LEGGE DI STABILITÀ – MIBACT, PATRIMONIO CULTURALE A RISCHIO?: I ROVINOSI EFFETTI DI UNA RIFORMA SCINTILLANTE E PUNITIVA

di Domenico Leccese

La notizia è stata diffusa il 17 agosto, quando in vacanza si è disposti a sognare: finalmente era scattata l’ora della rivoluzione nei musei, affidati a manager della cultura (i “migliori”) con la missione di valorizzare tesori inesauribili ma ricoperti di polvere. La riforma è stata presentata attraverso una narrazione semplificata, fondata sul mito moderno del museo/forziere (“tutto il ben di dio che abbiamo”), costruita sull’opposizione tra “vecchio” e “nuovo”, “conservazione” e “progresso”, in cui la parte regressiva è stata spregiudicatamente riservata alle soprintendenze territoriali, dipinte come luoghi di inerzia, quasi biologicamente refrattarie a ogni evoluzione e quindi destinate alla “rottamazione”: così si spiega l’enfasi con cui si è celebrata la nomina, largamente prevalente nei musei autonomi, di direttori non italiani rispetto a funzionari provenienti dai ruoli direttivi del Mibact, sfavoriti nell’insindacabile giudizio del ministro, cui toccava l’ultima responsabilità di scelta. Questo è stato, del resto, l’aspetto recepito dalla superficialità dei media che, come accade sovente, hanno ridotto l’informazione a slogan: dal “finalmente siamo in Europa” all’opposto “abbiamo ceduto il nostro patrimonio allo straniero”, a seconda degli orientamenti automatici di maggioranza e opposizione.
Ma ridurre la discussione al duello stranieri/italiani è solo un modo di eluderla, confondendo il livello della propaganda con quello dei processi reali.

Ad esempio, non bisogna stancarsi di ricordare che le défaillances presenti nella gestione dei musei statali, cui la riforma intende ovviare, sono do-vute a ragioni non imputabili alla responsabilità delle soprintendenze: oltre alla cronica, e progressivamente accentuata, carenza di fondi, che la dice lunga sulla volontà del belpaese di valorizzare i propri “tesori”, ha pesato soprattutto la “mancanza di qualsivoglia autonomia tecnico-scientifica e amministrativa da parte dei musei incorporati nelle soprintendenze” che ora diviene, al contrario, la vera e propria dote dei musei autonomi, cui sono conferiti bilancio e organi di gestione. Il tema delle nuove autonomie museali deve essere quindi inquadrato nel disegno complessivo della riforma del Mibact, sintetizzabile in due punti chiave:
1) la distinzione della funzione della tutela da quella della promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, con l’intento dichiarato di rafforzare entrambe in un sistema integrato di cooperazione;
2) la creazione di un “sistema museale nazionale” adeguato agli standard internazionali attraverso la realizzazione di una rete efficiente tra i “musei dotati di autonomia speciale” e i musei invece integrati nei “poli museali regionali” e anch’essi dotati nel dettato di legge di “autonomia tecnico-scientifica”, di un “proprio statuto” e di un “progetto culturale” curato dal direttore del polo museale regionale.

Spiace osservare che allo stato attuale dei fatti tale disegno resti gravemente incompiuto e rischi addirittura di essere difficilmente realizzabile, la riforma non avendo previsto le complesse procedure tecnico-amministrative e le indispensabili risorse finanziarie atte a garantire in tempi accettabili l’efficace risultato di un processo così radicale di trasformazione: non è ancora chiaro come sarà ripartito il personale in servizio tra le soprintendenze esistenti e i nuovi istituti museali e in che modo saranno trattati organici già ridotti all’osso e ulteriormente decurtati in seguito alla distinzione di competenze precedentemente accorpate (come è evidente ad esempio nel caso dei funzionari scientifici); non è previsto un piano di reintegrazione di alcuni servizi essenziali che saranno suddivisi tra soprintendenze e musei (laboratori tecnici, archivi, depositi); non sono stati efficacemente pesati passaggi di indubbio rilievo patrimoniale come la consegna dei beni custoditi, sovente – e ancora una volta non per colpa degli uffici periferici – privi di un’adeguata catalogazione; non è prevista tra le attribuzioni delle nuove autonomie museali quella, cruciale, del reclutamento di personale con competenze specificamente funzionali ai nuovi compiti di valorizzazione e promozione culturale e turistica a esse assegnate.

