BUFERA SUL MOVIMENTO 5 STELLE, INDAGATO IL SINDACO DI LIVORNO FILIPPO NOGARIN

Redazione

L'arrivo di una informazione di garanzia al sindaco M5s di Livorno era nell'aria, dato quasi per scontato. E, giunto a destinazione, l'attesa è stata solo per quale decisione avesse preso Filippo Nogarin: "Sono fermamente certo di aver sempre agito per il bene dell'azienda e dei livornesi", ma, ha scritto su fb Nogarin annunciando di aver ricevuto l' 'avviso', "se già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del M5S sono pronto a dimettermi". Una disponibilità a lasciare che sarebbe stata rispedita al mittente dallo stesse Beppe Grillo in una telefonata con il primo sindaco di Livorno non di centrosinistra del dopoguerra: "Ti sosteniamo, siamo con te. Tieni duro, non ti lasciamo solo", sarebbe stato il contenuto del messaggio di Grillo. Un messaggio, del resto, in linea con quanto gli esponenti M5s, a cominciare dallo stesso Nogarin, hanno sempre sostenuto a proposito dell'inchiesta sulla Aamps, l'azienda dei rifiuti controllata al 100 per cento dal Comune di Livorno che proprio il sindaco pentastellato ha voluto fosse avviata al concordato preventivo.

Sulla gestione dell'azienda gravata da una situazione debitoria pesantissima, anche perchè secondo i livornesi del M5S non avrebbe mai incassato negli anni alcuni importanti servizi svolti, la procura di Livorno e la guardia di finanza ha voluto vederci più chiaro: accertamenti, acquisizioni di documenti e, da qualche settimana, le informazioni di garanzia, per ora una decina arrivate a ex amministratori e allo stesso ex sindaco Pd Alessandro Cosimi. L'arco degli accertamenti, infatti, va dal 2012, quando l'amministrazione comunale era di centrosinistra, al 2016, quando la giunta pentastellata governava da circa due anni. I principali reati contestati, a vario titolo, vanno dalla malversazione ai danni dello Stato all'abuso di ufficio, dal falso in bilancio alla bancarotta fraudolenta. "Tutto emerso solo perchè abbiamo voluto noi che i libri contabili fossero portati in tribunale", sostengono gli M5S confidando proprio sul buon fine di un concordato preventivo. Reati di bancarotta e abuso d'ufficio anche per l'assunzione di 33 lavoratori precari dell'Aamps alla fine del 2016, quando l'azienda era già in una situazione di grave difficoltà. E su questo punto la risposta di Nogarin e dei suoi è tutta politica e cioè la scelta di aver voluto tutelare i precari storici stabilizzandoli, cosa che, hanno più volte detto, le precedenti amministrazioni di centrosinistra non avevano fatto. La vicenda Aamps nei mesi scorsi ha provocato tensioni e strappi, con sedute di consiglio comunale infuocate con i lavoratori in aula preoccupati per il loro futuro. Ma anche nella giunta, con l'uscita di scena di un assessore, e nel movimento, con l'abbandono del gruppo consiliare di tre dissidenti. Nogarin tuttavia può ancora contare su una maggioranza, per quanto risicata, e, soprattutto sul sostegno ribadito oggi da Grillo.




SINDACO DI LODI: IL GIP RIGETTA LA RICHIESTA DEGLI ARRESTI DOMICILIARI

Red. Cronache

Rimane in carcere il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, arrestato nei giorni scorsi per turbativa d'asta. Il gip ha infatti confermato la misura cautelare. È il pericolo di inquinamento probatorio l'esigenza cautelare che il gip di Lodi, Isabella Ciriaco, ha ravvisato rigettando l'istanza di ammissione degli arresti domiciliari avanzata dai difensori del sindaco e dell'avvocato Cristiano Marini, il consigliere di amministrazione della società Sporting Lodi in carcere per l'ipotesi di reato di turbativa d'asta per la gestione estiva di due piscine comunali scoperte. Entrambi dovranno affrontare un interrogatorio lunedì prossimo davanti al pm. L'avvocato Cristiano Schiavi di Lodi, co-difensore dell'avvocato Cristiano Marini, si è detto "basito" dalla decisione della custodia cautelare in carcere e ha ribadito la volontà del suo assistito di rispondere anche a tutte le nuove domande che gli saranno poste nell'interrogatorio previsto per lunedì pomeriggio nel carcere di Pavia.




