BERLUSCONI CONTRO LE RIFORME. RENZI: "IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE"

Si apre una nuova fase per Forza Italia che tanto per cominciare, martedì voterà contro le riforme di Renzi il quale ha disatteso, secondo Berlusconi, quel "cammino di unità" sugellato dal patto del Nazareno. "Forza Italia voterà contro le riforme". Lo ha detto Silvio Berlusconi, nel corso di un intervento all'iniziativa del centrodestra pugliese. Berlusconi fa appello "alle forze del centrodestra perchè si uniscano, in modo da costruire un'alternativa al Pd. Martedì diremo no all'arroganza e alla prepotenza di un Pd che non è stato capace di cambiare il Paese. Oggi, con tutto il centrodestra di nuovo insieme, si apre una nuova fase". "Oggi rappresenta un momento importante per una ripartenza. Il primo passo di un cammino, un'occasione per il rinnovamento di Fi che si candida per tornare a vincere e a guidare il Paese. Un Paese che sta peggio dal punto di vista economico, democratico, di equilibrio delle istituzioni. La disoccupazione è ai massimi e quella giovanile supera il 40% spesa e debito pubblico sono aumentati. Sono convinto – ha ribadito – che occorra lavorare tutti insieme per invertire la rotta. Siamo chiamati ad avere la maturità di essere eredi di noi stessi. Spero che tutti noi sappiamo rinunciare a qualcosa in nome dell'unità del centrodestra".Berlusconi ha così chiarito nettamente la sua posizione e la sua volontà di contrastare il Pd con un centrodestra unito e compatto.

Il tradimento del Patto del Nazareno. "Oggi a Palazzo Chigi c'è un segretario di partito che non è stato eletto, un segretario di partito che ha promesso tanto e fatto poco. Un segretario di partito con cui avevamo pensato di condividere grandi scelte istituzionali del Paese, avevamo sperato di poter chiudere quella guerra civile che ha avvelenato tutti, ma purtroppo non è stato così". Lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente a Bari, durante l'avvio della campagna elettorale del candidato del centrodestra, Francesco Schittulli. "Abbiamo imparato a nostre spese – ha aggiunto Berlusconi – che per la sinistra il partito viene prima del Paese, che non c'è dialogo. Noi – ha continuato – in questo avevamo creduto fino in fondo. Oggi a testa alta possiamo dire che non siamo stati noi a tradire quel cammino".

Fitto e il cambio di rotta. "Il nostro partito ha intrapreso un percorso sbagliato. Qualche mese fa si è ipotizzato di fare un partito con Renzi, si sarebbe creata una situazione imbarazzante. Noi siamo stati eletti nel centrodestra, siamo una forza alternativa alla sinistra". Afferma Raffaele Fitto a Palermo in una delle tappe del suo tour italiano Ricostruttori con il quale entra in polemica con la classe dirigente di FI e i fedelissimi di Berlusconi chiedendo maggiore democrazia interna al partito, l'adozione delle elezioni primarie per le cariche di vertice, il superamento del Porcellum con una legge elettorale "che porti in parlamento deputati eletti e non nominati". Fitto ha poi affrontato il tema del presidenzialismo e dell introduzione di un tetto fiscale. "Quello che abbiamo rappresentato per anni come FI – ha proseguito Fitto – non siamo piu' in grado di rappresentarlo. Vogliamo spiegare che anche nel centrodestra puo' esserci una sana competizione che però non può monopolizzare il consenso". Non posso criticare Salvini – ha aggiunto – la Lega fa il suo lavoro, ma perché nel nostro partito non c'è la consapevolezza di mettere in campo una forza politica che sia in grado di competere". Infine il parlamentare pugliese ha criticato il leader degli azzurri "Berlusconi si chiude in un bunker con i suoi collaboratori – ha detto – noi suggeriamo un altra strada, nuove regole di democrazia. Ma per fare questo non vogliamo scontrarci con qualcuno"

 

Il no annunciato da Silvio Berluisconi alle riforme, che martedi' saranno votate dall'Aula della Camera, viene accolto con ostentata indifferenza da Matteo Renzi, come a dire che ormai del secondo contraente del Patto del Nazareno non c'e' piu' nemmeno tanto bisogno. " Martedi' andiamo alla camera con il voto finale della seconda lettura – spiega il premier -. Puntiamo al referendum finale perche' per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario: la sovranita' appartiene al popolo e sara' il popolo a decidere se la nostra riforma va bene o no. Il popolo, nessun altro, dira' se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no". In mattinata il leader di Forza Italia aveva dichiarato totale indisponibilita' verso il Pd ed il suo leader, nel pomeriggio questi risponde con la piu' renziana delle alzate di spalle. Il meglio deve ancora venire, scrive il presidente del Consilgio nella sua newsletter, e noi non abbiamo alcuna voglia di mollare. Primo pensiero di Renzi nella sua circolare telematica, quello alla ripresa economica. "In un anno sono aumentati i posti di lavoro, piu' 134mila. Con le misure della legge di stabilita', zero tasse per chi assume a tempo indeterminato e con la riforma del lavoro (Jobs Act) sara' ancora piu' facile assumere", rivendica, "Il Jobs Act aumenta le tutele per chi perde l'occupazione, ma soprattutto facilita le assunzioni, con buona pace di chi ha trascinato per mesi una polemica ideologica".

Inoltre: "Lo spread non fa piu' paura: il decennale con i Bund era oltre 200 nel febbraio 2014, adesso sta sotto i 90 e ancora non e' partito il Quantitive Easing.
Quando partira' lo spread scendera' ancora". Ancora: "Il dollaro ha recuperato terreno sull'Euro e ci avviciniamo alla parita'. L'Italia ha tutto da guadagnarne". In aggiunta: "L'Unione Europea sta attenta ai vincoli di bilancio ma finalmente si torna a parlare di crescita e investimenti (piano Juncker) e la nostra battaglia sulla flessibilita' ha visto dei risultati concreti (la comunicazione sulla flessibilita' della Commissione Europea)". E se non bastasse: "Mutui e compravendita di auto crescono a doppia cifra. Mercato immobiliare, consumi, indice di fiducia delle famiglie e delle imprese tornano al segno piu' dopo anni. Nel primo trimestre e' probabile che il Pil torni positivo dopo decine di rilevazioni negative".