In nome di slogan scintillanti a uso dei media, la riforma è stata avviata in assenza di un quadro organico di riferimento e di un’analisi concreta dei rischi e dei fabbisogni: si è destrutturato, dopo averlo lasciato per anni deperire, un sistema integrato di tutela e valorizzazione, per lungo tempo additato ad esempio in Europa, senza avere prima incardinato su solide fondamenta le nuove strutture.
I rischi evidenti sono quelli di una demotivazione del personale in servizio, che subisce una sostanziale delegittimazione, di uno sbandamento provocato da una confusione di competenze e di una paralisi operativa, destinata a durare nel tempo al di là dell’ottimismo di facciata.
Un discorso a parte merita l’archeologia, gravemente penalizzata dalla riforma. Non si tratta solo di avere separato alcuni grandi musei dal proprio territorio, ma, piuttosto, di avere minato l’incisività operativa delle soprintendenze archeologiche, la cui funzione di controllo sul territorio, esercitata sul campo nonostante risorse e personale sempre più ridotti, è stata spesso l’unico baluardo in assenza di un’efficace programmazione territoriale e, forse per questo, subita con crescente irritazione in un paese allergico alle regole come il nostro.
La riforma disgiunge le competenze inseparabili della tutela e della valorizzazione e, persino nei casi delle “aree e parchi archeologici” riduce i compiti delle Soprintendenze Archeologia a una funzione subordinata: a esse è infatti riservata la sola “gestione”, “ferme restando le competenze della Direzione generale musei e dei Poli museali regionali in materia di luoghi di cultura”: un giro di parole tortuoso che sembra confinare le soprintendenze archeologiche ad attività di servizio quali la manutenzione e il diserbo, che non debbono interferire sulle vere e proprie azioni “di cultura”, legate alla fruizione e valorizzazione, concepite come categorie astratte da una specifica conoscenza dei contesti.

Fuori dai musei e separate dai territori, accantonate in funzioni meramente burocratiche, le soprintendenze archeologiche sono condannate a un inevitabile declino: un risultato scontato e terribile di cui la riforma può difficilmente menare vanto.

Art.1 comma 327 della legge 28 dicembre 2015 n.208           
( LEGGE DI STABILITA’) 
327. Nelle more dell'adozione dei decreti legislativi attuativi dell'articolo 8 della legge 7 agosto 2015, n. 124, al fine di dare efficace attuazione alle disposizioni di cui all'articolo 17-bis, comma 3, della legge 7 agosto 1990, n. 241, nonche' di garantire il buon andamento dell'amministrazione di tutela del patrimonio culturale, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro dei beni e delle attivita' culturali e del turismo emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, lettera e), della legge 23 agosto 1988, n. 400, e dell'articolo 4, commi 4 e 4-bis, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, si provvede, nel rispetto delle dotazioni organiche del Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo di cui alle tabelle A e B del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto 2014, n. 171, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, alla riorganizzazione, anche mediante soppressione, fusione o accorpamento, degli uffici dirigenziali, anche di livello generale, del medesimo Ministero.

Fiocco viola è il simbolo di protesta esposto dal personale (addetti ai lavori) direttamente coinvolta in questa azione di accorpamento. "Per la tutela del nostro patrimonio culturale – Dichiarano gli addetti ai lavori attraverso una nota –  ormai giunta ad uno dei punti più bassi della sua gloriosa storia. Siamo in presenza di un vero e proprio blitz normativo – prosegue la nota –  che, formalmente giustificato dal doversi uniformare alla legge Madia, non solo accorpa le soprintendenze, ma ne modifica i compiti e ne aggiunge di nuovi ai Poli Museali, tra cui il compito di concedere i beni culturali pubblici. L’istituzione delle Soprintendenze miste rischia di creare strutture acefale, senza un ragionamento consolidato sull'impianto organizzativo. L'operazione del resto scopre le sue vere finalità nella sottrazione di 10 dirigenze alla tutela ed il loro riversamento sui nuovi siti autonomi, spesso del tutto privi privi di ogni dimensione organizzativa e senza alcuna possibilità di introiti. Una operazione analoga la si fa accorpando le soprintendenze archivistiche con quelle bibliografiche: una decisione conseguente alla norma che assegna allo Stato competenze in materia di tutela del patrimonio archivistico e bibliografico prima esercitate da province e regioni, sovraccaricando oltremisura il poco personale assegnato a questi settori. Ci chiediamo che senso possa avere emanare adesso un bando di mobilita' volontaria quando non sono ancora chiari gli organici a seguito di questa nuova riforma. Noi – conclude la nota degli addetti ai lavori – abbiamo avuto formale richiesta di produrre nostre osservazioni su questo nuovo impianto di riforma e graziosamente ci è stato concesso il termine di domani per produrle. noi pensiamo di inviare il nostro comunicato e ci eserciteremo in una azione di contrasto capillare ad un progetto di riforma che riteniamo profondamente sbagliato".

