Meteo: Da oggi maltempo diffuso in tutta la penisola
Isis, video dell'orrore: "Colpiremo Israele e conquisteremo Roma"
Redazione
Il gruppo terrorista Wilayat Sayna, la Provincia dello Stato islamico in Sinai, legato all'Isis, ha diffuso un video in cui minaccia di colpire Israele nel prossimo futuro e di conquistare Roma. "Questo è solo l'inizio, i nostri incontri (del gruppo, ndr) si terranno a Roma e a Gerusalemme – dice una voce nel video di 35 minuti -. Ebrei, aspettaci, sarete puniti severamente e pagherete prossimamente un caro prezzo".
"L'attentato contro l'aereo russo (nel Sinai) che abbiamo abbattuto e gli attacchi contro le sedi dei crociati e dei giudei che sono state bombardate, sono solo l'inizio. Dopo ci incontreremo a Roma e Gerusalemme". Minacce corredate da immagini su Piazza Navona a Roma e di Gerusalemme est. Nel video, postato sui social media, si vedono anche le immagini di alcuni attacchi dei jihadisti dell'Isis contro le forze di sicurezza egiziane nella penisola del Sinai e si conclude con quella che la voce narrante descrive come l'uccisione di due poliziotti egiziani. Il ramo egiziano dell'Isis sta conducendo una vera e propria rivolta nel Sinai settentrionale contro le autorità del Cairo. L'autenticità del video non è stata al momento verificata, ma i suoi contenuti e lo stile usato rispecchiano la propaganda usata in passato dallo Stato Islamico.
L'Italia scende in campo contro l'Isis, Pinotti: "Pronti a fornire basi agli Usa"
Redazione
l'italia è pronta a fare la sua parte nella lotta all'Isis che sta conducendo la Libia grazie al grosso aiuto degli Usa che hanno iniziato i raid aerei su Sirte. "Il Governo italiano è pronto a valutare positivamente un'eventuale richiesta di uso delle basi e dello spazio aereo se fosse funzionale a una piu' rapida e efficace conclusione dell'operazione in corso" da parte degli Usa in Libia contro l'Isis. Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, durante il question time alla Camera.
"Il Governo ritiene che il successo della lotta tesa alla eliminazione delle centrali terroristiche dell'ISIS in Libia sia di fondamentale importanza per la sicurezza non solo di quel Paese, ma anche dell'Europa e dell'Italia", ha affermato Pinotti. "Aggiungo che l'Italia è fin dall'inizio convintamente parte della lotta anti-Isis e con altrettanta determinazione – ha proseguito – sostiene come fondamentale il coinvolgimento diretto e attivo delle popolazioni e dei Governi locali nella lotta al terrorismo cui dare, su specifica richiesta, il necessario supporto. Tale richiesta di supporto emerge chiaramente dalle parole del Presidente Serraj che nell' affermare l'adesione della Libia alla Coalizione anti-Isis dichiara che 'tutte le Nazioni non devono lasciare i giovani libici combattere da soli questo nemico e al posto loro', reiterando inoltre il suo 'apprezzamento e considerazione per tutte le Nazioni che daranno supporto alla Libia in questa impresa'. Per tali ragioni, il Governo – ha sottolineato il ministro – mantiene aperta una linea di dialogo diretta e assidua sia con la controparte libica sia con gli alleati americani, per verificare lo sviluppo dell'operazione e le eventuali esigenze di supporto indiretto. In tale ottica, il Governo è pronto a considerare positivamente un eventuale utilizzo delle basi e degli spazi aerei nazionali a supporto dell'operazione, dovesse tale evenienza essere ritenuta funzionale ad una più efficace e rapida conclusione dell'azione in corso". "L'attività condotta dalle forze statunitensi – ha concluso il ministro – si sviluppa in piena coerenza con la Risoluzione delle Nazioni Unite n 2259 del 2015 e in esito a una specifica richiesta di supporto formulata dal legittimo Governo Libico per il contrasto all'Isis nell'area di Sirte. Come è noto, le Forze locali libiche – in particolare quelle che hanno riconosciuto il Governo di al-Sarraj – stanno combattendo una dura battaglia per contrastare l'Isis proprio nella regione di Sirte. È, tuttavia, un contrasto portato avanti fra grandi difficoltà e a caro prezzo, per i militari governativi e la popolazione civile, in particolare per la mancanza di capacità per l'identificazione dei bersagli militari e per il loro ingaggio di precisione".