Grazie al governo, grazie ad un Pd forte, suggerisce a questo punto Renzi: "Tutto questo deriva dalla solidita' delle nostre riforme (l'elenco non comprende solo il mercato del lavoro ma spazia dai tanto criticati 80 euro fino alle misure innovative sulla legge di stabilita' che ha abbassato le tasse per chi crea posti di lavoro e ridotto l'Irap) e dalla recuperata credibilita' internazionale del Paese, che e' un fattore molto importante per la fiducia dei mercati e quindi per l'economia reale. Ma naturalmente non basta". Insomma, "Il quadro economico non e' mai stato cosi' invitante: si aggiunga – e su questo noi non c'entriamo niente, ma siamo felici per gli effetti – che il costo del petrolio e' molto basso e questo e' un dato molto significativo specie per un paese con la nostra bolletta energetica". Quindi "fuori torna a splendere il sole. Ma uscire di casa e mettersi in cammino dipende solo da noi. Per questo noi continuiamo con decisione sulle principali sfide che abbiamo davanti". Detto questo, Renzi presenta il lavoro della prossima settimana, con una considerazione di carattere metodologico. Il contributo delle opposizioni e' benvenuto, a patto che non intralci. I punti sono enumerati quasi con pedanteria. Eccoli a partire dal primo. "Riforme costituzionali. Superare il bicameralismo paritario, ridurre i poteri delle regioni e semplificare il rapporto tra centro e autonomie, eliminare gli enti inutili. Ci siamo. Martedi' andiamo alla camera con il voto finale della seconda lettura.
Puntiamo al referendum finale (perche' per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario: la sovranita' appartiene al popolo e sara' il popolo a decidere se la nostra riforma va bene o no. Il popolo, nessun altro, dira' se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no)".




SLEGATI

di Silvio Rossi

 

Un aforisma di Talleyrand, reso famoso in Italia da Giulio Andreotti, che l’ha utilizzato come un mantra, recita “il potere logora chi non ce l’ha”. Infatti, colui che è stato uno dei più longevi politici della Repubblica, ha fatto logorare decine di colleghi di partito o di suoi avversari.
Matteo Renzi, che della vecchia scuola democristiana è stato un allievo molto attento, ha assimilato la lezione, pronto a utilizzarla nel momento in cui le condizioni politiche lo pongono in una situazione di vantaggio.
Dopo la “salita al trono” dell’allora sindaco di Firenze, in molti scommettevano nella spaccatura del PD, convinti che la minoranza bersaniana non avrebbe accettato il cambio di strategia politica del partito. In effetti, tensioni e malumori, dal momento della successione a Letta, fino alle recenti approvazioni delle riforme, ce ne sono stati. Spesso i più strenui sostenitori dell’ala più a sinistra, da Fassina a Civati, da Cuperlo a Mineo, hanno minacciato uscite, spaccature, rese dei conti.
Se però analizziamo la situazione politica di questi ultimi tredici mesi, ci accorgiamo che uno dei partiti che ha subito meno defezioni è stato proprio il Nazareno. Se nel PD molti annunciano uscite, ma nessuno imbocca definitivamente la porta, nelle altre formazioni, anche senza annunci, le scissioni sono all’ordine del giorno.
SEL ha visto una decina di parlamentari, con in testa Gennaro Migliore, confluire nel partito di Renzi. Stessa cosa avvenuta per Scelta Civica. Per quanto riguarda i Cinquestelle, le defezioni c’erano prima di Renzi, ci sono oggi, e probabilmente continueranno a esserci, finché non resteranno soltanto Grillo e Casaleggio.
Delle tensioni dentro Forza Italia, ne abbiamo parlato molto. Tra Verdini e Fitto c’è più distanza di quella che separa l’estrema sinistra con l’estrema destra del fronte parlamentare. Ultima in ordine di tempo, anche la Lega sta affrontando il problema “divisioni”.
Tra Salvini e il sindaco di Verona Tosi non corre buon sangue. Quest’ultimo non ha digerito la deriva populista che il segretario ha impresso alla formazione, con l’alleanza di Casapound. Un partito come la lega, per sua natura, riesce a rimanere unito se mantiene un’attenzione forte nei temi più consoni (tutela del nord, controllo dell’immigrazione, federalismo), ma rischia molto se si avventura in politiche troppo schierate a destra o a sinistra. Con le ultime decisioni il rischio è di presentare due liste contrapposte, facendo il gioco del centrosinistra.
Se una nave cambia repentinamente la sua direzione, i passeggeri che si trovano sul lato esterno rischiano di essere sbalzati fuori. Rischio che è più attenuato se la nave è grande, perché la stazza attenua parzialmente lo scarto. Se la nave è più piccola invece, chi si trova dal lato opposto alla virata, rischia più facilmente di finire in acqua.
Per questo motivo il Partito Democratico si è potuto permettere modifiche della propria politica che hanno lasciato conseguenze non drammatiche, mentre la stessa azione a via Bellerio può avere conseguenze letali.




NICOLA CALIPARI: LO 007 ITALIANO CHE SALVO’ LA VITA ALLA GIORNALISTA GIULIANA SGRENA

 

Il Comparto Intelligence italiano ricorda il sacrificio di un uomo fedele alla propria coscienza, la sfida quotidiana di tenere alto l’onore dello Stato. E i valori di umanità tenuti controvento, anche sotto un tracciato rosso di proiettili che spezzano una vita, proprio nel giorno del compleanno del figlio Filippo e della madre Rachele.

