Covid, si dimezzano i casi nelle ultime 24 ore

Sono ancora in calo i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, 5.948, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 9.148.

Sono invece le 256 vittime in un giorno (ieri 144). Sono 121.829 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri i test erano stati 156.872. Il tasso di positività è del 4,9%% (ieri era al 5,8%).

I pazienti ricoverati terapia intensiva per il Covid in Italia sono 2.490, in calo di 34 unità rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 121 (ieri 109). Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 18.395 persone, in aumento di 50 unità rispetto a ieri.

Con i 13.038 registrati ufficialmente nelle ultime 24 ore i guariti dal Covid-19 e dimessi in Italia superano i 3 milioni e mezzo, secondo i dati del ministero della Salute. Sono esattamente 3.505.717.




India, coronavirus: 400 mila nuovi casi nelle ultime 24 ore

L’India ha riportato oggi oltre 400.000 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, un record mondiale. Lo ha reso noto il Ministero della Salute indiano.

Sono stati segnalati 401.993 nuovi contagi da coronavirus in un giorno, portando il totale nel Paese asiatico a oltre 19,1 milioni. Il numero di morti nelle ultime 24 ore è stato di 3.523, per un totale di 211.853 da inizio pandemia. 

L’India, alle prese con una drammatica ondata di coronavirus, ha deciso di prolungare di un’altra settimana il lockdown a New Delhi. Lo ha annunciato il primo ministro dello Stato della capitale.




Morte di Paolo De Sanctis, la famiglia cerca ancora giustizia: martedì il Gip di Velletri decide se archiviare o far aprire un processo a carico dei sanitari

Cade dal ponte di Ariccia e muore dopo essere stato dismesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Albano Laziale con un trauma cranico in corso, senza avergli fatto la Tac, con un tasso alcolemico di 1,53 e con la cannula ancora al braccio

Papà Gino ricorda suo figlio Paolo De Sanctis morto la notte tra il 17 e il 18 febbraio del 2018 dopo una caduta di oltre 60 metri dal ponte monumentale di Ariccia.

Paolo, un ragazzo pieno di vita e pieno di iniziative che portava avanti con tanta passione ed entusiasmo come l’escursione che aveva organizzato per domenica 18 febbraio e che aveva annunciato il giorno prima della sua morte attraverso il suo profilo Facebook.

Officina Stampa del 29/04/2021 – Gino De Sanctis papà di Paolo continua la sua battaglia legale per ottenere giustizia

Una morte, quella di Paolo, arrivata dopo un incidente stradale che gli aveva procurato un trauma cranico e che ciononostante i sanitari del pronto soccorso dell’ospedale di Albano Laziale lo avevano dimesso dopo neanche un’ora dal ricovero. Una dimissione fatta con la cannula ancora al braccio di Paolo, senza aver effettuato una tac e perdipiù certificando uno stato alcolemico di 1,53 microgrammi litro.

E oggi dopo oltre tre anni dalla sua morte la famiglia di Paolo è ancora in cerca della verità: se l’ospedale lo avesse trattenuto per effettuare una tac come previsto da protocollo in presenza di trauma cranico e se inoltre fossero stati avvisati i familiari Paolo sicuramente non sarebbe stato ritrovato morto sotto il ponte di Ariccia.




India, record di contagi: gli Usa consigliano ai propri cittadini di lasciare il paese asiatico

Atterrato all’aeroporto di Fiumicino l’aereo proveniente dall’India con 213 passeggeri e 10 componenti di equipaggio: 9% di positivi a bordo del velivolo

L’India ha registrato oggi altri 3.645 morti per Covid-19, un nuovo record per il Paese asiatico con un aumento di oltre 350 unità rispetto a ieri. Lo rende noto il Ministero della Salute indiano, secondo il quale salgono così a 204.832 i decessi da inizio pandemia in India.

Atterrato all’aeroporto di Fiumicino l’aereo proveniente dall’India con 213 passeggeri e 10 componenti di equipaggio che è stato sottoposto a massiccio screening anti covid. Gli esami si sono conclusi alle 21:15 di mercoledì e i risultati parlano di un 9% di positivi a bordo del velivolo. A tutti è stato imposta la quarantena e accompagnati a bordo di pullman dell’esercito in un covid hotel.

