Castel Gandolfo, vincoli su Santa Fumia: il Movimento Aurora raccoglie 108 firme contro la “cementificazione”

“Altre 108 firme raccolte… insieme a quelle di ieri e a quelle raccolte da altri amici impegnati in questa campagna dovremmo superare le 400 firme in due giorni. Martedì (oggi n.d.r.) invieremo il tutto al Ministero per i beni, attività culturali e paesaggio… per supportarlo nella proposta di vincolo espressa”. Lo scrive Paolo Gasperini in un post sulla pagina del Movimento Aurora per i Castelli Romani.

Qual’è la questione? Una dichiarazione di notevole interesse pubblico è stata resa pubblica lunedì 16 settembre, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il vincolo prende il nome tecnico di “Campagna romana tra la via Nettunense e l’Agro Romano”. L’area sottoposta alla super tutela ministeriale riguarderà le tenute storiche di Palaverta, Quarti di Santa Fumia (nei pressi della Falcognana, ndr), Casette, Santa Maria in Fornarolo e Laghetto di Castel Gandolfo.

L’amministrazione di Castel Gandolfo si è sostanzialmente opposta a questo vincolo ma respinge al mittente ogni accusa di voler cementificare il territorio.

Cristiano Bavaro, in una nota pubblicata sul suo profilo spiega il “bluff” delle affermazioni di Gasperini e del suo manifesto

Analisi di un manifesto “manifestamente” fasullo!!!

1) L’osservazione che la maggioranza ha approvato, con il voto favorevole del consigliere Tiziano Nutile, contro la proposta di vincolo del Ministrero lo scorso 19 dicembre in consiglio comunale mira solo ed esclusivamente a salvaguare le scelte fatte dalle passate amministrazioni (di cui ha fatto parte anche il consigliere Paolo Gasperini per 5 anni, in particolare quelle di Maurizio Colacchi) scelte culminate nella redazione del nuovo Piano Regolatore, che questo vincolo renderebbe completamente sterili, annullando COMPLETAMENTE la possibilità per Castel Gandolfo (e non solo per la giunta Monachesi ma anche per tutte quelle che seguiranno) di poter avere uno sviluppo urbanistico controllato e programmato. Quindi tutela solo ed esclusivamente INTERESSI PUBBLICI!

2) il nostro territorio (a differenza di quello dei comuni limitrofi) non vede la realizzazione di nuove infrastrutture e di uno sviluppo urbanistico da più di 35 anni!! Castel Gandolfo e l’amministrazione che lo guida riguardo al consumo del suolo non accettano lezioni da nessuno! Meno che mai da chi ha condiviso e sostenuto il nuovo Piano Regolatore e che oggi invece, per un mero calcolo elettorale e demagogico, vorrebbe incoraggiare, per Castel Gandolfo, solo disordine e abusivismo

3) le nuove infrastrutture, strade, scuole, palestre, parcheggi ecc ecc non riguarderanno solo, come falsamente riportato, se non in minima parte, Santa Fumia. Il nuovo Piano Regolatore ha previsto che le nuove infrastrutture, i nuovi servizi e le nuove urbanizzazioni saranno collocate quasi totalmente nella zona c.d. di Pavona Riccioni. Se il consiglire Gasperini frequentasse un pò di più la nostra Pavona e le immense carenze strutturali e di servizi che vi sono, forse avrebbe sostenuto anche lui l’osservazione in consiglio comunale anziché usare strumentalmente le esigenze dei suoi concittadini di Pavona per tentare di lucrare qualche consenso

4) il “manifesto” conclude dicendo che “esistono molteplici esperienze amministrative di consumo zero di terreno…” e Castel Gandolfo non è una di queste?? Da 35 anni non si mette un mattone nel nostro paese quando i paesi che ci circondano negli ultimi 20 anni hanno realizzato in maniera assolutamente eccessiva (loro si) contro ogni decenza! Possibile che per cercare consenso e visibilità si debba anzitutto rinnegare se stessi (le scelte di Gasperini fino a qualche tempo fa sul Nuovo Piano Regolatore sono pubbliche e lui è stato vicesindaco di Colacchi colui che materialmente ha costruito il nuovo Piano Regolatore, senza mai manifestare alcun dissenso) e poi strumentalizzare e sacrificare le legittime aspettative dei propri concittadini, soprattutto quelli di Pavona, che attendono questo nuovo Piano da più di 15 anni???




