INEFFICACIA DEI VACCINI ANTINFLUENZALI: GLI SCIENZIATI RUSSI SPIEGANO I MOTIVI

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di Cinzia Marchegiani

Mosca – Ogni anno si ripetono gli annunci propagandistici dell’importanza di vaccinare la popolazione contro l’influenza. Ma quanto la progettazione dei vaccini riesce ad anticipare le forme virali che saranno poi in circolazione, se i vaccini vengono prodotti molto tempo prima, per ovvi problemi di sicurezza, di essere messi in commercio? Poco o nulla sembrerebbe e ce lo dice la memoria storica delle stagioni influenzali precedenti, come quella dello scorso anno 2014/2015.

Fallimento vaccinale 2014/2015. La scorsa stagione influenzale ha insegnato che i vaccini pubblicizzati in tutti canali istituzionali, fino alla rete pubblica ammiraglia Rai Uno con il “Fluad Show” a Porta a Porta, erano inefficaci, e inoltre nonostante i decessi avvenuti in concomitanza alla profilassi vaccinale è stato sempre consigliato di vaccinarsi.

Ma il 5 giugno 2015 e solo a fine stagione influenzale, l’agenzia del Farmaco Italiana lasciava testimonianza ufficiale ed indelebile dell’efficacia, o meglio inefficacia del vaccino antinfluenzale che era stato precedentemente raccomandato per la stagione 2014-2015 a tutti i cittadini, compresi i bambini e nel dettaglio si leggeva:Durante la stagione si sono diffusi i virus dell'influenza A(H1N1) pdm09, A (H3N2) e di tipo B virus, con il ceppo dominante A (H3N2) che ha rappresentato oltre il 50% di tutti i rilevamenti di virus. Dei virus H3N2 che sono stati ulteriormente analizzati, a causa di una deriva antigenica, il 71% era dissimile al ceppo del vaccino. Ciò ha causato l'efficacia limitata della componente H3N2 dei vaccini contro l'influenza della scorsa stagione. Le componenti A (H1N1) pdm09 e B del vaccino hanno offerto protezione contro i virus circolanti.”

Una scoperta che arriva dalla Russia contraddice le eminenze vacciniste. Gli scienziati del Moscow State University hanno fatto un passo in avanti riguardo la previsione di pandemie influenzali. I ricercatori russi hanno esaminato la relazione tra mutazioni breve e quella a lungo termine dei virus, per valutare l’impatto delle pandemie influenzali e per ovvi motivi anche l’efficacia (o non efficacia) dei relativi vaccini prodotti.

I risultati di questa ricerca scientifica sono stati pubblicati la scorsa settimana sulla rivista PloS Genetics e apre scenari importanti proprio sulla scarsa capacità di realizzare vaccini efficaci che poi vengono commercializzati, e che purtroppo per ovvi motivi solo a stagione influenzale terminata possono dimostrare il loro effettivo potere immunizzante contro i ceppi virali circolanti (e non ipotizzati) che hanno colpito le persone.

L’Università di Mosca nel mostrare il lavoro dei propri scienziati ha illustrato questo importante studio: “Ogni anno, migliaia di vite vengono colpite dall'epidemia di influenza. Sebbene la vaccinazione influenzale risulta molto efficace, non è possibile eliminare completamente il rischio dell'influenza a causa dell'insolito ed elevato tasso di evoluzione dei ceppi virali”. La ricerca spiega come ogni nuovo ceppo influenzale che si diffonde ogni anno in tutto il mondo sia sempre diverso da quello dell'anno precedente. I nuovi ceppi prenderebbero quindi "in giro il nostro sistema immunitario" e renderebbero quindi il vaccino meno efficace. Non di poco conto, inoltre, il fatto che di tanto in tanto appare un ceppo virale radicalmente nuovo che mette tutta l'umanità di fronte alla pandemia. Infine è stato considerato il fattore legato alle mutazioni genetiche in atto nei virus, e in diverse scale.