POLVERE DI LAS TUNAS: UNA CUBA INEDITA NEL LIBRO DI MARCO MARTONE

di Eleonora Belfiore
Napoli
– E' stato presentato presso la libreria “Iocisto”al Vomero, “Polvere di Las Tunas”, opera prima del giornalista Marco Martone, edita da Graus. Suggestiva, interessante e ricca di spunti di riflessione,  la presentazione è stata arricchita grazie ai preziosi interventi di Angela Procaccini, Fabio Capomazza e di Diego Sommaripa, che ha letto alcuni tra i più intensi passaggi del libro.

“Polvere di Las Tunas” è il racconto della scoperta, da parte di Martone, di Las Tunas, capoluogo di una delle province più importanti di Cuba che, per casualità, è anche la città natale di sua moglie. Una città che resiste ai cambiamenti, quasi mai positivi, della nostra frenetica società, che mantiene, con fierezza, il proprio carattere.

Come scrive  l'autore: "Las Tunas è un luogo che fatichi ad amare da subito, ma che poi non dimentichi più". Un racconto di viaggio, frutto di emozioni  contrastanti: vento, polvere, strade chiassose, solcate da carretti trainati da cavalli o da enormi camion, al cui interno decine di persone viaggiano pazienti verso il lavoro nei campi. Con rapidi tocchi incisivi, l'opera diventa, anche, l'occasione per creare una sorta di ponte ideale  tra  la Campania e Cuba, attraverso il racconto dei  vari viaggi compiuti dall'autore nell'isola caraibica ed attraverso l'excursus storico di alcune figure emblematiche, ma ancora poco note, che dalla Campania sono giunte a Cuba, per combattere con il popolo cubano in nome della libertà e della giustizia.

E' questa la vera essenza di "Polvere di Las Tunas". La polvere diviene, allora, metafora di un mondo antico, ma anche elemento squisitamente "pragmatico" . 

Marco Martone firma, così,  un'opera autentica, genuina, scritta con il piglio del giornalista di razza. Originale, inoltre, la scelta di creare un parallelismo fra il mondo cristallizzato di Las Tunas e la Napoli di un tempo, fatta di sensazioni genuine e di grandi speranze. Un modo, forse, per ritrovare ricordi che si credevano ormai perduti… Con sguardo attento, scevro da inutili e logori stereotipi, l’autore offre ai lettori il resoconto, affascinante e sentito, di una Cuba inedita.

Come ha scritto Lino Zaccaria nella prefazione del libro: “Sulla polverosa Las Tunas, Martone scatta con l’occhio curioso e indagatore del cronista di razza mirabili flash di vita quotidiana, descrive il rito natalizio del maialino, il clima dominato dai rimi musicali cubani, l’esuberanza de las chicas. Lo fa con quell’aria disincantata, che mostra a sprazzi persino ingenuo stupore e che si traduce in ardente vena di giudizio”. Un libro da leggere tutto d'un fiato.
 




SINDACO LODI ARRESTATO, IL PD DAL CSM. RENZI: "NESSUN COMPLOTTO"

Redazione

Ma de che…Nessun complotto, i magistrati facciano il loro lavoro. Matteo Renzi in una intervista a Rtl interviene sulla vicenda del sindaco Dem di Lodi arrestato per turbativa d'asta. Una vicenda che ha creato polemiche e riportato al centro la questione morale con i verdiniani che sono arrivati a parlare di un 'assedio dei pm'. "Ma de che", replica su questo punto il premier Renzi.

Intanto mentre il sindaco, che è stato interrogato in carcere, si autosospende dal Pd, il caso finisce anche di fronte al Csm. Il laico del Pd Giuseppe Fanfani chiederà, forse già domani, l'apertura di una pratica in I commissione per verificare "la legittimità dei comportamenti tenuti e dei provvedimenti adottati" in questa vicenda. Ad annunciarlo è lo stesso consigliere, che definisce il provvedimento adottato nei confronti del sindaco di Lodi "ingiustificato e comunque eccessivo". Ed è scontro al Csm per la richiesta con l''intero gruppo dei consiglieri di Area accusa Fanfani di "un'indebita interferenza sull'autonomia e sulla serenità dei magistrati".

