NAPOLI, DE MAGISTRIS: "ABBIAMO SCRITTO LA STORIA"

di Marco Martone

Napoli – Appena eletto aveva incontrato i propri elettori, indossando anche la maglietta del napoli, con il numero 1 sulle spalle. Poi ha rivendicato la propria leaderschip in città bacchettando gli avversari e tendendo la mano al premier Renzi e al governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Un De Magistris raggiante, euforico e anche simpaticamente ironico, quello che ha incontrato la stampa a 24 ore dal successo elettorale che lo ha decretato per il secondo mandato consecutivo come sindaco di Napoli.

«Lettieri ha avuto una sconfitta pesante. Ha fatto di tutto, sia per via istituzionale che giudiziaria, soprattutto nella prima fase del mandato, per farci cadere. Con lui non ci sarà nessun margine di dialogo in consiglio comunale». Ad affermarlo è il sindaco di
Napoli Luigi de Magiatris nel corso della conferenza stampa di commento al ballottaggio che lo ha visto riconfermato per la seconda volta. «Brambilla – spiega de Magistris – si è fatto la sua onesta campagna elettorale. Valente pure, anche se ha schierato il Governo, ma ora si ricomincia da zero a zero e palla al centro. C'è un'opposizione con cui dialogheremo, ma con Lettieri no. Per me può andare a casa, politicamente non lo riconosciamo». «Lettieri – aggiunge – ci dica i soldi che ha messo in campo per la campagna. Certamente non sono quelle centinaia di migliaia di euro che dice. Ci sono manifesti ovunque». «Credo – incalza l'ex pM – che abbia sbagliato la campagna elettorale. Ha scelto di puntare su una comunicazione di una
Napoli come città pessima è sprofondata. Ma è sotto gli occhi di tutti che in 5 anni è migliorata. Mettetevi nei panni di un turista che viene qui e trova quei cartelli, così lo fai scappare». «È stato un errore di comunicazione. Noi – scherza de Magistris – abbiamo i geni guastatori infiltrati, ringrazio i suoi comunicatori. Così come ringrazio il Pd per quelle primarie di Napoli. Se continuano così io divento presidente del consiglio». «Cosa deve fare ora Lettieri? Pensasse all'Atitech, perchè non credo che dopo Berlusconi e Renzi ci sarà un altro premier che gli darà soldi per salvarla. Lo faremo forse noi, con una mano, ma per i lavoratori».

“Lettieri ha messo in campo soldi e manifesti ma anche stavota nun’ te jut buon”, ha detto il primo cittadino facendo riferimento ad uno dei tanti slogan scelti dal suo avversario. “Abbiamo scritto un pezzo di storia”, ha aggiunto De Magistris che ha parlato dei tanti ostacoli politici trovati sulla strada. “Abbiamo avuto tutti contro. Lettieri ha messo in campo di tutto e di più, tranne la politica. Dipingendo una città morta. Renzi e tutto il governo hanno scelto Napoli per evitare che De Magistris potesse vincere. La loro campagna elettorale non era tanto a favore della Valente ma contro di me. Il Partito democratico si schierato a livello nazionale e non è arrivato nemmeno al ballottaggio. Anche Bassolino è stato schierato contro di noi, prima della sconfitta alle primarie e inoltre non abbiamo avuto nessun organo di informazione a sostegno. Il movimento a Cinque Stelle ha fatto la campagna elettorale contro De Magistris e al ballottaggio hanno detto di non votare. La stampa non ci ha risparmiato tutto e questo va bene, siamo stati pungolati”.

Sollecitato anche dalle domande dei cronisti, il sindaco, che ha potuto festeggiare anche il proprio 49esimo compleanno, ha poi rivolto lo sguardo al futuro, ai prossimi cinque anni, di lavoro e di buoni propositi. “Napoli vuole tornare ad essere capitale e ha dato una risposta forte e chiara a chi pensava di fermare la rivoluzione popolare. È un risultato del popolo. Il mio impegno è far diventare Napoli soggetto politico. Detto in poche parole, quello che ci avete tolto per decenni, ora ce lo andiamo a prendere”. Un riferimento anche al dato sull’astensionismo. “La cifra astensione è alta ma va detto che si votava solo domenica e a Napoli l’estate è cominciata. Non è vero che quelli che si sono astenuti erano contro il sindaco. A Napoli ha vinto non la protesta ma un soggetto politico e una militanza”.

Infine un riferimento al governo nazionale “Chiederò a Renzi un incontro per parlare di Napoli e dei suoi problemi. Al momento non sono arrivate telefonate da Roma ma mi interessa che il governo sappia che il popolo ha scelto democraticamente”. Anche su Bagnoli nessuna “guerra” con il governo nazionale. “Vogliamo accelerare. Aspetto un gesto di buona volontà da Renzi. Fissiamo tempi e modi. Il nostro progetto è perfettibile”.

Massima collaborazione istituzionale anche con il presidente della Regione De Luca, “che ha avuto una caduta di stile, intervenendo per aiutare Lettieri ma adesso zero a zero palla al centro e senza polemiche sono pronto a dialogare”.  Anche Gianni Lettieri ha incontrato la stampa. “Ho la coscienza a posto. Sono un imprenditore che ama la sua città e i napoletani, mi sono impegnato per fare qualcosa a prescindere dall’ideologia politica e dai partiti. Posso dire di essermi impegnato per Napoli. Mi auspico che ora lo facciano anche altri, imprenditori e non, come ho fatto io da cittadino e da scugnizzo”, ha detto il candidato del centrodestra. Sul dato relativo alla forte astensione, Lettieri si è detto “molto preoccupato”. “Non si può lasciar decidere cosa accada alla città nei prossimi cinque anni, a tre persone su dieci”, “c’è gente rassegnata che deve smettere di abituarsi alle cose e l’abitudine porta alla rassegnazione e l’indifferenza”.




