G8 IRRUZIONE ALLA DIAZ: PD IN UN MARE DI POLEMICHE, SI SCAGLIA SULL'EX CAPO DELLA POLIZIA

 

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Redazione

Un Pd sempre più spaccato con un premier sempre più alle prese con moniti "multimediali": si allontana dalla realtà e "cinguetta" continuamente su Twitter. E anche altri del Pd non ne riescono a fare a meno. La condanna dell'Italia per ricorso alla tortura durante il G8 di Genova diviene un caso politico, che agita le acque di un Pd gia' alle prese con la spinosa questione della legge elettorale. Se il governo, nel 2001, era a guida centrodestra, e' il principale partito del centrosinistra a dividersi. Perche' Gianni De Gennaro, all'epoca capo della polizia, venne tirato in ballo con l'accusa di falsa testimonianza, assolto al processo del 2011 ed in seguito nominato ai vertici di Finmeccanica. Un incarico riconfermatogli la scorsa estate dall'attuale governo. Ragion per cui fanno rumore i 140 caratteri di twitter con cui il presidente del Pd, Matteo Orfini, oggi tuona; "Lo dissi quando fu nominato e lo ripeto oggi dopo la sentenza. Trovo vergognoso che De Gennaro sia presidente di Finmeccanica". M5S e Sel rilevano un'incongruenza. "Noi chiediamo le dimissioni di De Gennaro da presidente di Finmeccanica ma non lo facciamo in modo ipocrita. Perche' non siamo stati noi nel 2013 a metterlo a capo di Finmeccanica, ma e' stato un governo di centrosinistra", rileva il grillino Vittorio Ferraresi. E Nicola Fratoianni, di Sel: "Siamo talmente convinti che sia una vergogna da permetterci di chiedere a Matteo Orfini, presidente del Pd, di fare qualcosa di piu' che un semplice tweet: chieda al Presidente del Consiglio (che e' anche segretario del Pd) di risolvere il problema".
Il premier nel frattempo si trovaimpegnato in un botta e risposta, anch'esso su twitter, con uno dei leader della contestazione di Genova, Luca Casarini, che all'epoca guidava le cosidette "Tute Bianche". Scrive Casarini, rivolgendosi al segretario del Pd e Presidente del Consiglio: "Sulla condanna dell'Italia per tortura alla Diaz non dici nulla. Come mai?". Secca replica del diretto interessato: "Quello che dobbiamo dire lo dobbiamo dire in Parlamento con il reato di tortura. Questa e' la risposta di chi rappresenta un Paese". Controreplica: "Ok. ma un primo ministro di un paese democratico si schiera subito di fronte a una vergogna nazionale. Rottamare e' anche questo".




MESTRE: ARRESTATO LATITANTE TURCO SU CUI PENDEVA MANDATO DI CATTURA INTERNAZIONALE PER TERRORISMO

di Angelo Barraco

Mestre – La Digos ha fermato a Mestre un latitante turco di 44 anni. Sul soggetto pendeva un mandato di cattura internazionale per terrorismo. A confermare tale circostanza e tale arresto è Angelino Alfano, ministro dell’interno che dice: “il latitante, che ha cittadinanza austriaca e si trovava in Italia con la moglie austriaca e i figli, secondo le autorita' turche appartiene al gruppo terroristico 'Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo' (acronimo DHKR/C), conosciuto tragicamente per il sequestro – e a seguito a questo, per la morte – del procuratore della Repubblica turco Mehmet Selim Kiraz. Il latitante adesso e' a disposizione della Corte di Appello per l'eventuale estradizione”. Alfano ricorda che il livello di allerta nel nostro paese è alto e che i controlli di sicurezza su tutto il territorio sono altissimi. Le forze dell’ordine, come stabilito dal CASA (Comitato di analisi strategica antiterrorismo), sono impegnate per individuare ogni possibile fonte di pericolo per il nostro paese. 



DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC): COS'E', QUANDO SI PRESENTA E COME RISOLVERLO

 

Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo d'ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Può presentarsi sia nell'infanzia che nell'età adulta, il picco di incidenza lo raggiunge nella fascia d'età tra i 15 e i 25 anni, l'età di esordio è più precoce nei maschi che nelle femmine. È un disturbo che tende naturalmente verso la cronicizzazione anche se può alternare momenti di miglioramento a fasi invece di peggioramento tali da compromettere il funzionamento in diverse aree della vita.

 

A cura di Dott.ssa Catia Annarilli Psicologa – Psicoterapeuta

La persona che presenta un DOC non può non agire e pensare in modo sintomatico anche se tenta di opporvisi e resistere e nonostante il tentativo di opporsi a tutto ciò, lo sforzo non riesce e comunque ciò non lo aiuta a stare meglio.
Il sintomo caratteristico del disturbo sono le ossessioni e le compulsioni che occupano gran parte dei pensieri e delle azioni della giornata e interferiscono in maniera sostanziale con le attività quotidiane (lavoro, studio, vita sociale …) e ne compromettono la qualità.
L'attività ossessiva è caratterizzata da ripetitività, frequenza e persistenza.

