MARINO, OSPEDALE: LA VERITA' SULLA RIAPERTURA DI OSTETRICIA, GINECOLOGIA, NEONATOLOGIA E CONSULTORIO.

Redazione

Marino (RM) – La mattina di sabato 2 febbraio 2013, si è svolta all'ospedale di Marino una partecipata assemblea pubblica con decine e decine di cittadini, soprattutto donne, per volontà dell’Assemblea delle Donne dei consultori di Marino e dei Castelli Romani.

La sala messa a disposizione dal direttore sanitario, dottor Michele Di Paolo ha visto l’intervento dello stesso chiamato a rispondere alla introduzione svolta da Paola, e a numerosi interventi che ponevano quesiti diretti. Domande sul piano sanitario, sul futuro dell’ospedale, sui servizi connessi, sulle mancanze registrate, sui tempi di “esistenza” delle scelte che vengono compiute ora, senza che siano rimesse in discussione tra un mese. Molto onestamente e trasparentemente il dott. Di Paolo e il capo dell’Ufficio tecnico, hanno risposto a tutti i quesiti posti.

Questo è ciò che è emerso: Il Consultorio di Marino riapre, perché l’intervento di cui necessitava era di manutenzione del sistema di riscaldamento

Il blocco Ostetricia-Ginecologia e Neonatologia apre per intervento della Asl Roma H, non appena sarà risolta l’acquisizione di documentazione idonea rilasciata dalla ditta cha ha svolto la messa a norma. "La documentazione che attesta che è tutto a posto è già pronta, ma non viene consegnata perché alla ditta non sono stati pagati i lavori" commenta Maurizio Aversa di Rivoluzione Civile Ingroia.

Per questo, nelle conclusioni riepilogative dell’Assemblea, si è indicato che si continuerà a vigilare. Anzi, come ha sostenuto con forza Anna Sapia, del Comitato Cittadino di Marino, se non sarà sufficiente la vigilanza attiveremo delle forme di lotta affinchè nulla più venga sottratto di quanto resta della salute pubblica e per garantire che queste scelte annunciate siano concretizzate. "All’assemblea sono intervenuti – dichiara Aversa –  esponenti delle forze politiche e sociali locali (tra cui Rivoluzione Civile, il Pd, I Po’) che hanno continuato così il loro impegno di denuncia contro le promesse di Palozzi e della Giunta di destra che governa Marino, e che metteranno a disposizione dei cittadini le proprie scelte a favore della sanità pubblica sul territorio. Emerge con chiarezza la totale inaffidabilità, e la scelta di affidarsi solo alle menzogne da parte del Sindaco di Marino, anche candidato alla regione Lazio.

Adriano Palozzi nega che ci fosse volontà di spostare il Consultorio per chiusura definitiva. Ma che era tutto dovuto ad una ristrutturazione per ampliare il servizio. Invece, smentendo il sindaco pubblicamente, questa mattina sia il responsabile dell’ufficio tecnico che il direttore sanitario hanno raccontato che si è trattato di un “semplice” intervento di manutenzione del riscaldamento. Quindi o Palozzi è bugiardo perché vuol spostare il Consultorio; oppure è bugiardo perché neppure sa che non c’è nessuna ristrutturazione. In ambedue i casi non pensi di cavalcare facili promesse alla “Pronto Soccorso che mo’ apre”. – Aversa conclude –  I cittadini marinesi sono stanchi di giochetti parolai. E, soprattutto, ora che la Rivoluzione Civile è giunta anche a Marino c’è un motivo in più per ampliare le alleanze di forze politiche e sociali che saranno sempre dalla parte giusta: quella dei cittadini che hanno diritti da far valere. A cominciare da quello della salute. Del resto che Palozzi giochi sulla sanità, mentre è impegnato nel sostegno a Storace che è gran parte dell’origine dei guai della sanità laziale, è solo un triste epilogo del berlusconismo transitato nel Lazio tramite la Polverini, che i cittadini provvederanno a cacciare da ogni ipotesi di riconsegna della guida della Regione."

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MONTE PORZIO CATONE, UNA TASSA SULLE STRADE IN DISCESA

“Per la tassa o tariffa sui passi carrai la Corte di Cassazione è dovuta intervenire ancora una volta sui passi carrabili a raso (sentenza n. 16733/2007) per ribadire che non sono soggetti a tassa […]”

 

Daniela Zannetti

Monte Porzio Catone (RM) – Rilevazione con quattro fotocamere, con campo visivo a 360°, montate su un fuoristrada che questa estate ha percorso vie e viuzze di Monte Porzio Catone alla ricerca di ogni varco su strada connotato da cancelli e simili.

