RENZI SULLA LIBIA: "5 MILA UOMINI? È UN VIDEOGIOCO? CI VUOLE MOLTA CALMA"

Redazione

Nessun intervento militare in Libia, la priorità è un governo solido del Paese. Così il premier Matteo Renzi ospite da Barbara D'Urso a Domenica Live. Renzi è intervenuto anceh sulle Unioni Civili, il nodo delle banche e le ultime polemiche legate al direttore della Reggia di Caserta che, secondo i sindacati, lavorerebbe troppo.

Libia – "Vedo gente che dice mandiamoci 5mila uomini. E' un videogioco? Ci vuole molta calma". "Non è all'ordine del giorno la missione militare italiana in Libia perché la prima cosa da fare è che ci sia un governo che sia solido, anzi strasolido, e abbia la possibilità di chiamare un intervento della comunità internazionale e non ci faccia rifare gli errori del passato". "L'ipotesi dei cinquemila uomini in Libia non c'è. Punto". "Se c'è necessità di intervenire" in Libia, "l'Italia non si tira indietro ma la guerra è una cosa seria, bisogna avere molto rispetto per le parole". "Con cinquemila uomini a fare l'invasione della Libia l'Italia con me presidente non ci va". "Vorrei dire una cosa a tutti i politici di tutti gli schieramenti: bisogna evitare le strumentalizzazioni selvagge e bieche di queste ore di fronte al dolore. Poi in Parlamento discutiamo" ma sulla vicenda libica ci vogliono "prudenza, equilibrio, buonsenso".

Banche – "Chi è stato truffato riavrà i soldi fino all'ultimo centesimo ma tra quelli c'è anche chi ci speculava sopra". "Sai quanti hanno utilizzato il bonus bebè? Duecentotremila famiglie lo hanno usato. Un bonus per ogni bebè di 80 euro per tre anni". "Ci furono polemiche in Parlamento perché l'avevo annunciato qui", ricorda.

Il premier Matteo Renzi ospite a Domenica Live: "Sì, siamo certi che le unioni civili saranno approvate anche alla Camera – ha detto il presidente del Consiglio -. Se ci sarà bisogno metteremo la fiducia anche alla Camera. Spero che entro maggio possa diventare un'altra legge da firmare". "Ci sono delusi da una parte e dall'altra", tra chi voleva la stepchild adoption e tra i cattolici che non volevano questa legge. Ma il testo sulle unioni civili "è un buon compromesso", ha spiegato Renzi. "Ammiro quelli che dicono 'ci vuole di più ma serve un passo alla volta, un pezzettino alla volta".

"Vorrei che tutti fossimo grati al Parlamento, dove c'è stata una discussione pazzesca, per la legge sull'omicidio stradale – ha detto ancora Renzi -. E mercoledì firmerò questa legge insieme alle associazioni delle vittime. E' una legge di civiltà per tutti gli italiani, ma vorrei che i familiari delle vittime sentissero l'affetto degli italiani".

Spenderemo 1 mld in 2 anni per luoghi cultura – "Abbiamo liberato risorse per un miliardo di euro per la cultura e nei prossimi due anni li spenderemo in tutti gli edifici culturali, dalla Reggia di Caserta al museo che ospita i Bronzi di Riace, e in tutti i luoghi che hanno progetti lasciati a metà. E' la più grande operazione di investimenti sui beni culturali con costi certi e tempi certi per re-impadronirci dei luoghi della nostra cultura e della nostra identità".

Pensioni, non possiamo ancora prendere impegni – "La disciplina delle pensioni è guardata con grandissima attenzione dall'Ue: quando saremo in condizione di prendere impegni li prenderemo". Lo dice il premier Matteo Renzi a Domenica Live. "Ora non siamo in condizioni di farlo ma stiamo lavorando a un sistema di flessibilità", ribadisce.
 




I DUE ITALIANI TORNANO DALLA LIBIA E VANNO SUBITO DAI PM

Redazione

Ciampino (RM) –  Arrivati a Roma Pollicardo e Calcagno, i due tecnici italiani liberati in Libia dopo un sequestro durato diversi mesi e rientrati all' alba di oggi a Roma, sono stati portati nella caserma dei carabinieri del Ros di Colle Salario dove sono stati sentiti dal pm Sergio Colaiocco che ha aperto un'incheista per sequestro di persona con finalità di terrorismo. Il colloquio verrà certamente secretato. Al magistrato i due connazionali dovranno raccontare come è avvenuto il rapimento e chi ha gestito in questi lunghi mesi il loro sequestro. E soprattutto dovranno spiegare le fasi della loro liberazione e chiarire, se sono in grado di riferirlo, come e quando sono morti gli altri compagni di prigionia, Salvatore Failla e Fausto Piano

Intanto rompe il lungo silenzio della famiglia Stefano Piano, figlo di Fausto, il tecnico di Capoterra (Cagliari) ucciso in Libia con il collega Salvatore Failla. "Ora aspettiamo solo il ritorno a casa del corpo di nostro padre. Lo Stato ci deve dire la verità sulla sua morte". "Non abbiamo nominato nessun legale – afferma il figlio di Fausto Piano in una dichiarazione pubblicata oggi dal quotidiano L'Unione Sarda. – quello che chiediamo in questo momento sono solo le risposte alle nostre domande. Ci devono spiegare cosa è accaduto veramente e perché mio padre ed il suo collega sono morti. Non abbiamo potuto riabbracciarlo da vivo – conclude Stefano Piano – l'unico nostro pensiero adesso è poterlo riavere presto a casa per dirgli addio dignitosamente".

Il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Aly Abuzaakouk, ha detto che il suo governo non accetterà mai alcun intervento militare in Libia ammantato sotto qualsiasi 'scusa'. Lo riferisce l'agenzia Mena sintetizzando una "dichiarazione televisiva" fatta ieri dal ministro. Su eventuali operazioni internazionali contro "coloro che si riconoscono nell'Isis", Abuzaakouk ha detto che "siamo in grado di combattere questi gruppi e respingere qualsiasi intervento militare nel paese", riferisce l'agenzia egiziana. La Mena aggiunge che il ministro ha smentito di aver detto ai media italiani di aver bisogno di un ruolo dell'Italia nella guida delle operazioni internazionali.


Il ritorno a casa
Un abbraccio caloroso. Non hanno contenuto la gioia i familiari di Gino Pollicardo e Filippo Calcagno questa mattina all'aeroporto militare di Ciampino. I due tecnici italiani sono giunti allo scalo romano alle ore 5, dopo essere partiti verso le 3:30 dall'aeroporto di Mitiga a Tripoli, a bordo di un'aereo speciale. Ad accoglierli sulla pista il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che si è intrattenuto alcuni istanti con loro e li ha abbracciati, ed il generale Giuseppe Governale comandante dei Ros. Poi l'intenso abbraccio con i familiari: la moglie di Pollicardo, Ema Orellana, e i figli Gino junior e Jasmine; emozionatissimi anche Maria Concetta Arena, moglie di Calcagno, giunta a Ciampino insieme a i figli Cristina e Gianluca. Sbarbati, stanchi e visibilmente provati, i due tecnici hanno a stento trattenuto le lacrime. Secondo la prassi, Pollicardo e Calcagno dovrebbero incontrare nelle prossime ore il pm Sergio Colaiocco. Molti ancora i punti oscuri di tutta la vicenda – che ha subito una drammatica accelerazione negli ultimi giorni dopo mesi di silenzio -, a partire dall'identità dei rapitori, dalle modalità della liberazione, fino alla morte dei loro colleghi rimasti uccisi Salvatore Failla e Fausto Piano. Non è ancora chiaro quando le loro salme rientreranno in Italia, al momento ancora in Libia, presumibilmente a Sabrata.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio ai familiari di Salvatore Failla e Fausto Piano per far pervenire loro il suo profondo cordoglio per la tragica morte dei loro congiunti in Libia. Il Presidente Mattarella ha inoltre espresso grande sollievo per il rientro in patria degli altri due ostaggi, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, finalmente ricongiunti alle proprie famiglie.