TORINO A CINQUE STELLE: IL NUOVO SINDACO È CHIARA APPENDINO. SU TAV: "PORTERÒ LE RAGIONI DEL NO"

Redazione
 
Torino – Il nuovo Sindaco di Torino è Chiara Appendino del M5s. Ha ottenuto ben 202.754 voti, raggiungendo il 54,56%, il suo sfidante Piero Fassino invece ha ottenuto 168.880 voti, raggiungendo il 45,44%. Si è votato in 919 sezioni del capoluogo piemontese. Fassino ha commentato così “E' evidente dal voto che il centrodestra ha votato in blocco la candidata M5S. Per il centrodestra era un'occasione troppo ghiotta far perdere il centrosinistra a Torino dopo 23 anni. Questa motivazione ha prevalso sopra ogni altra cosa”. Il sindaco uscente aveva fatto una prima analisi in merito al voto delle elezioni ed era le seguente “Noi confermiamo i voti del primo turno, il dato aritmetico è inequivocabile: l'elettorale di centrodestra ha fatto convergenza sulla Appendino. L'esito delle comunali deve forse far compiere una riflessione anche di tipo politico perché questa situazione si è verificata solo dove la sfida era tra centrosinistra e M5S”. L’affluenza alle ore 12:00 era del 14,79%, nel primo turno invece era di 14,05%. Alle ore 19:00 invece si raggiunge il 39,15%, invece al primo turno l’affluenza è stata del 41,31%. Alle 23:00 è stata del 54,41%, leggermente in calo rispetto al primo turno che invece ha raggiunto il 57,17%. 
 
"Un sindaco non può bloccare la Tav, quello che farò è portare al tavolo le ragioni del 'no', dialogherò con tutti e ascolterò le ragioni di tutti e se non ci sarà dialogo possibile lasceremo l'Osservatorio". Così la neo sindaca di Torino Chiara Appendino. "Faremo quello che c'è scritto nel nostro programma – aggiunge – non ci sarà nessun trasformismo. Quello che ha fatto il voto è riaprire un dibattito in città e questo è un bene per tutti a prescindere dagli schieramenti politici".



BOLOGNA: VINCE IL BALLOTTAGGIO VIRGINIO MEROLA CON IL 54,6%

Redazione
 
Bologna – Il sindaco uscente Virginio Merola vince il ballottaggio con il 54,6% e batte la sua sfidante Lucia Borgonzoni che si ferma al 45,4%. I cittadini confermano quindi Merola come Sindaco della città di Bologna, che porterà avanti un percorso iniziato ben cinque anni fa. Nel 2010 vince le primarie, dopo l’esperienza Delbono, il commissariato di Annamaria Cancellieri e il ritiro di Maurizio Cavenini. Nel suo primo mandato vince al primo turno e si circonda da assessori giovani e carismatici che hanno puntato molto sullo sblocco di infrastrutture, un argomento su cui si puntava e discuteva da anni a Bologna. Un altro obiettivo è stato quello della pedonalizzazione. Le scelte, spesso radicali, sul traffico non hanno messo d’accordo l’intera cittadinanza e hanno creato delle spaccature tra i cittadini. Merola inoltre si è battuto per voler celebrare in città la prima unione civile che lui chiama “notte gay” e ha detto “un sindaco normale di una città speciale”. In merito alle elezioni, Merola ha riferito  che il Pd ha avuto il risultato migliore perché ha seguito una linea del centrosinistra unita e non una linea fai da te del partito. Ha aggiunto inoltre “Cosa dirò a Renzi? Gli dirò che ci sono questioni nazionali che vanno affrontate”.
 
Per quanto riguarda l’affluenza alle urne, alle ore 12:00 si è registrata un’affluenza pari al 17,72%, al primo turno invece si era registrata un’affluenza del 19,97%. Alle ore 19:00 l’affluenza registrata era del 41,78%, al primo turno invece era del 46,46%. Alle ore 23:00 si registra il 53,46%, un calo rispetto al numero registrato al primo turno che era del 59,83%. 



DI MAIO (M5S): "ORA SIAMO PRONTI A GOVERNARE IL PAESE"

Red. Politica

 "Noi siamo pronti a governare il Paese, ora dobbiamo chiederlo ai cittadini se ci stanno. Ma con i risultati di Roma e Torino, i cittadini dimostrano che riconoscono il Movimento come forza di governo. Dicevano che saremmo stati un fuoco di paglia, non lo siamo stati". Così Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, commentando i risultati dei ballottaggi. "Un dato è chiaro – dice Di Maio – gli italiani ci riconoscono la capacità di governare. Oggi succede a Roma e Torino, poi toccherà al resto del Paese. E vorrei sottolineare che se i torinesi e i romani hanno votato le nostre candidate e perché gli altri parlavano di Olimpiadi e referendum, mentre noi affrontavamo temi concreti". Di Maio punta poi il dito contro "la campagna diffamatoria portata avanti contro la Raggi, tornata indietro come un boomerang. Da domani spero inizieremo a parlare di temi concreti e non quelli imposti dalle Lobby a Renzi. Lo stile decisionista di Renzi se fosse stato al servizio del bene comune e non delle lobby sarebbe stato premiato, ma così non e' stato".




