RIINA E BAGARELLA NON SARANNO PRESENTI ALLA DEPOSIZIONE DI NAPOLITANO

Redazione

Roma – I boss Riina e Bagarella non ci sarano. La Corte d'assise di Palermo ha rigettato la richiesta dei capi dei capi Toto' Riina e Leoluca Bagarella di essere presenti in videoconferenza alla deposizione al Quirinale del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. La Corte d'assise presieduta da Alfredo Montalto, sciogliendo la riserva, dunque non ha ammesso la partecipazione degli imputati all'udienza del 28 ottobre quando verra' sentito il Presidente della Repubblica. A formulare la richiesta erano stati i boss Salvatore Riina, Leoluca Bagarella, l'ex ministro Nicola Mancino. "L'esclusione non appare contrastare con le norme costituzionali ed europee", ha detto Montalto leggendo nell'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo l'ordinanza.




GARLASCO: SI TORNA IN AULA IL 15 OTTOBRE, SCONTRO SUL BULBO DEL CAPELLO IN MANO A CHIARA POGGI

di Chiara Rai

Garlasco – Nel palmo della mano di Chiara è stato ritrovato un capello che potrebbe raccontare molto sull’assassino della ragazza di Garlasco. Ieri si è tenuta l’udienza a Milano davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello

In aula si ritorna mercoledì prossimo 15 ottobre. Le altre udienze sono state fissate per il 20 e il 27 di ottobre mentre quella del 29 ottobre non è certa.

Ci sono stati diversi momenti di tensione al processo sul delitto di Garlasco . Lo scontro, sembrerebbe essersi acceso nella tarda mattinata, finita la relazione con cui Francesco De Stefano, ordinario del dipartimento di Scienza e Salute dell’ Università di Genova, ha illustrato gli esiti degli esami sul bulbo del capello castano trovato nel palmo della mano di Chiara e sulle tracce di dna maschile individuate su alcuni frammenti di unghie della ragazza. Essendo trascorsi sette anni dal delitto il materiale su cui si è lavorato è stato scarso e degradato e, quindi, le analisi nel primo caso non hanno dato informazioni sufficienti per una “lettura” affidabile, e nel secondo, pur avendo portato a evidenziare 5 marcatori tutti compatibili con quelli di Stasi, non attendibili. Si potrebbe effettuare un’altra tipologia di analisi sul capello rinvenuto che invece potrebbe dire qualcosa di più.  E di fatto, con tutta probabilità, la difesa della famiglia Poggi si muoverà in tal senso affinché venga evaso qualsiasi dubbio in merito.

Roberto Testi, responsabile dell’unità di medicina legale dell’Asl 2 di Torino, Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bologna,  hanno sostanzialmente stabilito come fosse «pressoché impossibile» che Stasi abbia potuto evitare di calpestare delle macchie di sangue”, quando, poche ore dopo il delitto entrò nella villetta di via Pascoli

La camminata

 La perizia sulla ricostruzione virtuale della camminata di Alberto Stasi in casa Poggi e' stata depositata nelle cancelleria della prima Corte d'Assise di Appello di Milano, davanti alla quale si sta celebrando il processo d'appello-bis a carico di Alberto Stasi, imputato per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. La perizia, che consta di 160 pagine, e' stata consegnata in cancelleria dai tre esperti che erano stati nominati dai giudici che hanno deciso riaprire il dibattimento nella primavera scorsa. A cercare di ricostruire i movimenti di Alberto Stasi per capire se potesse non sporcarsi le suole delle scarpe con il sangue della vittima sono stati il medico legale torinese Roberto Testi e i professori Gabriele Bitelli e Luca Vittuari dell'universita' di Bologna. Stando alle indiscrezioni filtrate nei giorni scorsi, il lavoro dimostrerebbe che sarebbe stato quasi impossibile per Stasi non calpestare le macchie di sangue. Perdipù si cercano le famose scarpe con suola a pallini che avrebbero lasciato la firma sul delitto. Stando alle indiscrezioni la taglia sarebbe la 42, la stessa di Alberto Stasi anche se le scarpe consegnate dal ragazzo sarebbero marca Lacoste.