"Ovviamente – dice il leader Pd – fa male perché impedisce di far vedere cose positive dell'Italia ma serve chiarezza e tranquillità e rispetto al complotto dico 'ma de che'. C'è un'indagine in corso, piena fiducia nei magistrati". "Chi è colpevole – ha aggiunto Renzi – è giusto che paghi ma nessuno tipo di stumentalizzazioni su questo. Non si gridi al complotto, al 'siamo assediati', se i magistrati vedono ipotesi di reato procedano, vadano a sentenza", ha concluso.

"Io mi arrabbio – dice ancora – perchè il mio governo ha aumentato le pene per la corruzione e aumentato la durata della prescrizione sulla corruzione mentre altri hanno votato no. La questione morale c'è dappertutto, c'è qualcuno che ruba, non va bene ma smettiamola di sparare sugli altri. Non c'è destra contro sinistra ma onesti contro ladri".

"M5s e Lega – accusa Renzi – usano due pesi e due misure. Parlare di riforma costituzionale in questa vicenda non c'entra niente, è un tentativo di strumentalizzare una vicenda giudiziaria". "E' molto facile – dice il premier replicando agli attacchi di Salvini – fare battaglia su questo contro altri. Ieri Mantovani è tornato in aula tra la bagarre dopo essere stato indagato per vicende legate a questioni di tangenti e corruzione".

I dem stringono anche sulla prescrizione: vertice di maggioranza sulla prescrizione a Palazzo Chigi dopo che ieri i relatori in commissione Giustizia al Senato non hanno presentato un testo unificato proprio perchè nel governo manca ancora una sintesi. Alla riunione partecipa anche Ala e il testo unificato potrebbe essere presentato già oggi. 




REFERENDUM COSTITUZIONALE, MATTEO RENZI: "SE PERDO VADO A CASA"

Redazione
 
Firenze – Il premier Matteo Renzi si trova a Firenze, al teatro Niccolini, per la prima tappa del tour per il “Si” al referendum costituzionale di autunno. Ha sottolineato che fino a fine ottobre è necessaria una campagna porta a porta e chiedere se si vuole riportare l’Italia a due anni fa o andare verso il futuro. Una sorta di aut aut quello del premier, che ha parlato del lavoro dell’Italia di questi due anni, definendo il lavoro fatto “radicale ma la sfida più grande inizia adesso”. Al suo arrivo ha avuto delle contestazioni poiché cinquanta persone si sono presentate come “truffati del decreto banche”, hanno raggiunto il Renzi e hanno inveito contro “buffone, buffone”, hanno issato cartelli con frasi “Fino all'80 per cento? Ancora una volta truffati” o “risparmiatori di serie A e risparmiatori di serie B ancora una volta truffati”. Il premier ha risposto alla contestazione “Abbiamo salvato i correntisti, più che le banche. In passato si sono fatti prestiti molto discutibili. Sul tema delle banche abbiamo messo fine a questa lunga vicenda e diciamo: portiamo le banche a dare credito ai territori ai piccoli e medi imprenditori e ai piccoli artigiani”  aggiungendo che “l'Italia ha recuperato i problemi che aveva. Ogni deputato metterà la faccia su quello che voterà. Anni fa l'Italia era incastrata in una depressione politica. Si chiedeva di abbassare le tasse e si rimase per sei mesi a discutere su come chiamare la tassa che si voleva eliminare. A fronte di questo è accaduto che le riforme improvvisamente hanno cominciato a a realizzarsi: il Parlamento è uscito dall'incantesimo e le cose sono state fatte”. Ha parlato della sua esperienza a Palazzo Chigi e del suo rapporto con i cittadini, sottolineando che se non avesse avuto uno straordinario rapporto con i cittadini non sarebbe mai arrivato li. Ha precisato inoltre che la riforma non è “contro chi ha combattuto per la libertà. Con il referendum un presidente della regione non guadagnerà più del presidente del Consiglio, ma neanche più del presidente degli Stati Uniti. Certo non si fanno le riforme per questo ma comunque. Tutte queste cose determineranno divisione tra l'Italia che dice sì e l'Italia che sa dire solo no.  Io non mi risparmio: non siamo noi a vincere questa sfida. La rottamazione non vale solo quando si voleva noi: se non riesco vado a casa. E' essenziale che ognuno di voi si prenda un pezzettino e da domenica 15 maggio pubblicheremo come fare”. L’Italia è una grande potenza mondiale, ha detto Renzi e ha sottolineato che è importante perché il mondo sia meno confuso. Ha parlato inoltre delle tanto discusse frontiere che tutti vorrebbero chiudere e alcuni hanno chiuso “come voleva Salvini non è una risposta. Bisogna investire in sicurezza, ma bisogna investire anche nelle periferie”. Secondo Renzi l’Italia è pronta a ripartire, lo ha sottolineato “Se partono gli investimenti l'Italia riparte. Cose che si sanno, ma le ridico per dire che tutto quello fatto è enorme, ma non basta: la vera sfida inizia adesso. Ora ci criticano quelli che due anni fa hanno firmato il fiscal compact. Tra il 10 e il 12 maggio votiamo le unioni civili, probabilmente con la fiducia, e il 25 maggio ci sarà il voto della legge sul terzo settore”. Ha parlato infine di banche “abbiamo eliminato il meccanismo atroce e assurdo delle banche popolare, garanzie alle banche di credito cooperativo e salvato i correntisti di quelle banche che rischiavano di perdere le obbligazioni, per le quali si è provveduto a trovare soluzione” aggiungendo che “i problemi delle banche non si originano qui, ma che hanno visto intere classi dirigenti reggersi l'un l'altra. Abbiamo messo la parola fine, e adesso diciamo portiamo le banche a dare credito alle piccole imprese, alle famiglie.  Il punto fondamentale  è che ancora non siamo riusciti a restituire all'Italia quel sentimento di orgoglio, di appartenenza, di passione, fondamentale per una grande impresa”. 



