BOSCHI ATTACCA I SINDACATI: "HANNO CONTRIBUITO A BLOCCARE IL PAESE"
Redazione
La ministra all'attacco dei sindacati che sembra proprio non piacciano a questo governo: "I sindacati hanno contribuito in parte a bloccare il Paese". Lo ha detto Maria Elena Boschi alla festa dell'Unità a Firenze, auspicando poi che i sindacati si rimettano in discussione. "Sono sicura che alla fine prevarrà il senso di responsabilità anche da parte di Ncd". Lo ha detto il ministro alle Riforme, Maria Elena Boschi, parlando a margine della Festa dell'Unità di Firenze. "Penso che i senatori saranno saggi e non vorranno fermare il percorso".
"Non capisco di cosa parli il senatore Quagliariello. Credo occorra fare un po' di chiarezza". Lo dice il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini interpellato dall'Ansa. "Siamo su due piani distinti: Per quanto riguarda le riforme ci sono varie ipotesi di accordo e lo troveremo; quanto all'Italucum, non si tocca.
"Le riforme andranno avanti. L'Italia ha svoltato e non si torna indietro": così il premier Matteo Renzi da New York ha risposto a chi gli chiedeva delle difficoltà incontrate sulla strada per la riforma sul Senato. L'Italia ha finalmente svoltato. Non siamo più il problema economico dell'Europa, non siamo più la minaccia finanziaria del mondo. E dopo anni di segno meno crescono tutti gli indicatori. È davvero un periodaccio per i nostri amici gufi abituati a roboanti comunicati stampa dopo ogni dato Istat e oggi comprensibilmente sono più sobri nelle loro dichiarazioni".
"Ho letto molte polemiche per la mia scelta" di andare a New York per la finale degli Us Open. "Fosse stato il calcio, non avrebbe detto niente nessuno. Ma è tennis, tennis femminile, e allora in tanti hanno storto la bocca come fosse sport di serie B". Lo afferma Matteo Renzi. "Rispetto tutti. Chi vuole vivere di rancore, faccia pure".
ELENA CESTE: MICHELE BUONINCONTI, UNA VITTIMA DEL SISTEMA?
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di Domenico Leccese
L’Osservatore d’Italia intervista nuovamente la dottoressa Ursula Franco, medico chirurgo e criminologo, consulente della difesa di Michele Buoninconti che non smette di difendere a "spada tratta" il proprio assistito e per questo viene tacciata di incompetenza da illustri colleghi e da parte dei media.
Ritiene che Michele Buoninconti sia vittima di un errore giudiziario?
Senza ombra del dubbio, un caso di errore giudiziario da manuale.
Come sta Michele Buoninconti ?
Michele Buoninconti sta vivendo una situazione paradossale, a dir poco kafkiana, sono mesi che urla a tutti la propria innocenza, ma il rimarcarlo viene scambiato per una sorta di delirio persecutorio, fa comodo a tutti pensare che il vero malato sia lui e non lo sia stata invece sua moglie Elena. La malattia mentale nel caso ne sia affetto Buoninconti è per tutti ben visibile, reale, concreta, facilmente diagnosticabile mentre nel caso di Elena è una mia fantasia. Non le pare bizzarro che nonostante sia stata in primis la Procura ad affermare che Elena fosse psicotica, io venga derisa perché affermo questa verità? Mi aspetterei che si alzasse un coro di psichiatri pronti a confermare che gli psicotici si denudano e proprio perché vivono un delirio che ritengono reale possono reagire allo stesso, in questo caso Elena credeva che la volessero portare via da casa e quindi semplicemente scappò, come aveva prospettato pochi minuti prima al figlio, e si nascose, senza alcuna intenzione di lasciarsi morire. Il distacco completo dalla realtà non le faceva percepire il freddo, né il dolore e neanche si accorse della presenza nell’acqua nel rio. Il disconoscere la psichiatria da parte di chi si trova ad affrontare questo caso è il vero problema, un problema insormontabile.