L’omicidio
Il 13 agosto del 2007 Alberto Stasi, studente di Economia e Commercio alla Bocconi, prova a prendere contatto telefonicamente la fidanzata Chiara Poggi, con la quale aveva trascorso la sera precedente, mangiando due pizze, prima di tornare a casa, perché in quel periodo Alberto stava preparando la tesi di laurea.
Verso le 13.30 si reca a casa della fidanzata, non ricevendo risposta al citofono decide di scavalcare il cancello. Arrivato sulla porta di casa, decide di entrare, e trova molto sangue a terra, seguendo le tracce verso la tavernetta trova il corpo di Chiara.
Chiama subito i soccorsi, e si reca nella vicina caserma dei Carabinieri, che distano pochi metri dalla villetta dei Poggi.
Chiara è morta per una decina di colpi violenti inferti con un’arma appuntita, che non sarà mai ritrovata, tra le 9 e le 12 di mattina (l’orario preciso non sarà mai stabilito). Nella villetta le uniche tracce presenti sono quelle di Chiara, dei suoi familiari, di Alberto e di un falegname che aveva fatto dei lavori pochi giorni prima della morte (oltre alle tracce dei soccorritori chiamati da Stasi).
Le indagini si concentrarono sull’ex fidanzato. Hanno destato sospetto l’atteggiamento dopo il ritrovamento del cadavere (sembra che il tono di voce di Stasi quando chiamò il 118 era troppo “rilassato”), le tracce del DNA di Chiara sulla bici di Alberto, la mancanza di sangue sotto le sue scarpe, nonostante il pavimento della casa fosse pieno.
Alberto Stasi venne arrestato il 24 settembre, ma la scarsità d’indizi certi convinse il GIP a scarcerarlo dopo quattro giorni. Nelle indagini successive (dicembre 2007) viene trovato nel computer di Stasi materiale pedopornografico, elemento che ha contribuito a minare l’immagine del fidanzato di Chiara nell’opinione pubblica. Il 3 novembre 2008 Alberto Stati viene rinviato a giudizio per l’omicidio di Chiara Poggi.




EBOLA ITALIA: MASSIMA ALLERTA, SOPRATTUTTO PER LA SICILIA

Redazione

Italia – E pian piano ci si blinda mentre la psicosi da ebola comincia pian piano a propagarsi ma bisogna tenere la calma perché per il momento c'è il rischio ma nessun caso in Italia (almeno per quanto è dato sapere). Dunque, massima allerta per l'ebola, con qualche preoccupazione in piu' per la Sicilia. Lo dice la Simit, Societa' italiana di malattie infettive e tropicali, in relazione all'allarme ebola scoppiato dopo il caso spagnolo. La Simit annuncia che anche il nostro Paese e' in stato d'allerta: attivate tutte le possibili misure di prevenzione a livello nazionale, regionale e locale, comprese le misure di profilassi presso porti e aeroporti. Le regioni italiane piu' esposte geograficamente al rischio di importazione della malattia da virus Ebola sono le regioni costiere presso le cui aree portuali sbarcano periodicamente clandestini provenienti dai Paesi africani. "La Sicilia – spiega spiega Antonio Chirianni, Vicepresidente SIMIT -, per motivi geografici, sembra essere la regione piu' interessata dal potenziale contagio, a causa dei periodici sbarchi di clandestini lungo le sue coste". "Sebbene l'infezione – spiega Chirianni – si trasmetta mediante contatto interumano diretto con organi, sangue e fluidi biologici, e' importante anche evidenziare che il virus permane a lungo nello sperma e che, pertanto, i rapporti sessuali possono rappresentare un veicolo di diffusione dell'infezione anche 6-7 settimane dopo la guarigione. Oggi, appare notevolmente difficile contenere il traffico aereo ed impedire, dunque, gli spostamenti internazionali; inoltre in molti dei territori colpiti dall'epidemia, quali la Liberia, la Guinea e la Sierra Leone sono scarsi i sistemi di controllo. Non si puo' quindi escludere del tutto la probabilita' che l'infezione giunga anche in Italia, sebbene non vi siano voli diretti dai Paesi endemici. In Europa e in Italia sono, comunque, state attivate tutte le possibili misure di prevenzione a livello nazionale, regionale e locale, comprese le misure di profilassi presso porti e aeroporti".