 

di Cinzia Marchegiani

Baghdad (Iraq) – Nicola Calipari, eroe gentile, il dirigente del Sismi che perse la vita a Baghdad nel 2005 nelle fasi successive all’operazione intelligence dove riuscì a liberare la giornalista del ‘Manifesto’, Giuliana Sgrena, viene ricordato dallo stesso Comparto d’intelligence che racconta gli attimi esatti di un momento che rimarrà inciso nella storia italiana, ma non solo: ”È la sera del 4 marzo 2005, a Baghdad: su una Toyota Corolla di color grigio, con targa irachena, viaggiano Nicola Calipari, un altro agente dell’Intelligence e Giuliana Sgrena, giornalista del ‘manifesto’, rapita un mese prima in Iraq. L’auto si dirige verso l’aeroporto. La delicata partita con i sequestratori è andata a dama: la giornalista è stata liberata, ora si tratta solo di portarla al sicuro e predisporre il volo di rientro in Italia per restituire la donna all’abbraccio dei suoi cari e della Nazione. All’improvviso, la tragedia. Una pattuglia della guardia nazionale statunitense è in servizio di vigilanza sulla ‘Route Irish’, la strada che collega il centro di Baghdad con l’aeroporto. Il Block Point 541 è stato approntato in previsione del passaggio di un convoglio con a bordo l’ambasciatore americano. Arriva la macchina con a bordo Calipari e finisce sotto il fuoco dei soldati americani: lo 007 italiano, direttore del Reparto Ricerche del Sismi, muore. Giuliana Sgrena rimane ferita. Il militare statunitense Mario Lozano, sarà poi accusato di aver esploso i colpi mortali.”

Sono passati dieci anni dal giorno in cui Nicola Calipari, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, sacrificava la propria vita. Raccontare la sua storia per gli uomini dell’intelligence non è solo il ricordo di un anniversario che apre o chiude cicatrici, ma un momento di Cultura Intelligence e lo mettono nero su bianco:”Significa per le donne e gli uomini del Comparto andare alle radici e rinnovare scelte profonde di vita. Vuol dire operatività ma anche pensieri lunghi. Fermarsi per un momento a sottolineare, nel vento di Forte Braschi, che anche l’Intelligence ha i suoi eroi. Non sono gli 007 dei film ma i ‘Bond veri’, quelli della porta accanto, gli uomini e le donne con cui non puoi farti i selfie ma sai che ci sono e lavorano per la sicurezza di tutti. Per ognuno di noi c’è un ultimo miglio, una strada da imboccare che ci porta a prendere delle scelte. A confermarle o negarle. Sull’ultima curva di una strada irachena, un uomo Intelligence ha compiuto fino in fondo il suo dovere.”

L’ambasciatore Giampiero Massolo, Direttore generale del DIS vuole lasciare un ferreo ricordo, la propria emozione nel rievocare Nicola Calipari: “I nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre stesse opinioni sono rivolte oggi al ricordo e all’onore della memoria. Commemoriamo un operatore dell’Intelligence, un servitore dello Stato, soprattutto un uomo a tutto tondo, che non ha esitato a mettere a disposizione dei suoi valori e ideali la sua stessa vita. Possa essere d’esempio a tutti noi”.

Quello di Calipari è stato il primo volto di un agente segreto svelato nei telegiornali della sera. Il primo nome ufficialmente accostato all’immaginario connesso ai Servizi segreti. Seppure per motivi dolorosi, l’Intelligence in quei giorni di marzo del 2005 usciva dagli stereotipi fatti di occhiali scuri e barbe finte per mostrare la storia e l’esempio di un servitore dello Stato. E con quel sorriso sobrio e pensoso, Nicola Calipari si mostrava alla gente comune, agli operai, alle casalinghe, ai pensionati, agli studenti, persino ai tanti che erano lontani dal mondo che Calipari rappresentava.
Lo stesso Comparto d’intelligence vuole mostrare la propria immagine troppo spesso legata ai Servizi che depistavano e insabbiavano tutto e che invece oggi rivendica, fatta salva la necessaria riservatezza, necessaria per l’operatività, l’essenza di una nuova idea di sicurezza nazionale. Non a caso la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza parla di una Intelligence che è «network coordinato e dinamico di sicurezza partecipata, alimentato da continue interazioni tra pubblico e privato», rimarca che quella della fiducia è una sfida sempre aperta. Di questa svolta dell’apertura, gli 007 italiani ricordano Nicola Calipari come un precursore: ”La sua era la visione di un’Intelligence moderna che dialogava con i cittadini e sapeva guardare avanti. E oltre.”

Produzione della sicurezza/trasparenza dell’istituzione/costruzione della fiducia/avvicinamento al corpo sociale/‘circolazione delle informazioni erano elementi contenuti nel discorso e, soprattutto nell’agire di Calipari. Elementi che oggi trovano ampio spazio nei discorsi, pubblici e privati, di chi opera nell’ambito del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Nicola Calipari è rimasto fedele alle regole d’ingaggio, a quei valori che sono propri di tutto il Comparto ricorda il Comparto Intelligence e la celebrazione del decennale della morte è perciò un evento unificante per gli uomini e le donne dell’Intelligence ma è anche un momento valoriale e di identità condivisa con tutti i cittadini, nello sforzo costante di costruire insieme una Cultura della sicurezza partecipata.
Affermava Calipari: "Io ho fiducia che ce la faremo ad avere un Servizio segreto di cui il Paese possa avere fiducia e rispetto. Se continuiamo a lavorare così, presto – e sono pronto a scommettere – l’Italia potrà guardare alla sua Intelligence non dico con orgoglio ma almeno con affidamento". Dieci anni dopo quella terribile notte di Baghdad, almeno queste parole si sono realizzate.
Il sacrificio di un uomo fedele alla propria coscienza, la sfida quotidiana di tenere alto l’onore dello Stato. E i valori di umanità tenuti controvento, anche sotto un tracciato rosso di proiettili che spezzano una vita, proprio nel giorno del compleanno del figlio Filippo e della madre Rachele.

