SCHIFANI: UN PROIETTILE DALLA MAFIA, "PAGHERAI PER IL SEQUESTRO BENI"

Redazione

Un bossolo di proiettile di medio calibro, avvolto in un foglio contenente minacce, e' stato recapitato lunedi' mattina – ma la notizia si e' appresa soltanto adesso – nella cassetta postale dello studio professionale di Palermo del senatore Renato Schifani, avvocato ed ex presidente dell'assemblea di Palazzo Madama. A trovarlo sono stati i componenti della segreteria dell'esponente politico, che hanno fatto subito scattare l'allarme. Nella lettera si fa riferimento al fatto che di recente Schifani, in alcune interviste seguite all'archiviazione dell'indagine per mafia contro di lui, ha citato come merito della propria attivita' contro Cosa nostra il varo delle norme sul sequestro per equivalente dei patrimoni, mafiosi e non solo, acquisiti illecitamente e oggetto di compravendite con terzi di buona fede. La frase minacciosa rivolta a Schifani recita (non testualmente): "Ci hai fatto togliere i soldi e te ne sei vantato. Pagherai, morirai".
  L'episodio si inserisce in un contesto segnato dalle minacce ai magistrati e dalle dichiarazioni del neopentito Vito Galatolo, circa i piani di morte contro il pm Nino Di Matteo.
  Schifani e' esponente del Nuovo Centrodestra e ne e' uno dei leader, assieme al ministro dell Interno, Angelino Alfano e al deputato regionale siciliano Francesco Cascio. L'inchiesta sull'ex presidente del Senato ipotizzava il concorso in associazione mafiosa ed e' stata chiusa con l'archiviazione, su richiesta dello stesso pm Di Matteo e del suo collega Paolo Guido.
  Il senatore e' ancora scortato da cinque uomini e dispone di due auto blindate. La legge sui patrimoni e sui sequestri per equivalente, inserita nel pacchetto sicurezza del 2008, per salvaguardare i diritti dei terzi di buona fede, "aggredisce" altri beni o altri pezzi del patrimonio dei mafiosi, dei criminali, dei corrotti, sequestrandoli e poi confiscandoli per una cifra "equivalente" a quella oggetto dell'affare illecito.
  Renato Schifani non vuole commentare, per adesso, l'episodio, ma ribadisce l'importanza di quella legge




MATTEO RENZI CONTRO I SINDACATI: VOI SCIOPERATE E IO CREO LAVORO!