“Grazie alle unità USCAR della Regione Lazio , alla Protezione Civile e alle Forze dell’Ordine che hanno lavorato fino a tarda notte per effettuare tamponi ai 213 passeggeri atterrati a Fiumicino dall’India, individuando una percentuale di positivi a bordo del 9%. Bene il Ministro Speranza che ha bloccato i voli, ora ribadiamo che l’Europa deve attivare azioni coordinate per scongiurare il peggio #varianteindiana”. Lo ha scritto su Facebook Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio.

Gli Stati Uniti hanno consigliato ai propri cittadini che si trovano in India di andarsene non appena sarà possibile farlo in sicurezza dopo l’ennesimo record di casi di coronavirus nel continente.

Una nota sul sito dell’ambasciata degli Stati Uniti a New Delhi avverte che “l’accesso a tutti i tipi di cure mediche è sempre più seriamente limitato in India a causa dell’aumento dei casi di Covid-19” sottolineando che i decessi sono aumentati notevolmente.

“I cittadini statunitensi che desiderano lasciare l’India dovrebbero approfittare delle opzioni di trasporto commerciale disponibili ora”, si legge ancora sul sito.

Sono quasi 150 milioni i casi di coronavirus nel mondo (149.242.187), secondo i dati della Johns Hopkins University. Il che vuol dire che una persona su 50 ha avuto il Covid-19. Aumentano anche le vittime: sono 3.147.016 le persone che hanno perso la vita a causa del virus dall’inizio della pandemia.




Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi

La nuova variante indiana del Covid-19, che sta provocando migliaia di contagi al giorno nel paese asiatico, spaventa l’Europa e l’Italia, dove ieri sono stati diagnosticati due casi a Bassano del Grappa, in Veneto. I suoi effetti, ovvero se sia più pericolosa per contagiosità, letalità e resistenza ai vaccini, sono ancora in corso di valutazione. Ma cosa sappiamo di questa mutazione? E fino a che punto dobbiamo preoccuparci, anche in considerazione della compagna vaccinale.

Scoperta per la prima volta ad ottobre nel Maharashtra, stato dell’India Centro-occidentale, conosciuto per la capitale Mumbai, la variante è identificata come B.1.617. La sua caratteristica principale è che presenta due mutazioni già note (E484Q e L452R), unione che sarebbe responsabile della drammatica ondata che sta stravolgendo l’India. La mutazione identificata come L452R corrisponde ad una modifica individuata anche nella variante californiana (B.1.427) che interessa la proteina spike e potrebbe aumentare la contagiosità del coronavirus. La mutazione E484Q potrebbe invece incidere sulla capacità di ‘dribblare’ la risposta immunitaria: quindi, potrebbe portare il coronavirus ad essere più resistente agli anticorpi sviluppati dopo un’infezione o di aggirare, almeno parzialmente, l’efficacia del vaccino.

La resistenza ai vaccini deve essere ancora dimostrata

Secondo i primi dati da Israele, il vaccino Pfizer-BioNTech è parzialmente efficace contro la variante indiana e anche i primi test di neutralizzazione sul vaccino indiano Covaxin hanno mostrato una buona risposta.
Secondo il virologo Giovanni Maga, direttore dell’l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, “c’è uno studio di un gruppo indiano in cui i ricercatori dimostrano che il vaccino indiano in sperimentazione, protegge contro da questa variante, ed è un vaccino analogo a quello cinese, basato sul virus inattivato. Lo studio è al momento in revisione per la pubblicazione ma i dati sono già stati messi a disposizione su un banca dati pubblica perché la comunità scientifica potesse già valutarli”.

“Quello che sta succedendo in India, Cile e Brasile è il risultato combinato di aperture insensate e sviluppo di varianti con trasmissibilità elevata. La variante indiana è una variante che genera cluster molto numerosi, probabilmente ha un indice di infettività alto. In India ha completamente soppiantato la variante inglese. Poi ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino”, ha sottolineato il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova.

A livello di sintomi la variante indiana pare essere più impattante sull’organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, sono di solito più forti. E di conseguenza anche i tempi di guarigione ne risentono.