Le ossessioni sono delle idee, dei pensieri o delle immagini che insorgono improvvisamente nella mente e vengono percepite come intrusive e fastidiose e talvolta prive di senso come la paura irrazionale di contagio quando si sale su un autobus e si toccano sedili o altro, o il controllare e ricontrollare che tutte le luci siano spente altrimenti qualcosa di brutto potrebbe accadere. Le ossessioni più frequenti sono appunto pensieri ripetitivi di contaminazione (ad es quando si stringe la mano a qualcuno) o dubbi ripetitivi (chiedersi se si è chiuso il gas), necessità di disporre le cose in un certo modo. Questo tipo di pensieri sono ricorrenti e si possono presentare più volte durante il giorno o persistere per più tempo durate la giornata senza lasciare altro spazio ad altri pensieri lasciando esausta la persona a fine giornata.

I pensieri ossessivi sono fonte di ansia perchè spesso riguardano la paura di contagio, il timore di essere sposti ad un pericolo o di rendersi in qualche modo colpevoli cagionando sofferenza ad altri;
le compulsioni o i rituali sono manifestazioni comportamentali in risposta alle ossessioni e ne rappresentano un tentativo di soluzione, solitamente sono seguite da una senso di sollievo – temporaneo – al disagio delle ossessioni. Sono comportamenti ripetitivi – lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (pregare, contare, ripetere mentalmente) il cui obiettivo è quello di ridurre l'ansia o il disagio. Le persone con ossessioni da contaminazione possono ridurre il proprio disagio mentale lavandosi le mani finché la pelle non diventa ruvida; le persone preoccupate di aver lasciato la porta aperta possono essere spinti a controllare la porta a intervalli di pochi minuti. Per loro natura le compulsioni sono eccessive e non connesse in modo realistico a ciò che sono designate a neutralizzare.

Le persone con Disturbo Ossessivo-Compulsivo in qualche momento hanno riconosciuto che le ossessioni e le compulsioni sono eccessive o irragionevoli e espressioni comuni in questo senso potrebbero essere: “Non capisco perché mi comporto in questo modo”, “Forse sto diventando matto!”

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo può essere:
• da controllo: controlli ripetuti correlati al dubbio di aver dimenticato qualcosa (gas acceso o luce);
• da contaminazione: paura esagerata che si possa essere contagiati da germi o altre sostanze, in questo caso si attuano rituali tesi a neutralizzare la contaminazione come lavaggio ripetuto delle amni, dei vestiti …;
• da accumulo: impulso ad accumulare e conservare oggetti – di qualunque tipo – con l'idea che un giorno potrebbero servire; lo spazio riservato alla collezione potrebbe progressivamente occupare gran parte dello spazio in casa compromettendo la qualità della vita;
• da ordine e simmetria: intolleranza all'asimmetria, gli oggetti devono essere perfettamente allineati e simmetrici nella disposizione;
• da superstizione eccessiva: l'esisto degli eventi è legato al compimento di specifici gesti o rituali. Per evitare un determinato effetto negativo si deve mettere in atto il rituale specifico (fare una preghiera per tre volte e ripetere una combinazione di numeri);

Il disturbo Ossessivo Compulsivo ha solitamente conseguenze importanti nella vita di chi ne è affetto: può essere compromesso il corso di studi, la vita effettiva o l'attività lavorativa.

Per quanto riguarda i fattori scatenanti e determinanti del disturbo sembrano essere importanti situazioni relazionali in cui vi è un esagerato senso di responsabilità o un investimento eccessivo su vissuti di colpa; rigidità morale e educazione rigida con punizioni e privazioni possono contribuire alla creazione di un quadro psicopatologico di questo tipo.

Il Disturbo Ossessivo compulsivo è compatibile con un trattamento psicoterapeutico, la Psicoterapia sistemica relazionale focalizzerà l'intervento sulle dinamiche relazionali in cui il soggetto sintomatico è inserito cercando di comprendere in che modo possono aver contribuito all'insorgenza e al mantenimento del disturbo.

Dott.ssa Catia Annarilli
Psicologa – Psicoterapeuta
Cell. 347.130714

catia.annarilli@gmail.com


www.centropsicologiacastelliromani.it
Piazza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale

Bibliografia
DSM-IV-TR Masson edizione 2002.




CHERNOBYL: DOPO 29 ANNI E' ANCORA EMERGENZA PER GLI ANGELI SENZA COLPA

Redazione
Chernobyl si trova in Ucraina, sulla sponda occidentale del bacino di Kiev. In quella zona nel 1977 si iniziò a costruire una centrale nucleare composta da quattro reattori. Nel 1984 la costruzione fu terminata, ma già nel 1985 ci fu un primo incidente che portò alla riduzione della produzione elettrica di circa il 75%.
Nell’aprile del 1986 invece, a causa di un’esercitazione durante la quale furono spente tutte le strumentazioni, il quarto reattore collassò e provocò un incidente nucleare 200 volte più potente delle bombe sganciate a Hiroshima e a Nagasaki.

