FERDINANDO IMPOSIMATO RITORNA SULLA CORRUZIONE: ORA SOLO LEGGI PROPAGANDA


di Cinzia Marchegiani

Un uomo che poteva dare il segno atteso al cambiamento per questa Italia senza più un timoniere da troppo tempo, ma solo squali che sbranano la costituzione e se ne fanno vessillo di compiacenza. Fedinando Imposimato, un candidato alla Presidenza della Repubblica italiana, degno tra gli indegni è molto critico e non manca occasione per incalzare sulle necessità di cambiamento radicale che restituisca dignità ai cittadini italiani e alla stessa Costituzione, madre dei diritti e valori di questa nazione. Sulla corruzione Imposimato aveva già tuonato:distrugge il futuro dei giovani. La corruzione è una tassa occulta e immorale di 70 miliardi di euro, che grava ogni anno su lavoratori, pensionati, disoccupati, giovani, casalinghe , docenti, studenti , forze dell'ordine, disabili e donne, la causa principale della crisi in cui viviamo da anni, senza vedere la luce in fondo al tunnel. Milioni di non abbienti sono costretti a subire tutto il peso della corruzione, mentre un ristretto gruppo si arricchisce sulle sventure degli italiani.”
E proprio sulle leggi assenti che dovrebbero stroncare i danni della corruzione, tagliando le radici profonde di cui si nutre, Imposimato spiega il motivo per cui in Italia la corruzione  non riecae ad affrontarla seriamente:”la legge anticorruzione su cui si sta lavorando non serve a nulla. Vengono fatte solo leggi propaganda contro la corruzione. Il Governo non solo non fa nulla ma peggiora la situazione. Le leggi devono essere vigenti, spesso vengono annunciate leggi che devono combattere il fenomeno ma in realtà non vengono mai approvate nella versione integrale”.

Proprio sulla legge Severino Imposimato snocciola l’ambiguità e il controsenso stesso:”La legge in questione ha abrogato il delitto di concussione per induzione, è una legge che produce l’effetto contrario, vuole impedire ai cittadini costretti a pagare le tangenti a non parlare. Questo dimostra che queste leggi sono fatte per favorire la corruzione. La stessa Corruzione è figlia di leggi abrogate per favorire la lotta alla corruzione, ecco perché è fondamentale ripristinarle, inaccettabile l’abrogazione del falco in bilancio.”

Chi attendeva un Presidente della Repubblica attento al destino della nostre carta costituzionale, è in finestra ad aspettare che il nuovo eletto Mattarella produca un segno concreto.

Feridnando Imposimato duratante la corsa al Quirinale aveva scattato un’istantanea terribile: “Ci attende un difficile cammino che insieme dobbiamo compiere, che dal disastro di una società dominata dalle diseguaglianze e dalla corruzione, ci porti verso una società più giusta e dignitosa per i giovani , le donne e i lavoratori .Un società in cui Roma , da mafia capitale diventi capitale dell’ONESTÀ il pilastro del cambiamento.”
E prorio sullo stesso Italicum e la riforma del Senato Imposimato aveva anticipato e spiegato come fossero un'equivalenza ai poteri abnormi del premier e che ci avrebbero porterebbero alla dittatura della maggioranza…Parole pronunciate il 4 febbario 2015, il resto è già diventata storia italiana. 

L’italiano si chiede ora cosa ci attenderà….certamente dipende anche da noi cittadini, non si può sempre attendere il miracolo del cambiamento se non si partecipa più alla vita politica e si va ancora a votare come se i partiti fossero le squadre di calcio cui siamo affezionati sin da piccoli. La coerenza è il primo reale cambiamento cui dobbiamo lavorare, questo un messaggio che tra le righe uomini di grande valore morale, ed elevatura intellettuale come Fedinando Imposimato ci indica. Basta demandare a chi ha usurpato i diritti e i doveri scolpiti su un opera meravigliosa che il mondo intero ci invidia, la Carta Costituzionale, dove il rispetto per l’uomo e la sua dignità trova in ogni articolo protezione e guida, un riferimento dell’etica civile.




PAPA FRANCESCO SPIAZZA TUTTI: METTE IN VENDITA I REGALI CHE GLI PORTANO IN DONO

di Giuseppa Guglielmino

Un papa davvero dalle mille risorse, che per fare del bene ai bisognosi inventa un nuovo modo per raccogliere denaro. Da qualche giorno, nel negozio 'tax Free' all'interno della piccola stazione ferroviaria del Vaticano, c'è una zona dedicata alla vendita di oggetti che sono stati donati al pontefice e che egli stesso ha deciso di mettere in vendita . Ogni oggetto accanto ha un cartellino con un'offerta minima in euro e la specifica "i proventi verranno destinati alla carità del papa". Gesto senza dubbio lodevole, con la speranza che qualche capo di stato non se la prenda a male, ma questo, immaginiamo sarà un problema tutto loro. Già a Novembre il papa inventò una riffa per finanziare i progetti destinati ai clochard, utilizzando come premi dei doni ricevuti in regalo, con l'acquisto di un biglietto a 10 euro. Il primo premio all'ora fu una Fiat Panda, rigorosamente bianca, mentre il secondo e il terzo premio in palio furono due biciclette , seguirono orologi, cornici d'argento e molto altro ancora




GIRANDOLE DI CARNEVALE AL LIMONE: LA RICETTA DI LIVIA PICA

di Livia Pica

Il carnevale è una festa molto antica, probabilmente le sue origini risalgono ai riti in onore di Saturno, dio della semina: infatti il carnevale era anche il modo di celebrare l’imminente risveglio della natura dopo l’inverno.
In cucina erano frequenti gli eccessi sia perché in questo periodo si macellava il maiale sia in previsione della quaresima e dei conseguenti sacrifici alimentari che arrivavano al digiuno.
I dolci tipici di carnevale sono prevalentemente fritti e preparati con ingredienti semplici perché tradizionalmente erano cucinati e mangiati per la strada, durante i festeggiamenti.
Ecco un’idea facile e un po’ diversa.

Girandole al limone:

Ingredienti per 4 persone:
200 grammi di farina
2 uova
2 limoni
5 cucchiai di zucchero
sale

Preparazione

Disponete la farina a fontana su una spianatoia o un piano da lavoro, aggiungete le 2 uova e un pizzico di sale quindi impastate fino a formare un panetto morbido che poi farete riposare per 30 minuti coperto con un canovaccio.
Successivamente mettete l’impasto sul piano infarinato e stendetelo con un mattarello per ottenere la sfoglia.
Quando la pasta sarà ben stesa, cospargete tutta la superficie con la buccia grattugiata di 2 limoni, i 5 cucchiai di zucchero e infine spremetevi il succo di un limone.
Arrotolate la sfoglia e chiudetela bene. Poi tagliate le girelle larghe circa ½ centimetro e friggetele in olio di arachidi finché diventano dorate e caramellate.
Estraete le girandole con la schiumarola e mettetele a scolare su carta assorbente.
Sono buone sia calde che fredde.

Seguiteci anche su Facebook: Note e Gusti by Livia Pica

 