CGIL FP CISL FP UIL PA: basta riforme senza investimenti, così si indebolisce la tutela del territorio  
"Contrarietà nel metodo e nel merito all'ipotesi di accorpare le diverse Soprintendenze del MIBACT, – Commentano in una nota unitaria FP CGIL – CISL FP – UIL PA – unificando quelle archeologiche – prosegue la nota sindacale –  con quelle alle Belle arti e al Paesaggio, è quanto hanno espresso CGIL FP, CISL FP e UIL PAdopo l'incontro con il Ministro dei Beni Culturali Franceschini, che ha illustrato un DM di prossima emanazione in applicazione di quanto previsto nella Legge di stabilità 2016. Nel metodo – spiegano i rappresentanti sindacali – è l'ennesimo intervento a gamba tesa nel mezzo di una riforma in corso che, peraltro, ha già palesato tutti i suoi limiti, senza peraltro aver fornito alcun testo, che a seguito di nostre insistenze ci verrà consegnato dopo l'illustrazione che effettuerà oggi pomeriggio al Consiglio Superiore e domani presso le commissioni Parlamentari competenti. Si prospetta un ulteriore intervento normativo senza aver prima risolto i molteplici problemi organizzativi del MIBACT, a partire dalla carenza di personale in particolare nei profili specialistici, e senza aver completato l'avvio dei nuovi poli museali. Nel merito, il ministero dimentica che il punto di forza cui è ancorata la sua funzione costituzionale, la tutela e salvaguardia del patrimonio culturale e del paesaggio, passa attraverso le Soprintendenze. L'intero territorio italiano è cosparso di siti archeologici (132 aree archeologiche, 106 musei aperti al pubblico, numerosi siti subacquei), di collezioni e monumenti sia pubblici che privati, di cantieri di scavo e di restauro, cui si aggiungono i tantissimi interventi di archeologia preventiva connessi alla realizzazione di servizi e infrastrutture. La tutela architettonica e paesaggistica, storico-artistica, etnoantropologica, archeologica, sono eccellenze italiane uniche in Europa. Ma il numero di funzionari archeologi e professionisti della tutela chiamati a presidiare e salvaguardare questo immenso patrimonio, contrastare le attività illecite di scavo e traffico di oggetti antichi, e fare da argine al consumo del territorio, è sempre più esiguo rispetto al fabbisogno.  Cittadini e istituzioni locali devono comprendere che queste funzioni non possono esser messe a rischio, per non dire soppresse, da quell'operazione di pura ragioneria che sarebbe la fusione delle Soprintendenze in un ammasso indistinto. Purtroppo le disposizioni della Legge Madia, assunte a modello di riferimento per accorpamenti e riduzioni di uffici dirigenziali, nel caso delle Soprintendenze rischiano di abbattersi come una mannaia sulle loro già esauste capacità operative. Significa disarticolare e disperdere le professionalità altamente specializzate di tanti funzionari e tecnici che oggi, pur in un contesto generale di malfunzionamento, possono operare in ambiti lavorativi ben distinti e con competenze definite. Abbiamo rappresentato inoltre che è sbagliato procedere ad una ulteriore riorganizzazione senza porsi il problema di valorizzare il personale in servizio e reperire risorse aggiuntive per finanziare professionalità, formazione e produttività.Al riguardo, la risposta del Ministro è stata insoddisfacente in quanto ha assunto un impegno generico, non meglio specificato. Non è al cambiamento che diciamo no – puntualizzano i sindacati – ma al rischio di consegnare il territorio agli interessi degli speculatori. Già oggi, tra grandi opere ed espansione edilizia senza controllo, il consumo di suolo in Italia è di 8mq al secondo, il triplo della media europea. È imperativo non depotenziare quei presidi di base che sono le Soprintendenze; al contrario, bisogna mantenere in capo ad esse la direzione tecnica e scientifica nell'articolazione attuale storicamente collaudata, e – conclude la nota sindacale –  dotarle di risorse da investire nel rafforzamento delle competenze". 
 




MOLISE: ANCORA SCOSSE DI TERREMOTO

A.B.

 

Campobasso – Non smette di tremare la terra a in provincia di Campobasso, nella notte appena trascorsa sono state registrate due scosse di magnitudo 2.1 e 2.3, ma la lieve entità delle scosse non ammortizza la paura e i disagi che si sono susseguiti in questi giorni. L’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha rivelato che le scosse sono iniziate alle ore 2.17 e alle 5.07 con epicentro tra Vinchiaturo e Baranello. Nell’ultima settimana sono state rilevate circa 60 scosse di terremoto con magnitudo superiore a 2. Le scuole rimango ancora chiuse in circa 20 comuni, compreso Campobasso. Negli ultimi giorni le abbondanti nevicate hanno impedito la viabilità e con l’arrivo del terremoto tutto è stato più difficile. Sul territorio è tornato a splendere finalmente il sole, ma rimane il gelo e le temperature rimangono sotto lo zero, a Campobasso si toccato i -2, nelle zone di montagna di raggiungono -8 gradi e con il ghiaccio la viabilità è difficoltosa poiché cagiona danni ad automobilisti e pedoni. La sospensione delle lezioni consentirà inoltre ai tecnici di controllare gli edifici, per verificare se hanno subito danni in seguito ai continui terremoti. La Protezione Civile è a fianco dei cittadini e da informazioni, pronta per ogni evenienza

 




NAPOLI, APPALTI SUI RIFIUTI E FALSI TESSERAMENTI: BUFERA GIUDIZIARIA SU FORZA ITALIA

di Ivan Galea

Napoli – Ipotesi di turbativa degli appalti nel campo dei rifiuti per il coordinatore regionale della Campania di Forza Italia Domenico De Siano, per il quale il gip di Napoli Claudia Picciotti ha emesso ordinanza di arresto ai domiciliari, inviata per l'autorizzazione al Senato. L'inchiesta è relativa ad alcuni appalti per la raccolta dei rifiuti a Ischia e in alcuni comuni del Napoletano del 2010.

L'inchiesta della Procura vede indagato anche il parlamentare Fi-Pdl Luigi Cesaro, già messo sotto i riflettori della magistratura nel 2011 per il suo rapporto con il clan camorristico dei Casalesi e per il quale nel 2014 la procura di Napoli chiese l'arresto, poi annullato dal Tribunale del Riesame del capoluogo campano per carenza di gravi indizi di colpevolezza. L'attuale inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino e dai Pm Graziella Arlomede e Maria Sepe a seguito delle indagini portate avanti dalla squadra mobile di Napoli.