COMUNALI, BALLOTTAGGI: ALLE 19 HA VOTATO IL 36,56%

Redazione

E' stata del 36,56% l'affluenza alle urne rilevata alle 19 nei 113 comuni – esclusi il Friuli Venezia Giulia e la Sicilia – chiamati al ballottaggio per l'elezione dei sindaci. Il dato è stato diffuso dal Viminale. Al primo turno, alla stessa ora, la percentuale dei votanti era stata del 43,72%.

TORINO – E' stata del 39,15% l'affluenza alle urne per il ballottaggio per l'elezione del sindaco tra Piero Fassino (centrosinistra) e Chiara Appendino (M5S). Al primo turno l'affluenza alla stessa ora era stata del 41,32%.

ROMA – E' stata del 34,90% l'affluenza alle urne rilevata alle ore 19 per il ballottaggio per l'elezione del sindaco tra Virginia Raggi (M5S) e Roberto Giachetti (centrosinistra). Al primo turno l'affluenza alla stessa ora era stata del 39,39%.

TRIESTE – E' stata del 38,19% l'affluenza alle urne rilevata alle 19 per il ballottaggio per l'elezione del sindaco tra Roberto Cosolini (centrosinistra) e Roberto Dipiazza (centrodestra). Lo si rileva dal sito della Regione FVG. Al primo turno l'affluenza alla stessa ora era stata del 42,27%.

NAPOLI – E' stata del 25,27% l'affluenza alle urne rilevata alle 19 per ballottaggio per l'elezione del sindaco tra Luigi De Magistris e Gianni Lettieri. Al primo turno l'affluenza alla stessa ora era stata del 37,99%.

BOLOGNA
– E' stata del 41,64% l'affluenza alle urne rilevata alle 19 per il ballottaggio per l'elezione del sindaco tra Virginio Merola (centrosinistra) e Lucia Borgonzoni (centrodestra). Al primo turno l'affluenza alla stessa ora era stata del 46,36%.

MILANO – E' stata del 39,72% l'affluenza alle urne rilevata alle 19 per il ballottaggio per l'elezione del sindaco tra Giuseppe Sala (centrosinistra) e Stefano Parisi (centrodestra). Al primo turno l'affluenza alla stessa ora era stata del 42,43%.




ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016, BALLOTTAGGIO: HA VOTATO IL 15,22%

di Angelo Barraco
 
Roma- Sono circa 8.610.142 i cittadini che oggi andranno a votare, dilazionati in ben 126 comuni, sei capoluogo di regione –Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna,Trieste, e 14 province, Benevento, Brindisi, Carbonia, Caserta, Crotone, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Olbia, Pordenone, Ravenna, Savona e Varese. Le urne rimarranno aperte fino alle ore 23, per il ballottaggio delle elezioni del 05 giugno scorso, in cui gli italiani si sono recati alle urne per il rinnovo delle amministrazioni comunali e le elezioni del Sindaco. I dati pubblicati sul sito del Ministero Dell’Interno riportano che l’affluenza del votanti in Italia è del 15,22%, percentuale nettamente in calo rispetto al primo turno che aveva raggiunto il 17,66%. In Piemonte hanno votato il 14,89% dei cittadini, al primo turno invece si sono recati alle urne il 14,52% di essi. Percentuale quasi in leggero aumento a Torino, dove ha votato oggi il 14,79%, rispetto al primo turno dove ha votato il 14,37%. Anche la Lombardia presenta un forte calo di votanti, ben il 14,75%, rispetto al 16,75% che si sono recati alle urne al primo turno. Milano ha visto il 14,94% di votanti, nel primo turno invece ha votato il 17,14%. Forte calo anche in Campania, dove il numero dei votati ha raggiunto appena che il 12,08%, rispetto al 18,96% del primo turno. Napoli raggiunge il 10,36%, rispetto al 18,03% del primo turno. 



L'OMBRA DEI POTERI FORTI: ORA IL ‘REMAIN’ HA ANCHE UN MARTIRE

di Roberto Ragone
Stando a ciò che riferiscono le ultime notizie, Ellen Jo Cox, parlamentare laburista inglese e sostenitrice della permanenza del’Inghilterra in Europa, sarebbe stata assassinata da uno squilibrato.  All’inizio sembrava che qualcuno lo avesse udito gridare “Britain First”, un po’ come l’”Allah Aqbar” dei musulmani quando si fanno esplodere, ma poi il comitato che porta questo nome ha smentito ogni appartenenza dell’assassino alla loro organizzazione. Successive indagini hanno portato a ricostruire la personalità del 52enne Tommy Mair, formalmente neonazista affiliato alla National Alliance, un tempo la prima organizzazione neonazista degli Stati Uniti; sostanzialmente una mente debole, alla mercè di chi lo avesse voluto ultilizzare. Tommy Mair, una mina vagante, una scheggia impazzita a disposizione di chiunque lo avesse voluto usare per qualsiasi motivo, e l’occasione è arrivata. È troppo facile attribuire l’omicidio soltanto a Mair, tirando in ballo le sue idee razziste e neonaziste.

La Cox, secondo i giornali, era minacciata di morte da parecchi mesi, ma nessuno se ne era preoccupato, non solo di indagare sulle minacce, per sincerarsi se fossero o meno preoccupanti, ma neanche di fornirle una scorta. Mettere un agente di polizia o due accanto ad un parlamentare minacciato di morte non richiede mesi di tempo, e sarebbe bastato questo per neutralizzare un attentatore folle, armato, per di più, di un'arma autocostruita, oltre che di un coltello, per adoperare il quale ha necessariamente dovuto avvicinarsi alla vittima fino ad un contatto fisico. Qualsiasi passante benintenzionato, a quel punto, avrebbe potuto sventare la minaccia, con buone probabilità di successo.