Genzano, parcheggi selvaggi: si piazza di fronte l’ingresso della scuola

“Poteva entrare con la macchina direttamente in classe”. Questa mattina (martedì 12 gennaio) qualcuno ha pensato bene di parcheggiare l’auto proprio all’ingresso della scuola Pascoli a Genzano. Praticamente l’automobilista ha fermato la vettura di fronte l’entrata nell’ora di punta dell’ingresso dei bambini.

L’auto indisturbata si è presa i commenti più svariati

A poca distanza, i vigili in servizio impegnati a regolare la circolazione facendo attraversare i pedoni e garantendo la sicurezza.

Dove pensava di essere la persona che si è piazzata di fronte l’ingresso di una scuola come se nulla fosse?




Albano, Tar respinge sospensiva su autorizzazione all’impianto di Roncigliano: intervengono Bruognolo e Orciuoli

Tony Bruognolo Membro del Coordinamento provinciale e Responsabile dell’Area Castelli della Lega – Salvini Premier , interviene sulla decisione del Tar di respingere la richiesta dell’Amministrazione Comunale di Albano Laziale di sospensiva della Determina Regionale che prevede il ripristino dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico di Roncigliano: “Come volevasi dimostrare – dice Bruognolo – il peso che ha il Comune di Albano rispetto la decisione che ha preso la Regione dello stesso colore politico di riattivare l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico di Roncigliano è pari a zero. Il Tar ha ritenuto addirittura di respingere la richiesta dell’Amministrazione Comunale.
Ormai l’ostilità intestina tra le due facce della stessa medaglia è chiara: Il Pd di Albano è in evidente contrasto con il Pd in Regione. E per il futuro sarà ancora peggio se non si cambia senso di marcia. Soltanto chi ha un peso politico e la capacità di alzare la voce e farsi rispettare può essere in grado di amministrare Albano. Per ora prendiamo atto dell’ennesima mancata prova di forza.

Sulla decisione del Tar interviene anche il consigliere della Lega Matteo Mauro Orciuoli: “Mi auguro che alla luce della sentenza del Tar – dice Orciuoli – la maggioranza anziché nascondere la testa sotto la sabbia convochi un consiglio straordinario e una volta per tutte palesi ai cittadini e a tutto il Consiglio quali azioni politiche intende intraprendere per evitare la riapertura del sito di discarica. Le tre forze politiche Lega, Forza Italia e Area Democratica hanno già da qualche giorno protocollato la richiesta di una seduta straordinaria. Adesso attendiamo i fatti e un sussulto di coraggio”.




Velletri, documento choc del 1944: segnalata strage efferata

Un altro documento sconvolgente è stato ritrovato dall’associazione nazionale vittime delle marocchinate. Il presidente Emiliano Ciotti, nell’archivio centrale dello Stato di Roma, ha rinvenuto un rapporto dei Carabinieri datato 22 giugno 1944, con il quale viene segnalata una strage efferata compiuta dai coloniali francesi.

Il 18 giugno 1944, alle ore 16.30, in località Faiola, in agro di Velletri – si legge nella denuncia della Benemerita – due militari francesi non identificati intimavano l’alt a quattro contadini “che si recavano alla loro campagna per motivi di lavoro.”

I soldati alleati ordinavano ai quattro di tornare indietro e appena questi si voltavano, uccidevano Demetrio Benedetti di anni 56 e Giovanni Benedetti di anni 20, mentre Eugenia Benedetti di anni 27 decedeva dopo quattro re di agonia “mentre veniva trasportata all’ospedale”.

Una ragazza di 16 anni era violentata dai due e lasciata esanime a terra, perché “non dava più segni di vita”.