MATTARELLA: "UN PAESE SENZA LAVORO PER I GIOVANI È FERMO"

Redazione

"Sul lavoro è fondata la nostra Repubblica" e creare lavoro è "impegno costituzionale vivo e attuale" affinchè "la cittadinanza sia piena e non mutilata". Lo ha detto il presidente della Repubblica parlando al Quirinale in occasione della tradizionale cerimonia per i cavalieri del lavoro del primo maggio. Il 2015 e il 2016 sono anni "di crescita moderata" con valori macroeconomici in segno positivo e l'occupazione è cresciuta. Ma "non possiamo accontentarci di numeri ancora limitati rispetto alla dimensione del problema", ha aggiunto Mattarella.

"Un paese che non riesce ad includere i giovani è un paese fermo. Un paese che esclude i giovani, o li inserisce nel mondo del lavoro in modo precario, si condanna da solo", ha affermato Mattarella.

"Alcune misure per la ripresa dell'occupazione sono state adottate", ha proseguito, e "non è mio compito entrare nel merito degli opportuni aggiustamenti al sistema previdenziale e fiscale: mi limito ad osservare che tutto va orientato alla ripresa dell'occupazione".




AGENTE DI COMMERCIO: IL VALORE DELLA PROFESSIONE

di Vincenzo Giardino

Il valore che viene conferito ad una professione è dato dalla percezione che ne ricevono gli altri. Nell'attività di vendita questo valore è determinato dall'agente di commercio, attraverso il quale il mercato può valorizzare anche le aziende che rappresenta, a riprova di ciò vi sono esempi frequenti di brand rappresentati in zone limitrofe da persone diverse con risultati diversi.

Solitamente si tende ad imputare le cause degli insuccessi a fattori esterni (la crisi, la concorrenza, etc.), non è facile fare autocritica quando si ha paura di ledere la propria autostima. La consapevolezza dei propri limiti, la critica sui propri errori e la volontà di fare al meglio la propria attività, aiutano a migliorarsi e ottenere i risultati che si sperano.

Nelle vendite il successo è determinato minimamente da circostanze fortuite, esso è soprattutto il risultato dell'applicazione di un processo. La costante analisi su ogni momento dell'azione di vendita, la preparazione di ogni visita ai clienti e la preventiva organizzazione della giornata di lavoro pianificata, sono strumenti fondamentali del processo di vendita.

Ogni agente di commercio sa quanto sia importante anche il lavoro di amministrazione, con le telefonate, la pianificazione, l'analisi dei dati commerciali, i cataloghi e la campionatura. E' opportuno ricordare che ogni cliente che si visita è abituato a incontrare quasi  quotidianamente un certo numero di venditori, per ognuno di essi si fa un'idea della persona e dell'azienda che rappresenta, quindi ogni cliente ha la percezione della professionalità del venditore osservandolo, ascoltandolo e infine giudicandolo, dal giudizio complessivo può dipendere la buona conclusione di una trattativa. Da parte del venditore è indispensabile che ci sia una buona capacità di ascolto verso il cliente per analizzare i suoi bisogni, per poi offrire soluzioni convenienti con chiarezza e concretezza, evitando inutili preamboli che rischiano di compromettere l'intero colloquio di vendita.