ZUCCHERI NEGLI ALIMENTI: NON SONO TUTTI UGUALI

a cura della Dott.ssa Monia D’Amico – Biologa Nutrizionista

Gli zuccheri o carboidrati rappresentano uno dei principali componenti presenti nella nostra alimentazione insieme ai grassi e alle proteine. Dovrebbero essere assunti con la dieta nella giusta quantità (in tutte le diete rappresentano il 55-60 % dell’apporto calorico giornaliero)perché hanno funzioni fondamentali nel nostro organismo come il ruolo energetico e strutturale; e rappresentano il nutrimento d’elezione di molti organi come ad esempio per il cervello.
E’ chiaro quindi che alla base di una dieta sana c’è anche l’assunzione dei carboidrati.
I carboidrati non sono tutti uguali e in modo semplice vorrei spiegare quali sono più importanti per una corretta alimentazione e quali è possibile invece evitare perché reputati addirittura dannosi.
La prima grande distinzione è dovuta alla loro struttura chimica che li distingue in monosaccaridi presenti nel miele e nella frutta con assorbimento digestivo molto rapido; disaccaridi come lo zucchero, la birra scura e il latte con assorbimento rapido e polisaccaridi presenti nella pasta, riso, patate, cereali e legumi. Questi ultimi hanno un assorbimento digestivo molto variabile: l’amido di alcuni farinacei come ad esempio quello del pane bianco e delle patate viene assorbito molto rapidamente ed influenza la glicemia quasi come lo zucchero; la pasta e il riso invece sono assorbiti più lentamente mentre i legumi essendo ricchi di fibre non digeribili rallentano molto l’assorbimento dell’amido in essi contenuto.
Gli zuccheri semplici come monosaccaridi e disaccaridi sono molecole che vengono velocemente metabolizzate nel nostro organismo poiché sono già pronte all’utilizzo per cui vanno immediatamente ad innalzare i livelli di zuccheri nel sangue (glicemia)provocando l'aumento dell'insulina che viene prodotta dal nostro organismo per evitare che gli zuccheri nel sangue raggiungano livelli di tossicità pericolosi. Quindi con l'assunzione degli zuccheri semplici che innalzano velocemente i livelli di zuccheri nel sangue , si verifica un immediato picco nella quantità di insulina prodotta dal pancreas che abbassa repentinamente la glicemia, per cui compare di nuovo lo stimolo della fame e inizia un circolo vizioso di continua richiesta di cibo da parte dell'organismo, soprattutto di carboidrati e dolci.
Gli zuccheri complessi che sono rappresentati dai polisaccaridi, la cui struttura chimica è più complessa hanno un assorbimento più lento e un graduale aumento della glicemia. Comprendono pasta, riso, pane, pane integrali, cereali, cereali integrali, legumi, patate, verdura e frutta.
Quando mangiamo un alimento ricco di zuccheri, i livelli di glucosio nel sangue aumentano progressivamente man mano che si vanno digerendo e assimilando gli amidi e gli zuccheri in esso contenuti. La velocità con cui il cibo viene digerito o assimilato cambia a seconda dell’alimento e del tipo di nutrienti che lo compongono, dalla quantità di fibra che contiene, dalla composizione degli altri alimenti già presenti nello stomaco e nell’intestino durante la digestione.
Particolarmente benefiche sono le fibre alimentari contenute in tutti gli alimenti di origine vegetale come verdure, ortaggi e in quantità elevate in tutti i cereali integrali.
Legumi e cereali integrali come frumento integrale, riso integrale, orzo, farro, avena ecc contengono molti carboidrati ma molti sono costituiti da fibra per cui innalzano la glicemia in quantità minore rispetto alla stessa quantità di pasta o pane.
Sarebbe opportuno assumere zuccheri o carboidrati che alzino la glicemia progressivamente nell’arco di tutta la giornata e che quindi ci permettano di controllare la fame e non ci predispongono ad un aumento di peso che è responsabile al lungo andare dello sviluppo di molte patologie legate all’alimentazione come ad esempio il diabete.


Ecco alcune regole da seguire per mangiare zuccheri in modo corretto:

1) Evitare il consumo di saccarosio e dolciumi
Secondo quanto appena detto è bene evitare o per lo meno limitare nella nostra dieta il consumo di saccarosio e di dolciumi poichè questi alimenti provocano un elevato rialzo degli zuccheri nel sangue, seguito da una repentina caduta che dopo pochissimo ci fa avere ancora fame.
Ad esempio sostituire i dolci, merendine, paste ecc con una torta o biscotti fatti in casa a base di farine integrali riducendo la quantità di zucchero da inserire tra gli ingredienti ed eventualmente sostituire lo zucchero bianco con zucchero di canna integrale.
Lo zucchero di canna integrale è più genuino poiché non riceve la lunga trasformazione industriale che impoverisce e sottrae le sostanze vitali e le vitamine naturalmente presenti nella barbabietola o nella canna da zucchero.

2) Gli zuccheri semplici della Frutta sono buoni
La frutta pur contenendo zuccheri semplici ha un buon contenuto di fibra che come abbiamo visto rallenta l’assorbimento di alcuni carboidrati è quindi preferibile il consumo di frutta fresca rispetto alle bevande a base di frutta che contengono sempre zuccheri aggiunti, o a frutta conservata in sciroppi a base di zuccheri.
Per le confetture è bene preferire quelle prive di zuccheri aggiunti o comunque quelle a ridotto contenuto di zucchero ma mai quelle aggiunte con dolcificanti.

3) Meglio i cereali integrali che quelli raffinati
Un cereale integrale conservando tutta la fibra presente naturalmente non provoca rialzi repentini della glicemia nel sangue ma i carboidrati che contiene sono metabolizzati più lentamente. Farine di grano molto raffinate invece non si comportano tanto differentemente dal saccarosio.
Vi consiglio quindi di alternare la pasta di grano duro con pasta di frumento integrale e altri cereali come orzo, farro, avena ecc, anche associati ai legumi in modo di ottenere dei piatti che oltre ad un apporto di carboidrati contengano anche proteine di alta qualità.
Potete provare a fare in casa il pane, pizza e pasta fresca usando farine integrali biologiche.

4) Legumi e Verdure sono i più ricchi di fibre. La fibra contenuta in legumi e verdure è particolarmente utile per regolarizzare le funzioni intestinali avendo la capacità di inglobare acqua al suo interno e conseguente aumento del peso e del volume della massa fecale (fibra insolubile).
Molti legumi, insieme ai fiochi d’avena e alla frutta posseggono anche quel tipo di fibra detta solubile che formando una massa vischiosa e morbida è responsabile del rallentamento dell’assorbimento dei carboidrati tendendo a ridurre la glicemia.
Grazie a questi benefici apportati alla nostra salute questi alimenti dovrebbero essere quotidianamente presenti nella nostra dieta.

Dott.ssa Monia D’Amico
Biologa Nutrizionista
Cell: 3476003990




IL PARTITO DEMOCRATICO CAMBIA LA COSTITUZIONE DA SOLO

 

In sostanza un gruppo di Parlamentari nominati dal PD, pur non avendo avuto la maggioranza alle ultime elezioni, ottenendola solo in forza di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, ha modificato da solo la Costituzione cancellando in un colpo la democrazia. Nel dettaglio e in modo semplice lo spiega l’avv. Marco Mori

 

di Cinzia Marchegiani

E’ vero, gli italiani stanno subendo  a colpi di machete quel processo neanche troppo lento che sta cambiando gravemente il Paese. Come la leggenda della rana bollita, ce ne accorgeremo solo quando l’acqua nella pentola ucciderà la stessa rana che allegramente pensava di essere finita in un laghetto limpido, tiepido  e bellissimo. Game Over, troppo tardi!
Un’analisi di quello che è accaduto, tra risse e abbandoni dell’aula al parlamento nel dettaglio lo spiega in modo semplice, per chi è a digiuno della materia, l’avv. Marco Mori :”Qualcosa di mai visto si è consumato nella notte. Un partito ha modificato la Costituzione unilateralmente.”

Cosa è accaduto avv. Mori?
Il merito della riforma, che vi anticipo già consegna semplicemente il paese alla sovranità dei mercati speculativi. Con linguaggio semplice ed accessibile, le questioni di illegittimità di carattere “preliminare” a questa riforma che sono palesi e davvero clamorose. Non nascondo la speranza che il Presidente della Repubblica intervenga, sarebbe un suo preciso dovere.
In sostanza un gruppo di Parlamentari nominati dal PD, pur non avendo avuto la maggioranza alle ultime elezioni, ottenendola solo in forza di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, ha modificato da solo la Costituzione cancellando in un colpo la democrazia.
Ricordiamo, in primo luogo, che avere un Parlamento di nominati, in violazione del voto personale e diretto che invece prevede la Costituzione, implica che nessun eletto è libero di decidere autonomamente durante le votazioni. Questo perché, se non si ubbidisce al partito, non si sarà più inseriti nelle liste elettorali. Se le preferenze personali non hanno alcun peso la linea del partito non dipenderà mai da scelte democratiche e rappresentative della sovranità popolare, ma sarà imposta dai vertici. Nel caso di specie la linea del PD è quella imposta dalla finanza che vuole smantellare la sovranità italiana. Si vuole un Parlamento che semplicemente ratifichi rapidamente le scelte del Governo, ovvero si vuole l’opposto di una Repubblica Parlamentare. Il dibattito è l’essenza di una democrazia, le decisioni unilaterali sono invece l’essenza di una dittatura.
Occorre poi rammentare a tutti i lettori “come” il PD detiene oggi la maggioranza. Alla camera, alle elezioni del 2013, il primo partito fu il Movimento 5 Stelle, non possiamo dimenticarlo.

Il PD quindi decide per tutti?
Il PD ha usurpato poltrone che non gli spettavano per riformare da solo la Costituzione in forza di un premio di maggioranza addirittura dichiarato costituzionalmente illegittimo in quanto non conforme al principio del voto eguale. Peraltro tale premio di maggioranza è stato ottenuto sulla base di coalizione, coalizione sciolta prima ancora dell’insediamento del nuovo Parlamento (Sel ed il PD non hanno governato un giorno insieme dopo il voto del 2013).
Questa situazione di palese illegittimità non è affatto cessata con la declaratoria di incostituzionalità della legge elettorale visto che questo Parlamento ha addirittura modificato le norme fondamentali del nostro ordinamento. Gli effetti dell’incostituzionalità si sono moltiplicati fino ad arrivare a determinare la modifica della Costituzione stessa in radicale violazione dell’art. 136 Cost. che dispone: “Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione“.