Nel 1991 venne chiuso il secondo reattore, cinque anni dopo il primo e solo nel dicembre del 2000 fu spento l’ultimo. Furono immediatamente inviati sul posto i cosiddetti “liquidatori”, operai inesperti e privi di qualsiasi tipo di protezione, che manualmente, con terra o con acqua, tentarono di spegnere l’incendio. L’Unione Sovietica era assolutamente sprovvista di un piano di emergenza e ciò che fu fatto avvenne all’insegna della pura improvvisazione.

Tutti i liquidatori, essendo stati esposti a radiazioni dirette, morirono nel giro di poco tempo. In seguito il reattore fu sigillato con un sarcofago di cemento. Purtroppo, però, questa protezione oggi presenta delle crepe e, soprattutto, essendo troppo pesante tende ad abbassare di alcuni metri l’intera struttura con il rischio di inquinare sia il suolo che le falde acquifere sottostanti. Se ciò avvenisse lo stesso Mar Mediterraneo potrebbe esserne coinvolto, visto che le falde acquifere conducono al fiume Dnepr, che sfocia nel Mar Nero. Quanto è accaduto ci deve rendere consapevoli che nessun paese può agire di sua esclusiva iniziativa; piuttosto è necessario che la Comunità Scientifica internazionale sia sempre a diretta conoscenza di tutte le sperimentazioni scientifiche ed industriali ad alto rischio per l’intera umanità.

L’incidente nucleare ha provocato non solo inquinamento del territorio danneggiando gravemente l’agricoltura e l’allevamento, ma anche gravi malattie alla tiroide, tumori, leucemie e mutazioni genetiche gravi.

In particolare sono esposti i bambini, i neonati e gli embrioni perché le loro cellule si riproducono a una velocità amplificata dalle necessità fisiologiche che le rende più sensibili ai cambiamenti del codice genetico. Sono estremamente vulnerabili anche gli organi riproduttivi, sia maschili che femminili, in cui sono contenute le cellule a partire dalle quali si costruisce il codice genetico della prole. Questo spiega perché il danno di Chernobyl è destinato a non finire con la generazione dei viventi di oggi, ma a continuare ad agire su esseri che devono ancora nascere e persino essere concepiti.

Attualmente l'associazione Scuolambiente, insieme a tante altre associazioni italiane, con il progetto Solidarietà nelle varie tipologie di accoglienza ha organizzato molti soggiorni estivi rivolti a bambini e adolescenti bielorussi, perché è stato verificato che lo iodio non radioattivo (di cui è ricchissimo il nostro paese, essendo circondato dal mare) e un’alimentazione non contaminata riducono la radioattività di un bambino di circa il 50% nel giro di un mese.

Proprio in questi giorni è stato realizzato un  programma di iniziative,  in occasione della catastrofe nucleare di Chernobyl che avrà due importanti appuntamenti: Domenica 26 Aprile con l'evento realizzato con la Pro Loco Marina di Cerveteri ed il consueto appuntamento di martedì 28 Aprile con il Concerto di Solidarietà offerto dai ragazzi della scuola media I.C. Corrado Melone Ladispoli.

Infatti, anche quest’anno l’impegno dei volontari si è concretizzato attraverso il progetto nelle scuole con gli EcoLaboratori di Educazione alla Solidarietà, con le varie iniziative di sensibilizzazione, e nel sostegno all'ospitalità estiva, grazie al gemellaggio con l’associazione C.E.U. di Roma Torrino, la quale accoglierà 14 bambini e bambine provenienti dalla regione di Gomel,  per il periodo di vacanza salutare,  provenienti dalla regione di Gomel, selezionati nei mesi passati dalla delegazione umanitaria che ha personalmente conosciuto le famiglie con situazioni di diverso disagio socio-economico.

L’ennesimo triste anniversario, oggi a 29 anni dalla catastrofe, non è che un’altra occasione per urlare l’emergenza che ancora oggi affligge questi angeli senza colpa. Purtroppo, il risalto che danno i mass media a questa triste ricorrenza è tanto fastoso quanto effimero: se, infatti, da un lato dobbiamo essere profondamente grati per l’importanza data ad un evento che è caduto nel silenzio dell’ignoranza e dell’indifferenza, dall’altro lato bisogna porre l’accento sulla mancanza di qualsiasi interesse di tipo mediatico prima di tale commemorazione.