Il cliente deve avere la percezione di essere davanti ad un interlocutore serio e competente e che l'eventuale rapporto commerciale gli sia utile e redditizio. Molti venditori hanno la convinzione che il fattore determinate per il successo della vendita sia dovuto alle capacità relazionali e all’amicizia che si guadagna con il cliente, dimenticando che non è determinante nel rapporto d’affari.Al cliente deve essere sempre chiaro di avere un rapporto commerciale con un professionista che lo incontra per concludere delle trattative, in quanto  è consapevole che le buone relazioni e le cortesie di circostanza sono sempre finalizzate alla vendita.
 




MARSALA: POLEMICHE SUL MONUMENTO A GARIBALDI, INTERVISTA AL SINDACO ALBERTO DI GIROLAMO

di Angelo Barraco

Marsala (TP)“Guardate il "Monumento a Garibaldi" costruito a Marsala. Un monumento inutilmente celebrativo, che non evoca nulla ma invoca pietà”, è quanto scrive Vittorio Sgarbi il 12 aprile 2016, in  merito al Monumento dei Mille di Marsala. Un post pubblicato su facebook con foto panoramiche annesse che diventa virale in pochi minuti. Non sono mancate di certo le polemiche in merito a  quanto scritto da Sgarbi, soprattutto alla luce di un monumento ancora non inaugurato. Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo chiesto al Sindaco Alberto Di Girolamo che cosa ne pensa di queste critiche mosse da Sgarbi.
 
Intervista al Sindaco Alberto Di Girolamo
 
– Sindaco, il monumento non è stato ancora inaugurato ma già vi sono delle polemiche. Sgarbi in data 12 aprile ha scritto il seguente post su facebook “Guardate il "Monumento a Garibaldi" costruito a Marsala. Un monumento inutilmente celebrativo, che non evoca nulla ma invoca pietà”. Lei cosa ne pensa in merito a quanto scritto?
 
Non ricevo le provocazioni di Sgarbi insomma, che sarà un critico d’arte ma sicuramente non ha niente a che fare e che vedere con la città di Marsala. Il monumento è stato iniziato trent’anni fa, noi ce lo siamo trovati e la decisione era se spendere altri soldi per buttarlo da qualche parte oppure portarlo a termine. Noi lo abbiamo portato a termine, c’è un ricordo sia di Garibaldi che dei Mille. E’ un centro che ricorda lo sbarco di Garibaldi a Marsala e dei suoi mille garibaldini. 
 
– Quindi sostanzialmente la provocazione di Sgarbi è smentita…
 
E’ inaccettabile, E’ inaccettabile insomma, Sgarbi deve fare altre cose, fare il critico d’arte insomma…mai vista e mai è venuto a Marsala. Cosa sa Sgarbi…

– Sindaco giorno 11 Maggio cosa ci sarà, cosa vedremo a Marsala?
 
L’11 Maggio è una data particolare per Marsala, lo sbarco di Garibaldi del 1860. Questo è stato l’11 maggio, è sbarcato a Marsala e poi l’11 maggio 43 c’è stato il bombardamento. Una data particolare che va ricordata per entrambe le situazioni, drammatica quella del 43, poi ci sarà l’inaugurazione del monumento ai Mille. La prima pietra è stata messa 30 anni fa e dopo l’amministrazione Di Girolamo lo porta a termine e sarà un locale fruibile dai cittadini come punto di riferimento per dare notizie per chi arriva a Marsala, che sono sempre di più i turisti, un Info Point. 
 
Storia del Monumento ai Mille
Un monumento che, come un mare in tempesta e come le navi che rappresenta – il Piemonte e il Lombardo- ha attraversato diverse vicissitudini e fa parlare di se. Una storia lunga che inizia nel 1961, quando l’architetto Emanuele Mongiovì vince il concorso per il progetto. L’architetto pensava ad un’opera con le due navi sopracitate che si univano, un albero alto 47 metri e le vele, ma non solo. Un panneggio marmoreo di 550 metri quadri formando il numero dei mille e una statua di Garibaldi a prua. Il progetto di Mongiovì fu concluso nel 1963 ma per mancanza di fondi non si fece nulla. Il progetto fu ripreso nel 1984 e i lavori ebbero inizio ufficialmente nel 1986, con la presenza di Bettino Craxi, ma ciò non bastò per far proseguire i lavori poiché tutto si interruppe nuovamente l’11 maggio del 1989, l’opera venne dichiarata abusiva a lavori in corso. L’ultimo concorso viene aggiudicato, nel 2007, dall’architetto Ottavio Abramo con il progetto “Mille luci”. Nel progetto vi è la collocazione di due facciate con i nomi. Cognomi e anno di nascita dei 1.089 garibaldini giunti a Marsala, niente vele.