Ma il neo Presidente Sergio Mattarella ha avuto un ruolo importante proprio sul giudizio di questa legge elettorale, cosa può fare la Corte Costituzionale?
Purtroppo la Corte Costituzionale ha una colpa immensa. Nel dichiarare incostituzionale la legge elettorale, con legge n. 1/2014, ha incomprensibilmente affermato, fuori dai suoi poteri (come avete letto gli effetti dell’incostituzionalità di una norma di legge sono determinati dalla Costituzione), che il Parlamento poteva continuare a legiferare. In realtà, è evidente per qualsiasi persona di buon senso, continuando a legiferare il Parlamento ha moltiplicato gli effetti della violazione Costituzionale censurata nel nostro ordinamento e ciò prosegue dal 2006.
Oggi dunque abbiamo una nuova Costituzione scritta da un Parlamento composto in violazione dei principi di rappresentanza democratica e dunque composto senza rispettare la sovranità popolare di cui all’art. 1 Cost. La stessa Cassazione con la sentenza n. 8878/14 ha evidenziato la grave lesione della rappresentatività democratica ma nonostante ciò Renzi è andato avanti.
Stiamo dunque assistendo alla fine della democrazia, con quello che non si deve aver timore di definire colpo di Stato, in Italia era dai tempi di Mussolini che non vedevamo qualcosa di simile.

Non ci resta che piangere, come apostrofava il bellissimo film di Troisi e Benigni?
Resta ancora una speranza, che il referendum a cui dovrà essere sottoposta questa oscena riforma, sia favorevole alla democrazia ed al paese ma sappiamo che sarà molto dura a causa delle forti pressioni mediatiche. Come avviene in ogni dittatura i media, purtroppo, appoggiano in gran parte il regime. Dico espressamente salviamo questo paese e cerchiamo, tutti insieme, di fermare questo golpe.

Tutti ora attendono le dichiarazioni del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella….




RIFORME: SCINTILLE IN AULA, OPPOSIZIONI SU AVENTINO DOPO RISSA SEL – PD

Redazione

La situazione è sempre più tesa. Prima l’accordo sfiorato tra M5s e Pd, poi la bagarre in aula e infine la «rissa a sinistra», con scazzottata tra deputati di Sel e di Pd. È quello che ha riservato la seduta notturna della Camera dedicata alle riforme, la seconda della seduta fiume decisa mercoledì sera dalla maggioranza.

"La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente sarà con noi o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo". E' la sfida lanciata su twitter da Matteo Renzi alle opposizioni.Sulle riforme costituzionali ormai e' Aventino, 90 anni dopo quello del 26 giugno 1924. Le opposizioni hanno lasciato l'Aula della Camera. Renzi intende resistere. "Non mi faccio certamente ricattare da Grillo sulle riforme costituzionali". Lo ha detto Matteo Renzi ai deputati del Pd. Il premier ha spiegato come il Pd ha cercato sempre la mediazione con le altre forze politiche. "Le richieste del Movimento 5 stelle sul referendum non sono condivisibili". Il percorso delle riforme andra' avanti e non ci faremo bloccare da nessuno, ha ripetuto. Se le opposizioni minacciano di non partecipare al voto sulle riforme "e' un problema loro, non nostro".


Ma alle intenzioni seguono i fatti: "Lo strappo della seduta fiume e' un atto che segnera' per molti anni la cifra della democrazia in questo Paese". Ha detto il capogruppo di Sel Arturo Scotto. "Qui nessuno vuole bloccare nulla, se non pretendere di poter esprimere la nostra posizione alla luce del sole", ma "il potere esecutivo sta provando a mettere sotto scacco il potere legislativo e per questo abbandoniamo l'Aula".
Piu' diretti ancora i grillini: "Di alternativa a tutta l'opposizione non avete lasciato se non farvi votare da soli questo obbrobrio di riforme". Lo ha detto la capogruppo M5S Fabiana Dadone nell'Aula della Camera. "Avete deciso di deliberare una seduta fiume sulle riforme. Un precedente gravissimo che pesera' sulle vostre coscienze".

Subito dopo e' cominciata l'assemblea del Movimento 5 Stelle. Un breafing per fare il punto sulla situazione, viene spiegato. Nell'emiciclo solo i delegati d'Aula con i quali, a turno, si alterneranno i parlamantari strettamente necessari per non fare decadere gli emendamenti presentati.
Anche la Lega si chiama fuori: "Attendevamo – ha annunciato il capogruppo Massimiliano Fedriga – la riunione del Pd e un'eventuale chiamata della presidenza se la situazione fosse mutata e avessimo potuto riportare il dibattito all'interno dell'Aula in un clima costituente, dove e' il Parlamento il sovrano e non il governo. Purtroppo constatiamo che tale soluzione, per volere della maggioranza e del governo non si e' voluta trovare ma si e' preferito privilegiare lo scontro a favore della visibilita' mediatica del presidente del Consiglio. Noi mettiamo davanti i cittadini al presidente del Consiglio, c'e' servilismo bieco ma noi siamo servi del paese.
Prendiamo atto che la democrazia parlamentare per volere politico viene meno e non ha senso continuare a fare questo triste teatro e a malincuore la Lega abbandona lavori dell'Aula. Renzi si diverta da solo a fare il suo show".

Lasciano l'emiciclo anche i deputati di Forza Italia, ha detto il capogruppo Renato Brunetta: "Con nostro grande rammarico per non potere addivenire ad un risultato condiviso, con grande dolore, comunico che ho convocato una riunione di gruppo per le 15,15 e che ci assenteremo dall'Aula". Al termine dell'assemblea azzurra rendera' note le determinazioni che saranno assunte. "C'eravamo lasciati nella capigruppo con una grande appello al senso di responsabilita'. Il Pd ha chiesto tempo, non ho sentito alcun esito quindi penso che tutto proceda da programma", che "non c'e' nessuna novita'", aveva premesso.
Anche Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale abbandona i lavori dell'Aula di Montecitorio. Lo ha spiegato Fabio Rampelli, stigmatizzando la "protervia mostrata dalla maggioranza e dal premier".
'Sull'Aventino' anche i fuoriusciti dai 5 Stelle: "Non condividiamo ne' il merito ne' il metodo, lo scontro e' stato troppo ampio per non arrivare a questo punto di non ritorno", ha detto in Aula il deputato ex M5S Walter Rizzetto ora nella componente Alternativa Libera ed ha annunciato: "noi ci allontaneremo dall'Aula".

"Non possiamo permetterci di vivere una riforma costituzionale nel modo in cui l'abbiamo vissuta nelle ultime settimane, abbiamo viste ampie prese di posizione che non si potevano sopportare. Per quanto riguarda le aperture, non le abbiamo viste, abbiamo visto qualche pausa per convocare delle capigruppo farsa", ha detto ancora Rizzetto.
e da Forza Italia, Maurizio Bianconi rincara_ "L'Aventino in via generale non e' certo il massimo. Ma l'arroganza del Pd e di Matteo Renzi, pessimo gestore di riforme costituzionali finalizzate soltanto ai suoi show televisivi, non lasciano altra strada. La prepotenza dei comportamenti sulla seduta fiume ha riunito lo sdegno dall'estrema sinistra all'estrema destra, tutti uniti contro questo aspirante autocrate, che ritiene di poter compiere il lavoro che fu di De Gasperi, Terracini, Calamandrei con un tweet e con sedute senza sonno. I danni prodotti da questo comportamento segneranno per anni la storia democratica di questo Paese".

Nel Pd, cominciano ad affiorare perplessita' sull'andare avanti cosi': "Abbiamo i numeri per andare avanti anche da soli, ma penso che sia un errore per noi, un errore per la democrazia italiana, un errore per le opposizioni". Lo ha detto il capogruppo del Pd, Roberto Speranza, stigmatizzando in particolare l'atteggiamento tenuto dai 5 Stelle, ai quali pero' rivolge un ultimo appello per tentare di trovare un'intesa.
"Vivo con grandissima sofferenza umana e personale questo momento, voglio ancora rivoggere un appello perche' penso ci sia ancora la possibilita' di evitare lo scenario" delle opposizioni che abbandonano l'Aula, ha detto Speranza.
"Dobbiamo provare a lavorare ancora, e ai a 5 Stelle dico che nella capigruppo di oggi cosi' come nel comitato dei nove l'atteggiamento del Pd non e' stato di chiusra ma disponbili ad accantonare l'art.15 sul referendum, disponbili ancora a confrontarci, perche' non sederci ancora e trovare una soluzione possibile?".

"Io non voglio rassegnarmi e penso che tutti, a partire dalla minoranza ma anche dalla maggioraza, e chiedo anche al governo, possono provare a discutere e riflettere", ha sottolineato Speranza, ma "fare opposizione non e' alzare cartelli o far rumore, noi abbiamo i numeri per andare avanti anche da soli ma penso sia un errore. Per questo voglio fare un ultimo vero e sentito appello: risediamoci immediatamente e non lasciamoci andare all'impossibilita' di un confronto. Vi chiedo di riaprire un confronto possibile, noi siamo disponibili. Con questa consapevolezza il Pd fara' ogni sforzo anche dentro il nostro gruppo, per aprire a nuove intese", ha concluso Speranza.

