ALLARME TAGLI SANITÀ: ZAIA DENUNCIA L’EMPASSE, SI RIVOLGERÀ ALLA CORTE COSTITUZIONALE

Si prospettano tensioni sul piano sindacale, attualmente sono ad alto rischio il piano di assunzioni per centinaia di unità, le Medicine di Gruppo, gli ospedali di comunità, i nuovi Lea, i farmaci oncologici ad alto costo; i farmaci per l’epatite C e gli altri innovativi

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di Cinzia Marchegiani

Regione Veneto – L’accordo sulla riduzione del fondo sanitario 2015, pari a 2,35 miliardi al termine della conferenza Stato-Regioni tenutasi al Ministero per gli Affari Regionali, siglato lo scorso il 2 luglio 2015 che aveva al primo punto proprio il nodo sulle risorse per la sanità, comincia a dare i primi evidenti stalli sulla gestione degli ospedali, ma non solo. La ministra Beatrice Lorenzin però allora si era dichiarata soddisfatta e spiegava: “l'intesa consentirà di compensare il mancato incremento sul Fondo senza stravolgere l'impianto del Patto per la Salute”. Il Ministro della salute spiegava anche che l'intesa raggiunta nella Stato-Regioni avrebbe consentito "di implementare i vari tavoli di lavoro aperti, compreso quello sulla spesa farmaceutica, sul quale ci sono meccanismi che possiamo rivedere e aggiornare, dopo tanti anni, al fine di rendere più fluido ed efficiente il sistema".

Zaia denuncia grave carenza personale negli ospedali. Ora però gli effetti di questa manovra lacrime e sangue (che non ricade solo sui pazienti) comincia a dare i suoi evidenti segni. Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, alla luce dell’allarme lanciato dai sindacati sulla carenza di personale negli ospedali e in relazione ai tagli previsti dalla legge finanziaria, denuncia i rischi gravissimi che andrebbero ad aggravare sul servizio sanitario.
Luca Zaia spiega: L’allarme che viene oggi dai sindacati vicentini è fondato: l’impossibilità di assumere i medici e gli infermieri che servono a coprire i turni e a rispettare le nuove norme europee che entreranno in vigore il 25 novembre sui tempi di riposo è uno degli effetti più gravi dei tagli alla sanità inferti dalla legge di stabilità. E’ un vero e proprio taglio ai servizi, che stresserà il personale oltre i limiti del leciti e accenderà tensioni sul piano sindacale”.

250 milioni di tagli sulle gambe della Regione Veneto. Il Presidente della Regione Veneto in merito denuncia l’impresa faraonica che stanno portando avanti in queste ore per reperire, fuori dalle cure e dal personale, il necessario per far fronte ai 250 milioni di tagli che si vogliono appioppare al Veneto nel 2016.

Zaia la definisce un’impresa titanica. Zaia contro gli spreconi della sanità. Zaia nel difendere l’operato della sua Regione Vento spiega: “ La vergogna di non aver applicato i costi standard nel suddividere i sacrifici, ha infatti creato una situazione per cui, mentre agli spreconi si lascerà sprecare, si costringono i virtuosi a raschiare il fondo di una barile di appropriatezza della spesa già raschiato negli anni”.

Allarme sollevato da Zaia. A rischio il Piano di Assunzioni. No ad addizionali Irpef, né ticket Regionali. Zaia tuona furente contro le scelte scellerate attuati con la legge di stabilità, che si vorrebbe far ricadere sugli stessi cittadini con gli aumenti Irpef e i ticket regionali: “Di questo barile raschieremo anche il legno e non metteremo né addizionali Irpef (unici in Italia a non averlo ancora fatto) né ticket regionali oltre a quelli già imposti dallo Stato – aggiunge Zaia – ma attualmente sono ad alto rischio il Piano di assunzioni per centinaia di unità che avevamo definito con un investimento non inferiore a 50-60 milioni l’anno; le Medicine di Gruppo (le ultime 15 autorizzate poche settimane fa); gli ospedali di comunità; i nuovi Lea; i farmaci oncologici ad alto costo; i farmaci per l’epatite C e gli altri innovativi”.

Focus dissenso Veneto, Lombardia e Liguria all’accordo 2 luglio 2015. Inamovibile era stata la posizione del Veneto, che aveva detto 'no' al riparto, come ha tenuto a sottolineare al termine della Stato-Regioni l'assessore riconfermato alla Sanità, assieme a Lombardia e Liguria. Luca Zaia sottolineava già a luglio scorso la forza del proprio dissenso a questi tagli: “Con il nostro irremovibile 'no' siamo stati coerenti, come lo siamo da mesi, a fronte di dissennate politiche della salute, con tagli lineari che penalizzano i virtuosi e premiano gli spreconi, con riduzioni delle prestazioni che ci avvicinano alla Grecia e al Portogallo dove, a differenza del Veneto, l’attesa di vita è sensibilmente più bassa, e dove – sempre a differenza del Veneto – i più ricchi sono anche i più sani”. 

Tagli sanitari a carico dei bilanci regionali come la regione Veneto sempre in attivo. Zaia annuncia opposizione. La fotografia scattata dal Presidente Zaia lascia poco all’interpretazione. Luca Zaia non accetta questa manovra non solo lacrime e sangue ma rappresenta un vero scandalo: “Questo rischia di accadere in una Regione con i bilanci sanitari in attivo da 5 anni, ed è uno scandalo contro il quale ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale. Dai 115 miliardi e 444 milioni previsti dal tuttora vigente Patto Nazionale per la Salute – fa i conti Zaia – siamo precipitati ai 111 annunciati dal Governo con un buco di 4 miliardi 444 milioni. Ma non basta, perché un buco di 2,97 miliardi c’è anche prendendo per buona l’Intesa del 2 luglio 2015, che il Veneto non sottoscrisse perché già abbastanza iniqua, che fissava la posta 2016 in 113, 97 miliardi”.

Quale sanità sta ridisegnando la ministra Lorenzin? Era stato siglato l’accordo sulla riduzione del fondo sanitario 2015, pari a 2,35 miliardi al termine della conferenza Stato-Regioni tenutasi al Ministero per gli Affari Regionali il 2 luglio 2015 , dove solo il Veneto, Lombardia e Liguria non hanno firmato. Ora emergono con forza inaudita tutte le gravi problematiche legate ai tagli sulla sanità. Riecheggiano le parole della stessa proprietaria del dicastero della salute che aveva pronunciato dopo il dissenso delle Regioni all’accordo siglato: “Tra le Regioni l'unico 'no' è venuto dal Veneto: l'assessore alla Sanità Luca Coletto ha spiegato al termine della Stato-Regioni di aver espresso un voto contrario sia in Conferenza delle Regioni sia in Conferenza Salute". Su questo punto aveva chiarito poi la Lorenzin che inizialmente sembrava volesse fare della sterile ironia, spiegando che "il rappresentante del Veneto è uscito, permettendoci così di chiudere l'intesa, quindi lo ringrazio". 




CRISI TRA STATO E REGIONI. CHIAMPARINO SI DIMETTE

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di Cinzia Marchegiani

Tensioni ormai evidenti tra Stato e Regioni. Il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino che recentemente aveva avuto una querelle con il ministro della salute proprio sul decreto appropriatezza e sulle sanzioni ai medici che non rispetteranno le nuove direttive, ha presentato le proprie dimissioni. Lo ha detto lui stesso, nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine della riunione della Conferenza delle Regioni del 22 ottobre 2015, aggiungendo che su richiesta dei colleghi presidenti, le stesse dimissioni sono state al momento congelate.

Dimissioni congelate, ma irrevocabili. Chiamparino non lascia alcuna porta aperta e spiega:
“Ho rassegnato le dimissioni da presidente della Conferenza ma non per la legge di Stabilità e i tagli alla sanità. In ogni caso le mie dimissioni sono irrevocabili ma ho accolto la richiesta del vice presidente Toti di congelarle per portare avanti la trattativa sulla legge di Stabilità”

Chiamparino specifica, lascia ma non per colpa delle Legge di stabilità. Chiamparino alla Conferenza spiega la sua inamovibile decisione, e ha ribadito che i motivi delle dimissioni non starebbero nei tagli alla sanità ma sono legati al giudizio dato dalla Corte dei Conti sul bilancio della Regione Piemonte: "Una Regione con un bilancio in questa situazione non può fare da guida a tutte le Regioni. Mi devo dedicare di più al lavoro nella Regione Piemonte. Ho rassegnato le dimissioni dal presidente della Conferenza delle Regioni, non sul giudizio sulla Legge di Stabilità, ma perché è evidente che il giudizio di parificazione della Corte dei Conti, che ha parificato il bilancio in 5 miliardi e 800 milioni, come conseguenza della Corte Costituzionale in cui si annullava il rendiconto del 2013. Una Regione che ha una situazione di Bilancio di questo genere non può essere la regione che rappresenta le altre Regioni”. Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, sottolinea che va chiarita una norma di contabilità che per il Piemonte vale 5 miliardi, ma per altre regioni ha un valore pesante.

