TRUFFE SUL WEB: NEL 2014 OLTRE 80 MILA DENUNCE

di A.B.
 
Roma – Internet è un mondo vasto, infinito, che nasconde insidie e che può cagionare la sicurezza di chi non lo usa bene. Bisogna sempre stare attenti alla tutela dei dati personali, alle frodi, agli acquisti. Roberto Legami del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ha spiegato che quello dei raggiri su Internet e' un fenomeno del quale la Polizia Postale e delle Comunicazioni si occupa costantemente e che nel 2014 sono state presentate 80.805 denunce da parte di utenti truffati, portando all'arresto di 7 e alla denuncia di 3.436 persone ed al sequestro di 2352 spazi virtuali. Continua dicendo che questi dati impongono una maggiore sensibilizzazione delle persone a un uso appropriato della Rete e dei pagamenti online e per questo motivo la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha realizzato una Guida all'e-commerce sicuro.
 
La guida sarà disponibile presso il sito della Polizia di Stato, sul portale del Commissariato di P.S. on e nelle pagine facebook e Twitter. Nella guida vi sono consigli utili per effettuare acquisti online senza cadere in tranelli messi in atto da furbetti. Continua Di Legami dicendo  che alcune ricerche confermano che il modello dell'acquisto di impulso legato a offerte speciali, ad esempio stock limitati o con prezzi scontati per un tempo definito, si e' diffuso ed e' proposto ormai da molti attori dell'e-commerce anche per i servizi. 



GAY PRIDE, MILANO E TORINO: OLTRE 100 MILA PERSONE NELLE PIAZZE

di Angelo Barraco
 
Milano – All’indomani della sentenza della Corte Suprema che ha legittimato i matrimoni tra le coppie di omosessuali negli Stati Uniti, anche in Italia vi è stata molta concitazione per tale evento avvenuto in America e migliaia di persone si sono ritrovate a Milano e a Torino, nelle piazze e nelle strade per il Gay Pride. Vi era il coordinamento arcobaleno, e coloro che hanno organizzato il pride e alcuni rappresentanti hanno dichiarato che “Siamo oltre 100 mila, in piazza un si' corale al matrimonio tra persone dello stesso sesso” aggiungendo inoltre che “Il paese e' pronto, ci attendiamo risposte politiche concrete a una piazza che chiede che anche l'Italia si allinei con l'Occidente nel compimento di una democrazia matura, nella quale gay, lesbiche e trans abbiano piena cittadinanza nei diritti”. Anche a Torino migliaia di persone, lo slogan del Torino Pride di quest’anno è “Orgoglio e pregiudizio”. 
 
La contentezza degli italiani è stata tergiversata con entusiasmo e speranza verso quanto accaduto in USA e tale contentezza è stata manifestata sui social network, dove molti soggetti, gay e non, hanno espresso solidarietà sia verso le manifestazioni del Pride in Italia ma soprattutto per far “sentire una voce”, cambiando l’immagine del profilo di facebook e trasformandola con dei toni e striature color arcobaleno. Simbolo di solidarietà, di vicinanza ad una lotta verso una parità di diritti e soprattutto simbolo di una speranza per un paese e per una sua futura crescita e un ulteriore passo avanti. 



GRECIA. ECONOMIA APPESA A UN FILO

di Silvio Rossi

 