“La ragazza sopravvisse alla strage – dichiara Ciotti – si sposò ed è deceduta nel 2002. Si tratta di una delle tante stragi alleate che sono state colpevolmente dimenticate. I soldati alleati in generale e le truppe coloniali francesi in particolare, si macchiarono di delitti efferati, ruberie e furti, innumerevoli violenze carnali ai danni di donne e uomini italiani.

Vicende alle quali invece andrebbe dedicata una Giornata Nazionale del Ricordo – conclude Ciotti – analogamente a quanto accade per le Foibe e la Shoah.”




Albano Laziale, impianto di Roncigliano: il Tar rigetta la richiesta di sospensiva del Comune

ALBANO LAZIALE (RM) – Il Tar del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva della determina della Regione Lazio con cui sostanzialmente non si revoca l’autorizzazione AIA rilasciata alla Pontina Ambiente sull’impianto TMB di Roncigliano.

La nota del Comune: “L’Aia non può essere volturata”

Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto la richiesta dell’Amministrazione Comunale di Albano Laziale di sospensiva della Determina Regionale che prevede il ripristino dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico di Roncigliano. Purtroppo, dispiace constatare che il TAR si sia espresso senza entrare nel merito della questione. Soprattutto quando si tratta di argomenti così importanti per la tutela dei cittadini, riteniamo invece necessario debbano essere approfondite le ragioni, in modo che le decisioni abbiano valore e siano comprensibili, anche se non condivisibili. Invece il TAR dice solo che si tratta di “mera volturazione” della originaria Autorizzazione Integrata Ambientale. Ma il problema era proprio questo! A nostro giudizio l’AIA non poteva essere volturata.

Ovviamente non ci fermeremo e ricorreremo al Consiglio di Stato, perché riteniamo assolutamente valide le nostre tesi che entrano nel merito e citano documenti.

L’ordinanza del Tar

Sul ricorso numero di registro generale 14810 del 2019, proposto da Città di Albano Laziale, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Francesco Scalia, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Regione Lazio, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Teresa Chieppa, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Marcantonio Colonna n.27;

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;

nei confronti

Colle Verde S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Marco Feroci, Andrea Pavanini, Valeria Zambardi, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

Pontina Ambiente S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Angelo Clarizia, Paolo Clarizia, Avilio Presutti, Francesca Zadotti, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Avilio Presutti in Roma, piazza San Salvatore in Lauro 10;

e con l’intervento di
ad adiuvandum:
Associazione Culturale Contro Tutte Le Nocività, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Federico Caporale, Giulia De Angelis, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, (i) della Determinazione n. G14894 del 31.10.2019 del Direttore della Direzione “Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti” della Regione Lazio, (ii) della nota del medesimo Direttore priva di data e assunta al protocollo della Città di Albano Laziale con il n. 62742 del 29.10.2019, per quanto di ragione (iii) della nota alla stessa allegata assunta al protocollo della Città di Albano Laziale con il n. 62857 del 29.10.2019, (iv) del provvedimento – non conosciuto anche, nel caso, implicito per facta concludentia – con il quale la Regione Lazio ha deciso di non revocare l’AIA della Pontina Ambiente S.r.l., nonché, per quanto di ragione e nei limiti di cui in motivazione, (v) della Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare prot. 0022295-GAB del 27.10.2014 e di tutti gli atti anche non conosciuti che con la determinazione impugnata possano avere comunque attinenza.

Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio di Regione Lazio e di Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e di Colle Verde S.r.l. e di Pontina Ambiente S.r.l.;
Vista la domanda di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;
Visto l’art. 55 cod. proc. amm.;
Visti tutti gli atti della causa;
Ritenuta la propria giurisdizione e competenza;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 10 gennaio 2020 la dott.ssa Lucia Gizzi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto che, come già rilevato da questo Collegio nel ricorso n. 14788 del 2019 RG, la domanda cautelare non appare meritevole di positiva considerazione, attesa la natura del provvedimento gravato di mera volturazione dell’AIA già rilasciata in favore della Pontina Ambiente srl, ai sensi dell’art. 29 nonies del d.lgs. 152 del 2006;
considerato che, attesa la complessità della fattispecie in esame, possono compensarsi le spese di lite.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Quater) rigetta la domanda cautelare.
Compensa le spese della presente fase cautelare.
La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 10 gennaio 2020 con l’intervento dei magistrati:

