che oggi parlava di aumento del 20% delle richieste di permesso di porto d’armi per uso sportivo, e che definiva tale permesso ‘un escamotage’ per scavalcare la difficoltà di ottenerne uno per difesa personale, che il permesso sportivo è concesso non per il ‘porto’, ma per il ‘trasporto’ di un’arma sportiva – per la quale esiste una registrazione in apposito Catalogo Nazionale – da casa, luogo di detenzione dell’arma, al più vicino Poligono di tiro, e viceversa, scarica e in custodia, nei giorni e negli orari previsti per il tiro. Quindi, cara saputella, l’hanno male informata. Si informi meglio, prima di parlare di ‘escamotage’, e soprattutto vagli bene la persona da cui le viene tale notizia. Intanto il paese, come era giusto che fosse, si sta ribellando alla politica lassista di un governo, di un partito, e di un ex leader che agli Italiani non pensa proprio, alla luce dei fatti di Lodi. Una condanna di Cattaneo, anche se il colpo non fosse partito accidentalmente, scatenerebbe reazioni diffuse e incontrollabili. Le leggi vanno cambiate, i magistrati che interpretano le norme troppo a vantaggio dei banditi – assegnando anche risarcimenti in sede civile; una norma nuova: i parenti del morto non hanno titolo per costituirsi parte civile – vanno riportati alla ragione di un senso comune, le forze dell’ordine vanno seguite nelle loro richieste, e messe in condizione di svolgere il proprio rischioso e malpagato lavoro, il controllo del territorio dev’essere reale, e capillare, coordinando le varie forze di polizia, le carceri vanno aumentate, i ladri messi in galera, e le pene devono essere certe e scontate fino in fondo. Basta con tutte le agevolazioni, buona condotta, Gozzini e rito abbreviato concesso a tutti. L’Italia è divantata terra di conquista, obiettivi vulnerabili, niente pattuglie in giro, o insufficienti, magistratura debole e buonista, pene inesistenti: è logico che vengano tutti qua: si ruba bene e non si è puniti, e se ti va male ti assegnano anche un bel risarcimento. Il cittadino paga le tasse, e ha il diritto, umano, civile, legale e costituzionale di essere protetto, e chi lo deve fare è colui che si assume l’onere di governare. Lo faccia, e lo faccia bene, altrimenti vada a fare altro. il Far West l’avete voluto voi, cari amici del governo: adesso metteteci una pezza.

 




Salvini contestato a Napoli: Quel che si semina si raccoglie


di Paolino Canzoneri

Quel che si semina si raccoglie. I comizi del leghista Matteo Salvini sono sempre accompagnati, soprattutto al sud, da scontri e dissensi non solo da parte di gruppi antifascisti e anarchici ma dalla gente comune che non dimentica affatto i trascorsi del lombardo nella sua ascesa a punto di riferimento della nuova destra radicale che prende piede nell'Europa più o meno unita. Se un politico viene rifiutato e accolto a pietrate un perché ci deve pur essere.

 

Salvini deve fare i conti con il suo passato dove opportunamente fece capolino all'interno della prima lega apertamente intollerante nei confronti del sud e altrettanto apertamente impegnata in utopie secessioniste che oltre a fare ridere coloro che hanno studiato un po' di storia d'Italia, appariva piuttosto come una sfida alla "Master Chef" fra la polenta o la cassoeula contro la caponata di melanzane o la pasta con le sarde. Insomma "robetta da cabaret" che poteva fare presa solo per ignoranti pressappochisti con una necessità fisica di sentirsi coinvolti nella scrittura di nuove pagine di storia del nostro paese. L'alleanza nel governo Berlusconi è stata poi la ciliegina sulla torta dove tutta la destra, estrema o meno, era raccolta in un governo che ha visto il suo apice con uno spread alle stelle e le casse ridotte ai minimi termini.

 

Un riassunto triste che parte proprio alla fine del longevo governo DC fra governi "pseudo" sinistroidi e narcisisti intenti all'autocelebrazione e alle lunghe chiacchiere inconcludenti senza concreti sforzi per gli italiani fino alla grande prese per i fondelli con i mille posti di lavoro, contratto con gli italiani ed altre fesserie la cui colpa degli italiani è stata quella del lasciarsi "abbindolare" al momento di scegliere il voto e pagare cara la malsana abitudine di votare chi promette favori o facilitazioni a prescindere dallo schieramento. Si paga il prezzo di una "maleducazione politica" che non ha niente a che spartire con le figure di certi statisti che nella storia del nostro paese hanno innalzato il valore politico fino ad elevarlo a pura disciplina istituzionale assoluta.