Fino a quando i greci potranno sostenere questa situazione? Il futuro del paese è in bilico. Nessuno ancora se la sente di fare un passo definitivo né in direzione di un più deciso aiuto al risanamento economico del paese, né in senso opposto, condannando la Grecia al Default.
Non l’ha fatto il governo greco, che ha rinviato al referendum della prossima settimana la decisione se approvare la richiesta europea, definita un ricatto da Tsipras, ma da questi non respinta, e inviata all’eventuale approvazione popolare. Non l’ha fatto neanche la Banca Centrale Europea, che non ha aumentato i finanziamenti alle banche greche per superare il pericolo di possibili insolvenze, ma non ha neanche tagliato i fondi, cosa che avrebbe facilmente fatto saltare il tappo del sistema.
La prossima settimana, in attesa di giungere al voto su quanto chiesto alla Grecia da Bruxelles, sarà vissuta ad Atene con una tensione eccezionale. Già in questo fine settimana, all’annuncio del governo di portare la questione monetaria al voto popolare, si è registrato un flusso di “panico controllato”, con moltissimi cittadini che si sono affrettati a prelevare ai bancomat quanto avevano nel proprio conto corrente. Anche i deputati, nelle pause tra la discussione del progetto governativo e il voto che l’ha approvato, con un’inedita alleanza tra Syriza e Alba Dorada, si sono messi in coda al bancomat presente nell’edificio del parlamento greco, per prelevare quanto possibile.
La paura che qualche misura d’emergenza possa decidere un prelevamento forzoso dai conti correnti, ha generato la paura, che senza per il momento scene d’isteria, ha comunque fatto prelevare, nella sola giornata di sabato, circa 700 milioni di euro, quando il movimento monetario medio in una giornata è inferiore ai trenta milioni. Un comportamento che, seppure comprensibile se osservato dal piccolo risparmiatore che teme di poter perdere tutto per un colpo di mano di qualche zelante burocrate nazionale o europeo, sta rischiando di prosciugare quel serbatoio di liquidità necessario alla debole economia dello stato per affrontare questo momento difficile, riproponendo in scala il fenomeno che portò nel 1929 la grande crisi delle banche americane, svuotate proprio dalla corsa al prelievo dei correntisti.
Il ministro delle finanze Varoufakis, intervistato dalla BBC, ha detto che il governo sta valutando di mettere limiti al prelievo di denaro, se non addirittura alla decisione di chiudere le banche greche in attesa di una stabilizzazione del problema, che dopo la chiusura del programma di salvataggio, martedì sera, e in attesa di un appuntamento referendario dal clima da tragedia greca, non ha una certa data di conclusione. In questa situazione l’economia greca si trova appesa a una corda che, con lo scorrere del tempo, appare sempre più tesa e debole, e nessuno ha ancora fatto capire chiaramente se l’intenzione è quella di portarla definitivamente in salvo, o recidere il legame, abbandonandola al vuoto.




DIPENDENZA AFFETTIVA, "LOVE ADDICTION": OSSESSIONE D'AMORE

A cura della D.ssa Vanessa Tartaglia, Psicologa-Psicoterapeuta

 

La dipendenza affettiva o "love addiction" è uno stato patologico nel quale la relazione di coppia è vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria, per la propria esistenza; uno dei partner mostra la difficoltà a porre un confine psichico tra se stessa e l'altro ed a conservare la propria individualità all'interno di un rapporto sentimentale. Chi vive questo tipo di dipendenza attribuisce all’altro, oggetto d’amore, una importanza tale da annullare se stessi, non ascoltando i propri bisogni e le proprie necessità. L'altro diventa la linfa vitale di cui quotidianamente nutrirsi, condizione indispensabile alla sopravvivenza.
Non sempre la differenza tra amore e dipendenza affettiva è netta. Può addirittura accadere che i due fenomeni si confondano. La chiave di distinzione sta nel grado di autonomia dell'individuo e nella sua capacità di trovare un senso in se stesso. Diversamente da quanto comunemente si crede, l'amore nasce dall'incontro di due unità, non di due metà. Solo per si percepisce nella sua completezza è possibile donarsi senza annullarsi, senza perdersi nell'altro. Chi è affetto da dipendenza affettiva, non essendo autonomo, non riesce a vivere l'amore nella sua profondità e intimità. La presenza dell'altro non è più una libera scelta ma è vissuta come una questione di vita o di morte: senza l'altro non si ha la percezione di esistere. I propri bisogni e desideri individuali vengono negati e annullati in una relazione simbiotica. Tutto questo per evitare di affrontare la paura più grande: la rottura della relazione!
I sintomi della dipendenza affettiva sono i seguenti:
 terrore dell’abbandono e della separazione
 evidente mancanza di interesse per sé e per la propria vita
 paura di perdere la persona amata
 devozione estrema
 gelosia morbosa
 isolamento
 incapacità di tollerare la solitudine
 stato di allarme e di panico davanti alla minima contrarietà
 assenza totale di confini con il partner: la relazione è simbiosi e fusione
 paura di essere se stessi
 senso di colpa e rabbia