Salvatore Mezzacapo, Presidente
Mariangela Caminiti, Consigliere
Lucia Gizzi, Primo Referendario, Estensore




Ciampino, Ryanair contro decreto Costa: il Tar riunisce tutto e decide ad aprile

Accolta l’istanza del Comune di Marino

CIAMPINO – Ryanair Dac ricorre al Tar (Tribunale amministrativo) contro Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’annullamento del famoso decreto Costa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare n. 345 del 18 dicembre 2018 di “Approvazione del piano degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore dell’aeroporto G.B. Pastine di Ciampino”.

Il 23 dicembre scorso il Tar ha emesso una ordinanza che sostanzialmente rinvia la trattazione del merito del ricorso, all’udienza pubblica dell’8 aprile 2020.

A novembre però il Comune di Marino – estraneo al giudizio non figurando tra i soggetti alle quali il ricorso è stato notificato, né tra le parti costituite – con istanza ha chiesto di accedere agli atti e ai documenti depositati nel fascicolo per esaminare le carte e costituirsi in giudizio.

Il Tar ha accolto l’istanza di accesso avanzata dal Comune di Marino e ha quindi deciso di saltare l’appuntamento di gennaio in quanto ha ritenuto per ragioni di evidente connessione oggettiva, di trattare ad aprile anche anche il ricorso n. R.G. 8870 del 2019 (già fissato all’udienza del 29 gennaio 2020).




Rocca di Papa, nasconde la refurtiva nel centro di accoglienza: in manette ospite del C.A.S. di via dei Laghi

ROCCA DI PAPA (RM) – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione Rocca di Papa hanno arrestato per furto aggravato, un cittadino del Gambia di 23 anni, disoccupato e con precedenti penali, domiciliato presso una struttura di accoglienza “C.A.S.”, di via dei Laghi, nella zona dei Castelli Romani.

I militari nel corso di un normale controllo, percorrendo la suddetta via, hanno fermato lo straniero per un controllo che, poco prima era stato visto uscire dalla struttura di accoglienza, dove del resto risulta domiciliato, portando con se un computer portatile che aveva poco prima rubato. La refurtiva del valore di circa 600 euro è stata poi riconsegnata al proprietario, che l’ha riconosciuta. Successivamente i Carabinieri hanno eseguito la perquisizione nella stanza ad uso esclusivo dello straniero, dove hanno rinvenuto e sequestrato un altro computer portatile, 6 telefoni cellulari, un tablet ed una calcolatrice, del valore di circa 2000 euro.

Sul materiale recuperato, tranne la calcolatrice che è stata già riconsegnata, sono in corso degli accertamenti per risalire ai proprietari per la successiva riconsegna.

Il 23enne dopo l’arresto è stato trattenuto in caserma in attesa del rito direttissimo.




Acquisti di lusso per il Parco regionale dei Castelli Romani: due IPhone nuovi di zecca

Shopping di lusso per il Parco regionale dei Castelli Romani che ha comprato due IPhone nuovi di zecca.

Si tratta di un XS e un XS MAX dal prezzo medio di mercato di circa mille e trecento euro ciascuno, entrambi con 256 Gb di memoria.

Una spesa che certamente salta all’occhio

A chi servono due apparecchi di questo genere e così costosi quando con circa 250 euro si comprano smartphone con buona risoluzione e memoria estendibile? Eppure l’acquisto c’è stato e risulta nero su bianco impresso nell’archivio delle determinazioni pubblicate dall’Ente regionale Parco dei Castelli Romani e riferite al quarto trimestre 2019, ovvero dal primo ottobre 2019 al 31 dicembre dello stesso anno.