La rissa in Aula la notte passata. Rissa in aula alla Camera, con deputati in piedi sui banchi che si sono scagliati l'uno contro l'altro. Il vicepresidente Roberto Giachetti ha sospeso più volte la seduta. In precedenza era finito con un nulla di fatto la ricerca di un'intesa tra Pd e M5s per emendare il ddl sulle riforme. I due gruppi si erano incontrati negli uffici del governo e il Pd sembrava aver mostrato un'apertura.




MORTO LIVIO GARZANTI: ADDIO AD UN COLOSSO DELL'EDITORIA

Redazione

Se ne è andato. E' morto in una clinica di Milano, nella notte, all'età di 93 anni lo scrittore ed editore Livio Garzanti. Era figlio di Aldo Garzanti, fondatore della casa editrice che porta il nome di famiglia, sorta dopo aver rilevato le Edizioni Treves nel 1936. Dalla fine degli anni Quaranta ha diretto la prestigiosa rivista culturale Illustrazione Italiana e nel 1952 ha preso la guida della casa editrice di cui è diventato presidente alla morte del padre, nel 1961. A lui il merito di aver lanciato, nel 1955, Pier Paolo Pasolini con la pubblicazione di 'Ragazzi di vita'. Lui stesso è autore di vari romanzi tra cui 'L'amore freddo' e 'La fiera navigante'. Nel 1995 la Garzanti Editore fu venduta ad UTET (51%) e Messaggerie italiane (49%). Nel 1998 vennero scorporate le varie attività della Garzanti: alle Messaggerie (e poi al gruppo GeMS) furono ceduti i cataloghi di varia e delle Garzantine. Livio Garzanti ha avuto tre mogli: Orietta Sala, Gina Lagorio(cui ha dedicato 'Amare Platone', una riflessione sul Fedro di Platone) e l'attuale Louise Michail. Lascia un figlio, Eduardo.




YARA: QUELLE RICERCHE SULLE TRECIDENNI DAL COMPUTER DI BOSSETTI

di Chiara Rai

Non ci sono dubbi sulla natura delle ricerche effettuate sul Pc di Bossetti: "Tredicenni", "ragazzine", "vergini", "rosse". Queste sono alcune delle parole che ricorrevano piu' spesso nelle ricerche fatte da Massimo Bossetti, in carcere da otto mesi per l'omicidio di Yara Gambirasio. La spiegazione e' contenuta nelle 133 pagine del rapporto dei consulenti Daniele Apostoli e Nicola Mazzini appena consegnato al pm Letizia Ruggeri. I tecnici hanno esplorato il pc portatile i cookies (usati dai siti per memorizzare informazioni sugli utenti), la memoria cache o i dati salvati dai browser per la navigazione dal 9 febbraio 2002 al 29 maggio 2014. Navigazioni che spesso venivano fatte con sistemi che cercavano di nascondere o cancellare le tracce. E che hanno evidenziato in chi usava il computer (non e' ovviamente possibile stabilire che fosse proprio Bossetti dietro la tastiera) un particolare interesse sessuale per le ragazzine.

 

Il parere dell'esperto. “l’assassino potrebbe essere un parente”, ecco quanto dichiarato da Sarah Gino, genetista forense a cui si è affidata la difesa di Massimo Bossetti, unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il medico, con alle spalle numerosi altri casi con il quale ha collaborato, sostiene che vi sono sette formazioni pilifere sul corpo di Yara che appartengono a soggetti diversi da Bossetti, dice che codeste persone non sono state identificate al momento, ma ciò che si sa è che due di questi hanno lo stesso dna mitocondriale ovvero che potrebbero appartenere a soggetti imparentati per via materna. La genetista sostiene che il dna maggioritario trovato è quello di Yara rispetto a quello di Massimo Bossetti. Sostiene anche che Yara, avvalorando questa tesi, potrebbe essere imparentata con il suo assassino.

 

Seconda richiesta di scarcerazione. Intanto che da parte dei legali di Massimo Bossetti, unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, è stata presentata una seconda richiesta di scarcerazione per il loro assistito, richiesta respinta dal Gip di Bergamo. L’Avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ha motivato tale richiesta in 13 pagine in cui vi sono presenti tutti i dubbi che vanno dal DNA, alle prove scientifiche, dai peli rinvenuti al momento del ritrovamento del cadavere ai risultati riguardanti il furgone e i vestiti.

 

Non sono di Bossetti i peli ritrovati sul corpo di Yara. Non appartiene a Massimo Bossetti nessuno dei 200 peli ritrovati sul corpo di Yara Gambirasio. Lo sostiene la relazione fatta eseguire ai tecnici dell'Universita' di Pavia sulle tracce pilifere rinvenute sulla ragazzina e sul furgone del muratore. Del resto solo una decina di peli sono umani (e due della stessa persona, ma e' impossibile stabilire a chi appartengono). Intanto l'avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, dice di essere stato contattato da una persona di un'altra regione, la quale ha raccontato che due mesi prima del rapimento della tredicenne aveva avuto delle trattative per affittare un appartamento di sua proprieta' a uno straniero che gli aveva raccontato di avere una fidanzata a Bergamo, che era minorenne, si chiamava Yara e faceva la ginnasta

 

La testimonianza. Una testimone avrebbe riconosciuto Massimo Bossetti nei dintorni di casa Gambirasio la sera del rapimento di Yara Gambirasio. La donna, che nei giorni successivi al 26 novembre 2010, giorno del rapimento, aveva detto di avere notato due persone nascoste dietro un cespuglio.
Ora le e' stata mostrata una foto di Bossetti risalente a quel periodo e avrebbe riconosciuto il muratore. Intanto domani mattina Bossetti sara' di nuovo interrogato dal pubblico ministero Letizia Ruggeri. Non si conoscono ancora i motivi che hanno spinto il magistrato a decidere per l'interrogatorio, ma forse potrebbero essere legati al nuovo riconoscimento.

 

La morte di Yara. E' il 26 novembre 2010 quando Yara esce dalla palestra che dista poche centinaia di metri da casa e di lei si perdono le tracce. Tre mesi dopo, il suo corpo viene trovato in un campo abbandonato a Chignolo d’Isola, distante solo una decina di chilometri da casa. L’autopsia svela una ferita alla testa, le coltellate alla schiena, al collo e ai polsi. Nessun colpo mortale: era agonizzante, incapace di chiedere aiuto, ma quando chi l’ha colpita le ha voltato le spalle lei era ancora viva. Il decesso è avvenuto in seguito, quando alle ferite si è aggiunto il freddo.Un delitto che porta, in pochi giorni, all’arresto di Mohamed Fikri, rilasciato per una traduzione sbagliata. Su di lui si riaccendono i riflettori e cambia ancora la scena: per Fikri cade l’accusa di omicidio e si profila quella di favoreggiamento. Il giudice delle indagini preliminari Ezia Maccora archivia il fascicolo con la prima ipotesi, ma rimanda gli atti al pm di Bergamo Letizia Ruggeri perchè indaghi sulla seconda.
Una mezza vittoria per mamma Maura e papà Fulvio che, attraverso l’avvocato Enrico Pelillo, si erano opposti all’archiviazione. Il gip ricorda che dalle analisi e dagli esami sui vestiti e nei polmoni di Yara c’erano polveri riconducibili a calce, sostanze “simili ai materiali campionati nel cantiere di Mapello”, dove lavorava il tunisino. Inoltre, la zona in cui le celle telefoniche agganciano il cellulare della ragazza, nell’arco di tempo che va dalle 18.30 alle 19, “coprono anche l’area del cantiere, “rendendo plausibile in quel range temporale la presenza di Yara e di Fikri in un territorio circoscritto”. Ma l’operaio non l’ha uccisa.
Due gli elementi che lo scagionano: il suo Dna non corrisponde con quello trovato sugli slip e sui leggings della 13enne, l’analisi delle celle telefoniche dimostrano che il tunisino non è andato nel campo di Chignolo d’Isola, dove la vittima è stata uccisa e abbandonata. Tuttavia secondo il giudice ci sono delle “incongruenze” nelle telefonate di Fikri e “in assenza di una plausibile ricostruzione alternativa”, queste “incongruenze” potrebbero far ritenere che la sera del 26 novembre 2010, l’uomo “ha visto o è venuto a conoscenza di circostanze collegate alla scomparsa e all’ omicidio di Yara “. Per il gip appare verosimile che sia stato spinto a nascondere quello che ha visto, “per proteggere o favorire la persona che ritiene in qualche modo coinvolta nel delitto”. Nei mesi scorsi la sua posizione è stata archiviata e il sospettato numero uno esce di scena. E le indagini proseguono ripartendo dalle analisi genetiche sulle tracce trovate sugli abiti della vittima, circa 18mila i Dna prelevati e analizzati da carabinieri e polizia che lavorano fianco a fianco nell’inchiesta.