Questa la metodica, alla Google maps per intenderci, della TRE ESSE S.R.L. di Supino (FR) concessionaria del Comune di Monte Porzio Catone del rilevamento dei presunti passi carrabili nel comune, per procedere all’avviso di accertamento e sanzionare tutti i cittadini in possesso del passo carrabile non regolarizzato dalla relativa procedura di richiesta formale di occupazione degli spazi pubblici (T.O.S.A.P). 

I primi avvisi a Monte Porzio Catone sono arrivati tra il 30 e il 31 dicembre  2012 ammonendo i cittadini a versare entro 60 giorni l’importo dovuto per l’anno 2007 e i relativi  oneri di mancato pagamento, interessi di mora e spese di notifica per l’ inadempienza moltiplicata per gli anni intercorsi.  All’accertamento seguiva l’invito al pagamento del 2013, anno in corso.

Il “tormentone”, in odore di “cartella pazza” che assilla non solo Monte Porzio Catone ma  tutto il territorio italiano, di fatto, è secondo l’art.44 del D. lgs 507/93, quello che definisce passi carrabili quei “manufatti costituiti generalmente da listoni di pietra o altro materiale o da appositi intervalli lasciati nei marciapiedi o, comunque, da una modifica del piano stradale intesa a facilitare l’accesso dei veicoli alla proprietà privata” e, che su questi, graverebbe la Tassa Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche, tributo a favore dei Comuni, dovuta dal titolare dell’atto di concessione o di autorizzazione […]

All’accertamento è’ possibile presentare istanza avverso gli atti comunicati dalle concessionarie, provando che il proprio passo è a raso, ovvero non presenta quelle opere che appunto caratterizzano  i passi carrabili e che pertanto non si ritiene di  dover pagare la relativa concessione comunale.

Secondo L’unione Nazionale dei Consumatori (2008): “ Per la tassa o tariffa sui passi carrabili bisognerebbe denunciare per abuso di potere ed estorsione tutti i sindaci che fanno i furbi per racimolare un po’ di soldi in più e alimentare le ruberie pubbliche, intasando di lavoro anche i giudici. E ancora l’Unione consumatori nel 2012: “Per la tassa o tariffa sui passi carrai la Corte di Cassazione è dovuta intervenire ancora una volta sui passi carrabili a raso (sentenza n. 16733/2007) per ribadire che non sono soggetti a tassa […]”

La TRE ESSE S.R.L che nello specifico locale è disponibile alle dovute spiegazioni non fa mistero che, e a suo avviso, molti, se non tutti, i passi carrabili individuati dalla rilevazione fotografica siano abusivi e in odore di sanzione, perché non si presenterebbero in asse col piano stradale.

Non vi sorprenda che stando alle dichiarazioni della stessa TRE ESSE, tutti varchi su strade in discesa o realizzate a sampietrini e con la tipica gobba d’asino e relativi avalli laterali per lo scorrimento delle acque piovane, siano nel mirino della T.O.S.A.P, così come quei varchi a raso che per mancata manutenzione del manto stradale hanno abbisognato d’interventi anche privati per mantenere il varco in asse col piano stradale.

Vero è che la prossima tassa comunale Tares, Decreto Salva- Italia che andrà a sostituire Tarsu e Tia provvederà, indistintamente dal maggiore beneficio di un cittadino all’altro, all’illuminazione pubblica e alla manutenzione delle strade. Forse che grazie a quella il comune di Monte Porzio terrà conto di rendere a raso i varchi delle strade a sanpietrini o le fornirà di marciapiedi e griglie per l’acqua? Se provvederà al paro grazie ai contribuenti di nuovo supertassati perché chiedere ora la Tassa di occupazione del suolo pubblico? Evidentemente in provincia di Roma si può persino pensare di far pagare la romanità.
 




MORLUPO, CHIUSO LOCALE E IN MANETTE GESTORI PER SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE

Redazione

 Morlupo (RM) – I poliziotti del Commissariato Flaminio Nuovo, diretti dalla dott.ssa Angela Cannavale, dopo giorni di appostamenti, nella serata di ieri hanno fatto irruzione nel locale ed hanno arrestato proprietario e consigliere di quella, che sulla carta, doveva essere un’associazione culturale senza scopo di lucro.