Diversi i reati che vengono contestati dalla procura: dall'associazione per delinquere alla turbativa d'asta e corruzione. Gli uomini della squadra mobile hanno fatto scattare le manette per Oscar Rumolo, stretto collaboratore di Domenico De Siano. Rumolo, che lo scorso novembre era stato assunto dal Comune di Lacco Ameno, in provincia di Napoli, con la qualifica di responsabile del servizio finanziario e tributi e sempre dallo scorso mese di novembre distaccato presso la commissione consiliare regionale della "Terra dei Fuochi", si trova ora ai domiciliari. Tra gli indagati anche Vittorio Ciummo, imprenditore della Ego Eco, per il quale sono stati ordinati gli arresti domiciliari. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria invece per Salvatore Antifono, già consigliere comunale di Torre del Greco, Vincenzo Rando, responsabile ragioneria del comune di Forio, Giulia di Matteo, segretario generale del Comune di Monte di Procida, Francesco Iannuzzi, già sindaco di Procida, Carmine Gallo, legale della Cite e Carlo Savoia, dipendente Cite.

Nell'inchiesta esiste si parla anche di  tesseramenti a Forza Italia. Dalle intercettazioni effettate tra il  2011 – 2012 emerge infatti una "attività di procacciamento di tesserati operata da Rumolo in vista delle elezioni del 2012 per il congresso provinciale del partito". Una attività che "serviva a potenziare la corrente rappresentata da De Siano, in vista delle elezioni politiche". “Porta la carta d’identità tua e di tuo padre…”. “Porta la carta d’identità tua, dei parenti…”. “Recupera 10, 15 carte d’identità, va bene anche la fotocopia…”. Queste alcune tra le intercettazioni fatte ai diversi personaggi di Forza Italia a Napoli tra i quali sono spiaccati i nomi di Oscar Rumolo, di Domenico De Siano. Le telefonate intercettate dagli inquirenti alla vigilia del congresso napoletano del partito di Berlusconi del marzo 2012. È stato altresì accertato che per gonfiare il tesseramento Pdl, venivano piazzati dei fiduciari davanti alle sale Bingo con la finalità di "adescare" i giocatori, offrendo loro un buono da 10 euro per la sala giochi in cambio dei dati anagrafici per la tessera. Un giro di affari, quindi, che è stato ricondotto al duo De Saino – Cesaro finalizzato a gonfiare il numero di adesioni al Pdl per farle “pesare” al momento delle candidature alle politiche. E per quelli che ne "portano" di più, anche la promessa di qualche nomina. La parte dell'inchiesta riguardante il "tesseramento" ha rafforzato negli inquirenti la convinzione dell’esistenza di un’associazione a delinquere che vedeva nel senatore De Siano, all’epoca consigliere regionale della Campania, “l’organizzatore, con il compito di sovrintendere ai rapporti con gli altri politici, anche sulla scorta di indicazioni provenienti dai vertici locali del Pdl-Forza Italia”. Il gip Claudia Picciotti ha  evidenziato quindi "l’esistenza di un vincolo molto forte tra lo stesso Cesaro, De Siano e Rumolo finalizzata a una indefessa opera di procacciamento di tesserati – anche falsi o oggetto di compravendita – con lo scopo di far apparire la corrente del Cesaro la più votata all’interno del partito Pdl, con conseguente assunzione di posizione predominante nella predisposizione delle liste elettorali, basate sul sistema delle ‘liste bloccate‘”.
 




ALTA TENSIONE ROMA-BRUXELLES, MOSCOVICI: "ERRORE ACCUSARCI DI AGIRE CONTRO L'ITALIA"

Redazione

La situazione è sempre più rovente. E' scontro aperto tra l'Ue e il governo italiano. L'ultimo affondo, quello di ieri del Ppe, domina anche le prima pagine dei giornali. I principali quotidiani riportano anche, la fonte è il Financial Times, l'ipotesi secondo cui la Commissione Ue a marzo rivedrà il sistema di ripartizione dei rifugiati, più profughi al nord Europa. Un elemento che il quotidiano La Stampa mette in apertura con il titolo "Migranti, un punto per Renzi". Il Financial Times proprio ieri sera aveva reso note le indiscrezioni su questo nuovo sistema di ripartizione, che secondo il quotidiano anglosassone rappresenta una vittoria per Renzi.

Intanto difende l'Ue e chiede all'Italia di ridurre il debito il commissario Ue agli Affari Economici Pierre Moscovici che pure sottolinea di apprezzare le riforme del governo Renzi. Moscovici invita in sostanza ad abbassare i toni.