Chiamparino nega tensioni con il governo, ma lascia in piena tempesta abbattuta sulla sanità. “Nessun atto polemico nei confronti del Governo sulla legge di stabilità – ha precisato Chiamparino – ma devo dedicarmi di più alla mia Regione”. Una scelta che arriva dopo il Giudizio di parificazione della Corte dei Conti che ha riscontrato un disavanzo di 5,8 miliardi nel 2014 per il Piemonte. Chiamparino lascia la sua presidenza però proprio in mezzo ad una tempesta che si sta abbattendo sulla sanità del paese, ma conferma: “Da artigliere di montagna – ha spiegato – sono convinto che l'esempio sia importante e una regione che è in una situazione di bilancio di questo genere non può essere quella che rappresenta le altre. Chi rappresenta le Regioni deve poter tirar fuori il suo bilancio e far vedere che riflette il ruolo che le regioni vorrebbero avere”.

Le dimissioni quindi restano irrevocabili e a gennaio le Regioni potrebbero trovarsi a dover eleggere un nuovo presidente. Un segnale a distanza lanciato al Governo su un punto che, dopo il Piemonte, rischia di mettere in ginocchio parecchie amministrazioni regionali e ripropone l'urgenza di una norma “salva Regioni".

Legge di stabilità, Per Chiamparino il bicchiere è mezzo pieno, ma ci sono punti che le Regioni chiedono al governo. Per Chiamparino la legge di stabilità è un bicchiere più mezzo pieno che mezzo vuoto, anche se sulla sanità ci sono delle questioni che le Regioni pongono al Governo: “Sulla parte sanitaria vi è un aumento di un miliardo rispetto ai 3 miliardi previsti – sottolinea Chiamparino – Questo miliardo parrebbe vincolato per 800 milioni alla definizione dei nuovi Lea, che noi vogliamo fare, ma è evidente che se c’è un vincolo sui Lea l’aumento è condizionato”. Ma non solo, per le Regioni il presidente della Conferenza Regioni spiega: “c’è anche la questione di dove saranno appostati i soldi per i rinnovi dei contratti che valgono 350 mln, poi bisogna vedere come sono collocati i farmaci salvavita e soprattutto quelli per l’epatite C perché dobbiamo sapere se questi stanno nel Fondo oppure no, se stanno dentro il tetto del payback oppure no. E questo può fare una differenza assai significativa per i bilanci delle Regioni”.

Sanità e i conti che non tornano, dubbi sui fondi per coprire contratti, vaccini e salvavita. Chiamparino ha anche fatto i conti di questa partita: "I contratti e i farmaci innovativi valgono quasi un miliardo, come possibile ricaduta sul bilancio delle Regioni e in più c’è anche il piano vaccini che vale 300 milioni". Quindi sulla Legge Stabilità sorgono forti dubbi anche sui fondi per contratti, vaccini e farmaci salvavita, che dovrebbero rientrare dentro il fondo di 111 miliardi.

Chiamparino e la nuova querelle con la Lorenzin. Il governo gestisca la sanità. Chiamparino è tornato anche sulle parole pronunciate dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che aveva definito “un errore fatale” l’avere delegato la sanità alle Regioni e dichiara:“Riprendo le parole che ha detto oggi in Conferenza il presidente della Toscana Enrico Rossi: se il Governo ha lo stesso giudizio della Lorenzin gestisca lui la sanità. E tra 5 anni faremo i raffronti e vediamo la sanità è gestita meglio da un sistema centralizzato”.

Giovanni Toti, Presidente della Liguria è decisamente critico sulla Legge di Stabilità. Toti, seduto accanto a Chiamparino alla Conferenza invece è decisamente critico contro la Legge di stabilità: “Questa legge di Stabilità non porterà quell'espansione che il Governo promette al Paese. Non c'è una reale riduzione delle tasse, ma semmai c'è uno spostamento di poste di bilancio”. Per Toti non c'è una reale spending review al netto di quella imposta agli enti locali ed è tutta fatta in deficit: “Ci sono, dal punto di vista normativo, degli elementi positivi, come le modalità di scrittura della gestione dei bilanci e la parte relativa ai cofinanziamenti europei. Quando vedremo il testo – ha proseguito però il governatore – quello che appare un miliardo in più in sanità sarà una riduzione di poste e la capacità di investimenti delle Regioni e la discrezionalità nelle politiche ne viene così compromessa”.

La sanità è in crisi, in ogni settore, e queste continue rappresaglie dimostrano che la patologia economica in atto è più seria di qualsiasi rosea aspettativa. Di fatto i cittadini sanno che per curarsi in Italia in tempi ristretti, tra appropriatezze e sanzioni, sarà possibile solo andando al privato. Questa è la tomba del nostro Sistema Sanitario Nazionale, nei prossimo giorni sicuramente lo show continuerà.




CAMPAGNA SU OBBLIGO DEI VACCINI: ARRIVA LA DENUNCIA DELL’ORDINE DEI MEDICI DI ROMA

Ombre e forti dubbi sulle motivazioni che hanno spinto a rendere obbligatorio un esavalente ad oggi fuori normativa, solo dopo inchiesta e indagine conoscitiva sui vaccini attivata dall’Antitrust a maggio 2015

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di Cinzia Marchegiani

Continua l’inchiesta de L’Osservatore d’Italia, sul caso vaccini e profilassi obbligatorie che ha sollevato molte critiche aspre sia da parte dei medici, ma anche di molti genitori, che con amarezza non si sentono più rassicurati dalle mancate responsabilità del Ministero della Salute, ogni volta che il mondo delle vaccinazioni è colpito da qualche scandalo, dimostrando pochissima trasparenza e fermezza nel punire i responsabili.

Caso Meningitec, da allora i genitori hanno perso la fiducia nelle istituzioni sanitarie, non c’entra nulla la disinformazione. Basta ricordarsi come nel caso Meningitec, senza neanche consultare e monitorare con analisi e diagnostica specifica i bambini che avevano ricevuto i lotti contaminati e poi ritirati dal commercio, dopo ben due anni di somministrazione, come la Lorenzin e l’Aifa abbiano lasciato in solitudine le stesse famiglie dei bambini che avevano ricevuto i lotti specifici contaminati da ruggine e acciaio, semplicemente rispondendo a due interrogazioni parlamentari affermando che nessun Stato aveva ritenuto necessario porre in essere alcuna azione a tutela dei pazienti, poiché non sono state identificate reazioni avverse riconducili alla contaminazione:“Tutte le valutazioni effettuate hanno confermato che le evidenze ad oggi disponibili non suggeriscono né la necessità, né l’opportunità di predisporre controlli specifici di monitoraggio della salute dei soggetti vaccinati con i suddetti lotti, né risulta che simili iniziative siano state adottate nei paesi in cui i vaccini sono stati ritirati”. Meno male che in Francia invece il processo è già partito, altra nazione, altre culture verrebbe da dire.

Sanzioni e obbligatorietà dei vaccini esavalenti anche a scuola. Il Ministro Lorenzin e le repentine smentite sui media nazionali. Ora il Ministro Lorenzin, sotto pressione da troppe sbavature evidenti sul caso nazionale sollevato dalla obbligatorietà del vaccino esavalente, continua a collezionare cadute istituzionali non consoni al proprietario di un dicastero così importante come quelle della salute. Ma soprattutto sembra essere votata a rilasciare interviste senza consultarsi con i preposti del settore medico. Di fatto il Ministro Lorenzin, ha attivato una campagna mediatica sulle vaccinazioni obbligatorie, senza alcuna emergenza pandemica e innescata senza logica dalla morte di una bambina di 28 giorni di pertosse, quando ora tutto il mondo sa che lo stesso vaccino antipertosse (raccomandato, ma di fatto si trova nell’esavalente assieme ai 4 obbligatori per legge) è sul banco degli imputati perché questo vaccino non solo non funziona più, ma rende i vaccinati ospiti privilegiati per i nuovi ceppi di Bordetella pertussis che infettano preferibilmente i soggetti vaccinati adolescenti e giovani adulti, che, a loro volta, diffondono la malattia in seno alla popolazione della quale sono parte. L’Osservatore d’Italia in tempo non sospetti lo aveva già anticipato a giugno 2015. VACCINO ANTI-PERTOSSE: ECCO COME ALIMENTA NUOVI CEPPI DI BORDETELLA PERTUSSIS

Non scordiamoci che questa nuova campagna sulle malattie senza alcuna emergenza incombente sembra voler, con un bel colpo di coda ormai più che evidente rendere obbligatorio un vaccino esavalente che ad ora non lo è. Non esiste un prodotto che contenga solo i quattro vaccini obbligatori per legge, ma solo un esavalente con cui qualcuno da molto tempo ha probabilmente mire di monopolizzazione del mercato farmaceutico, senza alcuna spiegazione, ma che ora l’Antitrust sta indagando dallo scorso maggio 2015…insomma un tempismo perfetto verrebbe da dire.

Focus Antitrsut indaga sul businnes dei vaccini. Una decisione quella dell’ Autorità garante della Concorrenza e del Mercato presa in base della rilevanza dei vaccini in termini di spesa sanitaria a carico del Sistema Sanitario Nazionale, si parla di oltre 300 milioni di euro l’anno, del fatto che l’approvvigionamento dei prodotti avviene tramite gare a evidenza pubblica, e della circostanza che i prezzi di alcuni dei principali vaccini paiono in tendenziale aumento. L‘obiettivo dell’indagine è quello di approfondire i seguenti temi: 1. caratteristiche delle dinamiche commerciali relative ai vaccini per uso umano; 2. sussistenza di criticità concorrenziali nei mercati dei vaccini per uso umano, con specifico riferimento alla situazione italiana alla luce della normativa vigente e atti conseguenti (es. piano nazionale di prevenzione vaccinale); 3. efficienze e criticità delle procedure di acquisto a evidenza pubblica dei vaccini per uso umano.