SICUREZZA, NUOVE NOMINE DAL CDM: ECCO TUTTI I NOMI

Redazione

L'attuale capo della Polizia, il prefetto Alessandro Pansa, sarà il prossimo direttore del Dis, il Dipartimento informazioni e sicurezza che coordina le due agenzie d'intelligence, l'Aisi, il servizio segreto interno, e l'Aise, il servizio segreto estero. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri. Pansa prende il posto dell'ambasciatore Giampiero Massolo.

Franco Gabrielli è il nuovo capo della Polizia. L'attuale prefetto di Roma prenderà il posto di Alessandro Pansa, che a giugno compie 65 anni. "Abbiamo scelto un metodo e fatto tutte le nomine tutte insieme, e inoltre abbiamo scelto di farle per solo due anni perché siamo persone serie e nel 2018 si voterà per eleggere un nuovo governo" che potrà rinnovare gli incarichi. "Noi pensiamo di vincere ma poiché siamo seri abbiamo dato un termine di due anni alle nomine".

"Si è svolto il Cisr, per la nomina dei dirigenti delle strutture di intelligence. Nelle settimane scorse ho letto una ridda di nomi che francamente non avevano riscontro come se io volessi mettere qualche amico a capo dei servizi: in un Paese civile e normale quando si tratta di fare le nomine degli alti vertici istituzionali si scelgono le personalità che hanno comprovata esperienza nei settori".

Il generale Giorgio Toschi è il nuovo comandante generale della Guardia di Finanza. Toschi prenderà il posto del generale Saverio Capolupo, il cui mandato scade il prossimo 24 maggio.

Il generale dell'Esercito Carmine Masiello è il nuovo consigliere militare di palazzo Chigi. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi al termine del Cdm. "Era una nomina a cui tenevo molto – ha detto – Masiello ha molte esperienze internazionali e non solo, ed è uno stretto collaboratore del capo di stato maggiore della Difesa".

L'ammiraglio Valter Girardelli è il nuovo capo di stato maggiore della Marina Militare. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi al termine del consiglio dei ministri. Girardelli, attuale capo di gabinetto del ministro della Difesa, prende il posto dell'ammiraglio De Giorgi, in scadenza di mandato dopo essere finito nel polverone dell'inchiesta di Potenza sul petrolio.

Il prefetto Francesco Tagliente ha espresso i propri complimenti al premier Matteo Renzi per le scelte effettuate e ha augurato buon lavoro al Prefetto Franco Gabrielli nuovo Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e al Generale Giorgio Toschi nuovo Comandante Generale della Guardia di Finanza.

Tagliente ha espresso i propri complimenti augurando buon lavoro anche al Prefetto Alessandro Pansa nominato alla guida del Dipartimento per le informazioni per la sicurezza. "Un grazie al Presidente del Consiglio per la scelta di tre vertici istituzionali, con altissimo senso dello Stato, che stimo moltissimo." Ha dichiarato sul proprio profilo Fb Francesco Tagliente, dove ha già ricevuto numerosissime condivisioni "like" per quanto dichiarato.

 




ALESSANDRO PANSA PROMOSSO DIRETTORE DEL D.I.S.: GABRIELLI NUOVO CAPO DELLA POLIZIA

Riceviamo e pubblichiamo da Gianni Tonelli Segretario generale Sap (Sindacato autonomo di polizia)


Oggi il Consiglio dei Ministri ha promosso Alessandro Pansa a direttore del D.I.S. . La decisione risulta essere in netto contrasto con quanto, fino a pochi mesi fa, appariva oramai deciso: il mandato di Pansa sarebbe stato prorogato fino al termine del Giubileo per consentire al Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, di raccogliere il testimone della gestione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, carica alla quale, pubblicamente e in più occasioni, quest'ultimo aveva dichiarato di aspirare.