Le relazioni che instaurano queste persone non sono casuali, ma soddisfano il bisogno di avere a tutti i costi una relazione, quindi le false lusinghe mosse dall’altro fungono da trappola che li induce ad intraprendere una nuova relazione. L’altro, persona forte e sicura di sé, tronfio del suo enorme ego, funziona da specchietto per le allodole. La dipendente affettiva pensa al brillante futuro di protezione che potrebbe avere con questa persona che, a sua volta, si ingaggia in una relazione affettiva con questa tipologia di soggetto solo perché ha bisogno di sottomettere qualcuno su cui esercitare la propria superiorità.
Sono dunque atteggiamenti e comportamenti che si incastrano perfettamente: il manipolatore sceglierà una compagna sottomessa e insicura nella quale saprà trovare a poco a poco la zona vulnerabile che consentirà l’instaurarsi di un rapporto di dipendenza; l’area di vulnerabilità funge da gancio di traino, meglio lo aggancio più sottometto l’altro che, a sua volta, soffre e per paura di sganciarsi si lascia tirare sempre di più (spesse volte fino al punto di ricevere danni fisici).

Dove affonda le radici la dipendenza affettiva?
Le cause della dipendenza affettiva vanno ricercate in particolari dinamiche familiari che hanno portato la persona dipendente a costruirsi un’immagine di se come di persona inadeguata, indegna, dove la misura della propria autostima è nella capacità di sacrificarsi per la persona amata.
Tra le peculiarità della storia personale e familiare condivise da chi è coinvolto in un problema di “love addiction” ci sono:
• la provenienza da una famiglia in cui sono stati trascurati, soprattutto nell’età evolutiva, i bisogni emotivi della persona in virtù dei bisogni materiali;
• una storia familiare caratterizzata da carenze di affetto autentico che tendono ad essere compensate attraverso una identificazione con il partner, un tentativo di salvare lui/lei che in realtà coincide con un tentativo interiore di salvare se stessi;
• una tendenza a ri-attribuirsi nella propria vita di coppia, più o meno inconsapevolmente, un ruolo simile a quello vissuto con i genitori che si è tentato a lungo di cambiare affettivamente, riprovare per ottenere un cambiamento nelle rispetto al passato;
• l’assenza nell’infanzia della possibilità di sperimentare una sensazione di sicurezza genera un bisogno di controllare in modo ossessivo la relazione e il partner, che viene nascosto dietro un’apparente tendenza all’aiuto dell’altro.
Per questo, la dipendenza si alimenta e si nutre del rifiuto, della svalutazione, dell’umiliazione, del dolore: non si tratta di provare piacere nel vivere tali difficoltà, ma di dare corpo al desiderio di essere in grado di cambiare l’altro, di convincerlo del proprio valore, di salvarlo, riuscendo a farsi amare da chi ama solo se stesso. Amare un partner realmente affettuoso e gentile porta ad annoiarsi, invece lo stare sulla corda, il rifiuto, la mancanza di certezza muove il desiderio. Naturalmente, si tratta di valutazioni errate che alimentano e mantengono il disturbo.

