LA CHIAMANO "SHARIA" PER GIUSTIFICARE LA PAZZIA

di Christian Montagna

Ormai, non trascorre un giorno senza morti, senza terrore, senza panico, senza attentati, senza video shock e senza la paura che il proprio vicino di casa possa essere un combattente dell' Isis. Ma quanto potremo ancora andare avanti così? Oggi, per noi, è un giorno come tutti gli altri, si lavora, si studia e si affronta la vita…Oggi, per l'isis, è un altro giorno di pazzia. Sono tredici le nuove vittime di una guerra senza cause, senza colore e senza religione. Una partita di calcio è bastata ai Jihadisti per uccidere tredici anime innocenti; tredici bambini colpevoli di amare la propria squadra del cuore, così come tutti i bambini sono soliti fare. Un tifo da stadio e una gioia infinita verso i propri idoli che non sono stati apprezzati ma anzi, puniti con atroci fucilate. Oggi, altri due innocenti giapponesi sono stati rapiti sotto richiesta di un riscatto di duecento milioni di dollari entro settantadue ore, pena, la morte imminente. Questo è solo l'ultimo aggiornamento di un bollettino di guerra che non stenta a fermarsi. La chiamano guerra santa e si pone l'obiettivo di diffondere l'Islam nell'occidente, con forza e terrore. Ma siamo sicuri che sia veramente così? Non esiste alcuna religione al mondo che inneggi alla guerra, alla morte e alla distruzione; lo ha detto il Papa, non io, lo dicono i musulmani e chi meglio di loro può saperlo. Non esiste una legge islamica che accetti tutto ciò. E allora perchè sta accadendo? Dovevamo realmente attendere la strage di Charlie Hebdo prima di cominciare ad interessarci del terrorismo a questi livelli? Ho la sensazione che il disinteresse troppo volte sia stato voluto e perciò ripetutamente mi sono chiesto: dov'erano i servizi segreti la mattina dell'attentato a Parigi? Perché vengono esosamente retribuiti se poi i segreti non riescono a stanarli? C'è qualcosa che non torna. I grandi potenti della terra pare che si siano accorti solo oggi di questa grande minaccia per l'intera umanità. Eppure, se non ricordo male, già due grandi guerre in passato si sono combattute per evitare l'assolutismo di un paese sugli altri, perchè non se ne sta combattendo ufficialmente una terza? Forse sto ponendo troppi interrogativi ai quali nessuno può rispondere, sto chiedendo troppe cose che nessuno deve sapere e allora, ditelo che la posta in ballo è troppo alta e che gli interessi sono comuni a tutti. Possibile che come dei burattini, non ci resti che attendere i prossimi spostamenti ? Vi prego, evitateli questi incontri europei in cui si spendono solo i soldi per i voli di Stato, tanto, se in quindici anni nulla è cambiato figuriamoci adesso cosa può succedere. Troppo tempo è stato sprecato, ormai, i terroristi sono ovunque. La calamita Isis li ha attirati a sè proprio come fa una madre con i propri figli. In ogni parte del mondo, in questo momento, qualcuno potrebbe essere pronto a preparare il nuovo attentato del giorno, come pretendete di scovarlo? Una banca dati in cui poterli schedare di sicuro non vi risolverà il problema. Proprio oggi,tra l'altro, si è scoperto che Napoli è risultata essere una città di transito per molti personaggi di spicco del terrorismo islamico. Proprio a Napoli è stata identificata la principale centrale europea di produzione e distribuzione dei documenti falsi. A quanto pare non sono poi così tanto distanti allora questi terroristi da noi…E' dal nuovo millennio che la minaccia terroristica si è affacciata sull'Occidente, da quel maledetto 11 Settembre, quando abbiamo assaporato la potenza distruttiva di questi folli, e ora, non venite a mostrare i vostri sforzi per combatterli. In fondo, se l' Isis sta combattendo questa guerra univoca, è anche colpa vostra che lo avete permesso, ma non chiamatela "Sharia" perchè questa è solo una pazzia!

 




BANDA DELLA MAGLIANA IV PARTE: 1983 ARRESTATE 64 PERSONE

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di Angelo Barraco

Roberto Calvi, rimesso il libertà provvisoria, riassume la presidenza del Banco Ambrosiano. Ma la sua situazione non è delle migliori, entra perciò in contatto e in rapporti con Flavio Carboni, amico di alti prelati e politici, ma anche amico di Pippo Calò e Danilo Abbruciati. Carboni conquista la fiducia di Calvi e lo convince a farsi concedere un forte prestito dal Banco Ambrosiano. Carboni promette a Calvi che con quella somma lo aiuterà ad uscire dalla brutta situazione in cui si trova. Roberto Rosone, vicepresidente del Banco Ambrosiano, non è d’accordo a questo prestito. Roberto Rosone è un uomo che è entrato nel Banco Ambrosiano da semplice impiegato e ha fatto carriera diventanto vicepresidente, capisce le difficoltà di Calvi e capisce anche che Calvi rischia di trascinare l’intero istituto nel baratro e critica apertamente questa scelta di Calvi. A questo punto le vicende del Banco Ambrosiano entrano in misterioso contatto con la Banda romana.
26 aprile 1982,  Danilo Abbruciani si dirige in treno verso Milano. Il 27 aprile 1982 due persone, uno in motocicletta e uno a piedi, poco distante, attendevano che Roberto Rosone uscisse di casa per recarsi al Banco Ambrosiano. Roberto Rosone esce dal suo appartamento per raggiungere l’appartamento per raggiungere l’ufficio, un uomo gli si avvicinò, cerco di sparare ma l’arma non gli funzionò subito, riprovò e riusci a colpirlo e Rosone cadde a terra. L’uomo che spara è Danilo Abbruciati, ma l’errore che commette è quello di voltare le spalle alla vittima. Dopo aver sparato Abbruciati scappò, c’erano delle persone presenti tra cui una guardia giurata, la guardia giurata sparò ad Abbruciati e morì. Abbruciati ha agito senza informare il resto del gruppo e ancora una volta Abbatino si è sentito tradito. Per Abbatino parte uno scontro aperto contro la banda dei Testaccini, guidati ormai da Enrico De Pedis. I ragazzi della banda non si sono resi conto che le forze dell’ordine, tramite gli omicidi, hanno individuato il gruppo criminale e sono sulle loro tracce.

