Tegola su Antonio Di Pietro, condannato a pagare 2 milioni e 694 mila euroal movimento di Occhetto e Chiesa

di Angelo Barraco

Roma – Il Tribunale di Roma ha emesso un decreto di ingiunzione di pagamento nei confronti di Antonio Di Pietro, per la consistente somma di 2 milioni e 694 mila euro di rimborsi elettorali al movimento dei riformisti di Achille Occhetto e Giulietto Chiesa. Il provvedimento fa riferimento alla competizione elettorale delle Europee 2004 e quei rimborsi elettorali che non sono mai arrivati al gruppo dei riformatori costituito da Occhetto e Chiesa che erano alleati con Di Pietro. Una battaglia che da anni vede avvicendarsi le parti all’interno delle aule dei Tribunali e che riguarda la presunta duplicazione dell’Italia dei valori in partito Idv e l’Associazione Italia dei Valori che secondo l’accusa degli ex alleati si sarebbe sostituita al partito nel momento in cui sarebbero stati incassati i rimborsi. L’Associazione Italia dei Valori, composta da Antonio Di Pietro, la moglie Susanna Mazzoleni e la tesoriera Silvana Mura, ha incassato all’epoca quasi 5 milioni di rimborsi. Anche il gruppo politico di cui faceva parte il giornalista Elio Veltri, che si chiamava “Cantiere”, avrebbe dovuto ricevere la cospicua somma di 5 milioni di euro ma non vide nemmeno l’ombra di quei fondi pubblici, che però furono incassati dall’Associazione Italia dei Valori sempre composta da Di Pietro, consorte e tesoriera.
 
 L’Avvocato di Occhetto e Chiesa ha spiegato che “E' stata alterata l'arena politica e oggi lo si può dire in modo netto”. Quei finanziamenti sarebbero stati ceduti dalla Camera a un soggetto giuridico che per era privo dei titoli necessari per poterli incassare, non era un partito né un movimento politico. L’avvocato precisa “A prescindere dalle dinamiche interne tra politici questa vicenda mette in evidenza la scandalosa noncuranza con cui l'ufficio di presidenza della Camera ha gestito i rimborsi elettorali, senza fare nessun controllo e pregiudicando inevitabilmente i naturali equilibri politici. Se quei soldi fossero arrivati nelle mani giuste, oggi il gruppo di Giulietto Chiesa sarebbe sicuramente in Parlamento”. Di Pietro, in quanto socio, è chiamato a risarcire con metà dell’importo l’associazione di Chiesa che ancora esiste. L’ex eurodeputato Chiesa ha sottolineato “Sono stato totalmente privato del contributo che la legge e la Costituzione mi garantivano per proseguire la mia attività politica, che è stata gravemente lesionata. L’epilogo di questa vicenda è una vittoria della legge “ e ha aggiunto “Chiederemo anche i danni alla Camera che deve assumersi la piena responsabilità come ente pagatore di fondi erogati indebitamente”



M5S in stile Woodstock: l'illusione di un mondo migliore

 

di Paolino Canzoneri

Presenziare alla Festa del Movimento 5 Stelle a Palermo il 24 e 25 Settembre 2016 è stata senza ombra di dubbio una esperienza importante e formativa. È sembrato di percepire e toccare con mano quell'entusiasmo nei volti delle centinaia e centinaia di attivisti e sostenitori giunti da tutta l'Italia che con T-shirt, cappelli, bandane e bandiere hanno vissuto e rafforzato la loro presenza con i loro visi felici, sorridenti e con quella voglia di vedere concretizzata una seria lotta nella via per la legalità quale via di rinnovamento vera per il futuro del nostro paese.

La legalità come abitudine, come principio assoluto, come prassi per scardinare il marcio dal nostro Paese e come regola comune contro l'evasione fiscale oramai assimilata nel nostro DNA. La prima giornata dell'evento sembrava estiva, pareva che l'autunno, appena iniziato, si fosse messo da parte per regalare una giornata di sole estivo dalla temperatura caldissima e un cielo azzurro con una luce viva illuminava ogni piccola cosa facendone risaltare la profondità dei  colori. Il colore giallo del Movimento, appositamente scelto per via della sua luminosità, imperava nei moltissimi gazebo montati uno accanto all'altro in diverse strade lineari quasi a voler sembrare raggi di un sole centrale dove il grande palco principale avrebbe accolto la parola, il pulpito, la direzione, il verbo del creatore unico e del suo seguito nella via assoluta dell'ammaestramento per i fedeli e sostenitori divenuti in soli 5 anni un numero altissimo. Beppe Grillo e il compianto Casaleggio hanno avuto la genialità di creare una nuova religione, una speranza, una illusione di un mondo migliore interpretando il sogno di un popolo lontano da quelle tecniche mediatiche che non hanno funzionato e che hanno solo raggirato gli italiani devastando questo nostro Paese e incattivendolo culturalmente. Una decadenza, iniziata dagli anni 90 e interrotta per raggiunto limite al collasso assoluto, dolcemente condotta fuori da un tunnel con la mano gentile di improbabili tecnici all'approdo in una "seconda Repubblica" dai cambiamenti che ancora forse si stenta a capirli fino in fondo. Per i due geni Grillo e Casaleggio, la formula vincente, la ricetta perfetta era creare "una cosa" di sinistra che non disdegnasse il pensiero della destra ma che avesse anche la considerazione di chi stava al centro e che doveva considerare, quindi, anche il mondo cattolico. Ma che sopra ogni cosa non doveva essere il "classico partito" visto come un organo politico obsoleto, retrogrado, oramai completamente assuefatto a tutti i mali possibili della nostra storia politica dal 2 Giugno del 1946 in poi.


Una presunta avanguardia politica che delle ideologie non se ne fa niente, ma che al suo interno accoglie convivenze di persone con opposte visioni delle politica. L'idea di fondo è davvero eccezionale. La storia politica del nostro paese degli ultimi 20 anni è veramente vomitevole; la "disgregazione ideologica" di destra, sinistra e centro, in pochi anni ha spazzato via la storia, la cultura di veri statisti e politici che non avremo mai più il piacere di vedere confrontarsi nei dibattiti televisivi di prevalenza in bianco e nero. Non vedremo mai più quella passione politica assoluta espressa nei confronti-scontri di personaggi della storia del nostro paese come Togliatti, Fanfani e successivamente Berlinguer, Almirante e altri. È li che abbiamo perso la vera "politica". È uno sgarbo ingiusto pensare di ripulire con un colpo di mano la nostra storia e lo è altrettanto far passare il messaggio che tutto il nostro passato non serva più a niente e che tutto debba essere sepolto solo perché infiltrazioni di corruzione e tangenti hanno ammalato lo Stato. Purtroppo negli anni successivi, dal craxismo più becero fatto di bella vita, soldi e politici in discoteca, siamo passati alle vere prese per i fondelli con futuri rosei di milioni di  posti di lavoro assicurati fino all'importazione della peggiore sotto cultura americana fatta di consumismo, di nuova TV con prosperosi seni in programmi commerciali e con uno svilimento della serietà della politica oramai nelle mani di gente senza competenza interessata al mercimonio sessuale e senza quel rigore istituzionale che impone passione, preparazione e senso vero dello Stato. Quindi la creazione di un Movimento al di sopra di qualsiasi schieramento politico, la scelta di un colore positivo veicolo di luce che da la percezione del coinvolgimento popolare indistinto e che si proietti al futuro con l'utilizzo di mezzi moderni come internet sempre alla portata di tutti (o quasi), era palese che avrebbe avuto un consenso immediato e uniforme grazie anche alla disgregazione ideologica della destra e della sinistra che ha praticamente aperto la strada ad un movimento fatto di persone che credono che la ricetta per curare la politica possa solo venire da loro e dalla loro ferrea dissociazione dai partiti.