Johnson & Johnson, via libera dell’Ema al vaccino: “Benefici superano i rischi”

L’Agenzia europea del farmaco (Ema) riconosce “possibili” legami di causa-effetto tra il vaccino di Johnson & Johnson e gli eventi “molto rari” di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Usa. Si legge in una nota dell’Agenzia Ue nella quale si precisa però che i benefici superano i rischi.

L’Ema evidenzia che nella somministrazione di Janssen, il vaccino di Johnson & Johnson, “i benefici superano i rischi”. Si legge in una nota dell’Agenzia Ue, al termine della revisione sul siero, dopo rarissimi casi di trombosi cerebrale negli Stati Uniti.

Tutti gli eventi rari di trombosi cerebrale “si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione” con il siero di Johnson & Johnson, “la maggioranza nelle donne. Sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati”, scrive l’Agenzia europea del farmaco.

“Il comitato per la sicurezza dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha concluso che alle informazioni” del bugiardino “sul prodotto per il vaccino Janssen”, della Johnson &Johnson, “dovrebbe essere aggiunto un avvertimento su coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Inoltre gli eventi dovrebbero essere elencati come effetti collaterali molto rari del vaccino”.

“I casi di eventi rari esaminati dopo il vaccino della J&J sono molto simili ai casi verificatisi con il vaccino Covid-19 sviluppato da AstraZeneca”.  “La valutazione scientifica dell’Ema è alla base dell’uso sicuro ed efficace dei vaccini Covid-19. Le raccomandazioni dell’Ema sono la base su cui i singoli Stati membri dell’Ue attueranno le loro campagne di vaccinazione nazionali. Questi possono differire da Paese a Paese a seconda delle esigenze e circostanze nazionali”, si legge nella nota dell’Ema.

“Le indagini dell’Ema sul vaccino di Johnson &Johnson proseguono e sarà imposto alla casa farmaceutica di fare ulteriori approfondimenti. L’agenzia europea ha inoltre commissionato studi sui casi di trombosi attraverso due consorzi di ricerca”. Così la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke.

Si riunisce oggi la Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per la valutazione del vaccino anti-Covid Johnson & Johnson, dopo che l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha riconosciuto “possibili” legami di causa-effetto tra il vaccino e gli eventi “molto rari” di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Usa. Il vaccino era stato sospeso dalla stessa azienda per la campagna vaccinale in Europa dopo la segnalazione di eventi avversi in Usa.

“Accolgo l’annuncio dell’Ema sulla sicurezza del vaccino di Johnson&Johnson. Questa è una buona notizia per le campagne vaccinali in tutta l’Ue”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su Twitter.

Il sì dell’Ema a Johnson&Johnson è una notizia positiva perché “accelera” ulteriormente la campagna di vaccinazione anti-Covid in Ue. “Il nostro target è che dovremmo essere in grado di vaccinare più del 70% degli adulti entro metà luglio”. Lo ha detto il commissario Ue al mercato interno Thierry Breton a SkyTg24, sottolineando che “abbiamo recuperato il ritardo” dell’inizio della campagna.




Vaccinazioni anti Covid: entro agosto l’immunità di gregge

Nel giorno in cui l’Italia supera i 15 milioni di vaccinazioni, dalla Ue arriva l’annuncio che il nostro paese avrà “nei prossimi tre mesi 54 milioni di vaccini dei quattro finora approvati, cioè tre volte di più di quelli ricevuti finora”. Lo ha detto il commissario per il mercato interno Thierry Breton, intervistato da Fabio Fazio, sottolineando che questo permetterà di “vaccinare il 70 per cento degli adulti entro luglio”.

L’annuncio arriva nel giorno in cui i dati indicati dal commissario Francesco Figliuolo confermano l’accelerazione della campagna vaccinale che segna, secondo il ministro della Salute Roberto Speranza, “una fase diversa: sono stati somministrati in 3 giorni – ha detto – un milione di dosi di vaccino”.

Di questo passo, secondo la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, l’immunità di gregge potrà essere raggiunto ad agosto o settembre. E mentre è in corso la distribuzione delle oltre 400 mila dosi di Moderna arrivate ieri sera all’hub nazionale di Pratica di Mare, la nuova settimana della campagna vaccinale anti-Covid in Italia sarà segnata martedì dalla cruciale decisione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) su Johnson&Johnson, il monodose bloccato dopo pochi casi di trombosi su sette milioni di somministrazioni negli Stati Uniti.