Si è parlato di razzismo e di neonazismo, ma i mandanti potrebbero essere ben altri, vista la posizione della Cox e la sua rappresentatività in Parlamento. Qualcosa tipo una vittima scarificale, designata da 'Poteri Forti' per creare un'emozione nell'opinione pubblica, notoriamente legata, in Gran Bretagna, ai valori della tradizione e della monarchia, quindi più propensa di altre nazioni all'uscita da un'Europa che potrebbe snaturare questi valori. Quindi un'ondata emozionale contraria alla Brexit. Immaginiamo di dover scrivere la trama di un film di James Bond, utilizzando fatti e persone del momento.

Tutto ciò che diremo da adesso in poi è fantasia, condita con un pò di suspence, perciò non la prendete per buona. Dunque: in questi giorni tutto il Regno Unito è in fibrillazione, spaccato in due da una Brexit che ha preoccupato molto i ‘Poteri Forti’, quelli che dell’Europa hanno fatto la loro mangiatoia. Frequenti  e febbrili sondaggi hanno portato a concludere che, a pochi giorni dal voto al referendum, i sostenitori dell’uscita dell’Inghilterra dall’Europa delle banche e delle lobby erano in netta e crescente maggioranza. Occorreva escogitare qualcosa per riportare le sorti a favore del ‘Remain’. Le conseguenze dell’uscita dell’Inghilterra dall’Europa sarebbero state forse fatali per tutta l’Unione, tenuta insieme con lo sputo dopo l’invasione dei migranti e i problemi di accoglienza di alcuni Paesi membri. 

Lo sfascio dell’EU sarebbe fatale per i piani dei ‘Poteri Forti’, che non potrebbero più controllare tutti e 28 i Paesi in un solo cesto, imponendo loro politiche commerciali tipo ITTP. Ricordiamoci che le leggi dell’Europa sono prevalenti su quelle di ogni singolo Paese, cioè che in pratica abbiamo, tutti noi, perso ogni possibilità sia di stampare moneta, sia di promulgare leggi che possano essere di vantaggio alla nazione, se non con il beneplacito del Consiglio Europeo – che sappiamo bene da chi è controllato; oltretutto le disposizioni del Consiglio non sono appellabili, vanno eseguite e basta, pena salatissime multe. Oltre alle grosse somme di denaro da versare ogni anno nelle sue casse, senza averne un reale beneficio, a vantaggio di una Unione i cui interessi sono molto lontani dai reali bisogni dei comuni mortali, tutta tesa a politiche per noi incomprensibili.

Un granellino di sabbia, ma direi una pietra d’inciampo,  rischiava perciò di far fallire tutto il piano architettato fin dal 1953, quando fu costituita la Bilderberg, la misteriosa società che, pur non essendo segreta, in realtà ha dei fini non palesi al grosso pubblico: un gruppo di persone che si riunisce alla luce del sole, ma delle cui riunioni non si sa nulla; un gruppo di persone che decide del nostro destino, e il cui scopo principale è il controllo. Si è parlato di Trilaterale, di Bilderberg, di nuovo Ordine Mondiale, il cui guru sarebbe il miliardario americano Rotschild: chiamatela come volete, ma un'ombra nera si allunga sull'Europa e i suoi abitanti, o almeno come tale viene percepita. Come Oswald ha fatto comodo a suo tempo ai reali mandanti dell’assassinio di John Kennedy, così Tommy Mair nella finzione romanzesca può far comodo a chi voleva ribaltare il risultato del referendum Brexit, almeno quello che prepotentemente emergeva dai sondaggi, creando un martire. Un fatto di sangue così impressionante non ha potuto far altro che scuotere gli Inglesi, inducendo molti a non appoggiare una fazione che si era dimostrata assassina – quella appunto contro la permanenza in Europa – e a volere in un certo senso rendere omaggio ad una donna giovane, madre di figli, sostenitrice delle classi meno agiate, proiettata verso l’integrazione, che era stata uccisa brutalmente. Il vantaggio immediato è stato delle banche, che, penalizzate alla luce dei primi sondaggi, hanno recuperato alla grande tutto ciò che sulla carta avevano bruciato nei giorni scorsi, già prevedendo una vittoria del ‘Remain’ al referendum. Cinismo? Certo, ma le banche sono ciniche per definizione; ‘Pecunia non olet’ diceva l’imperatore romano Vespasiano, l’inventore dei cessi pubblici a pagamento. Allora? Siamo veramente di fronte ad una nuova ‘Spectre’, il nemico giurato di 007, l’agente segreto dell’MI 6? Fino a che punto si può arrivare per proteggere un progetto come quello descritto? Si può arrivare all’omicidio?

A questo punto del giallo possiamo inserire un altro personaggio ben noto al grosso pubblico italiano, anche a quello che seguiva ogni pomeriggio una trasmissione molto popolare, che si ispirava a processi reali: parliamo di ‘Forum’ e del giudice Imposimato, autore di alcuni libri che riguardano i misteri della nostra nazione. Il 4 di aprile del 2013 il giudice Imposimato – molto noto non solo per Forum, ma per avere indagato sulle Brigate Rosse – in una intervista rilasciata a ‘La Zanzara’ dichiara: “Ho trovato un documento che mi ha lasciato sgomento, dove quando si parla di stragi si parla anche del gruppo Bilderberg. Un documento in possesso di un terrorista di Ordine Nuovo, Ventura. Io credo a questo documento. Ho fatto delle verifiche, e posso dire che dietro alla strategia della tensione e alle stragi c’è anche il gruppo Bilderberg, una specie di Grande Fratello che sta sopra, manovra, si serve di terroristi e massoni.” Potrebbe essere una moderna Spectre, ma ci manca lo 007 di turno. Attenzione a quell'anche pronunciato da Imposimato: significa che secondo lui dietro i misteri italiani non c'è solo la Bilderberg. A questo punto il romanzo finisce, senza una soluzione. D’altra parte i racconti più interessanti sono proprio quelli che lasciano nel lettore la curiosità, e gli danno la possibilità di immaginare la conclusione che preferisce.
 