Redazione

Sempre in contrasto con i sindacati il premier Matteo Renzi.  "Invidio chi passa il tempo a organizzare gli scioperi, a inventarsi motivi per scioperare, non parlo dei lavoratori ma dei sindacalisti, ci sono stati piu' scioperi in queste settimane che contro gli altri governi.
Io non mi occupo di organizzare scioperi ma di creare lavoro". Cosi' il premier Matteo Renzi, parlando a Rtl 102,5, commenta la decisione di Cgil e Uil di indire lo sciopero generale e l'Agi riporta la notizia.
 "Negli ultimi mesi abbiamo recuperati 160.000 posti di lavoro, anche se ancora non basta perche' ne e' stato perso un milione.
 Io ho profondo rispetto per chi sciopera, lo sciopero e' un diritto costituzionale garantito, ma il governo in questo momento sta cercando di rimettere in piedi il Paese".
 Insomma, "io non mi rassegno – afferma il premier-: possono fare gli scioperi, ma abbiamo promesso che cambieremo e, piaccia o non piaccia a sindacalisti oppositori e gufi, cambieremo il paese perche' lo abbiamo promesso agli italiani".
 Agli ascoltatori che si mostrano stanchi del nostro Paese, Renzi spiega: "trovo un paese diviso in due, una parte di persone sono stanche e rassegnate, ma chi oggi in Italia continua a tener duro sta cominciando ad avere risultati.
 L'export continua a crescere, l'Italia deve rimettere a posto le cose in casa per tornare a essere quel che merita".
  Il presidente del consiglio spera di riuscire ad evitare il ricorso al voto di fiducia, anche se "Si', siamo pronti a mettere la fiducia se servisse, lo valuteremo al momento giusto, a ieri sembrava non vi fosse bisogno di mettere la fiducia. Vedremo".
  Per Renzi "Salvini e Camusso sono facce della stessa medaglia, li rispetto, fanno il loro lavoro, ma loro sono i leader della protesta, mentre io devo governare".
  In questo momento, invece di tirare Giorgio Napolitano per la giacchetta e' meglio varare le riforme per rispondere ai suoi appelli. Renzi torna sulle possibili dimissioni del Capo dello Stato e afferma che "il presidente della Repubblica e' un galantuomo di grande levatura, nel 2013 tutti i partiti politici nell'incapacita' di trovare un successore lo hanno pregato di avere un nuovo mandato, lui ha accettato, ha fatto un discorso durissimo sulla necessita' di fare le riforme e tutti hanno applaudito. Quando dico che bisogna fare la legge elettorale e le riforme velocemente e' perche' se quel messaggio di Napolitano deve essere preso sul serio, il presidente della Repubblica ha il diritto di vedere il Parlamento discutere le riforme". Insomma, "che prima o poi decida di lasciare sta nelle cose, decidera' lui, nessuno ha il diritto di tirargli la giacchetta, nemmeno io anche se spero che resti il piu' a lungo possibile. Ma quando decidera' dovra' avere ila gratitudine di tutti perche' in alcuni momenti senza Napolitano il Paese sarebbe stato in difficolta'".
  Quanto alla richiesta del Pg di Cassazione di applicare la prescrizione sulla vicenda Eternit "Cambieremo i tempi del processo e le regole del gioco della prescrizione", dice Renzi. "Da cittadino italiano mi colpisce e mi fanno venire un po' di brividi le interviste ai familiari, a vedove e figlie che mostrano una dignita' straordinaria perche' credono nella giustizia piu' di quanto a volta fa un servitore dello Stato. E continuano a combattere, con l'idea di aggrapparsi al tema della giustizia come etica del Paese" ha proseguito. Dal punto di vista del merito, ha detto Renzi, "o quella vicenda non e' un reato, o se e' un reato ma e' prescritto bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione. Ci sono dei dolori che non hanno tempo. Dobbiamo far in modo che i processi siano piu' veloci, e dobbiamo cambiare la prescrizione"




SILVIO BERLUSCONI AI PENSIONATI: "ANDATE A VOTARE, VE LO DICE UN VOSTRO COETANEO"

Redazione

Silvio Berlusconi si rivolge direttamente ai suoi "coetanei" pensionati, per esortarli ad andare a votare, in vista delle elezioni regionali e in previsione futura, quando ci saranno le prossime elezioni politiche.
In un passaggio di una lunga lettera, composta di una serie di allegati, inviata a tutti i parlamentari, dirigenti e amministratori locali azzurri in occasione del 'No tax day' che si terra' il 29 e 30 novembre, il leader di Forza Italia si rivolge ai pensionati: "Ai nostri amici in pensione diciamo: non commettete l'errore che avete fatto alle ultime elezioni europee di rassegnarvi e di non andare a votare perche' l'Europa non vi e' simpatica e perche' non c'era Berlusconi candidato. Dovete andare a votare. Ve lo manda a dire un vostro coetaneo che Vi vuole bene, proprio lui: Silvio Berlusconi". E a loro, ai pensionati, Berlusconi promette: "Questo e' cio' che ci impegniamo a fare per voi quando saremo di nuovo, e presto, al governo: 1) aumento delle pensioni minime a 1000 euro per 13 mensilita'; 2) no tasse sulla casa di vostra proprieta';3) no tasse sui vostri risparmi, quelli che volete lasciare ai Vostri figli e ai Vostri nipoti. Non dobbiamo permettere allo Stato – prosegue – di allungare le sue mani sul frutto di cio' che avete risparmiato con una vita di lavoro e di sacrifici, quello su cui avete gia' pagato imposte pesanti; 4) Avrete assistenza medica gratuita: odontoiatria sociale (impianti dentali gratis) e oftalmologia sociale (operazione della cataratta gratis). E infine convenienze varie: cinema al pomeriggio e treno durante la settimana gratuiti, bonus taxi e bonus acquisti, veterinario gratuito una volta al mese per i Vostri amici a quattro zampe"