DETTAGLIO DEL PROCEDIMENTO L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ritenuto procedere all’avvio di una indagine conoscitiva riguardante il settore dei vaccini per uso umano, con specifico riferimento a quelli definiti come obbligatori o altamente raccomandati ai sensi del piano nazionale di prevenzione vaccinale, in quanto sussistono circostanze che fanno presumere che, nel settore considerato, esistano ostacoli al corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali.


VACCINI SPESA PUBBLICA RILEVANTE E PREZZI DIFFERENZIATI PER MEDESIMI PRODOTTI. Per l’Antitrust, i vaccini costituendo una delle attività di sanità pubblica di maggior tradizione e impatto sociale, rilevando che risultano attualmente obbligatorie o altamente raccomandate, sono somministrati a carico del Sistema Sanitario, per tale motivo rappresentano per la sanità pubblica una rilevante voce di spesa: secondo primi dati a disposizione, essa è complessivamente corrisposta per l’anno 2013 a circa 322 milioni di euro, pari a circa l’1,6% delle spese totali sostenute annualmente dal Sistema Sanitario Nazionale per l’acquisto di prodotti farmaceutici. A questo approvvigionamento dei vaccini si provvede a mezzo di procedure di acquisto per quantitativi definiti sulla base di una pluralità di criteri (obiettivi di copertura vaccinale, andamenti storici di consumo, ecc.), di cui si fanno tipicamente carico strutture organizzative riconducibili agli enti territoriali. Ma la spia di allarme che ha azionato l’Antitrust riguarda proprio il fatto che tali procedure d’acquisto siano caratterizzate da un ricorso a gare sempre più centralizzate, svolte per via telematica con aggiudicazione al prezzo più basso, in linea con una tendenza ormai consolidata a livello nazionale, anche sulla base di specifici atti normativi, volta a ottenere guadagni di efficienza in termini di risparmio attraverso l’aggregazione della domanda pubblica. Salva tale disposizione di fondo, pare nondimeno persistente una frammentazione della domanda, fino a casi di acquisti ancora realizzati da singole aziende sanitarie locali: ne conseguirebbero differenziali di prezzo per medesimi prodotti anche rilevanti e, almeno a una prima sommaria analisi, non correlati alle quantità acquistate.

Lorenzin ritratta e passa la palla. La titolare del dicastero della salute sembra impermeabile al caso, come fece per il Tavolo Ministeriale sui metodi alternativi alla sperimentazione animale, riavviato solo quando a suo carico fu aperto un fascicolo in Procura di Roma, scattato dopo la diffida del Partito Animalista Europeo. Così il ministro della Salute eri mattina, 19 ottobre 2015, a Radio 24 spiegava: “C’è un dibattito sull'obbligo che è venuto dalle associazioni dei genitori che hanno sollevato il problema. Ne sta discutendo la conferenza Stato Regioni ma qualora si dovesse decidere una cosa del genere in ogni caso bisognerà passare per il Parlamento”. E poi l'apertura sulle sanzioni in caso di prescrizioni inappropriate: “Si va avanti perché è una legge dello Stato, ma se il sistema non funziona cambieremo”.

Lorenzin ritratta e lo fa sui media, insorge l’Ordine dei medici di Roma e accusa la caccia alle streghe ai medici che non consigliano la profilassi. L’ordine de medici dei Roma è saturo dei continui voltafaccia della ministra Lorenzin e con un comunicato del 19 ottobre 2015 affronta la parziale smentita del Ministro della salute: “Per quanto parzialmente smentita dal Ministro Lorenzin, l’ipotesi assurda non impone le vaccinazioni mette in fibrillazione l’intera comunità medica italiana, soprattutto quella in rapporto di dipendenza o convenzione con il Servizio Sanitario pubblico. Se verrà in qualche modo poi confermata sarà respinta senza se e senza ma, da tutta la categoria, poiché sarebbe l’ennesima dimostrazione di una vera e propria caccia alle streghe attuata nei nostri confronti. E’ insopportabile e inaccettabile questione, per quanto delicata, debba essere affrontata preliminarmente con la minaccia della sanzione. Più che medici e professionisti responsabili sembra che il Governo ci consideri automobilisti indisciplinati cui applicare il codice della strada anziché il buon senso la consultazione preventiva”

I medici e l’obbligo delle profilassi, ma quali sanzioni? E’ senza sfumature il commento di Roberto Lala il Presidente del più numeroso Ordine provinciale dei medici nel nostro Paese – quello di Roma che conta oltre 41 mila iscritti – alle prospettate misure sanzionatorie per quelli che non consiglieranno le varie profilassi. Per il rappresentante dei camici bianchi capitolini, inoltre, è inconcepibile che notizie così importanti e su un tema così delicato siano oggetto di un balletto di anticipazioni, rettifiche tutto attraverso i media: “E’ evidente che il fondamento di tale avventata ipotesi risiede nel Piano vaccinale 2016-2018 all'esame della Conferenza Stato-Regioni, quindi i giornali non hanno sprecato pagine e titoli a vuoto, ma ci chiediamo se il Governo si rende conto di come tutto ciò ingeneri una crescente confusione nella popolazione e tra i medici. E per quanto ci riguarda – sottolinea il presidente Lala – devo ricordare al Ministro della Salute che il malcontento della nostra categoria era già ai massimi livelli a seguito del decreto sull’appropriatezza delle prescrizioni. Ora questa nuova prospettata aggiunta di sanzioni è veramente capace di far saltare il coperchio a una pentola in ebollizione da troppo tempo”.

E sorge spontanea una domanda: “Chi ha permesso un monopolio dell’esavalente e quanti soldi hanno fatto intascare i due vaccini raccomandati ma di fatto resi obbligatori senza alcuna legge da troppi anni ormai, che inoltre hanno leso la libertà di scelta dei genitori?”

L’antitrust ce lo spiegherà, ma questa scelta di rendere un vaccino esavalente ora obbligatorio per legge fa acqua da tutte le parti. Ci si augura che dietro la stagione della caccia alle streghe, qualcuno possa fare definitivamente chiarezza, non è giocare sulle emozioni e sul terrore pandemico che uno stato civile possa pensare di legalizzare un monopolio delle multinazionali a colpi di spugna. Siamo arrivati a fare cassa per rimpinguare il sistema sanità in forte sofferenza sui bambini senza alcuna logica e ledere inoltre le libertà deontologiche? Ciò sarebbe davvero inquietante. 




LA VACCINAZIONE DI MASSA: BUSINESS MILIONARIO A FAVORE DELLA LOBBY DEL FARMACO?

Perché si sta spingendo a rendere obbligatorio un esavalente che di fatto contiene solo 4 vaccini obbligatori? Ogni anno in Italia le lobbies intascano 114 mln di euro per vaccini facoltativi. Il Codacons insorge

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di Cinzia Marchegiani

Sul caso del calo delle vaccinazioni e la volontà di far passare il vaccino esavalente come una profilassi obbligatoria, pena il divieto di frequentare la scuola della pubblica istruzione, pur sapendo che due vaccini inseriti in questa profilassi indicata e imposta dal Ministero della salute sono invece facoltativi, è scattata un’emergenza soprattutto giocata mediaticamente a lanci di titoloni in tg e giornali e poi continue rettifiche.

Cosa si nasconde dietro questa manovra Stato Regioni? L’Osservatore d’Italia che da tempo segue le inchieste sanitarie soprattutto sugli scandali sanitari legati ai vaccini, ha seguito in silenzio l’evolversi di questa situazione. Parte così la prima parte di un’inchiesta tesa a comprendere uno stravolgimento epico del Piano Nazionale delle vaccinazioni che vanno a colpire le libertà individuali nel poter usufruire o meno di un medicamento che non è esente da alcun rischio.

Morte di una bimba di pertosse. L’ISS ha attivato una campagna mediatica dopo il decesso di una bimba al Sant’Orsola di Bologna dopo che alcuni giornali avevano riportato la drammatica notizia. Il sito dell’Ospedale stranamente non rilascia alcun comunicato, la morte però sembrerebbe essere attribuita inequivocabilmente alla mancanza di vaccinazione da antipertosse, che si trova solo nell’esavalente (ma dovrebbe essere facoltativa) ovviamente non della neonata, non poteva per età anagrafica essere sottoposta ad alcuna vaccinazione. Ma in realtà poco o nulla si sa come questa bambina è stata monitorata dai medici, come è stata fatta la diagnosi, e come e quando è stata curata. Nella speranza che in merito a questo caso di malasanità sia stata avviata un’inchiesta specifica, dal portale dal portale dell’Epidemiologia della sanità pubblica si apprende: “Un adeguato e precoce trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni, ma soprattutto che a differenza delle altre malattie infantili, l’immunità conferita da una prima infezione non è definitiva, ma declina col tempo. Esiste un vaccino che dovrebbe immunizzare e proteggere soprattutto i bambini da questa malattia, ma si apprende però che nelle popolazioni vaccinate si è osservato un ritorno della pertosse a causa della perdita progressiva di immunità”.