La nuova scoperta. L’influenza stagionale si verifica a causa di mutazioni puntiformi e le grandi pandemie, spesso sono associate a importanti cambiamenti genetici, detti “riassortimento”. Riassortimenti e mutazioni puntiformi sono tra le principali varietà di influenza A virus. È stato evidenziato il fattore relativo ai riassortimenti che provocano un aumento temporaneo del tasso di cambiamenti di aminoacidi come le proteine virali che si adattano al nuovo ambiente genetico, sottolinenando il fatto che questo fenomeno non era stato studiato sistematicamente. La relazione tra questi tipi di eventi è stata studiata per la prima volta dagli scienziati russi del Dipartimento di Bioingegneria e Bioinformatica, Lomonosov Moscow State University, in collaborazione con i colleghi del Central Research Institute di Epidemiologia e l'Istituto per l'Informazione problemi di trasmissione (IPPI), RAS; Uno degli autori, il professor Alexey Kondrashov, affiliato con l'Università del Michigan.

Le dichiarazioni. "Ogni anno, focolai di influenza stagionale sono dovuti principalmente alla deriva antigenica spiega George Bazykine pertanto, ogni anno, molti di noi soffrono di influenza e ogni anno, abbiamo contratto un nuovo ceppo del virus che cambia tutta la tempistica relativa le contromisure". 
Spiega l'autore principale George Bazykin, eminente ricercatore della Facoltà di Bioingegneria e Bioinformatica, Università Statale di Mosca e capo del Dipartimento di Molecular Evolution IITP: L'influenza A è un virus in rapida evoluzione con genoma composto da otto molecole di RNA distinte chiamate segmenti. Questa struttura genetica permette la formazione di nuove combinazioni di segmenti quando una cellula è coinfezione da più ceppi virali, in un processo chiamato riassortimento. Mentre la "deriva antigenica" – il processo di continuo accumulo di mutazioni puntiformi che modificano le proprietà antigeniche delle proteine virali – è il principale responsabile per l'influenza stagionale, le pandemie più pesanti sono stati causati dalla diffusione di ceppi conseguenza di shift antigenico associato".

Tuttavia, l'associazione tra questi due tipi di processi non era stato studiato sistematicamente. Lo studio russo ha utilizzato numerosi dati di sequenziamento completo del genoma disponibili per influenza A H3N2 per dedurre i tempi evolutivi e studiare i modelli di sostituzioni acido RNA. Questa scoperta ha permesso di trovare che i riassortimenti erano spesso rapidamente seguiti da sostituti, che forse compensato la perdita di forma fisica associata alla riassortimento o esplorate picchi di fitness recentemente accessibili. Questi risultati, spiegano i ricercatori, possono essere rilevanti per la previsione delle future ceppi pandemici di influenza A. L'ipotesi è stata confermata, il riassortimento accelera sostituzioni degli aminoacidi successivi..

Continua George Bazykin: "La maggior parte delle grandi pandemie influenzali del XX secolo si è verificato a causa di riassortimento. Possiamo guardare i ceppi che hanno dato luogo a queste epidemie, e per vedere che sono una tale combinazione di segmenti virali che non hanno incontrato prima. Così è stato con le pandemie del 1957 e il 1968, è stata l'influenza suina del 2009, e del peggiore nella memoria storica di una epidemia di influenza – influenza spagnola del 1918, sembra essere lo stesso è stato come d'accordo, anche su un lungo evento così non può dire con certezza " .

I ceppi più virulenti, risultato del riassortimento. Come risultato del riassortimento può verificarsi un ceppo molto virulento del virus, come i principali cambiamenti genetici rendono insolito per le cellule del sistema immunitario e il virus si diffonde con successo attraverso la popolazione.
Evoluzione del virus, lo spostamento antigenico. Questo è un modo di evoluzione del virus, che gli esperti l’hanno chiamato “spostamento antigenico”. Ma vi è deriva antigenica, quando le proprietà del virus non cambiano bruscamente, ma lentamente e gradualmente a causa dell'accumulo di piccole mutazioni. Queste mutazioni portano ad un cambiamento nella proteina antigenica in primo luogo (le proteine di superficie del virus) emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA). Geni che codificano per queste proteine sono in continua e rapida evoluzione durante la corsa agli armamenti tra il virus e il sistema immunitario.

Insomma gli scienziati russi, con questi inedito ed epocale studio hanno ottenuto risultati che possono essere rilevanti per la previsione dei futuri ceppi pandemici di influenza A. Ciò dimostra quanto labili siano state finora le strategie attuate delle vaccinazioni contro la pandemia del secolo, che ogni anno sembra ricadere sempre sugli stessi errori nel programmare un vaccino potenzialmente efficace.