Quando gli agenti sono entrati all’interno, la situazione è apparsa subito chiara.

Donne in abiti succinti, corridoi con luci soffuse divisi in piccole sale con tanto di divanetti e tende oscuranti, dove le ragazze intrattenevano i clienti per consumare rapporti sessuali a pagamento.

Il locale, inoltre, che, contrariamente a quanto previsto dall’atto costitutivo, era stato adibito alla ricezioni di clienti occasionali, offriva la possibilità di consumare bevande alcoliche, senza la prevista autorizzazione per la somministrazione.

Durante il controllo, gli investigatori hanno anche ascoltato alcuni clienti del locale, che pero’ si sono mostrati poco collaborativi.

Da una prima ricostruzione, comunque, è stato accertato che le ragazze venivano assunte direttamente dal proprietario e percepivano la somma di 50 euro a serata solo per intrattenere  gli avventori e fargli consumare bevande al bar.

Il ricavato dalle prestazioni “extra”, invece, veniva diviso equamente tra gestore e consigliere dell’”associazione” ai quali le ragazze, a fine serata, consegnavano tutto il “malloppo”.

Al termine del controllo, gli agenti hanno posto sotto sequestro l’intero locale e accompagnato presso gli uffici del Commissariato i responsabili del “night”.

Identificati per N.M.D. e D.M.D., rispettivamente di 66 e 47 anni, ai due è stata sequestrata una consistente somma di danaro, l’incasso della serata, e un’agenda manoscritta ove erano riportate cifre e incassi delle serate precedenti, il numero delle prestazioni sessuali consumate ogni sera e persino la durata.

Terminate le procedure per i due sono scattate le manette.

Messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria dovranno rispondere del reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.




IMU, PERCHE' QUESTA IMPOSTA PUO' ESSERE CONCRETAMENTE RIMBORSATA

Intanto nel Comune di Nemi un comitato locale "Insieme per Nemi" si è fatto promotore di informare la cittadinanza riguardo la possibilità di ottenere il rimborso, quindi di raccogliere i moduli, ogni sabato.

 

Angelo Parca

Ecco perché l’Imu può e deve essere rimborsata. Tutto parte da una fonte che non può essere messa in discussione, si tratta della Costituzione della Repubblica Italiana. Tutto, o gran parte della fondata tesi per cui l’Imu è “discriminatoria”, significa che ogni cittadino ha pari dignità senza alcuna distinzione.

Ma analizziamo bene il contenuto dell’articolo di cui si parla.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Questo quanto recita l’articolo 3 della Costituzione Italiana che secondo l’ex ministro Giulio Tremonti sarebbe stato violato dalla rivalutazione catastale su cui si basa l’IMU non suscettibile di correzioni e successivi adeguamenti al valore reale dell’immobile.

Sempre secondo Tremonti, questa mancanza di elasticità crea disparità fra cittadino e cittadino andando a violare l’articolo 3 della Costituzione, che i padri costituenti hanno dedicato all’uguaglianza fra cittadini. La mancanza di equità porterebbe, quindi, altre conseguenze:  Lo scollamento fra valore catastale e valore reale dei beni tassati incidendo su un altro principio costituzionale, quello della capacità contributiva. L’articolo 53 della Costituzione recita infatti: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”

Molti contribuenti, infatti, si sono trovati e si troveranno a pagare molto di più di quello che realmente sono in grado di pagare e, viceversa, molti ricchi si troveranno a pagare somme esigue rispetto ai beni immobili posseduti. 

Altra infrazione alla Costituzione da parte dell’IMU  sarebbe imputabile al danno sul risparmio dei contribuenti italiani, che secondo l’articolo 47 della nostra Costituzione deve essere tutelato dallo Stato.

Intanto nel Comune di Nemi un comitato locale "Insieme per Nemi" si è fatto promotore di informare la cittadinanza riguardo la possibilità di ottenere il rimborso, quindi di raccogliere i moduli, ogni sabato.

Compilare il modelli di richiesta del rimborso Imu non costa nulla, ma potrebbe portare dei frutti tra qualche tempo. La scadenza è prevista per il 28 febbraio, c’è tempo, ma non moltissimo per compilare i moduli. Già circa 300 mila italiani, cifra in continuo aumento, hanno presentato la richiesta.