Focus lungimirante de l’Osservatore d’Italia sul vaccino antipertosse. L’Osservatore d’Italia, lo scorso giugno 2015, e quindi in tempi non sospetti, aveva realizzato un focus su questa malattia e il relativo vaccino, intervistando il dr Girolamo Giannotta, che aveva anticipato con una lungimiranza ora impressionate, un problema sanitario legato proprio al vaccino antipertosse. Infatti nell’assordante silenzio che pervade il mondo accademico e le nostre massime Autorità Sanitarie, la voce del dr Giannotta nell’arco di un mese si era sollevata ben tre volte per dire che questo vaccino è morto ed andrebbe sepolto al più presto prima di amplificare a dismisura i danni già prodotti. L’autore di questa scoperta ci spiegava anche nel dettaglio il motivo:“Poiché la storia ha un senso, devo preliminarmente ricordare che l’ho detto anche nel corso di un’intervista radiofonica il 30 aprile, l’ho ripetuto ad un convegno il 23 maggio, ed ora sono qui per il terzo appello. Purtroppo, per il concorso di diverse cause, questo vaccino non solo non funziona più, ma rende i vaccinati ospiti privilegiati per i nuovi ceppi di Bordetella pertussis che infettano preferibilmente i soggetti vaccinati adolescenti e giovani adulti, che, a loro volta, diffondono la malattia in seno alla popolazione della quale sono parte”. Non solo ma lo stesso dr Giannotta aveva schematicamente allarmato le istituzioni sanitarie facendo un riassunto che qui riportiamo:
1. Il vaccino anti-Pertosse rimarrà inefficace.
2. Si amplierà la sub-popolazione suscettibile alla Pertosse.
3. La Bordetella pertussis troverà molto ospitali i soggetti vaccinati.
4. I soggetti vaccinati diffonderanno la Pertosse poiché ospiti privilegiati dei nuovi ceppi batterici PRN

con il quale lo stesso autore invitava il mondo sanitario all’obbligo e necessità di capire cosa stava accadendo con questo vaccino senza pregiudizi, ancorandosi seriamente alla deontologia del medico, che non deve nuocere al paziente, di un vaccino ormai sul viale del tramonto. Ora le sue parole ora sembrano un macigno: “Concludendo, posso dire che dal matematico e dal biologo è arrivata l’unica cosa sensata, che l’ambiente medico dimostra di non aver considerato visto com’è impegnato a promuovere dosi aggiuntive di un vaccino incamminato sul viale del tramonto”.

Ottobre 2015, dopo 4 mesi dall’inchiesta vaccino antipertosse scoppia il caso a Bologna. Dunque, nonostante questi importanti informazioni scientifiche basilari che gli organi competenti ministeriali conosco alla perfezione, ad Ottobre 2015 si è preferito allarmare tutta la popolazione, quando ancora risulta un caso di malasanità ancora da accertare. L’innesco, la tragica morte di una bambina, sembrerebbe aver fatto da leva per una campagna tesa a rendere obbligatori tutti i 6 vaccini, e per coercizzare i genitori alla praticare la profilassi vaccinale, pena il divieto di accesso alla scuola di istruzione se il libretto vaccinale non è in regola. Questa nuova legge di cui si è paventata l’ipotesi, sarà affrontata alla conferenza Stato regioni.

Sanzione ai medici, il dietro front mascherato della Lorenzin. Dopo l’annuncio che i medici potrebbero essere sanzionati qualora non consigliano ai genitori la vaccinazione, e dopo un’accesa rappresaglia degli stessi medici, la Lorenzin fa dietro front con un comunicato sul sito istituzionale del 16 ottobre 2015dove dichiara: “In relazione a quanto pubblicato da diversi organi di stampa secondo cui sarebbero allo studio sanzioni, quali la radiazione, per i medici che sconsigliano le vaccinazioni obbligatorie, si precisa che la notizia è priva di ogni fondamento. La bozza di Piano Nazionale Vaccini, attualmente all’esame della Conferenza delle Regioni, prevede esclusivamente percorsi di concertazione con gli Ordini e le associazioni professionali e sindacali per cogliere l’obiettivo condiviso di garantire adeguate coperture vaccinali”.

Ma la bozza del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale PNPV 2016-2018 era già pronta e dice altro. Per magia il giorno dopo il dietro front della Lorenzin è stata pubblicata la bozza del Piano nazionale Prevenzione vaccinale 2016/2018 in cui si citano le sanzioni anche contrattuali per chi boicotta le vaccinazioni. Fulminea la stesura della Bozza che sarà discussa alla prossima conferenza Stato regioni, che però la Lorenzin a quanto sembra scarica alla responsabilità delle regioni, come ha fatto precedentemente con il caso sanzioni ai medici sull’appropriatezza delle analisi cliniche alle regioni, una manovra questa del piano Vaccinazioni che dovrebbe trovare 620 milioni di euro.

I punti della strategie di informazione nella bozza. Quesiti i punti più importanti
. il monitoraggio costante del “sentimento anti-vaccinazione”, così da garantire tempestivamente risposte corrette alle informazioni inesatte o false;
. una risposta tempestiva, trasparente e affidabile in caso di eventi avversi a vaccino accertati o sospetti e a timori relative alla sicurezza dei vaccini;
. l’inserimento della vaccinologia nel corso degli studi universitari di medicina e offrendo l’opportunità di formazione specifica agli operatori sanitari, da parte delle facoltà mediche, delle autorità sanitarie e delle associazioni professionali e scientifiche;
. la formazione degli operatori sanitari sulla comunicazione del rischio al pubblico, gestendo le esitazioni nell’aderire alle vaccinazioni, sottolineandone i vantaggi e il valore;
. le azioni di deterrenza e disciplina etica e professionale nei confronti dei medici e degli operatori infedeli che non raccomandano o sconsigliano la vaccinazione.

Codacons e la vaccinazione di massa: e’ campagna a favore della lobby del farmaco. Il Codacons si dichiara pronto ad una raffica di denunce contro vaccinazione di massa. Interviene secco il Codacons che già si era espresso contro la vaccinazione esavalente di fatto giudicato un favore alle lobbies farmaceutiche che propongono prodotti farmaceutici non conformi alla legge italiana che invero rende obbligatori solo 4 vaccini, mentre nel prodotto che lo Stato acquista è sempre e solo un vaccino esavalente. In merito il Codacons dichiara:
Sembra siano partite le grandi manovre delle case farmaceutiche per arricchirsi grazie all’allarme vaccini scoppiato di recente in Italia. Lo afferma il Codacons, commentando le notizie circolate nelle ultime ore e relative a possibili provvedimenti in tema di vaccinazione” Il presidente Carlo Rienzi tuona: “Spaventare i medici che non ritengono di suggerire la vaccinazione a tutti i costi equivale a commettere una forma di violenza, della quale si può essere chiamati a rispondere dinanzi la giustizia. Continuiamo a ritenere che i vaccini siano fondamentali, ma solo per le categorie a rischio. Altrimenti si alimenta un business milionario con ricadute economiche negative anche per le casse dello Stato”.

Il Codacons ricorda in merito, il caso del vaccino antinfluenzale del 2004 che si rivelò inefficace a causa del ceppo sbagliato, portando ad un immenso spreco per milioni di euro a danno di moltissimi cittadini che finirono comunque per ammalarsi, e del SSN. Per non parlare del caso controverso del vaccino pediatrico: nonostante la legge preveda solo 4 vaccini obbligatori, in Italia si ricorre all’esavalente, con un regalo pari a 114 milioni di euro annui in favore dell’industria farmaceutica”. Va ricordasto che allora il Ministero della salute e la Novartis contrattualizzarono un contratto segretato.

Focus Legislatura sulle vaccinazioni.
La Costituzione, all'art 32 stabilisce che "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". Il secondo comma precisa che "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".

Come aggirare la legge e le libertà? In attuazione della riserva di legge prevista dalla nostra Carta dei Diritti, sono previsti dei vaccini cd. obbligatori, approntati dal Ministero della Salute, che consistono nella somministrazione controllata di microrganismi (virus o batteri) uccisi o depotenziati contenenti antigeni; ciò permette all'organismo di attivare le proprie difese immunitarie producendo anticorpi che potranno essere poi utilizzanti in caso di future aggressioni da parte dello stesso agente patogeno.

Ancora i genitori non conoscono la differenza tra le vaccinazioni obbligatori e facoltative. Un caso voluto? Le vaccinazioni obbligatorie per i nuovi nati, secondo il più recente Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, sono quelle per difterite, tetano, poliomielite, epatite B.
Tutti gli altri sono facoltativi. Le altre vaccinazioni sono "raccomandate" e quindi facoltative, ad esempio quelle contro morbillo, parotite, pertosse, rosolia, Haemophilus influenzae b, pneumococco, menigococco C e, recentemente, papilloma virus umano (HPV).
Tuttavia, come ogni trattamento medico, anche i vaccini possono provocare effetti indesiderati anche gravi e permanenti. Di fatto ai centri vaccinali viene somministrato esclusivamente l’esavalente che oltre ai 4 obbligatori, contiene pertosse e Haemophilis influenzae b. Chi c’è dietro questo grande monopolio?

L'indennizzo per danni da vaccinazione. Il legislatore è intervenuto a disciplinare questa evenienza con la legge del 25 febbraio 1992 n.210“Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati”.