A conferma della valenza di questo studio, ci sono le pandemie che ogni anno colpiscono il pianeta e come quasi sempre i vaccini dimostrano la loro incapacità ad essere progettati per proteggere dai virus realmente circolanti. Non dimentichiamoci che a fine stagione influenzale 2014/2015, la GSK chiedeva con urgenza il ritiro di tutti i lotti in commercio. Esattamente il 16 aprile 2015 aveva notificato con dicitura “URGENTE DOSI DA RITIRARE” al CDC e la FDA il richiamando volontariamente tutti i lotti rimanenti del vaccino antinfluenzale 2014-2015 del FLULAVAL® quadrivalente Thimerosal-Free (Siringhe preriempite). Il richiamo non riguardava problemi legati alla sicurezza del farmaco, ma perché i prodotti FLULAVAL potevano aver subito una ridotta efficacia a causa di una diminuzione della potenza rilevata attraverso i test di routine… peccato che ormai la stagione influenzale era finita e si conoscevano i ceppi virali in circolazione. Questo paradosso era stato anticipato con il comunicato del 4 dicembre 2014 del Centro di Controllo e Prevenzione Malattie americano che dichiarava come il vaccino antinfluenzale non era più efficace.

Ora questa nuovo studio russo scopre i motivi del fallimento vaccinale e ne sottolinea tutta la sua illogicità, che diventa memoria storica e scientifica solo a stagione influenzale terminata. Insomma, prima si finiscono tutte le scorte e a stagione terminata si dichiara che erano inefficaci. 




CANNABIS E TERAPIA DEL DOLORE CRONICO: NESSUN EFFETTO COLLATERALE AI PAZIENTI

Dal Canada, il primo grande studio di sicurezza a lungo termine sul consumo della cannabis ha permesso di valutare l’assenza di effetti collaterali ai pazienti trattati per un anno

 

di Cinzia Marchegiani

Montreal (Canada) – Uno studio importante sulla sicurezza medica della Cannabis irrompe con prepotenza e da speranza ai malati cronici di dolore. Un gruppo di ricerca canadese guidato dal Dr. Mark Ware dell'Istituto di Ricerca dell'Università McGill Health Centre (MUHC RI-) a Montréal ha infatti completato uno studio multicentrico nazionale guardando la sicurezza del consumo di cannabis medica tra i pazienti affetti da dolore cronico.

La scoperta che da speranza ai malti cronici di dolore. I ricercatori, hanno scoperto che i pazienti, con dolore cronico che hanno usato cannabis al giorno e per la durata di un anno, altamente monitorati, non avevano un aumento degli eventi avversi gravi rispetto ai pazienti con dolore che non hanno usato la cannabis. I risultati, che sono stati pubblicati on-line in The Journal of Pain, serviranno come studio di riferimento sugli effetti collaterali della cannabis quando viene utilizzato nella gestione del dolore.

L'autore principale, il dottor Ware, specialista del dolore presso l'Ospedale Generale di Montreal del MUHC e professore associato in famiglia Medicina e Anestesia presso la McGill University ha spiegato: "Questo è il primo e più grande studio di sicurezza a lungo termine del consumo di cannabis medica da parte dei pazienti affetti da dolore cronico mai condotto", spiega. "Abbiamo scoperto che la cannabis medica, in caso di utilizzo da parte dei pazienti che hanno esperienza degli utenti, e come parte di un programma di trattamento controllato per il dolore cronico più di un anno, sembra avere un profilo di sicurezza ragionevole."

Studio su pazienti con dolore cronico non oncologico. Nell'ambito delle cannabis per la gestione del dolore, la valutazione della Safety Study (COMPASS), che ha iniziato nel 2004, i ricercatori hanno seguito 215 pazienti adulti con dolore non oncologico cronico, che ha usato cannabis medica, e li rispetto ad un gruppo di controllo di 216 malati di dolore cronico che non erano di cannabis. Lo studio ha coinvolto sette centri clinici con esperienza la gestione del dolore in tutto il Canada si trova a Fredericton, Halifax, Londra, Montreal, Toronto e Vancouver.