La cerimonia di commemorazione per il decimo anniversario della scomparsa di Nicola Calipari si è tenuta lo scorso 4 marzo 2015 a Forte Braschi, sede dell’AISE. Il dirigente del Sismi che perse la vita a Baghdad nelle fasi successive all’operazione intelligence che portò alla liberazione della giornalista del ‘Manifesto’, Giuliana SgrenaUna corona di fiori bianchi. Le note del ‘Silenzio’ che accompagnano sentimenti e ricordi di uomini e donne che hanno lottato insieme a un “un eroe gentile, che ha fatto strada all’Intelligence”..
Dopo il picchetto d’onore, l’intensità del ricordo del presidente del Senato, Pietro Grasso, che si è fermato a lungo e con commozione a pensare sul monumento che porta il nome di Calipari, insieme ai Caduti del Comparto intelligence. Accanto a lui, Rosa Villecco Calipari, moglie del dirigente del Sismi, e i figli, Filippo e Silvia, e il fratello Maurizio Calipari. Insieme all’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, al Direttore generale del DIS, ambasciatore Giampiero Massolo, al Direttore dell’AISE, generale Alberto Manenti, al Direttore dell’AISI, generale Arturo Esposito e a diversi agenti della squadra di Calipari.
Alla cerimonia, tra le altre autorità presenti, hanno preso parte anche il capo della Polizia, Alessandro Pansa, il capo dello Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano, il direttore della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la Sicurezza della Repubblica, Bruno Valensise e il Copasir al completo, guidato dal presidente, Giacomo Stucchi, e dal vice presidente, Giuseppe Esposito.
Celebriamo un eroe gentile. Un uomo del Sud che ha lavorato con coraggio e in silenzio”, ha detto Minniti in un intervento molto sentito alla cerimonia, nel quale il sottosegretario con delega all’intelligence ha anche sottolineato come dopo la morte di Calipari nulla sia rimasto come prima. È stato infatti compreso il valore dell’intelligence, che continua il dialogo con i cittadini.
Il Comparto intelligence ha deciso di dedicare il 2015 a Nicola Calipari con una serie di eventi, a cominciare dall’apertura dell’anno accademico della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.

Nicola Calipari è l’eroe silenzioso ucciso da un fuoco amico, in un’area superprotetta che direzionava proiettili contro un’auto civile…. ancora le ipotesi e misteri non riescono a tracciare e scandire responsabilità di un incidente di quei precisi attimi…o volutamente!?




SIAE: IL 19 MARZO LA NOMINA DEL NUOVO PRESIDENTE


LEGGI ANCHE: SIAE: GINO PAOLI SI E' DIMESSO DALLA CARICA DI PRESIDENTE

 

Redazione

SIAE – Il Consiglio di Gestione della Società Italiana degli Autori ed Editori ha nominato, in sostituzione del Maestro Gino Paoli, il giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori, già componente del Consiglio di Sorveglianza della Siae in rappresentanza di tutti gli autori di cinema, fiction, documentario e animazione.

Il Consiglio di Sorveglianza della Società Italiana degli Autori ed Editori ha fissato per il prossimo 19 marzo 2015 la designazione del nuovo Presidente. Intanto il Consiglio di Gestione della SIAE ha nominato, in sostituzione di Gino Paoli, il giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori, già componente del Consiglio di Sorveglianza in rappresentanza di tutti gli autori di cinema, fiction, documentario e animazione.
Gino Paoli si era dimesso da presidente della SIAE lo scorso 24 febbraio a seguito dello scandalo che lo aveva colpito. Il cantautore italiano è stato accusato di evasione fiscale, per aver portato in Svizzera, nel 2008, illegalmente due milioni di euro ed aver evaso quindi imposte per circa 800mila euro.
 




ITALIA SOTTO SCACCO DEL MALTEMPO

Redazione

Un'ondata di maltempo interesserà tra sabato e domenica le regioni centro meridionali e le Isole Maggiori con piogge e temporali diffusi. Questo a causa di una intensa perturbazione, alimentata da venti tiepidi di Scirocco ricchi di umidità e quelli più freddi dal Nord Atlantico.Le regioni ad essere più colpite saranno Sicilia (specie trapanese, agrigentino, messinese, Peloritani ed ennese), Calabria ( soprattutto Stretto, basso Ionio reggino, Aspromonte, Serre, Catanzarese e Sila), la Campania e la Puglia (qui special modo il Salento). Col movimento del vortice mediterraneo verso Nord Est toccherà anche a Molise, basso Lazio, Marche ed Abruzzo. Acquazzoni e colpi di vento sulla Sardegna. Soffieranno venti forti di Scirocco ed i mari saranno agitati, rischio di mareggiate sui tratti esposti. Il tempo permarrà diffusamente instabile anche a seguire per via di altri impulsi freschi attesi la prossima settimana
 
Neve nel Lazio. Nuova ondata di maltempo in Ciociaria, dove è tornata anche la neve. Nevica nella zona a nord della provincia e alcuni comuni sono coperti da uno strato bianco, che è già di alcuni centimetri. La nevicata sta interessando la zona intorno a Fiuggi, in particolare i comuni a più alta quota. Si segnalano i primi disagi. A Filettino lavorano gli spazzaneve.  Ai Castelli Romani imbiancate le cime più alte nelle località di Monte Cavo a Rocca di Papa e Rocca Priora. Temperature vicino lo zero a Monte Compatri, Nemi e Velletri. A causa del forte vento che sta interessando la città di Viterbo, e che potrebbe provocare il distacco di rami e l'instabilità di piante ed alberi, il sindaco Leonardo Michelini, con l'ordinanza n. 23 del 6/03/2015, ha disposto la chiusura di Pratogiardino e di tutti i parchi pubblici della città.
 