EBOLA NOSTRUM

di Cinzia Marchegiani

Ebola è una pandemia? Il sito dell’OMS lo scorso 22 settembre ammoniva, se non ci sarebbe stata un’azione rapida per frenare la salita esponenziale del focolaio Ebola in Africa occidentale, il numero degli infettati ai primi di novembre era stimata a più di 20 mila. E la domanda sorge spontanea. Cosa è stato fatto per arrestare concretamente il focolaio impazzito in Africa, nonostante i contingenti inviati siano stati massicci e di alte figure professionali in primis il CDC statunitense? Queste linee guida hanno indicato e sollecitato in Italia un piano b di emergenza sanitaria e prevenzione da parte del ministro Lorenzin riguardo gli sbarchi dei clandestini partiti nei viaggi della speranza sui barconi? L’OMS era stato chiaro:“Il virus Ebola si trasmette tra gli esseri umani attraverso lo stretto e diretto contatto fisico con i fluidi corporei infetti, sangue infetto, feci e vomito. Il virus Ebola è stato rilevato anche nel latte materno, urina e sperma e in un maschio in convalescenza, il virus può persistere nello sperma per almeno 70/90 giorni. Il virus Ebola può essere trasmesso anche indirettamente, dal contatto con superfici e oggetti precedentemente contaminati, anche se basso può essere ridotto ulteriormente da adeguate procedure di pulizia e disinfezione.” Non ci sembra che questi viaggi siano stati organizzati come una crociera di prima classe e il sovraffollamento, la mescolanza e le condizioni di assenza d’igiene personale ora vanno ad amplificare i dubbi sull’intera capacità gestionale del governo italiano e in primis del ministro della salute che fino a qualche giorno fa non dava cenni di preoccupazione. Ebola Nostrum ora rimane uno scandalo a cielo aperto, o era tutto previsto? Eppure l’OMS precisava che per fermare questa epidemia, devono essere attuate misure di protezione e di prevenzione su larga scala. 




LAVORO: MATTEO RENZI PRONTO AD INCASSARE LA FIDUCIA IN SENATO

Redazione

Come lo abbiamo ribattezzato nell'apertura del nostro quotidiano di oggi, sta andando in scena il "Renzikaze Show" per quanto riguarda la riforma del lavoro. Renzi non ha dubbi: incasserà la fiducia e di conseguenza indebolirà ancora di più quei sindacati inascoltati che si riverseranno in piazza per fare rumore. Il primo incontro con i sindacati non serve a far rientrare la mobilitazione annunciata dalla Cgil. Ma ottiene il risultato di 'ammorbidire', seppur leggermente, la posizione di Cisl e Uil. In attesa del testo del maxiemendamento del governo,Matteo Renzi si appresta a presiedere oggi a Milano il vertice europeo sull'occupazione, con l'obiettivo di incassare, pressoche' in contemporanea, la fiducia al Senato sul jobs act. Con la minoranza interna che, dopo riunioni, incontri e consulti, sembra non mettere in dubbio il voto favorevole, pena la crisi di governo.

Spiega del resto Pierluigi Bersani:"A chi mi chiede consiglio raccomando responsabilita' e lealta' anche davanti a una forzatura come questo voto di fiducia. La fiducia non puo' essere in discussione". Anche se non e' affatto escluso che alcuni senatori della sinistra Pd possano domani non partecipare al voto, come sostiene Pippo Civati. E il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, preannuncia: la battaglia riprendera' a Montecitorio.
  Fatto sta, Renzi tira dritto e scandisce: va bene il dialogo ma non ci faremo bloccare dai veti. E, soprattutto, ostenta sicurezza: "non temo agguati e ove ci fossero li affronteremo".

Insomma, il premier non fa passi indietro: "Siamo assolutamente disponibili alle opinioni di chiunque, l'importante e' che si vada avanti. Miglioriamo quel che c'e' da migliorare ma il Paese deve andare avanti e non ci faremo bloccare dai veti". Quanto ai sindacati, "c'e' stata la richiesta, li abbiamo ricevuti, li rivedremo, non ho visto un clima di rabbia perche' si e' deciso di porre la fiducia, avendo noi promesso di fare le riforme le dobbiamo fare e le stiamo facendo".