Referendum costituzionale: Tg2 Rai e prove di regime.. "democratico"
di Roberto Ragone
Nonostante il diversivo studiato dallo stratega di Matteo Renzi Jim Messina, cioè la discussione in aula sulla libera vendita delle droghe cosiddette ‘leggere’ – che poi tanto leggere non sono, anzi – , argomento di cui si sentiva l’impellente necessità, soprattutto in prossimità dei quaranta giorni di ferie estive dei nostri parlamentari, i quali si spargeranno attorno al globo terracqueo a mostrare, chi andrà al mare, i rotoli di grasso attorno alla cintura accumulati nei mesi trascorsi a Montecitorio; nonostante questo, che avrebbe distolto dal referendum vitale per questo governo, quello della riforma costituzionale, l’attenzione dei cittadini in odore di voto, attenzione che stava orientandosi pericolosamente verso una preponderanza del NO; nonostante questo, dicevamo, lunedì sera al TG 2, ma probabilmente anche sulle altre reti RAI, in obbedienza agli ultimi diktat di Campo Dell’Orto, leopoldino della prima ora – quello che quando si è trattato di stabilire il suo compenso come direttore generale si è magnanimamente affidato alla generosità di Renzi & Co., con il bel risultato di vedersi premiato con oltre 650.000 euro all’anno, cosa che neanche un giocatore di serie A – lunedì sera, dunque, è stato trasmesso un servizio che illustrava come e qualmente la riforma costituzionale porterebbe benefici imprescindibili alla nazione Italia e ai cittadini tutti, quasi un farmaco salvavita senza del quale non si potrà più procedere ad amministrare la nazione, ma ci si impantanerà in una palude di sabbie mobili – o meglio, immobili, come se fino ad oggi tutto fosse stato bloccato. Se poi il sistema democratico blocca le iniziative di cui Renzi non vuole dar conto al Parlamento, in questo ha perfettamente ragione, perché il SI’ gli spalancherebbe le porte di un potere assoluto, potendo oltretutto influire sulla scelta dei componenti la Corte Costituzionale. Il servizio, con uno spacchettamento parziale e fazioso ad usum delfini, con slogan da venditore di aspirapolvere, illustrava quelli che, secondo Santa Maria Elena e don Matteo sarebbero gli irrinunciabili vantaggi dell’operazione Salvaitaliaconlanuovacostituzione, ripetendo ad libitum i soliti slogan che ormai non trovano più credito nelle bocche dei nostri due protagonisti, anche perché ripetuti fino allo sfinimento e non più originali, dimostrando che anche se una bugia viene ripetuta più volte, talvolta non diventa verità. S’è pensato quindi, non avendo più nulla di nuovo da dire, di cambiare il soggetto parlante. Certo, in una nazione in cui il Tiggì, che sia Rai 1, 2 o 3, porta la cronaca in casa della gente, presumendone quindi la veridicità, un servizio a proposito della Nuova Costituzione assume il crisma dell’infallibilità papale. Dopo le solite ovvietà miste a bugie, il servizio continuava con due interviste: la prima ad un parlamentare Cinquestelle, Roberto Fico, movimento notoriamente contrario a questa riforma perché mal fatta, ma non contro una riforma costituzionale che non portasse tutto il potere in mano ad una sola persona, come ampiamente dimostrato dai più fini ed esperti, ma altrettanto inascoltati, costituzionalisti. La seconda non è una novità, essendone il protagonista Emanuele Fiano, notoriamente uno dei più fantasiosi difensori di questo governo e delle sua iniziative, insieme a Claudio Romano e Gennaro Migliore. Secondo Fiano, sorrisetto mellifluo e voce flautata, la Nuova Costituzione sarà un toccasana per tutta la nazione, portando ricchezza, amore, fortuna, prosperità e vincite al Lotto. Potere sbilanciato verso il Premier? Ma neanche per sogno! Come avete mai potuto immaginare una cosa simile, in un contesto democratico come quello in cui – grazie a Dio – viviamo e prosperiamo! E poi, il Partito, non si chiama Piddì, che vuol dire Partito Democratico? Come fa un partito che ha nella sua denominazione già un programma di questo genere a comportarsi in modo antidemocratico? Ma