A Palermo nella festa sono stati adibiti diversi punti dove moderatori davano microfono "libero" ad attivisti di ogni regione
per brevi comizi dove molte idee venivano espresse con il plauso più o meno convinto della gente che ascoltava. Questa forma di libera e democratica espressione di idee appariva come una risorsa meravigliosa, un panorama concreto di vera espressione democratica dove finalmente il cittadino fine a se stesso proponeva idee e soluzioni. C'è stato chi, per esempio, prendeva posizioni drastiche per l'abolizione assoluta senza se e senza ma delle macchine videopoker e slot-machine in tutti i locali quale unica soluzione per debellare il vizio del gioco, chi invece più moderatamente credeva più giusto imporre una tassa supplementare per locali e negozi provvisti di queste dannate macchine etc. Un miscuglio di idee interessanti e propositive. Tutte rigorosamente video registrate in attesa di chissà quale probabile trascrizione o magari semplice ricordo di momenti di gloria politica personale da ricordare e tramandare. Centinaia di idee, di proponimenti, di analisi che infondono negli attivisti e nei sostenitori quella reale convinzione di partecipare e di contare veramente per il Movimento, almeno fino a quando il grande capo Beppe Grillo, all'imbrunire, sceglieva di re-incoronarsi quale capo assoluto del Movimento e mandare a benedire, in un battito di ciglia, la tanto decantata 'vox populi'. E quindi il tutto diventa abbastanza chiaro, tutto torna da dove siamo partiti… un'ideologia con un…

[ESTRATTO DALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA VIRTUAL PAPER – PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO CLICCARE QUI PER APRIRE L'EDIZIONE DI OGGI DEL GIORNALE E ANDARE A PAG. 1 e PAG. 3]




Serial Killer: il seminario di criminologia da non perdere

A.B.

REGGIO CALABRIA – Il Serial Killer è un pluriomicida che uccide diversi soggetti spesso senza seguire una linea ben precisa, ignorando logiche determinate da fattori come il tempo tra un’azione e l’altra e senza seguire una particolare  regolarità dell’azione delittuosa stessa. Ogni  delitto si caratterizza per un modus operandi che rende unico il killer per caratteristiche e azioni sui soggetti passivi. Una figura cupa, misteriosa, che si nasconde all’ombra di una società sotto shock che attende risposte dinnanzi ad uno o più cadaveri martoriati che tacciono in silenzio. Un gruppo di esperti ha deciso di studiare il fenomeno dei Serial Killer, indagando sulle motivazioni che li spingono ad agire, sfatando il mito e luoghi comuni, raccontando storie e aneddoti, mettendo in luce aspetti della loro vita simili alle nostre. I migliori esperti italiani del settore hanno deciso di raccontare in un seminario denominato “Serial Killer” la storia di un mondo a molti ignoto. Un seminario che si terrà il 21 e 22 ottobre 2016 presso l’Università eCampus in Via Cavour 12, Reggio Calabria, all’interno di un’aula in cui saranno svolte delle proiezioni multimediali. Un incontro aperto ad Avvocati, Forze dell’Ordine, Giornalisti, Psicologi, Criminologi, Studenti, Appassionati. Un team di docenti altamente qualificati e conosciuti a livello internazionale terrà delle lezioni in materia: Dr.ssa Roberta Bruzzone. Laureata in Psicologia Clinica, iscritta all’Albo degli Psicologi della Liguria. Perfezionamento in Psicologia e Psicopatologia Forense presso l’Universita' degli Studi di Genova ed in Scienze Forensi presso l’Universita' degli Studi di Milano. Tra le varie specializzazioni: titolo di Bloodstain Pattern Analyst (Prima Certification rilasciata dal Miami Dade Police Department, Trainer Toby Wolson – Seconda Certification per il Bloodstain Pattern Analysis Crime Scene Documentation – Advanced Training – rilasciata dalla Bevel, Gardner and Associates e dal Criminal Investigation Training Center di Youngsville – Trainer Ross Gardner). Docente di Psicologia Investigativa, Criminologia e Scienze Forensi presso l'Universita' LUM di Bari; Coordinatore e docente del Master di I Livello in Criminologia Investigativa, Scienze Forensi, analisi della scena del crimine ed investigazioni private presso l'Università degli Studi Niccolò Cusano; Fabio Sanvitale; è nato nel 1966 a Pescara. È giornalista investigativo, esperto di casi storici della cronaca nera italiana ed internazionale. Ha studiato criminologia con Franco Ferracuti e Francesco Bruno. Ha scritto per “Il Tempo”, “Il Messaggero”, “Detective”. È vicecapo redattore del sito cronaca-nera.it. Ha scritto, con Vincenzo Mastronardi, Leonarda Cianciulli:  La Saponificatrice, Armando Editore. Ha pubblicato con la casa editrice Sovera ed in collaborazione con A. Palmegiani: Un mostro chiamato Girolimoni (2011), Morte a Via Veneto (2012), Omicidio a piazza Bologna (2013), Sangue sul Tevere (2014), Sacro Sangue (2015); Marina Baldi. Biologa e specialista in Genetica Medica, consulente tecnico in materia di genetica forense, la sua attività professionale è svolta presso il Laboratorio Genoma; Cristina Marra: Giornalista pubblicista, vive e lavora tra Reggio Calabria, si occupa di critica letteraria da diversi anni, con particolare riferimento alla narrativa giallo-poliziesca. Cura le rubriche: “StrillLibri” sul quotidiano  “Strill.it”, “Animali in noir” sul web press “MilanoNera”, “Segnalibro” e “Interviste con l’autore” sul trimestrale “Helios Magazine”. È corrispondente di “Global Press”. È redattrice di tutte le citate testate. Ha curato diverse antologie ed è direttore artistico ed organizzatrice di diversi festival e rassegne  letterarie. È direttore della collana di romanzi noir "Emozioni d'inchiostro noir" di Laruffa editore; Paolo Cochi. Reporter e documentarista. E’ riconosciuto come uno dei maggiori esperti nazionali dei delitti legati al Mostro di Firenze. È autore, regista ed autore di trasmissioni televisive riguardanti la cronaca nera ed i serial killer nazionali. Il corso durerà 18 ore e inizierà venerdì 21 ottobre con la registrazione che sarà dalle 9.00 alle 9.30, dalle 9.30 alle 11.45 si parlerà di “indagini sui serial killer”, dalle 11.45 alle 14.00 la Dott.ssa Bruzzone parlerà del delle parafilie nella genesi dei predatori sessuali, vi sarà poi una pausa dalle 14.00 alle 15.00. Il programma riprende dalle 15.00 alle 17.00 con la Dott.ssa Marina Baldi “Gioventù romana: i mostri del Circeo”, dalle 17.00 alle 19.00 ci sarà il giornalista Fabio Sanvitale che parlerà del Mostro di Firenze. Sabato 22 ottobre ricomincia il seminario dalle 9.30 alle 11.30 con Fabio Sanvitale “Girolimoni ed altri mostri”, dalle 11.30 alle 13.30 ci sarà Cristina Marra con “I serial Killer nella letteratura”, vi sarà una pausa dalle 13.30 alle 14.30 per ricominciare poi dalle 14.30 alle 17.00 con Paolo Cochi “Il Mostro di Firenze, segue dalle 17.00 alle 19.30 “Il Serial Killer Mighella”. Il contributo di partecipazione è di 129 euro per studenti, Forze dell’Ordine. Per coloro che hanno partecipato ai seminari precedenti è di 100 euro. E’ a numero chiuso per un massimo di 40 posti. 