Malgrado tutto, comunque, il costante impegno ed il serio lavoro, che caratterizzano da anni l’Associazione Scuolambiente,  si sono ben concretizzati nel Memoriale (quest'anno ben due importanti momenti)  che, come è stato più volte sottolineato in passato, non è un dramma circoscritto alle regioni colpite, né un evento di un passato lontano, ma è una questione comune al mondo intero da cui trarre insegnamento e per la quale continuare ad adoperarsi.

Pertanto, corre l'obbligo piacevole di ricordare le scuole che hanno aderito al progetto propedeutico l'accoglienza estiva dei bambini, quest'anno particolarmente impegnativo per il neo –  Forum Giovani Scuolambiente: I.C. Corrado Melone Ladispoli. I.I.S. Viale Adige Civitavecchia  e  I.I.S. Enrico Mattei Cerveteri. Ringraziamo la Fondazione CARICIV per il sostegno e per  la condivisone al nostro percorso di formazione e di solidarietà.
 




UNICREDIT: PROCESSO PER GHIZZONI E PROFUMO ACCUSATI DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA

di Angelo Barraco
 
Unicredit – La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 16 dirigenti di Unicredit, l’accusa contestata è di bancarotta fraudolenta. Tra i soggetti a cui è sopraggiunta l’accusa vi è l’AD Federico Ghizzoni e il suo predecessore Alessandro Profumo, attuale presidente di Mps. Si tratta del crac della società barese di nome “Divania” che aveva circa 430 dipendenti fino a qualche anni fa. L’accusa sostiene che i vertici della banca hanno tratto in inganno il proprietario della società “Divania”, inducendo quest’ultimo a sottoscrivere 203 derivati che avrebbero portato la società a fallire, quindi Profumo e Ghizzoni  avrebbero indotto Parisi a “compiere operazioni dolose a seguito delle quali la società veniva esposta a rischi di perdite potenzialmente illimitate e dal compimento delle quali derivava il dissesto della società che successivamente falliva”. I fatti contestati risalgono ad un periodo compreso tra il 2000 e il 2005. L’Unicredit, in merito alla vicenda, aveva dichiarato nel marzo scorso: “Unicredit, in relazione alla vicenda, ancora una volta non può che ribadire fermamente la correttezza del proprio operato, di quello di ex esponenti e propri dipendenti ed è convinta che ciò potrà emergere dal vaglio delle sedi giudiziarie”, continua dicendo “Le vere ragioni del default di Divania sono peraltro contenute nella sentenza dichiarativa del suo fallimento del giugno 2011, confermate anche dalla Corte d'Appello di Bari. L'attuale amministratore delegato di Unicredit, all'epoca dei fatti, ricopriva peraltro altri incarichi all'estero e quindi in nessun modo può essere coinvolto in questa vicenda”.



ACCORDO LEGA – FI, CHI CI GUADAGNA E CHI PERDE

di Silvio Rossi

Scambio, baratto, patto di convenienza. Lo si può definire in molti modi l’accordo trovato tra Berlusconi e Salvini per le prossime regionali. Una mediazione che ha visto effettuare una serie di marce indietro da parte dei due principali protagonisti del centro-destra italiano.
La lega, per avere l’appoggio di Forza Italia al suo candidato veneto, il governatore uscente Luca Zaia, ha dovuto rinunciare alla candidatura di Edoardo Rixi, giovane vicesegretario di via Bellerio, in favore del consigliere politico dell’ex Cavaliere, Giovanni Toti.
Se Zaia, con la candidatura di Lega e Forza Italia, potrebbe avere gioco facile nello scontro diretto contro Alessandra Moretti, sostenuta dal centrosinistra, con i sondaggi che attribuiscono al candidato leghista una decina di punti di vantaggio, diverso è il discorso ligure, con la consigliera regionale del PD, Raffaella Paita, molto vicina a Burlando e vincitrice delle burrascose primarie contro Cofferati, che nonostante l’alluvione abbia incrinato la fiducia nei confronti del centrosinistra, sembra irraggiungibile.
La candidatura di Rixi, per cui la segretaria regionale della Lega, Sonia Viale, aveva fatto già stampare i manifesti con la scritta “Rixi presidente”, non aveva sfondato, Forza Italia aveva presentato, prima dell’accordo, il costruttore Federico Garaventa, soluzione “di ripiego” dopo il rifiuto del coordinatore regionale, Sandro Biasotti (che è stato governatore nella regione rivierasca dal 2000 al 2005), che non ha certo scaldato gli animi. Berlusconi spera quindi di cambiare il verso degli eventi lanciando nella mischia il suo fido collaboratore, reclutato negli organismi dirigenti del partito direttamente dagli schermi della televisione di famiglia.
Toti dovrebbe, secondo le intenzioni di Berlusconi, riuscire a fare il miracolo, ottenere quel consenso personale che le liste non riescono a raggiungere. Sulla candidatura dell’ex direttore del TG4 si gioca non solo la possibile poltrona di governatore a Genova, ma si gioca una delle battaglie fondamentali per la prossima leadership del centrodestra a livello nazionale. Un eventuale risultato modesto di Toti, se accostato a un trionfo di Zaia, potrebbe significare la definitiva abdicazione del vecchio leader nei confronti di Salvini, nonostante i proclami lanciati in questi giorni, e il richiamo di Silvio all’esempio che giunge dalla Francia con la ricandidatura del suo amico Sarkozy.