In conferenza stampa il presidente del Consiglio replica all'accusa di essre come la Tatcher: "Se c'e' persona da cui mi sento culturalmente molto lontano, con tutto il rispetto e la stima che si deve a un personaggio della storia britannica, e' Margareth Thatcher". E indica come modelli Obama, Clinton e Blair. Poi invita ad avere pazienza e attendere i testi dei decreti legislativi per conoscere nel merito le norme sul reintegro in caso di licenziamenti disciplinari.




LA TERRA DEI FUOCHI E QUEL MOSTRO CHIAMATO TUMORE!

Di Christian Montagna

Ancora una volta si torna a parlare della Terra dei Fuochi, non perché ce ne fossimo dimenticati ma perché, qui si muore ancora. Siamo ad Acerra, nella provincia di Napoli, in tre giorni muoiono tre persone, tutti per la stessa malattia, il tumore. Domenico, Marisa e Lucrezia sono gli ultimi tre di una lista infinita che forse mai terminerà. Sono colpevoli di essere nati nel posto sbagliato, anzi, nel posto in cui la gente sbagliata ha seminato il male. In quelle terre, non sono state soltanto sversate le scorie radioattive e i rifiuti tossici. La camorra ci ha sotterrato i sogni e le speranze di tutti coloro che le abitano. Ogni anno il numero di tumori è alle stelle, ci si ammala con la stessa facilità con cui in pieno inverno si prende un raffreddore. Ma perché qualcuno ha permesso che ciò accadesse? Perché gli abitanti della zona rossa sono costretti ad emigrare? Questo nessuno può permetterlo! In queste zone, uomini e donne onesti hanno piantato i loro sogni, giorno dopo giorno, hanno seminato i frutti che un giorno avrebbero voluto raccogliere incuranti del fatto che prima o poi, sarebbe passato quel terribile uragano chiamato camorra! Eppure, tutto questo è stato concesso. Il male ha preso il sopravvento, sono stati inquinati terreni, fiumi, condutture di acqua potabile, aria e tanto altro ancora. Ma soprattutto sono state stravolte le vite di migliaia di persone che quotidianamente sono costrette a combattere quel mostro chiamato tumore. Ora che la situazione pare essere irreversibile, tutti si allarmano e si interessano del problema. Troppo tardi miei cari; troppi cuori hanno smesso già di battere e troppe madri hanno pianto i loro figli. E sappiate che se un Dio esiste, farete i conti con lui perché in un modo o nell'altro siamo tutti responsabili: chi ha visto e ha fatto finta di non vedere, chi ha saputo e ha fatto finta di non sapere, chi ha causato ciò e continua a farlo indisturbato.




IL SACRIFICIO DEL POPOLO CURDO

di Maurizio Costa

Arin Mirkan, madre di due figli, da giorni combatte a Kobane, in Siria, per cercare di respingere i miliziani dell’Isis. Domenica, quando finisce le munizioni in suo possesso, di fronte all’avanzata jihadista sul monte Mishtenur, ricorre all’ultima alternativa: con le ultime granate si lascia esplodere, uccidendo un numero ancora sconosciuto di soldati dell’autoproclamato califfato. Un gesto eroico. Il pensiero della combattente sarà andato sicuramente ai suoi due figli, in pericolo all’interno della città. Un gesto di una madre che si sacrifica per difendere i due bambini ma anche l’intero popolo curdo, che da mesi soffre le pene che l’Isis gli impone. Una donna simbolo del coraggio del popolo curdo, che rappresenta l’artiglieria terrestre statunitense, visto che Obama non ha il coraggio di scendere a terra. Un popolo buttato in prima linea che cerca di far valere i propri diritti, sfruttato dalle potenze occidentali che non riescono neanche a impartire ordini ai soldati peshmerga. Arin, una donna che dona la sua vita per sconfiggere la nera armata dell’Isis. Non una kamikaze, come l’hanno definita tutti i giornali, ma un simbolo del suo popolo, che riflette quello che stanno vivendo i curdi: l’oppressione.