GIANNI TONELLI: LA DIGOS VA IN OSPEDALE E GLI NOTIFICA L'ATTO DELLA PROCURA

Red. Cronaca

Venerdì sera alle 19.30 un funzionario e 2 ispettori della Digos della Questura di Roma hanno raggiunto il Segretario Generale del SAP Gianni Tonelli presso l’ospedale Santo Spirito dove è tuttora ricoverato a causa del mancamento che lo ha colpito lo scorso giovedì, e gli hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini ai sensi dell’articolo 415bis del Codice di procedura penale nonostante le sue precarie condizioni di salute.

L’avviso di conclusione delle indagini, che individuerebbero un’ipotesi per alcuni reati anche a suo carico e legate alle note vicende riguardanti alcune interviste rilasciate da dipendenti della Polizia di Stato sul circuito mediatico, uno dei quali proprio il dirigente sindacale F.R., gli è stato notificato sul letto d’ospedale.

Le motivazioni che Tonelli avrà modo di chiarire ampiamente al pubblico ministero sono state superate totalmente dagli elementi che lo stesso Segretario ha fornito alla Procura di Roma con la denuncia presentata il 21 gennaio contro il Capo della Polizia Alessandra Pansa e il Questore di Roma Niccolò D’Angelo. Secondo quanto riportato su un comunicato del Sindacato Autonomo di Polizia sull’atto in questione "i vertici del Dipartimento della PS continuano a difendere le loro evidenti responsabilità contro ogni verità e contro ogni giustizia, negando ciò che Tonelli ha dimostrato in sede di conferenza stampa il giorno 20 gennaio in maniera incontrovertibile e inequivocabile e cioè che i materiali in uso alla Polizia di Stato era in uso e successivamente ancora utilizzati per i servizi di Polizia  e non come si evince dall’informativa della digos della Questura di Roma che hanno ispirato gli atti del PM".

“Tutto ciò mi lascia sereno – ha evidenziato Tonelli – Sono certo che riuscirò a dimostrare al Pubblico Ministero le verità che i vertici del Dipartimento cercano di nascondere e che dimostrerebbero le responsabilità di chi veramente ha debilitato l’intero apparato della sicurezza nel nostro Paese”.
“Questa bassezza da parte dei vertici del dipartimento e della questura ha il reale obiettivo di  distogliere visibilità alla protesta dello sciopero della fame, iniziato per dimostrare che le nostre intenzioni erano quelle di far luce su quanto è accaduto per un sentimento di verità e di giustizia”.
Dal Sap mettono poi in evidenza il fatto che l’atto della Procura è datato 9 febbraio e "non si comprende – si legge nella nota del Sindacato di Polizia – come mai si sia dovuto aspettare oggi venerdì 4 marzo, alle 19.30, quando ormai gli uffici della segreteria generale SAP sono chiusi e si rende ardua la possibilità di replicare atteso che vi fosse stata la possibilità vista le condizioni di poter conoscere in tempo l’esistenza del comunicato della Questura. Altro motivo – prosegue la nota del Sap –  che mette in luce la malafede è la falsa affermazione secondo la quale nel comunicato sta scritto che gli avvisi di garanzia sono stati notificati a Tonelli e ad altri 4 dipendenti quando invece era stato notificato solo a Tonelli e alcuni degli interessati riceveranno la notifica solo domani. L’intendimento di questi bassi artifizi – si legge ancora nella nota sindacale – è veramente squallido sotto l’aspetto etico-morale ed è quello di inibire qualsiasi reazione di verità ad un comunicato fazioso e fuorviante atteso che la Questura  avesse ricevuto delega dalla Procura di dare pubblicità ad una simile notizia. (sic!) Che il SAP sia animato da sinceri sentimenti di verità e giustizia si evince palesemente dal fatto che fin dall'inizio di questa vicenda abbia dato all’avvocato Marco Zincani, del Foro di Bologna la delega per predisporre un atto di denuncia alla magistratura finalizzato a evidenziare le responsabilità del Questore di Roma D’Angelo e del Capo della Polizia Pansa".

“Ben vengano tutte le inchieste atte a fare luce su ciò che invece si desidera coprire. – Afferma Tonelli che prosegue – Io sto praticando lo sciopero della fame da 44 giorni proprio allo scopo di accendere i fari su una vicenda molto fosca e torbida che riguarda i valori fondanti della nostra democrazia. Per converso rilevo che altri soggetti interessati cercano invece di rendere nebulosi e indefiniti i contorni di questa vicenda”.
 




L'OMICIDIO STRADALE DIVENTA LEGGE

Redazione

Il Senato ha approvato il ddl omicidio stradale sul quale il governo aveva posto la questione di fiducia. Il provvedimento, che diventa legge, ha ottenuto 149 voti a favore, 3 contrari, e 15 astensioni.

Nel voto di fiducia si sono astenuti i senatori di Ala, compreso il leader Denis Verdini. Nella precedente occasione, sulle unioni civili, Ala aveva votato per la prima volta la fiducia all'esecutivo. A palazzo Madama l'astensione equivale a voto contrario.

"Per Lorenzo, per Gabriele, per le vittime della strada. Per le loro famiglie. L’omicidio stradale è legge. #finalmente", scrive su Twitter il premier Matteo Renzi. "Finalmente #OmicidioStradale è legge. La #patente non è licenza di uccidere. Lo dovevo ad un amico. Lo dovevamo a tutte le vittime", scrive il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Ad annunciare la decisione di porre la fiducia sul ddl era stata oggi la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. "Credo che il governo non solo non si debba vergognare – ha sostenuto di fronte alle proteste in particolare di Carlo Giovanardi – ma debba essere orgoglioso di mettere la prosecuzione della propria attività e carriera e politica a tutela delle vittime della strada, per riconoscere diritti a loro e alle loro famiglie. Quindi sicuramente il governo non si vergogna per mettere la fiducia su un provvedimento così sentito dai cittadini".

Il testo è stato oggetto di un "ampio approfondimento", ha sottolineato Boschi, ricordando i quattro passaggi in Parlamento. "Oggi arriviamo alla fine di un percorso che per la prima volta riconosce delle misure molto più stringenti che tuteleranno i soggetti più deboli e che cercheranno di evitare che si possano ripetere episodi come quelli che anche la cronaca purtroppo recentemente ci ha ricordato, di soggetti che restano impuniti a fronte di vittime che purtroppo invece non avranno più possibilità di avere un futuro".

"Tutto si può dire di questa legge, tranne che restino impuniti coloro che fuggiranno, perché per la prima volta è prevista una pena molto severa per coloro che fuggono in caso di omicidio stradale".