Quali sono gli indizi contro Michele Buoninconti?
Non ci sono indizi, non esistono perché Michele non ha ucciso sua moglie, la Procura non è stata in grado di ricostruire il presunto omicidio di Elena Ceste perché non c’é stato. La mia ricostruzione di come andarono i fatti è ciò che somiglia di più alla verità e non varierà con le stagioni. Vede, intanto non è stata accertata la causa della morte di Elena Ceste e potrebbe bastare, ma aggiunga pure che la perizia sulle celle non prova assolutamente che Michele Buoninconti fosse nei pressi del Rio Mersa quando la Procura ritiene stesse occultando il cadavere di sua moglie bensì che ci fosse circa 3 minuti dopo e solo in transito, poi non ci sono segni di trasporto di un cadavere sull’auto, né segni di una colluttazione, né graffi prodotti dai rovi sul volto o le mani di Buoninconti, né fango sulle sue calzature che possano provare l’occultamento.
Cosa pensa degli attacchi degli altri criminologi nei suoi confronti?
Non varrebbe neanche la pena di commentarli, comunque trovo assai triste che si parli di me senza conoscermi, senza conoscere il mio lavoro ed in specie deridendo la mia ricostruzione senza aver letto tutti gli atti. Inconsapevolmente chi attacca me danneggia la criminologia che è agli albori, non penso infatti sia stata mai redatta in Italia una perizia come quella da me prodotta per Michele Buoninconti. Tengo a precisare che non tutti i criminologi tentano di diffamarmi, il dottor Ruben De Luca è stato molto professionale quando gli hanno chiesto che cosa pensasse della mia ipotesi, mi sarei aspettata da tutti lo stesso atteggiamento.
E gli attacchi dei media?
Inspiegabili, perché sostenere che io sarei incompetente e quindi inadatta a difendere Buoninconti se lo ritengono colpevole? E’ una contraddizione, se mi attaccano evidentemente mi temono, io invece non temo loro, un giorno dovranno rispondere di tutto ciò che hanno scritto e detto davanti ad un Giudice.
Michele Buoninconti è davvero una persona difficile come dicono i media?
Io e Michele Buoninconti abbiamo una collaborazione professionale straordinaria basata sul rispetto e la fiducia reciproca, egli non è assolutamente una persona difficile, è semplicemente un innocente in carcere e finché le persone si rivolgeranno a lui da colpevole verranno trattate come si meritano.
RENZI: "L'ECONOMIA STA RIPARTENDO E I CONSUMI CRESCONO"
IMMIGRAZIONE: ARRESTATO UN ITALIANO PER TRASPORTO ILLEGALE DI 33 SIRIANI
Redazione
E’ stato arrestato dalla polizia ungherese nei pressi del lago Balaton un 52enne italiano per il trasporto illegale di 33 siriani. Lo rende noto il portavoce della polizia della contea di Veszprem, secondo il quale tra i 33 siriani ci sono anche due donne. Il veicolo con i migranti, secondo quanto si apprende, era diretto in Germania.
Intanto, non si arresta l’ondata di migranti che cerca di raggiungere le frontiere. In Austria, circa 12.000 migranti sono arrivati nelle ultime 24 ore nella località di frontiera austriaca di Nickelsdorf, al confine con l'Ungheria, e la polizia ha chiuso una autostrada, la A4, "per ragioni di sicurezza". Tra la mezzanotte e le 6 sono arrivate 3.670 e circa 8.000 nella giornata di giovedi'. La A4, nella provincia orientale di Burgenland, e' rimasta chiusa in entrambe le direzioni per 90 minuti. Successivamente e' stata riaperta soltanto nella direzione verso l'Ungheria. Il direttore della polizia regionale del Burgenland, Hans Peter Doskozil, ha denunciato che i servizi di assistenza sono giunti "al limite delle loro possibilita'".