PAPA FRANCESCO: LA CHIESA ACCOGLIE I DIVORZIATI

Redazione

Dalle risposte alle 38 domande del Questionario voluto da Papa Francesco emerge "un ampio consenso riguardo al fatto che persone di tendenza omosessuale non devono essere discriminate, come ribadisce anche il Catechismo della Chiesa Cattolica". Ma, ha sottolineato il cardinale Peter Erdo, relatore generale al Sinodo, "emerge con altrettanta chiarezza che da parte della maggioranza dei battezzati, e della totalita' delle conferenze episcopali, non e' attesa una equiparazione di questi rapporti con il matrimonio tra uomo e donna". "Neppure le forme ideologiche delle teorie del gender trovano consenso – ha osservato il porporato ungherese – presso la stragrande maggioranza dei cattolici. Molti vogliono, invece, superare i tradizionali ruoli sociali, condizionati culturalmente, e la discriminazione delle donne, che continua a essere presente, senza con questo negare la differenza naturale e creaturale tra i sessi e la loro reciprocita' e complementarieta'". "I divorziati risposati civilmente appartengono alla Chiesa.

Hanno bisogno e hanno il diritto di essere accompagnati dai loro pastori". Lo ha affermato il relatore, cardinale Peter Erdo, nella "relatio" che da oggi e' alla base dei lavori sul tema delle sfide attuali alla pastorale familiare. "La fuga dalle istituzioni – ha spiegato il cardinale Erdo – si presenta come segno di individualizzazione, ma anche come sintomo di crisi di una societa' ormai appesantita di formalismi, obbligazioni e burocrazia. La fuga dalle istituzioni quindi come segno di poverta', di debolezza dell'individuo di fronte alla dilagante "complicatezza" delle strutture. E' in questo contesto che dobbiamo annunciare il Vangelo della famiglia, esito di questo Sinodo". I divorziati risposati, ha ricordato il cardinale ungherese nella sua "relatio", gia' oggi "sono invitati ad ascoltare la parola di Dio, a partecipare alla liturgia della Chiesa, alla preghiera e a compiere le opere buone della carita'".

E "la pastorale della Chiesa deve prendersi cura di loro in un modo tutto particolare, tenendo presente la situazione di ciascuno.
Da qui la necessita' di avere almeno in ogni chiesa particolare un sacerdote, debitamente preparato, che possa previamente e gratuitamente consigliare le parti sulla validita' del loro matrimonio". Un tema, quest'ultimo, gia' sollevato piu' volte da Benedetto XVI nel suo Pontificato. E che anche Papa Francesco "sente" molto, tanto da aver istituito nelle scorse settimane una Commissione di studio per la semplificazione dei processi di nullita' matrimoniali che sta gia' lavorando in parallelo all'Assembela Straordinaria del Sinodo aperta ieri.

Secondo Erdo, del resto, "molti sposi non sono coscienti dei criteri di validita' del matrimonio e tanto meno della possibilita' dell'invalidita'". E dunque, questo il suggerimento della "relatio", "dopo il divorzio, questa verifica deve essere portata avanti, in un contesto di dialogo pastorale sulle cause del fallimento del matrimonio precedente, individuando eventuali capi di nullita'. Allo stesso tempo, evitando ogni apparenza di un semplice espletamento burocratico ovvero di interessi economici. Se tutto questo si svolgera' nella serieta' e nella ricerca della verita', la dichiarazione di nullita' produrra' una liberazione delle coscienze delle parti". 




SPESA: COME ACQUISTARE IN MANIERA INTELLIGENTE

A cura della Dott.ssa Monia D’Amico –  Biologa Nutrizionista

E’ molto importante sapere acquistare in modo corretto ciò che mangiamo ogni giorno, programmando preventivamente cosa comprare prima di entrare in un supermercato, in modo di evitare di portare a casa dei prodotti che non ci servono realmente.
L’educazione alimentare inizia dal saper acquistare in modo corretto i nostri cibi. Non è facile stare attenti a ciò che mangiamo se quando andiamo al supermercato riempiamo il carrello di tutto quello che ci attrae. Ma è altrettanto complicato resistere a ciò che si nasconde dietro le confezioni e la pubblicità. L’industria alimentare utilizza molte strategie di vendita per fare in modo che noi deviamo dai nostri buoni propositi.
Se vogliamo migliorare la nostra alimentazione (perché non siamo soddisfatti di quella attuale o vogliamo continuare a rimanere in perfetta salute evitando di incappare in una delle molteplici malattie legate all’alimentazione sbagliata) è importante iniziare a pensare con anticipo a cosa vogliamo mangiare e cucinare in modo da poter pianificare la propria spesa: eviteremo così che gli alimenti che non vogliamo mangiare, finiscano casualmente nel nostro carrello.
Ecco alcuni consigli che vi permetteranno di acquistare in modo intelligente.