PIL, SECONDO L'ISTAT L'ITALIA TORNA A CRESCERE MA LA DISOCCUPAZIONE RESTA

Redazione
 
Roma – Da una parte il Pil che cresce e dall'altra dati davvero scoraggianti per quanto riguarda la disoccupazione. Ma ogni occasione è buona per esultare. E il premier lo fa con un post su Fb
 
 
 

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Avviso: post urticante per gufi e talk.La verità, vi prego, sui numeri.Dopo mesi di editoriali, chiacchiere,…

Pubblicato da Matteo Renzi su Martedì 1 marzo 2016

 

L’Istat ha reso noto che il PIL (Prodotto Interno Lordo) italiano, è aumentato dello 0,8% nell’anno 2015. Una prima stima resa nota a metà febbraio, riportava il Pil a +0,7%. Invece la previsione nella nota al Def, risalente al mese di settembre, indicava il rapporto deficit/Pil a +0,9%. Nel 2015 è stato del 2,6%, dopo che nel 2014 ha raggiunto il 3%. Nel 2015 il debito italiano ha raggiunto il 132,6%, il massimo raggiunto dal 1995. Nella nota di Previsione del Governo –DEF- era superiore rispetto a quello definitivo, ovvero 132,8%. Nel 2015 il debito ha raggiunto circa 2.170 miliardi di euro. Scende anche la pressione fiscale e arriva a toccare il 43%, il livello più basso dal 2011, quando aveva raggiunto il 41,6%. Vi è anche un aumento degli investimenti lordi in Italia, che aumentano dello 0,8%, un rialzo che arriva dopo 8 anni, precisamente dal 2007. Ma l’Istat ha rivelato anche dati importanti che riguardano la disoccupazione, che nel mese di gennaio si aggirava attorno all’11,5%, invariato da agosto. Secondo l’Istat vi è una diminuzione dello 0,4% degli inattivi che vanno dai 15 ai 64 anni. Il calo sarebbe determinato dalla componente femminile che si aggira attorno ad una fascia d’età compresa tra i 50 e i 64 anni. Quindi il tasso degli inattivi scende al 35,7%, contemporaneamente vi è una crescita degli occupanti, che raggiungono lo 0,3%. Crescita determinata dai dipendenti permanenti. L’occupazione raggiunge il 56,8% e vi è una crescita, rispetto al mese precedente, dello 0,1 punti percentuali, su base annua invece gli occupati crescono dell’1,3%, i disoccupati raggiungono il -5,4% e gli inattivi invece -1,7%. Vi è inoltre un calo degli inattivi che riguarda il periodo novembre-gennaio ed è pari a -0,3% e vi è un incremento di disoccupati di +0,3% ma una un aumento degli occupati. Sta realmente cambiando qualcosa?




IL MALTEMPO COLPISCE TUTTA ITALIA DA NORD A SUD: CINQUE MORTI

Redazione

Il maltempo fa davvero paura. E' salito a cinque morti il bilancio del maltempo che ieri ha colpito la penisola, ma soprattutto il centro sud, con piogge a tratti torrenziali e vento forte, che hanno abbattuto alberi e fatto esondare torrenti. Diversi i feriti. Molti gli interventi di soccorso. Innumerevoli i disagi e gli incidenti.

Minibus si ribalta, feriti nell'Astigiano – Un minibus che stava rientrando a Torino, con 25 persone a bordo, è uscito di strada a causa della pioggia che ha reso viscido l'asfalto. L'incidente stamane verso le 5, sulla A21 all'altezza del Comune di Castello d'Annone, nell'Astigiano. I feriti, non gravi, sono stati trasportati negli ospedali di Alessandria, Asti e Novi Ligure. Sul posto sono intervenuti tre mezzi dei vigili del fuoco di Asti, la polizia stradale di San Michele e 118.

Cinque morti, schiacciati da alberi o travolti dalle acque – Un agricoltore, Rocco Montorro, di 51 anni, è morto in provincia di Reggio Calabria schiacciato da un eucalipto di grandi dimensioni che, per il forte vento, si è abbattuto sulla sua automobile. La tragedia è avvenuta a Candinoni, nella piana di Gioia Tauro. Inutili i soccorsi: l'agricoltore, che stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro in campagna, è morto sul colpo. Non è escluso che sia legata al maltempo, ma non ci sono certezze, anche la morte di un uomo di 50 anni, annegato nel veronese dopo essere scivolato nel fiume Tione, mentre era in compagnia di alcuni amici. All'origine della disgrazia forse il terreno reso viscido dalla pioggia. Altre tre persone sono morte in serata.

Due vittime, secondo le prime informazioni dei Vigili del fuoco, si sono registrate a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta: un albero abbattuto dal vento ha colpito l'auto su cui viaggiavano. La terza vittima è una persona che è finita con l'auto in un torrente in piena a Sant' Angelo in Pontano, in provincia di Macerata. In Calabria, un albero, abbattuto dal forte vento, é finito su un bambino di otto anni provocandogli un grave trauma cranico e varie fratture. Vicino Roma, una donna con due figli di 7 e 14 anni si è salvata solo per il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, dopo essere salita con i figli sul tetto dell' automobile per sfuggire all'acqua di un torrente che aveva invaso la strada.

E’ ripresa questa mattina con il primo collegamento della giornata, il regionale 4801, la circolazione ferroviaria sulla linea Biella-Novara. Il traffico era interrotto dalle 6.20 di ieri, a causa di una frana provocata dalla pioggia che aveva fatto deragliare un treno fra Cossato e Rovasenda. I tecnici di Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana sono intervenuti per rimuovere il treno, liberare la sede ferroviaria dai detriti e ripristinare le condizioni di sicurezza per la circolazione. Nel periodo dell’interruzione la mobilità è stata garantita da un servizio bus sostitutivo.

Il Piemonte è tra le regioni più colpite dal maltempo. Una bufera di neve (novanta centimetri al colle di Tenda, tra Italia e Francia, 70 al Colle della Maddalena, una ventina in pianura) ha investito il Cuneese creando disagi alla viabilità. In Valle Stura un tir di traverso lungo la carreggiata ha bloccato il traffico per oltre un'ora e sono stati una quarantina gli interventi compiuti dai vigili del fuoco. Numerosi gli alberi spezzati dal peso della neve e le auto fuoristrada, soprattutto nelle zone di Saluzzo e Bra. Neve anche sul resto del Piemonte, dalla Valle di Susa al nord della regione. Analoghi disagi in Liguria, nel savonese, soprattutto in Val Bormida. Tra Carcare e Cairo Montenotte sono caduti quasi 40 centimetri di neve. Alberi si sono abbattuti sulle strade bloccando la circolazione tra San Giuseppe di Cairo e Cengio, tra Dego e Giusvalla e Pontinvrea, tra Murialdo e Calizzano e tra Altare e Mallare. A Roccavignale e Pianissolo diverse abitazioni sono rimaste al buio a causa della caduta di alberi che hanno danneggiato i cavi della linee elettriche.

Diversi anche gli incidenti stradali a causa dell'asfalto viscido. A Pisa invece un grosso pino si è abbattuto su alcuni giochi per bambini, su una panchina e su un lampione in un parco pubblico cittadino, fortunatamente deserto quando si è verificato il crollo.

Al Sud non è solo la Calabria alle prese con il forte vento, che a Cosenza (dove oggi le scuole resteranno chiuse) ha raggiunto raffiche di 135 chilometri l'ora, a Reggio ha scoperchiato tetti, fatto cadere alberi e cartelloni pubblicitari e causato la chiusura al traffico del lungomare, e a Gioia Tauro ha provocato la chiusura del porto. L'intensità con cui sta soffiando lo scirocco e il mare agitato hanno provocato l'interruzione di tutti i collegamenti marittimi tra Napoli, Capri e Ischia. Sono fermi sia i mezzi veloci, sia i traghetti. Solo un aliscafo è riuscito in mattinata ad assicurare alcuni collegamenti tra Capri (dove il vento ha divelto tettoie e abbattuto alberi) e Sorrento, mentre da Ischia una sola nave è riuscita a partire per Pozzuoli.