FABRIZIO BRACCONERI: RICOVERATO A PALERMO, ECCO COSA DICE IL SUO MEDICO

Red. Cronaca
 
Palermo – Fabrizio Bracconeri, celebre attore romano e conduttore televisivo, famoso per la sua conduzione nel celebre programma televisivo “Forum” e per aver recitato in film come “Acqua e Sapone e nella serie tv “I ragazzi della 3°C” è da ieri, 16 giugno, ricoverato presso la casa di cura Torina di Palermo in stanza privata, al quinto piano a causa di una febbre di origine da determinare. Il celebre attore e conduttore sta facendo una terapia infusionale antibiotica e orale. E’ assistito dal suo medico personale nonché amico, Dott. Nicolò Renda che ci ha riferito: “Ho ritenuto che il sig Bracconeri dovesse essere sottoposto in regime di ricovero perché il pz era defedato , cachettico, con una febbre d.n.d.d. Che necessitava di ulteriori accertamenti . Nei prossimi giorni potremo darvi maggiori informazioni”. Ulteriori notizie in merito alle condizioni dell'attore verranno rese note nei prossimi giorni.



MATTEO RENZI, OPERAZIONE REFERENDUM: I SOLDI DEGLI ITALIANI E… JIM MESSINA

di Roberto Ragone

Tutti abbiamo capito che la faccenda della Riforma Costituzionale, con annessa legge elettorale Italicum, è vitale per il governo Renzi. Ma forse non abbiamo capito fino a che punto. Sono lecite tutte le illazioni, ma per scoprire le carte fino in fondo bisognerebbe esser addentro alle segrete cose. Possiamo comunque farci un’idea dell’importanza del referendum e del SI’ per Renzi da fatti accessori che nonostante tutto emergono all’attenzione di un osservatore attento, mentre sono accuratamente celati al grande pubblico. Per intenderci, quello che ancora ascolta e da credito alle fantasiose dichiarazioni di don Matteo in televisione. Il Fatto Quotidiano riporta che negli ultimi tempi, a fronte di 79 ore di Renzi in TV per la campagna del referendum per il SI’, ci sono stati solo 79 secondi per la campagna del NO, a riprova dell’invasione autoritaria di questo governo, avallata dal comportamento decisamente non obiettivo della Rai, dove la mano di Renzi ha fatto le nomine.

Di solito un personaggio come Jim Messina si assume per eventi importanti, come hanno fatto Obama e la Clinton, il primo per la sua rielezione alla Casa Bianca nel 2012, la seconda attualmente in corsa per la prossima presidenza degli Stati Uniti, e candidata del Partito Democratico. Jim Messina è un personaggio ben conosciuto a Washington: Dan Pfeiffer, Senior Advisor del Presidente degli Stati  Uniti, lo definisce “La persona più potente a Washington di cui non avete sentito parlare.” Messina, come si può immaginare del suo cognome, è di origine italiana, e nel 2013 ha ricevuto il Machiavelli Award, come Americano Democratico Italiano dell’anno.  È nato a Denver, in Colorado, laureato a Boise, in Idaho, nel 1993 ha conseguito la Bachelor of Arts in Scienze Politiche a Giornalismo alla University of Montana, nel 1993. Nel 1995 è assunto dal senatore democratico Max Baucus, del Montana. Nel 1999 è capo del personale per la senatrice democratica Carol Mc Carthy, al congresso degli Stati Uniti. Nel 2002 corre nella campagna per la rielezione di Max Baucus. Dal 2002 al 2004 è capo del personale per il senatore americano Byron Dorgan, del Nord Dakota. Nel 2005 è ancora con il senatore Max Baucus come capo di stato maggiore. Messina è stato accreditato dal New York Times Magazine come l’autore della sconfitta del Presidente Bush. Nel 2008 è assunto come capo del personale per la campagna di Obama alla presidenza degli Stati Uniti, con a disposizione 750 milioni di dollari, per cui ebbe a dichiarare al New York Times: “È come avere le chiavi di una fottuta Ferrari.”
La campagna condotta da Jim Messina fu definita dal Bloomberg Business Week “Il corso accelerato di più alto wattaggio mai intrapreso.” Dopo la vittoria di Obama, Messina è stato nominato capo del personale, e successivamente vice-capo di Stato maggiore alla Casa Bianca, guadagnandosi il soprannome di ‘The Fixer’ per le sue relazioni politiche. Nel 2013 Messina fonda il ‘Messina Group’, allo scopo di fornire consulenza strategica alle campagne politiche, alle organizzazioni di difesa e alle imprese. Con la guida dei più importanti leader della tecnologia, Messina ha abbandonato ogni metodo tradizionale di campagna politica, fondendo tecnologia e politica in modo imprevedibile. L’Associazione Americana dei Consulenti Politici lo ha incoronato ‘Miglior Stratega dell’anno’. Nel gennaio 2013 l’amministrazione Obama ha annunciato il lancio di una nuova strategia di difesa allo scopo di promuovere le politiche del Presidente, con Jim Messina come presidente nazionale.