siamo matti? E giù una risatina ironica. Come disse il medico al malato di tumore: non si preoccupi, vedrà che presto le sue sofferenze finiranno. La scorrettezza di questa operazione mostra una volta di più, se ce ne fosse bisogno, la svolta autoritaria e dittatoriale del premier Renzi, dopo l’acquisizione in toto dei vertici RAI e non solo di quelli. Oggi don Matteo ha a disposizione tanti bei soldatini che obbediscono al comando del suo sergente maggiore Campo Dell’orto, in totale assenza di obiettività. Infatti gli spazi televisivi sono stati militarizzati a favore solo del suo governo, mancando totalmente un contraddittorio ed una equa divisione degli spazi politici. Il servizio, infatti è stato mandato in onda senza un vero contraddittorio, in quanto l’intervista a Roberto Fico è stata subito seguita da quella a Emanuele Fiano, quasi la correzione paterna alla castroneria detta da un figlio cretino, ma, si sa, i ragazzi sono così, devono crescere. La cosa più grottesca, è che il referendum è stato programmato ab initio, quando la riforma è stata votata a maggioranza semplice, presumendo, Matteo Renzi, che il risultato del conseguente referendum confermativo sarebbe stato nelle sue mani. La cosa corretta sarebbe stata far votare in aula la Nuova Costituzione con la maggioranza prevista per le modifiche agli tabella costituzionali. Ma tant’è, il Bomba va avanti nonostante gli Italiani, il Parlamento e la latitante democrazia – che significa ‘governo del popolo’. E grottesco sarà anche il caso in cui il referendum passi, per cui poi, a cose fatte e impacchettate, ci sentiremo dire che questa era la volontà dei cittadini. Oltre al danno, la beffa, ovvero, cornuti e mazziati, con un governo Renzi che abdicherà non prima del secondo mandato, e a quel punto non possiamo prevedere dove il nocchiero ci avrà condotti. Tutto però, secondo Renzi, in pieno rispetto della democrazia. Quella, diciamo noi, che l’Italia ha abbandonato da tempo. Semmai l’ha conosciuta.
"Ripartiamo da Marsala – Pensieri a due ruote” un evento per riscoprire la città
San Raffaele e Alitalia si uniscono per aiutare i malati, tariffe ridotte del 50%
Strage di Bologna 36 anni dopo: Angela Fresu la vittima più giovane mai ritrovata
di Paolino Canzoneri
Venire al mondo significa far parte della vita terrena sotto forma di organismo esistente, visibile, tangibile, concretamente presente, uomo o donna che sia. Gli anni a venire rappresentano un ciclo di tempo in cui si vive la propria vita e in cui ogni cosa subisce un costante mutamento. Trentasei anni fa nella stazione ferroviaria di Bologna, precisamente il 2 Agosto del 1980, una borsa piena di potentissimo esplosivo, 23 kg di tritolo, una miscela potenziata da 18 kg di gelatinato di nitroglicerina, nascosta sotto una delle poltrone nella sala d'attesa della stazione, deflagrando alle 10:25 sembra abbia cambiato se non annullato questa semplice concezione biologica perchè della piccola Angela Fresu di soli 3 anni non si è ritrovato proprio niente, neanche un frammento, un lembo, neanche una unghia o un capello, come se fosse sparita e dissolta nel nulla, come se un "organismo esistente, visibile, tangibile e concretamente presente" non fosse mai esistito o come si fosse trasformata in particelle, atomi di essere umano sparse nell'aria. La vittima più piccola e più vicina alla borsa con il carico di morte, una combinazione ancora più agghiacciante in un agosto che ha segnato la storia del nostro paese da sempre flagellato da oscure trame eversive di gruppi terroristici neofascisti, di estrema destra e sinistra; misteri, depistaggi di vari apparati dello Stato e servizi segreti, loggia P2 e chissà quanta altra melma ancora da includere in un infinito percorso stragista che aveva già rivelato la sua ferocia con clamorose stragi precedenti mai cosi gravi come questa. Angela Fresu era una bambina di campagna, viveva con la sua famiglia nelle colline di Montespertoli, un comune toscano neanche molto distante da