STRAGE BOLOGNA: MAMBRO E FIORAVANTI, CONDANNA A DUE MILIARDI DI RISARCIMENTO

Redazione

Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, i terroristi dei Nar condannati in via definitiva per la strage alla stazione di Bologna, sono stati condannati in sede civile al risarcimento danni di oltre due miliardi di lire per i danni materiali, morali, di immagine e spese processuali relativi alla strage del 2 agosto 80, che causo' 85 morti e 200 feriti. La sentenza e' arrivata dal giudice Francesca Neri della terza sezione civile del Tribunale di Bologna: la causa era stata avviata nel 2013 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero dell'Interno, parti civili nel procedimento penale, con il patrocinio dell'Avvocatura dello Stato: la causa chiedeva di fatto di quantificare il danno gia' accertato in forma generica dalle sentenze penali. E' stata cosi' stabilita la cifra di 2 miliardi 134 milioni e 273 mila euro. Soddisfazione e' stata espressa dall'Avvocatura dello Stato: "La domanda e' stata accolta cosi' come era stata formulata" commenta l'Avvocato Fausto Baldi, sottolineando i tempi celeri della decisione.




YACHT, AUTO LUSSO CON I SOLDI DELLE PENSIONI: 2 MILA DIPENDENTI TRUFFATI

Redazione

Acquistavano ville, yacht e auto di lusso appropriandosi delle ritenute previdenziali dei dipendenti. Sono piu' di 2mila le vittime del network criminale di societa' "apri e chiudi" stroncato dalla Guardia di finanza, che ha accertato una frode fiscale da oltre 45 milioni di euro.

Le fiamme gialle del Comando provinciale di Roma e i colleghi di altre 10 province hanno eseguito nel Lazio e in Toscana, Veneto, Emilia Romagna e Campania sequestri di conti correnti, quote societarie e beni immobili per un valore di oltre 22 milioni di euro. Gli 8 indagati dovranno rispondere a vario titolo di frode fiscale, riciclaggio, appropriazione indebita, distruzione delle scritture contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. L'organizzazione criminale, basata su una rigida suddivisione dei ruoli, aveva al vertice 4 soggetti di origine campana, amministratori di aziende di rilevanti dimensioni con appalti su tutto il territorio nazionale per la fornitura di manodopera (facchini, operai, operatori di call center), arrivati a gestire piu' di 2mila addetti. "Lo schema fraudolento – spiegano gli investigatori – era quello di creare, avvalendosi di teste di legno, cooperative e s.r.l. con una 'vita media' di tre o quattro anni, fatturando regolarmente i ricavi ma 'dimenticandosi' di versare qualsiasi tipo di imposta (Iva, Ires, Irap, ritenute d'acconto, contributi Inps e oneri sociali), frodando cosi', non solo il fisco per 45 milioni di euro ma anche migliaia di lavoratori". Alla maxi evasione fiscale, realizzata anche attraverso societa' con sede in Gran Bretagna, si e' affiancato, infatti, "lo spregiudicato 'saccheggio' di contributi previdenziali operati e non versati, per un totale di 4 milioni di euro, successivamente illecitamente investiti nell'acquisto di 41 terreni, yacht, auto di lusso ed immobili di pregio – sparsi tra la Toscana, l'Emilia Romagna, la Campania e il Veneto – intestati a prestanome ma, di fatto, pagati mediante assegni circolari emessi dalle societa' coinvolte nel sistema". Un sistema, illecito quanto redditizio, che era in grado di sbaragliare la concorrenza grazie a prezzi altamente competitivi e a mettere l'organizzazione in posizione di vantaggio grazie a tariffe nettamente inferiori alla media di settore. Gli elementi raccolti dai militari della Compagnia di Fiumicino in oltre due anni di indagini – coordinate dal procuratore della Repubblica di Civitavecchia, Gianfranco Amendola e dal sostituto procuratore, Lorenzo del Giudice – hanno consentito al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Civitavecchia di emettere un provvedimento di sequestro preventivo, nella forma "per equivalente", di beni mobili, conti correnti, 41 immobili e terreni per un valore complessivo di oltre 22 milioni. Con i beni sotto sequestro, quanto meno i conti con l'amministrazione fiscale potranno essere parzialmente saldati.




FEMMINICIDIO: IN UN ANNO 179 DONNE UCCISE

Redazione

Con 179 donne uccise, il 2013 ha rappresentato l'"anno nero" per il femminicidio nel nostro Paese, il piu' cruento degli ultimi sette, con un incremento del 14% rispetto al 2012. E' uno dei dati contenuti nel secondo Rapporto Eures sul femminicidio in Italia, secondo cui l'anno passato ha presentato la piu' elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, pari al 35,7% delle vittime totali (179 sui 502): nel '90, le donne uccise erano appena l'11,1% delle vittime totali. Sempre nel 2013, quasi il 70% dei femminicidi e' avvenuto in famiglia, il 92,4% per mano di un uomo.