Nel gennaio del 2016 Jim Messina è stato assunto dal Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi come responsabile della campagna per il referendum costituzionale del mese di ottobre 2016. Quest’ultima notizia ci riguarda da vicino, per più di una riflessione. Dando per scontato che un personaggio come Jim Messina non si paga a santini e bruscolini, certamente Matteo Renzi ha dovuto allargare i cordoni della borsa per qualche centinaio di migliaia di dollari, se non di più. Peccato che don Matteo li spenda per sé, e non per la nazione, visto che tutto il denaro di cui dispone ha una unica provenienza, cioè le nostre tasche.
Dopo l’aereo personale, attualmente, pare, inservibile, ma che comunque costa 40.000 euro al giorno, il premier si permette il lusso di ingaggiare il consulente più importante e sicuramente meglio pagato al mondo, e per cosa? Per una consultazione che dovrebbe essere ‘popolare’, con un comportamento antidemocratico teso ad influenzarne il risultato e quindi per falsare in ogni caso la volontà dei cittadini. Non abbiamo dubbi sulla capacità di Jim Messina, dimostrata più volte nel corso della sua carriera a fianco dei personaggi più potenti del mondo.

Se Obama gli ha potuto mettere a disposizione 750 milioni di dollari, possiamo conoscere il budget che invece gli ha offerto Renzi, o almeno quello che Messina gli ha richiesto, fatte salve le competenze del suo ‘Messina Group’? Davvero la trasparenza  non è la caratteristica migliore di questo governo Renzi.
In ogni caso, la posta in gioco è più alta di quello che ci vogliono far credere, con tutte le falsità che ci propinano, e di cui abbiamo già ampiamente scritto su queste colonne, riportando anche pareri autorevoli di costituzionalisti come Lorenza Carlassare, che non sarà consulente del Presidente Obama, ma è una persona di tutto rispetto e fiducia. Facendo due conti, e tenendo presente che la permanenza dell’Italia in questa Europa è importante per i poteri forti – banche, lobby e multinazionali – possiamo vedere chiaramente che tutta la faccenda è tesa ad ottenere in Parlamento una maggioranza bulgara, dopo avere svuotato di ogni potere un Senato fatto di nominati – e che nominati!  Questo per avere le ‘mani libere’ e condurre l’Italia dove i poteri forti vogliono che sia condotta.

Se l’operazione referendum dovesse fallire, crollerebbe tutto il castello di carte, e dopo la Brexit, forse anche noi potremmo liberarci di questa catena al collo, dato che l’Europa non ha mai fatto il bene dell’Italia, anzi, i guai sono iniziati proprio con l’euro e Prodi.  Ecco perché la presenza e la consulenza di un guru occulto come il già collaudato e super pagato Messina diventa necessaria e non più surdimensionata rispetto all’occasione. L’etica non è proprio il lato forte della politica, particolarmente quella di questo governo. Ci si chiede: è morale tutto ciò? È morale impiegare contro il parere democratico dei cittadini il loro stesso denaro? È morale super pagare un personaggio come Jim Messina per distorcere la volontà dei cittadini, che già si immagina orientata diversamente, dato che Messina è stato assunto a gennaio di quest’anno? È morale indire un referendum, che è la massima espressione della volontà popolare, per poi falsarne il risultato? È morale tutto ciò invece di accettare democraticamente di intraprendere la strada che la maggioranza dei cittadini ha scelto? Ricordiamocene ad ottobre, quando andremo a scegliere fra il SI’ all’addio definitivo alla possibilità di avere un governo democratico, e il NO all’autoritarismo, ad una svolta autoritaria che potrebbe portarci indietro di qualche decennio, e metterci in mano a dei padroni indesiderati. A proposito, di recente si è ancora riunita la Bilderberg, per decidere cosa non si sa, ma si può immaginare.
 




MASSACRO DEL CIRCEO: PARLA LA GENETISTA MARINA BALDI

di Angelo Barraco
 
Roma – Il massacro del Circeo è una di quelle pagine nere della storia italiana che sono indelebili, irremovibili a causa dell’efferata crudeltà messa in atto da Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido ai danni di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, due ragazze che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 17 e 19 anni. Due ragazze di bell’aspetto e che vivevano in condizioni economiche modeste che vengono portate in una Villa si San Felice Circeo. Ghira, Izzo e Guido torturano per 36 ore le ragazze con bastonate, violenze sessuali. Le chiudono in bagno ed esercitano ripetute violenze fisiche. Rosaria Lopez è morta a seguito dell’immersione della sua testa nella vasca da bagno piena d’acqua che ne ha causato l’annegamento, aveva subito anche numerose violenze fisiche. Donatella Colasanti invece si è salvata perché si è finta morta. Nel 1976 arriva il processo: ergastolo per Izzo, Ghira e Guido. Ma Ghira non c’è poiché si da latitante e fugge nella legione spagnola.  Nel 2004 Izzo ottiene la semilibertà e uccise Maria Carmela Linciano (49 anni) e Valentina Maiorano (14 anni), madre e figlia. Le donne vennero legate, soffocate e sepolte nel cortile di una villetta in provincia di Campobasso. Gianni Guido, il terzo killer del Circeo viene affidato ai servizi sociali in data 11 aprile 2008, dopo 14 anni nel carcere di Rebibbia. E’ evaso dal carcere diverse volte e per 11 anni ha vissuto all’estero, in carcere ha trascorso poco meno di 22 anni. 
 