 

Chi è Massimo Bossetti. Originario di Clusone, Massimo Giuseppe Bossetti ha 44 anni, è sposato e ha tre figli. L’uomo, senza precedenti penali, lavora nel settore dell’edilizia ed ha una sorella gemella. Il Dna lasciato sul corpo della vittima sarebbe sovrapponibile a quello di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 e ritenuto in base all’analisi scientifica il padre dello sconosciuto assassino al 99,9%.
Il profilo genetico del presunto assassino è in parte noto. Per questo era stata riesumata la salma di Giuseppe Guerinoni, morto nel 1999, che secondo gli esami scientifici risulta essere il padre del presunto assassino di Yara. Avere la certezza che l’autista è il padre dell’uomo che ha lasciato il proprio Dna sui vestiti di Yara non risolve il problema: trovare il killer, un presunto figlio illegittimo di cui non c’è traccia. L’ultima conferma sull’analisi scientifica arriva nell’aprile scorso contenuta nella relazione dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, la stessa esperta che aveva eseguito l’esame sulla salma della giovane vittima.




ELENA CESTE: ANALISI DELL'ORDINANZA DI MISURA CAUTELARE DI MICHELE BUONICONTI

A cura della Dott.ssa Ursula Franco per il tramite Domenico Leccese

Dopo aver letto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Asti Giacomo Marson nei confronti di Michele Buoninconti sono rimasta basita. L’arresto del marito di Elena Ceste ha sedato la sete di vendetta di orde di casalinghe disperate e giornalisti incompetenti, ma ha lasciato interdetti molti addetti ai lavori. Mi auguro che a Michele Buoninconti non lo aspetti lo stesso immeritato iter giudiziario della madre della povera Matilda Borin, Elena Romani, ingiustamente accusata e processata per l’omicidio della figlia a causa di un fatale errore nella ricostruzione del delitto. Da sempre sostengo che Elena si è suicidata. Secondo la procura di Asti invece, la mattina del 24 gennaio 2014 Michele Buoninconti uccise la propria moglie Elena Ceste con premeditazione, asfissiandola e subito dopo la denudò e ne occultò il corpo nel Rio Mersa, a poche centinaia di metri da casa.Dall’ordinanza: “Ciò che in particolare connota il caso di specie è, infatti, l’assoluta impossibilità di formulare ipotesi alternative rispetto all’ipotesi accusatoria, così come non è logicamente possibile formulare differenti teorie ricostruttive dotate di una seppur minima plausibilità” e “Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini indicano Michele Buoninconti come l’autore delle gravissime condotte che gli vengono attribuite”.A mio avviso un passaggio incredibile, solo per chi disconosce la psichiatria è impossibile formulare ipotesi alternative, in realtà il suicidio è l’unica ipotesi realmente plausibile e logica, anche dal punto di vista della ricostruzione degli eventi. Sarebbe il colmo che un soggetto affetto da un grave disturbo psicotico come lo era la Ceste quella mattina divenga al contempo vittima di un omicidio, in casi come questo il suicidio è la causa di morte più probabile, ma in procura, sottovalutando lo stato mentale di Elena e piuttosto che sottoporla ad una autopsia psicologica, hanno preferito concentrarsi sulla ricerca di un colpevole in carne ed ossa, ed allora chi meglio di un marito scorbutico e forse cornuto?Capisco che sia difficile comprendere che cosa significhi ‘stato psicotico’ per chi non conosce la psichiatria. Lo stato psicotico è una condizione di grave alterazione psichica che comporta la perdita del contatto con la realtà da parte del soggetto che ne è affetto ed è spesso causa di suicidio. Se dobbiamo a tutti i costi attribuire delle colpe a Buoninconti, egli è colpevole di non aver compreso il disagio di Elena e tantomeno la sua infelicità. Michele per ignoranza non capì da subito le problematiche psichiche della consorte, anzi credette di essere becco e, pensandosi tradito, non fu compassionevole, ma la notte precedente alla scomparsa della moglie si rese conto che Elena faceva discorsi illogici, delirava, tanto che la invitò quel mattino, per stare più tranquillo, ad andare con lui a portare i bambini a scuola e dopo che la donna rispose di voler restare a casa, lui le si rivolse con frasi del tipo: ‘Elena mi fai stare tranquillo?’, cercando da parte della moglie una qualche forma di rassicurazione. Dopo aver accompagnato i figli, egli, a riprova della sua consapevolezza che qualcosa non andava nella ‘testa’ della Ceste, si diresse dal medico per controllare gli orari al fine di condurvi Elena in tarda mattinata. Come può la procura, dopo aver visionari i filmati di Michele che si reca all’ambulatorio, contestargli la premeditazione? Perché sarebbe passato dal medico se avesse avuto intenzione di ucciderla?