Il probabile via libera al preparato dell’azienda Usa, con raccomandazione magari di usarlo per gli over 60 come AstraZeneca, darebbe rinnovato slancio alla fase di immunizzazione degli anziani e dei fragili. Proprio sul versante di Astrazeneca, il commissario europeo Breton ha detto che il contratto dell’Ue con l’azienda, che scade il 30 giugno, è a rischio di rinnovo a causa dei ritardi di consegna accumulati: “La mia priorità come gestore dei vaccini è che coloro con cui stipuliamo un contratto consegnino in tempo. Abbiamo ordinato 120 milioni di dosi per il primo trimestre e 180 milioni per il secondo. AstraZeneca ne ha consegnati prima 30 milioni e poi 70 milioni”, ha affermato. E comunque “niente è definitivo, continueremo a discutere”, ha aggiunto. Tornando alla campagna vaccinale italiana, un dato certo è che ha accelerato rispetto alle settimane scorse: un milione di dosi somministrate in tre giorni, appunto, di cui oltre 358 mila venerdì e, come ha scritto Matteo Renzi su Fb, 410 mila vaccinazioni sabato. Il commissario all’Emergenza Figliuolo aveva corretto la previsione di mezzo milione di dosi inoculate al giorno entro aprile promettendone invece 315 mila tra il 16 e il 22 e l’obiettivo appare possibile.

Complessivamente, sono oltre 10,6 milioni i cittadini che hanno ricevuto almeno una dose, quasi il 18% della popolazione. Oltre 4,4 milioni (il 7,45% della popolazione) ha ricevuto anche la seconda dose. Il 53% circa degli over 70 – i più a rischio – hanno una copertura totale o parziale. La ministra degli Affari regionali Gelmini è convinta che “procedendo con questo ritmo nelle vaccinazioni nell’arco di un paio di mesi, ad agosto-settembre, potremmo raggiungere l’immunità di gregge”, fissata intorno al 70% della popolazione vaccinata. “Le Regioni stanno correndo nelle vaccinazioni sulle categorie prioritarie – afferma -, i vaccini arrivano e nessuna dose deve rimanere in frigorifero, come mi pare stia infatti avvenendo”. Alcuni giorni fa risultavano ancora conservati 1,5 milioni di ‘shot’, oltre un milione di AstraZeneca, per lo più accantonati per i richiami, ma anche per una percentuale di rifiuti del vaccino anglo-svedese. Su J&J si vedrà l’effetto dopo il verdetto dell’Ema.

Secondo il sito del Sole 24 Ore, che utilizza il database del ministero della Salute, a questo ritmo sarà vaccinato anche con richiamo il 70% degli italiani non prima di inizio dicembre. La vaccinazione va particolarmente bene nel Lazio, che ha raggiunto 1,5 milioni di somministrazioni – un decimo del totale nazionale -, con un abitante su 5 che ha ricevuto la prima dose. Cosa che non ha dissuaso un imprenditore romano 64/enne dall’andare in Sicilia per l’Open Weekend con AstraZeneca senza prenotazione, iniziativa della Regione che ha quadruplicato le inoculazioni. Buone notizie anche dal Veneto, in cui l’89,9% degli over 80 ha avuto almeno una dose. “Dalla prossima settimana cominciamo con gli over 60”, annuncia il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, secondo il quale “il problema non era la nostra (delle Regioni, ndr) organizzazione, ma le dosi insufficienti”. Giovedì ne saranno arrivate 4,2 milioni, più 670 mila ‘extra’ di Pfizer per la fine del mese.




Covid, dal 26 tornano le zone gialle: Speranza firmerà nuove ordinanze in vigore da lunedì. Riaprono ristoranti, teatri, cinema e spettacoli

Dal 26 aprile tornano le zone gialle, con l’apertura di tutte le attività di ristorazione, sport e spettacolo nelle aree a basso contagio da Covid, ma solo all’aperto. E’ quanto è emerso prima da fonti di governo al termine della cabina di regia a Palazzo Chigi e poi confermato dal presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa.

Intanto il Ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, firmerà in giornata nuove ordinanze che andranno in vigore a partire dal 19 Aprile.