BERLUSCONI E SALVINI CHIUDONO L'ACCORDO SULLE REGIONALI

Redazione

Sembrava non trovassero la quadra e invece, come consuetudine (si può dire) ForzaItalia e Lega sono uniti sulle grandi battaglie e le regionali, in questo caso, lo sono. "Silvio Berlusconi e Matteo Salvini hanno chiuso l'accordo sulle Regionali". Alla fine il cavaliere e il leader del carroccio hanno trovato l'intesa, nonostante i mal di pancia all'interno di entrambi i partiti. E il "sacrificio" chiesto alla Lega in Liguria, dove il candidato del carroccio lascerà il posto a Giovanni Toti. Ma l'obiettivo è vincere e "se gli alleati ci chiedono di fare un passo indietro per vincere lo facciamo", ha detto senza giri di parole Salvini che punta a "raddoppiare" i voti presi lo scorso anno. Dunque Forza Italia, recita un comunicato degli azzurri, "sosterrà il presidente uscente Luca Zaia in Veneto e la Lega Toti in Liguria". Niente liste per il carroccio in Campania. L'intesa per correre insieme alle prossime elezioni regionali era praticamente chiusa da giorni. Ma non senza malumori da entrambe le parti. Già perché se dentro Forza Italia continuano a volare gli stracci, anche tra le file dei leghisti il malumore per l'accordo con gli azzurri è evidente. L'impasse era proprio nella decisione di cambiare cavallo in corsa in Liguria dove il vicesegretario dei lumbard Edoardo Rixi deve cedere il posto a Giovanni Toti. Una decisione che Salvini ha motivato come un "sacrificio" per la vittoria. A palazzo Grazioli infatti la linea di Silvio Berlusconi non è mai cambiata: la bozza di accordo raggiunto prevedeva che in Liguria corresse un candidato azzurro. L'alternativa per gli azzurri era nessun accordo. Di regionali ma soprattutto del dopo elezioni amministrative l'ex capo del governo ne ha discusso in un pranzo a palazzo Grazioli con Denis Verdini. Con il senatore Fi erano presenti anche Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini. Di carne al fuoco ce n'era parecchia (raccontano che Berlusconi abbia citato varie volte Sarkozy convinto che Fi debba fare come l'ex presidente francese e cioè andare sola alle politiche) anche perché dopo la pausa pasquale alla Camera si entrerà nel vivo della legge elettorale dove la posizione di Verdini e dei suoi uomini diverge dalla linea ufficiale del partito. L'obiettivo del Cavaliere però è di evitare nuove tensioni con l'ex coordinatore azzurro alla luce del caos che regna dentro il partito. Dopo l'addio di Sandro Bondi e Manuela Repetti che oggi hanno incontrato Raffaele Fitto (la decisione di vedersi è stata concordata nel corso di una telefonata) dentro il partito continuano le tensioni. A puntare il dito contro gli ex senatori azzurri è Toti convinto che dopo l'abbandono del partito debbano arrivare le dimissioni da palazzo Madama "se non si riconosco più in Fi". A chiamare però in causa il consigliere politico azzurro è Maurizio Bianconi, fittiano dalla prima ora: "Toti dice coglionerie" e poi a proposito della candidatura in Liguria, il deputato Fi non lesina battute al vetriolo: "la Regione ha già avuto le sue tragedie…". Ad valutare le 'mosse' del cerchio magico è poi Raffaele Fitto. Il capo della fronda azzurra oggi nella Capitale ha riunito i suoi (mentre Berlusconi ha visto il candidato in Puglia Schittulli) e continua tenersi pronto alla discesa in campo. Per il redde