"La Commissione Europea non può essere accusata di agire contro l'Italia, questo è assolutamente sbagliato". Lo ha detto a margine del Forum a Davos, il commissario Ue agli affari Economici, Pierre Moscovici, aggiungendo di avere massimo rispetto per un Paese fondatore come l'Italia e per lo sforzo riformista di Renzi. "Non c'è nessuna guerra" con l'Italia, "ora occorre abbassare la tensione e lavorare insieme con grande oggettività", ha aggiunto. "Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, è un leader ambizioso e attento alle riforme e la Commissione Europea ha avuto molte occasioni per mostrare il suo apprezzamento verso quelle riforme". "Abbiamo bisogno di un rapporto positivo. Junker ha espresso i suoi pensieri perché ha ritenuto che la commissione avesse ricevuto delle critiche ingiuste. Ma capiamo la situazione (di Renzi ndr) e vogliamo discuterla".

"E' chiaro – ha detto ancora – che l'Italia debba ora muoversi per ridurre il debito". "Sì, il governo italiano sta facendo le riforme ed è una cosa positiva. Sì, sta riducendo il deficit, può anche usare la flessibilità. Ma è necessario che anche in Italia il rapporto debito-Pil diminuisca", ha sottolineato Moscovici. "Quale altro Paese – si è chiesto ancora – beneficia di tutta la flessibilità prevista dal Patto di stabilità, inclusa la clausola sugli investimenti e quella sulle riforma strutturali? Nessuno". "Dobbiamo anche prendere in considerazione" la richiesta di ulteriore flessibilità per l'accoglienza italiana ai migranti e concludendo: "No, non si può assolutamente dire che questa commissione sia ostile all'Italia".




LUTTO NEL MONDO DEL CINEMA: ADDIO AL REGISTA ETTORE SCOLA

di Angelo Barraco
 
Roma – E’ morto a 84 anni Ettore Scola, pilastro del cinema italiano. Era in coma da domenica sera al reparto di chirurgia del Policlinico Umberto I di Roma, dove era in coma. Il regista era giunto in gravi condizioni domenica. Per rendere omaggio al maestro verrà allestita una camera ardente che verrà aperta verso le ore 11 di oggi. Il cinema di Scola è importante perché mette in mostra un aspetto dell’esistenza umana che spesso viene ignorato da molti registi, ovvero il lato buffo, avventuroso e la vita vissuta in maniera erronea che vale di più rispetto ad una vita vissuta alla ricerca di se stessi. Verso la fine degli anni 40, Ettore Scola collabora con la Rai in qualità di coautore di testi televisivi e radiofonici, interpretati dal compianto Alberto Sordi e Mario Pio. Il suo battesimo alla regia avviene nel 1964 e quattro anni dopo dirige un film di grande successo dal titolo: “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?” con Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier. La sua strada e quella di Alberto Sordi di incroceranno altre tre volte nei film “La più bella serata della mia vita” del 1972, “i nuovi mostri” del 1977, “Romanzo di un giovane povero” del 1995. Nel 1974 dirige il capolavoro “C’eravamo tanto amati”, un itinerario sulle vicende d’Italia attraverso le storie di tre soggetti, tre amici. Nel 1976 un altro capolavoro firmato Scola vede la luce, “Brutti, sporchi e cattivi”. Sono tanti i capolavori del maestro, e ogni decennio ha potuto ammirarne la grandezza e la bellezza. Il 1980 di apre con “La Terrazza”, ma ne seguiranno tanti altri fino al suo ultimo film da regista “Che strano chiamarsi Federico” del 2013. Nel 2014 è stata realizzata la mostra monografica “Piacere, Ettore Scola”. Sono tanti i messaggi di cordoglio scritti su facebook sa attori e personaggi dello spettacolo in ricordo di Ettore Scola. Alessandro Gassman, figlio di Vittorio Gassman che con Ettore Scola ha girato il famoso film “C’eravamo tanto amati” scrive su Twitter: “Ciao Ettore, ti abbiamo tanto amato, che lezione grande la tua, che regalo il tuo cinema. Tvb”. Carlo Verdone ha scritto sul suo profilo facebook un messaggio per il regista: “L'arte vera ha un privilegio: quello di donare l'immortalità. Un frammento di immortalità all'autore che resta nella storia. Ettore Scola resta nella nostra memoria per sempre. Tutti gli dobbiamo qualcosa perché ci ha insegnato a guardare la vita con ironia, con misericordia, nelle debolezze degli uomini ma anche nelle loro dignità. Molti di noi non esisterebbero senza la lezione di queste anime sensibili. Grazie Ettore. Eri un uomo perbene. E questo è il più grande complimento che tu possa avere. Buon viaggio amico caro”



SCUOLA, ISCRIZIONI ONLINE: ECCO COME FUNZIONA

di Chiara Mattei
Partito il conto alla rovescia per le iscrizioni on line al prossimo anno scolastico nelle classi prime di Elementari, Medie e Superiori (ma anche ai corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale, nelle Regioni che hanno aderito). L'adesione al sistema delle Iscrizioni on line da parte delle scuole paritarie è invece facoltativa mentre per la scuola dell'infanzia la domanda resta cartacea. Le iscrizioni potranno essere fatte dalle 8.00 di venerdì 22 gennaio e le famiglie hanno tempo fino alle 20.00 del 22 febbraio per decidere la scuola dei propri figli; il servizio sarà disponibile 24 ore su 24, inclusi sabato e domenica. La domanda di iscrizione potrà essere compilata per tutto il periodo senza fretta: non è previsto, infatti, che le domande arrivate per prime abbiano la precedenza. Niente clic day quindi.