Risultati importanti. I consumatori di cannabis hanno avuto accesso alla cannabis contenenti 12,5 per cento di THC da un produttore di cannabis autorizzato. La cannabis è stata erogata attraverso la farmacia ospedaliera in ogni sito, e ha raccolto i pazienti il loro approvvigionamento di ogni mese, dopo aver completato le visite e le prove necessarie. Insieme con informazioni sugli effetti nocivi, soggetti sono stati sottoposti funzione polmonare e test cognitivi, e sono stati invitati circa il loro dolore, l'umore e la qualità della vita nel corso di un anno di follow-up. Un certo numero di soggetti sono stati sottoposti i pannelli completi di esami del sangue per la biochimica di routine, funzionalità epatica e renale, e livelli di ormone selezionati. La quantità media di cannabis utilizzata complessiva è stata di 2,5 grammi al giorno se fumata, vaporizzato o preso come commestibili.

Il dottor Aline Boulanger, direttore della clinica dolore al Centre Hospitalier de l'Université de Montréal nel dettaglio spiega: "I nostri dati mostrano che i consumatori di cannabis quotidianamente avevano un rischio maggiore rispetto ai non utilizzatori (gruppo di controllo) di sperimentare gravi eventi avversi. Non abbiamo trovato alcuna evidenza di effetti nocivi sulla funzione cognitiva, o esami del sangue tra i consumatori di cannabis e abbiamo osservato un miglioramento significativo nei loro livelli di dolore, sintomo angoscia, l'umore e la qualità della vita rispetto ai controlli''.

I ricercatori hanno segnalato un aumento del rischio di "non gravi eventi avversi" nei consumatori di cannabis medica come mal di testa, nausea, vertigini, sonnolenza, e problemi respiratori associati con il fumo.

Un importante passo avanti ha offerto questo studio che apre nuove frontiere sull'utilizzo medico della cannabis. 




UNICEF: L'INIZIATIVA "NUTRIRSI BENE, NUTRIRSI TUTTI" APPRODA IN 500 PIAZZE ITALIANE

Redazione
 
Roma – Nella giornata di oggi e di domani l’Unicef terrà una grande iniziativa di raccolta fondi e sensibilizzazione con tema “Nutrirsi bene, nutrirsi tutti” e si svolgerà in oltre 500 piazze italiane. Il pubblico riceverà, in seguito ad una donazione, tre bellissimi quaderni (a righe, a quadri e neutro) e dedicati alla corretta alimentazione. Sono stati realizzati da Fabriano e raffigurano personaggi della serie animata Elfoodz di Play Entertainment. Tutti i fondi che verranno raccolti nel corso dell’iniziativa saranno destinati ai progetti Unicef contro la malnutrizione. Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, ha dichiarato in merito: “Nel mese conclusivo di Expo 2015, grazie ai nostri oltre 4.000 volontari saremo nelle piazze di tutta Italia per ribadire il nostro impegno nella lotta alla malnutrizione e alla povertà”, ha aggiunto inoltre “Ancora oggi a livello globale oltre 200 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrono di una qualche forma di malnutrizione. Oltre 3 milioni di tutte le morti infantili sotto i 5 anni sono legate anche alla malnutrizione. Dobbiamo poter garantire a tutti i bambini del mondo una sana nutrizione gia' dal grembo materno”. Il testimonial dell’iniziativa è il famoso attore Lino Banfi, popolare Goodwill Ambassador di Unicef Italia e protagonista di video-spot che in questa occasione verranno lanciati.  



STOP AD ESAMI INUTILI: FIMMG ROMA DENUNCIA PRESSIONI E INTIMIDAZIONI AI MEDICI

Il ministro Lorenzin ammette alla trasmissione Ballarò che i medici saranno chiamati per un contraddittorio qualora prescrivano una serie di analisi cliniche definiti inappropriati

di Cinzia Marchegiani

Roma – Sulle sanzioni, decise dal governo e dalla Conferenza delle Regioni, da applicare ai medici che prescrivono analisi o diagnostica definite “inappropriate” o meglio “inutili” emergono sconcertanti notizie. Una lista dettagliata, dalle Tac alle risonanze magnetiche, ai test allergici, sono 208 gli esami su cui il ministero della Salute ha annunciato una pesante stretta, dicono per evitare sprechi e ridurre la spesa.

Contraddittorio che i medici potranno essere sottoposti. La ministra Beatrice Lorenzin fa sapere che il medico dovrà giustificare scientificamente ogni richiesta per non incorrere in sanzioni. Insomma una specie di inquisizione di una commissione che valuterà il comportamento prescrittorio dei medici italiani. Il cosiddetto decreto appropriatezza, ovvero l'esclusione di alcune prestazioni sanitarie dalla rimborsabilità, ha da una parte la conseguenza di andare a ridurre le prestazioni ritenute inappropriate, dall'altra una logica intimidatoria nei confronti della categoria medica. Come se il medico, unico titolato per Legge nel gestire la salute di una persona, potesse "risparmiare" sulla salute di un altro.