Renzi rilancia il ponte sullo stretto: "Eccoci, siamo pronti"

Redazione

Da sempre è uno dei progetti più evocati e più forieri di polemiche: il Ponte sullo Stretto di Messina, sogno accarezzato nella Prima come nella Seconda Repubblica e che oggi emerge nella prima giornata di campagna elettorale per il referendum costituzionale. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi rilancia a sorpresa l'idea per dare all'Italia, spiega, una nuova possibilita' di creare occupazione e sviluppo."Bisogna completare il collegamento tra Napoli e Palermo – dice Renzi da Milano, dove partecipa alla celebrazione dei 110 anni del Gruppo Salini. – un'operazione che porti 100 mila posti di lavoro e serva a togliere la Calabria dall'isolamento e ad avere la Sicilia piu' vicina". Il mondo imprenditoriale faccia la sua parte, aggiunge, e per quel che riguarda il ruolo del governo "noi siamo pronti, noi ci siamo".Gli alleati di Ap esultano: l'idea l'abbiamo gia' fatta nostra da tempo. Anzi, la legge per sbloccare la realizzazione del Ponte sullo Stretto sia inserita nel calendario della Camera dei prossimi tre mesi. Ma a far capire che si sta per aprire il dibattito arriva la presa di posizione di Sinistra Italiana, che con Arturo Scotto parla dell'ennesimo spot elettorale da parte dell'esecutivo. "Da qui al 4 dicembre ne vedremo delle belle", presagisce Scotto, "Non potendo convincere gli italiani sulla bonta' dello stravolgimento della nostra Carta costituzionale Renzi non fara' altro che moltiplicare le promesse".

Il M5S, che in Sicilia ha appena concluso la sua kermesse, si concentra direttamente sulla campagna referendaria, con Alessandro Di Battista che, tramite l'immancabile facebook, invita con toni veterotestamentari: "Scegliete da che parte stare, se state dalla parte del no diamoci da fare che siamo Davide contro Golia!". Gli risponde Angelino Alfano: "Gli antirenziani che condividono la riforma costituzionale dovrebbero votare per l'Italia, non contro Renzi". Insomma, tutti dovrebbero concentrarsi solo ed esclusivamente sul quesito del 4 dicembre.

L'annuncio di Matteo Renzi di voler portare avanti il progetto per la costrzune del ponte sullo Stretto di Messina divide la politica italiana. Area popolare propone di inserire la legge per sbloccare la realizzazione nel calendario della Camera dei prossimi tre mesi. Il capogruppo Maurizio Lupi ha sottolineato che "ora serve una legge che dica che il Ponte si realizzera'".

Sul fronte opposto il senatore di Forza Italia, Altero Matteoli, gia' ministro delle Infrastrutture nell'ultimo governo Berlusconi: "Viene proprio da ridere di gusto" dice, "Adesso mi aspetto che anche i piu' riottosi nel Pd e nella sinistra, quelli che hanno urlato allo scandalo contro Berlusconi e il suo governo che il Ponte lo stavano costruendo, dicano di aver cambiato parere. Oppure che si siano piegati al volere dello statista fiorentino. Aspettiamo e vediamo".

Sulla stessa linea il capogruppo alla Camera di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, secondo cui "con l'ennesima 'sparata' sul Ponte sullo Stretto, Renzi ha inaugurato la campagna referendaria. Da qui al 4 dicembre ne vedremo delle belle. Non potendo convincere gli italiani sulla bonta' dello stravolgimento della nostra Carta costituzionale Renzi non fara' altro che moltiplicare le promesse. Oggi il Ponte domani chissa'". "Vorrei ricordare a Renzi che questa opera mai iniziata e' gia' costata ai contribuenti italiani parecchi soldi" afferma, "Il tutto senza nemmeno una pietra posata. Saranno i cittadini calabresi e siciliani a dire di no ad un'opera pubblica buona solo per le clientele e per gli affari delle mafie e assolutamente inutile per lo sviluppo di quell'area. Renzi si preoccupi dello stato in cui si trova il nostro Paese e lasci stare le opere inutili".

"Renzi il finto rottamatore utilizza argomenti da Prima Repubblica", afferma Andrea Cioffi, capogruppo M5S in commissione Lavori pubblici al Senato "Promette che con il faraonico e senza senso ponte di Messina si realizzeranno 100.000 posti di lavoro. E i debiti per lo Stato? Sembrano le promesse di Berlusconi o quelle di Montezemolo per le faraoniche 'Olimpiadi di Roma 2024' che in realta' creerebbero solo debiti faraonici per lo Stato e Roma Capitale", aggiunge. "Ma e' lo stesso Renzi che il 1 ottobre 2012 dichiarava 'continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io dico che gli otto miliardi li dessero alle scuole per la realizzazione di nuovi edifici e per renderle piu' moderne e sicure'?", si chiede. "Il Ponte sullo Stretto di Messina e' un opera inutile e costosissima. Quelle risorse vengano utilizzate semmai per finanziare misure di sostegno al reddito per ridare dignita' a 9 milioni di cittadini o per le opere di manutenzione ed efficientamento energetico degli edifici pubblici e la manutenzione delle nostre strade", osserva ancora.

"Un progetto ambizioso, necessario per lo sviluppo del Meridione. Insieme alla Salerno-Reggio Calabria, potrebbe rappresentare la spina dorsale su cui innestare il rilancio del Sud Italia" dice Gianfranco Librandi di Scelta Civica "Credo pero' che, vista la situazione ancora grave del nostro debito pubblico, non si debba aggiungere un capitolo di spesa cosi' importante alle finanze statali. Per questo ritengo che si debbano coinvolgere esclusivamente i privati. Gli imprenditori sarebbero orgogliosi di partecipare a un progetto cosi' ambizioso, che potrebbe diventare simbolico per il nostro paese e per il nostro sud e, allo stesso tempo, si verrebbero a creare business e posti di lavoro sani, a costo zero per lo Stato", conclude Librandi.

Dal mondo dlel'economia viene la cauta soddisfazione di Natale Mazzuca, presidente di Unindustria Calabria:"conferma di una grande attenzione che il governo ha verso il Sud e in particolare verso la Calabria e la Sicilia, ma accanto a quest'opera maestosa, che e' bene realizzare anche per non incorrere nelle penali previste, serve un sistema di trasporti integrato per le persone e le merci". "Pero' – dice all'Agi – accanto al ponte servono altre infrastrutture, come l'alta velocita' ferroviaria, che non deve arrestarsi a salerno, la nuova statale ionica, in alcuni tratti gia' realizzata; i collegamenti aeroportuali e portuali ed il completamento dell'A3 anche nel tratto fra Cosenza e Altilia Grimaldi, per il quale e' previsto solo il restyling. Il Ponte – dichiara ancora Mazzuca – avvicinera' la Sicilia al Continente, ma sara' anche un'opera di grande importanza turistica per le due regioni coinvolte, un grande attrattore, per cui sara' un fattore di sviluppo".