Le registrazioni al portale del Miur ad hoc istituito sono partite il 15 gennaio: una volta compilato e inoltrato il modulo di registrazione, viene rilasciato il codice personale per accedere al servizio di iscrizione vera e propria. Le credenziali acquisite con la registrazione lo scorso anno – nel caso fosse stato iscritto, ad esempio, un altro figlio – non sono più valide. Nessun problema se i genitori sono stranieri e privi di codice fiscale: sarà comunque possibile iscriversi online a scuola grazie a un codice provvisorio creato dal sistema.

Il modello di domanda d'iscrizione è composto di due sezioni. Nella prima sezione, una volta scelta la scuola, attraverso una procedura guidata, sono richieste tutte le informazioni necessarie per la compilazione: dati anagrafici del genitore, dello studente, informazioni e preferenze circa l'utilizzo dei mezzi di trasporto, del servizio mensa, eccetera. Nella seconda sezione (specifica per ogni scuola) il sistema propone l'elenco dei dati che ciascuna scuola può richiedere. Lo stesso sistema si farà carico di avvisare i genitori in tempo reale, via posta elettronica, dell'avvenuta registrazione e delle variazioni di stato della domanda. Per chi deve ancora scegliere la scuola di destinazione, una mano può arrivare dal portale Scuola in chiaro (cercalatuascuola.istruzione.it) che consente di visualizzare la mappa degli istituti del proprio territorio, di esplorarne i profili analizzando dati importanti come, ad esempio, il tasso di studenti che lavorano dopo il diploma. Su Scuola in Chiaro vengono anche caricati i Piani triennali dell'offerta formativa, una sorta di carta di identità del progetto didattico degli istituti. E sono disponibili i Rapporti di Autovalutazione di ciascuna scuola che contengono informazioni preziose per la scelta delle famiglie: dagli esiti degli studenti, alla loro prosecuzione negli studi, all'organizzazione del curricolo e delle lezioni.




RENZI RIGIRA LA FRITTATA ALL'UE: "SE NE FACCIANO UNA RAGIONE L'ITALIA È TORNATA"

di Angelo Barraco
 
 
Roma – L’Italia è un paese con mille difficoltà, il lavoro che manca a giovani e meno giovani, tassi di disoccupazione altissimi, valorizzazione del lavoro discutibilissimo poiché chi fa sacrifici e studia, non ha la possibilità di dare al paese Italia la propria conoscenza e/o capacità e spesso è costretto ad emigrare altrove per cercare fortuna per la mancanza di posti di lavoro sul nostro territorio, ma i problemi che affliggono il nostro stivale sono tanti, forse troppi. Ma il Premier Matteo Renzi invece lancia un messaggio ben diverso e positivo sulla sua pagina facebook: “Oltre mezzo milione di posti di lavoro a tempo indeterminato in un anno. I dati INPS dimostrano quanto fossero assurde le polemiche sul Jobsact ‪#‎avantitutta‬”. I commenti che si susseguono sotto messaggio del premier sono bilanciati, ci sono coloro che lo sostengono Renzi e ci sono invece coloro che la vedono sotto un’altra prospettiva e commentano in modo colorito. Ma non è l’unico messaggio scritto dal premier sulla sua pagina ufficiale a far scatenare il tam tam sul social e non solo perché prosegue il botta e risposta tra Italia ed Europa. Ieri l'ultimo affondo di Juncker che si è lamentato di non avere un interlocutore a Roma (tradotto: il governo  non esiste), oggi la replica di Matteo Renzi che, ovviamente, gira la frittata dalla sua parte. Per il premier, infatti, non è l'Italia ad essere isolata in Europa, piuttosto è l'Europa a temere il nostro Paese che, grazie al lavoro del suo esecuitivo, è tornato ad essere protagonista.

"L'Italia è sempre più aperta e attrattiva per gli investimenti internazionali" scrive su Facebook annunciando un accordo con Cisco che, nei prossimi 3 anni, realizzerà in Italia "investimenti strategici che valgono 100 milioni di euro". "La risposta migliore, insomma, a chi, forse impaurito da questo nuovo protagonismo italiano, preferirebbe averci più deboli e marginali, come purtroppo è spesso accaduto in passato. Se ne facciano una ragione: l'Italia è tornata, più solida e ambiziosa – aggiunge -. Con tanto lavoro ancora da fare (questa settimana sarà decisiva per la trasformazione della Pubblica Amministrazione e per un altro passo avanti della Riforma istituzionale) ma anche con la consapevolezza che ce la stiamo mettendo tutta e che le grandi realtà internazionali, come oggi testimonia Cisco, tornano a scommettere su di noi".