Nel 2013 il sud diventa l'area a piu' alto rischio (75 vittime ed una crescita del 27,1% sull'anno precedente), anche a causa del decremento registrato nelle regioni del nord (-21% e 60 vittime), ma e' il centro a presentare l'incremento piu' consistente (+100%), passando le donne uccise da 22 a 44: i casi crescono nel Lazio (da 9 a 20), in Toscana (da 6 a 13), in Umbria (da 3 a 6) e nelle Marche (da 4 a 5). Proprio il Lazio, insieme alla Campania, presenta nel 2013 il piu' alto numero di femminicidi tra le regioni italiane (20): seguono Lombardia (19), Puglia (15), Toscana (13), Calabria e Sicilia (entrambe con 10 vittime).

La graduatoria provinciale vede ai primi posti Roma (con 11 femminicidi nel 2013), Torino (9 vittime) e Bari (8), seguite, con 6 vittime, da Latina, Milano, Palermo e Perugia. Anche l'anno scorso, in 7 casi su dieci (68,2%, pari a 122 in valori assoluti) i femminicidi si sono consumati all'interno del contesto familiare o affettivo, in coerenza con il dato relativo al periodo 2000-2013 (70,5%). La criminalita' comune rappresenta il secondo contesto a piu' elevato rischio, con il 16,2% delle vittime (28 in valori assoluti), davanti alle altre relazioni di prossimita' (12,7%).

Se l'autore dei femminicidi familiari risulta essere quasi sempre un uomo, sono le trasformazioni e le dinamiche del rapporto di coppia a spiegare il maggior numero dei casi. Nel 2013, infatti, il 66,4% delle vittime di femminicidio familiare ha trovato la morte per mano del coniuge, del partner o dell'ex partner (81 vittime su 122). Anche per effetto del perdurare della crisi, si rileva un forte aumento dei matricidi, spesso compiuti per "ragioni di denaro" o per una "esasperazione dei rapporti derivanti da convivenze imposte dalla necessita'": sono 23 le madri uccise nell'ultimo anno, pari al 18,9% dei femminicidi familiari, a fronte del 15,2% rilevato nel 2012 e del 12,7% censito nel 2000-2013.

Se le armi da fuoco si confermano come strumento principale negli omicidi in genere (45,1% dei casi, contro il 25,1% dalle armi da taglio), nei femminicidi la gerarchia degli strumenti si modifica significativamente: sono gli omicidi "a mani nude, espressione di un piu' alto grado di violenza e rancore", a rappresentare complessivamente lo strumento piu' ricorrente (51 le vittime, pari al 28,5% dei casi), nelle tre forme delle percosse (5,6%), dello strangolamento (10,6%) e del soffocamento (12,3%); di poco inferiore la percentuale dei femminicidi con armi da fuoco (49, il 27,4% del totale) e da taglio (45 vittime, pari al 25,1%), cui seguono quelli compiuti con armi improprie (21 vittime, pari all'11,7%) o con altri mezzi (13 vittime, pari al 6,1%).

Accanto alle modificazioni territoriali, il 2013 rileva anche una crescita dell'eta' media delle vittime di femminicidio, passata da 50 anni nel 2012 a 53,4. E con l'eta' media cresce anche la percentuale delle vittime di femminicidio in condizione non professionale (dal 54,8% del 2012 al 58,1%), confermandosi le pensionate (35,5% del totale) le vittime prevalenti, seguite da casalinghe e disoccupate (15,1%), impiegate e lavoratrici dipendenti (9,9%) e domestiche, colf e badanti (9,9%).
  E' il tarlo del possesso e della gelosia a spiegare la percentuale piu' elevata di femminicidi (il 30,3% di quelli familiari, pari a 36 in valori assoluti), seguiti da quelli scaturiti da conflitti e dissapori quotidiani (21 vittime, pari al 17,6%).

I "femminicidi del possesso" conseguono generalmente alla decisione della vittima di uscire da una relazione di coppia: sono oltre 330 le donne uccise in Italia, dal 2000 a oggi, per aver lasciato il proprio compagno. 