La magistratura si rende conto di avere un’arma da puntare anche contro la Banda della Magliana, i pentiti. Il 15 dicembre 1983 vengono arrestate 64 persone. La capitale viene passata al setaccio. L’organizzazione viene messa dietro le sbarre, da Abbatino a De Pedis. Vengo accusati di associazione a delinquere, sequestro di persona, pluriomicidio, traffico di stupefacenti. Hanno sempre potuto contare di amicizie compiacenti, per loro stringere amicizie nei corridoi dei tribunali non è mai stato un problema. Questa volta non hanno valutato un imprevisto, Fulvio Lucioli diventa collaboratore di giustizia. Lucioli era un uomo di Selis e fece comprendere ai suoi uomini di essere esposti ad un enorme rischio, sapeva che sarebbe stato ucciso e quindi decise di parlare. La sua confessione fiume lascia gli inquirenti senza parole, Lucioli parla di un’organizzazione con appoggi politici, mafiosi e di alto livello. La situazione era cambiata per la banda. Il clan compatto non c’è più.

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BANDA DELLA MAGLIANA V PARTE: ENRICO DE PEDIS E IL MISTERO DI EMANUELA ORLANDI

di Angela Barraco

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Enrico De Pedis, ormai divenuto unico boss del quartiere Testaccio, è anche il più ricco poiché ha saputo intrecciare amicizie tra i colletti bianchi e dai suoi mirati investimenti e dalle sue amicizie potenti, è divenuto il boss più potente e più ricco, ma anche il più invidiato. Dall’altro fronte ci sono i Maglianesi di Abbatino che sono rimasti ancorati allo spaccio e, dopo la spaccatura che si è venuta a creare, bramano vendetta. Enrico De Pedis sin da piccolo viene chiamato Renatino, nasce nelle borgate romane, ma sempre ben curato nell’apparire. De Pedis a 20 anni si unisce con la Banda di Giuseppucci e in pochi anni diventa il boss di Testaccio insieme al compagno Abbruciati. Sotto il suo rigidissimo controllo viene organizzato lo spaccio nella zona, ma le ambizioni di De Pedis sono altre, lui guardava oltre e puntava sull’investimento del denaro. Nei primi anni 80 De Pedis coltiva le amicizie giuste per reinvestire il denaro sporco in attività lecite. Diventa un bandito dal volto pulito. Nel 1983 la presidenza di Craxi, leader del partito socialista che spezza il lungo monopolio democristiano e introduce una politica mirata allo sviluppo del paese. Allo stesso tempo, maturano le condizioni per lo sviluppo della mafia dei colletti bianchi. L’abilità di Enrico De Pedis è quella di cavalcare anche quest’onda, e in poco tempo riesce a sedere a tavolo di politici, finanzieri e altri prelati.

I rapporti tra De Pedis e le più alte sfere del Vaticano, sono ancora oggi avvolte dal mistero e sono al vaglio degli inquirenti. Rappresentano un groviglio complesso alla base di uno dei misteri più oscuri che riguardano la nostra nazione, la scomparsa di Emanuela Orlandi.

22 giugno 1983, Emanuela Orlandi, 15 anni, figlia di un commesso della prefettura del Vaticano, scompare nel nulla. Dopo la sua lezione presso Sant’apollinare non farà più ritorno a casa. Le ricerche partono immediatamente e si affacciano i primi testimoni; l’ultimo ad averla vista è un vigile urbano, ha notato Emanuela salire su una BMW scura, ma la ragazza non è sola, è in compagnia di un uomo. La scomparsa di Emanuela Orlandi è un mistero fitto ma nel 2005 avviene una svolta, il programma televisivo “Chi l’ha visto?” parla della scomparsa di Emanuela Orlandi, quando arriva in trasmissione una telefonata che dice: “Riguardo al fatto di Emanuela Orlandi, per trovare la soluzione del caso, andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare e del favore che Renatino fece al cardinal Poletti, all’epoca”. Nella Basilica di Sant’Apollinare vi è una cripta e dentro la cripta è sepolto Enrico De Pedis, e si è scatenata la caccia al motivo che ha spinto e concesso la sepoltura di un criminale all’interno di una delle chiese più importanti di Roma. Si riapre la vicenda Orlandi, dopo tale scoperta, e si aggiunge ad essa anche l’ex compagna di De Pedis, Sabrina Minardi, che fa delle clamorose dichiarazioni. Sabrina Minardi dichiara a “Chi l’ha visto?” che Emanuela Orlandi fu portata a Monteverde all’interno di sotterranei, complice di tale sequestro sarebbe anche il cardinale Marcincus. La Minardi dice di aver partecipato al sequestro insieme a De Pedis, se tale dichiarazione avesse una valenza, rimane aperta l’ipotesi dei moventi. Si sono affacciati diversi moventi piuttosto inquietanti e vari.  Attualmente nulla ha dato riscontri concreti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta ormai 30 anni fa. Non è nemmeno possibile spiegare il perché il boss di Testaccio, Enrico De Pedis, sia stato sepolto accanto a cardinali e vescovi, all’interno di una delle chiese più importanti di Roma.

Nel 1983, quando Emanuela Orlandi scompare e quando tutti gli uomini della Banda della Magliana vengono arrestati, De Pedis è il boss più ricco tra gli uomini della Magliana e ha imparato a gestire i soldi e principalmente li gestisce per il suo interesse personale, e questo ai suoi compagni non piace.

Le denuncie di Fulvio Lucioli hanno incastrato gli uomini della Magliana. Gli arrestati nutrono rancori, gelosie e bramano vendetta, cercando di distinguere bene gli amici dai nemici. Ognuno cerca di aggiustare il suo processo. Il primo a farlo è il maglianese Abbatino, che è pronto a tutto per uscire dal carcere. Abbatino negli anni ha imparato un modo per sottrarsi al carcere, usare se stesso come cavia umana. Si è iniettato sangue infetto, si è sottoposto a biopsie, gastroscopie e operazioni varie. Tutto ciò per essere trasferito in case di cura, dove i medici che ha corrotto gli possono produrre false prove e finte diagnosi. Per uscirsene da questo processo, per esempio, si fa diagnosticare un tumore allo stadio terminale, a qualche udienza presenzia in barella e viene portato via in ambulanza. La sua strategia lo porta ad essere ricoverato in una struttura. Inizia per lui un lento allontanamento dalla Banda, ma ai ragazzi non piace il fatto che Abbatino si sottrae ai suoi doveri di capo. Abbatino, che aveva promesso ai compagni incarcerati di aiutarli non appena avesse avuto la possibilità, non lo fa e ai compagni non piace e bramano vendetta. I compagni si rivolgono allora a De Pedis, l’unico ad avere la possibilità di deviare il corso della giustizia tramite le sue conoscenze. Non tutti però si fidano di De Pedis, c’è chi lo accusa di non aver trovato gli avvocati giusti come Edoardo Toscano è stato uno dei sicari della Banda della Magliana e rischia l’ergastolo.