 




MOLISE, ANCORA SCUOLE CHIUSE E PAURA PER IL TERREMOTO

di Angelo Barraco
 
Campobasso – Scuole chiuse in Molise a causa della nave caduta, tale prolungamento di sospensione delle lezioni è stato messo in atto da 50 comuni. La sospensione consentirà ai tecnici di effettuare i dovuti controlli presso gli edifici, per verificare se hanno subito danni in seguito al terremoto dei giorni scorsi. Sospensione delle lezioni anche per l’Università del Molise con sede a Campobasso. Le lezione sono sospese fino a mercoledì, il Sindaco Antonio Battista riferisce: “Abbiamo un insieme di avvenimenti, tra maltempo e scosse sismiche che potrebbero creare delle situazioni di allarme nelle scuole”. Da circa cinque giorni ci sono scosse di terremoto nella zona di Campobasso. La scossa più forte è stata il 17 gennaio dopo le 23 con magnitudo 3.6 e fino all’alba ci sono state circa dodici scosse. Tra i cittadini il panico e la paura è dilagata  e molti di loro hanno lasciato la loro casa per andare altrove. Il Governatore del Molise Paolo di Laura Frattura spiega che la Protezione Civile è a fianco dei cittadini e da informazioni, pronta per ogni evenienza. Ma la neve non e il freddo non hanno interessato soltanto il Molise, la scorsa notte è stata la più fredda in Alto Adige dal 2012 e in Val di Vizze la minima raggiunta è stata di -22 gradi, a Predoi in valle Aurina invece si sono toccati -20 gradi, a Riva di Tures – 19 gradi. Invece a Merano e Bolzano rispettivamente con -8 e -7 gradi. Anche a Genova le temperature sono state piuttosto ostili in questi giorni, stamattina alle 3.10 la Protezione Civile ha dichiarato cessato lo stato di allerta nivologico. Ieri Torino ha visto sporadiche nevicate, ieri la minima è stata -33.4 sul Monte Rosa, -19 sul Colle dell’Agnello, -22.1 a Formazza, -5.2 a Torino. Da giovedì si riafferma l’alta pressione.



LUIGI DE MAGISTRIS: LA DISFATTA ANCHE COME PM

di Gianni Lettieri

Flop inchiesta Why not: tutti assolti i politici indagati. Prendo in prestito i titoli di tutti i giornali nazionali, al di là del colore politico, per commentare la disfatta di Luigi de Magistris anche come magistrato. Il processo su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Regione Calabria, avviata nel 2006 si è chiuso con una condanna e tutte assoluzioni. Indagare cittadini ed esponenti politici senza prove evidenti e sentirsi al di sopra della legge, non è di certo la strada giusta per farlo. De Magistris in quattro anni e mezzo ha fallito come primo cittadino e anche in questa veste, abusando della propria posizione, ha fatto causa a chiunque. Ha sprecato tempo prezioso, che poteva piuttosto destinare a realizzare le promesse fatte ai cittadini durante la campagna elettorale. Non mi sorprenderei se domani decidesse di portare in Tribunale l’aria di Napoli perché inquinata. E comunque, la domanda, alla fine di tutta questa storia è: ma chi paga per questo processo sbagliato che non ha portato a nulla se non a contribuire a creare una visibilità ed una carriera politica a De Magistris? Paghiamo noi cittadini per i processi suoi sbagliati, così come i napoletani pagano le tasse più alte d’Italia a causa delle sue scelte sbagliate da sindaco di Napoli. Grazie Luigi!




ELENA CESTE, COLPO DI SCENA: "LA TERRA SUGLI ABITI NON È DEL RIO MERSA"

di Domenico Leccese
Davvero ci sono certezze scientifiche che la terra repertata dai RIS sugli abiti di Elena Ceste provenga dal Rio Mersa? Per saperne di più abbiamo intervistato il Dottor Giovanni Sbardella, geologo con esperienza trentennale e gli abbiamo posto alcune domande proprio su questo tema scottante.

Dottor Sbardella, secondo il suo parere gli accertamenti tecnici sul terriccio ritrovato sugli abiti della Ceste e sui terreni del Rio Mersa e del cortile di casa Buoninconti svolti dal Dottor Pavan, consulente della Procura, sono stati eseguiti seguendo la giusta procedura?
In primis credo che la quantità di terra ritrovata sugli abiti sia talmente irrisoria che l’analisi della stessa non permetta di giungere ad affermare con certezza se sia o meno compatibile con un terreno piuttosto che con un altro, stiamo parlando di 6 particelle sui pantaloni e di altrettante sulle calze e come sostenuto in udienza dalla collega, Dottoressa Di Maggio, consulente della difesa, è necessario analizzare un campione con almeno 2000 particelle per arrivare a emettere un giudizio di probabile compatibilità.
Da tecnico inoltre mi ha stupito sentir parlare di un unico campione prelevato nel cortile di casa Buoninconti, un unico campione non è rappresentativo di una vasta area come quella di cui stiamo parlando, ma neanche di aree più piccole, la Dottoressa Rosa Di Maggio, in udienza si è anch’ella espressa in questo senso, sostenendo che un unico campione non può essere sufficiente per una comparazione.

Come si procede quando si esamina un terreno?
Una zona antropizzata, come può essere un’aia di un’abitazione di campagna, è estremamente disomogenea a differenza di un sito naturale, a causa della costante presenza di fenomeni riferibili alle attività dell’uomo, come il transito delle autovetture, lo scarico delle merci più disparate, che per un qualsiasi motivo possono finire su zone ristrette del terreno caratterizzandolo in quell’area, la presenza in zone limitate del giardino di terricci che possono provenire da serre che hanno cresciuto piante poi trapiantate nel terreno d’interesse o per la eventuale presenza di terre prelevate altrove per ripianare alcune aree ad esempio durante attività edili. Quindi, con queste premesse l’unico modo per definire da un punto di vista chimico un terreno così disomogeneo è sottoponendolo a svariate decine di prelievi secondo una mappatura a maglia ben disposta e solo dopo averli esaminati tutti e dopo aver fatto una media dei risultati ottenuti si potrà caratterizzare con una certa approssimazione il terreno in esame.