MATTEO SALVINI PREPARA IL SORPASSO A FORZA ITALIA

di Alberto De Marchis

Matteo Salvini vola nei sondaggi e si appresta a raccogliere i frutti del lungo lavoro portato avanti in questi mesi alle elezioni regionali che si terranno in Emilia Romagna il prossimo week end. Il leader leghista secondo sondaggi – si appresta a superare Forza Italia di Silvio Berlusconi. Se le previsioni dovessero concretizzarsi Salvini si troverebbe nella condizione di lanciare la scalata alla leadership del centrodestra contro Silvio Berlusconi.

A livello nazionale, le intenzioni di voto leghiste viaggiano tra l’8 e il 10,8 per cento, risultato, questo, che non trova precedenti storici.  Vento in poppa dunque per Matteo Salvini che non incontra ostacoli lungo il suo cammino ad accezione della regione Veneto che non ha ancora trovato un equilibrio interno al Caroccio. Il primo cittadino veronese Flavio Tosi invoca il rispetto del patto che fu stretto con Maroni, ovvero il patto che stabiliva che Matteo Salvini sarebbe diventato il segretario federale, mentre Tosi sarebbe divenuto il candidato della Lega alla leadership del centrodestra. Di fatto tutto sembra marciare nella direzione dell’attuale leader leghista e il risultato delle prossime regionali in Emilia Romagna riordinerà sicuramente gli equilibri interni. 
 




ALITALIA MAINTENANCE SYSTEMS: LAVORATORI NEL VORTICE DELLA CRISI

di Alessandro Ranieri

E’ necessaria una soluzione per pagare le integrazioni salariali ai dipendenti oramai allo stremo.

Alitalia Maintenance Systems, azienda leader nel campo della revisione dei motori aeronautici operante sull’aeroporto di Fiumicino, è da tempo in crisi, trascinata da quella di Alitalia, tanto che da circa un anno è in richiesta di concordato.

Quest’ultima situazione , che la pone in uno stato di limbo, è molto mortificante per le potenzialità dell’azienda, in pratica si tratta del classico cane che si morde la coda: essendo in richiesta di concordato non può acquisire commesse pubbliche tantomeno partecipare a bandi o gare e quindi non può lavorare per aeromobili militari e di Stato, e così facendo si allontana la soluzione della crisi in cui versa.

Ma la cosa peggiore è che la situazione di concordato si ripercuote purtroppo anche sui lavoratori non una sola volta, ma due, essendo molti dipendenti in cassa integrazione straordinaria a rotazione sono destinatari decurtazioni salariali anche pesanti, con bollette e mutui da pagare, mentre 60 dipendenti su 315 sono oramai in mobilità.

Ma non solo: sempre per effetto del concordato, l’azienda non può sanare i debiti contributivi antecedenti alla situazione concordataria con l’INPS, e questo comporta l’impossibilità, per l’ente previdenziale, di erogare le prestazioni di integrazione al reddito che sono dovute in questi casi, e quindi i lavoratori ancora una volta prendono l’ombrello in quel posto, come nelle vignette di Altan.

A questo proposito le organizzazioni sindacali Filt CGIL, Fit CISL, UILtrasporti e UGL Trasporto Aereo, affermano Claudio Arbotto della CISL e Fabio Ceccalupo dell’UGL, stanno tentando in tutti i modi di trovare una soluzione condivisa con tutti i soggetti interessati, quali il Comitato del Fondo del Trasporto Aereo, l’INPS e l’Azienda stessa, per vedere di trovare una via di uscita favorevole all’interno del regolamento del Fondo, superando una interpretazione del Ministero del Lavoro, tutta sfavorevole ai lavoratori.



In effetti AMS i contributi regressi li pagherebbe pure, il problema è che ha le mani legate per il fatto che la legge sul concordato vieta uscite di denaro al momento della richiesta fatta.



La sua situazione andrebbe infatti distinta a quelle aziende veramente morose, e il problema potrebbe essere risolto con il buon senso di tutti tenendo presente che, nel piano di rientro presentato dall’azienda al Tribunale di Roma, l’INPS risulta essere uno dei creditori privilegiati.



Nel frattempo, proprio il Tribunale sta per pronunciarsi sul piano presentato e decidere se dare l’assenso o meno. Di qui l’omologa, che cancellerebbe di un sol colpo tutti i problemi ma i tempi per tale decisione sono ancora lunghi e i lavoratori rischierebbero di ritrovarsi sul lastrico.



In ogni caso una soluzione si deve trovare perché non è possibile che a pagare siano sempre i lavoratori già tanto duramente provati ed umiliati da una situazione che non hanno né causato, né voluto.