Per contro, le vicende legate allo sciopero della fame del Segretario Generale del SAP Gianni Tonelli, la sospensione del Dirigente SAP e di altri poliziotti che in un servizio della trasmissione Ballarò, mandato in onda il 24 novembre u.s, mostrò al giornalista materiale logoro e inidoneo, in uso in quel momento a tutti i poliziotti in servizio non solo a Roma, ma sull'intero territorio nazionale e la conseguente denuncia presentata dal SAP alla Procura della Repubblica contro il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, e il Questore di Roma, Niccolò d'Angelo, hanno fatto saltare le carte.

"È falso quanto affermato nella motivazione del decreto del Capo della Polizia, a firma Alessandro Pansa, allorché si sostiene che 'il dipendente deliberatamente prelevava materiale di vecchio tipo non più in uso alla Polizia di Stato per poi mostrarlo al giornalista'. In seguito a tutto ciò, non solo la decisione di proroga nelle funzioni di Capo della Polizia è stata riconsiderata, ma addirittura il Governo ha deciso per l'uscita anticipata di Pansa, che avrebbe dovuto lasciare per raggiunti limiti di età il primo di luglio. Nessuno, per ovvi motivi di opportunità, confermerà questa nostra chiave di lettura, ma la dinamica degli eventi non lascia spazio, a nostro avviso, a differenti e credibili interpretazioni”, sottolinea Tonelli.

"I fatti da noi denunciati -precisa ancora il segretario del Sap- sono troppo gravi per ipotizzare che non avrebbero avuto conseguenze. Il mio sciopero della fame di sessantuno giorni, poi proseguito da altri poliziotti sino ad oggi per altri trentanove, ha consentito di trasmettere alla comunità del Paese la consapevolezza della inaccettabilità democratica dei comportamenti tenuti dal vertice del Dipartimento della P.S.. L'Italia è uno Stato di Diritto e la verità non è un reato. L'apparato della sicurezza è stato fortemente debilitato dai tagli lineari e la denuncia pubblica di tutto ciò, da parte del SAP e dei suoi rappresentanti, non poteva e non può essere repressa illecitamente per coprire le "vergogne" determinate da una  gestione della cosa pubblica irresponsabile e non attenta alle elementari necessità della comunità dei cittadini. La brava gente ha diritto ad una esistenza sicura e serena e i poliziotti chiedono unicamente di promuovere concordia, pacifica convivenza e rispetto delle regole che democraticamente la Nazione si è data.

Il Governo è stato costretto a prendere atto che decine di milioni di italiani hanno condiviso la nostra protesta e, applicando l'antico detto latino "promoveatur ut amoveatur", ha risolto la questione "promuovendo" il prefetto Pansa all'incarico di Direttore del D.I.S..
Il vertice massimo della sicurezza deve, anche se nominato, essere oggetto di un riconoscimento da parte della comunità dei poliziotti che, per contro, dalla nota dichiarazione del prefetto Pansa,  nella quale veniva definito come un "CRETINO" il poliziotto, che dopo aver affrontato per ore  violenti teppisti responsabili di aver messo a ferro e fuoco un quartiere di Roma, il 12 aprile 2014 è stato accusato di essersi abbandonato ad un gesto di disprezzo verso uno dei teppisti. Dal "cretino" in poi tutti gli atti di gestione della vita interna alla Polizia sono stati percepiti, da tutta la comunità, come condizionati dalla finalità di autolegittimare questa gestione su tutti gli aspetti della vita dell'Amministrazione della P.S., a far attenzione di non esporsi a critiche nei confronti delle varie anime presenti nell'attuale maggioranza di Governo e a non contrariare gli umori del Partito dell'Antipolizia, a partire dalla questione degli alfanumerici (numeretti), alle regole di ingaggio, ai tagli sull'organico, alla chiusura degli uffici, alle dotazioni inidonee e scadute, alla formazione assolutamente inadeguata, ecc.

Nel corso della gestione Pansa il malessere dei poliziotti è lievitato a causa del percepito stato di abbandono del personale e dell'incapacità di fornire qualsiasi stimolo positivo, motivazione e gratificazione.
La consapevolezza di rischiare di perdere la fiducia dei uno dei più importanti apparati del Paese ha indotto il Governo, come sopra evidenziato, a intervenire sostituendo il Capo della Polizia dal suo incarico con il prefetto Franco Gabrielli proveniente sì dalla carriera interna alla Polizia, ma da dieci anni fuori dai ruoli e soprattutto con una carriera sviluppata all'esterno dalle logiche di "cordata".