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19/01/2015 BANDA DELLA MAGLIANA IV PARTE: 1983 ARRESTATE 64 PERSONE



Sinistra in confusione tra Cofferati e Tsipras

di Silvio Rossi

 

Più che dal nemico storico, Berlusconi, colui che con l’unica eccezione del 1996 li aveva sempre battuti alle urne (perché il risultato del 2006 non può certo essere considerato una sua sconfitta), la sinistra italiana, o meglio, ciò che ne rimane, sembra non riuscire a resistere a un premier che, annoverato nelle proprie file, propone ricette decisamente indigeste ai rappresentanti più ortodossi della linea più radicale della gauche nostrana.
Da quando Renzi è al governo SEL ha vissuto una scissione drammatica, con l’addio del capogruppo alla Camera Gennaro Migliore, la Federazione della Sinistra diminuisce nei sondaggi raggiungendo percentuali imbarazzanti, la sinistra interna del PD con Civati e Fassina subisce umiliazioni continue.
L’ultima in ordine di tempo è la sconfitta di Cofferati alle primarie liguri, sconcertante non tanto per il risultato, solo una parte della vecchia dirigenza non aveva compreso che il “vento” è cambiato e non si possono riproporre vecchie statue di cera per sperare in un successo, ma per la reazione sconclusionata del “cinese” che dopo l’amaro risultato ha fatto come i bambini capricciosi, tornando a casa urlando “con voi non ci gioco più”.
Un atteggiamento criticato da tutti, tranne dal solito sempiterno Fassina, che non perde nessuna occasione per porsi come bastone di traverso rispetto a Renzi, riuscendo ogni volta a essere travolto dalla maggiore esuberanza e convinzione del leader fiorentino.
Cofferati ora si è dimesso, Fassina e Civati minacciano di fare altrettanto, attratti sulla via di Atene dal nuovo messia della sinistra italiana, che come alcuni anni fa, in mancanza di un faro vicino si erano lasciati abbagliare da Zapatero, fino a rimanerne bruciati dall’inconcludenza della sua azione amministrativa. Oggi invece schifano il loro governo e lanciano segnali d’amore verso Tsipras, in attesa di vivere quella che, se Siriza non effettuerà una svolta nella politica annunciata, potrà diventare una nuova tragedia greca.




BERLUSCONI TRANQUILLIZZA RENZI SU RIFORME

Redazione

Tre giorni fa, alla riunione dei senatori, l'ultimo scontro: da una parte Verdini e Romani, dall'altra Renato Brunetta. Quando il capogruppo di FI alla Camera il giorno dopo ha cercato di rinviare il voto sulle riforme c'e' stata, secondo quanto riferito da fonti parlamentari, una telefonata tra Silvio Berlusconi e l'ex ministro della Funzione Pubblica. Anche in quella circostanza il Cavaliere si e' limitato ad invitare l'esponente azzurro a non deviare dalla linea del 'Patto del Nazareno'. Io vado avanti per questa strada, se non va bene posso sempre essere sostituito, e' stata la risposta.

Ma e' oggi che per la prima volta l'ex premier ha espresso pubblicamente la sua irritazione per i continui distinguo da parte di Brunetta. Lo ha invitato a cambiare atteggiamento e se Brunetta rimanda la 'querelle' all'appuntamento di mercoledi' prossimo e' perche' i malpancisti sono convinti di poter ampliare l'area dei 'frondisti' e sbarrare la strada al percorso individuato dal premier Matteo Renzi. La richiesta e' nota: posticipare il passaggio alle Camere della legge elettorale e del pacchetto costituzionale a dopo l'elezione del presidente della Repubblica. Ma gia' ieri sera Berlusconi ai suoi aveva ribadito la sua intenzione di rispettare i patti, convinto che il Renzi concordera' proprio con gli azzurri un nome per la sostituzione di Napolitano.

Questa mattina Verdini avrebbe fatto sentire la sua voce, ribadendo al Cavaliere – dicono fonti parlamentari di FI – che non possono esserci due linee. Da qui la decisione di Berlusconi di mettere fine alle polemiche. Io non c'entro nulla, ha fatto sapere ai suoi Raffaele Fitto. Ma lo scontro di oggi potrebbe portare anche a delle conseguenze in settimana visto che la riunione di gruppo alla Camera si potrebbe trasformare, spiega un esponente di FI di primo piano, in una sorta di sfiducia a chi guida i deputati. Una 'mossa' che Berlusconi ha sempre negato di voler compiere ma che non e' esclusa alla luce della 'delegittimazione' odierna. FI vuole a tutti i costi essere sul tavolo delle trattative sul Quirinale: i nomi di Amato e Mattarella – le ipotesi al momento piu' accreditate per il Colle – agli azzurri vanno benissimo.

Per ora il Capo dell'esecutivo non scopre le carte, ha fornito solo il metodo e tratteggiato un identikit che lascia in gioco tutti i papabili al Quirinale emersi in questi giorni. Alla direzione del Pd non c'e' stato uno scontro tra la minoranza e la maggioranza del partito, ma l'annunciata fuoriuscita di Sergio Cofferati potrebbe pesare sul clima interno al partito. Nel centrodestra Alfano e Berlusconi hanno concordato di vedersi martedi' o mercoledi' per portare avanti un patto di responsabilita' che veda proprio FI, Pd e l'area popolare capaci di arrivare all'individuazi9one di una figura entro il quarto scrutinio. Da questo patto verrebbero esclusi la Lega e il Movimento 5 stelle, con Salvini e Grillo che per ora si sfilano anche se anche loro vogliono essere della partita