SONO SANTI E NON LO SANNO

Di Christian Montagna.

Napoli: è il dodici Novembre, sono le ore 8,30 e mi ritrovo a fronteggiare un freddo quasi glaciale, immerso nel più caldo dei piumoni e disperso nei sogni mattutini: “Drin Drin”- suona il telefono- “ Ciao sono la nonna, volevo farti tanti auguri di buon onomastico”. “Ah già, dimenticavo che oggi fosse il mio onomastico, grazie per avermelo ricordato nonna!”. Sono anni che la stessa scena si ripete e di sicuro la mia non è l’unica casa in cui accade. Da quando sto vivendo Napoli in maniera più costante, sto assaporando tutti i profumi e i sapori delle antiche tradizioni ormai decedute da tempo nella maggior parte d’Italia. A Roma ad esempio, la ricorrenza dell’onomastico è quasi scomparsa del tutto; nessuno lo ricorda né tantomeno lo festeggia per non parlare del nord Italia. La celebrazione tradizionale dei paesi cattolici e ortodossi, sin dall’antico Medioevo veniva praticata non solo in Italia ma anche in Inghilterra e nei paesi scandinavi, nonostante la religione di stato fosse protestante. Oggi invece, in Italia sta letteralmente scomparendo. Sarà che nel nostro paese c’è ben poco da festeggiare da almeno vent’anni, sarà che il distacco dalle tradizioni culturali antiche è sempre più netto, ma è il caso di dire che lo stivale ha sotterrato definitivamente la ricorrenza dell’onomastico e con essa secoli di cultura e tradizioni. Ma a Napoli no! E’ festa sempre! Un occasione per ritrovarsi, per festeggiare e scambiare dei regali. Un modo per fare “ammuina” come si dice in dialetto, e noi napoletani, sappiamo bene come farlo. E son soldi da spendere se per caso dovessi chiamarti Giuseppe o Gennaro! Le nostre care nonne, ci narrano, che tipica era l’usanza di preparare del cioccolato caldo il giorno dell’onomastico e servirlo a tutti coloro che venivano in casa a porgere gli auguri. Usanza però che ancora oggi permane, soprattutto nelle province del napoletano. Almeno un giorno all’anno dunque tocca essere Santi. Ma perché a Napoli è così sentita questa ricorrenza? La risposta è semplice: la scelta dei nomi per i figli appena nati, qui, è un affare di Stato: si interpellano antenati, si divorzia in caso di mancato accordo, si chiamano in causa avvocati, si consultano libri dei nomi, suoceri e zii, patroni e santi protettori. Come potrebbe dunque non essere importante e sentita la ricorrenza del nome? E se per caso, un destino beffardo e dei genitori con poco gusto dovessero affidare un nome adespoto, cioè che non coincida con nessun santo riconosciuto dalla Chiesa, nessun problema, ci penserà il Primo Novembre a donare ai più sfortunati la festività. Perché a Napoli anche il nome più arzigogolato deve poter festeggiare! A quanto pare però, al di fuori dei confini dello stivale ci sono altre realtà simili a quella campana: in Canada ad esempio, è molto sentita la festività di San Giuseppe; in Slovacchia sono ampiamente festeggiati e addirittura riportati su calendari e quotidiani. Nelle scuole il festeggiato distribuisce dolcetti e caramelle, mentre a casa, si brinda addirittura con torta e spumante! Insomma, che vi piaccia o no, ogni giorno, tirate giù il calendario e verificate che non dobbiate indossare l’aureola prima di uscire da casa, perché potreste essere Santi e non saperlo nemmeno!

 