La denuncia di intimidazioni e pressioni ai medici. La FIMMG Roma (Federazioni Italiana Medici di Famiglia) apre un vaso di pandora inquietante, sono arrivate “numerose” segnalazioni giunte dai medici di Roma, che denunciano pressioni da parte delle Asl e dei Distretti per ridurre il numero di prescrizioni e, di conseguenza, la spesa. Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale della Fimmg Roma spiega: “Stiamo valutando tutte le opzioni possibili per esporre alle autorità competenti comportamenti intimidatori nei confronti dei colleghi poste in essere da alcuni funzionari o da qualche Direttore Generale ansioso di dimostrare la propria capacità sanzionatoria piuttosto della propria capacità gestionale e professionale”.
La denuncia è agghiacciante : “Alcuni medici di famiglia sono stati convocati nelle sedi delle Asl e dei Distretti e messi di fronte ai tabulati di spesa con una precisa richiesta: abbattere il numero di prescrizioni”.

Insomma la FIMMG di Roma fa sapere che è stato messo in atto “un atteggiamento intimidatorio in crescita negli ultimi due mesi, al quale il medico sindacalizzato, che si sente più protetto, sa reagire, ma che altri medici tendono ad assecondare, come emerge dalle segnalazioni dei pazienti”. E ancora: “Non posso prescriverle questo farmaco perché altrimenti la Asl mi sanziona” sarebbe infatti la risposta che alcuni cittadini hanno ricevuto dal medico di fronte a una richiesta di prescrizione, spiega il leader della FIMMG Roma, che definisce questi episodi “gravissimi in quanto non tengono conto dei bisogni di salute del paziente”.

Bartoletti è consapevole del ruolo determinante dei medici per il contenimento della spesa: “ma stiamo parlando di episodi che non hanno nulla a che vedere con i casi in cui, in un leale clima di collaborazione, dirigenti e medici si confrontano su problemi e obiettivi di appropriatezza e di spesa. E’ l’atteggiamento del funzionario a fare la differenza: in un caso è di collaborazione, nell’altro caso è intimidatorio. E questo va sanzionato, così come correttamente si sanziona il medico che fa crescere l'inappropriatezza”.

Pierluigi Bartoletti Vicesegretario FIMMG senza giri di parole spiega: “Se lo vediamo con una chiave di lettura ‘politica’ il teorema alla base del decreto è che la causa degli sprechi deriva da una cattiva professionalità medica, per varie cause, dalla medicina difensiva ad altro, ed è aggredendo questo che si risolvono i problemi. Se questo fosse il teorema ci si sta comportando esattamente come la tanto detestata ’troika’, accusata di ‘tecnocraticizzare’l’Unione Europea”. Ai medici, la stessa FIMMG Roma ricorda che il loro dovere è quello di fare il lavoro serenamente, nell’esclusivo interesse del cittadino e rassicura i medici sull’impegno del sindacato a lavorare a tutti i livelli per evitare atteggiamenti intimidatori nei confronti dei colleghi da parte di solerti funzionari più attenti ai tabulati di spesa che alla qualità del servizio.

Puntata di Ballarò del 29 settembre 2015: Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin protagonista del faccia a faccia con il giornalista Massimo Giannini e alcuni medici in collegamento dal Policlinico di Milano, finalmente dice la verità: “stiamo parlando di diagnosi non salvavita. In alcune patologie c’è un percorso diagnostico dell’ABC. Il medico, se viene un paziente che gli fa male il ginocchio, prima di fare una tac, dovrà prescrivere una lastra, questa si chiama appropriatezza prescrittiva”. Secondo il Ministro Lorenzin la medicina difensiva costa al SSN ben 13 miliardi di euro, che non dovrebbero essere spesi con una lenzuolata di esami prescritti, però i tagli sulle prescrizioni “inutili” permetterebbero solo un risparmio di circa 106 milioni din euro mila euro.
Situazione pesante in studio, il medico in collegamento smentisce il ministro Lorenzin: “non sempre la lastra indica l’effettiva utilità di una tac, la lastra non da alcuna certezza in questo senso, anzi si innesca un ulteriore esame che poteva essere evitato”.