Stabilire un menù giornaliero o settimanale
Decidere prima il nostro menù giornaliero o settimanale ci aiuta ad acquistare solo ciò che è necessario per prepararlo ed inoltre pianificando possiamo avere un menù più vario. Includete i vostri piatti preferiti o dei piatti che vi piacciono o rappresentano una consuetudine per voi facendo un esame attento degli ingredienti che usate per prepararli. Qualsiasi piatto può essere rivisto e reso un po’ più salutare.
Quando stendete il vostro menù fate in modo che sia più semplice possibile poiché il cibo più è elaborato e meno è salutare.
 

Fare un lista degli alimenti da acquistare
Prima di arrivare al supermercato fare una lista dettagliata degli alimenti che vi servono per cucinare e acquistate solo ciò che compare sulla lista. Passerete più tempo a scrivere una lista che dentro il supermercato.
Nella scelta dei prodotti vi consiglio di prediligere alimenti biologici e locali certificati.
I prodotti in cima alla lista dovrebbero essere sempre frutta e verdura freschi e di stagione. Se possibile non in busta poiché le verdure spesso sono tagliate e perdono molte proprietà benefiche e poi possono arricchirsi di batteri dal momento della preparazione fino all'arrivo sulla nostra tavola. Se frutta e verdura sono freschi appariranno in ottimo stato senza avere segni di deperimento o ammaccature e parti ingiallite o annerite.
Subito dopo frutta e verdura percorrete il supermercato cercando carne, pesce e pane, che di solito sono presenti nei corridoi esterni e addentratevi solo se necessario nei corridoi interni (quelli delle merendine, dei biscotti, dei cibi pronti e degli snack). Troverete tanti prodotti a scaffale posizionati per attirare il vostro sguardo. Non comprate se non sapete bene come è fatto il prodotto e quali sono gli ingredienti in etichetta anche se il prezzo è scontato.
Leggere sempre le etichette
E’ bene dedicare un po’ di tempo ad ogni categoria di prodotto in modo di saper scegliere tra tanti: ad esempio ogni volta che si va al supermercato si può scegliere una categoria di prodotti da studiare cominciando a leggere attentamente l’etichetta per verificarne la qualità. E’ bene per la vostra salute prediligere la qualità alla quantità.
Cercate di guardare anche i prodotti posizionati più in alto o più in basso del vostro sguardo negli scaffali poichè sono i meno commerciali e potrebbero essere i più sani.
Per quanto riguarda i prodotti in promozione comprateli solo se li ritenete validi e verificare la data di scadenza poiché molte volte il prezzo più basso è dovuto ad una scadenza imminente oppure il prodotto è già scaduto.
 

Non entrate al supermercato se avete fame
La fame ci può far acquistare prodotti sbagliati e non salutari in modo impulsivo. E’ meglio programmare la spesa dopo aver pranzato o aver fatto uno spuntino saziante, per essere più certi di comprare quello che realmente vogliamo portare a casa. Appena potete uscite dal supermercato.
Educare anche i bambini agli acquisti intelligenti
Anche i bambini in qualità di consumatori purtroppo sono esposti alle pubblicità dei prodotti alimentari attraverso la televisione, i giornali e i cartelli pubblicitari per strada o nei supermercati.
Portare i propri bambini al supermercato può essere rischioso. Può accadere che il genitore poco attento o distratto cede alla pressante richiesta del bambino di un prodotto che ha visto alla TV e per continuare i suoi acquisti in pace, glielo concede ma si rende conto che il prodotto non è ciò che voleva per suo figlio. Si comincia così per ritrovarsi un giorno con il carrello carico di prodotti con scarsi valori nutrizionali ed elevata quantità di zuccheri e grassi.
 

Cercate di condividere con i bambini la spesa educandoli nella scelta del prodotto da mettere nel carrello e fatevi aiutare a riconoscerlo tra gli scaffali. Cercate di selezionate insieme frutta e verdura che essendo colorati li attrarranno più facilmente. Sarà difficoltoso ma è giusto provare a scegliere insieme il giusto prodotto da acquistare in modo di trasmettere un importante messaggio anche per il futuro.