NOTIZIE IN BREVE DALLA NAPOLI VIOLENTA – TERZO APPUNTAMENTO

di Christian Montagna

Napoli – Giunti al terzo appuntamento con la rubrica settimanale, stavolta analizziamo i casi di malasanità campani e la condizione degli ospedali a Napoli. Spesso resi famosi dai programmi televisivi, gli edifici che accolgono le strutture sanitarie campane sono risultate fatiscenti e in stato di abbandono. Soldi del Comune stanziati ma mai spesi correttamente e di conseguenza una sanità ballerina. Di recente in contatto con gli ospedali per la questione Ebola, ho avuto modo di parlare con dottori e dirigenti sanitari. Ebbene, la situazione non è sempre come quella che i nostri cari pennivendoli ci vogliono proporre. L’Ospedale Cardarelli di Napoli, ad esempio, in tempi record, ha predisposto la struttura secondo quanto richiesto dal Ministero della Salute. Non sempre dunque a Napoli le cose non funzionano. Certo, è più facile diffondere la notizia di un disservizio ma per fortuna non c’è soltanto quello! Il problema è che gli ospedali arrancano per mancanza di fondi che dovrebbero arrivare dallo Stato ma non ci sono; i Comuni dunque non possono sostenere le spese mediche ai cittadini e impongono il pagamento di un ticket: alla fine del gioco è sempre il cittadino che paga! Ma paghiamo per cosa? Dove vanno a finire le nostre tasse? Il problema richiederebbe un dibattito in stile manzoniano ma ve lo evito perché oggi è un giorno di festa! Altra cosa è invece quando si parla di malasanità poiché questa non accade soltanto a Napoli ma ovunque. “Errare humanum est” dicevano gli avi: quando c’è in ballo la vita di un essere umano bisognerebbe essere molto più attenti! Troppe volte dimenticanze, errori banali e incompetenza dei sanitari hanno causato morte e dolore. L’ultimo in ordine di tempo è il caso di Maria D’Ambrosio e la sua piccola Francesca, morte entrambe tra la sala parto e la sala operatoria dell’ospedale Sant’Anna di Boscotrecase lo scorso mercoledì. In seguito all’autopsia, non è stato riscontrato nulla che potrebbe giustificare il decesso. Eppure, qualcosa è accaduto; una mamma e la sua figlia appena nata non ci sono più! Si attenderanno gli esami istologici e tossicologici che potranno fornire informazioni riguardo la condizione di salute delle due vittime. Una malasanità che non guarda in faccia a nessuno: giovani mamme, neonati, adolescenti; può colpire proprio tutti. Ma possibile che non ci siano medici competenti? No, non è questa la motivazione.

I nostri medici sono tra i più richiesti al mondo, sono preparati e colti ma talvolta possono sbagliare. Il ramo in cui maggiormente si contano casi di malasanità è quello della chirurgia estetica. Operazioni giunte a buon termine ma con ripercussioni successive; interventi eseguiti in ambulatori privati senza mezzi di primo soccorso; operazioni prive di anestesia e dovuti esami precauzionali: insomma, pur di guadagnare, alcuni sanitari opererebbero anche in un porcile! E intanto, i pazienti muoiono… E’ accaduto di recente a Napoli che due giovani donne morissero in seguito ad un bendaggio gastrico; un ‘altra nel quartiere di Mergellina in seguito ad una liposuzione. Insomma, la schiera dei morti è in forte crescita e chissà quanto ancora si infoltirà, ma possibile che non si emani una legge che vieti tutti i tipi di interventi non in sicurezza totale? Vorrei dire una cosa agli abitanti dell’Olimpo: anziché pensare a riformare la legge elettorale, che in questo periodo è l’ultima delle priorità, cominciate a guardare sul serio i problemi della vostra nazione perché qui, si muore troppo spesso.

 




GRAVIDANZA: CONSIGLI UTILI PER L'ALIMENTAZIONE

A cura della Dottoressa Monia D’Amico –  Biologa Nutrizionista

La gravidanza è uno stato fisiologico in cui madre e figlio sono strettamente dipendenti l’uno dall’altro: l’alimentazione della futura mamma incide molto sulla salute del feto che ha in grembo.

Quando si programma una gravidanza è necessario prestare più attenzione alla propria alimentazione, migliorandola se necessario, badando  alla qualità e alla quantità di ciò che ingeriamo. Un’alimentazione adeguata è fondamentale per assicurare il corretto andamento della gravidanza, lo sviluppo e la crescita del feto e il buon esito della gravidanza stessa.

Il modello dietetico che meglio rispecchia le esigenze nutrizionali della donna in attesa e del suo feto prevede una ripartizione in 5 pasti al giorno prestando attenzione a non saltare nessun pasto specialmente gli spuntini che pur essendo piccoli come quantità permettono di aspettare i pasti principali senza arrivare troppo affamati. Questa ripartizione evita alla gestante di mangiare in modo continuo oppure di rimanere molto tempo a digiuno e inoltre assicura la giusta quantità di nutrienti ed energia al feto.

In termini di qualità la dieta dovrebbe essere il più possibile varia e racchiudere tutti i principi nutritivi.