Ban Ki Moon chiede all'Europa di aprire i suoi confini. Il segretario generale dell’Onu, in un’intervista a La Stampa ha ribadito: "Elogio la leadership e la solidarietà mostrata dagli europei, ma, nello stesso tempo, vista la gravità e la scala della crisi, mi aspetto che facciano di più per proteggere chi fugge dalla guerra. Bisogna ricordare che nel passato anche i popoli europei sono stati beneficiati dalle migrazioni, alla ricerca di libertà e opportunità migliori. Ora che sono diventati l'economia più grande e ricca del mondo, speriamo che mostrino la loro solidarietà globale e una leadership compassionevole. Perciò sollecito i leader europei ad aprire i confini e dare la necessaria assistenza umanitaria per salvare queste vite, mostrando compassione".
Orgoglio italiano. Il premier Renzi, in merito all’accoglienza ha ribadito: "Siamo fieri e orgogliosi del modo con il quale in Austria, in Germania, e altrove, i nostri connazionali europei, i nostri fratelli europei, hanno accolto i fratelli rifugiati. Noi lo stiamo facendo da mesi ormai". Lo scrive su 'Repubblica' il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Occorre , per il premier, "superare Dublino. Giusto che gli hotspot siano gestiti a livello europeo, ma cio' sara' possibile solo se ogni paese accogliera' un certo numero di ospiti (quote) e i rimpatri per chi non ha diritto di asilo veranno organizzati dalle Ue e non dai singoli Stati".
Infine, Renzi prosegue: "L'Italia ha sottovalutato il peso delle proprie iniziative in Libia e Siria. Non basta cacciare un dittatore o bombardare un nemico se poi non si vince la sfida educativa, culturale, economica in quei Paesi e, dunque, la sfida politica. In Medio Oriente, certo. Ma anche in Libia, ad esempio. Occorre maggiore attenzione all'Africa. L'Europa si e' concentrata negli ultimi anni molto sull'allargamento a est, ottenendo risultati altalenanti. Personalmente credo che oggi sia un dovere morale proseguire nell'allargamento, cominciando da Serbia e Albania. Ma e' anche arrivato per l'Europa il momento di fare un focus sul Mediterraneo, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione (cooperazione internazionale, aiuti allo sviluppo, moral suasion) a cominciare dal prossimo summit di Malta dell'11 e 12 novembre tra i Paesi della Ue e africani”.
MARO’, COLPO DI SCENA: I PROIETTILI SCAGIONANO I DUE UFFICIALI
di Cinzia Marchegiani
Del caso Marò si parla già di truffa ai danni dell’Italia e ai due ufficiali Latorrre e Girone. Il fattaccio, se fosse confermato, potrebbe aprire scenari inediti e inclinare i rapporti finora volutamente tenuti “low profile” tra Italia e India.
Si parla di truffa? A smascherare la truffa ai danni di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono le stesse carte che il governo indiano ha depositato al Tribunale Internazionale per il Diritto del Mare di Amburgo in cui verrebbe ricostruito l’episodio dove i sue pescatori Valentine, alias Jelastin, e Ajesh Binke' hanno perso la vita il 15 febbraio 2012. Ci si chiede già ora come si stato possibile aver perso tutto questo tempo, più di tre anni.
Il fatto. Emergerebbe dal referto autoptico depositato che ad uccidere i pescatori indiano sono state armi diverse da quelle italiane, poiché si cita un'ogiva, estratta dall'anatomopatologo K.S. Sasikala dal corpo di una delle vittime, lunga 31 millimetri, con una circonferenza di 20 millimetri alla base e di 24 nella parte più larga. Proiettili decisamente diversi dal calibro 5,56 Nato in dotazione ai marò, che utilizzano i fucili mitragliatori Beretta AR 70/90 e Minimi.