Vi riproponiamo in allegato il modulo e attenzione a riempire adeguatamente tutti gli spazi.

[ MODELLO ISTANZA PER RIMBORSO IMU DA PRESENTARE AL PROPRIO COMUNE, AL GARANTE DEL CONTRIBUENTE DELLA PROPRIA REGIONE E PER CONOSCENZA A SPORTELLO CONSUMATORI.ORG ]

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FROSINONE, IL CHIOSTRO DEL CONSERVATORIO UN ANNO DOPO IL CROLLO DELLA COPERTURA

Redazione

Frosinone – Il 2 febbraio 2012 crollò, sotto il peso della neve, la copertura del Chiostro del Conservatorio. A un anno di distanza le macerie sono ancora lì che aspettano di essere sgombrate e smaltite.

Dovrebbe essere questione ancora di poco: sono state completate, infatti, le perizie disposte dalla Procura della Repubblica di Frosinone per accertare eventuali responsabilità del cedimento della struttura e per appurare se esso sia stato causato da difetti o imprudenze di costruzione e progettazione ancor più che dall’eccezionalità della nevicata. "Il 16 dicembre 2012, il capo della Procura di Frosinone, rispondendo in via definitiva a una nostra richiesta del 15 novembre 2012, ci ha comunicato che, ormai esaurite tutte le indagini, si sarebbe potuto procedere al ripristino dell’area. Dell’autorizzazione abbiamo informato l’Amministrazione provinciale (che dal canto suo, aveva inviato al Magistrato nelle settimane precedenti, i risultati delle proprie perizie, svolte in quanto ente proprietario in comodato dell’edificio) che ha indetto una gara per il recupero e la riparazione di immobili di sua competenza danneggiati dalla neve. – dichiarano in una nota congiunta Antonio D’Antò e Tarcisio Tarquini rispettivamente direttore e presidente del conservatorio Licinio Refice – La Gara, prosegue la nota – scadrà il prossimo 8 febbraio e individuerà l’impresa alla quale verranno assegnati i lavori.  Già da adesso, comunque, segnaliamo la priorità dell’intervento sul Chiostro del Conservatorio, l’edificio pubblico che dalla nevicata di un anno fa  ha subito sicuramente il danno più grave.

Il Conservatorio ha la disponibilità in bilancio, per un finanziamento erogatogli tempestivamente dalla Direzione Generale dell’AFAM, della somma necessaria per la ricostruzione della copertura e il recupero dell’intero Chiostro, così da poterlo presto restituire a quella funzione pubblica alla quale da alcuni anni era stato destinato, diventando luogo di incontro aperto non solo alle attività del Conservatorio ma a tutte le migliori iniziative sociali, culturali e artisitiche della città e della provincia. – La nota conclude – Noi continueremo a sorvegliare che tutto sia fatto nei tempi più rapidi possibili; ora che l’indagine della Magistratura è stata completata e il quadro delle responsabilità è certamente più chiaro, l’urgenza è quella di restituire il Chiostro ai nostri studenti, ai docenti, a tutta la città.
 




NEMI SCUOLA: ALUNNI LASCIATI AL FREDDO. TEMPERATURE CHE OSCILLANO TRA I 14 E I 17 GRADI

Chiara Rai

Nemi (RM) – Tanto freddo da presentarsi a scuola con maglioni pesanti e bardati di giacconi, guanti e sciarpe rigorosamente indosso finché il calore di tutti gli studenti insieme risollevi le basse temperature che si trovano in classe durante il lungo orario scolastico.

Il lunedì è più dura degli altri giorni, soprattutto al piano inferiore dell’edificio  principale di Nemi, il primo che si incontra, quello, per capirci, dove ci sono le classi delle elementari e delle medie. Passato un mese, dall’inizio dell’anno scolastico, sono iniziate le lamentele e diverse rimostranze da parte di qualche genitore.

A Nemi, già a ottobre c’è un clima rigido, tanto che la cittadina rientra all’interno del decreto 412 del 93 che regolamenta tra l’altro, il riscaldamento da mantenere per legge negli edifici pubblici dei diversi Comuni italiani. Nemi addirittura è un caso a parte. Per la cittadina la classificazione climatica porta la lettera “E” che consente l’accensione dei riscaldamenti a partire dal 15 ottobre e per 14 ore al giorno con temperatura di venti gradi più due. Ciò al fine di garantire il benessere degli individui.