QUIRINALE: ROMANO PRODI NON NE VUOLE SAPERE, MATTEO RENZI IN ALTOMARE

Redazione

Nulla di fatto, è tutto in altomare.Non e' venuto fuori il nome del candidato, e nemmeno quello di qualche candidato sgradito, ma alla direzione del Pd Matteo Renzi apre ufficialmente le danze in vista della competizione, con il Quirinale come posta, che iniziera' il 29 gennaio alle 15. Se dovessimo fallire, avverte, a fallire sarebbe il Pd. Meglio evitare allora di creare le condizioni per un replay del 2013. Un esplicito richiamo alla disciplina di partito, il suo, proprio per scongiurare l'incubo dei 101 che, quasi due anni fa, tagliarono le gambe a Romano Prodi prima e Pier Luigi Bersani poi. "Niente ironie e demagogie, il Presidente della Repubblica, si fa cercando di coinvolgere tutti", premette. Ma poi aggiunge molto meno ecumenico: "Nessuno ha il diritto di mettere veti, nemmeno tra di noi". La minoranza interna e' avvisata. Stesso trattamento anche per alleati e possibili interlocutori. I primi vengono soprattutto blanditi: ""I nostri alleati di governo saranno insieme a noi in questa sfida. E saranno le prime persone con cui riflettere". I secondi quasi minacciati: "Il Presidente della Repubblica si prova a fare con gli altri. Berlusconi ha votato gli ultimi due presidenti della Repubblica. I Cinque Stelle se vogliono stare al tavolo ci stiano. Noi abbiamo dato loro la possibilita'. Sta a loro scegliere se essere parte del gioco istituzionale. Spero possano cogliere l'occasione. Noi possiamo fare anche senza di loro, ma speriamo di fare con loro". Nelle pieghe, un messaggio di pace a Silvio Berlusconi, mentre un passaggio secondario viene usato per polemizzare con Renato Brunetta, uno dei capi della corrente dissenziente all'interno di Forza Italia. Il risultato promesso da Renzi e' che il Pd si presentera' all'appuntamento con da forza tranquilla, e soprattutto con un nome in tasca."Nelle 24 ore precedenti al primo voto si deve arrivare a formalizzare la proposta del Pd riunendo i gruppi, e i grandi elettori", scandisce. Da lontano, Romano Prodi gli manda a dire un garbato "sto passando una fase molto interessante e molto creativa della mia vita. Non voglio piu' essere in mezzo a queste tensioni e a questi problemi". Nessuno conti su di lui, insomma. Tantomeno per l'annuncio del candidato da fare prima della prima votazione. Renzi quell'annuncio vuole darlo. Dopo, beninteso, aver sentito gli altri. Ma nessuno avra' la possibilita' di porre un veto. Sarebbe un fallimento.




RAPPORTO GENITORI FIGLI: AVRO' CURA DI TE

A cura della dott.ssa Catia Annarilli Psicologa Psicoterapeuta – Centro Psicologia Castelli Romani

Gli esseri umani hanno una predisposizione innata a formare relazioni di attaccamento con le figure genitoriali perché queste relazioni hanno la funzione di protezione e di accudimento per garantire la sopravvivenza dei piccoli.

L’attaccamento caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba! diceva J. Bowlby

Sostenere che un bambino ha un attaccamento sta a significare che egli avverte il bisogno di avere la vicinanza ed il contatto fisico con una persona di riferimento  soprattutto in situazioni particolari come quelle di disagio.
L’attaccamento non è solo un comportamento, non è solo un legame di affetto ma è un sistema motivazionale, un’attività mentale complessa che organizza sia l’esperienza emozionale che i comportamenti interpersonali ed elabora la rappresentazione mentale che si ha di se stessi nel rapporto con l’altro.
Ha una base innata ma è influenzabile dall’esperienza, non è però influenzabile da situazioni momentanee, perdura nel tempo dopo essersi strutturato nei primi mesi di vita intorno ad una unica figura di riferimento che solitamente coincide con la madre, ma non è escluso che anche un padre o una nonna possano diventare figure di attaccamento significative e valide.
La presenza rassicurante della madre permette al bambino di esplorare il mondo circostante. La vicinanza protettiva della madre con comportamenti come il tenere in braccio, rispondere prontamente al pianto, coccolarlo, accarezzarlo permette al bambino di integrare gli aspetti positivi e negativi delle esperienze vissute, di sviluppare una capacità comunicativa, di definire i confini corporei del proprio Sé.
Le relazioni di attaccamento si stabiliscono verso più persone oltre alla madre in una gerarchia di importanza comprendendo anche il papà o i nonni o altre figure di accudimento significative.
La qualità dell’esperienza definisce la sicurezza dell’attaccamento in base alla sensibilità ed empatia della madre o di chi ha il compito di prendersi cura del piccolo e contribuisce alla creazione di modelli operativi interni che caratterizzano i comportamenti relazionali futuri.
Con la crescita l’attaccamento si modifica: da un investimento iniziale unico ed esclusivo sulla madre comincerà a coinvolgere e ad interessare anche altre figure prima interne e poi esterne alla famiglia, fino a ridursi. Nell’adolescenza prima e poi nell’età adulta la persona avrà maturato la capacità di separazione dalle prime figure di accudimento e sperimenterà la bellezza di legarsi a nuove figure di attaccamento come un amico o una fidanzata.

Le Fasi dell’attaccamento

J. Bowlby riteneva che l’attaccamento si sviluppasse attraverso alcune fasi, e che potesse essere di tipo "sicuro" o "insicuro". Un attaccamento di tipo sicuro si ha se il bambino sente di avere dalla figura di riferimento protezione, senso di sicurezza, affetto; in un attaccamento di tipo insicuro invece il bambino riversa sulla figura di riferimento comportamenti e sentimenti come instabilità, prudenza, eccessiva dipendenza, paura dell’abbandono.
Si identificano quattro fasi attraverso le quali si sviluppa il legame di attaccamento:
–    dalla nascita fino alle otto-dodici settimane: il neonato non è in grado di discriminare le persone che lo circondano anche se può riuscire a riconoscere, attraverso l’odore e la voce, la propria madre. Superate le dodici settimane il piccolo comincia a dare maggiori risposte agli stimoli sociali. In un secondo momento il bambino, pur mantenendo comportamenti generalmente cordiali con chi lo circonda, metterà in atto modi di fare sempre più selettivi, soprattutto con la figura materna;
–    sesto /settimo mese, il neonato diviene maggiormente discriminante nei confronti della persone con le quali entra in contatto;
–    dal nono mese l’attaccamento con la figura di accudimento si fa stabile e visibile: il neonato richiama l’attenzione della figura di riferimento, la saluta, la usa come base per esplorare l’ambiente, ricerca in lei protezione in particolare se si trova a cospetto di un estraneo;
–    il comportamento di attaccamento è stabile e profondo fino a circa tre anni, età in cui il bambino acquisisce la capacità di mantenere tranquillità e sicurezza in un ambiente sconosciuto; deve però essere in compagnia di figure di riferimento secondarie, ed avere la certezza che la mamma faccia faccia presto ritorno.

I tipi di attaccamento

–    stile "sicuro": il bambino esplora l'ambiente e gioca sotto lo sguardo vigile della madre con cui interagisce; quando la madre esce e rimane con lo sconosciuto il bambino è visibilmente turbato. Al ritorno della madre si tranquillizza e si lascia consolare.
–    stile "insicuro-evitante": il bambino esplora l'ambiente ignorando la madre, è indifferente alla sua uscita e non si lascia avvicinare al suo ritorno.
–    stile "insicuro-ambivalente": il bambino ha comportamenti contraddittori nei confronti della madre, a tratti la ignora, a tratti cerca il contatto. Quando la madre se ne va e poi ritorna risulta inconsolabile.
–    stile "disorganizzato": il bambino mette in atto dei comportamenti stereotipici, ed è sorpreso/stupefatto quando la madre si allontana.