E nel capoluogo campano sono state decine le chiamate ai vigili del fuoco per alberi e rami divelti, pezzi cornicioni crollati, lamiere e gazebo volati e motoveicoli caduti e 18 voli dall'aeroporto di Capodichino sono stati cancellati e altri sei dirottati su altri scali . Forte raffiche di vento anche sugli scavi di Pompei: per motivi di sicurezza alcuni tratti di via dell'Abbondanza sono stati temporaneamente e in via precauzionale interdetti al pubblico. Vento forte anche a Quarto, al punto che il sindaco Rosa Capuozzo ha invitato i concittadini a uscire di casa solo in caso di reale necessità. Il forte scirocco ha investito anche la Puglia: una cinquantina gli interventi compiuti dai vigili del fuoco a Bari per rimuovere alberi caduti e cartelloni divelti.

A Venezia torna l'acqua alta, seppure le previsioni siano state ritoccate al ribasso durante le ultime ore di ieri. L' allagamento dovrebbe interessare solo i punti più bassi della città, con una punta massima di 100-110 centimetri sul medio mare. Per lo meno al Centro e al Nord il maltempo non sembra intenzionato a mollare la presa: una nuova allerta della Protezione civile prevede ancora per oggi temporali su Liguria, Lombardia meridionale, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise e forti venti di burrasca.




ALITALIA, MANUTENZIONE MOTORI: LE COMMESSE PRENDONO IL VOLO PER ISRAELE

di Alessandro Ranieri

Dopo il fallimento di Alitalia Maintenance Systems, dichiarato alla fine di settembre dello scorso anno, il MISE e la Regione Lazio hanno iniziato a lavorare per trovare un nuovo investitore che possa rilevare gli impianti e garantire la continuità operativa per questa azienda di revisione e manutenzione di motori aeronautici.

La strada era tutta in salita, con l’ENAC prossimo a revocare le certificazioni, l’INPS che ha interrotto le prestazioni del Fondo Speciale per il Trasporto Aereo e le attrezzature ferme a rischio deterioramento irreparabile.

Ma pare che all'orizzonte ci sia una speranza  e che le trattative stiano portando a qualcosa di concreto. Purtroppo, però, anche a fronte di grandi sacrifici fatti dai lavoratori, Alitalia non sembra fornire la necessaria collaborazione alla soluzione della vertenza. Infatti i motori che fino a qualche tempo fa erano nei suoi hangar per essere revisionati, stanno pian piano prendendo il volo per Tel Aviv, per essere lavorati dalla Bedek.

Le Organizzazioni sindacali esprimono anche la loro preoccupazione per la ventilata possibilità di un contratto decennale con Bedek per la revisione e manutenzione dei motori, che metterebbe definitivamente la pietra sopra ogni possibilità di rilancio di AMS. Forse si poteva attendere e dare queste commesse ad una azienda italiana, favorendone la rinascita e invogliando maggiormente il nuovo investitore, ma soprattutto, mantenendo il lavoro in Italia, il che sembrava normale per la compagnia di bandiera italiana che, peraltro, tante volte ha beneficiato dell’intervento dello Stato.

Per fare presente ancora una volta questa situazione, i sindacati, dopo il sit in dello scorso 24 febbraio sotto il quartier generale di Alitalia, ne hanno organizzato un altro per lunedì 29 febbraio sotto la sede centrale dell’INPS, questa volta organizzato dai sindacati nazionali, riguardando tutto il comparto, per protestare contro il blocco delle prestazioni del Fondo Speciale per il trasporto aereo.




INCONTRO RENZI-JUNCHER: PACE FATTA A PALAZZO CHIGI

Redazione
 
Roma – Smorzati gli animi tra Matteo Renzi e Jean Claude Juncher, presidente della commissione Ue. Tale incontro è servito per affrontare i principali temi che riguardano l’Unione Europea, per ricucire con Renzi un rapporto che era frammentato e quindi voltare pagina. Ma soprattutto affrontare temi come l’immigrazione, investimenti, economia, sviluppo e soprattutto parlare di Europa.  L’incontro a Palazzo Chigi ha portato alla promozione della linea di Bruxelles sulla flessibilià, da parte di Matteo Renzi, che ha spiegato di non voler chiedere cambiamenti. Matteo Renzi ha sottolineato: “il debito in Italia deve andare giu' non perche' ce lo chiede l'Europa, ma perche' per un Paese che pensa ai propri figli il debito deve ridursi, vogliamo ridurre il debito pubblico italiano. La legge di stabilita' dimostra che il deficit e' piu' basso, il debito sul Pil comincia a scendere. Le politiche di serieta' sui bilanci non sono politiche di austerita' ma sono politiche giuste. Quindi dico si' ad un lavoro di serieta' sul debito”. Juncker ha precisato che l’Italia utilizza gli elementi di flessibilità introdotti dalla Commissione e definisce “di livello” il documento presentato da Renzi a Padoan, aggiungendo “E' senz'altro un documento pro europeo che scadra' tra un anno e mezzo. Non siamo burocrati che vogliono un'austerita' sciocca”. Ha parlato anche di immigrazione: “Dal 2011 la condotta dell'Italia e' esemplare. L'Italia e' un modello sui migranti. Se tutti i paesi Ue avessero lo stesso comportamento dell'Italia, i problemi sarebbero meno gravi. Sulla redistribuzione dei profughi non mollo. Vanno applicate le misure decise”. Ha inoltre lodato l’Italia dicendo: “E' una grande paese, fondatore dell'Europa, quando si dice Roma si dice Europa. C'è un'ampia identità di vedute, più punti di incontro che parziali disaccordi, a volte maldestri”. Renzi ha poi aggiunto in merito alla visita: “Credo che sia per noi un momento importante quello della visita di Juncker, gli abbiamo dato il benvenuto con una notizia. Per l'Italia siamo al record storico di infrazioni in senso di riduzione delle procedure. Siamo passati da 199 procedure di infrazione quando siamo andati al governo alle 83 di oggi” ha continuato dicendo “Il governo è dalla parte delle regole, crede nel rispetto delle regole e fa di tutto per esser all'avanguardia” e ha aggiunto che condivide la linea della Commissione sulla flessibilità e che “Per noi il riferimento è quello che ha scritto la Commissione europea sulla flessibilità, non chiediamo di cambiare”. 



ABUSO D'UFFICIO: INDAGATO ANGELINO ALFANO

Redazione

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano è indagato per abuso d'ufficio dalla procura di Roma. Con Alfano sono indagati anche il viceministro Filippo Bubbico e il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l'ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli, il presidente dell'università Kore di Enna, Cataldo Salerno. Il reato sarebbe stato commesso il 23 dicembre, giorno in cui il Cdm approvò il trasferimento ad Isernia dell'allora prefetto di Enna, Fernando Guida. Il fascicolo è stato inviato al tribunale dei ministri.

"La vicenda di cui si parla è un caso nato morto – ha commentato Alfano – superato e smentito dai fatti. Ho ricevuto una comunicazione che mi lascia intuire, non avendo correttamente accesso agli atti, essere relativa al trasferimento del prefetto di Enna a Isernia, mentre lui si accingeva a commissariare la Fondazione che gestisce l'Università di Enna. Da oltre 20 giorni è stata commissariata la Fondazione Università di Enna".