In Alto Adige raffiche di vento a 140 Km l'ora. Anche l'Alto Adige non è stata risparmiato dal vento forze che sta sferzando la penisola. Questa notte sulla Dannelspitz, nella zona di Fundres, sono stati raggiunti ben 137 chilometri orari. Se nei fondovalle la media delle raffiche è stata tra i 50 ed i 70 chilometri orari sulle montagne non si è scostata dai 100. Tutta colpa del Foehn che ha anche causato, oltre all'incidente di ieri della cabinovia in Val Gardena, anche lo scoperchiamento di tetti e schianti di alberi su strade o su autovetture. Diversi anche nella notte gli interventi da parte dei vigili del fuoco. Per cause in fase di accertamento dall'alba 150 vigili del fuoco volontari sono impegnati nello spegnimento di un incendio di grandi dimensioni a Oris, piccola frazione della Val Venosta.
 
Crolla una impalcatura a Napoli. Vento forte a Napoli. Le raffiche, intorno alle 8 dmattina, hanno fatto crollare l'impalcatura di un palazzo tra via Santa Lucia e via Cesario Console, a poca distanza dal lungomare; molte le auto danneggiate, anche se non si registrano feriti. Ma il pericolo e' tuttora costante, anche perche' molte sono ancora le lamiere che penzolano in balia del vento. Sul posto vigili del fuoco e polizia
 
Molise, scuole chiuse e paesi isolati. Nella notte, a Campobasso, sono caduti circa cinquanta centimetri di neve, ma la situazione piu' difficile si registra nei comuni interni della provincia di Isernia sepolti dal manto bianco che sfiora i due metri. Capracotta, Pescopennataro e Vastogirardi sono isolati. Pullman fermi anche ad Agnone dove sono al lavoro vigili del fuoco, polizia, carabinieri e mezzi comunali per raggiungere le fattorie sparse nell'agro. Traffico paralizzato sulla statale 650 che da Isernia porta alla costa. Nel primo tratto, tra Sessano del Molise e Pescolanciano, da ieri sera sono bloccati alcuni Tir, che impediscono il transito. In tutta la regione le attivita' scolastiche sono state fermate dai sindaci. Uffici semivuoti e servizi ridotti ovunque a causa dei collegamenti difficili. I centri adriatici devono fare i conti, invece, con gli allagamenti e le violente mareggiate che hanno provocato danni ingenti nel litorale Sud di Termoli. Tra Termoli e Petacciato, in alcuni tratti, la statale 16 e' sommersa dall'acqua. Cancellate, per il secondo giorno consecutivo, le corse con le isole Tremiti a causa del mare mosso.
 
Val Gardena, cade un albero su una cabinovia.
Resta per il momento chiusa la cabinovia che da Selva Gardena porta alla vetta del Ciampinoi in Alto Adige dove ieri pomeriggio, a causa della caduta di un albero per il forte vento, e' stata sfiorata la tragedia. In corso le operazioni di ripristino dell'impianto. Le funi portanti sono state danneggiate a seguito della caduta di un albero. I 184 passeggeri rimasti bloccati all'interno delle singole cabine (nessuno e' rimasto ferito) sono stati tratti in salvo grazie all'imponente macchina dei soccorsi allestita con personale del soccorso alpino giunto appositamente anche dalle vallate limitrofe come Badia e Fassa. Le persone sono state fatte evacuare cabina per cabina con l'ausilio dell'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites. Dopo due giornate di forte vento questa mattina le raffiche si sono placate e il Sellaronda, il carosello attorno al gruppo del Sella, e' stato riaperto in entrambi i sensi ovviamente esclusa la cabinovia Ciampinoi.
 
Tormenta di neve sul Valico Colfiorito. Una tormenta di neve sta interessando il valico di Colfiorito sulla statale Val di Chienti tra Umbria e Marche. Diverse le auto in difficoltà e i mezzi finiti di traverso.
Sono al lavoro spazzaneve dell'Anas ma l'intensa precipitazione sta rendendo difficile la situazione. Sono intervenute pattuglie della polizia stradale da Umbria e Marche che hanno incontrato la loro volta problemi. Numerose le richieste di aiuto ai vigili del fuoco anche loro subito giunti a Colfiorito.
 
Statale Adriatica chiusa a Chieti per allagamenti. Nella mattinata anche sulla strada statale 16 Adriatica un tratto è stato provvisoriamente chiuso al km 480, a causa dell'allagamento della rotatoria di Fossacesia, in provincia di Chieti, in direzione nord. Lo comunica l'Anas. Il personale dell'Anas è al lavoro senza sosta per ripristinare la circolazione il prima possibile nei tratti ancora interdetti al traffico.
 
A Caserta cade un albero sull'Appia. L'Anas comunica che la strada statale 7 Appia è provvisoriamente chiusa in entrambe le direzioni al km 166,800 in provincia di Caserta, tra il bivio per Cellole/Innesto strada statale 430 Valle del Garigliano e il bivio per Sessa Aurunca, a causa di un albero caduto sul piano viabile. Il percorso alternativo è indicato in loco. Il personale dell'Anas è presente sul posto per ripristinare la circolazione il prima possibile.
 
La Toscana tra le aree più colpite. La Toscana è tra le aree più colpite, sferzata da un forte vento, con raffiche oltre i 100 km/h. Cinque persone sono rimaste ferite colpite da un palo di cemento crollato a Figline Valdarno (Firenze). Problemi alla circolazione in molte strade e autostrade, in particolare sull'A12. Stop o rallentamenti sulle linee ferroviarie, mentre sono stati sospesi i traghetti per l'Elba. Voli dirottati o cancellati all'aeroporto di Firenze; problemi e danni anche all'ospedale Careggi. Chiuse le scuole a Pistoia, Prato e in molti comuni delle province di Arezzo, Firenze e Lucca. Tanti i danni in Versilia: centinaia gli alberi caduti, in particolare a Forte dei Marmi dove è stata danneggiata anche Villa Bertelli, sede del Comune. A Prato, il vento ha fatto crollare una porzione delle mura storiche della città e parte di una ex fabbrica adiacente a un centro sanitario: sono state evacuate circa 150 persone. Scoperchiata la terrazza di una scuola a Grosseto, per fortuna nessun ferito. Ferite, invece, a Ponte a Moriano (Lucca) due donne, un'insegnante e una bidella, colpite da due pannelli staccatisi per il forte vento dal tetto della scuola. A Cortona è crollato il campanile della chiesa di Mezzavia risalente al Seicento. Circa 100mila utenze sono rimaste nella regione senza energia elettrica e il presidente, Enrico Rossi, ha annunciato che firmerà lo stato di emergenza regionale
 