Attraverso una serie di sperimentazioni (strange situation , M. Ainsworth e J. Bowlby) si è potuto notare come il comportamento di attaccamento, osservato tra la madre e il suo bambino, oltre a fornire protezione al piccolo, serviva a costituire una "base sicura" a cui il bambino potesse ritornare nelle fasi di esplorazione dell'ambiente circostante. Questa "base sicura" permette così di promuovere nel bambino un senso di fiducia in se stesso, favorendone progressivamente l'autonomia.

E’ importante che il legame di attaccamento si sviluppi in maniera adeguata in quanto da esso dipende un buon sviluppo della persona. La qualità della precoce esperienza con la figura di attaccamento caratterizzerà poi tutte le successive relazioni divenendo una aspetto della personalità dell’individuo e un modello relazionale per i rapporti futuri

Dott.ssa Catia Annarilli
Psicologa – psicoterapeuta

Cell. 347.130714  dott.catia.annarilli@cpcr.it 
www.centropsicologiacastelliromani.it
Piazza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale

 




CARABINIERI: TIFO DA STADIO PER LE NUOVE TECNICHE D' IMMOBILIZZAZIONE!

di Matteo La Stella

L'otto Gennaio del 2015 il comando generale dell'Arma dei Carabinieri, nella fattispecie il II Reparto-SM-Ufficio Operazioni, emana una circolare, utile a rettificare le tecniche di immobilizzazione durante gli interventi su soggetti “in stato di agitazione psicofisica conseguente a patologie o causato dall'abuso di alcool e/o sostanze stupefacenti”, lasciando tutti gli altri punti della circolare precedentemente emanata invariati, con l'aggiunta di una sequenza di istruzioni fotografiche, adatte a combattere la scarsa affluenza nelle sale cinematografiche piuttosto che ad effettuare un arresto.
Da agenti ad attori il passo sembra breve. I protagonisti del “Fotoromanzo Di Un Arresto” sono due Carabinieri in divisa e un terzo individuo nei panni dell' “antagonista della legge” . Nel primo fermo immagine i due guardano il “cattivo” che, negli scatti successivi, con abili mosse in sincronizzate, degne delle migliori gemelle Kessler, verrà bloccato e arrestato. Rapportare questo scenario alla realtà risulta difficile. In concreto un tutore della legge dovrebbe avere a che fare nel suo quotidiano con degli esseri inanimati che, come il finto “cattivo” delle illustrazioni non si sognerebbero mai di opporre resistenza. Peccato che i trasgressori ogetto della circolare siano in stato di agitazione psicofisica e ad un passo dalle manette, fondamentale che non giova di certo alla loro tranquillità ma che, al contrario, funge da incentivo alla resistenza.

Anche i punti precedenti della circolare, quelli rimasti invariati, non sono però da sottovalutare in quanto a paradossi. Nel punto 3 ad esempio, alla lettera a, si intima all'agente di isolare l'area dell'intervento adottando iniziative idonee a ridurre i rischi. L'esempio esternato dalla circolare per questo punto è un intervento in casa, dove, al malcapitato agente, è intimato di improvvisarsi tecnico e di interrompere l'erogazione di luce e gas prima ancora di agire. Fatto questo, se si scorre al comma c dello stesso punto, arriverebbe a dover filmare le condizioni del soggetto così da poterle comunicare all'equipe sanitaria. L'operazione, descritta dal punto quattro comma a, deve avvenire ad una distanza adatta a non invadere lo spazio vitale del malvivente, ma allo stesso tempo consona a tenerlo nel proprio raggio d'azione. Poi, secondo i comma c e d, camice penna e block notes, vestire i panni dello psicologo, tentando con il dialogo di farlo desistere . Sorge spontaneo pensare che i redattori di questa circolare abbiano avuto a che fare, almeno nell'ultimo periodo, con pericolosissime tastiere e stampanti laser. Gli agenti dovrebbero essere quanto meno cinque per pattuglia in modo da poter svolgere tutte le direttive assegnategli, condannati in una prigione di “linee guida” adatta ad una sceneggiatura. L'aspra realtà è un'altra cosa. Il trasgressore farà di tutto per opporsi all'arresto e il Carabiniere dovrà pensare a salvaguardarsi e a bloccare il trasgressore.
L'Arma, regista di un film che non è suo? Dovrebbe omettere i precetti impossibili dalla circolare a tutela dei prestanti servizio, vigilando sui sottoposti e impedendo che, al contrario, come già accaduto in passato, si trascenda completamente dalla morale etica di difensori della legge adottando una condotta errata nei confronti di chi, colpevole o meno, ha diritto ad un processo in tribunale, non in strada.
Dunque, le nuove istruzioni dettate dall'arma (dei Carabinieri) alle armate, simili alla carta di sicurezza di un volo low cost, sarebbero mirate ad annullare la possibilità di “equivoci” al momento dell'arresto al termine di un intervento.
La circolare precedente, emanata il 30 Gennaio 2014, di gravi equivoci ne aveva già creati abbastanza durante lo scorso anno. Caso limite è quello di Riccardo Mogherini,40 anni, che lo scorso 3 Marzo si aggirava per Firenze sotto l' effetto di sostanze stupefacenti in atteggiamenti molesti. Quattro i militari intervenuti sul posto. Poco dopo l'arrivo dell'ambulanza Mogherini cessa di vivere. A prescindere dalle indagini sui militari presenti, rinviati a giudizio, c'è una colpa che vale una vita e pesa come un macigno: riguardo la morte di Mogherini i pm parlano di asfissia.
Gli agenti nell'immobilizzare l'uomo a terra devono aver “pesato” troppo sul suo corpo, innescando nell'organismo della vittima il meccanismo rivelatosi fatale.
È doveroso sperare che questo salto a piè pari nella divulgazione delle direttive all'interno dell'Arma serva davvero a scongiurare altri incidenti inculcando agli agenti il dogma corretto, così da non trasformare i turni di lavoro in vere e proprie tragedie per tutti i soggetti coinvolti.




QUIRINALE, SERRACCHIANI: "SENZA BERLUSCONI NON SI PUO' ELEGGERE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA"

Redazione

"Vedremo cosa si vota, e se io sono immediatamente in condizione di partecipare". Giorgio Napolitano si e' gia' insediato a Palazzo Giustiniani e le sue poche battute con i cronisti confermano che il ruolo del Presidente emerito non sara' quello di semplice spettatore del confronto politico. Si parla di legge elettorale ma tanto quella, in agenda al Senato, quanto la riforma costituzionale, alla Camera, finiscono per risentire del capitolo aperto proprio dalle dimissioni dell'inquilino del Colle.