Danni da vaccino, incidenti di percorso e risarcimento. L'indennizzo è previsto a favore di "chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica" ed anche nei confronti di altri soggetti appositamente indicati dall'art. 1 della legge 210/1992 tra cui figurano anche le persone non vaccinate che abbiano riportato i medesimi danni a seguito ed in conseguenza di contatto con persona vaccinata. L'indennizzo era inizialmente escluso nei confronti delle persone danneggiate da quei vaccini non obbligatori, ma raccomandati dalle autorità sanitarie, anche in occasione delle cd. "campagne di prevenzione". (tratto da studioCataldi)

Finisce la prima parte dell’inchiesta de l’Osservatore d’Italia, nella prossima sarà nel dettaglio analizzate le variabili che potrebbero aver innescato la volontà di attuare una grande vaccinazione di massa, con l’auspicio che chi è interessato possa provvedere a chiarire definitivamente se esiste un monopolio che traerebbe ancora ulteriore vantaggio da questa manovra over milionaria. Certo, strano e quasi illogico in un momento dove la pertosse si può curare con netto anticipo grazie alle diagnosi corrette, e per ultimo, ma non per priorità, che lo stesso vaccino antipertosse (che si vorrebbe includere nell’obbligatorio) ha chiari principi di illogicità nel tamponare la diffusione di questa malattia, è un untore accertato. Qualcuno indaghi e di fretta. 




CAOS SULLE SANZIONI AI MEDICI CHE SCONSIGLIANO I VACCINI

Redazione

''La bozza di Piano Nazionale Vaccini, attualmente all'esame della Conferenza delle Regioni, prevede esclusivamente percorsi di concertazione con gli Ordini e le associazioni professionali e sindacali per cogliere l'obiettivo condiviso di garantire adeguate coperture vaccinali'': e' quanto precisa il Ministero della Salute con un comunicato. 

Ieri a Milano Ranieri Guerra, Direttore Generale Prevenzione al Ministero della Salute, intervenuto a una conferenza stampa nell'ambito del Congresso nazionale della Società Italiana di Igiene (Siti), aveva spiegato che il Ministero della Salute stava valutando la possibilità di un'ordinanza sull'obbligo di vaccinazioni per chi va a scuola, mentre sono in corso colloqui sindacali sull'ipotesi di togliere la convenzione col Sistema Sanitario ai medici che sconsiglino le vaccinazioni, perché 'infedeli' verso il SSN. E nel Piano Nazionale vaccini 2016-18, che sarà esaminata dalla Conferenza Stato Regioni, si prevede la possibilità di sanzioni disciplinari o contrattuali concertate con la collaborazione degli ordini professionali e sindacali. 

Per il medico "infedele", che diffonde cioè informazioni che non hanno un fondamento scientifico circa la pericolosità dei vaccini, potrebbero dunque essere previste "punizioni" di tipo deontologico e disciplinare, fatto salvo il reato penale nel caso in cui dovesse verificarsi un decesso riconducibile alla mancata vaccinazione. Già a settembre il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, aveva lanciato un appello per sanzionare medici e sanitari che sconsigliano i vaccini.

In vista del Piano nazionale per la prevenzione vaccinale, di cui si sta discutendo proprio in questi giorni al Ministero della Salute, gli esperti del gruppo di lavoro ministeriale hanno intanto rivelato dieci principi guida, con punti innovativi come quelli relativi a "etica e formazione". Tra le ipotesi avanzate anche l'inserimento della branca di vaccinologia nell'ambito dei corsi universitari della formazione continua per tutta l'area sanitaria.

''La bozza di Piano Nazionale Vaccini, attualmente all'esame della Conferenza delle Regioni, prevede esclusivamente percorsi di concertazione con gli Ordini e le associazioni professionali e sindacali per cogliere l'obiettivo condiviso di garantire adeguate coperture vaccinali'', precisa il Ministero della Saluta con un comunicato nel quale si spiega che ''quanto pubblicato da diversi organi di stampa secondo cui sarebbero allo studio sanzioni, quali la radiazione, per i medici che sconsigliano le vaccinazioni obbligatorie è priva di ogni fondamento''.




ALIENI CHE SI SERVONO DI UNA STELLA MISTERIOSA PER CATTURARE ENERGIA

Redazione

Per ora è solo una stranezza inspiegabile, però… al momento non è possibile escludere nulla. Nemmeno l’ipotesi più affascinante: quella del fenomeno misterioso causato da una civiltà aliena.  A catturare l’attenzione e la fantasia degli astronomi è una stella che si trova fra le costellazioni del Cigno e della Lira: KIC 8462852. Il suo nome è assai poco suggestivo, ma le sue caratteristiche sorprendono. Un articolo scientifico scritto da esperti di vari paesi e ancora in attesa di pubblicazione riferisce che la luminosità di quell’astro lontano 1.500 anni luce e visibile solo con i telescopi ha delle variazioni assolutamente inedite.

Le osservazioni condotte con il telescopio spaziale Kepler hanno mostrato frequentissimi cali e aumenti della luminosità che non rispettano alcuno schema. In un caso è diminuita addirittura del 22% e non è possibile individuare una periodicità di alcun genere fra una flessione e l’altra. Non è un pianeta Per capire di cosa si tratti, si è inizialmente andati per esclusione. È noto che quando un pianeta extrasolare passa davanti alla sua stella si nota una riduzione della sua luminosità, ma questo avviene con un ritmo ben preciso e con caratteristiche sempre simili. Inoltre, anche un pianeta enorme come Giove causerebbe una flessione pari solo all’1%, decisamente lontana da quanto osservato. Le prime ipotesi A filtrare la luce emessa da KIC 8462852 è dunque qualcosa di molto più grande o di molto più strano. Gli autori dell’articolo ipotizzano che si possa trattare di una nube di detriti generata da un violentissimo impatto tra pianeti. In questo caso però si dovrebbe osservare un eccesso di infrarossi dovuti al riscaldamento delle polveri, ma il fenomeno è assente. Un’altra ipotesi è quella di una serie di comete che passano davanti alla stella, ma anche in questo caso è difficile pensare che, per quanto siano numerose, possano arrivare a bloccare il 22% della luce.

Megapannelli solari alieni? L’articolo non cita mai gli alieni, ma il principale autore della ricerca, Tabetha Boyajian dell’Università di Yale, ha contattato un esperto di astrobiologia, Jason Wright della Penn State University. Per quanto sia improbabile, una possibile spiegazione – spiega a The Atlantic – è che ad orbitare intorno alla stella siano delle megastrutture costruite da una civiltà aliena avanzata, magari per catturare l’energia emessa dall’astro. In pratica degli enormi pannelli solari, uno scenario finora relegato ai libri di fantascienza. Per chiarire il mistero non resta che continuare a studiare KIC 8462852, senza preclusioni.




SPERIMENTAZIONE FARMACI: NUOVA PARTENZA DEL TAVOLO MINISTERIALE


LEGGI ANCHE: BEATRICE LORENZIN INDAGATA: SI RIAPRE TAVOLO MINISTERIALE SULLA SPERIMENTAZIONE FARMACI

di Cinzia Marchegiani

Roma – Lo scorso Mercoledì 7 ottobre 2015 può essere considerata una data storica che ricorderà il riavvio del Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi/sostitutivi alla sperimentazione animale.

Inaugurato dal precedente ministro della salute Renato Balduzzi a seguito di un accordo politico con il Partito Animalista Europeo, successivamente era stato bloccato dall'attuale ministro Beatrice Lorenzin.

La linea dura intrapresa dal Partito Animalista Europeo nel difendere a tutti i costi il confronto scientifico tra le diverse posizioni degli scienziati in merito alla sperimentazione dei farmaci, aveva portato a diffidare la stessa ministra Beatrice Lorenzin a continuare i lavori. Una sorta di braccio di ferro innescato con molte polemiche che di fatto ha visto la risoluzione di questa empasse istituzionale scientifica solo a distanza di due anni, a seguito dell'iscrizione sul registro degli indagati del precedente direttore generale Gaetana Ferri, rimossa dall'incarico, e dello stesso ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

La lieta novella dell’avvio ai lavori fu annunciata dallo stesso presidente del PAE lo scorso 23 maggio 2015, quando il Ministero della Salute, con documento a firma del nuovo Direttore generale della sanità animale e farmaci veterinari, Dott. Silvio Borrello, indirizzato alla segreteria nazionale del Partito Animalista Europeo, confermava la volontà di ripristinare il Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.

Nuova partenza del confronto scientifico. Il 7 ottobre con una nuova partenza il Tavolo ministeriale ha tagliato il nastro e il giorno dopo si è svolta presso la sede centrale del Ministero della Salute la prima seduta del Tavolo tecnico scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale del Governo Renzi.

 Il Presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli con un comunicato ha voluto dare un segnale di grande apertura del nuovo incontro: "Gli esperti indipendenti, da noi designati e provenienti dalla comunità scientifica accreditata, che hanno preso parte a questa prima seduta sono: Prof. Giulio Tarro, Dott. Marcello Villanova, Dott.ssa Costanza Rovida, Dott.ssa Valeria Roni ed il Prof. Bruno Fedi, quest'ultimo anche nella qualità di coordinatore. Assente per un contrattempo il Prof. Claude Reiss. Poiché il precedente tavolo non aveva prodotto risultati ed essendo tutti animati dal desiderio di trovare metodi più scientificamente produttivi per tutti, umani e non umani, si è deciso che non dovesse esistere contrapposizione fra i presenti”.