 

Quel che resta oggi sono certe "facce di bronzo" di certi politici che dopo aver "pascolato" con i maggiori responsabili del dissesto politico ed economico del paese, si trovano oggi a contestare coloro che prima erano fidati amici e stimati colleghi di alleanza. Matteo Salvini ad oggi conduce una politica basata sulla paura dell'emergenza umanitaria degli immigrati e durante i suoi comizi espone cartelli con il colore blu e il carattere identico a quelli usati da Donald Trump nella sua campagna elettorale, una scopiazzatura ad hoc per un "già visto" che la dice lunga sulla strategie messe in campo per fare presa sugli elettori con argomenti insistenti e continui sull'ipocrita distinzione fra immigrati regolari e non.


Chi da sempre è stato un razzista contro il sud e contro gli extracomunitari e che accoglie Casapound e tutto l'estremismo di destra non ha spazio al sud, non ha spazio nella storia di questo paese e sopratutto non è portatore sano di quei valori e quel sangue versato per tenerla unita. Ogni contadino sa' bene cosa semina e a fine stagione sa' bene cosa dovrà raccogliere. Napoli è solo una delle città che lo ha rifiutato e che lo rifiuta. L'italiano non dimentica e sa' bene che la becera ignoranza basata sul razzismo non avrà mai tolleranza e ascolto. Che se ne faccia una ragione.
 




Il sonno di una notte tramutato in riposo eterno

di Angelo Barraco
 
Marcello Cimino era un uomo di 45 anni che dormiva sotto un portico di Piazza Cappuccini, all’interno della missione San Francesco dei frati cappuccini, nella sua bella Palermo. Era avvolto dalle coperte che lo proteggevano dal freddo pungente che ogni sera soffia  dalle coste sicule e attraversa le vie della città per  graffiare il volto degli isolani che mestamente si rifugiano in casa al caldo con le proprie famiglie. Marcello era un ex idraulico e tre anni fa si era separato dalla moglie, anche lui aveva una casa presso cui ripararsi nelle notti di freddo, ma ha scelto di vivere per strada e guardare ogni notte il cielo e le sue mille sfaccettature sotto prospettive diverse e mutevoli. La strada è certamente un luogo pieno di insidie, poiché si muovono nell’ombra individui sconosciuti dalle non chiare intenzioni,  ognuno di loro ha una storia che si porta dentro e un vissuto che è stato il monito che lo ha indotto ad abbandonare tutte le sicurezze di un tetto sopra la testa con l’incertezza di un cielo stellato e una pioggia che non sempre può lavar via i brutti ricordi. Non importa di come viene vissuta, si tratta comunque di vita e di libere scelte fatte da individui che hanno bisogno di ritrovare loro stessi in una dimensione individuale e dissociata dagli schemi convenzionali dettati da una società frenetica e spesso opprimente che spesso non si pone domande ma pretende le risposte prima della domanda stessa. La vita di Marcello scorreva tranquillamente, passando il suo tempo nella mensa della missione, dove ha conosciuto Giuseppe Pecoraro, benzinaio di 45 anni che vi si recava dopo il lavoro. Anche costui era separato dalla moglie e secondo quanto ricostruito dagli inquirenti avrebbe intrapreso una relazione con una donna ma non avrebbe gradito le attenzioni che Marcello Cimino avrebbe rivolto alla sua signora, motivo per cui i due avrebbero anche litigato. Ma Giuseppe Pecoraro non ha retto alla gelosia nei confronti del suo rivale in amore e in una di quelle notti in cui il freddo attraversa i portici silenziosamente, le Statue imponenti  dei Santi che proteggono la città adornando e osservando le vie e le chiese tacciono aspettando il mattino, ha deciso di ricoprire il ruolo di decisore sulla vita di Marcello Cimino e con disinvoltura si è avvicinato all’uomo che dormiva avvolto dalle coperte, ha versato su di lui con un secchio del liquido infiammabile e senza remore ha ucciso Cimino. Le immagini di quel brutale gesto sono state immortalate da una videocamera di sorveglianza posta in loco, l’uomo inoltre ha confessato. Sgomento e indignazione tra i cittadini che non hanno potuto fare altro che mostrare la loro sentita vicinanza alla famiglia della vittima e la più totale dissociazione dinnanzi ad un così vile gesto. “Il sole può tramontare e risorgere; per noi quando la breve luce si spegne resta un'unica eterna notte da dormire” disse Gaio Valerio Catullo, ma quella notte niente e nessuno ha dato a Marcello la possibilità che il sole tramontasse, ne la coscienza di un uomo oscurato da una folle gelosia ne tantomeno il silenzio della notte. Una luce del mattino che ancora doveva arrivare e ha trasformato quel sonno di una notte in riposo eterno. 