Liguria, compromessi i collegamenti ferroviari. Forte vento anche in Liguria, con pesanti riflessi sui collegamenti ferroviari per la caduta di alberi sulle rotaie. La Cosco Africa, la nave che ha rotto gli ormeggi la scorsa notte nel porto di Prà-Voltri, a causa delle raffiche di vento, è stata costretta a lasciare il posto d'ormeggio per essere portata alla fonda in posizione di sicurezza. Situazione difficile anche nella zona di Senigallia, nelle Marche – già devastata da una alluvione il 3 maggio scorso – dove le forti piogge hanno fatto salire i livelli del fiume Misa e di vari torrenti. Anche nella provincia di Fermo è scattata l'allerta alluvione per la piena dell'Ete. Forte vento su gran parte dell'Umbria dove ha cominciato a nevicare sulla fascia appenninica della provincia di Perugia e circa 13mila utenze sono rimaste senza energia elettrica. Alberi caduti, allagamenti, semafori non funzionanti e traffico in tilt a Roma; colpito anche il tribunale dove é crollata una parte del controsoffitto a causa probabilmente delle infiltrazioni d'acqua. Tromba d'aria e allagamenti sul litorale
 
Sardegna, raffiche di maestrale.  Investita dall'ondata di maltempo pure la Sardegna con raffiche di maestrale fino a ottanta chilometri orari, onde alte fino a sette metri e disagi nei collegamenti marittimi (la Tirrenia e la Moby hanno sospeso per oggi i collegamenti con la Penisola) mentre in Sicilia due voli Ryanair da Parma e Bologna diretti a Trapani sono stati dirottati a Palermo a causa delle cattive condizioni meteo nelle scalo di Birgi.
 




LEGA NORD: FLAVIO TOSI SFIDA MATTEO SALVINI

di Chiara Rai

Altro che pranzo di riconciliazione. Ormai è muro contro muro tra il leader del Carroccio Matteo Salvini intenzionato a blindare Zaia a denti serrati e il sempre più separato in casa sindaco di Verona Flavio Tosi i quali si sfidano a colpi di ultimatum. Quest'ultimo non intende arretrare di un passo all'idea del commissariamento e già annuncia la plausibile e ineluttabile rottura nel partito: "Se il Consiglio federale della Lega mantenesse la posizione del commissariamento – avverte Tosi –  valuterei le dimissioni da segretario della Lega Veneta. Poi a quel punto liberi tutti". Insomma è praticamente l'annuncio di una separazione a fronte di una decisione definita più che "sbagliata" dal sindaco di Verona che anzi rilancia una sua possibile candidatura a governatore: "Spero che loro rivedano questa decisione presa – aggiunge Tosi –  io sono stato da sempre fin troppo leale e corretto, quindi ho sempre sostenuto la candidatura di Zaia. L'ho fatto anche lunedì scorso, salvo poi essere commissariato. Ora, se ci fosse una frattura ognuno poi deciderebbe liberamente, ognuno può fare quel che vuole. Posso rimanere sindaco, ritirarmi in seminario o anche candidarmi a governatore".

Non è tardata la replica di Salvini il quale rimarca ancora una volta la sua scelta: "Basta, si lavora con Zaia. – ha detto senza troppi fronzoli – La gente questo si aspetta: scuole, strade non liste, simboli, ricandidature. Io ho portato tutta la pazienza possibile e immaginabile, abbiamo un patrimonio che è Zaia e per me il riferimento è lui". E poi torna a criticare l'attegiamento del suo ormai avversario politico: "Mi infastidiscono i litigi interni, non ne posso più". – aggiunge seccato – non ho tempo per le beghe". Anche perché è lo stesso leader leghista che in questo momento si trova a criticare i litigi interni al centrosinistra e, parlando dell'anti corruzione, e pronto a fare la morale all'altro Matteo, il presidente del consiglio Renzi: "La Lega è settimane che chiede al governo Renzi di votare il ddl contro la corruzione, ma loro stanno litigando, sono mesi che il governo perde tempo per le liti. Io lo voterei questa mattina, anche più drastico".

Sulle polemiche tra Salvini e Tosi interviene Maroni.
  "C'e' stato un consiglio federale, e il consiglio federale e' sovrano nella Lega". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti, a Milano, commentando con i giornalisti le recenti polemiche tra Luca Zaia e Flavio Tosi. "Non credo che Tosi faccia questo errore", ha detto Maroni rispondendo a una domanda sull'eventuale abbandono di Tosi, "chi si mette fuori dalla
Lega non va da nessuna parte. Inoltre rischia di far perdere Zaia alle Regionali, e sarebbe incredibile, quindi vediamo nei prossimi giorni"

De Girolamo lancia l'amo a Tosi.
"Se Tosi dovesse fare una scelta diversa lasciando Salvini, è evidente che noi saremmo pronti a dialogare con lui. Non capiamo Salvini che un giorno dice che le amministrative non contano a livello nazionale, e poi dice che Ncd non va bene in Veneto perchè sta con Renzi a livello nazionale. Evidentemente Salvini, che sta facendo un partito utilissimo per Renzi, con Casapound in piazza, adesso non vuole più Tosi". Così Nunzia De Girolamo, presidente dei deputati Ncd, questa mattina ad Agorà, su Rai Tre




MAFIA CAPITALE: ECCO LA REGISTRAZIONE ESCLUSIVA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

L'esclusiva testimonianza de L'Osservatore d'Italia di due ingegneri informati sui fatti. Un'intercettazione audio che mettiamo a disposizione in versione integrale, per poter dare il massimo dell'informazione ai cittadini di Roma e non solo…

 

di Maurizio Costa

Roma
– L'impianto di Mafia Capitale è talmente variegato e fluido da riuscire ad essere entrato in varie attività illecite romane: dai rifiuti ai campi rom, dalle opere architettoniche alle aule del Campidoglio. All'interno della nostra inchiesta riguardante la 'Vela' di Tor Vergata", abbiamo intercettato una conversazione che fa un quadro sulla situazione degli appalti capitolini. Le due persone che prendono la parola sono ingegneri, informati sui fatti poiché hanno partecipato a varie gare d'appalto istituite dal comune di Roma.