E’ Preferibile un’alimentazione più naturale possibile in alternativa ai prodotti industriali raffinati, cibi pronti e troppo manipolati prima di essere ingeriti. I prodotti integrali ad esempio conservano meglio tutte le loro componenti anche quelle presenti in quantità minime come oligoelementi e vitamine.

I cereali integrali possibilmente biologici e coltivati senza utilizzo di prodotti chimici, come riso, orzo, frumento, avena, mais, miglio, segale dovrebbero far parte dell’alimentazione quotidiana come sostituti di pasta e pane bianchi che ancora detengono il primato. I cereali integrali possono essere consumati in chicchi oppure in fiocchi o farine dalle quali si può ricavare dell’ottimo pane.

Le Verdure di stagione, crude o cotte e dovrebbero essere presenti ogni giorno ad ogni pasto. Se consumate crude vanno lavate molto bene per evitare rischio di contaminazioni batteriche pericolose in gravidanza.

La Frutta fresca di stagione e la frutta secca come noci, mandorle, nocciole lontane dai pasti soprattutto per spuntini e colazione.

I Legumi che rappresentano una buona fonte di proteine già da soli ma assunti insieme ai cereali contengono  proteine di alta qualità come carne e pesce.

La Carne soprattutto magra come pollo e coniglio da consumare ben cotte. Evitare carni crude o poco cotte, salumi poco stagionati. Alcuni alimenti possono veicolare agenti patogeni come Listeria monocytogenes e Toxoplasma gondii, (carni crude, salumi,pesce, verdure) responsabili di patologie a carico del feto, altri alimenti possono veicolare germi responsabili di infezioni o tossinfezioni alimentari. E’ molto importante l’igiene delle mani dopo aver toccato alimenti crudi.

Il Pesce come sogliola, merluzzo, nasello, trota, palombo, dentice, orata e pesce azzurro.  Evitare pesce crudo, marinato e frutti di mare. Il tonno in scatola va bene ma non si deve eccedere nell’uso. Il pesce è importante perché oltre ad essere fonte di proteine di alta qualità che in gravidanza dovrebbero essere aumentate, è fonte di gli acidi grassi monoinsaturi e gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena, in particolare della serie Omega-3, tra cui il più il più importante è il DHA presente nel pesce, soprattutto quello “azzurro”. Gli acidi grassi essenziali sono molto importanti sia per la madre che per la crescita e lo sviluppo del sistema nervoso centrale del neonato e servono, in particolare, alle strutture cerebrali e retiniche.

Il Latte, lo yogurt e i formaggi soprattutto freschi come mozzarella, ricotta, crescenza, robiola, caprino.

Uova ben cotte con moderazione.

Olio extravergine d’oliva da utilizzare a crudo.

 

Alcuni alimenti dovrebbero essere accuratamente evitati:

Zucchero bianco e dolci con grande quantità di zuccheri a causa dell’azione decalcificante sulla donna e sul feto.

Alcool che facilmente attraversa la placenta e rimane nel feto a concentrazioni elevate e per molto tempo a causa dell’incapacità del feto di metabolizzarlo. Questo accumulo può produrre malformazioni e ritardo mentale  del bambino.

Caffeina presente nel caffè, nel tè e nelle bevande a base di cola. La caffeina è una sostanza molto attiva farmacologicamente sul sistema nervoso e sui reni e facilmente può attraversare la placenta per arrivare nel circolo fetale  viene metabolizzata molto più lentamente nella donna gravida. Si può prendere caffè decaffeinato ottenuto solo con metodi naturali perché il decaffeinato normalmente contiene residui tossici derivati dai processi chimici di sottrazione della caffeina.

Dal punto di vista quantitativo è bene precisare che non sono previste modificazioni dell’apporto calorico della madre nel primo trimestre di gravidanza poichè la necessità di nutrimento dell’embrione è bassa. Dal secondo trimestre è previsto un minimo aumento delle calorie ingerite dalla madre giornalmente che non comporta un’imposizione assoluta ma piuttosto un assecondare il cambiamento dei propri bisogni. È bene ricordare che il fabbisogno aggiuntivo di energia in gravidanza e l’aumento auspicabile di peso va comunque stabilito individualmente e varia a seconda del peso pregravitico. Alcune persone potrebbero aver bisogno di incrementare più di altre l’apporto calorico giornaliero.

Dott.ssa Monia D’Amico Biologa Nutrizionista 3476003990

www.centropsicologiacastelliromani.it

piazza Salvatore Fagiolo n. 9