Il presidente del PAE spiega i lavori avviati: “I punti fondamentali in discussione sono stati l' effettiva applicazione dei metodi validati e la ricerca di nuovi, nonché il loro possibile finanziamento. E' stato sottolineato il lungo tempo necessario per realizzare i metodi alternativi. L’intervento della dott.ssa Rovida faceva notare che questo era dovuto al confronto coi metodi tradizionali, che hanno tempistiche ancora più lunghe oltre ad essere più costosi e dichiarati inattendibili da vari enti prestigiosi. Si è dunque deciso di effettuare una indagine su tutti i centri che effettuano ricerche per sapere quali metodi validati siano conosciuti, applicati ed in quale misura”.


Stefano Fuccelli dopo questa nuova partenza è ottimista: “Si tratta di un passo soltanto, ma nella giusta direzione”. A tal riguardo spiega Fuccelli come l' ECVAM European Centre for the Validation of Alternative Methods ha validato dei metodi migliori di quelli del passato, che però, sono scarsamente applicati.

Focus ECVAM. ECVAM è il laboratorio di riferimento dell'Unione europea per le alternative alla sperimentazione animale (EURL-ECVAM) ed è stato formalmente istituito nel 2011, a causa della crescente necessità di nuovi metodi per sviluppare e proposti per la convalida in seno all'Unione europea. EURL ECVAM è ospitato dal comune di ricerca Centro, Istituto per la Salute e tutela dei consumatori(IHCP) che si trova a Ispra, in Italia. EURL ECVAM ha una lunga tradizione nella convalida di metodi che riducono, migliorano o sostituiscono l'uso di animali nelle prove di innocuità e prove di efficacia / potenza di prodotti chimici ,biologici e vaccini. Laboratori di ricerca sono in grado di presentare a EUR L ECVAM per la validazione scientifica dei metodi alternativi alla sperimentazione animale che hanno sviluppato.

“Non si può identificare il meglio e lasciarlo inapplicato. E' uno spreco di denaro e risorse umane inaccettabile” – conclude Fuccelli

Nuovi obiettivi. La sperimentazione animale oggettivamente pone in discussione da molto tempo i molteplici farmaci immessi in commercio e poi costantemente ritirati o rimodulati perché il post marketing (sperimentazione di massa) dimostra le carenze dei trials clinici.

Il confronto scientifico, finalmente avviato, nonostante una censura iniziale, servirà a far decollare il processo, ormai necessario per tutelare sia la salute del cittadino ma anche della sofferenza spesso inutile degli animali. E’ questione di onestà scientifica che è sotto gli occhi di tutti. E su questo basta leggere il comunicato della stessa AIFA che spiega quando un farmaco viene ritirato: "In realtà, l’introduzione di un nuovo medicinale sul mercato porta con sé sempre una quota di azzardo che purtroppo si gioca sulla pelle dei pazienti. I dati a disposizione al momento di capire se vale la pena metterlo a disposizione della comunità sono sempre limitati a ciò che siamo in grado di valutare in un ambito sperimentale. Spesso si è in condizioni distanti dalla pratica clinica di tutti i giorni, dove sono molteplici i fattori che entrano a complicare lo scenario del nuovo intervento terapeutico. L’enfasi data al ritiro di un farmaco nasconde però l’incapacità di percepire, da parte degli operatori sanitari e del pubblico, la necessità di una revisione “continua” del profilo beneficio/rischio di ogni medicinale. Una lettura più critica consentirebbe forse al prescrittore, al dispensatore e al pubblico una diversa predisposizione ad un ruolo attivo nella farmacovigilanza, attraverso la segnalazione delle reazioni avverse (vecchie e nuove). Nessun farmaco può considerarsi scontatamente sicuro, anche se sostenuto alla base da risultati recenti e da un utilizzo consolidato. La rivalutazione del profilo beneficio/rischio di un medicinale non è quindi un’ammissione implicita di colpa né una sorta di testimonianza di una sistema che fallisce la sua missione di evitare rischi inutili."

Insomma, c’è molto da lavorare, servirà anche un cambiamento culturale che deve far ripartire l'intero processo assieme alle università e ai centri di ricerca che sono la fucina dei nuovi scienziati e ricercatori. E’ possibile cambiare, la scienza lo chiede già da tempo.




SCOPERTA DELLA NASA: IL CIELO DI PLUTONE È AZZURRO

Redazione

Il cielo di Plutone è azzurro: è l’ultima sorpresa che arriva dal pianeta nano che si trova alla periferia del sistema solare. I dati inviati a Terra dalla sonda New Horizons della Nasa avevano fatto pensare inizialmente a Plutone come a un mondo immerso in una nebbia grigiastra, ma la realtà sembra diversa. Sulla superficie del pianeta sono state trovate anche tracce di acqua ghiacciata.

Plutone è un pianeta nano orbitante nelle regioni periferiche del sistema solare, con un'orbita eccentrica a cavallo dell'orbita di Nettuno; fu scoperto nel 1930 da Clyde Tombaugh e inizialmente classificato come il nono pianeta. Riclassificato come pianeta nano il 24 agosto 2006 e battezzato formalmente 134340 Pluto dalla UAI, Plutone è il secondo più massiccio tra i pianeti nani del sistema solare, superato solo da Eris, e il nono corpo celeste più massiccio che orbita direttamente attorno al Sole.

Dopo la sua scoperta, il nuovo corpo celeste venne battezzato in onore di Plutone, divinità romana dell'oltretomba; le prime lettere del nome, PL, sono anche le iniziali dell'eminente astronomo Percival Lowell che per primo ne postulò l'esistenza. Il suo simbolo astronomico è il monogramma di Lowell (Pluto symbol.svg).

In virtù dei suoi parametri orbitali, Plutone è anche considerato un classico esempio di oggetto transnettuniano. Pur avendo la sua orbita il semiasse maggiore più lungo di quello dell'orbita di Nettuno, esso si avvicina al Sole più dello stesso Nettuno. Plutone è stato assunto quale elemento di riferimento della classe dei pianeti nani transnettuniani, denominati ufficialmente plutoidi dall'Unione Astronomica Internazionale.

Plutone ha cinque satelliti conosciuti, il più massiccio e importante dei quali è certamente Caronte, scoperto nel 1978 e avente un raggio poco più della metà di quello di Plutone.

Lanciata dalla NASA nel 2006, dopo oltre nove anni di viaggio la New Horizons è divenuta la prima sonda spaziale ad effettuare un sorvolo ravvicinato di Plutone, avvenuto il 14 luglio 2015 ad una distanza minima di 12.472 km dalla superficie del pianeta nano




BAMBINO SALVATO DA UNA TERAPIA CHE "TOGLIE" LE ALLERGIE

Redazione

«Di allergie si può morire. È così quando anche solo l'odore di un alimento o la minima esposizione a un allergene scatena lo shock anafilattico. E Michele, bambino di 7 anni affetto da una gravissima forma di allegria alimentare associata ad asma, nella sua giovane vita di shock ne ha subiti tanti. Il latte, le uova, le nocciole, il pesce, la frutta: un veleno per il piccolo che fino allo scorso anno non aveva potuto condurre una vita come tutti i suoi coetanei. Una sorta di controllato a vista all'asilo, a casa, nei momenti di svago, per il rischio di entrare in contatto con qualcuno dei suoi nemici. La sua allergia multipla era così grave, il livello di immunoglobuline E nel sangue (IgE, anticorpi responsabili delle allergie) talmente elevato, tale da non poter assumere neanche il farmaco specifico che tiene sotto controllo la malattia, a causa degli effetti collaterali che si manifestano quando somministrato al di sopra di una determinata soglia di IgE». Così in una nota Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. «Dopo tanti tentativi di migliorare la sua condizione, Michele è arrivato all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù dove un team multidisciplinare ha eseguito una serie di test ed esami. Escluse soluzioni terapeutiche come la desensibilizzazione specifica ai singoli allergeni o la terapia farmacologica, il piccolo paziente è stato sottoposto a un trattamento innovativo che gli ha restituito una vita normale, guarendolo dalla grave forma di allergia – si legge nel comunicato – Si tratta del primo caso al mondo di 'lavaggio selettivò del sangue effettuato su un paziente pediatrico iperallergico. Chiamato tecnicamente 'immunoadsorbimento IgÈ, il procedimento viene effettuato con un macchinario in grado di eliminare dal sangue solo gli anticorpi che scatenano le allergie. La plasmaferesi è una procedura di separazione del sangue in globuli rossi e plasma che viene utilizzata comunemente nei pazienti che seguono terapie antirigetto dopo un trapianto o quando sono affetti da malattie autoimmuni gravi. Consiste nel creare una circolazione extracorporea attraverso una macchina che depura il sangue da tutti i tipi di anticorpi nocivi». «Il vantaggio del nuovo macchinario, utilizzato al Bambino Gesù già da tempo, grazie alla disponibilità dal 2014 di 'adsorbitorì specifici, sta nella capacità di essere selettivo – spiega Stefano Ceccarelli, responsabile del Servizio di Aferesi del Bambino Gesù – Consente infatti di eliminare dal sangue uno specifico tipo di anticorpi, in questo caso le IgE, mantenendo tutte quelle sostanze che verrebbero invece tolte dal circolo sanguigno con la plasmaferesi generica tradizionale. Inoltre, grazie al ridotto volume di sangue che finisce in circolazione extracorporea (80 ml), è adatto anche per i pazienti di basso peso, quindi per i bambini». «Questa procedura apre nuove strade alla cura delle allergie ed è indicata per i bambini affetti da tutte le forme più gravi della malattia allergica, anafilassi, dermatite atopica e asma grave che non possono assumere il farmaco specifico – sottolinea Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù – Si tratta di bambini che hanno una ridotta qualità della vita, che hanno difficoltà a frequentare la scuola e a giocare con i compagni. Non riescono a interagire con il loro ambiente e i genitori sviluppano tutta una serie di barriere per preservarli dagli attacchi delle loro allergie». «Al termine del trattamento il livello di IgE nel sangue di Michele si era abbassato tanto da poter iniziare la terapia farmacologica. Dalla plasmaferesi selettiva – effettuata nell'agosto dello sorso anno – ad oggi, la soglia di tolleranza agli alimenti che prima rischiavano di procurargli uno shock anafilattico è cresciuta notevolmente. La sua asma è sotto controllo e non è più in pericolo di vita. Ha potuto iniziare senza impedimenti la scuola elementare, mangia come gli altri bambini e gioca liberamente – conclude la nota – Il caso di Michele, per la sua unicità e complessità, è stato descritto in un articolo appena pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics e sarà presentato nel corso del XXIV congresso mondiale della World Allergy Organization (WAC 2015) che si terrà a Seoul, in Corea del Sud, dal 14 al 17 ottobre. L'allergia alimentare colpisce mediamente l'1,5% della popolazione generale. La prevalenza è più elevata nei primi anni di vita – ne soffre il 2-3% dei bambini entro i primi 24 mesi – mentre tende a diminuire con l'età. In Italia si stima che oltre 250.000 bambini e ragazzi sotto i 18 anni abbiano una allergia a qualche alimento. Nella forma più grave questo tipo di allergia porta a reazioni anafilattiche che possono essere letali. La prevalenza dell'anafilassi in età pediatrica è compresa tra l'1 ed il 3% dei casi di allergia alimentare, con tassi di mortalità tra lo 0,04 e lo 0,07 per milione. In Italia i bambini e i ragazzi al di sotto dei 18 anni con anafilassi sono circa 6.000. All'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù vengono trattati ogni anno 10.000 bambini con malattia allergica, quelli con anafilassi sono circa 240».