Il clima rigido di questi giorni e il freddo che persiste nelle classi è stato immortalato con delle fotografie che non lasciano spazio a dubbi di sorta: le temperature, in diverse ore della mattinata e in diversi giorni della settimana, variano dai 14 ai 15 gradi e raramente toccano i 17 gradi di temperatura.

Eppure prima delle rimostranze la scuola era una vera e propria ghiacciaia, le temperature erano ben al di sotto di quelle attuali. Ma ai piccoli studenti 14 o 15 gradi non sono sufficienti per stare a proprio agio nell’ambiente scolastico. Per questo è nata l’idea di fugare ogni dubbio, immortalando la rigidità di quei numeretti impressi nel display digitale. Se è vero che l’accensione dei termosifoni avviene alle 7 del mattino, com’è possibile che alle 9 e 17 minuti ci siano 14, 5 gradi all’interno del plesso?

Il dirigente scolastico Laura La Manna, raggiunta al telefono, ricorda di aver sollecitato la questione all’ufficio tecnico del Comune e al sindaco di Nemi tramite lettera datata 4 dicembre: “Ho scritto una lettera molto dettagliata e ferma – ha detto La Manna – dove ho chiesto che venissero rispettati i parametri imposti dalla legge riguardo le temperature, citando il decreto 412 del ‘93”. Il dirigente scolastico non ha ricevuto però, alcuna risposta scritta ne dall’ufficio tecnico e neppure dal sindaco. Il coordinatore scolastico del plesso di Nemi le ha però comunicato che di recente la temperatura è stata alzata rispetto ai mesi scorsi. Eppure questa settimana, si sono toccati addirittura i 14 gradi e i bambini battono ancora i denti.

Dispiace dover arrivare a denunciare un simile accaduto, se non fosse per il nutrito reportage di fotografie con impresse le temperature (date, giorni e addirittura il registro di classe) sicuramente non sarebbe stata una denuncia così incisiva, dispiace perché in realtà la scuola di Nemi al livello didattico organizzativo funziona. Non solo ma è diretta anche egregiamente con un team di docenti preparati e un dirigente scolastico vigile. Gli studenti sono costantemente seguiti, si fa informatica e attività sportiva. Insomma, basterebbe che il Comune controllasse nuovamente l’impianto  di riscaldamento e se quest’ultimo risultasse funzionante, cercare di capire il perché nonostante funzioni, non si riesca a raggiungere una temperatura più elevata rispetto ai gradi che compaiono nelle fotografie, autentiche testimonianze di queste ultime giornate di gennaio.

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FROSINONE, LA GIUNTA PROVINCIALE IN TRE MESI HA DELIBERATO1 MILIONE 286 MILA EURO A FAVORE DELL'AGENZIA PROVINCIALE FROSINONE-FORMAZIONE

Redazione

Frosinone – Attraverso lo strumento dell’anticipazione di cassa la Giunta Provinciale, non senza difficoltà, ha approvato negli ultimi 3 mesi alcune deliberazioni, compresa quella in data odierna, per l’importo complessivo di € 1.286.000,00 a favore dell’Agenzia provinciale Frosinone-Formazione al fine di salvaguardare il pagamento degli stipendi, degli oneri previdenziali e fiscali obbligatori e degli altri costi fissi necessari ad assicurare i servizi indispensabili all’utenza.

"Prescindendo dalla procedura regionale l’Amministrazione provinciale ha dimostrato così la sua sensibilità rispetto alle esigenze manifestate dal personale e dal Commissario della stessa Agenzia." Ha dichiarato l'assessore Gennarino Scaccia




MARINO, OSPEDALE “SAN GIUSEPPE”: RIAPRE IL REPARTO DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA

Redazione

Marino (RM) – Buone notizie dall’ospedale “San Giuseppe” di Marino: dopo i lavori di ristrutturazione, riapre infatti il reparto di degenza ordinaria di Ostetricia e Ginecologia.

A darne notizia sono il Sindaco della Città di Marino, Adriano Palozzi, e il Commissario straordinario della Asl Rm H, Dott. Claudio Mucciaccio, che nella mattinata di lunedì 4 febbraio, alle ore 9,30, faranno visita, insieme all’Assessore alla Sanità comunale Remo Pisani e al direttore sanitario del nosocomio marinese Dott. Michele Di Paolo, al terzo piano del Padiglione B della struttura ospedaliera di Marino. Il reparto è stato interamente ristrutturato con il rifacimento completo del nuovo blocco parto che comprende due sale parto, una vasca parto in acqua per le partoriente che ne facciano richiesta e diciotto posti letto.