La cabina di regia “anticipa al 26 di questo mese l’introduzione della zona gialla – ha detto Draghi – ma con un cambiamento rispetto al passato, nel senso che si dà precedenza all’attività all’aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso vi sono modalità che suddividono in parte in presenza e in parte a distanza”

Poi dovrebbero riaprire i ristoranti anche la sera, ma solo all’aperto. Dovrebbe restare il coprifuoco alle 22, nella fase delle nuove aperture.

Dal 26 aprile teatri, cinema e spettacoli dovrebbero tornare a essere consentiti all’aperto. Al chiuso gli spettacoli dovrebbero essere consentiti con i limiti di capienza fissati per le sale dai protocolli anti contagio.

Dal primo giugno riapriranno i ristoranti con tavoli al chiuso solo a pranzo con nuove linee guida e anche le palestre con nuove linee guida. Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi precisando la road map delle aperture. Dal primo luglio arriverà il via libera a fiere e congressi e all’apertura di stabilimenti termali e parchi tematici, anche in questo caso con nuove linee guida.

Dovrebbero poi essere consentiti gli sport all’aperto, mentre gli stabilimenti balneari e le piscine all’aperto dovrebbero riaprire il 15 maggio e il primo giugno dovrebbero riaprire al chiuso anche le palestre. E’ quanto si apprende da fonti di governo, all’esito della cabina di regia sul Covid di questa mattina.

Con il premier Mario Draghi riuniti i ministri Roberto Speranza, Maria Stella Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti. Con loro anche gli esperti Silvio Brusaferro dell’Iss e Franco Locatelli del Cts. Nell’incontro saranno esaminati i dati sul contagio, per assumere le decisioni sulle prossime riaperture. Alla riunione anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

“E’ andata bene, un messaggio di ottimismo graduale e con responsabilità ma stiamo disegnando un percorso importante di ripartenza”, ha detto la ministra Bonetti uscendo da Palazzo Chigi.

“E’ la liberazione, un ritorno alla vita, un ottimo inizio di primavera”, dicono fonti leghiste al termine della cabina di regia sul Covid. Giancarlo Giorgetti si sarebbe battuto con forza nella riunione per le riaperture e al termine trapela “soddisfazione” per la road map di aperture progressive a partire dal 26 aprile. “Passa il principio – sottolineano le stesse fonti – che se i dati lo consentono si può riaprire. Oggi vince il buonsenso, nessun partito”.

“Come Regioni abbiamo presentato linee guida sia per l’aperto che per il chiuso (per la ristorazione, ndr), al chiuso 2 metri di distanza se c’è pericolo alto di pandemia – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliamo Fedriga a Sky Tg24 -, altrimenti si può ridurre. Anche in zona rossa, tenere aperto anche con rischio alto di contagio, abbinandolo a uno screening importante, con tamponi specie per determinate attività”. “Sono proposte di estrema responsabilità. Molti Paesi al mondo usano tamponi rapidi ad autosomministrazione, perché non usarli per regolare gli accessi in sicurezza anche in zone ad alto rischio?”.

Intanto il Trentino anticipa le decisioni del Governo. Da lunedì 19 aprile riaprono bar e ristoranti all’aperto dalle 5 alle 18. Lo ha deciso la Giunta provinciale, che ha approvato una delibera sulla scorta della legge 3 del 2020, varata subito dopo il primo lockdown dello scorso anno e che ha una parte dedicata a potenziali riaperture. Lo scorso anno la legge non era stata impugnata dal Governo in carica. “È una sperimentazione, anche rispetto a quello che sta decidendo il Governo in queste ore. È una forma di autonomia. Crediamo che la delibera possa non essere impugnata”, ha detto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti.




Vaccinazioni anti Covid-19: per l’Italia 7 milioni di dosi in più da Pfizer-Biontech

Dati alla mano, la campagna vaccinale anti-Covid in Italia e in Europa potrà continuare come previsto, nonostante l’ennesimo colpo di scena della sospensione di Johnson&Johnson negli Usa. La fornitura aggiuntiva di Pfizer-Biontech, che si conferma il vaccino-pilastro con quasi il 60% del totale e per l’Italia invierà 7 milioni di dosi in più entro fine giugno, permetterà di completare l’immunizzazione totale o parziale di anziani e categorie più fragili.