L’autopsia Il cadavere della Ceste al momento del ritrovamento era in avanzato stato di decomposizione, l’esame sui resti ha escluso fratture, colpi d’arma da fuoco e da taglio ma le pessime condizioni di conservazione del corpo non hanno permesso al medico legale di determinare la causa della morte. Ciò ha giocato inspiegabilmente a sfavore di Michele Buoninconti. A causa dei fenomeni cadaverici, come la putrefazione e la macerazione, che conducono con il tempo alla scomparsa in primis dei tessuti molli del corpo, erano assenti all’esame autoptico la maggior parte delle strutture costituenti la parte anteriore del collo di Elena, come la cartilagine tiroidea ed il piccolo osso ioide, anatomicamente sostenuto da tessuti muscolari facilmente degradabili. Queste due strutture possono risultare fratturate in alcune loro componenti nei cadaveri di soggetti deceduti per strangolamento, ma la loro assenza non può automaticamente indurci a pensare che la Ceste sia stata strangolata o soffocata. L’autopsia ci dice solo che Elena non morì di morte violenta. La procura pur di ritagliarsi ad hoc i risultati di un’autopsia negativa per morte violenta ha sostenuto che “Elena Ceste sia stata uccisa per asfissia su letto coniugale”. Il fatto che il cadavere della Ceste si sia naturalmente decomposto e siano in tal modo scomparse le parti molli e cartilaginee del collo è naturale, è una forzatura imperdonabile collegare l’assenza dell’osso ioide e del resto delle strutture molli del collo ad un evento asfittico.
L’ipotesi omicidiaria Buoninconti avrebbe potuto uccidere Elena durante la notte come porterebbero a pensare l’assenza degli occhiali e degli abiti sulla vittima o prima di accompagnare i bambini a scuola, nei due casi perché mai egli, dopo averla uccisa, sarebbe andato a vedere gli orari dell’ambulatorio del medico di famiglia, come provano le telecamere del paese? L’accertarsi degli orari di ricevimento del dottore presuppone, tra l’altro, la consapevolezza da parte di Michele del disagio psichico della moglie. Inoltre, la testimonianza della vicina che ci conferma che Elena era viva dopo che Michele uscì ad accompagnare i bambini smonta tale ipotesi. Nel caso invece egli avesse ucciso la propria moglie al suo ritorno dal paese si spiegherebbero la visita allo studio del dottore e la testimonianza della vicina che disse di aver visto la Ceste ‘poco vestita’ dopo l’uscita mattutina del marito, in questo caso però i tempi risulterebbero troppo stretti. Secondo il gip Michele uccise Elena tra le le 8.43 e le 8.55, poi subito dopo, alle 8.55.04 ed alle 8.57.28 chiamò i vicini di casa per farsi aiutare nelle ricerche della moglie e sempre a ridosso del fantomatico omicidio alle 9.06.59 telefonò ad Oreste Ceste, zio di Elena, dicendogli che la Ceste era scomparsa. Pochissimi minuti sono incompatibili con un omicidio ed occultamento del cadavere ed appare alquanto improbabile che un omicida avvisi prontamente i vicini e lo zio della presunta vittima della sua scomparsa, tantomeno ancor prima di essersi disfatto del cadavere. Buoninconti avvisò i vicini e lo zio della scomparsa di Elena perché era realmente preoccupato per lei e perché si vergognava che fosse nuda, cercò di coinvolgerli nelle ricerche sperando che lo aiutassero a ritrovarla, ipotizzando ragionevolmente che la donna fosse nei paraggi. Recenti fatti di cronaca, quali l’omicidio di Chiara Poggi, quello di Lucia Manca, quello di Meredith Kercher, quello di Roberta Ragusa e molti altri come l’omicidio commesso da Annamaria Franzoni ai danni del proprio figlio Samuele Lorenzi, provano che caratteristica comune a molti colpevoli è il ritardo con cui allertano i soccorsi, questo ritardo è un indicatore di colpevolezza.Se Michele avesse ucciso Elena al suo ritorno dal paese, prima di dare l’allarme avrebbe potuto prendersi tutto il tempo possibile, almeno fino al ritorno dei bambini dalla scuola. Non si spiega poi perché egli non avrebbe occultato realmente il cadavere ma lo avrebbe piuttosto ingenuamente lasciato in un luogo dove sarebbe stato facile ritrovarlo ed a soli 800 metri da casa. Egli avrebbe potuto raccontare di essere tornato a casa, di aver lasciato la moglie a fare le faccende domestiche mentre lui si recava, come previsto, a casa dei suoceri a Govone ad accendere il riscaldamento e solo dopo aver raccolto i bambini all’uscita dalla scuola sarebbe stato costretto a denunciare la scomparsa della Ceste, ritagliandosi in questo modo tutto il tempo necessario per occultare davvero il corpo della moglie e ripulire la scena del crimine. Vale lo stesso ragionamento nel caso il Buoninconti avesse trovato Elena morta suicida ed avesse pensato di spostarne il corpo, egli non avrebbe dato subito l’allarme. Non ci resta che una logica alternativa, la più semplice, il suicidio. A riprova che Michele non ha nulla da nascondere ricordo che ha sempre detto di essere tornato a casa intorno alle 8.30 o poco dopo, invece che alle 8.43, come stabilito dalle ricostruzioni orarie fatte attraverso le telecamere del paese, di certo peggiorando la sua posizione, allargando la forcella oraria del fantomatico omicidio. Il 12 febbraio Michele ha riferito gli eventi di quella mattina al giornalista di ‘Chi l’ha visto’ in questi termini: ‘Appena sono entrato nel cortile mi ha colpito quel maglione ed allora sono sceso subito dalla macchina e sono andato a prendere quel maglione e togliendo il maglione c’erano le sue ciabatte sotto e ho detto: ma cosa ha combinato mia moglie? cosa sta facendo? e ho pensato male, mi son fatto subito un giro intorno alla casa per vedere se av.. se fosse nascosta da qualche parte, se avesse fatto una sciocchezza eee.. poi non non trovandola fuori sono entrato in casa ed ho iniziato a chiamandola e ho cercato dappertutto e non l’ho trovata… mi vergognavo che gli altri l’avrebbero vista senza indumenti ed allora il mio pensiero era ho preso quei panni come erano messi l’ho messi sul sedile e sono andato alla ricerca di mia moglie’. Michele per alcuni minuti ha semplicemente cercato sua moglie in macchina vicino a casa. Secondo la ricostruzione della procura invece, subito dopo l’omicidio, “Buoninconti ha tracciato alla guida della sua auto un percorso quasi circolare partendo dalla propria abitazione, transitando nella zona di occultamento del cadavere, imboccando la strada 231 ed assestandosi alle 9.01.48 in corrispondenza della discoteca Mediterraneo (orario inizio prima chiamata a Elena ndr), giungendo fino all’altezza di Piano Molini di Isola, dove ha svoltato alla sua destra in strada Ronchi per poi girare nuovamente a destra in via Fogliotti, che successivamente assume il nome di strada Remonzino e da lì nuovamente far ritorno alla propria abitazione”. Per il gip, dopo aver ucciso la moglie, tra le 8.45 e le 8.55, Michele ha caricato il suo cadavere in auto per poi scaricarlo in un fosso, il tutto entro le 9.01 con contorno di telefonate ai vicini, una ricostruzione criminologicamente inconcepibile.Ricordo che l’analisi dell’auto del Buoninconti da parte dei RIS ha dato esito negativo. Secondo la procura Michele ha chiamato i vicini sul telefono fisso solo per “verificare chi fosse presente in casa” dato che “solo dopo essersi sincerato del numero e della qualità delle informazioni in possesso di altri poteva fornire il proprio racconto”, inoltre definisce “stravante” che li abbia chiamati sul telefono fisso. A mio avviso invece Buoninconti chiamo' sul telefono fisso perché se i vicini non fossero stati a casa sarebbe stati poco utili per le ricerche di Elena. Michele ha sempre dichiarato di aver fatto un giro in macchina intorno a casa, a tal riguardo non mi sembra un grande indizio contro di lui il fatto che il suo telefonino abbia agganciato due diverse celle telefoniche, dato che lui ha sempre raccontato di aver cercato Elena intorno a casa e proprio nell’area coperta da quelle celle. Solo nel caso egli avesse negato di aver preso la macchina, quella dichiarazione discordante dalle risultanze investigative avrebbe potuto assumere valore probatorio. Il gip ha criticato Michele per aver avvisato il padre di Elena solo un’ora dopo la scomparsa della moglie, vi ricordo che fece una telefonata allo zio Oreste alle 9.06.59, telefonata che dimostra che il Buoninconti non aveva nulla da nascondere. Michele non chiamò il padre di Elena solo per non farlo preoccupare, sperava infatti di ritrovare la moglie. Ancora egli non chiamò subito Elena al telefonino perché aveva capito che la donna aveva scelto di suicidarsi e per di più nuda. Lo fece in seguito quando non trovandola archiviò il pensiero del ‘gesto folle’, come lo definisce lui. Dall’ordinanza: “Rilevanti elementi di sospetto derivano pure considerando le modalità con cui l’indagato si è mosso per raggiungere Govone”. Il giudice, dopo aver ascoltato un testimone che ha riferito di aver visto la peugeot bianca “con alla guida Michele (che conosco da tempo) ed era al telefono ad una andatura molto calma con direzione di marcia verso la casa dei suoceri… con finestrino abbassato e stava parlando ed andava ad andatura molto lenta”, ha dedotto che “non può che spiegarsi con il bisogno di ostentare il proprio massimo impegno, farsi notare e fingere concrete attività di ricerca della moglie secondo il discutibile assioma per cui una vasta area di ispezione avrebbe dovuto corrispondere ad un grande impegno profuso”. Michele sempre a mio avviso stava semplicemente cercando la moglie. Dall’ordinanza: “La settimana dopo la scomparsa della signora Ceste – ha dichiarato il dottore il 27 giugno scorso – ho visitato il signor Michele che nell’occasione lamentava un dolore muscolare all’addome. Un fastidio provocato da un intenso sforzo, come di chi fa per la prima volta gli addominali o chi è costretto a sollevare un peso inabituale”. Il dolore addominale del Buoninconti, e badate bene, non un dolore alla muscolatura para-vertebrale, secondo il gip è da attribuire allo spostamento del cadavere della moglie: “Non può sfuggire che il sollevamento di un corpo, il suo posizionamento all’interno di un veicolo, la sua rimozione e trasporto, comporti uno sforzo fisico considerevole”. A me sembra una forzatura. Il movente secondo la procura Secondo il gip, Michele è “un soggetto al quale nulla deve sfuggire, interessato ad avere tutto sotto controllo, a gestire e organizzare la vita del suo nucleo familiare secondo regole non sindacabili”. Probabile, ma il fatto che Michele abbia queste caratteristiche di personalità non può condurre la procura, nella totale assenza di indizi concreti, a queste conclusioni: “In questo contesto si inserisce un elemento di rottura dirompente: la scoperta del tradimento della moglie, preceduta da una forte crisi matrimoniale manifestatasi almeno dal mese di ottobre 2013″ e “Una moglie che come nel lontano passato del loro fidanzamento si affacciava di nuovo a relazioni extraconiugali, a incontri segreti, a scambio di messaggi, telefonate e amicizie in chat, era diventata per l’indagato ingestibile, pericolosa, dannosa. E per questo doveva essere eliminata”. La procura definisce Michele: ‘Estremamente parsimonioso’, come se l’essere parsimoniosi di questi tempi, con uno stipendio da vigile del fuoco e quattro figli da mantenere fosse un’onta. Lo accusa anche di curare troppo le oche e l’orto, di appuntarsi le cose e perfino di pregare ‘ossessivamente’.