Cento giorni di Movimento o Cento giorni in Movimento?

di Angelo Barraco
 
Roma – Cento giorni di Movimento o Cento giorni in Movimento? E’ l’interrogativo che si pongono i numerosi italiani che hanno presenziato al Foro Italico di Palermo per il tanto atteso evento denominato “Italia Cinque Stelle” a seguito del divertentissimo balletto che la Sindaca di Roma Virginia Raggi si è concessa in una giornata dalle temperature instabili all’interno di un cordone umano fatto da uomini della sicurezza e attivisti che non hanno risparmiato insulti e aggressioni verbali e fisiche ai giornalisti che volevano porre qualche domanda alle Sindaca neoeletta. Ma sembrano ormai un ricordo sfiorito e quasi riconducibile ad un passato dal sapore pretensioso e sfacciatamente propositivo quello del giugno 2016, quando città come Roma, Torino e Milano hanno innalzato in aria le bandiere pentastellate, e accolto i nuovi Sindaci supportati attivamente da un gruppo amministrativo/politico dal sapore “diverso” rispetto alla solita bandiera, poichè hanno sin da subito evidenziato quanto fosse importante tracciare una linea di demarcazione tra il passato fatto da amministrazioni incapaci di portare a compimento determinati progetti politici e un presente invece pentastellato, fatto di svolte sul piano gestionale-amministrativo e organizzativo che mira ad una crescita sociale e al cambiamento. Cento giorni di un’amministrazione a cinque stelle che ha sempre professato apertamente un’ideale specifico di unione che accomuna tutti i suoi appartenenti, differenziandosi quindi dagli altri partiti politici in cui vi è un soggetto attivo che enuncia le informazioni ai soggetti passivi che invece si limitano ad assimilare le informazioni all’interno di un’area circoscritta ma non partecipano attivamente poiché vi è sempre quella sottile ed evidente linea di demarcazione. Tale differenza che da anni ammorba le vetrine nazionali viene smontata e totalmente remiscelata con orgoglio dai pentastellati che propongono una politica futurista in cui l’interazione tra soggetti attivi e passivi è diretta e non ha eguali, in cui il limite di demarcazione non esiste ma la parola chiave è “noi”  per la precisione si punta al concetto di “movimento”, ovvero l’azione, il gesto di ogni singola persona che genera lo spostamento e l’azione di grandi masse. Un concetto che si discosta categoricamente dalla figura del leader politico per antonomasia come Berlusconi e nel corso di un evento tenutosi ad Imola in data 17 e 18 ottobre 2015, il carismatico Beppe Grillo aveva urlato dal palco “l'Italia va cambiata e l'unico movimento che può cambiarla è il Movimento 5 stelle, voi siete il Movimento 5 stelle! Non ha leader il Movimento 5 stelle, il Movimento 5 stelle è leader di sé stesso!” puntualizzando così la posizione oggettiva di un gruppo che punta al sacrosanto valore di unione e di aggregazione che differenzia il movimento dalle altre politiche precedentemente costituite. Tale concetto però risulta contraddittorio all’atto pratico poiché il movimento stesso, seppur spinto da ideali comuni, è inscindibile dalle decisioni di Beppe Grillo che dai palchi d’Italia governa le folle diventando l’unico soggetto attivo dinnanzi a platee che pendono dalle sue labbra. Il concetto di movimento come insieme di gruppo che decide con interessi comunitari è mera utopia poiché i dati oggettivi dimostrano che l’azione ultima del movimento stesso è quella di un vero e proprio partito con un soggetto attivo che esprime concetti e soggetti passivi che recepiscono il messaggio e rispondono con concitato gradimento poiché animati da un’utopica e illusoria idea di gruppo decisionale. Nel corso dell’evento “Italia Cinque Stelle” vi era certamente attenzione per coloro che esprimevano concetti sulle problematiche sociali ma l’attenzione e l’attesa era concentrata su quello che sarebbe stato poi il discorso di Beppe Grillo che dal palco ha letteralmente annullato quello che era il concetto espresso un anno prima in merito al Movimento Cinque Stelle senza leader e a gran voce ha detto “  Io farò il capo politico e prenderò delle decisioni perché alla fine qualcuno deve prendere delle decisioni”. La folla ha raccolto queste parole come fossero nettare divino e ne ha reso grazie. La mente degli italiani vola al giungo scorso, quando Virginia Raggi è diventata Sindaca di Roma con il 67,2% di preferenze (770.564 voti) battendo il suo avversario di centrosinistra Roberto Giachetti che ha ottenuto invece il 32,8% (376.935 voti). C’era molta fiducia su questa nuova corrente politica che aveva travolto Roma e lo stesso ex Sindaco Ignazio Marino (PD) aveva dichiarato: “Per Roma è un momento importante, c'è stato un voto assolutamente significativo per la Raggi, alla quale faccio i miei auguri più sinceri di buon lavoro". Parole che oggi rimbombano come pietre sui muri poiché la Raggi, a cento giorni esatti da quella fatidica campagna elettorale, non è riuscita nemmeno a mantenere la sua promessa fatta prima della vittoria “Se eletta il primo atto sarà tagliare la carta di credito” ma il provvedimento non è stato preso. In tre mesi sono state licenziate 39 delibere e 23 di esse riguardano poltrone di collaboratori, vertici di Ama, Atac ma anche dimissioni e revoche. La stabilità e la forza mostrata in un primo momento sembra mancare poiché Roma è sprovvista di un assessore al Bilancio, del capo di gabinetto del sindaco, un direttore generale di Atac, un amministratore unico di Ama. L’unico rimpiazzo concretizzato è stato quello dell’azienda dei trasporti. La vicenda Muraro ha innescato numerose polemiche senza precedenti che hanno fatto vacillare i principi basilari del gruppo e hanno allontanato molti sostenitori, inoltre l’emergenza rifiuti e quella dei trasporti non hanno di certo aiutato la Sindaca a risollevarsi. Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, ha commentato così la situazione a Roma “Il Movimento Cinque Stelle è alla guida di Roma da tre mesi e mezzo ma non ha fatto nulla. Ha solo 'incartato' ulteriormente la città e umiliato il personale esistente: si sono scannati cambiando tre capi di gabinetto e tre assessori. La città è paralizzata, perché la macchina amministrativa è paralizzata. Si sono dimostrati uguali e peggiori degli altri”. Cento giorni di M5S anche per Chiara Appendino, neo Sindaca di Torino che appena eletta ha dichiarato “Voglio rivolgermi oggi anche a chi non mi ha votato: Torino è una città divisa in due, ce n'è una parte che si sente sola. Non vogliamo più che sia così, il resto della città dovrà abbracciarla”. La Sindaca è diventata un’icona che dimostra la buona amministrazione Pentastellata: la meno peggio? Vedremo. Bisogna sottolineare che Torino non ha mai avuto le stesse problematiche di Roma e mentre Virginia Raggi deve fronteggiare la spazzatura che incombe sulla sua bella Roma, la Appendino si occupa della pulizia del Po che però è sporco ugualmente ed è necessario un nuovo intervento. Torino vanta gli stipendi più bassi d’Italia inoltre sul Palco di Palermo ha tenuto a raccontare i successi ottenuti “grande Salone e al grande evento” in riferimento al salone del Libro. Infine sono Cento giorni di Cinque Stelle anche a Milano, con Giuseppe Sala che ha puntato sin da subito in alto per la sua città: “zero case sfitte” e la ristrutturazione di duemila alloggi vuoti. Dopo il grande successo di Expo punta sul fronte internazionale puntando sulla promozione oltre manica, recandosi a Londra e incontrando Sadiq Khan per capire come conquistare in chiave Brexit ulteriori investimenti. Una giunta PD con due consulenti e 52 “tabella 90” e “tabella 110”. Milano sembra aver acquistato nuova luce e il premier Renzi sembra frequentarla spesso e inoltre ha dichiarato: “la città di riferimento per l'Italia nel mondo”. Una frase pronunciata nel momento in cui è stato siglato il “Patto per Milano”, ovvero un documento dal valore di 2,5 miliardi che contiene idee vincenti come il prolungamento delle linee della metropolitana e la riapertura del tracciato storico dei Navigli. Ma vi sono anche i problemi, come il rapporto da ricostruire con le comunità islamiche e le accoglienze ai profughi, il traffico, le periferie, il lavoro. 