Come è emerso poi dalle indagini, il modo più facile per fare soldi per Carminati e tutta la sua cricca era quello di entrare nei bandi comunali, vincerli e cominciare a macinare soldi.

Queste azioni illecite venivano effettuate attraverso la connivenza degli apparati comunali e attraverso vari giri di mazzette. Ci siamo anche interessati a questa circolazione di denaro delle cooperative romane attraverso l'inchiesta sul 'Nuovo Cinema Aquila', che fruttavano a Buzzi e Carminati milioni di euro l'anno.

Dall'intercettazione risaltano vari passaggi importanti: “Io le dico come sta la situazione perché nessuno vi dice la verità” afferma uno dei due uomini. All'inizio della conversazione si parte dalla situazione della 'Vela' di Tor Vergata, costruita per i mondiali di nuoto del 2009 e mai terminata. “Questi appalti come sono stati dati? È semplicissimo. Dovevano essere dati a prezzo chiuso – continua uno dei due interlocutori – dove adesso per finire ci vogliono altri 100 milioni”. In questo caso si parla del completamento della struttura di Tor Vergata, che è una cattedrale nel deserto e verrà forse ultimata se Roma dovesse vincere la candidatura alle olimpiadi.

Come è possibile che il proprietario è Caltagirone e hanno dato una concessione senza gara d'appalto? Non si può dare una concessione senza gara” ha continuato l'ingegnere.

Continuando sull'argomento della 'Vela', il signore afferma che “quello è il fatto della cricca, è stato un appalto dato col sistema del ministero delle Infrastrutture. Perché a Balducci non gli hanno sequestrato tutti i beni?”. Angelo Balducci è l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici: a giugno del 2013, Giuseppe Pignatone ha disposto il sequestro di 13 milioni di euro a Balducci per corruzione per i fatti dei mondiali del 2009 e il G8. Per i magistrati che si sono interessati di Balducci, il “sistema di patente illegalità e corruttela richiedeva inevitabilmente una copertura politica, rispetto alla quale gli episodi dei ministri Claudio Scajola e Pietro Lunardi (beneficiari di lussuosi appartamenti), la vacanza offerta al sottosegretario Carlo Malinconico a spese di Francesco De Vito Piscicelli su richiesta di Balducci e il coinvolgimento dell'onorevole Denis Verdini nella nomina di Fabio De Santis, braccio destro di Balducci e coimputato in due procedimenti, a provveditore della Toscana, rappresentano solo una piccola quota del fenomeno emersa in sede di accertamento giudiziale”.

Il secondo interlocutore continua la discussione, affermando che “appena hai fatto l'appalto e l'hai vinto con un ribasso esagerato immediatamente vai in variante (cioè cambi il prezzo originale n.d.r.), mettendoti d'accordo con la direzione dei lavori. Poi ti inventi qualche nuovo prezzo, come il costo del ferro, ed è tutto così”.

A questo punto la conversazione volge al passato, alle gare d'appalto di qualche tempo fa: “Quando si fece lo stadio Olimpico si partì con un prezzo di 80,5 miliardi (di lire) ed è finito almeno a 250 miliardi, ma potrebbero anche essere di più”.

I due interlocutori parlano anche della metropolitana C di Roma, che sarebbe partita con un grande vizio di legge: “Noi abbiamo fatto ricorso con quattro imprese, perché sul bando si legge che il primo lotto era un miliardo e 120 milioni. Chi prende il primo lotto – continua l'ingegnere – si aggiudica automaticamente il secondo lotto. Ma secondo la legge non può essere così, perché non puoi aggiudicarti l'appalto al finanziamento. Il Tar ci dà pure torto”.

Un'intercettazione audio che mettiamo a disposizione in versione integrale, per poter dare il massimo dell'informazione ai cittadini di Roma e non solo. Mafia Capitale ha avuto le mani sulla città di Roma per troppo tempo e adesso, grazie anche al lavoro del Ros e dei Carabinieri, tutto il marciume sta venendo fuori.




ALLERTA MALTEMPO: NUBIFRAGIO A ROMA E NEVE AI CASTELLI ROMANI

Redazione

E' allerta maltempo a Roma con la neve che potrebbe arrivare fino alle porte della città e imbiancare i paesi più "alti" dei Castelli Romani. Ha iniziato a piovere in modo più intenso a Roma già nella serata di mercoledì. la temperatura in città è di 10°C, la pioggia si fa via via sempre più consistente con il passare delle ore, fino a tramutarsi in un vero e proprio nubifragio nella notte. Dalla mezzanotte alle cinque di questa mattina di giovedì la fase “clou” delle precipitazioni: in cinque ore potranno cadere oltre 50-60mm di pioggia sulla Capitale, poi continuerà a piovere perl'intero giorno con temperature in costante calo: si arriverà a 5°C alle 14:00, +4°C alle 15:00. Le precipitazioni si attenueranno  solo in serata, ma farà davvero molto freddo. La quota neve si abbasserà fino ai 200 metri di quota, portando quindi la “dama bianca” alle porte della città. Gli accumuli nevosi sui Castelli, oltre che sull’Appennino, saranno abbondanti soprattutto a Rocca di Papa e Rocca Priora. La neve è copiosa a Viterbo e Rieti, ma è attesa in queste ore anche nelle zone più interne e alte della provincia capitolina come Colleferro e Tivoli. Non è da escludere qualche fioccata nelle periferie romane, e pioggia mista a neve forse persino in centro. Ovviamente è da escludere che possano esserci accumuli in città, dove invece non mancheranno i disagi per gli allagamenti.
 