Le intercettazioni. Le intercettazioni che la procura usa contro Michele vanno contestualizzate temporalmente, risalgono tutte a prima del ritrovamento di Elena, per cui Michele poteva avere tutte le ragioni di sentirsi e comportarsi come un uomo ferito e tradito e magari di infierire verbalmente e virtualmente su una donna che pensava l’avesse abbandonato con quattro figli da crescere o di cercarsi un’altra compagna. Provate a leggere le intercettazioni considerate indizi di colpevolezza in quest’ottica. Michele, il 17 agosto 2014, si rivolge ai figli, in auto: “Con mamma c’ero riuscito a farla diventare donna. Solo, vai a capire cosa ha visto! Diciotto anni della mia vita per recuperarla, diciotto anni per raddrizzare mamma!”.A me sembra solo uno sfogo carico di interrogativi, difficile vederci altro. Ancora dall’ordinanza: “Di estrema gravità anche nell’ottica di valutare la personalità dell’indagato, è il metodo sottilmente intimidatorio utilizzato per raggiungere lo scopo, suggestionando i propri figli più giovani con la paura, tratteggiando uno scenario di allontanamento dalla casa e separazione dagli altri fratelli e dal padre”. Conversazione con i figli intercettata il 5 maggio 2014: Michele: “Loro vogliono sentire solo questo, che tra di voi non andate d’accordo. Così uno va da una parte, uno da un’altra parte, uno ancora da un’altra parte e un’ altro ancora da un’altra parte … Vi va bene vivere così, separati? E a me, ancora perché mamma … chissà dove e a me mi mettono ancora da un’altra parte. A casa nostra sai cosa ci fanno venire? ci fanno venire Le zoccole dentro , le straniere, a fottere!cosi c’e’ una stanza per ogni zoccola e la sera c’e’ il bordello Perciò cercate di essere bravi tra di voi. Mi avete visto litigare con mamma?”Figlio: “Sì”Figlio: “E lo chiedi?”Buoninconti: “Ehh, e loro questo vogliono sap.. sentire. Se glielo dite e se infatti loro se gli dite sì state tranquilli che a me mi mettono da un’altra parte”.Figlio: “Tu tante volte hai litigato con mamma”.Michele: “Non le devi dire queste cose, lo so che adesso le dici tanto per dirle, ma non le devi dire. Ti tolgono anche me oltre che ti hanno tolto mamma, ti tolgono anche me. Vedi se la domanda la faccio a tua sorella cosa risponde e ascolta ciò che dice tua sorella.mi hai mai visto picchiare mamma?”Figlia: “No”Mchele: “Tu mi hai mai visto picchiare mamma? Mi hai mai visto picchiare mamma?”Figlia: “No”. La lettura di questa intercettazione non può essere univoca, a mio avviso Michele è un uomo disperato che si domanda ancora dove sia finita la moglie, che teme di perdere i propri figli, sul quale gravano orribili sospetti e, non dimentichiamoci, sottoposto ad una pressione mediatica senza precedenti, che avrebbe fatto sclerale pure il Santo Padre. Il gip, disconoscendo apparentemente il naturale stato di stress del signor Buoninconti, rimasto solo con quattro figli e tormentato dai media, riferendosi alla cosiddetta aggressione da parte dell’indagato ai danni di una troupe televisiva che lo braccava da quasi un anno, scrive nell’ordinanza: “…manifesta a giudizio dello scrivente una totale asssenza di autocontrollo, che non può essere trascurata ai fini che in questa sede rilevano…è stato descritto da tutti come un soggetto pronto all’ira, persona da non contraddire, anzi, cui è consiglaibile ubbidire. In questi termini si sono espressi i genitori della vittima…”. Tre mesi dopo la scomparsa di Elena la procura intercetta un messaggio di Michele ad una donna, le sue parole cariche di tristezza ed ingenuità spezzano il cuore, ma il gip le interpreta così: “Lascia perplessi la descrizione che fa di sé. Un uomo solo, che sapeva fare bene la pizza, che sapeva fare bene i lavori di casa, che non gli serviva una donna che lavorasse fuori ma gli bastava arrivare a casa e avere una donna che lo aspettasse perché era proprio triste arrivare la sera a casa e trovarla vuota”. Otto mesi dopo la scomparsa della moglie, prima che si ritrovasse il corpo, Michele scrive ad una donna calabrese: ‘Fra noi c’è feeling’, e lei gli risponde: ‘Quando il cuore batte forte come il mio, credo di sapere il perché. Ma io gli parlo, al mio cuore. Io gli dico di stare più tranquillo perché l’amore nella tua vita potrebbe ritornare. Magari in futuro a quest’ora tu starai lavorando, mentre io ti aspetterò in casa e preparerò la cena al mio amore e ai bambini! Magari ne arriverà un quinto…’.Michele Buoninconti: ‘Grazie Teresa, mi fai commuovere. Ti sto scrivendo con le lacrime agli occhi. Sei una persona eccezionale. Eccezionale dovrà essere la persona che sostituirà Elena’. Secondo il gip questo scambio di messaggi “dimostra il totale distacco e disinteresse di Michele Buoninconti nei confronti della moglie… non era affettivamente legato… pur conscio della sua morte…”. Ma l’empatia questo giudice dove l’ha messa? Michele, a mio avviso, è soltanto un uomo solo con quattro figli da crescere, che ha creduto di essere stato abbandonato dalla moglie ed in più è perseguitato dall’Italietta degli odiatori frustrati alla ricerca della giustizia sommaria. Buoninconti non è consapevole della morte di Elena, né anaffettivo nei suoi confronti. Il giorno del ritrovamento di Elena, 9 mesi dopo la sua scomparsa Buoninconti viene informato della triste scoperta, non è la prima volta che lo avvertono del recupero di un corpo. Michele chiede se il corpo sia in avanzato di decomposizione e lo fa solo per capire se possa essere il corpo della moglie, scomparsa nove mesi prima, il cui corpo sarebbe stato di sicuro decomposto, se il corpo fosse stato in buone condizioni egli poteva facilmente escludere che fosse quello della moglie. Dopo il ritrovamento di Elena, Michele parlando con la di lei sorella disse: ‘Lei me lo aveva detto che voleva andarci su quella strada, anche se non l’aveva mai fatta… E io là c’ero andato, per primo… Ma là non ho visto niente, solo le impronte delle lepri…’. Evidentemente lui aveva cercato in diverse zone e pure nei pressi del luogo dove venne ritrovata la moglie, non stupisce, visto che Elena si era persa in quei luoghi. Quante volte ci è capitato di dire le stesse parole di Michele?

I presunti depistaggi La procura accusa Michele di tentativi di depistaggio: “Buoninconti ha costruito un castello di menzogne ed ha posto in essere vani tentativi di depistaggio per allontanare da se il sospetto di aver ucciso la moglie…”. Michele ha raccontato alla vicina ed agli inquirenti di aver trovato in cortile, al suo ritorno dal paese, sia gli abiti che gli occhiali di Elena, di averli raccolti e messi in macchina. Nonostante una evidente buonafede che si evince dai suoi racconti logici e dal suo reale e profondo coinvolgimento emotivo, egli viene sospettato di aver predisposto lo ‘staging’ degli abiti e degli occhiali della povera moglie. Chi altera una scena del crimine lo fa per allontanare i sospetti da sé, ‘prepara’ una scena perché la vedano gli inquirenti od eventuali testimoni. Se Michele avesse ucciso la moglie ed avesse disposto gli abiti in giardino, perché mai li avrebbe poi rimossi senza che nessuno li vedesse così ad arte ‘apparecchiati’? Il Buoninconti raccolse gli abiti e li mise in macchina perché sperava di ritrovare sua moglie e rivestirla. Egli mise in atto un comportamento da innocente quale egli è. Che senso avrebbe avuto per Michele inventarsi la storiella dei vestiti abbandonati e quali vantaggi ne avrebbe potuto trarre? A mio avviso nessuno. Addebitare a Michele il presunto ‘staging’ degli abiti è un ‘non sense’. Nel caso il Buoninconti avesse alterato la fantomatica scena del crimine, egli avrebbe fortunosamente ed involontariamente messo in scena proprio un denudamento della vittima che si riscontra di frequente nei suicidi dei soggetti psicotici quale era sua moglie Elena, che straordinaria quanto improbabile coincidenza! Il gip ritiene che dalla sottostante conversazione tra Michele ed il collega Enzo emerga un chiaro tentativo di depistaggio, durante la telefonata la linea cade, la procura pensa che Michele abbia volontariamente chiuso la telefonata per impedire agli addetti alle ricerche di recarsi nella zona citata da Enzo, Isola La Chiappa, dove successivamente venne poi ritrovato il corpo di Elena, per caso. A me sembra invece che l’amico di Michele convenga con lui che la Ceste non possa essersi nascosta in posti che non conosceva e sono sicura che in altre conversazioni abbiano citato altre località, comunque Elena in quella zona si era persa ed è naturale che si parli di quei luoghi. Sarebbe interessante sentire le altre intercettazioni che parlano dei boschi ad esempio.

Michele: “Ascolta, quello vuole iniziare di nuovo le ricerche però io credo come ti devo dire se c’era qui l’avremmo trovata Enzo perché lui mi ha detto che lui aveva della gente in squadra con lui che, chi doveva andare via, chi è così, dice che lui non è sicuro dei parchi che hanno fatto gli altri però… ”Enzo: “Anche noi però…”Michele: “La campagna è tutta pulita, l’elicottero l’avrebbe vista da sopra, non voglio credere che mia moglie è andata a trov.. a cercare dei buchi quando non li conosce perché lei, mia moglie usciva solo sulle strade, in campagna non c’è mai andata nelle strade di campagna”.Enzo: “Ma si io sono andato a vedere dei posti, in certi posti che cioè gli ho chiesto e poi gli ho trovati per caso, però sono posti che se non li sai non li trovi neanche a morire e quindi uno che non lo sa non va a cercare quei posti lì perché non lo trova capisci? C’era un posto lì ad Isola La Chiappa in un campo c’era un posto dietro ad un cespuglio che tu lo vedi dalla strada ma non sai neanche che c’è capisci, (cade la linea) pronto?”Michele: “Enzo?”Enzo: “È caduta la linea..”Michele: “Si è caduta la linea, me ne sono accorto”.Enzo: “E lo so ma ti dicevo…”.Michele: “Rimaniamo così, passa da qua parliamo da vicino”.