caro dottor matteo renzi

CARO DOTTOR MATTEO RENZI…
DI ROBERTO RAGONE
Caro dottor Matteo Renzi, leggo senza sorpresa ma con un leggero senso di noia, come quello che prende dinanzi ad un brutto film già visto,  ciò che lei scrive oggi su L’Osservatore. C’ero anch’io in televisione, ad assistere alla sua ennesima recita a favore del SI’ al referendum costituzionale. Mi perdoni, il suo marchio di fabbrica, a guardare da questa parte della barricata, non è fare proposte, ma un altro, ben diverso. L’andare ‘contro’ è normale e doveroso quando si va contro ciò che fa male alla nazione e ai cittadini. Lei dice che fa proposte, ma le sue proposte sono vecchie come il cucco, altro che aria fresca. Sa perché sono vecchie? Perché non sono le sue, lei sa soltanto fare proclami e pronunciare slogan, in questo è bravissimo, ed è ciò che ha fatto fin da quando è stato messo sul seggiolone di presidente del consiglio dal suo mentore Giorgio Napolitano. Ebbene sì, le ‘sue’ proposte sono vecchie come chi le ha formulate, il presidente emerito Giorgio Napolitano, perché datano da qualche lustro, e sono quelle che Napolitano persegue appunto da così lunga data. L’aria pulita che lei pretende di portare in Italia, tanto pulita non è, e questo lo dimostra il suo accanimento – e quello di Napolitano – nel voler forzare a tutti i costi il voto degli Italiani. Già la scheda elettorale è faziosa, offre un panorama assolutamente appetibile da chiunque, falsando la realtà. Non mi va qui di ripetere ciò che è sotto gli occhi di tutti: il bicameralismo continua imperterrito, peggio di prima, le spese si riducono di un decimo di ciò che lei dichiara – fonte Ragioneria di Stato -, i nuovi senatori non saranno eletti ma nominati, godendo di una immunità ‘parlamentare’ anacronistica. Eccetera eccetera. Eppure lei, con una sicurezza degna di ben altro scopo continua a dire sempre le stesse cose, secondo la legge del fatto che una bugia ripetuta diventa verità. In questo caso le bugie ripetute suscitano curiosità, e le campane che si sentono suonare sono due, e quella del NO è molto forte, almeno per chi voglia approfondire il tema. Oppure pensa – non senza avere un po’ di ragione – che tutti gli Italiani, o la maggior parte siano proprio stupidi? Piuttosto li definirei superficiali, visto che negli ultimi tempi li avete disamorati alla politica, e quindi pochi continuano ad interessarsene, tanto non succede nulla e avete sempre ragione voi. C’è un detto che recita: “Articolo quinto, chi ha in mano ha vinto.” Prova ne sia il voto europeo, nel quale voi PD avreste preso il 41%… del 50% degli aventi diritto, quindi al mio paese significa un bel 20,5%. Che vi basterebbe per avere la maggioranza se restasse l’Italicum, ma a quel proposito il ballo deve ancora incominciare. Quanto poi al suo incontro con Travaglio, si faccia capace che certi termini sono ormai stati sdoganati. Molto più gravi sono le asserzioni che non corrispondono a verità, le promesse non mantenute, le nomine fatte ad usum delphini, le promozioni pilotate secondo non i meriti ma l’orientamento politico e personale. Travaglio non è un urlatore, né appartiene a quella categoria; né cercava di interromperla. Cercava, a volte, di arrestare l’inarrestabile fiume di parole che lei confezionava continuamente, tentando invano di obiettare ad argomenti palesemente faziosi, interrotto, questo sì, da una Gruber palesemente di parte. Per esempio i nuovi assunti: i numeri che lei fa non corrispondono ad una realtà che il Paese sta vivendo. Si faccia capace che il Jobs Act – perché poi scegliere un termine inglese, forse per ‘epater le bourgeois’, per rendere meno comprensibile un ‘disegno di lavoro’ che detto così non avrebbe impressionato nessuno? – è stato un fallimento, prova ne siano i licenziamenti aumentati del 7% in questi ultimi mesi, e l’aumento della vendita dei vaucher, il veicolo principale del lavoro nero. Il nostri timore di Italiani è che lei incominci davvero a credere a tutto ciò che dice. Le 585mila unità che l’Istat sbandiera cosa comprendono? Anche gente che ha lavorato un mese, una settimana, un giorno, o addirittura un’ora? A giudicare da ciò che si vive tutti i giorni, e non dai dati ufficiali, che sono come quella famosa pelle che più la tiri e più s’allunga, l’Italia non è in crescita, e questa responsabilità è tutta sua e del suo governo. Se le pensioni non fossero un’elemosina – la maggior parte – che consente al 40% dei pensionati soltanto di sopravvivere aspettando la morte (anche chi ha versato per quarant’anni), a fronte di ‘privilegi acquisiti’ assolutamente assurdi; se il cappio del fisco non strangolasse le imprese, costringendole a chiudere o a vendere agli stranieri; se si adottassero dei provvedimenti a favore di quello che è stato sempre il motore dell’economia, l’edilizia, magari riducendo gli assurdi aumenti catastali varati da Monti, che hanno strozzato il mercato; se le banche aprissero i cordoni della borsa, concedendo prestiti e mutui senza il contagocce come fanno oggi, lucrando sugli interessi del denaro che Draghi distribuisce ogni mese: allora forse potremmo vedere uno spiraglio. Un cavallo per correre ha bisogno che gli si sciolgano le briglie, altrimenti andrà sempre al passo. Una volta la sinistra voleva dire equità sociale: cosa significa oggi il PD? Vediamo fra le righe l’ombra di un Nuovo Ordine Mondiale che non è certo equità. Un Ordine evocato da lei e da Napolitano pubblicamente.- un Ordine che secondo ciò che è accessibile a tutti fa capo ai grossi capitali americani, Rockfeller, Rotschild, Morgan. A scapito dei veri interessi di un’Italia per la quale né lei né altri dimostrare amor di patria. Quanto alla Signora Michelle Obama, nessuno le impedisce di abbracciarla, la prossima volta che andrà negli Stati Uniti a fare rapporto. Barack non è geloso – almeno in pubblico – e poi lei ha l’immunità. Parlamentare.