Oggi il caso può considerarsi ufficialmente chiuso poiché è arrivata la conferma che il corpo sepolto nel cimitero di Melilla appartiene ad Andrea Ghira. La conferma arriva dalla consulenza sui resti del corpo che è stato riesumato in data 15 gennaio 2016 dopo che la Procura ha deciso di riaprire nuovamente il caso e mettere la parola fine su questa orribile vicenda. Il Corriere Della Sera, che ha dato la notizia esclusiva, riporta che la “relazione dei medici legali nominati dall’accusa, i professori Giovanni Arcudi e Giuseppe Novelli, stabilisce con assoluta certezza che il materiale organico analizzato è dell’unico dei tre mostri del Circeo sottrattosi alla giustizia, già prima della sentenza all’ergastolo pronunciata in primo grado nel 1976”. La consulenza conferma quindi l’esito degli esami effettuati nel 2005, Massimo Testa De Andres è Andrea Ghira. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato in esclusiva la Dott.ssa Marina Baldi, Biologa e specialista di Genetica Medica nonché consulente tecnico in materia di genetica forense che è stata contattata dall’Avvocato Chiriatti per conto della famiglia Lopez per seguire la vicenda.
 
– E’ ufficiale, i resti rinvenuti a Melilla sono di Andrea Ghira: I tempi che hanno portato alla tanto attesa conferma sono stati lunghi, come mai?  
Al momento la notizia è solo giornalistica e non abbiamo ancora avuto modo di vedere la relazione tecnica depositata in procura. Comunque le procedure che devono essere utilizzare per l'analisi da ossa sono lunghe e complesse e in questo caso la situazione era peggiorata dal cattivo stato di conservazione delle stesse. È stato quindi necessario un lungo trattamento di decalcificazione che ha preso tanto tempo.
 
– Qual’era lo stato di conservazione delle ossa di Ghira e quali sono state le difficoltà in cui vi siete imbattuti?
Le ossa erano immerse nella terra, quindi lo stato di conservazione era pessimo. Terra, muffe e batteri hanno reso difficile l'estrazione del DNA, che può avvenire solo dopo lunghi periodi di incubazione e lavaggi accurati. Inoltre è stato necessario utilizzare kit di amplificazione tra i più moderni ed efficaci, in grado cioè, di consentire l'ottenimento di profili leggibili anche a partire da campioni degradati.
 
– Che genere di analisi vengono effettuate sulle ossa?
L'analisi effettuata è stata la classica analisi forense del DNA nucleare, che ormai viene eseguita su salme anche scheletrizzate senza problemi interpretativi
 
– Come mai l’esito di 10 anni fa non diede certezza assoluta?
10 anni fa i kit di amplificazione erano meno sensibili e non fu possibile estrarre ed analizzare il DNA nucleare, ma solo il mitocondriale che non serve per l'identificazione personale, ma consente solo di attribuire un soggetto ad una famiglia con una parentela per via femminile.
 
– Quando ha iniziato ad occuparsi della vicenda e in che veste?
Sono stata contattata dall'Avvocato Stefano Chiriatti per seguire la vicenda per la famiglia di Rosaria Lopez, dopo alcuni anni dalla prima esumazione. Preparai una relazione in cui evidenziavo che l'analisi del DNA mitocondriale non era esaustiva,  e tale consulenza fu studiata dalla procura e dai suoi consulenti i quali confermarono le mie conclusioni e concordarono sulla necessità di dover procedere ad una nuova esumazione e a nuove analisi 
 
– Che opinione ha in merito a questa terribile vicenda che ancora oggi è un “nervo scoperto” per l’Italia ma che oggi finalmente ha avuto un epilogo?
Sono contenta che sia finita e che si sia messo un punto fermo su una vicenda che ha sconvolto una generazione, ma rimane l'amarezza che un efferato assassino non abbia fatto nemmeno un giorno di carcere.



BALLOTTAGGI, PROVA GENERALE DEL REFERENDUM DI RENZI: L'ITALIA TRA INTOCCABILI E TOCCABILI

di Roberto Ragone
Aria di ballottaggi, PD in fibrillazione, anche se Renzi non vuole ammettere che questa consultazione accessoria abbia una valenza politica. La valenza politica, in termini di opinione pubblica, ce l’ha, eccome! Se le città in cui il PD è in ballottaggio dovessero favorire la controparte, questo sarebbe un segnale importante per tutti, per Renzi per primo, e poi per tutto il Paese, fatto di gente che molto assomiglia ai sorci che il pifferaio di Hamelin portò fuori dal paese, oggi tutti pronti a seguire le indicazioni del premier, domani altrettanto pronti a voltargli le spalle.

Gli Italiani ‘brava gente’ sono fatti così, tutto ciò che dice la televisione è vero, autentico, infallibile, dato che si presuppone, a monte dell’informazione, un filtro che separi il grano dal loglio; come quando andiamo al supermercato, e presupponiamo che tutti i prodotti in vendita abbiano subito una verifica che attesti che sono commestibili e non nocivi per la nostra salute. Non è così! Quando mio figlio, il primo, aveva circa cinque o sei anni, gli raccontai che la Tour Eiffel era stata smontata e venduta a ferrovecchio. Più volte eravamo stati a Parigi, e sulla Tour Eiffel eravamo anche saliti. Lui ci pensò un attimo, e poi mi rispose che non era possibile “Perché” disse “non l’ha detto la televisione”. Ora, gli Italiani sono così, tutto ciò che la TV dice è vero, testato, filtrato; tutto ciò che non passa in TV semplicemente non esiste, quasi che la Rai – in particolare – fosse l’unica fonte di verità. Renzi lo sa bene, e insiste sulla emittente di Stato, che in realtà dovrebbe dare un servizio al pubblico, e le sue apparizioni sono quotidiane, in tutte le forme. Accendi per guardare il TG e trovi Renzi, vai per seguire un talk e trovi Renzi… eccetera eccetera. Solo il Papa riesce a tenergli testa, monopolizzando alcuni spazi molto lunghi di trasmissione.