“Finalmente una bella notizia”, commenta il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo in visita in Valle d’Aosta e Piemonte nel suo tour delle regioni e che è stato informato dal premier Mario Draghi dell”extra’ provvidenziale di fiale. Intanto sono arrivati 1,5 milioni di dosi Pfizer già programmate e in 24 ore saranno distribuite alle Regioni, assicurano dalla struttura guidata dal generale.

“Ho ricevuto una chiamata dal premier Draghi che mi ha comunicato l’arrivo per Europa in questo trimestre di 50 milioni di dosi Pfizer in più. Per l’Italia vuol dire oltre 670.000 dosi in più ad aprile, 2 milioni e 150.000 dosi in più a maggio e oltre 4 milioni di dosi in più a giugno. Finalmente una bella notizia. Il piano va avanti così come l’avevo strutturato, per questo sono davvero contento”, ha detto il commissario Figliuolo, in visita al Polo vaccinale di Aosta.

“E’ iniziata intanto la distribuzione alle Regioni di circa 1,5 milioni di dosi di vaccino Pfizer, arrivate presso gli aeroporti di Bergamo, Bologna, Brescia, Roma Ciampino, Milano Malpensa, Pisa e Venezia”, ha reso noto il Commissariato all’emergenza Covid. “Le consegne interesseranno più di 210 strutture sanitarie in tutta Italia, e si concluderanno entro 24 ore”.

Su Johnson&Johnson “stiamo aspettando fiduciosi cosa dirà la comunità scientifica, in particolare Ema ed Aifa, che credo si pronunceranno nei prossimi 2-3 giorni e rispetteremo chiaramente le prescrizioni. Sono sicuro che a fine mese raggiungeremo il target che ci siamo prefissati”, ha spiegato Figliuolo, da Torino, all’inaugurazione dell’hub vaccinale. “Johnson&Johnson è stato fermato dagli Usa per una riflessione su probabili casi di effetti collaterali gravi il cui rapporto causa-effetto non è stato ancora dimostrato, 6 casi rispetto a 7 milioni di dosi inoculate, dato in linea con qualsiasi altra tipologia di farmaco”. “Non voglio dire che non sia importante per chi ha subito gravi effetti, – ha aggiunto Figliuolo – ma è incomparabile con i morti della pandemia e con le gravi conseguenze che provoca sulla popolazione anziana”.

‘È verosimile che il vaccino anti-Covid di Johnson&Johnson possa essere limitato agli over-60’, ha spiegato a Rainews 24 Patrizia Popoli, presidente della Commissione tecnica scientifica dell’Aifa, dopo la sospensione del vaccino in Usa a seguito della segnalazione di eventi trombotici rari. Il vaccino J&J, ha spiegato Popoli, utilizza la stessa tecnologia a vettore virale usata anche per il vaccino di AstraZeneca: ‘Se anche gli eventi avversi rari osservati risulteranno simili a quelli osservati per il vaccino AstraZeneca – dice – è verosimile che si adotteranno misure analoghe. È una possibilità concreta’.

“Quello del rifiuto del vaccino AstraZeneca è un tema difficile. È un fenomeno che negli ultimi giorni sta diventando più importante di quello che possiamo pensare”, ha intanto detto il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, intervenendo in audizione in Commissione Sanità del Consiglio Regionale. “Ho segnalazione di centri vaccinali importanti in cui parecchia gente li sta rifiutando – ha aggiunto -. In questi casi, se in sede di anamnesi ci sono valutazioni critiche, possiamo fargli il Pfizer. Negli altri casi, se non ci sono queste motivazioni, li rimettiamo in coda”.

Antitrust, sulla salute il mercato deve avere limiti – “Non tutti i bisogni possono essere soddisfatti dal mercato”. Così il presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli facendo riferimento ai brevetti per i vaccini e sottolineando che “quando, ad esempio, a venire in rilievo è la tutela di diritti fondamentali come quello alla salute, il mercato può e deve subire dei limiti”. Rustichelli ricorda che il nostro Codice della proprietà industriale “prevede già ora, agli articoli 141 e 142, la possibilità di un intervento rapido tramite DPR con cui si espropria, anche per ragioni di pubblica utilità, la titolarità o l’uso del brevetto, dietro corresponsione di un congruo indennizzo”.