Riguardo invece alle accuse mosse al Buoninconti da un altro addetto alle ricerche di sua moglie vorrei ricordare che i cadaveri anche se non occultati non si trovano facilmente. I corpi di Yara Gambirasio, di Elisa Claps, di Lucia Manca, di Eleonora Gizzi, di Christiane Seganfreddo e di Primo Zanoli sono stati rinvenuti casualmente e dopo molto tempo dalla scomparsa. Chi fa le ricerche non lo accetta e cerca indaginose giustificazioni ai propri fallimenti come in occasione del ritrovamento di Yara. Il gip non ci convince affatto quando attribuisce tutti i comportamenti del Buoninconti, che non trovano spiegazione nella sua ricostruzione, a depistaggi. Non può il giudice definire depistaggio tutto ciò che che rispetto alla sua ipotesi non ‘calza’, meno indaginoso sarebbe stato per lui seguire il filo logico dei racconti di Michele ed addivenire alla verità. Il suicidio Purtroppo a mio avviso un semplice caso di suicidio è stato scambiato per un omicidio premeditato e naturalmente, poiché omicidio non vi è stato, la ricostruzione fatta dalla procura del presunto omicidio non ha precedenti nella storia della criminologia, sotto ogni aspetto. Elena si è suicidata a causa di uno ‘psychotic breakdown’. E’ poco importante se la Ceste abbia tradito o meno Michele, qualcosa di reale o solo un desiderio ha avuto azione di ‘trigger’ sulla sua mente predisposta, forse da un periodo di stress, ed ha condotto Elena ad elaborare un grave senso di colpa che le ha indotto un delirio persecutorio che l’ha poi portata a suicidarsi. Lo stato psicotico è una condizione che provoca la perdita del contatto con la realtà e proprio per questo conduce frequentemente al suicidio. La Ceste non era in sé, delirava, la tesi della mamma che non abbandona i propri figli in questo caso non regge. Elena aveva confidato le proprie paure non solo al marito, ma anche ad un’amica, la sua maestra d’uncinetto, ed al parroco di Motta di Costigliole. Michele non si è inventato quel disagio, non ne ha invece capito l’entità per ignoranza. Egli è stato sopraffatto da quel delirio ed è comprensibile che almeno inizialmente abbia creduto alla moglie, donna intelligente, che non aveva dato mai segni di squilibrio. Elena, quella mattina di gennaio, dopo essersi spogliata si è allontanata da casa attraverso i campi e seduta di fronte a quel fosso, dove sono stati recuperati i suoi resti, ha atteso forse che qualcuno la trovasse e la ‘salvasse’ da se stessa, finché il freddo l’ha condotta prima ad uno stato di sopore e poi l’ha sopraffatta. La Ceste è morta per assideramento*.Sempre riguardo ai vestiti, la testimonianza della vicina che ha raccontato agli inquirenti di aver visto Elena in cortile ‘poco vestita’, proprio dopo l’uscita mattutina di Michele, avvalora la tesi di un denudamento ed allontanamento volontari, la vicina vide Elena mentre si spogliava. L’aver ritrovato il corpo di Elena molto vicino a casa è estremamente significativo, è compatibile con l’ipotesi suicidiaria, la Ceste percorse infatti quel tragitto in pochi minuti. A proposito degli occhiali, Elena sarebbe stata capace di raggiungere il fosso pure non indossandoli, mi sembra una ridicola forzatura sostenere che senza gli stessi ella fosse completamente cieca, non esistono occhiali che risolvono il problema della cecità, ergo…. cieca senza occhiali non sarà stata. * La morte per assideramento sopravviene quando la temperatura corporea si abbassa al di sotto dei 24°C. In condizioni normali la temperatura interna media di un corpo umano è di circa 37°C. L’uomo compensa con diversi meccanismi gli sbalzi di temperatura, ma solo entro certi limiti, in caso di basse temperature, brividi e scariche di adrenalina si manifestano nella fase reattiva iniziale, ma una esposizione prolungata a temperature molto basse conduce ad uno scompenso termico detto ‘ipotermia’ che coincide con un abbassamento della temperatura corporea al di sotto dei 35°C. Nella fase di ‘ipotermia’ si riscontrano sintomi quali rallentamento del polso e del respiro, ipotensione arteriosa progressiva, fibrillazione atriale, rallentamento del metabolismo, diminuizione della filtrazione renale, diminuita ossigenazione dei tessuti e ridotta produzione di calore, profonda stanchezza, apatia, sonnolenza, allucinazioni uditive. Quando la temperatura corporea si abbassa tra i 32°C ed i 28°C subentra uno stato soporoso per la deficitaria ossigenazione del cervello a causa del ridotto afflusso di sangue, un ulteriore abbassamento della temperatura di circa 4°C conduce alla morte.




Patto del Nazareno. Si dimette il relatore di Forza Italia, Paolo Francesco Sisto

di Silvio Rossi

 

Lo aveva annunciato l’altro giorno Silvio Berlusconi: per Forza Italia il patto del Nazareno può considerarsi concluso, da oggi in poi voteremo solamente le riforme che ci piacciono.
Il primo atto di questo cambio di posizione è rappresentato dalle dimissioni da relatore del testo sulle riforme dell’onorevole Francesco Paolo Sisto, uno degli elementi più dialoganti nel panorama del partito di centrodestra, che fino a ieri condivideva parte del percorso col governo.
Con le dimissioni odierne si ufficializza il passaggio di Forza Italia da una forma intermedia di “opposizione ma non troppo”, a una più decisa avversione rispetto alle scelte dell’esecutivo, azione attesa dopo lo strappo in seguito all’elezione del Colle, ennesimo “coup de theatre” dell’ex Cavaliere, sempre pronto a sparigliare il tavolo, chiunque sia il suo interlocutore.
Ora bisogna vedere quali saranno le conseguenze a questa decisione. Il governo, da parte sua, per voce del ministro Boschi ha affermato che le riforme non si bloccheranno, e che la maggioranza ha i numeri per proseguire il cammino. Il rischio, per Berlusconi è la sostituzione del suo partito con altre formazioni (potrebbero essere avvicinati i parlamentari di SEL o i dissidenti grillini), con la modifica del testo previsto, in particolare per l’Italicum, verso scelte non facilmente digeribili a Piazza San Lorenzo in Lucina.
Se da una parte la rottura rischia di mettere in discussione i punti di mediazione raggiunti negli incontri al Nazareno, la posizione di netta opposizione permette a Berlusconi di partire all’attacco contro il governo a 360 gradi, riaprendo quel clima da perenne campagna elettorale in cui il leader del centrodestra si trova molto a suo agio.
Oltretutto, proseguire gli incontri con Renzi avrebbe rischiato di far perdere quella parte di elettorato più radicale, che stava allontanandosi dalle scelte “soft” per avvicinarsi al polo che si stava organizzando intorno a Salvini e la Meloni, che stanno crescendo nei sondaggi, proprio a scapito di Forza Italia.
A questo punto ci s’interroga sulle scelte che farà Denis Verdini, colui che è stato il collante del patto, e che conta su alcuni suoi fedelissimi, come Luca D’Alessandro, Massimo Parisi, Altero Matteoli, e secondo alcune indiscrezioni anche un collaboratore stretto di Berlusconi come Gianni Letta.
L’ex sottosegretario all’epoca dei governi del PDL è uomo di mediazione, non certo a suo agio nella contrapposizione. Verdini e i suoi hanno poco gradito la scelta di Berlusconi, tanto da dichiarare "Matteo non fa prigionieri, lo ammazza".
Tra breve, dopo il passaggio in aula della riforma elettorale, prevista per il prossimo sabato, le posizioni delle fazioni interne al partito si delineeranno più chiaramente, e le possibili alleanze con la parte più estrema dello schieramento o con le componenti più centriste legate idealmente ad Alfano e al Nuovo Centro Destra, rischiano di dare uno scossone tale da far ipotizzare una scissione.




ROMA, CAMORRA: OLTRE 60 ARRESTI EFFETTUATI DAI CARABINIERI DI ROMA

Redazione

Roma – Nonostante fosse detenuto in regime di 41bis, il suo clan camorristico continuava a estendere la propria influenza in diverse province del sud d'Italia a partire dalla zona sud-est di Roma. Numerosi gli uomini che rispondevano agli ordini di Domenico Pagnozzi sono stati arrestati in un'operazione dei carabinieri del comando provinciale di Roma che ha portato all'arresto di ltre 60 persone su ordine del Tribunale di Roma.
Le accuse sono di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsioni, usura, riciclaggio, violenza e minacce, sono i reati contestati ai componenti di un'organizzazione che secondo la Dda di Roma operava, oltre che nella capitale, a Frosinone, Viterbo, L'Aquila, Perugia, Ascoli Piceno, Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Bari, Reggio Calabria, Catania e Nuoro.