Festa del M5S. Un Congresso alla Woodstock

di Paolino Canzoneri

Presenziare alla Festa del Movimento 5 Stelle a Palermo il 24 e 25 Settembre 2016 è stata senza ombra di dubbio una esperienza importante e formativa. E' sembrato di percepire e toccare con mano quell'entusiasmo nei volti delle centinaia e centinaia di attivisti e sostenitori giunti da tutta l'Italia che con T-shirt, cappelli, bandane e bandiere hanno vissuto e rafforzato la loro presenza con i loro visi felici, sorridenti e con quella voglia di vedere concretizzata una seria lotta nella via per la legalità quale via di rinnovamento vera per il futuro del nostro paese. La legalità come abitudine, come principio assoluto, come prassi per scardinare il marcio dal nosto paese e come regola comune contro l'evasione fiscale oramai assimilata nel nostro DNA. La prima giornata dell'evento sembrava estiva, pareva che l'autunno appena iniziato si fosse messo da parte per regalare una giornata di sole estivo dalla temperatura caldissima e un cielo azzurro con una luce viva illuminava ogni piccola cosa facendone risaltare la profondità dei  colori. Il colore giallo del Movimento, appositamente scelto per via della sua luminosità, imperiava nei moltissimi gazebo montati uno accanto all'altro in diverse strade lineari quasi a voler sembrare raggi di un sole centrale dove il grande palco principale avrebbe accolto la parola, il pulpito, la direzione, il verbo del creatore unico e del suo seguito nella via assoluta dell'ammaestramento per i fedeli e sostenitori divenuti in soli 5 anni un numero altissimo. Beppe Grillo e il compianto Casaleggio hanno avuto la genialità di creare una nuova religione, una speranza, una illusione di un mondo migliore interpretando il sogno degli italiani lontani da quelle tecniche mediatiche che non hanno funzionato e che hanno solo raggirato gli italiani devastando questo paese e incattivendolo culturalmente. Una decadenza iniziata dagli anni 90 e interrotta per raggiunto limite al collasso assoluto, dolcemente condotto fuori da un tunnel con la mano gentile di improbabili tecnici all'approdo in una "seconda repubblica" dai cambiamenti che ancora forse si stenta a capirli fino in fondo. Per i due geni Grillo e Casaleggio, la formula vincente, la ricetta perfetta era creare "una cosa" di sinistra che non disdegni il pensiero della destra ma che abbia anche la considerazione di chi sta al centro e consideri quindi anche il mondo cattolico ma che sopra ogni cosa non debba essere un "classico Partito" visto come un organo politico obsoleto, retrogrado, oramai completamente assuefatto a tutti i mali possibili della nostra storia politica dal 2 Giugno del 1946 in poi. Una presunta avanguardia politica che delle ideologie non se ne fa niente, ma che al suo interno accoglie convivenze di persone con opposte visioni delle politica. L'idea di fondo è davvero eccezionale. La storia politica del nostro paese degli ultimi 20 anni è veramente vomitevole; la "disgregazione ideologica" di destra, sinistra e centro, in pochi anni ha spazzato via la storia, la cultura di veri statisti e politici che non avremo mai più il piacere di vedere confrontarsi nei dibattiti televisivi di prevalenza in bianco e nero. Non vedremo mai più quella passione politica assoluta espressa nei confronti-scontri di personaggi della storia del nostro paese come Togliatti, Fanfani e successivamente Berlinguer, Almirante e altri. E' li che abbiamo perso la vera "politica". E' uno sgarbo ingiusto pensare di ripulire con un colpo di mano la nostra storia e lo è altrettando fare passare il messaggio che tutto il nostro passato non serva più a niente e che tutto debba essere sepolto solo perchè infiltrazioni di corruzione e tangenti hanno ammalato lo Stato. Putroppo negli anni successivi,  dal craxismo più becero fatto di bella vita, soldi e politici in discoteca, siamo passati alle vere prese per i fondelli con futuri rosei di milioni di  posti di lavoro assicurati fino all' importazione della peggiore sotto cultura americana fatta di consumismo, di nuova TV con prosperosi seni in programmi commerciali e con uno svilimento della serietà della politica oramai nelle mani di gente senza competenza interessata al mercimonio sessuale e senza quel rigore istituzionale che impone passione, preparazione e senso vero dello Stato. Quindi ad oggi la creazione di un Movimento al di sopra di qualsiasi schieramento politico, la scelta di un colore positivo veicolo di luce che dia la percezione del coinvolgimento popolare indistinto e che si proietti al futuro con l'utilizzo di mezzi moderni come internet sempre alla portata di tutti (o quasi), era palese che avrebbe avuto un consenso immediato e uniforme grazie anche alla disgregazione ideologica della destra e della sinistra che ha praticamente aperto la strada ad un movimento fatto di persone che credono che la ricetta per curare la politica possa solo venire da loro e dalla loro ferrea dissociazione dai partiti. A Palermo nella festa sono stati adibiti diversi punti dove moderatori davano microfono "libero" ad attivisti di ogni regione per brevi comizi dove molte idee venivano espresse con il plauso più o meno convinto della gente che ascoltava. Questa forma di libera e democratica espressione di idee appariva come una risorsa meravigliosa, un panorama concreto di vera espressione democratica dove finalmente il cittadino fine a se stesso proponeva idee e soluzioni. C'è chi, per esempio, prendeva posizioni drastiche per l'abolizione assoluta senza se e senza ma delle macchine videopoker e slot-machine in tutti i locali quale unica soluzione per debellare il vizio del gioco, chi invece più moderatamente credeva più giusto imporre una tassa supplementare per locali e negozi provvisti di queste dannate macchine etc. Un miscuglio di idee interessanti e propositive. Tutte rigorosamente video registrate in attesa di chissa quale probabile trascrizione o magari semplice ricordo di momenti di gloria politica personale da ricordare e tramandare. Centinaia di idee, di proponimenti, di analisi che infondono negli attivisti e nei sostenitori quella reale convinzione di partecipare e di contare veramente per il Movimento, almeno fino a quando il grande capo Beppe Grillo all'imbrunire sceglieva di re-incoronarsi quale capo assoluto del movimento e in un battito di ciglia la vox populi si va a fare benedire. E quindi il tutto diventa abbastanza chiaro, tutto torna da dove siamo partiti..una ideologia con un capo che decide lui e che decide e considera (se vuole e quando vuole) tutto.  Ma allora c'è da chiedersi quali siano le reali differenze tra la festa in stile Woodstock del Movimento e i cosiddetti "retrogradi" congressi dei Partiti tradizionali che in fin dei conti non sono altro che appuntamenti in cui la dirigenza esamina, espone e dibatte sugli sviluppi del Partito, sugli eventuali cambiamenti, allineamenti e nuove direzioni, tutto trascritto accuratamente negli "atti del congresso" pubblicati successivamente e consultabili liberamente per chi fosse interessato a continuare o dissentire il proprio sostegno tenendo conto che anche i partiti hanno siti web e blog dove poter esprimere liberamente le proprie opinioni. D'improvviso il tempo diventa plumbeo e le prime gocce d'acqua trasformano quella bellissima festa luminosa in una parata d'ombrelli un po sofferta a tratti comici per quelle stesse persone che hanno parlato nei micro comizi mattinieri e pomeridiani ma che adesso silenti ascoltano la voce del "numero uno", del leader Grillo autentico mattatore professionista indiscusso che rassicura tutti con i propositi positivi sulla giustizia, sulle nuove forme di utilizzo dell'energia e altri argomenti oggettivamente inoppugnabili che stanno a cuore a tutti. Parole in difesa e di promozone per Virginia Raggi che regge un peso micidiale come la gestione del Campidoglio e tanto altro se non poi a scendere nel cattivo gusto nell'accusare la stampa cartacea di solite colossali macchine del fango e quant'altro. Parla Beppe Grillo e si riferisce ad tabella scritti con l'intento unico di denigrare il movimento e sindaca; giornalisti ridotti a scrivere di peli delle gambe della Sindaca, di cellulite e attacca la categoria tutta come una unico fascio denigratorio organizzato. Prendere le distanze da questo modo indistinto di attaccare diventa importante e doveroso ed è sacrosanto affermare che questa istigazione contro la stampa ha già dato i frutti sconsiderati che si sono visti per tutta la durata della festa negli sguardi di fuoco ostili delle persone al passaggio dei giornalisti e degli operatori dell'infomazione televisiva e negli spintoni e insulti al passaggio della sindaca Raggi protetta da un cordone di polizia ed attivisti. Un atteggiamento teso ad istigare contro gli organi di informazione in una precisa volontà di svilire ed umiliare una professione tesa a raccontare e descrivere la realtà con la libertà di giudicare e di manifestare la propria opinione con la stessa libertà dei microfoni aperti dei sostenitori nei palchetti. L'Osservatore d'Italia e  Laziale non ha mai insultato nessuno e non ha mai ricorso a banali dettagli fisici minimali al solo scopo di insultare e deridere personaggi del movimento. Questo giornale ha solo espresso e continuerà ad esprimere opinioni in base agli elementi oggettivi e al modo di condurre l'azione politica del movimento utilizzando a volte una ironia pungente tesa a colorare e a dar maggiore enfasi al pensiero descritto. Quella stessa ironia e comicità permessa e divulgata dal leader durante i suoi comizi. Il quadro che viene fuori da tutto questo mostra una idea di movimento che vuole apparire diverso dalla vecchia politica, che ha fatto illudere i sostenitori d'esser gli unici di buona volontà a credere nella giustizia e nella legalità ma che poi nella realtà delle cose appare come una enorme dispersione confusa di idee poco ordinate e derivate da diversi, troppi modi di pensare e che ha costretto il fondatore a metterci una pezza sopra rimettendosi la corona di leader e riprendendo il controllo totale, anche indirettamente del Campidoglio.  