Vaccini anti Covid, in arrivo oltre 4 milioni di dosi: scontro tra De Luca e Figliuolo

Sono in arrivo questa settimana circa due milioni e duecentomila dosi di vaccino. Nello specifico da oggi, fino a mercoledì, è previsto un nuovo carico settimanale di Pfizer, con notevole aumento: circa un milione e mezzo di dosi. A queste, si aggiungeranno poi altre 400mila di Moderna.

Oggi 360mila dosi saranno stoccate nell’hub della Difesa a Pratica di Mare. Di queste, 184.800 riguardano il primo carico di Johnson & Johnson mentre altre 175.200 sono di AstraZeneca.

Sono oltre 4,2 milioni i vaccini che verranno complessivamente consegnati tra il 15 e il 22 di aprile alle strutture sanitarie delle Regioni. In particolare è prevista la distribuzione di oltre tre milioni di Pfizer suddivisi in due mandate di 1,5 milioni, circa mezzo milione di Vaxzevria, oltre 400 mila di Moderna, e di più di 180 mila di Johnson & Johnson. Per la settimana 16-22 aprile si stimano circa 315 mila somministrazioni giornaliere negli oltre 2.200 punti vaccinali in tutta Italia attivi. E’ quanto comunica in una nota la struttura Commissariale per l’Emergenza Covid del generale Francesco Figliuolo. “Nel quadro delle priorità indicate dall’Ordinanza numero 6 del Commissario straordinario, il numero di persone di età superiore agli 80 anni che ha ricevuto almeno una somministrazione ha intanto superato quota 3 milioni, con un incremento di 500 mila unità rispetto alla settimana precedente. E’ stato così raggiunto con almeno una dose il 70% della platea di oltre 4,5 milioni rilevata con il sistema informatico ‘Tessera sanitaria’ e verificata dalle Regioni/Province autonome”.

La campagna di vaccinazione “deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale, senza deroghe ai principi che lo regolano, facendo riferimento all’ordinanza che indica le categorie prioritarie”, ha detto Figliuolo replicando al presidente della Campania Vincenzo De Luca. “L’obiettivo – aggiunge il Commissario – è quello di mettere al sicuro le persone fragili e le classi di età più anziane, che sono le più vulnerabili all’infezione. Più celermente si concluderà questa fase, prima si potrà procedere a vaccinare le categorie produttive”.

“La Campania – aveva detto De Luca – è stata una regione tra le più rigorose d’Italia, ma una cosa è il rigore altro è la stupidità. Ho appena finito di parlare con il commissario Figliuolo al quale ho detto che una volta completati gli ultra ottantenni e i fragili noi non intendiamo procedere per fasce di età. Dedicheremo la struttura pubblica a curare i fragili e le persone anziane ma lavoreremo anche sui settori economici perché se decidiamo di andare avanti solo per fasce di età, quando avremo finito le fasce di età l’economia italiana sarà morta”.

“Dobbiamo affrontare i problemi con la necessaria serenità ma è evidente che il governo si è dato e ha offerto un aggiornamento del piano vaccini con priorità che devono essere rigorosamente rispettate. Peraltro la conferenza Stato Regioni è un organismo importante in momenti complessi come quelli attuali, è il luogo giusto per chiarirsi e dirimere le questioni”. Risponde così la ministra per gli Affari regionali Gelmini ad una domanda sulla presa di posizione del presidente della Campania.

“Aver superato 2 milioni di vaccini in Lombardia nonostante i ritardi nella fornitura e i disastri dell’Europa è motivo di orgoglio”, ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini chiedendo a Bruxelles di decidere sul via libera allo Sputnik “che è usato in 60 Paesi. Mi domando quanto dobbiamo aspettare per un sì o un no – ha aggiunto – Mi auguro che Ema lo dica in fretta”.




Astrazeneca, Ema: “effetti indesiderati molto rari”. In Italia vaccino raccomandato solo per chi ha più di 60 anni

L’Italia raccomanda l’uso di AstraZeneca solo per chi ha più di 60 anni, sebbene non ci siano elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose per quanti avessero già avuto la prima. Ad annunciarlo in serata è stato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, al termine dell’ennesima giornata convulsa sull’uso del vaccino di Oxford.