Come guarire dalla dipendenza affettiva?
Il principale problema nella risoluzione delle dipendenze affettive è l’ammissione di avere un problema. Esistono infatti dei confini estremamente sottili tra ciò che in una coppia è normale e ciò che diviene dipendenza. La difficoltà nell’individuazione del problema risiede anche nei modelli distorti di amore che possono far ritenere determinati abusi e sacrifici di sé come “normali”. Spesso, paradossalmente, è la “speranza” che fa sopravvivere il problema e che tende a cronicizzarlo: la speranza in un cambiamento impossibile, soprattutto in un contesto relazionale in cui si sono consolidati dei copioni da cui è difficile uscire. Così, paradossalmente, l’inizio del cambiamento arriva quando si raggiunge il fondo e si sperimenta la disperazione, che rappresenta la possibilità di sotterrare le illusioni che hanno nutrito a lungo il rapporto patologico. E' questo il momento in cui si è più disposti a chiedere aiuto e può essere l'occasione per iniziare un percorso psicologico di cambiamento, finalizzato alla costruzione di legami sentimentali più appaganti.
Nel momento in cui il disagio e la sofferenza diventano troppo pesanti, tanto da compromettere seriamente la vita quotidiana, è bene rivolgersi ad uno psicologo. Indicazioni psicologiche importanti possono giungere tramite l'analisi delle relazioni interpersonali passate e presenti attraverso un fiducioso e rispettoso percorso psicologico, una persona dipendente affettivamente può acquisire importanti indicazioni per ricollocare finalmente se stessa al centro della propria vita per concedersi la possibilità di farsi amare in modo sano e diventare sereni.
L’obiettivo del processo terapeutico è rappresentato dall’acquisizione di consapevolezza: scoprire la propria fragilità può trasformarsi in una forza che permetterà di avere una più chiara visione della realtà e di conseguenza darà alla persona che soffre di dipendenza affettiva la capacità di migliorare la propria vita.

Contatti:
Dott.ssa Vanessa Tartaglia
Psicologa-Psicoterapeuta
Cell.3388558488 email: vanessatartaglia@yahoo.it
www.centropsicologiacastelliromani.it
p.zza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale




PROVE ORALI MATURITA': OCCHIO ALLO STRESS… POTREBBE FAR ABBASSARE IL VOTO

di Angelo Barraco

Antonello Venditti ha scritto un brano dedicato agli studenti e alla notte più importante per gli studenti, “Notte prima degli esami”,  brano che ormai è diventato un inno generazionale per molti studenti che si apprestato ad affrontare questo ultimo traguardo che li porterà a varcare definitivamente la soglia della maturità e ad affrontare il mondo adulto, l’università, il lavoro.

Sono circa 500mila gli studenti italiani che dovranno affrontare gli esami orali, dopo aver superato i vari step degli esami scritti e delle varie prove. L’esame è un impegno mentale perché comporta concentrazione ma è anche stress, ansia, nervosismo e per coloro che soffrono di rinite allergica o asma non è facile affrontare lo studio. Lo rivelano gli studi degli esperti della Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMER).

I dati effettuati dallo studio riportano che il 57% di ragazzi con rinite o asma potrà avere un voto di maturità più basso. Il naso che cola, il fiato corto e gli starnuti mettono a repentaglio la concentrazione necessaria per lo studio di questi ultimi giorni.  Carlo Mereu, Presidente SIMeR – Walter Canonica, Presidente Societa' Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) e Direttore della Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Universita' di Genova dice che Lo stress ha un ruolo cruciale nel controllo dei sintomi respiratori di rinite e asma: quando si e' sotto pressione, in ansia o in preda a emozioni negative come nel periodo di preparazione degli esami, la probabilita' di crisi respiratorie aumenta aggiunge poi che Restare "senza fiato" compromette la qualita' di vita e, nel caso degli studenti impegnati a preparare gli orali della maturita', diminuisce la performance scolastica: oltre la meta' dei ragazzi soffre di un calo della concentrazione e attenzione che si ripercuote negativamente sull'apprendimento e di conseguenza anche sul rendimento scolastico. Il problema e' particolarmente evidente negli studenti con una forma moderata o severa di rinite o asma: in questi casi nei giorni in cui studiare diventa difficile i sintomi raddoppiano rispetto a chi soffre di forme lievi di queste patologie. La probabilita' di incontrare difficolta' nel ripasso e di un calo della performance triplica in questi ragazzi, affetti da forme piu' gravi di disturbi respiratori: una riduzione del rendimento scolastico superiore al 50% si verifica in circa il 12% dei maturandi con rinite o asma di grado leggero e nel 33% degli studenti con malattie di livello piu' severo. Walter Canonica, presidente Societa' Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) e Direttore della Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Universita' di Genova commenta dicendo che I nuovi antistaminici, che non hanno alcuna azione sedativa, sono percio' un presidio fondamentale e una scelta doverosa nel trattamento di studenti con rinite o asma che stanno affrontando un momento cruciale del loro corso di studi, perche' stanno sostenendo gli esami di maturita' o perche' si stanno preparando per un esame universitario e aggiunge che questi farmaci vengono utilizzati anche dai piloti di aereo durante i voli, proprio perche' non hanno alcuna interferenza con le attivita' svolte: sono percio' ideali per tenere sotto controllo i sintomi senza compromettere la performance in alcun modo ma anzi migliorandola, proprio perche' si e' piu' "svegli" e reattivi. I ragazzi con rinite o asma impegnati nelle prove della maturita' devono essere trattati con le terapie giuste, in grado di migliorare il rendimento: non curarsi o farlo con farmaci che abbassano ulteriormente il livello di attenzione puo' compromettere le probabilita' di una buona riuscita e mettere a rischio il voto finale. 