Il fascicolo è stato trasmesso dalla procura di Roma al tribunale dei ministri lo scorso primo febbraio. Nell'avviso notificato agli indagati, che vale come informazione di garanzia, si legge che Alfano e gli altri indagati risultano "sottoposti ad indagini per il reato di cui all'articolo 323 del codice penale, commesso in Roma il 23.12.2015". "In data odierna – è scritto ancora nell'avviso – questo ufficio ha trasmesso il procedimento sopra indicato al competente Collegio per i reati ministeriali, al quale i suddetti possono presentare memorie o chiedere di essere ascoltati". Il provvedimento è firmato dal sostituto procuratore Roberto Felici e dal procuratore aggiunto Francesco Caporale. L'inchiesta – secondo quanto si apprende – riguarda proprio il trasferimento da Enna del prefetto Guida. Questi lo scorso 28 ottobre aveva avviato le procedure e gli accertamenti che si sono conclusi, dopo il suo trasferimento, con il commissariamento dell'università Kore. Lo scorso primo febbraio la prefettura di Enna, con un decreto, ha sciolto gli organi amministrativi dell'ateneo e ha nominato tre commissari, per un periodo di sei mesi, prorogabili. Si tratta del prefetto Francesca Adelaide Garufi e dei professori Carlo Colapietro e Angelo Paletta. La procedura era stata avviata dopo la proposta, avanzata dalla Fondazione per la libera universita' della Sicilia centrale Kore di modificare il proprio statuto.




UNIONI CIVILI: INCASSATO IL PRIMO SÌ GRAZIE A VERDINI CHE HA FATTO DA "PARACADUTE"

Redazione

 

Una vittoria a metà. Via libera del Senato alle unioni civili con 173 voti favorevoli, 71 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento ora passa alla Camera. I 173 sì alla fiducia sulle unioni civili arrivano con 245 senatori presenti e 244 votanti, come comunicato dal presidente Pietro Grasso in Aula.

18 senatori di Ala su 19 votano la fiducia al governo. Senza di loro il governo avrebbe avuto 155 voti. I verdiniani risultano dunque determinanti per raggiungere la maggioranza soglia della maggioranza assoluta a Palazzo madama, che è a quota 161.

 

 

Un applauso dei banchi del Pd ha segnato l'annuncio dell'ok alla fiducia nell'Aula del Senato al ddl Unioni civili. Felice Monica Cirinnà. "E' un primo passo, una vittoria con un buco nel cuore. Questa è una legge importantissima ma penso anche ai figli di tanti amici. Ora dobbiamo fare un secondo passo, siamo a metà della scala": è il primo commento della senatrice Cirinnà al voto di fiducia del Senato al ddl sulle Unioni civili.

"La giornata di oggi resterà nella cronaca di questa Legislatura e nella storia del nostro Paese – ha commentato Matteo Renzi su Facebook dopo il via libera del Senato alle Unioni civili – Abbiamo legato la permanenza in vita del Governo a una battaglia per i diritti mettendo la fiducia. Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo". "Se come minaccia qualcuno io andrò a casa perché 'colpevole' di aver ampliato i diritti senza aver fatto male a nessuno, lo farò a testa alta. Perché oggi l'Italia è un Paese più forte. Perché oggi siamo tutti più forti", ha proseguito Renzi rivendicando la decisione di mettere la fiducia sulle Unioni civili.

Il governo ieri aveva presentato il maxi-emendamento frutto dell'accordo con Ncd e chiesto la fiducia sul testo. Via dal testo la stepchild adoption e il richiamo alla fedeltà. Anche se arriva la contromossa di un gruppo di senatori Pd che, a questo punto, presenta un ddl per togliere il riferimento all'obbligo della fedeltà reciproca dal codice civile.

E al ministro è arrivata la replica dell'ex Pd Pippo Civati che ne chiede le dimissioni: "Chiediamo ad Alfano di prendere la macchina del tempo che lo ha portato fino a noi e di ritornare alla preistoria da cui proviene. Un ministro dell'Eterno ritorno alla discriminazione. Si dimetta". Ma anche della sinistra dem: "Caro Alfano – attacca Roberto Speranza – l'unica cosa contro natura di questi giorni è stato l'oscurantismo di chi non vuol riconoscere l'uguaglianza dei diritti delle persone". "Caro Speranza – la replica di Alfano – è secondo natura che due uomini abbiano un figlio? E' secondo natura che una donna metta sul proprio ventre la targhetta del prezzo. No, caro Speranza. Anche la politica ha un limite: la natura".

"Credo – dice il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi – che oggi dovrebbe prevalere il buon senso anche nelle dichiarazioni. Il regalo all'Italia è consentire alla Costituzione di trovare piena applicazione e di affermare finalmente che il progetto di vita tra due persone dello stesso sesso non vale meno di quello tra un uomo e una donna. Il regalo all'Italia è dire che non ci sono cittadini di serie B. E questa legge va nella direzione giusta".

Mercoledì è andata in scena la protesta delle associzioni Lgtb di fronte al Senato

"Abbiamo impedito una rivoluzione contronatura e antropologica", aveva detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano ma dal centrodestra è arrivata l'accusa di un ddl Frankenstein che causerà innumerevoli ricorsi alla Corte Costituzionale e costituisce un "vulnus alla democrazia".




UNIONI CIVILI: ACCORDO RAGGIUNTO. ECCO IL TESTO DEL MAXIEMENDAMENTO

di Angelo Barraco
 
Roma – Il tema Unioni Civili ha fatto discutere molto ultimamente, confronti politici televisivi, programmi in cui il dibattito sull’argomento è diventato tema predominante con scontro annesso e connesso, interviste ad italiani che si sono sposati dall’altra parte del mondo e chiedono che anche l’Italia faccia il suo dovere. Insomma, di tutto e di più. Finalmente l’Italia ha fatto il suo ed è stato raggiunto un accordo di maggioranza sul maxiemendamento che riscrive alcuni punti del ddl, dal testo sparisce la tanto discussa Stepchild Adoption e l’obbligo di fedeltà, resta l’obbligo di mantenimento in caso di cessazione dell’unione. Esattamente come riportava il ddl Cirinnà, inoltre è prevista anche la separazione lampo dinnanzi all’ufficiale di Stato Civile. Giovedì è prevista la prima chiamata al voto. Il premier Matteo Renzi ha scritto su Twitter il seguente post: “"L'accordo sulle unioni civili è un fatto storico per l'Italia. E' davvero #lavoltabuona". Il Capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda ha detto: “l'Italia avrà una buona legge e raggiunge un traguardo importante” continua dicendo “Il telaio del testo resta identico, non ci sono modifiche sostanziali” e in merito alla Stepchild Adoption dice che sarà introdotta in un ddl sulle adozioni che dovrà avere una corsia preferenziale. Continua dicendo che l’accordo raggiunto: “porta l'Italia ad avere una buona legge in cui vengono concessi diritti alle coppie omosessuali che prima non avevano”. Il Ministro Boschi ha commentato invece: “Il testo è chiuso, nel senso che abbiamo raggiunto raccordo. Il governo ha già il testo in mano, nel senso che mancano solo i profili tecnici per la bollinatura e la presentazione”. E lo stralcio sulla Stepchild Adoption? La Lorenzin commenta: “Lo stralcio della stepchild adoption non è sufficiente. In questi momenti il Pd e il mio partito stanno lavorando per cercare di costruire questo emendamento in modo tale che non ci siano quelle equiparazioni al matrimonio che noi riteniamo incostituzionali”, dal fronte Dem replicano “Già togliere la stepchild adoption dal testo delle unioni civili è un errore. Altri cedimenti a Ncd sarebbero inaccettabili”.
Anche Alfano ha detto la sua: “Non eravamo contro le unioni civili ma contro le adozioni e la equiparazione unioni-matrimoni. Sulla stepchild ci siamo. Spero che chi di dovere scriva un maxiemendamento che non tolga diritti ai soggetti della coppia ma preveda confini precisi tra unione e matrimonio. La mia non è nè una minaccia nè un alzare prezzo. Sono in modalità 'willing'. Bisogna finire subito, mettere subito fiducia e chiudere entro domani”.
 