SANZIONI AI MEDICI DI FAMIGLIA: È SCONTRO CON LA LORENZIN

Contestato al congresso FIMMG il ministro della salute. Il decreto ministeriale sull’appropriatezza, terrorizza e perseguita i medici. Proclamato lo stato di agitazione

di Cinzia Marchegiani

Chia (Sardegna) – Circa 1.800 medici di famiglia provenienti da tutta Italia si sono ritrovati a Chia in provincia di Cagliari, per l'apertura dei lavori del 71esimo Congresso nazionale Fimmg Metis dal titolo "Un medico per la persona, la famiglia, la società”. Il convegno cade in un momento particolare della politica Sanitaria del bel Paese, alle prese con tagli e spendig rewiew che interessano anche la sanità italiana. In questo contesto si cala la figura del medico di Famiglia primo terminale nel rapporto con il cittadino e il territorio. 

Il congresso ha visto un confronto faccia a faccia tra i medici e la stessa ministra Lorenzin in merito al decreto appropriatezza, deciso dal governo e dalla Conferenza delle Regioni lo scorso 2 luglio. Il decreto è stato da subito oggetto di dibattiti e controversie, poiché di fatto permette di sanzionare i medici che prescrivono analisi o diagnostica definite “inappropriate” o meglio “inutili” di una lista dettagliata di 208 esami che spazia dalle Tac alle risonanze magnetiche, ai test allergici.

Lorenzin sulle sanzioni ai medici: colpa delle Regioni. Atteso l’intervento del Ministro Lorenzin, che sul tema caldo sull’appropriatezza degli esami inutili ripassa un’altra volta la palla alle Regioni: “il provvedimento è stato il frutto di una mediazione perché le regioni avevano proposto all’inizio la segnalazione diretta del medico alla Corte dei conti“. La stessa Lorenzin, con il gioco delle parole poi cerca di sedare le proteste che i medici hanno sollevato su questo Decreto Ministeriale:”per come è stato immaginato il sistema io credo che saranno pochissimi i medici che saranno richiamati. I medici non sono sicuri che siano applicate nel modo giusto. Ho detto loro che avevano ragione e mi sono fatta carico di convocare una conferenza stato-regioni per cercare di trovare un codice di operatività ben chiaro. Non basta questo? Facciamo di più. Ma l’importante è che l’appropriatezza si inizi a fare e non si può tornare indietro. Dobbiamo informare bene paziente su questo concetto. È il medico che decide, non il paziente”.

Caustico l’intervento Segretario Nazionale di FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia), Giacomo Milillo. Milillo è stato perentorio, facendo presente che il Decreto Ministeriale con cui si tagliano 2,4 miliardi di euro è tutto da dimostrare e poi: “Le sanzioni sono una prerogativa irrinunciabile delle regioni che sono state proprio loro a creare inappropriatezza programmatoria, organizzativa e gestionale”.

Posizione medici FIMMG. Decreto terrorizza e perseguita i medici. Mellillo nel suo discorso rincara e precisa:“I medici non credono più al titolo quinto della costituzione che sta minando il diritto costituzionale alla salute. Non si è tenuto conto delle opinioni dei medici come è avvenuto nella stesura del decreto dell’appropriatezza. Il taglio delle prestazioni ai cittadini è iniziato da tempo e le tecnocrazie approfitteranno per ricattare e perseguitare terrorizzare i medici”. Milillo spiega che la platea dei medici presenti guardano con indifferenza all'ipotesi di trovare un sistema uniforme di sanzionamento dei trasgressori, o alla banalizzazione dei suoi effetti: “Perché sanno che la caccia alle streghe è già iniziata e nessuna regione o azienda terrà conto delle decisioni della conferenza. E ciò non potrà che far male ai cittadini. I medici non considerano compensazione provvedimenti che potrebbero sembrare consolatori sulla responsabilità professionale, sul precariato o sul rispetto dei diritti costituzionali alla contrattazione. Questi sono interessi prioritari che il sistema Paese ha il dovere di perseguire, non benefit dei medici”

Milillo denuncia la persecuzione ai medici e un ricatto amorale. Il segretario Milillo approfitta dell’intervento della Lorenzin per spiegare come il taglio delle prestazioni ai cittadini, di cui la stessa ministra rigetta la responsabilità, è già iniziato da tempo ed aumenterà perché le tecnocrazie regionali ne approfitteranno: “Già lo stanno facendo -fa notare Melillo- di provvedimenti come questi per ricattare e perseguitare i medici. Hai ripetuto più volte che tu e il Governo volete la collaborazione dei medici, ma al momento attuale, salvo vostri ripensamenti, l'avete già persa e tantomeno ve la potrà restituire lo scatenare i NAS, la Guardia di Finanza e i funzionari regionali ed aziendali più miopi contro i medici ‘insubordinati’”.

La Lorenzin vorrebbe rimediare allo strappo sulle sanzioni. La Lorenzin dopo l’accusa di aver varato tagli alla sanità con un decreto che de finanzia di fatto con taglio di ben 2,4 miliardi di euro senza tener contro del contributo dei medici stessi, cerca di rimediare: “Abbiamo bisogno di lavorare da adesso e per i prossimi 5 anni con i medici di famiglia, l’appropriatezza la faremo insieme, le sanzioni riguarderanno solo casi gravi, c’è la necessità di ricostruire un filo organizzativo. Sulla 566 sono favorevole che l’atto medico resti pertinenza del medico, l’interpretazione data dai più sull’appropriatezza è sbagliata. Abbiamo bisogno di lavorare insieme in questo momento di cambiamento”.

FIMMG avverte lo stato di mobilitazione. Al 71 esimo Congresso nazionale Fimmg Metis, è unanime il verdetto, “Caro Ministro, avete perso la collaborazione dei medici, si va verso la mobilitazione, domani stato di agitazione”.

Il sospetto che dietro queste sanzioni e i tagli sull’appropriatezza, che farebbero risparmiare (a detta del ministro Lorenzin) solo106 milioni di euro a fronte dei 13 miliardi, ci sia la volontà di cancellare definitivamente le prestazioni ai cittadini che in massa hanno ottenuto l’esenzione dei tickets, avendo basso reddito o addirittura nullo, è sempre più forte. Chi avendo necessità e nell’emergenza si rivolge al privato, che tra l’altro costa meno rispetto ai prezzi statali e accessibili tempi brevi, altro che lista d’attesa snelle. Insomma sarebbe una beffa per il medico, non più libero deontologicamente, e per il cittadino su cui si abbatterebbe la scure della crisi economica due volte.

 




ENDOMETRIOSI: 14 ANNI DI BATTAGLIA CONTRO LA MALATTIA

di Domenico Leccese

Parliamo di endometriosi una malattia cronica e complessa originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, cioè l'endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino. Ciò provoca sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità. Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamento, nello stesso modo in cui si verifica a carico dell'endometrio normalmente presente in utero. Tale sanguinamento comporta un'irritazione dei tessuti circostanti, che dà luogo alla formazione di tessuto cicatriziale e di aderenze.

Ne parliamo con Alina Migliori che da oltre 14 anni porta avanti la sua battaglia contro questa malattia.