“Proprio quest'ultima circostanza – sottolinea Gianni Tonelli – rappresenta la controprova della giustezza della nostra chiave di lettura relativamente alle vicende collegate all'avvicendamento alla carica di Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza”.
“Anche noi del SAP – dice ancora Tonelli –  auspichiamo, un Capo poliziotto ma la degenerazione carrieristica con il metodo della "CORDATA" e non meritocratica dei vertici, e la gestione consortiera, clientelare e consociativa degna della peggior Prima Repubblica hanno consigliato un mandato che riporti l'intera vita di una delle più importanti istituzioni  nell'alveo naturale dello Stato di Diritto, del buon andamento e dell'imparzialità disposti dall'art. 97 della Carta Costituzionale e del rispetto dei principi democratici alla base del vivere civile del nostro Paese e della vita interna alla Polizia. Per questi motivi i poliziotti del SAP proseguiranno lo sciopero della fame allo scopo di attirare l'attenzione del nuovo Capo della Polizia affinché le ragioni del malessere imperante nella categoria possano essere soffocate da una concreta gestione improntata a logiche di positivo servizio e in totale controtendenza a quelle passate. Il compito non sarà per nulla facile ma ci auguriamo che le intenzioni siano le migliori”.




BERLUSCONI: "NUOVO PATTO DEL NAZARENO? NULLA DI PIÙ LONTANO"

Redazione
 
Roma – "Un nuovo patto del Nazareno? Nulla di più lontano dal vero, noi dobbiamo porre fine al governo di Renzi, un governo illegittimo e abusivo che è contro il voto del popolo. Noi dobbiamo mettere fine all'emergenza democratica quindi una decisione su Roma non cambia questo atteggiamento", afferma Berlusconi a Radio Anch'io. "Non c'è un centrodestra vincente senza di noi, sarebbe solo di testimonianza e per vincere invece dobbiamo ritrovare i voti dei moderati", aggiunge Berlusconi. "In altre città andiamo divisi ma si tratta di amministrative e se restiamo divisi non c'è possibilità di vincere le politiche e rischiamo di consegnare il paese al governo di sinistra. Divisi perdiamo". Lo afferma Berlusconi. "In Forza Italia non accadrà nulla. Ieri ho riunito il vertice del partito e alla fine si sono convinti dopo aver ascoltato le mie spiegazioni", spiega Berlusconi.
 
"Non c'è un centrodestra vincente senza di noi, sarebbe solo di testimonianza e per vincere invece dobbiamo ritrovare i voti dei moderati", aggiunge Berlusconi. "In altre città andiamo divisi ma si tratta di amministrative e se restiamo divisi non c'è possibilità di vincere le politiche e rischiamo di consegnare il paese al governo di sinistra. Divisi perdiamo". Lo afferma Berlusconi. "In Forza Italia non accadrà nulla. Ieri ho riunito il vertice del partito e alla fine si sono convinti dopo aver ascoltato le mie spiegazioni", spiega Berlusconi.

"Per governare una città complessa bisogna che ci sia qualcuno che abbia un'esperienza gestionale. Lei è una politica di professione". Spiega poi Berlusconi a La Telefonata a chi gli chiede perché non abbia scelto la Meloni. Meloni, Fi vuole rafforzare governo infame – "Noi siamo per il centrodestra moderato non inciucisista. FI vuole andare a rafforzare un governo infame". Lo afferma Giorgia Meloni leader di Fdi a radio anch'io.

Salvini, grato a Berlusconi ma tempo passa per tutti – "Berlusconi dice tante cose, io sono tifoso milanista mi ha detto questa estate che avevamo uno squadrone e che avremmo giocato come il Barcellona e chi è tifoso sa come siamo messi. Gli va la gratitudine per tutto quello che ha fatto. Ma il tempo passa per tutti e non puoi dire sempre le stesse cose per 20 anni". Lo afferma Matteo Salvini a Radio Anch'io.

Marchini, vera partita Meloni-Salvini è nazionale – "La reazione scomposta di Meloni e Salvini svela il loro gioco: per loro la vera partita sono le prossime elezioni nazionali. Li lascio alle loro fantasiose dietrologie e continuo a pensare solo a come migliorare la vita dei romani. Tutto il resto è noia e folclore". Lo dichiara, in una nota, il candidato sindaco di Roma Alfio Marchini.