TORNA IL REATO DI FALSO IN BILANCIO

di Angelo Barraco
 
Il reato di Falso in Bilancio è stato reintrodotto. Il reato era stato depenalizzato durante il governo Berlusconi; il Presidente del Consiglio Matteo Renzi esprime massima soddisfazione sulla reintroduzione del reato, e lo fa sul suo profilo twitter con testuali parole: Approvata la legge anticorruzione: stretta sui reati di mafia, falso in bilancio, aumentano le pene per la corruzione nella PA. #lavoltabuona". Le pene saranno: per le società, da 1 anno a 5 anni di reclusione; per quelle quotate o quelle che immettono titoli sul mercato o banche si va dai 3 anni agli 8 anni di reclusione. Se si tratta di fatti di lieve entità invece la pena da scontare andrà da 6 mesi a 3 anni. Ma non sono mancate le polemiche, il  capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Giustizia al Senato Enrico Cappelletti ha commentato: “La legge sull'anti-corruzione è falsata dal voto di pianisti che si esprimono per senatori assenti e il presidente Grasso non annulla le votazioni”. Continua Cappelletti “Molti emendamenti anche migliorativi non vengono approvati sul filo del rasoio per 1-3 voti. Il Movimento 5 Stelle ha già scoperto un "pianista" che ha votato per il senatore Tarquini (Forza Italia) assente in Aula, ma di fronte alle denunce del M5S – avverte Cappelletti – Grasso non annulla votazioni palesemente irregolari, è assurdo, un paradosso totale. Si vota una legge che vorrebbe contrastare l'illegalità che è falsata dall'irregolarità del voto sugli emendamenti! Come se si volessero contrastare i furti e vengono ignorate le denunce puntuali di chi individua i ladri”. Le pene i mafiosi aumentano, ci sarà la possibilità di patteggiamento  e alla condizionale nei processi per i delitti contro la pubblica amministrazione, ma esclusivamente nel caso in cui ci sia stata la restituzione integrale del maltolto. Se un funzionario corrotto viene incriminato, dovrà dare allo Stato una somma pari al denaro illecito ricevuto. 



RIORDINO DELLE FORZE DELL'ORDINE: LA LEGA CAMBIA ROTTA SULLA RIORGANIZZAZIONE

di Matteo La Stella

Roma- La presentazione del disegno di legge siglato dai ministri Madia e Padoan per il riordino delle forze dell'ordine, in approvazione alla Commissione Affari Istituzionali del Senato, ha innescato nella giornata di martedì sit-in e malumori, conditi da una spruzzata di politica controcorrente. Infatti, dopo le manifestazione contro la soppressione della Guardia Forestale, che stando al disegno di legge verrebbe soppressa e accorpata alla Polizia di Stato, è arrivato il pollice verso da parte dell'ex Premier Silvio Berlusconi e della senatrice SEL, Loredana De Pretis, convinti sostenitori delle battaglie ambientali della Forestale, che non deve diventare la vittima sacrificale del riordino. In chiusura di giornata, è piombato sulla vicenda anche il leader del Carroccio Matteo Salvini. Intervenuto a Radio Radicale per la rubrica “Cittadini in divisa”, il leghista ha condannato la manovra del governo Renzi che, a suo dire-”Parla tanto per partorire acqua fresca”-, sottolineando come il nocciolo del riordino avrebbe dovuto puntare all'accorpamento delle forze di Polizia e Carabinieri, più che alla soppressione del Corpo Forestale Dello Stato, che vanta un organico di soli 8.000 uomini, rispetto ai circa 350.000 delle altre forze di Polizia. Una sterzata dunque nel pensiero padano, dato che la Lega Nord, nella sedicesima legislatura aveva già fatto muro alle proposte dei Radicali per l'accorpamento di Polizia di Stato e Carabinieri, a cui oggi il segretario della Lega darebbe voto favorevole. Ciò che regge questo riordino targato PD, è, secondo Salvini, retto da mega-dirigenti delle varie forze dell'ordine che hanno a cuore la loro "mega-poltrona". Dunque, il leader lombardo si conferma ancora una volta al passo coi tempi e con le esigenze di un paese da riordinare veramente.




INCHIESTA METANIZZAZIONE ISCHIA: GIUDICI VALUTANO TESTIMONIANZA DI MASSIMO D'ALEMA

Mazzette dalla storica coop rossa CPL Concordia – 1.800 dipendenti in tutto il mondo, 461 milioni di fatturato – al sindaco Pd di Ischia per ottenere l’appalto delle opere di metanizzazione dell’isola.

di Giuseppa Guglielmino

Massimo D’Alema potrebbe essere interrogato come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta relativa l’appalto per la metanizzazione a Ischia. La testimonianza di Massimo D’Alema, da quanto si apprende, dovrebbe chiarire uno dei punti cruciali dell’indagini, ovvero i rapporti che la cooperativa CPL Concordia ha intrecciato con la politica e con gli apparati della pubblica amministrazione.