Le opposizioni tornano anche oggi a chiedere un 'time out' che accantoni il voto sulle riforme fino all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica e, infatti, alla Camera i lavori procedono a rilento. Frutto dell'ostruzionismo M5S ma anche delle barricate FI a sostegno di una sessione 'quirinalizia' sgombra da altri argomenti sul tappeto.

E la partita del Quirinale si annuncia, ovviamente, serrata. "E' opportuno scegliere qualcuno dal fronte dei moderati", chiede Maurizio Gasparri che apertamente dice "vogliamo una persona che ci rappresenti". "Senza Berlusconi non si puo' eleggere il nuovo Presidente della Repubblica", conviene dal Pd Debora Serracchiani. Vero e' che l'Ncd Fabrizio Cicchitto mette i puntini sulle i e avverte: "Siccome i numeri in questa materia hanno valenza politica, per eleggere il nuovo Presidente non possono bastare ne' un partito solo (Pd) ne' due partiti (Pd e FI). Sarebbe addirittura auspicabile che fra Ncd-Udc e FI ci fosse una qualche intesa, in modo da condizionare piu' efficacemente Renzi e Pd".

E', come sempre in queste circostanze, il tempo delle parole pubbliche e delle trattative riservate, e ognuno fa i conti con le esigenze tattiche nei rapporti con gli altri partiti ma anche in casa propria, con le rispettive correnti.

Vedi Silvio Berlusconi, che vorrebbe riannodare i fili del dialogo con Raffaele Fitto, forte di un pacchetto di voti di almeno una quarantina di parlamentari, in un partito dove l'ala 'anti Nazareno' non molla. Prova ne sia il duro scontro di ieri sera, nel corso di un vertice 'azzurro' a palazzo Grazioli, tra Renato Brunetta e Denis Verdini. Oggetto del contendere, la riforma elettorale, con Verdini, vistosamente irritato spiegano alcuni dei presenti, a legarla all'accordo con il Pd, viatico per essere coprotagonisti della partita Quirinale. E' finita, dicono le stesse fonti, con parole grosse tra i due.
  "Dal dibattito e' emersa un'apertura al confronto e sono state accolte molte proposte alternative. E' ovvio che non si puo' accettare che richieste continue di modifica siano un modo per bloccare la riforma", avverte il governo, con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.




NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: FERDINANDO IMPOSIMATO NEL TOTO COLLE

Ferdinando Imposimato simbolo della giustizia, grande difensore della costituzione italiana, alto valore morale:” Il mio sogno è l'eguaglianza collettiva dei diritti sociali, al lavoro dignitoso, alla casa, alla scuola pubblica, alla salute, al reddito sociale, all'ambiente, che dia ad ogni uomo il posto che gli spetta nella società, senza settori marginali, un'Italia solidale contro le ingiustizie che la distruggono. I governanti non devono perseguire il vantaggio loro o dei gruppi che li sostengono, ma il bene della intera collettività, che deve prevalere sul bene dei pochi. Se tutta la nazione è prospera, arreca più vantaggi a tutti che se è fortunata in pochi uomini, ma va in rovina nel suo complesso.” Ma perche cercare altrove, un tale innovatore della giustizia sociale?

di Cinzia Marchegiani

Ieri Giorgio Napolitano ha firmato le sue dimissioni. Si è congedato dai suoi cittadini con un sono stanchissimo, e poi “Il Quirinale bello, ma un po' una prigione"…non un cenno a questa barca Italia persa ormai in alto mare, ferma nell’occhio di una tempesta perfetta, cosa ci lascia questo Presidente? Lascia montagne non scalate, azioni forti  ferme i incagliate in tanti interrogativi in un momento storico in cui doveva emergere con audacia una grande volontà. Lascia un grande vuoto, tutto quello che non è stato fatto per difendere questo paese alla deriva. Sarà ricordato come il Presidente di un parlamento eletto con una legge incostituzionale,che ha nominato due Presidenti del Consiglio dei Ministri nonostante Matteo Renzi e Mario Monti non fossero stati eletti da nessuno. Ora il parlamento, sempre quel parlamento… dovrà a breve eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, Laura Boldrini ha convocato il Parlamento in seduta per il prossimo 29 gennaio 2015. 

Chi sarà il nostro nuovo Presidente? La rosa dei papabili è ampia e come spesso accade, il Presidente diventa un compromesso di un risultato di una guerra interna al Parlamento, troppo spesso lontano dall’individuare un nome estraneo a certi giochi politici, espressione della vera società civile, il garante prima di tutto della Costituzione Italiana, il vero fondamento e guida delle radici di questa nazione.

Ferdinando Imposimato sta rappresentando con forza la figura che in tanti anni è mancata a guida di questa sfortunata e patetica italietta, quelle delle mezze misure, delle poche risoluzioni, della incapace prepotenza di riscattare un orgoglio scritto col sangue dai nostri antenati. Insomma un uomo retto, non è un caso se nel 1985 il il "Times" gli dedica un'intera pagina definendolo lo scudisciatore della mafia, mentre la rivista "Reader’s Digest” gli dedica un servizio per le sue inchieste su terrorismo e mafia e un libro dell'ONU lo sceglie, nell'anno della gioventù, come "Il Simbolo della Giustizia".
Alcuni dicono troppo in la con lìetà….che stranezza!! Come non si può non usufrire di un concentrato di grandi virtù umane ed etiche, e del suo patrimonio non solo umano, ma di grandi battaglie storiche contro il terrorismo e la mafia !?Imposimato, un magistrato, un avvocato e politico, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, come grande esempio, ha vissuto una vita e la sua professione senza mai risparmiarsi, lui occupato contro la cosa nostra e la camorra, giudice istruttore proprio nei casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato al Papa Giovanni Paolo II nel 1981, dell’omicidio del vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione può dare una sferzata energica al declino di questo paese, che ha bisogno ora più che mai di una forte guida.
Per la partecipazione sempre forte e vissuta in società senza veli e ipocrisie dalla rivista francese Le Point nel 1984 viene designato “Uomo dell'Anno-Giudice Coraggio” e riceve il premio dedicato a Carlo Alberto Dalla Chiesa per avere proseguito le sue battaglie al servizio della giustizia nonostante le minacce ricevute e l'assassinio del fratello. Nel 1986 a causa delle continue minacce della camorra deve purtroppo lasciare la magistratura, le stesse minacce che nel 1983 diventano certezza con l’uccisione di Franco Imposimato, suo fratello.
Nel 2011 ha denunciato il governo degli Stati Uniti d’America alla corte penale internazionale, perché, a suo parere, sarebbe stato a conoscenza degli imminenti attentati dell’11 settembre 2001 ma non avrebbe fatto nulla per fermarli. La sua posizione è netta anche rispetto al il cosiddetto gruppo Bilderberg, affermando che sarebbe stato il mandante le stragi commesse durante la stretegiua della tensione in Italia, oltre che agli attentati in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
E proprio in suo nome è partita una petizione su Change.org “Per indicare la candidatura del Giudice Ferdinando Imposimato quale persona degna di rivestire il ruolo di Presidente della Repubblica:” un Presidente per gli Italiani, affinché il Popolo possa trovare una figura di garanzia dei diritti democratici, e creare un' ALLEANZA PER LA VITA grazie alla quale ridare sovranità alla Nazione. Per l' onestà ed il coraggio con cui il Giudice Ferdinando Imposimato ha sempre perseguito la verità e difeso la Costituzione lo ringraziamo, e proponiamo la sua persona quale migliore candidato a rivestire l' incarico di Presidente della Repubblica Italiana. Questo è il link della petizionehttps://www.change.org/p/senato-della-repubblica-per-indicare-la-candidatura-del-giudice-ferdinando-imposimato-quale-persona-degna-di-rivestire-il-ruolo-di-presidente-della-repubblica