GIORNALISTI E DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA: ECCO COME CAMBIA LA LEGGE

di Ch. Mo.

Roma – All’indomani dell’approvazione dall’aula della Camera delle nuove norme sulla diffamazione a mezzo stampa, la legge in merito ai giornalisti e alla diffamazione a mezzo stampa sta cambiando. Con 295 sì, 3 no e 116 astenuti, il nuovo testo entrato in vigore elimina la condanna alla reclusione in carcere per i giornalisti e prevede esclusivamente pene amministrative con l’obbligo di rettifica senza commento a favore dell’offeso. A breve, il ddl tornerà al Senato per il quarto passaggio parlamentare.

La modifica alle legge n. 47.La normativa va a modificare la legge n. 47 dell'8 febbraio 1948 e il codice penale in materia di diffamazione. Nella regolamentazione d'ora in poi rientreranno anche le testate giornalistiche online e radiotelevisive.


No al carcere. Per i giornalisti che si sono macchiati di diffamazione a mezzo stampa, non sarà più previsto il carcere, bensì pene dai 5 mila ai 10 mila euro. Per quanto riguarda invece la dichiarazione del falso, le sanzioni vanno dai 10 mila ai 50 mila euro. Alla condanna è associata la pena della pubblicazione della sentenza, mentre in caso di recidiva è prevista anche l'interdizione dall'esercizio della professione da uno a sei mesi. La rettifica tempestiva sarà valutata dal giudice come causa di non punibilità.


Meno responsabilità ai direttori. Non saranno più responsabili degli tabella non firmati i direttori delle testate giornalistiche. Inoltre, sarà obbligatoria l’eliminazione dai siti e dai motori di ricerca delle informazioni diffamatorie.


La clausola “salva cronisti”. A meno che non si tratti di diffamazione dolosa, quanto pagato dal direttore o dall'autore della pubblicazione a titolo di risarcimento del danneggiato avrà natura di credito privilegiato nell'azione di rivalsa nei confronti del proprietario o editore della testata.


La pubblicazione della rettifica. Rettifiche e smentite andranno pubblicate sui giornali senza alcun commento menzionando espressamente il titolo, la data e l'autore dell'articolo ritenuto diffamatorio. Il direttore sarà obbligato ad informare l’autore del servizio della richiesta di rettifica.


Le responsabilità del direttore. Il direttore o il suo vice risponderanno a titolo di colpa se vi è un nesso si causalità tra omesso controllo e diffamazione. È comunque esclusa per il direttore al quale sia addebitabile l'omessa vigilanza l'interdizione dalla professione di giornalista.


Il segreto professionale. Anche i pubblicisti d’ora in poi potranno opporsi al giudice nella rivelazione della provenienza delle proprie fonti, proprio come accade per i professionisti.