Ecco il testo del maxiemendamento del Governo.
 
1. La presente legge istituisce l'unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale ai sensi degli tabella 2 e 3 della Costituzione e reca la disciplina delle convivenze di fatto.
2. Due persone maggiorenni dello stesso sesso costituiscono un'unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni.
3. L'ufficiale di stato civile provvede alla registrazione degli atti di unione civile tra persone dello stesso sesso nell'archivio dello stato civile.
4. Sono cause impeditine per la costituzione dell'unione civile tra persone dello stesso sesso: a) la sussistenza, per una delle parti, di un vincolo matrimoniale o di un'unione civile tra persone dello stesso sesso; b) l'interdizione di una delle parti per infermita' di mente; se l'istanza d'interdizione e' soltanto promossa, il pubblico ministero puo' chiedere che si sospenda la costituzione dell'unione civile; in tal caso il procedimento non puo' aver luogo finche' la sentenza che ha pronunziato sull'istanza non sia passata in giudicato; c) la sussistenza tra le parti dei rapporti di cui all'articolo 87, primo comma, del codice civile; non possono altresi' contrarre unione civile tra persone dello stesso sesso lo zio e il nipote e la zia e la nipote; si applicano le disposizioni di cui al medesimo articolo 87; d) la condanna definitiva di un contraente per omicidio consumato o tentato nei confronti di chi sia coniugato o unito civilmente con l'altra parte; se e' stato disposto soltanto rinvio a giudizio ovvero sentenza di condanna di primo o secondo grado ovvero una misura cautelare, la costituzione dell'unione civile tra persone dello stesso sesso e' sospesa sino a quando non e' pronunziata sentenza di proscioglimento".
5. La sussistenza di una delle cause impeditive di cui al comma 4 comporta la nullita' dell'unione civile tra persone dello stesso sesso. All'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano gli tabella 65 e 68, nonche' le disposizioni di cui agli tabella 119, 120, 123, 125, 126, 127, 128, 129 e 129-bis del codice civile.
6. L'unione civile costituita in violazione di una delle cause impeditive di cui al comma 4, ovvero in violazione dell'articolo 68 del codice civile, puo' essere impugnata da ciascuna delle parti dell'unione civile, dagli ascendenti prossimi, dal pubblico ministero e da tutti coloro che abbiano per impugnarla un interesse legittimo e attuale. L'unione civile costituita da una parte durante l'assenza dell'altra non puo' essere impugnata finche' dura l'assenza. 
7. L'unione civile puo' essere impugnata dalla parte il cui consenso e' stato estorto con violenza o determinato da timore di eccezionale gravita' determinato da cause esterne alla parte stessa. Puo' essere altresi' impugnata dalla parte il cui consenso e' stato dato per effetto di errore sull'identita' della persona o di errore essenziale su qualita' personali dell'altra parte. L'azione non puo' essere proposta se vi e' stata coabitazione per un anno dopo che e' cessata la violenza o le cause che hanno determinato il timore ovvero sia stato scoperto l'errore. L'errore sulle qualita' personali e' essenziale qualora, tenute presenti le condizioni dell'altra parte, si accerti che la stessa non avrebbe prestato il suo consenso se le avesse esattamente conosciute e purche' l'errore riguardi: a) l'esistenza di una malattia fisica o psichica, tale da impedire lo svolgimento della vita comune; b) le circostanze di cui all'articolo 122, comma terzo, numeri 2), 3) e 4), del codice civile.
8. La parte puo' in qualunque tempo impugnare il matrimonio o l'unione civile dell'altra parte. Se si oppone la nullita' della prima unione civile, tale questione deve essere preventivamente giudicata.
9. L'unione civile tra persone dello stesso sesso e' certificata dal relativo documento attestante la costituzione dell'unione, che deve contenere i dati anagrafici delle parti, l'indicazione del loro regime patrimoniale e della loro residenza, oltre ai dati anagrafici e la residenza dei testimoni.
10. Mediante dichiarazione all'ufficiale di stato civile le parti possono stabilire di assumere, per la durata dell'unione civile tra persone dello stesso sesso, un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. La parte puo' anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome, se diverso, facendone dichiarazione all'ufficiale di stato civile.
11. Con la costituzione dell'unione civile tra persone dello stesso sesso le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri; dall'unione civile deriva l'obbligo reciproco all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacita' di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni.
12. Le parti concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato.
13. Il regime patrimoniale dell'unione civile tra persone dello stesso sesso, in mancanza di diversa convenzione patrimoniale, e' costituito dalla comunione dei beni. In materia di forma, modifica, simulazione e capacita' per la stipula delle convenzioni patrimoniali si applicano gli tabella 162, 163, 164 e 166 del codice civile. Le parti non possono derogare ne' ai diritti ne' ai doveri previsti dalla legge per effetto dell'unione civile. Si applicano le disposizioni di cui alle sezioni II, III, IV, V e VI del capo VI del titolo VI del libro primo del codice civile.
14. Quando la condotta della parte dell'unione civile e' causa di grave pregiudizio all'integrita' fisica o morale ovvero alla liberta' dell'altra parte, il giudice, su istanza di parte, puo' adottare con decreto uno o piu' dei provvedimenti di cui all'articolo 342-ter del codice civile.
15. Nella scelta dell'amministratore di sostegno il giudice tutelare preferisce, ove possibile, la parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso. L'interdizione o l'inabilitazione possono essere promosse anche dalla parte dell'unione civile, la quale puo' presentare istanza di revoca quando ne cessa la causa.  
16. La violenza e' causa di annullamento del contratto anche quando il male minacciato riguarda la persona o i beni dell'altra parte dell'unione civile costituita dal contraente o da un discendente o ascendente di lui.
17. In caso di morte del prestatore di lavoro, le indennita' indicate dagli tabella 2118 e 2120 del codice civile devono corrispondersi anche alla parte dell'unione civile.
18. La prescrizione rimane sospesa tra le parti dell'unione civile.
19. All'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano altresi' le disposizioni di cui al titolo XIII del libro primo del codice civile, nonche' gli tabella 116, primo comma, 146, 2647, 2653, primo comma n. 4) e 2659 del codice civile.
20. Al solo fine di assicurare l'effettivita' della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall'unione civile tra persone dello stesso sesso, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le para'le "coniuge", "coniugi" o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonche' negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso. La disposizione di cui al periodo precedente non si applica alle norme del codice civile non richiamate espressamente nella presente legge, nonche' alle disposizioni di cui alla legge 4 maggio 1983, n. 184. Resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti.
21. Alle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano le disposizioni previste dal capo III e dal capo X del titolo I, dal titolo II e dal capo II e dal capo V-bis del titolo IV del libro secondo del codice civile.
22. La morte o la dichiarazione di morte presunta di una delle parti dell'unione civile ne determina lo scioglimento.
23. L'unione civile si scioglie altresi' nei casi previsti dall'articolo 3, n. 1) e n. 2) lettera a), c), d) ed e) della legge 10 dicembre 1970, n. 898.
24. L'unione civile si scioglie, inoltre, quando le parti hanno manifestato anche disgiuntamente la volonta' di scioglimento dinanzi all'ufficiale dello stato civile. In tale caso la domanda di scioglimento dell'unione civile e' proposta decorsi tre mesi dalla data di manifestazione di volonta' di scioglimento dell'unione.