Insomma un vero boomerang offerto su un piatto d’argento ai due ufficiali italiani, e ad un caso ormai troppo dibattuto che ha fatto emergere come la diplomazia e il carattere del governo italiano non goda proprio di ottima salute.
Anche i documenti fotocopia, le testimonianze dei superstiti. Il Quotidiano Nazionale ricostruisce la truffa sulla base delle testimonianze-fotocopia da parte dei testimoni, i tre pescatori sopravvissuti alla sparatoria del 15 febbraio 2012, che si troverebbero alla 46 eima pagina del referto depositato raccolte il 30 luglio 2015. Qui il comandante del peschereccio Freddy Bosco, 34 anni, residente nello stato meridionale del Tamil Nadu, e il marinaio Kinserian, 47 anni, dichiarano 'onestamente e con la massima integrità' che alle 16,30 del 15 febbraio 2012 il natante 'finì sotto il fuoco non provocato improvviso dei marinai Massimiliano Latorre e Salvatore Girone della Enrica Lexi'. Ma entrambi, sbagliano nello stesso modo il nome della petroliera, la Enrica Lexie. Entrambi aggiungono che i 'tiri malvagi' hanno provocato la 'tragica morte dei cari amici e colleghi Valentine, alias Jelastin, e Ajesh Binke'. La loro vita dopo la presunta sparatoria è descritta nello stesso modo: 'Indicibile miseria e una agonia della mente, una perdita di introiti'. 'La nostra ordalia – concludono – non è finita'".
Le testimonianze sono in realtà tre e sembrerebbero una fotocopia, si fa notare come anche un terzo pescatore Michael Adimai, sentito il 4 agosto e con le identiche parole e come i primi due, denuncia la sua incapacità di portare avanti 'le attività quotidiane..
Il mistero del GPS. Altro elemento che emergebbe sempre dalle carte depositate, rivela il quotidiano, riguarda il Gps del Saint Antony, il peschereccio indiano, non fu consegnato da Bosco alla polizia appena arrivò in porto, ma otto giorni dopo, il 23 febbraio 2012, assieme a un computer malridotto. Un tempo certamente comodo per poter manomettere i dati registrati dalle apparecchiature dell’imbarcazione.
Sono passati più di tre anni e solo ora emergono questi documenti che parlano di incompetenza e superficialità nell’aver gestito un caso diplomatico che ha intrappolato in India sue ufficiali della nostra Marina Militare e ora restituisce molti dubbi e vuoti che qualcuno seriamente dovrà dare spiegazione.
AMIANTO: 34 TONNELLATE DI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO IMPORTATI IN ITALIA
Redazione
Roma – “Un conferma assurda, quella arrivata dal governo: in quattro anni abbiamo importato 34 tonnellate di materiali contenente amianto, dal 2011 al 2014. Il sottosegretario all’interno Domenico Manzione lo ha placidamente ammesso in Aula rispondendo a una nostra interpellanza, come se stesse fornendo un’informazione come un’altra. E ha anche precisato che negli anni successivi i quantitativi sono diminuiti “in modo significativo”. Ma il governo si rende conto che esiste una legge del 1992 che ne vieta totalmente sia l’importazione che la commercializzazione sull’intero territorio nazionale?”, si chiedono i deputati del M5S.
«L’amianto è un killer che ogni anno miete almeno 3000 vittime – sottolinea il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, firmatario dell’interpellanza – E il governo si permette di consentire l’importazione di materiali con amianto, ancora oggi, a 20 anni di distanza dalla legge? Che senso ha costituirsi parte civile nei processi, istituire giornate in memoria delle vittime e non prendere provvedimenti contro quelle ditte che hanno illecitamente importato 34 tonnellate di amianto? Possibile mai poi che lo Stato italiano ne venga a conoscenza e lo ammetta solo dopo la denuncia dell’avvocato Ezio Bonanni dell'Osservatorio nazionale amianto e del M5S?”.