Salvini contestato a Napoli. Quel che si semina si raccoglie

di Paolino Canzoneri

Quel che si semina si raccoglie. I comizi del fascista leghista Matteo Salvini sono sempre accompagnati, sopratutto al sud, da scontri e dissensi non solo da parte di gruppi antifascisti e anarchici ma dalla gente comune che non dimentica affatto i trascorsi del lombardo nella sua ascesa a punto di riferimento della nuova destra xenofoba che prende piede nell'europa più o meno unita. Se un politico viene rifiutato e accolto a pietrate un perchè ci deve pur essere. Salvini deve fare i conti con il suo passato dove opportunamente fece capolino all'interno della prima lega apertamente razzista nei confronti del sud e altrettanto apertamente impegnata in utopie secessioniste che oltre a fare ridere coloro che hanno studiato un po di storia d'Italia, appariva piuttosto come una sfida alla "Master Chef" fra la polenta o la cassuela contro la caponata di melanzane o la pasta con le sarde. Insomma "robetta da cabaret" che poteva fare presa solo per ignoranti pressapochisti con una necessità fisica di sentirsi coinvolti nella scrittura di nuove pagine di storia del nostro paese. L'alleanza nel governo Berlusconi è stata poi la ciliegina sulla torta dove tutta la destra, estrema o meno, era raccolta in un gruppo politico che non ha fatto altro che svuotare le casse d'Italia ed arricchirsi alla faccia dell'italiano raggirato e preso per i fondelli con le solite promesse e spot. Un riassunto triste che parte proprio alla fine del longevo governo DC fra governi "pseudo" sinistroidi e narcisisiti intenti all'autocelebrazione e alle lunghe chiacchiere inconcludenti senza concreti sforzi per gli italiani fino alla grande prese per i fondelli con i mille posti di lavoro, contratto con gli italiani ed altre fesserie la cui colpa degli italiani è stata quella del lasciarsi "abbindolare" al momento di scegliere il voto e pagare cara la malsana abitudine di votare chi promette favori o facilitaizoni a prescindere dallo schieramento. Si paga il prezzo di una "maleducazione politica" che non ha niente a che spartire con le figure di certi statisti che nella storia del nostro paese hanno innalzato il valore politico fino ad elevarlo a pura disciplina istituzionale assoluta. Quel che resta oggi sono certe "facce di bronzo" di certi politici che dopo aver "pascolato" con i maggiori responsabili del dissesto politico ed economico del paese, si trovano oggi a contestare coloro che prima erano fidati amici e stimati colleghi di alleanza. Matteo Salvini ad oggi conduce una politica basata sulla paura dell'emergenza umanitaria degli immigrati e durante i suoi comizi espone cartelli con il colore blu e il carattere identico a quelli usati da Donald Trump nella sua campagna elettorale, una scopiazzatura ad hoc per un "già visto" che rende ancora più ridicola tutta la sua campagna elettorale monotona e sempre basata sull'ipocrita  distinzione fra immigrati regolari e non. Chi da sempre è stato un razzista contro il sud e contro gli extra comunitari e che accoglie casa pound e tutto l'estremismo di destra non ha spazio al sud, non ha spazio nella storia di questo paese e sopratutto non merita alcun rispetto perchè palesemente ignorante sui valori della patria e sul sangue versato per tenerla unita. Ogni contadino sa bene cosa semina e fine stagione sà bene cosa dovrà raccogliere. Napoli è solo una delle città che lo ha rifiutato e che lo rifiuta. L'italiano non dimentica e sa bene che la becera ignoranza basata sul razzismo non avrà mai tolleranza e ascolto. Che se ne faccia una ragione.