D’Alema,scandaloso io finito negli atti

“Una vicenda scandalosa. È incredibile diffondere intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l’indagine della Procura di Napoli. Lancio un allarme. Chi non ha ruoli istituzionali e non è indiziato di reato non può essere perseguitato in questo modo al solo scopo di ferirne l’onorabilità. Difenderò la mia reputazione in ogni sede. Ho già dato mandato agli avvocati”. Lo afferma a Repubblica Massimo D’Alema. “Non c’entra nulla – sottolinea l’ex premier – la mia vicenda con quella di Lupi. Non sono ministro, non do appalti, sono un pensionato”. “E’ incredibile – aggiunge – diffondere intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l’indagine in corso”. “Cosa c’entra chi conosco e chi non conosco – lamenta D’Alema -. Certamente ho rapporti con Cpl Concordia, per cui tenni anche una conferenza in occasione della sua assemblea annuale, ma è un rapporto del tutto trasparente come con altre cooperative e aziende private. Una cosa è conoscere i dirigenti di un’impresa nazionale. E ne conosco tantissimi. Altra cosa è un’indagine che riguarda una vicenda precisa con ipotesi di tangenti”, “che rapporto c’è – si domanda – tra i reati di cui si parla e i miei rapporti con le persone?”. “Dalla Cpl – chiarisce quindi l’ex premier – non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l’acquisto in tre anni di duemila bottiglie del vino prodotto dalla mia famiglia come un mega ordine, peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi. Il vino non c’entra con l’inchiesta ed è noto a tutti che la mia famiglia produce un ottimo vino. Abbiamo più domanda che offerta. Il favore è riceverlo, non è venderlo. Quanto ai libri nessun beneficio personale, ma un’attività editoriale legittima che rientra nel normale e quotidiano lavoro della fondazione Italianieuropei”.

Giovedì e venerdì interrogatori di garanzia
Sono stati fissati per giovedì e venerdì prossimi gli interrogatori di garanzia nei confronti dei destinatari delle misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto per la metanizzazione sull’isola di Ischia (Napoli). Tra i primi ad essere ascoltati dal gip del Tribunale di Napoli, Amelia Primavera, figura il sindaco di Ischia, Giuseppe Ferrandino, assistito dall’avvocato Alfonso Furgiuele. Gli inquirenti – il procuratore aggiunto D’Avino, e i pm Carrano, Loreto e Woodcock – a conclusione della prima fase dell’inchiesta, dovrebbero trasmettere a varie altre procure per competenza territoriale, i riferimenti ad altri appalti emersi dall’indagine sulla metanizzazione a Ischia.

Inchiesta Ischia: Cantone, chiesti atti a pm
Il presidente della commissione anti-corruzione, Raffaele Cantone, ha chiesto gli atti dell’inchiesta di Ischia che ha portato all’arresto del sindaco, Giosi Ferrandino. L’obiettivo è quello di fare verifiche per eventuali commissariamenti di appalti. “Abbiamo chiesto gli atti ufficialmente al procuratore della Repubblica di Napoli – ha detto Cantone – per capire se ci siano appalti che possono essere commissariati: verificheremo, prima dobbiamo leggere gli atti”. Cantone ha sottolineato, inoltre la necessità di “una legge sui finanziamenti delle fondazioni” e ha proposto di estendere l’esperienza dei controlli eccezionali fatti per Expo alle grandi opere.
La vicenda, secondo quanto scrivono i gip di Napoli, vedrebbe coinvolto il sindaco in un giro di mazzette da parte della Cpl che per i pagamenti avrebbe costituito fondi neri per una società tunisina riconducibile al proprio responsabile per le relazioni istituzionali, Francesco Simone. Corrotti anche il direttore della banca (“ce l’ho a libro paga”, dice Simone) e il capo della dogana di Tunisi, che avrebbero favorito l’esportazione dei fondi neri. Soldi in contante che, sempre Francesco Simone, in un caso, ha “occultato e fatto passare alla dogana di Fiumicino… nascondendoli nel passeggino della figlioletta”, annota il gip. Questa l’intercettazione in cui lo stesso dirigente CPL racconta: “..ho detto.. metto sotto il passeggino.. il passeggino cioè chi cazzo lo controlla…”.

La vicenda
Mazzette dalla storica coop rossa CPL Concordia – 1.800 dipendenti in tutto il mondo, 461 milioni di fatturato – al sindaco Pd di Ischia per ottenere l’appalto delle opere di metanizzazione dell’isola. Undici indagati, nove dei quali arrestati, con sullo sfondo un “sistema corruttivo” molto più ampio e diversi filoni d’indagine ancora “da approfondire”. E dalle intercettazioni spunta il nome di Massimo D’Alema, che rivendica la “assoluta trasparenza” del suo operato. ‘AL SINDACO 330.000 EURO’ – La stipula fittizia di due convenzioni nell’albergo della famiglia, l’Hotel Le Querce, per 330 mila euro; l’assunzione come consulente del fratello Massimo (anche se “nulla sapeva e nulla capiva” della materia) e almeno un viaggio in Tunisia: questo – secondo l’inchiesta coordinata dai pm di Napoli Woodcock, Carrano e Loreto e condotta dai carabinieri del Comando per la Tutela Ambiente del colonnello Sergio De Caprio, il ‘Capitano Ultimo’ – il ‘prezzo’ pagato dalla CPL per la corruzione del sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, che con la complicità del tecnico comunale Silvano Arcamone avrebbe spianato la strada alla cooperativa. EUROPA SFUMATA – Ferrandino, scrive il gip, “era diventato una sorta di factotum al soldo della CPL”, che si sarebbe messa a sua disposizione anche per aiutarlo nell’elezione al Parlamento europeo. Ma, nonostante “lo sforzo profuso da tutto l’entourage” della società, l’obiettivo è sfumato per poco: con oltre 80mila voti è risultato il primo dei non eletti del Pd. FONDI NERI IN TUNISIA – Per il pagamento delle tangenti la CPL, sostiene l’accusa, avrebbe costituito fondi neri emettendo fatture per operazioni inesistenti con una società tunisina (la Tunita sarl) riconducibile a Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo CPL Concordia, definito dagli inquirenti “personaggio chiave” della vicenda. GLI ARRESTI – Con lui sono stati arrestati – oltre al sindaco, al fratello e al tecnico comunale – l’ex presidente di CPL Roberto Casari (andato in pensione il 30 gennaio scorso, ma secondo l’accusa ancora ‘regista’ degli affari della cooperativa), i dirigenti Nicola Verrini, Bruno Santorelli, Maurizio Rinaldi e l’imprenditore casertano Massimiliano D’Errico. Obbligo di dimora nel comune di residenza, invece, per un altro funzionario e un consulente della cooperativa.