Chi controlla l’importazione? Come è possibile che il pericoloso killer entri impunemente nel nostro territorio? Di quali prodotti si tratta? E dove è andato a finire una volta sdoganato?
«Ancora una volta la risposta arriverà dalla magistratura. Come sempre, questo governo, è inerme e inerte”.
MARSALA: LA GUARDIA MEDICA TRA EMERGENZA SICUREZZA E POSIZIONE DELLA STRUTTURA
YARA GAMBIRASIO: LOTTA TRA GENISTI PER 3 DNA
di Domenico Leccese
Sul caso di Yara Gambirasio Il test del DNA è solo il risultato di una prova scientifica di laboratorio e non una prova regina. Se ben fatto il test può essere utilizzato insieme a prove certe, e non solo indizi, per sostenere le tesi dell’accusa, altrimenti resta solo un pezzo di carta. Adesso sarà lotta tra genetisti forensi e non.
Nuova traccia di DNA sugli slip – la strategia di Massimo Bossetti.
Ci sarebbe una terza traccia di DNA sugli slip della tredicenne e la prova del DNA potrebbe saltare. L'intera strategia del pool difensivo di Massimo Bossetti si gioca intorno alla prova regina del DNA, quella che sembra inchiodare l'indagato: le ultime news sul caso di Yara Gambirasio, qualora in sede istruttoria venissero confermate e accolte, riguardano l'esistenza di una terza traccia di DNA sugli slip della ragazza, cosa che potrebbe portare a non considerare valida ai fini probatori dell'accusa quella che viene considerata la prova schiacciante di colpevolezza nei confronti dell'indagato. A rivelarlo sulle pagine del noto rotocalco Oggi è Marzio Capra genetista forense ex membro dei RIS di Parma e perito del pool difensivo di Massimo Bossetti. Lo scenario potrebbe mutare completamente e il processo si giocherebbe sulle prove accessorie le quali comunque sembrano indicare Massimo Bossetti come l'esecutore dell'omicidio, ma che hanno una valenza e una portata sicuramente minore rispetto alla prova del DNA. Da sottolineare come, negli ultimi tempi, sia stata messa in dubbio anche l'idea che il corpo di Yara fosse stato realmente presente nel campo di Chignolo d'Isola sin dal giorno della sparizione e della morte.
Il rebus del DNA, la difesa di Massimo Bossetti e le ultime news sul caso di Yara Gambirasio. Si tratterebbe di un vero e proprio colpo di scena, qualora l'intuizione si rivelasse esatta e la perizia fosse confermata in sede istruttoria. Secondo quanto riportato dal genetista forense Marzio Capra, sarebbe stata ritrovata una terza traccia di DNA sugli slip di Yara Gambirasio, cosa che metterebbe in crisi l'impianto accusatorio nei confronti di Massimo Bossetti. Si tratterebbe, comunque, di una anomalia clamorosa: sugli slip della ragazzina, è stato trovato il DNA nucleare di Massimo Bossetti, il DNA mitocondriale di Yara Gambirasio, e, ora si aggiungerebbe un altro DNA mitocondriale di una terza persona. Il genetista sottolinea inoltre come il DNA ritrovato riveli una duplice anomalia, mai riscontrata precedentemente: bisogna dimostrare, in primo luogo, perché è presente soltanto il DNA nucleare e non quello mitocondriale di Bossetti e, in secondo luogo, come è scientificamente possibile che sussistano nella medesima traccia due DNA mitocondriali e uno nucleare appartenenti a tre persone differenti. Il genetista la definisce una mostruosità scientifica e l'unica supposizione possibile è che sia stata compiuta una cancellazione selettiva da parte di qualcuno. Insomma, il mistero sembra infittirsi: per quanto riguarda le udienze, la prossima è prevista per venerdì 11 settembre 2015 ed è probabile che già in quella sede vengano sollevate alcune delle questioni riguardanti il DNA.