LA POLITICA E' SU MARTE

LA POLITICA ORMAI E’ SU MARTE

MA I CITTADINI SONO SULLA TERRA

DI ROBERTO RAGONE

Oggi l’ANSA apre con una dichiarazione di Gentiloni: “Con Renzi più forza al PD per il futuro dell’Italia.”  Non mi è sembrato il caso di leggere tutto l’articolo, visto che il titolo è già tutto un programma. Oltretutto non si capisce come mai, dando fiducia ad un segretario fallimentare e che avrebbe dovuto sparire dalla scena politica per sua stessa ammissione, l’Italia avrebbe più forza, in virtù della sua appartenenza ad un partito sfasciato  e frantumato. Non credo che il futuro dell’Italia, a questo punto, sarebbe molto felice. Siamo su due pianeti diversi: da una parte la politica tutta, dall’altra noi cittadini, trasformati in sudditi nei confronti di una classe dirigente che non ci vede. Né si perita di cercare di guardare le nostre esigenze, i nostri bisogni, quelli della nazione, e di conseguenza dell’uomo della strada. Potremmo essere benissimo su due pianeti diversi, loro su Marte, e noi sulla Terra, vista la distanza di milioni di anni luce fra noi e loro. Loro che ragionano solo in termini di voti, primarie, sondaggi, maggioranze parlamentari, governi da formare, premierato, segretariato del partito, ministeri da assegnare, clientele da soddisfare, lobbisti a cui rendere conto, dopo i consistenti contributi alle varie ‘fondazioni’ – oggi il politico non prende più i soldi, né li fa prendere alla sua segretaria, come fanno i medici specialistici in anticipo, prima della visita: hanno scoperto che il sistema più sicuro sono le fondazioni che a loro fanno capo, tanto, le tasche in cui vanno sono sempre quelle – e via così, ignorando completamente non solo ciò di cui la nazione ha bisogno, ma la nazione stessa. Stando su Marte, appunto. Perché se scendessero un giorno sulla Terra, in mezzo a chi deve alzarsi tutte le mattine quando ancora è buio, e magari affrontare un trasferimento in pullman di due o tre ore, andata e ritorno, per un stipendio che corrisponde all’argent de poche di uno di loro – loro che protestano e fanno ricorsi quando gli si vogliono ridurre le laute prebende – allora cambierebbero idea – forse. L’ultimo, in ordine di tempo, bombardamento mediatico riguarda le primarie del PD, un partito che ha dimostrato la sua incapacità e la sua soggezione a lobby e lobbisti, a fronte di una permanenza al potere. È chiaro che Gentiloni debba tirare la volata a chi lo ha messo a tenergli calda la poltrona, e oggi la sua propaganda, da presidente del consiglio, è senz’altro prestigiosa e autorevole, anche se vuota di contenuti, e può impressionare la maggior parte degli Italiani, cioè quelli che seguono supinamente le notizie propalate dai media – i quali sono diretti e orchestrati da chi è stato messo a quel posto proprio per fare gli interessi di chi ce l’ha messo. In questi giorni è alla ribalta della cronaca un avvenimento doloroso, riguardante l’uccisione di un ladro romeno di 28 anni da parte del proprietario di un bar tabacchi e ristorante che stava rapinando. Doloroso non solo per la morte del giovane, il quale avrebbe anche potuto, in Italia, impiegare diversamente le proprie energie, cercando un lavoro onesto. E comunque dispiace che una giovane vita sia stata spezzata così bruscamente, in quelle circostanze. Ma la vera vittima del fatto è Mario Cattaneo, 67 anni, un personaggio mite e lavoratore, di cui nessuno in paese può dir male. Togliere la vita ad una persona, specialmente ad una certa età, e avendo condotto una vita onesta, frutto di una educazione che i genitori di oggi non impartiscono più, può distruggere una persona. Mario, come ognuno di noi, avrà pensato di arrivare a finire i suoi giorni in serenità, senza particolari ambizioni, circondato dall’affetto dei suoi cari. Questo fatto imprevisto lo ha condannato all’ergastolo. Una pena che non finirà mai più, per una persona tuttavia incolpevole, vittima degli avvenimenti e dei tempi che viviamo. Vittima di una politica cieca e sorda, che non guarda agli abitanti della nazione che hanno l’ambizione di voler governare senza averne le capacità: altrimenti non saremmo a questo. Mario Cattaneo rischia oltretutto una condanna penale per omicidio volontario, visto che il morto è stato colpito alla schiena, ed una richiesta di risarcimento che lo costringerà magari a cedere l’attività per soddisfarla, come è successo per Walter Mattielli, morto poi d’infarto a causa della sentenza del giudice. Ma i veri colpevoli di questa situzione sono a Montecitorio, al caldo, tutti impegnati in primarie, secondarie, terziarie, che poco interesse suscitano fra la gente della strada. Subito pronti a sondare gli umori tramite costose organizzazioni, ma mai disposti a soddisfarli. Due vittime, in questa circostanza: la prima il giovane rumeno; ma ancora di più chi è rimasto in vita, con lo scrupolo di avere ucciso un essere umano. Ma non sono loro i colpevoli. Il giovane ladro ha potuto fare ciò che ha fatto perché in Italia il controllo del territorio è inesistente, e l’impunità garantita, per cui la nostra nazione diventa terra di Bengodi per chi vuole fare a meno di lavorare, e vivere alle spalle degli altri. Mario Cattaneo avrebbe avuto il diritto di vivere tranquillo, senza che nessuno potesse derubarlo, e di giungere ad una vecchiaia serena, vivendo e lavorando in una nazione occidentale, che si vanta del suo europeismo farlocco, e che non è fatta di deserti e di terre inesplorate: il diritto, in senso giuridico e costituzionale. Non viviamo in quel Far West che una certa parte politica evoca ogni volta che, per sua colpa, succedono fatti del genere; ma purtroppo è proprio quella parte politica che ha trasformato in Far West la nostra nazione. Loro sono i veri colpevoli. Basta sentirli parlare per rendersi conto che viviamo due mondi diversi: loro su Marte, appunto, e noi sulla Terra.