Ora la ministra Maria Elena Boschi è andata perfino alla sagra della ‘Ciliegia Ferrovia’ a Turi, in provincia di bari, e non certo per le ciliegie. Tutto questo agitarsi del premier e dei suoi fedelissimi  in prossimità di consultazioni politiche la dice lunga sulle preoccupazioni che agitano i suoi sonni, e sono convinto che gli istituti di sondaggio siano super caricati di richieste.

I ballottaggi sono una prova generale per il referendum confermativo di ottobre, a cui tutti andremo come, appunto, dietro al piffero di un incantatore di serpenti, e questo per il motivo molto semplice che nessuno di noi cittadini ha potuto – qualora ne avesse avuto la capacità – esaminare gli tabella della Costituzione che sono stati modificati, ben 47, e nessuno di noi ha potuto valutarne le modifiche. Il pacco che ci si presenta assomiglia tanto a quello che si fa a Napoli, immortalato in un bel film ambientato nei quartieri spagnoli.

Le notizie che giungono al grande pubblico sono quelle attraverso una Rai sempre più inchinata ai voleri del governo – cioè di Renzi. Altre voci vengono abilmente ‘trattate’ nel corso delle trasmissioni, di modo che siano presentate in luce negativa. Tutto questo senza che nessuno ricordi che una volta esisteva una regola – malintesa – per una ‘par condicio’ di scalfariana memoria; ma sembra che questo valesse solo per Berlusconi. Il quadro che ci si presenta è veramente desolante. Da una parte un premier trionfante che a tutto campo annuncia grandi vittorie del suo governo; dall’altra una realtà sempre più cruda, in cui i poveri sono aumentati in Italia fino al numero di sei milioni, il maggior numero in tutta l’Europa. Da una parte Renzi che proclama a gran voce che le tasse sono diminuite; dall’altra le pensioni e gli stipendi che durano sempre di meno, attestando che da qualche parte ‘c’è qualcuno che ruba’. Da una parte sempre l’arzillo ragazzo di paese che dichiara che la disoccupazione è finita, che i posti di lavoro sono aumentati, che il Jobs Act è stato un successo, che chi si lamenta farebbe meglio a star zitto; dall’altra la realtà di riforme che hanno distrutto la scuola e ora si apprestano a metter mano ai Conservatori di musica, senza alcuna competenza, di tagli ai servizi pubblici, particolarmente alla Sanità, per cui tanti non si possono più curare – specie chi ne ha più bisogno, come gli anziani e i pensionati, che poi sono la stessa cosa -; pensioni che arriveranno, se non muori prima, all’età di settant’anni e oltre, salvo che l’Inps non ti presti il denaro che tu gli hai già versato, mentre le pensioni senza versamenti e con cifre assurde continuano ad essere erogate, compresi i sacerdoti. Eccetera eccetera.

Due Italie completamente diverse. La prima Renzi ce la fa vedere attraverso la TV di Stato, la seconda è quella con cui facciamo i conti tutti i giorni. Questo agitarsi di Renzi per fare propaganda al suo SI’ al referendum poco ha a che fare con la democrazia, non foss’altro perché il pacco che ci si presenta  va approvato così com’è, senza discussioni, agitando lo spettro della ‘palude’. In realtà l’unica stabilità di governo che ci darebbe l’Italicum, associato al referendum confermativo, sarebbe quella di un governo totalitario, una repubblica presidenziale con don Matteo sul trono; il quale, a quel punto, eliminata ogni opposizione democratica, potrebbe governare senza fastidi, favorendo, come ha fatto e sta facendo, le banche e le lobby, esattamente la politica gradita all’Europa dell’ITTP. Tant’è vero che si è prenotato per un secondo mandato, oltre il quale, bontà sua, non è disposto ad andare, pronto a firmare una legge che lo certifichi. Dopodichè cosa farà, il Presidente della Repubblica?  Sarà lui l’immagine del nostro Paese all’estero? Di quello che ha fatto finta di litigare con la Merkel e con Schauble?

E sempre più il Paese si divide fra chi può e chi non può. Da una parte gli ‘intoccabili’, dall’altra la gran massa di persone che ogni giorno devono lottare con le contrarietà quotidiane, dai risvolti dall’austerità imposta da Monti, alle pensioni insufficienti, alla burocrazia idiota di questo paese – l’unico vero impedimento – agli 80 euro elargiti per propaganda elettorale e poi chiesti indietro perché definiti un ‘conguaglio’. Siamo di fronte ad uno Stato assistenzialista e statalista: prendo tutto io e poi lo do’ a chi voglio, secondo come mi pare. Purtroppo anche, e soprattutto, alle clientele che portano voti, lo stesso motivo per cui la scure dei tagli agli sprechi non funziona in presenza di alcuni ‘intoccabili’. C’è chi si è costruito un piccolo feudo, in Italia, lo amministra e lo mette a disposizione del potente di turno.

Quello è un ‘intoccabile’. I ‘toccabili’ sono gli altri. Ricordiamocene quando – chissà quando – ci permetteranno di andare a votare. Posto che l’onnipotente don Matteo non metta le cose in modo che il vantaggio, certificato dai sondaggi preventivi, sia sempre dalla sua parte. Come? Questa è un’altra storia.