Tutti gli ambienti sono funzionali alle sale parto e rispettano le vigenti norme di sicurezza. Grande soddisfazione è stata espressa dal Sindaco Palozzi che sottolinea come il nuovo blocco parto risolva definitivamente il problema causato in questi anni dalla collocazione temporanea al secondo piano di Ostetricia e Ginecologia. Il lavoro non finisce qui. Il primo cittadino marinese fa inoltre sapere che, prossimamente, assisteremo anche alla riapertura del reparto di Neonatologia, adiacente al blocco parto, nel Padiglione A del “San Giuseppe”, a miglioramento di tutta Ostetricia e Ginecologia. Palozzi conclude che, con il blocco parto, l’ospedale di Marino offre la possibilità di usufruire della migliore struttura dei Castelli Romani sia da un punto di vista ricettivo che alberghiero.

Palozzi rassicura anche sulla prossima riapertura del Consultorio di via Costa Batocchi, trasferito momentaneamente al poliambulatorio di Ciampino per consentire alcuni lavori di ristrutturazione, che andranno a rafforzare e ad ampliare il servizio. Smentite, dunque, definitivamente le voci di una possibile chiusura della struttura che avevano scatenato gli allarmismi degli ultimi giorni. Si tratta di altri due tasselli fondamentali di supporto alla tutela della salute pubblica nonostante gli allarmanti tagli alla sanità imposti dal governo centrale.

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GENZANO, AL VIA LA MANUTENZIONE DEL VERDE IN CITTA'

Redazione

Genzano (RM) – Sono iniziati in tutta la città i lavori di manutenzione del verde e potatura degli alberi a ridosso delle strade e all’interno dei parchi pubblici di Genzano ai Castelli Romani, lavori che termineranno, tempo permettendo, entro la fine del mese di febbraio e, comunque, prima dell’inizio della stagione di fioritura. “Nel corso del mese di gennaio – ha detto il Sindaco Flavio Gabbarini – sono stati portati a termine i lavori di potatura su molte strade e aree verdi della città e, contemporaneamente, sono stati messi a punto i lavori di rifacimento stradale in via De Gasperi e via Di Vittorio, sono stati eseguiti i lavori di messa in sicurezza dell’area di cantiere di via Pizzicannella restituendo alla città quella parte di aree pubblica fino ad oggi occupata dal cantiere stesso, e sono ripartiti i lavori di riqualificazione di piazza Buttaroni. Proseguiremo in questa direzione – ha detto ancora il Sindaco – per arrivare alla stagione primavera-estate con una città più bella e accogliente”.

Nello specifico, i lavori di potatura e manutenzione del verde sono stati eseguiti finora a Parco Armenise, lungo tutto il Corso e su via Colabona, in zona Don Bosco e vie limitrofe, nella zona del Parco di via Lenin, al boschetto di via Achille Grandi e nell’area di Padre Pio, in via Ugo La Malfa e  in piazza Pertini e strade circostanti. A seguire saranno invece realizzati i lavori al Parco Togliatti, in viale delle Regioni, in via Romana, all’interno delle scuole “De Amicis” e “Garibaldi”, in tutto il centro storico, via Emilia Romagna, via Nenni, via Garibaldi, via di Colfiorito, viale Unione Sovietica e nel Parco di via Napoli.




RIETI, RISERVA NATURALE DEI LAGHI LUNGO E RIPASOTTILE, SI GETTANO LE BASI PER IL PIANO DI ASSETTO

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Alberto De Marchis

Rieti – Tutto esaurito nella sala consiliare della V^ Comunità Montana in via Manzoni a Rieti, dove si è tenuto un incontro pubblico organizzato dalla Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, in collaborazione con la Regione Lazio, Assessorati Enti Locali e Sicurezza, Ambiente e Sviluppo Sostenibile dal titolo "Paesaggio, Ambiente e Agricoltura della Piana Reatina". Un evento non solo partecipato ma anche atteso perché La Riserva sta vivendo un momento storico rivoluzionario e importante: si sta iniziando a delineare il Piano di Assetto della Riserva. L’unico, eccetto una bozza scritta a mano che risale a oltre dieci anni fa, da quando è stata costituita la Riserva Naturale, istituita esattamente nel 1985, quando nel giugno venne emanata una Legge Regionale apposita, la n. 94, che tra l'altro affidava la gestione della Riserva stessa ad un Consorzio tra i Comuni di Cantalice, Colli sul Velino, Contigliano, Poggio Bustone, Rivodutri, Rieti, la Comunità montana Montepiano reatino, 5° zona. Forte il desiderio dei cittadini di condividere quello che sostanzialmente si profila quale strumento di tutela per la pianificazione urbanistica a livello comunale e sovra comunale, ma non solo.