Quello che fa riflettere è che i due Iphone, da quando sono stati acquistati ancora non risultano essere assegnati o utilizzati. Come mai? L’acquisto che fa un ente pubblico dovrebbe essere motivato. Il presidente del Parco Gialuigi Peduto sembra non essere al corrente dell’acquisto sebbene cerchi di dare una giustificazione dicendo che l’utilizzo di apparecchi tecnologici è di grande aiuto per la promozione dell’immagine dell’ente anche tramite dirette streaming come accaduto quando si è parlato degli incendi boschivi a seguito del grosso incendio al Monte Tuscolo, all’Artemisio e al monte Fiore. Peduto ha precisato che l’acquisto di materiale operativo e informatico è competenza del direttore che a sua discrezione avrà ritenuto di comprare i due Iphone.

Sicuramente l’acquisto è stato fatto dall’ex direttore andato in pensione Paolo Lupino. Certamente due Iphone per fare le dirette possono essere considerati un lusso, un vezzo che si poteva evitare in un momento dove è necessario stringere la cinghia.

All’assegnazione dei due Apple, adesso dovrà occuparsi il nuovo direttore che si è appena insediata, il geologo Emanuela Angelone. E sicuramente le riprese e gli scatti futuri targati Parco Regionale dei Castelli Romani saranno davvero all’ultimo grido. Quanta abbondanza.




Emergenza abbandono rifiuti sulla via dei Laghi e al bosco Ferentano: serve un piano di interventi

MARINO (RM) – Paesaggio deturpato da rifiuti di ogni genere quello che appare sulla via dei Laghi e al bosco Ferentano nel comprensorio della città di Marino.

Piatti e bicchieri che fuoriescono dalle buste lasciate all’esterno del bosco oltre alle bottiglie di bevande varie sparse sul terreno insieme a contenitori in alluminio per alimenti, sacchi neri con residui di sfalci, mobili in legno fatti a pezzi e la scocca di un’auto che troneggia di fronte all’ingresso di quella che è un’area considerata sacra in epoca preromana e sotto tutela del Parco Regionale dei Castelli Romani.

Lo scorso 20 novembre attraverso questo quotidiano avevamo denunciato una situazione simile e dopo qualche giorno la Multiservizi di Marino aveva provveduto a ripulire l’area, anche se come dichiarato dal direttore della Multiservizi l’opera di bonifica non rientrasse nei compiti istituzionali della partecipata del Comune di Marino.

Un’area protetta dall’Ente Regionale Parco dei Castelli Romani

L’Ente Regionale ha tra i propri compiti istituzionali quello di “garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione delle aree protette nonché il recupero e il restauro ambientale dei siti degradati”. Ma sembra che la pulizia dei siti degradati, anche per quanto riguarda il Parco, sia una pratica da ritenere straordinaria.

Serve un piano di interventi come quello adottato per la Cassia bis

La soluzione, per mettere definitivamente la parola fine a questa pratica incivile dell’abbandono rifiuti probabilmente è la stessa adottata dal Consiglio regionale del Lazio in sinergia con il Municipio XV, il Comune di Formello e il Parco di Veio che ha visto installare sistemi di videosorveglianza per le piazzole sulla via Cassia bis per anni prese di mira dagli incivili che ci abbandonavano i rifiuti e che ora risultano linde e pulite.

Identificare questi soggetti quindi denunciarli e sanzionarli con multe salatissime, di minimo 500 euro, ha dimostrato di essere l’unica soluzione possibile. E allora cosa si aspetta a fare la stessa cosa anche per quest’area?  




Morte di Paolo De Sanctis, fascicoli in Procura a Roma: speranze sulla riapertura del caso

Sono trascorsi 2 anni dalla morte di Paolo De Sanctis, avvenuta la notte del 17 febbraio del 2018.

Il caso, trattato da alcuni magistrati della Procura di Velletri, ha portato ad una prima archiviazione del 30 maggio 2018, dopo solo 3 mesi dal tragico incidente, quindi ad una ulteriore richiesta di archiviazione, dello scorso 20 novembre, dopo che il papà di Paolo, il signor Gino De Sanctis, il 28 dicembre del 2018 aveva presentato una denuncia per far riaprire il caso. 