25. Si applicano, in quanto compatibili, gli tabella 4, 5, primo comma e dal quinto all'undicesimo comma, 8, 9, 9-bis, 10, 12-bis, 12-ter, 12-quater, 12-quinquies e 12-sexies, della legge 1 dicembre 1970, n. 898, nonche' le disposizioni di cui al Titolo II del libro quarto del codice di procedura civile ed agli tabella 6 e 12 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 novembre 2014, n. 162.
26. La sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso determina lo scioglimento dell'unione civile fra persone dello stesso sesso.
27. Alla rettificazione anagrafica di sesso, ove i coniugi abbiano manifestato la volonta' di non sciogliere il matrimonio o di non cessarne gli effetti civili, consegue l'automatica instaurazione dell'unione civile tra persone dello stesso sesso. 28. Fatte salve le disposizioni di cui alla presente legge, il Governo e' delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu' decreti legislativi in materia di unione civile fra persone dello stesso sesso nel rispetto dei seguenti princi'pi e criteri direttivi: a) adeguamento alle previsioni della presente legge delle disposizioni dell'ordinamento dello stato civile in materia di iscrizioni, trascrizioni e annotazioni; b) modifica e riordino delle norme in materia di diritto internazionale privato, prevedendo l'applicazione della disciplina dell'unione civile tra persone dello stesso sesso regolata dalle leggi italiane alle coppie formate da persone dello stesso sesso che abbiano contratto all'estero matrimonio, unione civile o altro istituto analogo; c) modificazioni ed integrazioni normative per il necessario coordinamento con la presente legge delle disposizioni contenute nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti e nei decreti.
29.1 decreti legislativi di cui al comma 28 sono adottati su proposta del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'interno, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro degli esteri.
30. Ciascuno schema di decreto legislativo di cui al comma 28, a seguito della deliberazione del Consiglio dei ministri, e' trasmesso alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica perche' su di esso siano espressi, entro sessanta giorni dalla trasmissione, i pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia. Decorso tale termine il decreto puo' essere comunque adottato, anche in mancanza dei pareri. Qualora il termine per l'espressione dei pareri parlamentari scada nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto dal comma 28, quest'ultimo termine e' prorogato di tre mesi. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. I pareri definitivi delle Commissioni competenti per materia sono espressi entro il termine di dieci giorni dalla data della nuova trasmissione. Decorso tale termine, i decreti possono essere comunque adottati.
31. Entro due anni dalla data di entrata in vigore di ciascun decreto legislativo adottato ai sensi del comma 28, il Governo puo' adottare disposizioni integrative e correttive del decreto medesimo, nel rispetto dei principi e criteri direttivi di' cui al citato comma 28, con la procedura prevista nei commi 29 e 30.
32. All'articolo 86 del codice civile, dopo le parole: "da un matrimonio" sono inserite le parole: "o da un'unione civile tra persone dello stesso sesso".
33. All'articolo 124 del codice civile, dopo le parole: "impugnare il matrimonio" sono inserite le seguenti: "o l'unione civile tra persone dello stesso sesso".
34. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le disposizioni transitorie necessarie per la tenuta dei registri nell'archivio dello stato civile nelle more dell'entrata in vigore dei decreti legislativi adottati ai sensi del comma 28, lettera a).
35. Le disposizioni di cui ai commi da 1 a 34 della presente legge acquistano efficacia a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge medesima.
36. Ai fini delle disposizioni di cui ai comma da 37 a 67 si intendono per: "conviventi di fatto" due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinita' o adozione, da matrimonio o da un'unione civile. (AGI) Ser (Segue) (AGI) – Roma, 24 feb. –
37. Ferma restando la sussistenza dei presupposti di cui al comma 36, per l'accertamento della stabile convivenza si' fa riferimento alla dichiarazione anagrafica di cui all'articolo 4 e alla lettera b), comma 1, dell'articolo 13 del 6 regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223.
38. I conviventi di fatto hanno gli stessi diritti spettanti al coniuge nei casi previsti dall'ordinamento penitenziario.
39. In caso di malattia o di ricovero, i conviventi di fatto hanno diritto reciproco di visita, di assistenza nonche' di accesso alle informazioni personali, secondo le regole di organizzazione delle strutture ospedaliere o di assistenza pubbliche, private o convenzionate, previste per i coniugi e i familiari.
40. Ciascun convivente di fatto puo' designare l'altro quale suo rappresentante con poteri pieni o limitati: a) in caso di malattia che comporta incapacita' di intendere e di volere, per le decisioni in materia di salute; b) in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalita' di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie.
41. La designazione di cui al comma 40 e' effettuata in forma scritta e autografa oppure, in caso di impossibilita' di redigerla, alla presenza di un testimone.
42. Salvo quanto previsto dall'articolo 337-sexies del codice civile, in caso di morte del proprietario della casa di comune residenza il convivente di fatto superstite ha diritto di continuare ad abitare nella stessa per due anni o per un periodo pari alla convivenza se superiore a due anni e comunque non oltre i cinque anni. Ove nella stessa coabitino figli minori o figli disabili del convivente superstite, il medesimo ha diritto di continuare ad abitare nella casa di comune residenza per un periodo non inferiore a tre anni.
43. Il diritto di cui al comma 42 viene meno nel caso in cui il convivente superstite cessi di abitare stabilmente nella casa di comune residenza o in caso di matrimonio, di unione civile o di nuova convivenza di fatto.
44. Nei casi di morte del conduttore o di suo recesso dal contratto di locazione della casa di comune residenza, il convivente di fatto ha facolta' di succedergli nel contratto.
45. Nel caso in cui l'appartenenza ad un nucleo familiare costituisca titolo o causa di preferenza nelle graduatorie per l'assegnazione di alloggi di edilizia 7 popolare, di tale titolo o causa di preferenza possono godere, a parita' di condizioni, i conviventi di fatto.
46. Nella sezione VI del capo VI del titolo VI del libro primo del codice civile, dopo l'articolo 230-bis e' aggiunto il seguente: "Art. 230-ter. – (Diritti del convivente). Al convivente di fatto che presti stabilmente la propria opera all'interno dell'impresa dell'altro convivente spetta una partecipazione agli utili dell'impresa familiare ed ai beni acquistati con essi nonche' agli incrementi dell'azienda, anche in ordine all'avviamento, commisurata al lavoro prestato. Il diritto di partecipazione non spetta qualora tra i conviventi esista un rapporto di societa' o di lavoro subordinato".
47. All'articolo 712, secondo comma, del codice di procedura civile, dopo le parole: "del coniuge" sono inserite le seguenti: "o del convivente di fatto".
48. Il convivente di fatto puo' essere nominato tutore, curatore o amministratore di sostegno, qualora l'altra parte sia dichiarata interdetta o inabilitata ai sensi delle norme vigenti ovvero ricorrano i presupposti di cui all'articolo 404 del codice civile.
49. In caso di decesso del convivente di fatto, derivante da fatto illecito di un terzo, nell'individuazione del danno risarcibile alla parte superstite si applicano i medesimi criteri individuati per il risarcimento del danno al coniuge superstite.
50. I conviventi di fatto possono disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune con la sottoscrizione di un contratto di convivenza.