Lasciamo ai nostri lettori una riflessione dello stesso Ferdinando Imposimato che ha voluto condividere con molti italiani che lo sostengono con affetto e immensa stima:

«La politica è ancora condizionata da chi ha il peso maggiore di questa crisi e tenta riforme eversive della Costituzione . La maggioranza anziché pensare al bene comune , difende i privilegi di pochi garantendo, con leggi fasciste del 1930, l'impunità di corrotti e corruttori, criminalizzando chi difende la vita e l'ambiente. La situazione sociale è intollerabile; vi è una parte del nostro popolo, la maggioranza – che va dall'operaio al professore, dall'impiegato all'esodato, dal disoccupato al pensionato, dallo studente al piccolo e medio imprenditore- costretta a sopportare tutto il peso della crisi. E un'altra parte ha più di quanto abbisogni e rifiuta non solo di accettare sacrifici , ma specula sulla crisi per aumentare il proprio benessere, rendendo più penoso il sacrificio della maggioranza. Ora è ingenuo pensare di superare l'angustia di meschini interessi con il consenso dei privilegiati . Ricordiamo quanto disse Aldo Moro, la resistenza nella difesa di ingiusti privilegi deve essere contrastata con tenacia per avere una società più giusta. “Io penso che la città, se tutta quanta è prospera, arreca ai cittadini più vantaggi che se fosse fortunata in ciascuno dei suoi cittadini, ma andasse in rovina nel suo complesso”(Tucidide II ) E' ciò che dimenticano coloro che vogliono costruire la propria fortuna mantenendo gli altri nel bisogno. Bisogna avere la consapevolezza che “nessuno tra i cittadini deve ritenere di appartenere a se stesso, ma tutti allo Stato, perchè ciascuno è parte dello Stato e la cura di ciascuna parte deve tener conto della cura del tutto” (Aristotele politica VIII). Non possiamo più accettare l'assenza di molti giovani dalla vita sociale e politica, la loro indifferenza, la mancanza di ideali, il loro scetticismo. C'è un'enorme moltitudine lontana da ogni ideale, da ogni umana passione, da ogni speranza. Ciò è responsabilità di politici , me compreso, per non avere saputo creare le condizioni perché la speranza apparisse concreta e fosse giusto credere negli ideali di eguaglianza dei diritti sociali. Tuttavia non possiamo arrenderci . Bisogna agire per recuperare la forza vitale dei milioni di giovani, il loro slancio di energie, il loro spirito di giovinezza, il loro amore per la vita e la solidarietà , instillando in loro la passione per la politica e la fiducia di realizzare quel continuo ricambio attraverso il quale si verifica senza posa , nelle vere democrazie,il rinnovamento della classe politica dirigente, che non rimanga una casta chiusa, come è oggi, ma è la espressione aperta e mutevole delle forze più giovani e meritevoli della società. Un abbraccio a tutti voi con umiltà e amore.»

Imposimato rispondendo a tutti coloro che hanno firmato per la sua candidatura per Presidente della Repubblica risponde:”Cari amici vi ringrazio per il sostegno che mi avete dato e mi date con tanto amore, in questa difficile battaglia. Molti italiani me lo chiedono, non posso sottrarmi alla sfida per il bene dell'Italia.”
E allora perché cercare altrove, un tale innovatore della giustizia sociale? 




L’ITALIA HA BISOGNO DI UN GRANDE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Ferdinando Imposimato simbolo della giustizia, grande difensore della costituzione italiana, alto valore morale:” Il mio sogno è l'eguaglianza collettiva dei diritti sociali, al lavoro dignitoso, alla casa, alla scuola pubblica, alla salute, al reddito sociale, all'ambiente, che dia ad ogni uomo il posto che gli spetta nella società, senza settori marginali, un'Italia solidale contro le ingiustizie che la distruggono. I governanti non devono perseguire il vantaggio loro o dei gruppi che li sostengono, ma il bene della intera collettività, che deve prevalere sul bene dei pochi. Se tutta la nazione è prospera, arreca più vantaggi a tutti che se è fortunata in pochi uomini, ma va in rovina nel suo complesso.” Ma perche cercare altrove, un tale innovatore della giustizia sociale?

di Cinzia Marchegiani

Ieri Giorgio Napolitano ha firmato le sue dimissioni. Si è congedato dai suoi cittadini con un sono stanchissimo, e poi “Il Quirinale bello, ma un po' una prigione"…non un cenno a questa barca Italia persa ormai in alto mare, ferma nell’occhio di una tempesta perfetta, cosa ci lascia questo Presidente? Lascia montagne non scalate, azioni forti  ferme i incagliate in tanti interrogativi in un momento storico in cui doveva emergere con audacia una grande volontà. Lascia un grande vuoto, tutto quello che non è stato fatto per difendere questo paese alla deriva. Sarà ricordato come il Presidente di un parlamento eletto con una legge incostituzionale,che ha nominato due Presidenti del Consiglio dei Ministri nonostante Matteo Renzi e Mario Monti non fossero stati eletti da nessuno. Ora il parlamento, sempre quel parlamento… dovrà a breve eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, Laura Boldrini ha convocato il Parlamento in seduta per il prossimo 29 gennaio 2015. 

Chi sarà il nostro nuovo Presidente? La rosa dei papabili è ampia e come spesso accade, il Presidente diventa un compromesso di un risultato di una guerra interna al Parlamento, troppo spesso lontano dall’individuare un nome estraneo a certi giochi politici, espressione della vera società civile, il garante prima di tutto della Costituzione Italiana, il vero fondamento e guida delle radici di questa nazione.