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Il video servizio di Valeria De Luca sulle novità giudiziarie sul caso della morte di Paolo De Sanctis trasmesso a Officina Stampa del 9/1/2020

Gino De
Sanctis, infatti, ha sempre sostenuto che le indagini svolte dalla Procura di
Velletri non fossero state sufficientemente approfondite rispetto ad un
fascicolo ricco di documentazione relativo delle responsabilità, da accertare,
da parte del personale sanitario del pronto soccorso dell’ospedale di Albano
Laziale e di altri soggetti durante quella tragica notte del 17 febbraio 2018.

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Il video servizio che ripercorre i tragici fatti accaduti la notte del 17 febbraio del 2018 trasmesso a Officina Stampa del 9/1/2020

I dubbi
sull’operato della Procura di Velletri, hanno quindi spinto il papà di Paolo e
il suo legale, l’avvocato Alessandro Zottola, a presentare istanza di
avocazione presso la Procura Generale di Roma, la quale, secondo quanto
asserito dal sig. Gino De Sanctis, ha già richiesto tutta la documentazione in
originale compresi filmati e foto alla Procura di Velletri.

Un atto
straordinario, quest’ultimo, che ribalterebbe totalmente le direzioni
intraprese fino ad oggi. Un atto che raramente viene intrapreso e tanto più viene
accolto.




Pgs Genzano e Vis Pesaro, accordo raggiunto: due eccellenze nel mondo del calcio per un obiettivo comune

Partita la collaborazione tecnica tra la Pgs Don Bosco di Genzano di Roma e la Vis Pesaro 1898.

Una alleanza resa possibile grazie al progetto Academy ed affiliazioni presentato lo scorso 13 settembre dalla società biancorossa.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 09/01/2020

E
lo scorso 3 gennaio sul campo della città dell’Infiorata i giovani calciatori
della Pgs hanno iniziato gli allenamenti con il Responsabile del Settore
Giovanile della Vis Pesaro Lucio Bove, un mister che vanta un passato tra il
Gubbio e l’Atalanta dove era collaboratore tecnico e che ora insieme al forte
team della Pgs avrà il compito di far crescere giocatori e tecnici a livello
tecnico e logistico.

I
ragazzi della Pgs potranno dunque accrescere la loro formazione attraverso
partite amichevoli, stage, camp e giornate dedicate e nello stesso tempo i loro
giovani talenti saranno visionati in maniera costante dallo scouting
biancorosso. 

Soddisfazione
per l’accordo raggiunto da parte del Direttore Marketing e Responsabile del
Progetto Affiliazioni della Vis Pesaro 1898 Enzo Pugliese che ha parlato di
date da sviluppare insieme alla PGS Genzano, sia nelle strutture di Pesaro sia
in quelle di Genzano di Roma, oltre ad aver annunciato il progetto per un
torneo condiviso.

Giancarlo
Gabbarini, Presidente della Pgs Don Bosco Genzano di Roma, oltre ad esprimere
soddisfazione per l’accordo raggiunto con la Vis Pesaro ha messo in risalto
l’aspetto umano dimostrato dal grande entusiasmo dei piccoli calciatori per le
tante novità che ora li attendono, come le trasferte che si terranno a Pesaro.
Gabbarini ha poi definito la giornata inaugurale come la prima di una serie
proficua di iniziative che verranno messe in campo dalle due società.

Soddisfazione
anche da parte di Alessandro Varesi, Dirigente della scuola Calcio Pgs Genzano,
che ha evidenziato il fatto grazie al quale le iniziative che nasceranno
dall’affiliazione con la Vis Pesaro daranno la possibilità di esportare fuori
regione quella che oggi rappresenta una delle eccellenze territoriali, per
l’intera area dei Castelli Romani, nell’ambito delle scuole di calcio.   

L’obiettivo
principale per Lucio Bove, Responsabile Settore Giovanile e Responsabile
Tecnico affiliazioni della Vis Pesaro 1898, passare dal dilettantismo al
professionismo. E il mister non ha perso tempo iniziando subito gli allenamenti
con i ragazzi della Pgs Genzano.  

Una ventata di novità, dunque, per i
giovani calciatori della Pgs Don Bosco di Genzano di Roma e un’alleanza, quella
tra il team Pgs e quello della Vis Pesaro che promette non poche sorprese per
il futuro.