Il Piano di Assetto, come ha spiegato l’agronomo Fabio Brini il quale coordina tutto il lavoro di programmazione e redazione del Piano stesso, servirà sostanzialmente ad individuare aree per le quali i vincoli di tutela manterranno livelli alti e aree invece, dove potrà essere disgelato lo sviluppo della popolazione coerentemente con le esigenze di crescita del territorio: “Finora la Riserva è andata avanti in regime di salvaguardia – ha detto Brini – ciò significa che tutta l’area della Riserva, compresi i Comuni in essa ricadenti, hanno convissuto con il massimo livello di tutela. Da qui a 18 mesi ci prefiggiamo l’obiettivo di portare all’approvazione un Piano che sia il risultato di un lavoro che si sarà prefisso la finalità di coniugare il rispetto dei vincoli di tutela del territorio con le esigenze della popolazione che in esso insistono”.

Per il commissario straordinario Guido Zappavigna, lo strumento essenziale per varare un buon Piano è quello della condivisione: “La direttiva – dice Zappavigna –  è quella di porre basi e condizioni per valorizzare le numerose risorse come possono essere il Cammino di Francesco, la pesca sportiva nei laghi lungo Ripa Sottile e le correnti ascensionali che permettono la pratica del parapendio. Siamo convinti che tenendo a mente l’obiettivo di valorizzazione dell’ambiente che circonda condurremo in porto un grande risultato”.




COLLEFERRO, ALLOGGI POPOLARI: CONSEGNATE LE CHIAVI AGLI ASSEGNATARI

Redazione

Colleferro (RM) – Questa mattina il sindaco Mario Cacciotti, insieme all’assessore ai Servizi sociali Paolo Giorgio Vitiello, ha consegnato agli assegnatari le chiavi dei 28 alloggi popolari di via Colle Bracchi realizzati dal Comune. “Sono felice che sia giunto finalmente questo momento – ha detto con un po’ di emozione – perché si realizza il sogno di tante famiglie, che da molto attendevano di poter avere una casa dove vivere con tranquillità. E’ un passo avanti nella risoluzione dell’emergenza abitativa, che rimane uno dei temi più a cuore di questa Amministrazione”. Dopo la consegna delle chiavi, il parroco del quartiere, don Augusto Fagnani, che aveva partecipato alla cerimonia con la benedizione di rito, si è recato casa per casa per benedire ogni singola abitazione di quanti lo desideravano.

Alla cerimonia hanno partecipato, oltre alle famiglie direttamente coinvolte, diverse autorità tra cui la presidente uscente della Regione Lazio Renata Polverini, avendo l’ente regionale finanziato, per circa 1 milione di euro, i lavori di completamento del complesso residenziale che ha permesso oggi alle famiglie colleferrine di poter entrare in possesso di quelle case. Il cantiere, che fu aperto nel lontano 1988, venne infatti chiuso prima della ultimazione degli alloggi, a causa del fallimento della ditta aggiudicataria dei lavori. Da quel momento un lungo iter giudiziario ha impedito al Comune di procedere con la conclusione dei lavori fino a quando, finalmente, nel 2008, è riuscito a riprendere pieno possesso del cantiere. Ottenuto, quindi, il finanziamento regionale si è provveduto a ristrutturazione e completare le case rendendole abitabili e ancor più funzionali. I due edifici, con appartamenti, di tre tipologie, da un minimo di 50 mq ad un massimo di 80 mq circa, sono dotati di impianti di riscaldamento autonomo, pannelli solari e lampade di emergenza. Gli spazi esterni comuni sono pavimentati e dotati di spazi verdi, nell’ottica di un’ottimale riqualificazione di tutta la zona. La corte interna tra le due palazzine, originariamente individuata come strada carrabile, nel nuovo progetto è stata infatti trasformata in area pedonale, considerata come spazio vivibile e di sosta per gli abitanti.

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