Chi è Alina Migliori e quando è iniziato il tuo calvario?
Mi chiamo Alina Migliori ho 44 anni e ho l'endometriosi. Per dirla tutta, avrei dovuto parlare al passato dal 2004,da quando ho subito l'isterectomia totale ma purtroppo così non è stato. Nel 2001 dopo anni che stavo male, convivevo con febbre, dolori fortissimi durante le mestruazioni, durante i rapporti sessuali, fitte da farti piegare in due nell'arco del mese, il mio ginecologo si è deciso a ipotizzare che potessi avere l'endometriosi. Sono stata operata per una prima laparoscopia "esplorativa"  per vedere cosa c'era. Ero pienissima: l'endo aveva già preso utero, ovaie intestino e piegato l'uretere, ero già al IV stadio. Allora determinati interventi non si facevano ancora in laparoscopia e quindi dopo pochi mesi mi fecero la mia prima laparotomia per pulire il tutto. L'intervento fu complicato perchè l'endometriosi aveva cementificato tutto e furono usate anche delle forbici per liberare l'intestino. Da "pivella" della malattia ho pensato di non averne più a che fare ma mi sbagliavo di grosso. Nonostante mi avessero messo sotto pillola dopo pochissimi mesi ripresi a star male e avere grossi problemi all'intestino. All'inizio si pensava che si fosse creata un'aderenza che bloccasse e quindi dopo colonscopie dove non riuscivano ad entrare, clismi vari si decise di provare con il palloncino ad entrare nel retto per aprire l'intestino. Durante l'esame però il radiologo si accorse che la chiusura non era provocata da un'aderenza ma c'era una palla fuori che schiacciava il tutto. Passai dalla pillola al decapeptyl perchè oramai la pillola non riusciva a bloccare i dolori fortissimi. Al posto di andare in menopausa con il  decapeptyl andavo in emorragia e ogni mese dovevo bloccare il ciclo con pastiglie antiemorragiche. Dopo mesi passati veramente nel buio, il mio ginecologo, che nel frattempo non era più lo stesso, mi prospettò una doppia strada. Essere rioperata per una pulizia dove c'era pericolo per l'intestino e nei mesi dopo provare con ad avere un figlio con l'inseminazione (era stata appena approvata la nuova legge su l'inseminazione) o, se non desideravo un figlio, togliere il problema facendo un'isterectomia totale. Sono entrata in crisi: avevo 32 anni, non avevo mai pensato ad avere figli ma togliersi la possibilità così presto mi sembrava assurdo.
Però stavo male le cure non funzionavano, anzi l'endo nel mio corpo galoppava contenta. Mio marito Antonio mi aiutò in questa scelta, che ancora oggi a volte mi ritrovo a pensare, egoistica. Lui aveva sposato e amava me, non un eventuale figlio, che se avessimo comunque un domani voluto, c'erano altri modi. Così pochi giorni prima del mio trentatreesimo compleanno entrai in sala operatoria, facendo la seconda laparotomia, per togliere utero ovaie intestino, con rischio di deviazione e pulizia totale. L'intervento durò tanto ed il primario di ginecologia mi salvò, all'ora, l'uretere mettendomi uno stent, perchè era completamente chiuso.

Alina quanto tempo ci è voluto per riprenderti?
Ci ho messo un po' per riprendermi, non fisicamente ma psicologicamente anzi se devo essere del tutto sincera, forse non mi sono ancora ripresa oggi. Ora pensavo veramente di non sentir più nominare questa malattia; ma mi sbagliavo ancora di grosso. Dopo un anno ho iniziato a avere coliche renali una volta al mese.
Poi sono arrivata ad averle ogni quindi giorni. Il mio urologo all'inizio pensò a della sabbietta ma poi mi disse che dovevo andare da lui in pronto soccorso mentre ero sotto colica. Io non ne volevo sapere di andare ancora in ospedale ma alla fine cedetti.

Qual è stato il Responso?
Una palla bloccava l'uretere ed era da togliere perchè se no rischiavo il rene. Si decise per l'intervento che consisteva nel rinnesto dell'uretere in vescica. Terza laparotomia. Ora queste cose le fanno tutte in laparoscopia, meno male che la chirurgia ha fatto passi in avanti, quello che invece non è stato fatto per trovare delle soluzioni all'endometriosi. L'intervento in se andò bene ma la notte ebbi un'emorragia la mattina non sapevano se bloccarla operandomi ma decisero di aspettare e dovetti fare trasfusioni di sangue. Restai mesi con un ematoma sopra l'addome di sinistra di 9 cm x 7 cm, che mi procurò a posteriori, altri casini.
Quando arrivò la biopsia della palle tolta, si scopri che c'era dentro un pezzo di ovaio; quindi questo pezzo, nonostante io dovessi essere in menopausa, lavorava in ovulazione andava a creare ancora casini. Si gonfiava durante il periodo, mi faceva venire una bella colica e poi si sgonfiava.

Quando ti sei resa conto che la tua endometriosi era anomala?

Come poteva un pezzetto così piccolo essere così forte da creare ancora casini!!! Sono stata tre volte in ospedale dopo l'intervento perchè dove avevo il versamento si creavano linfoceli. Sui primi due ricoveri passo sopra ma sul terzo no. Quello non lo dimenticherò mai, perchè ha minato la mia psiche. Rimasi in ospedale per ben 40 gg. La vescica non funzionava più e dentro avevo una palle da 8 cm che schiacciava gli organi. Mi misero un drenaggio nella schiena con un intervento cercando il punto di entrata con la Tac e mi fecero ogni sorta di esame e consulto per capire cosa avesse potuto bloccare la vescica. Nel frattempo mi insegnarono l'auto cateterismo. Un venerdì, una settimana prima che mi rimandassero a casa, senza aver trovato una soluzione all'enigma, uno dei chirurghi dei vari consulti, si presentò nella mia camera dicendomi che se mi avesse operata non  sapeva come poteva finire l'intervento. Per l'intestino ci sarebbe stata la stomia, visto che 15 cm li avevo già tolti, per il rene e l'uretere lasciò intendere che essendo già stato tagliato…c'era pericolo di togliere tutto…e poi per l'addome. Lo ascoltai, non dissi nulla e mi chiusi in me stessa. Quando uscii dall'ospedale il mio ginecologo, capendo la situazione mi consiglio di andare da uno psicologo. C'era però qualcosa che non mi quadrava.

Alina chi ti ha seguito ed aiutato nelle varie fasi successive?
Andai dal mio medico della mutua, l'unico dottore che in vita mia, mi ha sempre capita e non considerata un malato immaginario e gli dissi di prescrivermi gli esami ormonali per due volte, li avrei fatti ogni 15 gg.
Il risultato, non ero ancora in menopausa. Dentro a quel benedetto linfocele c'era un altro pezzo ovarico. Ora, negli interventi di isterectomia dovuti a endometriosi, si sa che è possibile che le ovaie possano essere esplose e dentro il corpo ci siano dei residui, infatti ho conosciuto ragazze a cui è stato detto, ma forse, come il solito, allora era troppo presto e dei casi erano successi solo in America. Anche qui mi resi conto di quanto la mia endometriosi fosse forte perchè  appena scoperto il secondo residuo il ginecologo mi rimise sotto pillola ma questa era troppo leggere e il linfocele si rigonfiò ribloccandomi l'uretere e dilatandomi il rene. Ripassai al decapeptyl. Non era possibile, stavo vivendo in un sogno. Io dovevo essere in menopausa dal 2004 ma non lo ero e per andarci veramente dovevo fare ancora quelle maledette punture! Ora sono passata ad una pillola più forte, sospendendo il decapeptyl, perchè nel frattempo sono diventata ipertesa. Ho ripreso ad urinare da sola dopo 4 mesi non si sa il motivo ma i miei problemi con l'intestino non sono finiti. Ho dovuto fare della scosse perchè l'ano non apriva più ma chiudeva solo, per questo motivo mi si è formato un rettocele in vagina (intestino che prolassa in vagina) di 2 cm. 
Tutto il tratto finale dell'intestino non funzionava più ho fatto altri interventi per mettere un neuro stimolatore sacrale per stimolare i nervi che, dopo troppi interventi pesanti, si erano lesionati e quindi non facevano muovere l'intestino. Lo stesso ora mi serve anche per la vescica che a causa dell'ematoma, del rinnesto, del linfocele si è prolassata nella cupola in alto a sinistra e non si svuota del tutto. Quindi le lezioni di cateterismo mi sono riservite perchè devo farne tre al giorno. A tutt'oggi vivo ancora con dolori vari, un sacco di pastiglie pesanti per vescica e una rabbia dentro che vorrei tirare fuori in qualche modo.

Alina, in conclusione, qual è il messaggio che vuoi lanciare a tutte le DONNE?
Ho deciso che la mia esperienza devo usarla per aiutare le altre donne anche  se poi somatizzo tutto.
A tal proposito, le invito ancora una volta alla marcia mondiale dell’endometriosi che si svolgerà il 19 marzo 2016 a Roma.
Sarà il terzo anno che ci si ritrova per questo evento e ogni anno, siamo sempre di più.
Speriamo che il Ministro della Salute apra finalmente gli occhi sulla sofferenza di più di 3 milioni di donne e riconosca l’endometriosi come malattia sociale e venga finalmente inserita nei livelli essenziali di assistenza.
Spero solo nel mio cuore, che non mi succeda ancora qualche cosa, sarebbe veramente troppo, un po' di pace non si nega a nessuno!

Eccola…. è la mia storia ora non avrei altro da dire e da scrivere! Alina conclude con un messaggio ed una sua foto : “ho temuto di perdermi…ho alzato la testa, e sopra di me c'eravate voi con le vostre braccia a proteggermi!”