Le querele. Qualora la querela dovesse essere pretestuosa, il querelante potrebbe essere condannato al pagamento di una somma di 10 mila euro. Chi invece attiva in malafede o colpa grave un giudizio civile a fini risarcitori rischierà, oltre al rimborso delle spese e al risarcimento, di dover pagare a favore del convenuto un'ulteriore somma determinata in via equitativa dal giudice che dovrà tenere conto dell'entità della domanda risarcitoria.




LEGGE SEVERINO: RENZI SOSPENDE DE LUCA

di Christian Montagna

In seguito al consiglio dei ministri, il premier Matteo Renzi ha annunciato la sospensione di Vincenzo De Luca, neo eletto presidente di Regione in Campania, sulla base della legge Severino. Il decreto è stato “come previsto dalla legge”. Ora, “Il presidente potrà a norma di ciò che scrive l'Avvocatura dello Stato fare gli atti consentiti dal parere» e quindi nominare il vice e la giunta”.


Senza nessuna motivazione ad hoc, il premier ha firmato il decreto di sospensione che prevede, a partire da oggi, 18 mesi di sospensione contro cui, De Luca, potrà fare ricorso al giudice civile.
In seguito alla presentazione poco prima delle elezioni regionali del nome di De Luca nella lista degli Impresentabili redatta da Rosy Bindi, i presagi diventano realtà: già dal pomeriggio, il ministro Boschi aveva detto che sarebbe stata applicata la legge Severino, perché, “rispetteremo la legge come abbiamo sempre fatto”.


La replica dei legali di De Luca. Secondo i legali, la sospensione per effetto della legge Severino non è applicabile al caso del neogovernatore della Regione Campania , condannato per abuso d'ufficio a un anno di reclusione. La legge, proseguono i legali di De Luca, ha delimitato il potere del governo in tema di sospensione e decadenza da cariche pubbliche, “unicamente per sentenze di condanna intervenute successivamente all'assunzione della carica.” E’ per questo motivo che la sospensione sarebbe perciò inapplicabile. Infine, gli avvocati hanno così concluso: “ In assenza di una norma espressa di fonte primaria che limiti tassativamente l'esercizio delle cariche pubbliche elettive anche per le condanne non definitive al conferimento del mandato elettivo, la sospensione della carica di presidente della giunta regionale non può essere applicata a Vincenzo De Luca”.




MARĂ’: ATTIVATO L'ARBITRATO INTERNAZIONALE

di M.L.S.

Onu – In merito alle sorti dei due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso il 15 febbraio del 2012, due pescatori indiani scambiati per pirati mentre si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie, a largo delle coste dello Stato del Kerala, l'Italia ha deciso di calcare la mano, puntando sull'attivazione dell'arbitrato internazionale nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Ai margini di una lunga fase di negoziati con l'India, dunque, dall'Italia si opta per le maniere forti, di fronte all'impossibilità di raggiungere una risoluzione condivisa con il governo di New Dheli.


Le manovre italiane. L'Italia chiederà l'immediata applicazione di misure che consentano a Latorre di rimanere in Italia, oltre al rientro di Girone, ancora detenuto in India, nelle more dell'iter della procedura arbitrale. Da parte italiana, peraltro, vi sarà il massimo impegno nel far valere, senza mezzi termini, le ragioni a fondamento della posizione italiana sull'immunità e la giurisdizione. La Farnesina, inoltre, ha emesso una nota in cui spiega:” Obiettivo è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei nostri due marò ai quali il governo rinnova la sua vicinanza. Il governo, nelle ore precedenti l'attivazione dell'arbitrato ha informato della decisione i presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera dei Deputati”.




TERRORISMO: MASSIMA ALLERTA ANCHE IN ITALIA

di Ch. Mo.