FORMULA UNO: GRAVE IL PILOTA FRANCESE JULES BIANCHI

Redazione

La vittoria di Hamilton è passata in secondo piano perché a destare sconcerto è lo stato di salute di Bianchi. Il pensiero di tutti dopo il Gp del Giappone va all'incidente capitato a Jules Bianchi e alle condizioni del giovane pilota francese scuola Ferrari che sono gravi. Tanti, soprattutto, gli interrogativi relativi alla sicurezza tra chi sostiene che non c'erano le condizioni giuste per correre e chi invece pensa il contrario.
Intanto il padre di Bianchi, lo sfortunato pilota della Marussia, ha affermato, in un'intervista televisiva, che il figlio e' attualmente sotto i ferri per "un ematoma alla testa". Definendo "critiche" le condizioni del figlio, Philippe Bianchi ha aggiunto che "ora bisognera' attendere le prossime 24 ore" prima di avere ulteriori notizie.

Jules Bianchi e' finito con la sua auto sotto la gru impegnata a recuperare la vettura di Adrian Sutil che si era schiantato con la Sauber contro le barriere di protezione. Bianchi, privo di sensi, e' stato trasportato in elicottero in ospedale. A causa dell'incidente, il Gp del Giappone e' stato fermato al 46esimo giro.
Se proprio di sport si deve parlare con la vittoria di Suzuka Lewis Hamilton allunga a +10 sul compagno di squadra Nico Rosberg.256 i punti del colored britannico, che in questa occasione fa meglio del tedesco, penalizzato da un problema di sovrasterzo.Hamilton sfrutta l'occasione e comincia la rimonta su Rosberg, che era partito dalla pole position, fino a superarlo ed allungare, dimostrando di essere il piu' veloce di giornata.
Il gradino piu' basso del podio va a Sebastian Vettel, favorito proprio dalla bandiera rossa finale perche' dopo l'ingresso della safety-car era rientrato ai box.
La classifica finale valida e' quella del 44esimo giro con il 4 volte campione del mondo che precede pertanto il compagno Danile Ricciardo, anche lui protagonista di una buona gara. A seguire e a punti, ma ovviamente tutti staccatissimi nell'ordine: Button (McLaren), Bottas e Massa (Williams), Hulkenberg (Force India), Vergne (Toro Rosso) e Perez (Force India).
Giornata da dimenticare, invece, in casa Ferrari con Fernando Alonso subito fuori causa a causa di un problemo tecnico e Kimi Raikkonen che non va oltre la dodicesima posizione, doppiato di un giro. Lo spagnolo ha ancora 4 occasioni per fare il massimo prima di un addio a Maranello che sembra molto probabile. Si parte in condizioni meterologiche precarie, con visibilita' pari a zero in regime di safety car.
Eriksson va subito in testa coda con la Catheram e nel corso del terzo giro i commissari decidono di esporre la bandiera rossa.

Le monoposto tornano in pit-line per ripartire dopo una ventina di minuti sempre dietro la vettura di sicurezza. E il primo colpo di scena e' immediato: si ferma la Ferrari di Fernando Alonso e lo spagnolo e' costretto al suo secondo ritiro stagionale. La Safety tarda a uscire ed Hamilton via radio si rivolge direttamente a Charlie Whiting chiedendogli di dare il via alla gara. La decisione arriva al nono giro ed Hamilton comincia la caccia a Rosberg.
Tra il 12esimo e il 13esimo giro rientrano praticamente tutti per montare le intermedie; il tedesco esce davanti al britannico. A dare spettacolo e' Sebastian Vettel che prima supera Massa e poi Bottas. Altro gran sorpasso di Ricciardo ai danni di Massa. Hamilton si avvicina a Rosberg, puo' usare il Drs al 25esimo passaggio ma il compagno di squadra resiste fino al 29esimo quando il 'colored' britannico con un sorpasso all'esterno si guadagna gli applausi del pubblico e poi lo semina.
Qualche problemino al Pit-stop per la Mclaren di Jenson Button e Vettel si prende la quarta posizione. Rosberg rientra al 34esimo passaggio per la terza sosta, forse tardiva. Hamilton torna ai box al 36esimo giro e ritorna in pista in seconda posizione, leadership momentanea a Ricciardo prima di rientrare anche lui. Intorno al 40esimo giro torna a piovere forte e le condizioni di pista tornano a essere difficili: Adrian Sutil si schianta contro le barriere di protezione, al 44esimo passaggio torna in pista la safety e al 46esimo giro sventola nuovamente la bandiera rossa perche' la vettura di Jules Bianchi finisce sotto la gru impegnata a liberare la pista dalla Sauber Ferrari di Sutil.