A suo avviso è condivisibile la conclusione del consulente della Procura di Asti?
Mi sento di affermare che nessuno dei terreni esaminati, né quello di casa Buoninonconti, né quello del Rio Mersa, dal Dottor Ivo Pavan, chimico industriale, è compatibile con la terra presente sugli abiti della Ceste a causa delle sostanziali differenze in termini percentuali degli elementi costitutivi e non solo, lo zolfo e il fosforo, eventualmente riferibili a fertilizzanti, presenti nelle particelle repertate sugli abiti della Ceste e su alcuni dei campioni di terra prelevati al Rio Mersa sono in percentuali fortemente diverse tali da escludere, anche prendendo in esame solo questi due elementi, che il terreno ritrovato sugli abiti della Ceste provenga dal Rio Mersa.

Quali altre critiche si sente di fare?
Il consulente della Procura Pavan afferma, non essendo però mai stato a casa di Buoninconti, in quanto fu un carabiniere a fare l’unico prelievo in quel giardino, che la traccia sul collant non era possibile che fosse riferibile a terra dell’aia di Buoninconti perché avendo infiltrato la trama era stata prodotta da terra mista ad acqua, è vero che non pioveva da 4 giorni ma vi era un’umidità massima dell’87% (mattino-sera) ed un punto di rugiada di due gradi, dati compatibili con la presenza di guazza che poteva mischiarsi a terra e dare la traccia sulle calze, definita tra l’altro dal consulente ‘estremamente minima’.
Un altro dato di una certa rilevanza è che, se anche vi fosse, dopo aver fatto una perizia secondo le regole, la sicurezza che la terra sugli abiti è compatibile con un certo terreno nessuno può dire quando questa terra sia finita su quegli abiti, il deposito della terra non è databile, in specie in questo caso, il Rio Mersa è a poche centinaia di metri da casa Buoninconti e la Ceste avrebbe potuto sporcarsi nei giorni precedenti oppure il cane avrebbe potuto trasferire la terra da altri luoghi ai suoi abiti mentre lei si trovava in giardino, in fondo la quantità di terra presente sui suoi abiti era minima tanto che poteva passare inosservata e per questo motivo la Ceste poteva non averla notata e non aver di conseguenza lavato gli abiti.




METEO: ITALIA NELLA MORSA DEL MALTEMPO, DA NORD A SUD

di Angelo Barraco
 
Roma – Il fine settimana rappresenta per molti italiani il momento unico di svago dopo un’intensa settimana lavorativa, ma molti probabilmente dovranno rimandare, accendere il camino e cambiare decisamente i programmi poiché nella giornata di sabato 16 gennaio è arrivata un’ondata di freddo che partirà dalle Marche fino alla Puglia con piogge diffuse. Anche il bel sud Italia, che tanto ama il sole, il mare e la tintarella estiva deve stringere i denti in questi mesi poiché questo sabato sarà all’insegna della pioggia moderata o forte, anche in Sardegna la stessa medesima cosa. Al centro sud invece ci sarà neve fino a quote basse, fino in pianura e sulle coste di Abruzzo, Molise. Soleggiato al Nord Italia, neve sui confini delle alpi e venti di Tramontana. La giornata di domenica 17 gennaio si prospetta ricca di venti gelidi di Tramontana e Grecale che in interesseranno lo stivale, sarà tanta la neve che cadrà, precisamente su Marche, Abruzzo, Molise e persino sulle coste ovvero in Puglia, a bassa quota. Ancora piogge in Sicilia, precisamente nella zona Nord.
 
 Ma come sarà il meteo da lunedì in poi? La mattina di lunedì 18 vede sole e schiarite in gran parte dello stivale, deboli nevicate su Abruzzo e Molise, deboli precipitazioni nel Messinese e nel Palermitano. Nella giornata di martedì 19 il tempo peggiorerà a Nordovest, in Toscana e Sardegna. In Liguria ci saranno precipitazioni nonché neve sopra i 200 m. Tra Piemonte e Lombardia ci sarà neve, anche in Emilia Romagna. Bel Tempo al sud Italia. Mercoledì 20 invece si apre con forti precipitazioni nel trapanese, piogge in Campania e in Calabria. Nevicate in Appennino. In Toscana, Lazio e Marche invece ci saranno precipitazioni. Buono al Centro Nord. Giovedì 21 ci saranno poche piogge al sud, inizialmente il tempo sarà buono al Centro-Nord, ma ne pomeriggio peggiorerà in Liguria, Piemonte ed Emilia sotto la pioggia, . anche in Sardegna ci sarà pioggia, bel tempo in Sicilia. Venerdì 22 le piogge si concentreranno principalmente sulle isole maggiori, temporali e neve dai 400 ai 1000 metri in Sardegna. Pioggia in Liguria, Sicilia.