Referendum Costituzionale: il 4 dicembre il popolo รจ chiamato a votare

di Angelo Barraco
 
Roma – In data 4 dicembre il popolo è chiamato a votare per il referendum costituzionale. La data è stata comunicata ufficialmente dal premier Matteo Renzi ai ministri riuniti a Palazzo Chigi per il Cdm. Matteo Renzi aprirà ufficialmente la campagna per il Si al Referendum il prossimo 29 settembre nella sua Firenze e sarà la prima di una serie di tappe che lo porterà in giro per lo stivale in vista del tanto atteso voto popolare. La Cei, nella persona del Card. Bagnasco, ha lanciato un appello al popolo che dovrà decidere sulla  Costituzione “il Paese è atteso per un importante appuntamento, il Referendum sulla Costituzione. Come sempre, quando i cittadini sono chiamati ad esprimersi esercitando la propria sovranità, il nostro invito è di informarsi personalmente, al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenze”. Si sono innescate polemiche in merito alla data scelta da parte di Forza Italia e Sinistra Italiana, che lamentano il fatto di non essere stati consultati. Il Movimento Cinque Stelle intanto alza la voce e piomba a gamba tesa sulla questione referendum “Quando abbiamo detto No alle Olimpiadi hanno tremato, ma con il No al referendum vedranno la loro fine” ha detto la Sindaca Virginia Raggi che ha gridato a gran voce “"No a una riforma scritta dalla P2”. Una Palermo in delirio che li ha accolto esponenti di spicco come Di Maio e Di Battista che hanno puntualizzato punti fondamentali per il movimento, nell’attesa che il loro leader Grillo desse un ulteriore scossone in merito alla vicenda: “La Costituzione è stata scritta negli anni 50 in un modo semplice, che si potesse capire” sottolineando quindi le ragioni del No. Inoltre i deputai del M5S hanno mosso polemiche in merito alla data prescelta: “Data indegna, Renzi non ha consultato le opposizioni, prestigiatore del gioco delle tre carte. Grave che Renzi abbia scelto la data del referendum costituzionale senza neanche consultarsi con le opposizioni. Ed è altrettanto grave e vergognoso che abbia negato ai cittadini, per così tanto tempo, la possibilità di esprimersi su un tema così delicato e importante, facendo un'indegna melina. Inoltre, se avesse potuto, il Presidente del Consiglio ci avrebbe fatto votare a Natale o, magari, a Capodanno, nella speranza di scoraggiare la maggioranza degli italiani, che è a favore del no, a recarsi presso le urne e nel tentativo di arrivare a mangiarsi il panettone”
 
Ma che cos’è il Referendum costituzionale? A cosa serve il voto popolare? Serve ad approvare o respingere la riforma costituzionale vigente portata in auge dalla ministra Maria Elena Boschi e promossa dal governo Renzi. L’articolo 138 della Costituzione italiana stabilisce che “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata , se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti”. Le leggi costituzionali attuali devono essere approvate da entrambe le camere, la riforma invece propone  di superare il bicameralismo perfetto e la camera dei deputati diventerebbe così un unico organo eletto dai cittadini con suffragio universale diretto, diventando così l’assemblea unica di approvazione delle leggi ordinarie e di bilancio. Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, scrive su Twitter: “Si vota il 4 dicembre. Per cambiare la Costituzione, per cambiare il Paese”. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo parlato della Riforma Costituzionale con Giovanni Cicchitelli, Avvocato e Criminologo che ci ha espresso il suo punto di vista.
 
“Appartengo a quella schiera di giuristi formatisi sulle pagine del celeberrimo testo del messinese Temistocle Martines, Maestro del Prof. Michele Ainis, uno dei costituzionalisti che più apprezzo e che lo ha definito un “uomo che passò la vita a difendere la Costituzione”. Quando ero studente conobbi un altro insigne costituzionalista, già Presidente della Consulta: il calabrese Aldo Corasaniti, oggi anch’egli scomparso. Quando Corasaniti venne nel Collegio dove risiedevo e tenne la sua lectio sulla Costituzione ad un piccolo gruppo di studenti di Giurisprudenza, tra i quali io, ci disse: “I principi fondamentali della nostra lex suprema, ossia gli artt. Da 1 a 12, sono tra i meglio scritti del mondo”. Non riesco a comprendere chi pensa che le modifiche ad una parte della Costituzione non possano arrivare a confliggere con la restante parte, provocando una vera e propria “crisi di rigetto” da corpo estraneo. Non solo: trovo intollerabile che a proporre la modifica (buona o cattiva che sia), sia un Esecutivo privo della necessaria legittimazione popolare, che non brilla peraltro per preparazione tecnico-giuridica. Non vorrei cioè che l’ansia di rinnovamento, pure sentita e radicata nei più di noi, induca a “fermarsi alla prima taverna” di una riforma poco sentita, con chiare mire accentratrici e difettosa sotto il profilo del rispetto delle regole democratiche e della tecnica legislativa.La mia, in sintesi, è una questione di principio, anzi di principi, cioè quelli della nostra bella Costituzione, scritta col sangue dei partigiani di ogni fede politica: se si presta mente a quei principi, non si può prestar fede a Renzi e ad i suoi accoliti. Per questo voterò NO”




Festa del Movimento 5 Stelle: La Marcia su Palermo!

 

di Angelo Barraco – Paolino Canzoneri

PALERMO – Il 24 e 25 Settembre a Palermo si è svolta la Festa del Movimento 5 Stelle. Due giornate per un evento dal sapore epocale per il Movimento pentastellato che ha richiamato una folla immensa proveniente da tutte le regioni d'Italia che insieme hanno dato vita ad un vero e proprio meeting in quell'area vastissima che è il Foro Italico. Decine e decine di Gazebo  suddivisi a regioni e a tema hanno creato un percorso di accoglimento e di promozione delle attività regionali e nazionali del Movimento. Due piccoli palchi equidistanti tra loro moderati da  amministratori politici regionali hanno consentito ad attivisti, politicanti e semplici cittadini presenti di poter dare libero sfogo a dibattiti dove sono state espresse idee e ci si è confrontati in merito ai numerosi temi trattati. Il M5S mira al capoluogo siciliano quale punto d'attracco per ulteriore maggior consenso in vista di prossimi riassetti amministrativi siciliani e lo fa in pompa magna con la presenza di tutti i maggiori esponenti del Movimento, da  Di Battista a Di Maio, dal figlio di Casaleggio a Beppe Grillo fino alla tanto attesa Sindaca di Roma Virginia Raggi uscita dal Campidoglio in una rapida trasferta promozionale di se stessa e del Movimento. Al palco centrale Alessandro Di Battista ha fissato i punti fermi in merito alla classe dirigente sottolineando che: "L'allargamento di questo fantomatico Direttorio c'è già stato in questi due anni dando nuove responsabilità ad altri. Questa logica che io e Di Maio dovremmo essere la futura classe dirigente è una falsità. Le regole valgono per tutti".