Toscana: strade interrotte e scuole chiuse. L'ondata di maltempo che investe l'Italia in queste ore ha portato in Toscana un forte vento con raffiche che superano i 100 chilometri orari. I vigili del fuoco hanno ricevuto centinaia di richieste di intervento per caduta alberi, tegole dai tetti, insegne pubblicitarie e scoperchiamento tetti. Per fronteggiare la situazione, la sala operativa della direzione regionale sta chiedendo risorse aggiuntive al Centro operativo nazionale dei vigili del fuoco. Tutti i comandi provinciali segnalano decine di interventi in attesa di essere evasi. Attualmente il numero maggiore di richieste d'intervento in attesa, 350, è per la provincia di Pistoia dove ci vengono segnalate anche molte strade della viabilità secondaria interrotte per caduta alberi. A Pistoia il Comune ha deciso per oggi la chiusura delle scuole, con la raccomandazione ai cittadini di non uscire di casa se non strettamente necessario. Chiusa l'A12 tra Versilia e Massa per caduta alberi. A Firenze sono 200 gli interventi in attesa, 50 a Prato e così in tutte le altre province con l'esclusione di Siena, dove le chiamate sono appena una decina. Non si lamentano problemi sulla viabilità principale. Con un'ordinanza di protezione civile emessa stamattina a Prato è stata decisa la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado a causa del forte vento che soffia a oltre 100 chilometri l'ora.




SCUOLA: LE ASSUNZIONI DEI PRECARI NON SLITTANO

Redazione

No, non è uno scherzo, i precari della scuola posso sperare veramente di essere assunti. "Non c'e' nessun rischio che slittino le procedure di assunzione del personale che lavorera' nelle scuole alla formazione dei ragazzi dall'1 settembre 2015". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla fine del Cdm. "Martedi' 10 il testo" del ddl Scuola "sara' licenziato. Poi andra' in Parlamento, che avra' il tempo sufficiente". Siamo sul concreto. "Abbiamo da cambiare un modello educativo. La grande scommessa e' investire nella scuola come strumento di crescita del Paese", ha aggiunto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi ribadisce che non e' stato fatto nessun passo indietro sulla riforma della scuola. "Nessun passo indietro dal governo: il 10 marzo il disegno di legge sara' vidimato e passera' al Parlamento". "Ci sono le condizioni per le quali il Parlamento della Repubblica, in un tempo sufficiente ma non bliblico, possa legiferare senza la necessaria richiesta di utilizzare gli strumenti di urgenza". "Facciamo una scommessa: martedi' prossimo presenteremo il disegno di legge, faremo anche questo passaggio, lo lasceremo all'attenzione del Parlamento e questo decidera' se e come procedere in tempi sufficienti a un confronto serrato e sereno, ma senza bloccare l'immissione in ruolo delle persone che sono nelle graduatorie ad esaurimento e quelle che sono vincitrici di concorso", ha aggiunto Renzi.

I curruculum. "E' abbastanza sorprendente: quando facciamo da soli siamo 'dittotarelli'" mentre se coinvolgiamo il Parlamento "siamo in ritardo". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, interviene cosi' nella polemica sul ddl Scuola. "Si tratta – ha aggiunto – di un dialogo surreale. Siamo partiti da una campagna prima dell'1 settembre scorso. Abbiamo ascoltato 1,8 milioni di persone in circa 2.040 incontri cui hanno partecipato parlamentari, cittadini e amministratori. Ne abbiamo discusso anche con le famiglie e non solo con gli addetti ai lavori".




PALERMO: ECCO LA LETTERA SCRITTA DA GIOVANNI FALCONE

Angelo Barraco

PALERMO: Poco tempo fa è stata trovata una lettera scritta da Giovanni Falcone durante la sua permanenza a Roma. Giovanni Falcone inviò la lettera ad un Professore di diritto. Ecco la lettera: “Anche io come lei sono convinto che il mio posto sia a Palermo, ma ci sono momenti in cui occorre fare delle scelte e impiegare tutte le energie possibili per la lotta alla mafia. Mi creda il mio non è un abbandono. Continui a credere nelle giustizia, c'è tanto bisogno di giovani con nobili ideali”. In questa lettera si evince che il Giudice Falcone è dispiaciuto di aver lasciato la sua Palermo, ma allo stesso tempo è stata una scelta dovuto per via del clima ostile che si respirava nel “Palazzo dei veleni”.  Ecco la copia originale della lettera.




ASSOCONSUM: DENUNCIATA ALL'ANTITRUST TRENITALIA PER VIOLAZIONE IMPEGNI PRESI SU RIMBORSI

Redazione
L'AssoConsum, associazione dei consumatori, ha inviato all'Antitrust una denuncia  contro Trenitalia. La decisione è stata presa successivamente alla comunicazione, da parte di Trenitalia, dei nuovi meccanismi di rimborso per i viaggiatori riguardanti tutti i viaggi effettuati a partire dal primo marzo 2015 su Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca. Nella comunicazione della società verrebbero disattesi alcuni degli impegni a favore dei consumatori prescritti dall'Antitrust con la delibera del 12 novembre 2014.
 
Secondo l'associazione "nel dispositivo dell'Antritust è presente l'obbligo, per Trenitalia, di offrire ai consumatori 'biglietti globali' e 'biglietti globali misti', ovvero biglietti unici per più tratte ferroviarie, sui quali applicare rimborsi per eventuali ritardi che tengano in considerazione l'intero importo pagato, e non quello della singola tratta dove si è verificato il ritardo. Trenitalia ha fatto invece sapere che il viaggiatore ha diritto unicamente ad un bonus relativo al singolo treno arrivato in ritardo. Questo – secondo l'associazione – disattende quanto si legge nel dispositivo dell'Antitrust, al punto riguardante i 'biglietti globali'".