Sistematico ricorso alla corruzione 

I vertici del colosso delle cooperative avrebbero fatto “sistematico ricorso – scrive il gip – ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i Sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali”. “Impressionante” il numero dei lavori “trattati con il descritto modus operandi”: non solo Ischia, ma anche “Procida, Avellino, i Comuni dell’Agro aversano, tutti appalti e lavori gestiti dalla Cpl di Napoli e tutti all’insegna della corruzione e della collusione”. Anche con esponenti della camorra.

La Camorra e le rivelazioni di Iovine

Sullo sfondo, infatti, vi è un’inchiesta della Dda di Napoli che, partendo dalle rivelazioni del pentito Antonio Iovine, ipotizza che la CPL si sia aggiudicata i lavori di metanizzazione compiuti tra il 1999 e il 2003 a Casal di Principe e in altri sei comuni del Casertano con l’appoggio della fazione dei Casalesi guidata da Michele Zagaria. I subappalti sarebbero stati poi distribuiti alle ditte locali indicate dai boss. Casari, per questa vicenda, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa I SOLDI NEL PASSEGGINO – Corrotti anche il direttore della banca (“ce l’ho a libro paga”, dice Simone) e il capo della dogana di Tunisi, che avrebbero favorito l’esportazione dei fondi neri. Soldi in contante che, sempre Francesco Simone, in un caso, ha “occultato e fatto passare alla dogana di Fiumicino… nascondendoli nel passeggino della figlioletta”, annota il gip. Questa l’intercettazione in cui lo stesso dirigente CPL racconta: “..ho detto.. metto sotto il passeggino.. il passeggino cioè chi cazzo lo controlla…”.

I Politici

Diversi i politici che si sono interfacciati negli anni con la CPL Concordia. Tra questi un apposito paragrafo viene dedicato a un ex parlamentare del Pdl al quale, scrive il gip, citando le dichiarazioni di alcuni testimoni, sarebbero stati “pagati circa un milione e 300 mila euro per il presunto sviluppo autorizzativo di due campi di fotovoltaico mai realizzati”.

Massimo D’Alema

Riguardo a Massimo D’Alema, ne parla soprattutto Francesco Simone, che per conto della CPL ha acquistato 500 copie del suo ultimo libro e 2.000 bottiglie di vino, versando bonifici alla fondazione Italianieuropei per oltre 60mila euro. Secondo il dirigente arrestato, D’Alema sarebbe uno di quei politici che “mette le mani nella merda come ha già fatto con noi, ci ha dato delle cose”. L’ex presidente del consiglio ha subito precisato: “Nessun illecito o beneficio, rapporto con Cpl trasparente. La diffusione delle intercettazioni è scandalosa”.

Link to Ischia è il documentario dello svolgimento dei lavori per la costruzione del metanodotto sottomarino per il trasporto e la distribuzione del gas naturale sull’isola di Ischia. Un ambizioso progetto realizzato a favore di oltre 18.000 utenti potenziali su 5 comuni isolani, serviti da 39 km di rete urbana e quasi 13 km di condotte sottomarine.




BONDI E REPETTI DICONO ADDIO A FORZA ITALIA

Redazione

Sandro Bondi e Manuela Repetti abbandonano il gruppo di Forza Italia al Senato e si iscrivono al gruppo Misto. La notizia di lasciare il gruppo arriva a nemmeno un mese dall'incontro, lo scorso 3 marzo ad Arcore, che i due senatori ebbero con Silvio Berlusconi.

Il Cavaliere infatti riuscì in quell'occasione a sedare i malumori evitando in extremis l'addio al partito che la Repetti aveva annunciato in una lunga lettera al Corriere della Sera. Questa decisione però, stando a quanto si apprende, appare irreversibile.