Ferdinando Imposimato sta rappresentando con forza la figura che in tanti anni è mancata a guida di questa sfortunata e patetica italietta, quelle delle mezze misure, delle poche risoluzioni, della incapace prepotenza di riscattare un orgoglio scritto col sangue dai nostri antenati. Insomma un uomo retto, non è un caso se nel 1985 il il "Times" gli dedica un'intera pagina definendolo lo scudisciatore della mafia, mentre la rivista "Reader’s Digest” gli dedica un servizio per le sue inchieste su terrorismo e mafia e un libro dell'ONU lo sceglie, nell'anno della gioventù, come "Il Simbolo della Giustizia".
Alcuni dicono troppo in la con lìetà….che stranezza!! Come non si può non usufrire di un concentrato di grandi virtù umane ed etiche, e del suo patrimonio non solo umano, ma di grandi battaglie storiche contro il terrorismo e la mafia !?Imposimato, un magistrato, un avvocato e politico, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, come grande esempio, ha vissuto una vita e la sua professione senza mai risparmiarsi, lui occupato contro la cosa nostra e la camorra, giudice istruttore proprio nei casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato al Papa Giovanni Paolo II nel 1981, dell’omicidio del vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione può dare una sferzata energica al declino di questo paese, che ha bisogno ora più che mai di una forte guida.
Per la partecipazione sempre forte e vissuta in società senza veli e ipocrisie dalla rivista francese Le Point nel 1984 viene designato “Uomo dell'Anno-Giudice Coraggio” e riceve il premio dedicato a Carlo Alberto Dalla Chiesa per avere proseguito le sue battaglie al servizio della giustizia nonostante le minacce ricevute e l'assassinio del fratello. Nel 1986 a causa delle continue minacce della camorra deve purtroppo lasciare la magistratura, le stesse minacce che nel 1983 diventano certezza con l’uccisione di Franco Imposimato, suo fratello.
Nel 2011 ha denunciato il governo degli Stati Uniti d’America alla corte penale internazionale, perché, a suo parere, sarebbe stato a conoscenza degli imminenti attentati dell’11 settembre 2001 ma non avrebbe fatto nulla per fermarli. La sua posizione è netta anche rispetto al il cosiddetto gruppo Bilderberg, affermando che sarebbe stato il mandante le stragi commesse durante la stretegiua della tensione in Italia, oltre che agli attentati in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
E proprio in suo nome è partita una petizione su Change.org “Per indicare la candidatura del Giudice Ferdinando Imposimato quale persona degna di rivestire il ruolo di Presidente della Repubblica:” un Presidente per gli Italiani, affinché il Popolo possa trovare una figura di garanzia dei diritti democratici, e creare un' ALLEANZA PER LA VITA grazie alla quale ridare sovranità alla Nazione. Per l' onestà ed il coraggio con cui il Giudice Ferdinando Imposimato ha sempre perseguito la verità e difeso la Costituzione lo ringraziamo, e proponiamo la sua persona quale migliore candidato a rivestire l' incarico di Presidente della Repubblica Italiana. Questo è il link della petizionehttps://www.change.org/p/senato-della-repubblica-per-indicare-la-candidatura-del-giudice-ferdinando-imposimato-quale-persona-degna-di-rivestire-il-ruolo-di-presidente-della-repubblica

Lasciamo ai nostri lettori una riflessione dello stesso Ferdinando Imposimato che ha voluto condividere con molti italiani che lo sostengono con affetto e immensa stima:

«La politica è ancora condizionata da chi ha il peso maggiore di questa crisi e tenta riforme eversive della Costituzione . La maggioranza anziché pensare al bene comune , difende i privilegi di pochi garantendo, con leggi fasciste del 1930, l'impunità di corrotti e corruttori, criminalizzando chi difende la vita e l'ambiente. La situazione sociale è intollerabile; vi è una parte del nostro popolo, la maggioranza – che va dall'operaio al professore, dall'impiegato all'esodato, dal disoccupato al pensionato, dallo studente al piccolo e medio imprenditore- costretta a sopportare tutto il peso della crisi. E un'altra parte ha più di quanto abbisogni e rifiuta non solo di accettare sacrifici , ma specula sulla crisi per aumentare il proprio benessere, rendendo più penoso il sacrificio della maggioranza. Ora è ingenuo pensare di superare l'angustia di meschini interessi con il consenso dei privilegiati . Ricordiamo quanto disse Aldo Moro, la resistenza nella difesa di ingiusti privilegi deve essere contrastata con tenacia per avere una società più giusta. “Io penso che la città, se tutta quanta è prospera, arreca ai cittadini più vantaggi che se fosse fortunata in ciascuno dei suoi cittadini, ma andasse in rovina nel suo complesso”(Tucidide II ) E' ciò che dimenticano coloro che vogliono costruire la propria fortuna mantenendo gli altri nel bisogno. Bisogna avere la consapevolezza che “nessuno tra i cittadini deve ritenere di appartenere a se stesso, ma tutti allo Stato, perchè ciascuno è parte dello Stato e la cura di ciascuna parte deve tener conto della cura del tutto” (Aristotele politica VIII). Non possiamo più accettare l'assenza di molti giovani dalla vita sociale e politica, la loro indifferenza, la mancanza di ideali, il loro scetticismo. C'è un'enorme moltitudine lontana da ogni ideale, da ogni umana passione, da ogni speranza. Ciò è responsabilità di politici , me compreso, per non avere saputo creare le condizioni perché la speranza apparisse concreta e fosse giusto credere negli ideali di eguaglianza dei diritti sociali. Tuttavia non possiamo arrenderci . Bisogna agire per recuperare la forza vitale dei milioni di giovani, il loro slancio di energie, il loro spirito di giovinezza, il loro amore per la vita e la solidarietà , instillando in loro la passione per la politica e la fiducia di realizzare quel continuo ricambio attraverso il quale si verifica senza posa , nelle vere democrazie,il rinnovamento della classe politica dirigente, che non rimanga una casta chiusa, come è oggi, ma è la espressione aperta e mutevole delle forze più giovani e meritevoli della società. Un abbraccio a tutti voi con umiltà e amore.»

Imposimato rispondendo a tutti coloro che hanno firmato per la sua candidatura per Presidente della Repubblica risponde:”Cari amici vi ringrazio per il sostegno che mi avete dato e mi date con tanto amore, in questa difficile battaglia. Molti italiani me lo chiedono, non posso sottrarmi alla sfida per il bene dell'Italia.”
E allora perché cercare altrove, un tale innovatore della giustizia sociale?