Firenze. Si erano trasferiti dalla Sardegna con il nonno pastore che aveva acquistato una casa e diversi ettari di terreno per coltivare la terra e allevare il bestiame. Il 2 agosto la mamma Maria di 23 anni e due amiche coetanee Verdiana Bivona e Silvana Ancillotti decisero di partire per trascorrere delle vacanze estive sul lago di Garda e avrebbero dovuto salire su un treno in quella mattina. Dalla tremenda deflagrazione delle 10:25, Silvana fu fortunata a salvarsi mentre solo dopo alcune settimane si riuscì a trovare un piccolo frammento umano attribuito a Maria mentre per Angela non si ritrovò proprio nulla. Delle altre 84 vittime del massacro durante i funerali si è potuto dare dignitosa sepoltura mentre la piccola bara bianca di Angela era vuota, un simbolo di un'apparente presenza. Nonostante sia passato cosi tanto tempo resta ad oggi difficile accettare una tragedia simile. Gli oltre 200 feriti che sono sopravvissuti si porteranno dietro i segni del trauma in quella tragica mattina colti nell'improvvisa confusione, di quel caos incomprensibile e inatteso con quell'odore acre e polveroso di detriti e calcinacci che sapeva di morte e con quella puzza asfissiante di bruciato in uno scenario apocalittico che neanche i peggiori incubi sarebbero capaci di farci immaginare. In un bellissimo film "La linea gialla" di Francesco Conversano e Nenè Grignaffini, il cantautore Francesco Guccini recita "A Bologna ad Agosto bisogna starle vicino, non si può mica lasciarla da sola…", quasi come se Bologna stessa fosse appunto una piccola bimba offesa a cui si è estorta senza rimedio una intera vita senza essere in grado di dare una minima motivazione, qual'ora ci fosse, del perchè "i grandi" siano capaci di becere assurdità. La strage non ha eguali nella storia del nostro paese e a distanza di 36 anni in quella stazione, bolognesi e l'Italia intera si raduna per commemorare e piangere le vittime, ascoltando dal palco lo spettacolino delle autorità governative che al solito promettono sviluppi importanti e veloci su certe verità mancanti ed imminenti chiarezze sui mandanti della strage.
I nuovi rifugiati: "Aiutateci se potete"
di Roberto Ragone
“Sono italiano, con una figlia invalida, senza casa ne’ lavoro. aiutateci, se potete”. Questa la scritta su di un cartello che un signore molto dignitoso esibiva al di fuori di un supermercato. Ne abbiamo parlato, ipotizzato, favoleggiato come un paradosso, anche se in televisione – unica mangiatoia di tutti gli italiani – sono apparsi alcuni casi di persone bisognose. La storia non ci racconta cosa ne sia successo dopo che le lucette rosse delle telecamere si sono spente. Di sicuro nelle case grande commozione, negli studi molti applausi, audience sostanziosa, in qualche caso offerte di lavoro e di aiuto in tempo reale, che poi non si sa se siano andate a buon fine. Siamo abituati al nero che ti apostrofa per la strada, con uno zaino in spalla pesante di calze da quattro un soldo, e che ti chiede, extrema ratio, un euro per un panino; e, diciamoci la verità, questa sfacciataggine ci disturba, e allunghiamo il passo per toglierci in fretta da quella presenza. Come siamo abituati a quello che, pur avendo in un canto uno zaino pieno di oggetti vari, ti chiede il carrello, per prendere la moneta che garantisce che lo stesso venga riposizionato. Tutte presenze che oramai abbiamo metabolizzato, e alle quali siamo avvezzi. Come siamo abituati ai cartelli pietosi scritti in finto italiano scorretto da parte di mendicanti professionisti che invadono le grandi città; e di questi ormai conosciamo vita e miracoli, sappiamo che vengono da oltre cortina, che fanno capo ad organizzazioni mafiose e che la sera devono rendere conto di quanto hanno raccolto. Anche da costoro cerchiamo di svicolare. Ma una scena come quella che stiamo per raccontare non ci si era mai presentata: all'esterno del supermarket, il migliore della zona – forse pensando che i suoi clienti siano più facoltosi e quindi disposti a una maggiore