Italia – Dopo quello che può sicuramente essere chiamato il Venerdì nero per Francia, Tunisia e Kuwait, è massima allerta dei servizi di intelligence italiani anche nella nostra nazione. Al momento, non vi sarebbe alcun segnale specifico per il nostro Paese ma, in merito a quanto accaduto, anche il ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha spiegato che il Viminale “ha alzato il livello di guardia”.


Le dichiarazioni di Alfano. “Nessun paese potrebbe essere a rischio zero “ ha sottolineato il ministro. Chiunque e in qualunque momento potrebbe diventare terra di battaglia. L’allerta è stata diramata a tutte le prefetture e a tutte le questure italiane. Nel prossimo Consiglio dei ministri di questa sera, "rinnoveremo l'operazione Strade sicure" ha ribadito Alfano. In merito ai fatti di Tunisi, Francia e Kuwait si è poi così espresso: “Oggi ci sono stati tre attentati con decine di morti, in tre luoghi di questo nostro mondo ed un unico filo: la violenza e il terrore".
 




CALABRIA, TERREMOTO IN GIUNTA: IN TRE AGLI ARRESTI DOMICILIARI

di A.B.

Calabria – La legge fa tremare la regione Calabria poiché nell’ambito dell’inchiesta Rimborsopoli sono stati notificati 8 provvedimenti cautelati; 3 arresti domiciliari e 5 divieti di dimora. La Calabria trema, trema perché tra i destinatari dell’azione cautelare vi è l’attuale assessore ai Lavori pubblici, Antonino De Gaetano (Pd) che si è
dimesso. E’ stata chiesta inoltre l’autorizzazione all’arresto per il senatore Ncd Giovanni Bilardi.
 
Sono stati sequestrati ben 2,5 milioni di euro e gli indagati in totale sono 27. Infatti tutta l’attuale giunta, tranne il governatore Mario Oliverio, risulta iscritta nel registro degli indagati. I reati contestati sono: peculato e falso nella gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari dal 2010 al 2012 e in alcuni casi anche doppi rimborsi. Secondo la procura vi sarebbe anche una seconda documentazione che sarebbe stata utilizzata per chiedere i rimborsi gonfiati. Gli arresti domiciliari sono toccati all’ex parlamentare del Pdl Luigi Fedele.
 
Divieto di dimora per quattro ex consiglieri regionali. Giovanni Nucera (Udc), Pasquale Tripodi (Centro democratico), Alfonso Dattolo (Udc) e Nicola Adamo (Pd). I finanzieri avevano fatto un blitz nel 2013 per spese irregolari. L’accusa sostiene che i gruppi addebitavano alla Regione di tutto, dai Gratta e vinci ai detersivi, viaggi, tablet, cene, celluri. Spese ufficialmente sostenute per le attività istituzionali ma che, secondo la guardia di finanza, sono difficilmente giustificabili. 



PESHAWAR, ATTENTATO 2009: FERMATO IL RESPONSABILE

di A.B.
 
Sassari – Ieri la Digos di Sassari ha arrestato all’aeroporto di Fiumicino Siyar Khan, uno dei presunti autori dell’attentato avvenuto al mercato di Peshawar nel 2009 e che ha causato cento morti e duecento feriti. Il 24 aprile scorso furono fatti degli arresti in merito alla vicenda e furono coordinati dalla Dda di Cagliari a Olbia dove sono finite in manette ben 18 persone appartenenti alla cellula olbiese di al Qaeda, ma l’uomo era sfuggito a questa ondata di arresti.
 
Secondo gli investigatori Siyar Khan avrebbe fornito anche il supporto logistico al kamikaze che nel 2010 doveva fare a Roma un attentato suicida che non è andato a compimento grazie alla Polizia. Gli attentatori volevano infiltrarsi a San Pietro e il loro obiettivo era quindi colpire il Vaticano e questo emerge dalle intercettazioni ambientali. I terroristi comunque sentivano su di essi il fiato sul collo degli inquirenti e questo emerge nelle intercettazioni ambientali. Siyar Khan è si trova attualmente nel carcere di Civitavecchia ed è accusato di strage e terrorismo internazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.