Pur riconoscendo i casi eccezionali di trombosi come “effetti indesiderati molto rari” dell’immunizzante anglo-svedese, l’Ema non aveva infatti ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età, demandando la decisione ai singoli Stati, in base alle loro esigenze. Subito dopo l’Ema, si sono riuniti in una videoconferenza straordinaria i ministri della Salute dei 27, che però non sono riusciti ad adottare una linea comune. L’Ue resta così spaccata tra quanti hanno già imposto restrizioni (come i Paesi scandinavi, la Germania, la Francia e l’Olanda, cui si è aggiunto anche il Belgio) e quanti invece non intendono farlo. “Ci mettiamo subito a scrivere la circolare. Bisogna essere chiari e netti”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza sulle nuove direttive per AstraZeneca durante la videoconferenza Governo-Enti locali.

Il provvedimento “conterrà una raccomandazione di somministrare AstraZeneca sopra i 60 anni, in linea con quanto deciso da altri paesi Ue”, ha aggiunto. “I benefici superano di gran lunga i rischi”, aveva ripetuto a più riprese nel pomeriggio la direttrice dell’Ema Emer Cooke, parlando di eventi davvero straordinari, con un’incidenza molto bassa, e lanciando un appello agli europei a vaccinarsi con tutti gli immunizzanti disponibili. La presidente del Prac, la commissione per la valutazione del rischio dell’Agenzia europea, Sabine Straus, aveva tuttavia ammesso che i casi analizzati hanno fatto rilevare “un forte legame” tra il vaccino di AstraZeneca e gli eventi collaterali “molto rari”, e per questo motivo è stata stabilita una “probabile causalità”.

Si è arrivati a questa conclusione dopo un’analisi approfondita di 62 casi di trombosi cerebrale e 24 dell’addome riportati nel database sulla sicurezza dei farmaci dell’Ue alla data del 22 marzo, 18 dei quali fatali. “Una spiegazione plausibile” delle cause scatenanti non è stata individuata, ma tra le ipotesi “c’è una risposta immunitaria al vaccino che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina, definita trombocitopenia indotta dall’eparina”.

Ad ogni modo l’Ema ha espresso la volontà di imporre ad AstraZeneca “approfonditi studi per capire di più sugli effetti di rischio” del suo vaccino, ha spiegato il responsabile della task force sull’analisi dei dati Peter Arlett. La compagnia anglo-svedese dovrà fare “studi di laboratorio per cercare di comprendere meglio l’effetto dei vaccini sulla coagulazione, esaminare i dati esistenti di studi clinici ravvicinati per valutare si vi siano ulteriori informazioni sui possibili rischi e condurre anche studi epidemiologici”. Ascoltato tutto questo, l’Italia ha ritenuto di andare oltre l’aggiornamento del bugiardino e gli avvisi raccomandati dall’Ema, aggiungendosi alla schiera di quanti avevano già imposto delle restrizioni (Germania, Spagna e Belgio hanno deciso l’uso sopra i 60 anni, la Francia sopra i 55). Dall’altra parte della Manica, anche la Mhra, l’autorità britannica del farmaco, ha raccomandato di offrire un vaccino diverso alle persone con meno di 30 anni.

Le trombosi rare rilevate su alcune decine di pazienti sottoposti al vaccino anti Covid di AstraZeneca sono “un effetto collaterale potenziale sospetto” del siero “su un numero estremamente limitato” di casi, ha ammesso June Raine, dell’ente regolatore del Regno Unito. “Esiste la forte possibilità” di un qualche legame, “anche se occorre ulteriore lavoro per provare oltre ogni dubbio” un rapporto causale. Intanto nel Regno Unito sono saliti a 76 i casi di trombosi rare e a 19 i morti fra le circa 20 milioni di persone che hanno utilizzato finora il vaccino. Mentre gli Stati Uniti, ha fatto sapere Anthony Fauci, non prevedono al momento di utilizzare il vaccino di Oxford: “Non è un giudizio negativo sul siero – ha specificato l’immunologo americano – ma abbiamo già tre buoni vaccini che ci forniscono dosi sufficienti probabilmente anche per un ulteriore richiamo”.