generosità, mentre è l'esatto contrario – non vicino all'ingresso, ma dieci metri più in là, fermo piantato in piedi come quelle figure assurde che chiedono l'elemosina tinte di argento o d’oro in pieno centro di Roma, ma molto normale, un signore con un cartello sul petto, scritto in italiano corretto: "Sono italiano, con una figlia disabile, senza casa nè lavoro. Aiutatemi SE POTETE." Subito salta agli occhi il contrasto fra chi ti tampina cercando di impietosirti e la figura, dignitosa, di chi da lontano ti lancia un messaggio di aiuto, rinunciando, per quanto necessario, al suo orgoglio, mettendo subito una condizione, SE POTETE. Riconoscendo che non tutti possono aiutare tutti. C'è chi si toglie la vita, e c'è chi cerca una soluzione nonostante tutto, soprattutto se ha una responsabilità come una figlia disabile. Ne abbiamo favoleggiato, dicevo poc'anzi, e si avverato: i mendicanti siamo diventati noi Italiani, a fronte di assistenze senza freno a chi invece italiano non è, e viene da lontano. Al di là delle speculazioni che hanno colpito le organizzazioni cosiddette 'assistenziali' finanziate dallo Stato o dall'Europa, ci fa male vedere come i 'migranti' si comportano quando sono qui. E non parliamo dei neri che vengono in estate per vendere le loro merci, e che fanno capo a organizzazioni commerciali – l'evasione fiscale delle quali è tutta da verificare. Mi sono accertato che quel signore fosse effettivamente ciò che dichiarava di essere, dopodichè ho contribuito con quanto avevo in tasca. In un attimo ho pensato alla mia casa, modesta, dopo quarant'anni e più di lavoro, alla pensione vergognosa a fronte dei versamenti; al mio gatto, che ha una busta di croccantini da due chili tutti i mesi e una cuccia comoda, e non mi sono vergognato. Non sono io che mi devo vergognare. Purtroppo chi dovrebbe vergognarsi non ci pensa neanche. Dopo il governo cinico, più che tecnico, di Monti, teso a mettere sul lastrico tutta la nazione; dopo il timido accenno di Enrico Letta, fucilato con una pacca sulla spalla perchè indeciso; dopo le alzate d'ingegno del governo Renzi, che – non perdendo la sana abitudine di Pinocchio – dichiara che il 23 di dicembre la Salerno -Reggio Calabria sarà interamente percorribile, mentre sa benissimo che il tratto agibile è stato 'bonificato' di numerosi cantieri e tagliato nel percorso, diventando, al massimo, una Salerno-Cosenza; dopo tutto questo, posso ben dire che chi dovrebbe vergognarsi è impegnato in tutt'altre faccende, figuriamo pensare agli Italiani indigenti, pur sapendo che sei milioni e passa dei nostri compatrioti sono in miseria totale. Poi penso alla Boldrini e alle sue dichiarazioni, chiedendomi anche se sia consentito ad una figura super partes come la sua di fare politica e tenere comizi, enunciando principi sociali assolutamente personali. Cara signora Laura Boldrini, lei che vuole sostituire gli Italiani con gente purchessia venuta da dovunque perchè dice che gli italiani non fanno più figli, – metteteli in condizioni di mantenerli e vedrete – anche lei potrebbe essere leggermente toccata da un sano senso di vergogna quando le dovesse capitare di vedere queste cose. Oppure gioirebbe, nel constatare che 'finalmente' anche gli Italiani hanno acquisito la cultura che viene da lontano, sui barconi? Nel vedere che oggi a chiedere l'elemosina non sono più i popoli di colore, ma i nostri vicini di casa? E' questa la cultura che lei si adopera per diffondere? Oggi tutta quella gente – bisognosa, degna di ogni affetto e rispetto, senza dubbio, che fugge dalla guerra e dalla miseria – non chiede più l'elemosina, perchè decine di organizzazioni vere o false no-profit se ne prendono cura, quindi loro sono a posto. Bisognerà, a questo punto, visto che il bisogno di sopravvivere si è spostato, crearne di nuove, che si prendano cura dei nostri amici, parenti, vicini di casa. No, non sono io , non siamo noi che ci dobbiamo vergognare. Ma c'è chi la vergogna, e non solo in questi casi, non sa proprio dove abita.