ISIS, ALLARME SANTA SEDE: "NON ABITUIAMOCI ALLE VIOLENZE"

Redazione

Anche la chiesa interviene, la preoccupazione per l'Isis è alta. "Grave preoccupazione desta l'operato di alcuni gruppi estremisti, in particolare del cosiddetto 'Stato islamico', le cui violenze e abusi non possono lasciare indifferenti". Lo afferma una nota della Santa Sede diffusa a conclusione del vertice dei nunzi apostolici del Medio Oriente, voluto da Papa Francesco e guidato dal segretario di Stato Parolin. Il testo denuncia l'abominio a cui ogni giorno si assiste "della decapitazione e crocifissione di essere umani nelle piazze pubbliche" e dell'esodo di migliaia di persone, alla distruzione dei luoghi di culto" e mette in guardia "dal rischio di abituarsi a questa violenza, dandola quasi per scontata come oggetto di cronaca quotidiana". Tale situazione "deve cessare!" afferma il comunicato che sottolinea "l'urgenza di porre fine alle guerre in atto che hanno gia' provocato numerosissime vittime" ed "alle violazioni da piu' parti delle norme piu' elementari del diritto umanitario internazionale, con un riferimento particolare alle sofferenze dei bambini e delle donne". "Non si puo' tacere, ne' la comunita' internazionale puo' rimanere inerte, di fronte al massacro di persone soltanto a causa della loro appartenenza religiosa ed etnica, di fronte", afferma la nota vaticana riecheggiando le parole dette nell'omelia di questa mattina dal segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin. "Nell'esprimere la vicinanza ai Patriarchi, ai Pastori e ai cristiani del Medio Oriente e alle altre componenti religiose ed etniche che soffrono a causa della violenza che imperversa in tutta la Regione, soprattutto in Iraq e in Siria", la nota assicura la preghiera dei nunzi e dei dicasteri vaticani e ribadisce la necessita' di fare tutto il possibile per aiutare queste persone e venire incontro ai loro bisogni, come tante volte richiamato dal Santo Padre". "Purtroppo – rileva ancora il testo – senza scrupoli continua il traffico di armi e ancor piu' grave le persone stesse sono oggetto di commercio. Dopo aver esaminato la drammatica situazione umanitaria, della quale soffrono le conseguenze tra gli altri i numerosissimi sfollati e rifugiati in altri Paesi, hanno sottolineato l'imperiosa necessita' che sia garantita a tutti, senza discriminazioni, la doverosa assistenza umanitaria". Secondo la nota vaticana, dunque, "e' lecito fermare l'aggressore ingiusto, sempre nel rispetto del diritto internazionale". "Tuttavia – ricorda il testo – non si puo' affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare, ma esso va affrontato piu' approfonditamente a partire dalle cause che ne sono all'origine e vengono sfruttate dall'ideologia fondamentalista". "Un ruolo importante – conclude la Santa Sede – dovrebbero svolgerlo i leader religiosi, cristiani e musulmani, collaborando per favorire il dialogo e l'educazione alla reciproca comprensione, e denunciando chiaramente la strumentalizzazione della religione per giustificare la violenza. Di fronte al dramma di tante persone che sono state costrette a lasciare le loro case in maniera brutale i partecipanti hanno ribadito la necessita' che sia riconosciuto il diritto dei cristiani e degli altri gruppi etnici e religiosi a rimanere nelle loro terre di origine e, qualora siano stati costretti ad emigrare, il diritto di ritornare in condizioni adeguate di sicurezza, avendo la possibilita' di vivere e di lavorare in liberta' e con prospettive per il futuro. E cio' richiede nelle circostanze attuali l'impegno sia dei Governi interessati che della comunita' internazionale. Sono in gioco principi fondamentali come il valore della vita, la dignita' umana, la liberta' religiosa, e la convivenza pacifica e armoniosa tra le persone e tra i popoli".