Noi dell'Osservatore d'Italia abbiamo intervistato Luigi Di Maio che ci ha spiegato il senso di questo evento e nello specifico ci ha detto: "Questo evento chiamato da noi Italia 5 Stelle nasce da una nostra esigenza di spiegare agli italiani quale fosse l'idea di paese del Movimento 5 Stelle". La presenza tanto attesa quanto acclamata dai presenti è stata sicuramente quella di Virginia Raggi che ha mostrato una certa riluttanza nel rispondere ai giornalisti che si sono accalcati numerosi al suo passaggio facendo pressione sul cordone di polizia e attivisti che proteggevano la sindaca che per dimostrare indifferenza ad una calca opprimente si è lasciata andare in un ballo a tempo della musica proveniente dal palco centrale che l'aspettava per il suo comizio. Forte diffidenza ed ostilità è emersa da parte degli attivisti che non hanno mai visto di buon grado la presenza della stampa, rei, a parer loro, di aver perseguito una campagna costantemente denigratoria contro il M5S. A Virginia Raggi abbiamo chiesto un  giudizio personale riguardo la manifestazione palermitana. La sindaca capitolina ha risposto "Bellissima!". Gli attivisti presenti non hanno gradito la presenza dei giornalisti accalcati e qualche esagitato non ha risparmiato insulti e accuse poco rispettose nei confronti di … [ESTRATTO DALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA VIRTUAL PAPER – PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO CLICCARE QUI PER APRIRE L'EDIZIONE DI OGGI DEL GIORNALE E ANDARE A PAG. 3]


 




Il capo dei… grillicapi

 

di Alberto De Marchis

Forse è un pò tardi per fare il “capo” ha pensato più di qualcuno in seguito alle diverse bufere che hanno investito i pentastellati, dopo che è uscita fuori anche una telefonata di Casaleggio che, poco prima di morire, avrebbe “rotto” con Grillo. Adesso che anche i sondaggi parlano di una discesa di consensi l’ex comico genovese parla di un nuovo M5s 2.0, quello che aprirà "la fase due", il secondo tempo del Movimento che avanza a passo di gambero vede il suo futuro in un ritorno alle origini. Con Beppe Grillo che si riprende in mano lo scettro pentastellato ma vuole porte aperte al nuovo che avanza. Un nuovo che non può prescindere da quella compattezza mancata nei giorni del caos romano e che Davide Casaleggio, al suo 'esordio' davanti alla platea degli attivisti, chiama con nettezza. "Restiamo uniti, solo uniti realizzeremo un sogno che era di mio padre e che oggi è di milioni di persone", è il monito del figlio di Gianroberto. Dall’appuntamento a Palermo Grillo detta la linea. Ed è una linea che risente delle forti tensioni interne. "Se devo fare il capo politico lo farò. Io ci sono a tempo pieno. Non posso più con il passo di lato. Io voglio stare con il M5S fino alle elezioni e vincerle", annuncia, confermando le impressioni che lo vedevano tornato alla guida. Ammette anche "gli sbagli che abbiamo fatto" l'ex comico, ma è certo che in definitiva gli italiani delle beghe interne del M5s "se ne strasbattono". E i numeri lo dimostrano: quando ha temuto che potesse venire giù il castello costruito con pazienza per anni a causa dei litigi, poi si è rasserenato: "Ho visto che siamo calati dello 0,1%-0,2%". Ma per andare avanti qualcun altro dovrà fare un passo indietro. Non nomina il direttorio ma apre spazi a chi sarà in grado di servire la causa del Movimento. E alle nuove generazioni. "Siamo davanti alla prima fase di un grande esperimento, ci sarà una seconda fase e la inaugureremo stasera" dice il leader che spiega: "Fase 2 vuol dire che parlo di una seconda generazione, parlo dei giovani che si avvicinano adesso e devono capire cosa è il Movimento". Non nega rivalità nel Direttorio: "Forse sì, ma è normale, del resto la tv è immagine, c'è quello che funziona di più o quello che funziona meno". Tanto più che i parlamentari li ho visti "un po' stanchi, ma è normale", aggiunge Grillo, non annunciando ancora nulla sulla cessione del simbolo, che ora resta saldo nelle sue mani. Ma, a sorpresa, "la settimana prossima uscirà un regolamento". Non solo: in "tv andrà solo chi dovrà parlare di un tema, del nostro programma. Si va in tv sulla base dei programmi". Così come …

[ESTRATTO DALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA VIRTUAL PAPER – PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO CLICCARE QUI PER APRIRE L'EDIZIONE DI OGGI DEL GIORNALE E ANDARE A PAG. 1 E PAG. 3]




Grillo: "Il capo sono io, voglio vincere le elezioni"

Redazione

PALERMO – Il nuovo M5s 2.0, quello che aprirà "la fase due", il secondo tempo del Movimento che avanza a passo di gambero vede il suo futuro in un ritorno alle origini. Con Beppe Grillo che si riprende in mano lo scettro pentastellato ma vuole porte aperte al nuovo che avanza. Un nuovo che non può prescindere da quella compattezza mancata nei giorni del caos romano e che Davide Casaleggio, al suo 'esordio' davanti alla platea degli attivisti, chiama con nettezza. "Restiamo uniti, solo uniti realizzeremo un sogno che era di mio padre e che oggi è di milioni di persone", è il monito del figlio di Gianroberto.

Nel pomeriggio è invece Grillo a dettare la linea. Ed è una linea che risente delle forti tensioni interne. "Se devo fare il capo politico lo farò. Io ci sono a tempo pieno. Non posso più con il passo di lato. Io voglio stare con il M5S fino alle elezioni e vincerle", annuncia, confermando le impressioni che lo vedevano tornato alla guida. Ammette anche "gli sbagli che abbiamo fatto" l'ex comico, ma è certo che in definitiva gli italiani delle beghe interne del M5s "se ne strasbattono". E i numeri lo dimostrano: quando ha temuto che potesse venire giù il castello costruito con pazienza per anni a causa dei litigi, poi si è rasserenato: "Ho visto che siamo calati dello 0,1%-0,2%". Ma per andare avanti qualcun altro dovrà fare un passo indietro. Non nomina il direttorio ma apre spazi a chi sarà in grado di servire la causa del Movimento. E alle nuove generazioni. "Siamo davanti alla prima fase di un grande esperimento, ci sarà una seconda fase e la inaugureremo stasera" dice il leader che spiega: "Fase 2 vuol dire che parlo di una seconda generazione, parlo dei giovani che si avvicinano adesso e devono capire cosa è il Movimento". Non nega rivalità nel Direttorio: "Forse sì, ma è normale, del resto la tv è immagine, c'è quello che funziona di più o quello che funziona meno". Tanto più che i parlamentari li ho visti "un po' stanchi, ma è normale", aggiunge Grillo, non annunciando ancora nulla sulla cessione del simbolo, che ora resta saldo nelle sue mani. Ma, a sorpresa, "la settimana prossima uscirà un regolamento".

Non solo: in "tv andrà solo chi dovrà parlare di un tema, del nostro programma. Si va in tv sulla base dei programmi". Così come sul palco di Palermo dove i componenti del direttorio si sono alternati agli altri portavoce intervenendo sui temi di loro competenza. La fine nei fatti del direttorio la certifica anche Roberto Fico: "Il direttorio non è un organo politico del Movimento. Non esiste il direttorio, esistono persone che decidono per le loro competenze, esistono funzioni". E insiste nella sua 'crociata' purista. "Dobbiamo restare ancorati a ciò che siamo. Dobbiamo rimanere fedeli a noi stessi". Il Movimento, ripete, "è partecipazione e condivisione" e "noi andiamo avanti su questa strada. Non esistono Vip o Big. Non esiste Fico o Di Maio, esistono persone che partecipano". Facile a dirsi.

A Palermo irrompe Alessandro Di Battista che arriva trionfante sulla sua moto che lo ha portato a spopolare le piazze in giro per l'Italia con la sua campagna per il No alla riforma. Guadagnandosi i galloni sul campo. E la conclusione della serata se da un lato vede sul palco tutti gli esponenti 5 Stelle, dall'altro certifica l'emergere di un 'tridente': quello formato da Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Sono loro a chiudere la serata, ad essere presentati assieme come i paladini dell'onestà. A non avere, a differenza degli altri, confini tematici. "Siamo la prima forza del Paese e governiamo Roma", è lo slogan di Di Maio secondo cui, con il No ai Giochi olimpici "abbiamo salvato dal dissesto Roma".