51. Il contratto di cui al comma 50, le sue modifiche e la sua risoluzione, sono redatti in forma scritta, a pena di nullita', con atto pubblico o scrittura privata con sottoscrizione autenticata da un notaio o da un avvocato che ne attestano la conformita' alle norme imperative e all'ordine pubblico.
52. Ai fini dell'opponibilita' ai terzi, il professionista che ha ricevuto l'atto in forma pubblica o che ne ha autenticato la sottoscrizione ai sensi del comma 51 deve provvedere entro i successivi dieci giorni a trasmetterne copia al comune di residenza dei conviventi per l'iscrizione all'anagrafe ai sensi degli tabella 5 e 7 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223. 8
53. Il contratto di cui al comma 50 reca l'indicazione dell'indirizzo indicato da ciascuna parte al quale sono effettuate le comunicazioni inerenti al contratto medesimo. Il contratto puo' contenere: a) l'indicazione della residenza; b) le modalita' di contribuzione alle necessita' della vita in comune, in relazione alle sostanze di ciascuno e alla capacita' di lavoro professionale o casalingo; c) il regime patrimoniale della comunione dei beni, di cui alla sezione III del capo VI del titolo VI del libro primo del codice civile,
54. Il regime patrimoniale scelto nel contratto di convivenza puo' essere modificato in qualunque momento nel corso della convivenza con le modalita' di cui al comma 51.
55. Il trattamento dei dati personali contenuti nelle certificazioni anagrafiche deve avvenire conformemente alla normativa prevista dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, garantendo il rispetto della dignita' degli appartenenti al contratto di convivenza. I dati personali contenuti nelle certificazioni anagrafiche non possono costituire elemento di discriminazione a carico delle parti del contratto di convivenza. 56. Il contratto di convivenza non puo' essere sottoposto a termine o condizione. Nel caso in cui le parti inseriscano termini o condizioni, questi si hanno per non apposti.
57. Il contratto di convivenza e' affetto da nullita' insanabile che puo' essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse se concluso: a) in presenza di un vincolo matrimoniale, di un'unione civile o di un altro contratto di convivenza; N in violazione del comma 36; c) da persona minore di eta'; d) da persona interdetta giudizialmente; e) in caso di condanna per il delitto di cui all'articolo 88 del codice civile.
58. Gli effetti del contratto di convivenza restano sospesi in pendenza del procedimento di interdizione giudiziale o nel caso di rinvio a giudizio o di 9 misura cautelare disposti per il delitto di cui all'articolo 88 del codice civile, fino a quando non sia pronunciata sentenza di proscioglimento.
59. Il contratto di convivenza si risolve per: a) accordo delle parti; b) recesso unilaterale; c) matrimonio o unione civile tra i conviventi o tra un convivente ed altra persona; d) morte di uno dei contraenti.
60. La risoluzione del contratto di convivenza per accordo delle parti o per recesso unilaterale deve essere redatta nelle forme di cui al comma 51. Qualora il contratto di convivenza preveda, a norma del comma 53, lettera c), il regime patrimoniale della comunione dei beni, la sua risoluzione determina lo scioglimento della comunione medesima e si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui alla sezione III del capo VI del titolo VI del libro primo del codice civile. Resta in ogni caso ferma la competenza del notaio per gli atti di trasferimento di diritti reali immobiliari comunque discendenti dal contratto di convivenza.
61. Nel caso di recesso unilaterale da un contratto di convivenza il professionista che riceve o che autentica l'atto e' tenuto, oltre che agli adempimenti di cui al comma 52, a notificarne copia all'altro contraente all'indirizzo risultante dal contratto. Nel caso in cui la casa familiare sia nella disponibilita' esclusiva del recedente, la dichiarazione di recesso, a pena di nullita', deve contenere il termine, non inferiore a novanta giorni, concesso al convivente per lasciare l'abitazione.
62. Nel caso di cui alla lettera c) del comma 59, il contraente che ha contratto matrimonio o unione civile deve notificare all'altro contraente, nonche' al professionista che ha ricevuto o autenticato il contratto di convivenza, l'estratto di matrimonio o di unione civile.
63. Nel caso di cui alla lettera d) del comma 59, il contraente superstite o gli eredi del contraente deceduto devono notificare al professionista che ha ricevuto o autenticato il contratto di convivenza l'estratto dell'atto di morte lo affinche' provveda ad annotare a margine del contratto di convivenza l'avvenuta risoluzione del contratto e a notificarlo all'anagrafe del comune di residenza.
64. Dopo l'articolo 30 della legge 31 maggio 1995, n. 218, e' inserito il seguente: "Art. 30-bis. – (Contratti di convivenza). — 1. Ai contratti di convivenza si applica la legge nazionale comune dei contraenti. Ai contraenti di diversa cittadinanza si applica la legge del luogo in cui la convivenza e' prevalentemente localizzata. 2. Sono fatte salve le norme nazionali, internazionali ed europee che regolano il caso di cittadinanza plurima".
65. In caso di cessazione della convivenza di fatto, il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall'altro convivente e gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento. In tali casi, gli alimenti sono assegnati per un periodo proporzionale alla durata della convivenza e nella misura determinata ai sensi dell'articolo 438, secondo comma, del codice civile. Ai fini della determinazione dell'ordine degli obbligati ai sensi dell'articolo 433 del codice civile, l'obbligo alimentare del convivente di cui al presente comma e' adempiuto con precedenza sui fratelli e sorelle.
66. Agli oneri derivanti dall'attuazione dei commi da 1 a 35 della presente legge, valutati complessivamente in 3,7 milioni di euro per l'anno 2016, in 6,7 milioni di euro per l'anno 2017, in 8 milioni di euro per l'anno 2018, in 9,8 milioni di euro per l'anno 2019, in 11,7 milioni di euro per l'anno 2020, in 13,7 milioni di euro per l'anno 2021, in 15,8 milioni di euro per l'anno 2022, in 17,9 milioni di euro per l'anno 2023, in 20,3 milioni di euro per l'anno 2024 e in 22,7 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025, si provvede: a) quanto a 3,7 milioni di euro per l'anno 2016, a 1,3 milioni di euro per l'anno 2018, a 3,1 milioni di euro per l'anno 2019, a 5 milioni di euro per l'anno 2020, a 7 milioni di euro per l'anno 2021, a 9,1 milioni di euro per l'anno 2022, a 11,2 milioni di euro per l'anno 2023, a 13,6 milioni di euro per l'anno 2024 e a 16 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025, mediante riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307; b) quanto a 6,7 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni, per l'anno 2017, dello stanziamento 11 del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2016- 2018, nell'ambito del programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2016, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
67. Ai sensi dell'articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sulla base dei dati comunicati dall'INPS, provvede al monitoraggio degli oneri di natura previdenziale ed assistenziale di cui ai commi da 11 a 20 della presente legge e riferisce in merito al Ministro dell'economia e delle finanze. Nel caso si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 66, il Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, provvede, con proprio decreto, alla riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dall'attivita' di monitoraggio, delle dotazioni finanziarie di parte corrente aventi la natura di spese rimodulabili, ai sensi dell'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nell'ambito dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
68. Il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e all'adozione delle misure di cui al comma 67.
69. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.