Dottoressa sindacalista spiega cosa c'è dietro la manovra lacrime per medicie  pazienti. Sempre dal Policlinico di Milano che una dottoressa apre il vaso di pandora su questo decreto ministeriale. Sonia, medico e rappresentante sindacale della CGIL spiega con una semplicità disarmante cosa nasconde questo decreto: “La contrarietà che noi esprimiamo rispetto al DM non è sull’appropriatezza, è che di fatto il Decreto definanzia il SSN di ben 2,4 miliardi di euro.” La dottoressa continua spiegando: “Non a caso la parte sull’appropriatezza delle prestazioni vengono inseriti negli tabella che trattano la razionalizzazione della spesa. La competenza è un elemento importante per noi clinici, è la modalità che ci permette di fare la cosa giusta al momento giusto, è uno strumento prezioso affinché sia salvaguardata la qualità dell’assistenza. Ma questo obbiettivo non è condiviso visto che l’indicatore che viene previsto nel DM per vedere se è stata applicata l’appropriatezza è la riduzione della spesa e non la qualità dell’assistenza.”

E sulla puntata di Ballarò torna FIMMG Roma: “Sulla puntata altro spot del Ministero alla trasmissione Ballarò sul decreto dell'appropriatezza ma i cittadini non ci cascano e il 68% dice no nel sondaggio proposta nel corso della trasmissione, affermando che lede il diritto alla salute mentre il 49,3% ritiene che in Italia si prescrivano troppi esami e il 49% sbagliato sanzionare i medici. Un sondaggio che mette in evidenza, e fa emergere, il malcontento che si era innescato dopo la trasmissione di Bruno Vespa di Lunedì.

FIMMG invita a segnalare le intimidazioni. Per ora dalla FIMMG, arriva l’invito ai medici che si ritengono “ingiustamente perseguiti da logiche di mero risparmio” a inviare una segnalazione all’indirizzo e al seguente indirizzo E.Mail: appropriatezza@fimmgroma.net

Insomma la stretta sugli esami dichiarati inutili non faranno quadrare i conti, solo 106 milioni di euro, nulla in confronto ai 13 miliardi che si spendono per la medicina difensiva e che vorrebbero essere eliminati. Alquanto singolare questa manovra che ora sta diventando uno scarica barile tra la Lorenzin e il presidente delle Regioni Chiamparino. Nessuno voleva sanzionare i medici, però di fatto lo saranno. Peccato che, il vero obiettivo del DM non è la salvaguardare la qualità dell’assistenza, come ha spiegato la dottoressa alla trasmissione Ballarò, ma un chiara erosione della professione e del diritto alla salute del cittadino. La preoccupazione semmai ora sarebbe l’innesco di una destrutturazione dei principi e diritti nella salute pubblica, che potrebbero portare ad altri attacchi sempre maggiori alla costituzione italiana. Un po’ come dire, tiro la fune fino a quando posso.

 




STAMIMALI MESENCHIMALI E SMA: IL NEUROLOGO VILLANOVA SVELA “IL SOGNO PROIBITO”

Al XIV Convegno Nazionale ASAMSI presso Bologna il neurologo Marcello Villanova ha presentato il suo lavoro su bambini affetti da Atrofia Muscolare Spinale

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di Cinzia Marchegiani

Bologna – Si può affermare, senza ogni sorta di dubbio, che in Italia il caso Stamina abbia dimostrato quanto i forti giochi politici e i conflitti d’interesse in gioco messi in campo da cattedratici e case farmaceutiche abbiamo immobilizzato la ricerca della verità? I dubbi sono reali e documentabili. Tutti abbiamo assistito alla ferocia di un intero impianto articolato che si è messo in moto per ostacolare le risposte alle tante domande che proprio i bambini malati conservavano nelle loro patologie rare, senza alcuna cura, ma che per una serie di circostanze avevano avviato cure compassionevoli senza alcun effetto collaterale presso un ospedale italiano, una delle eccellenze nel campo di trapianti di cellule staminali emopoietiche.

Nessuna prova di pericolosità, tutto avvolto volutamente nel dubbio. Abbiamo assistito tutti inermi, o quasi, alla tragica indifferenza verso i piccoli malati, per i quali nonostante il finale scontato, nessuno ha dimostrato con prove evidenti, con esami specifici edotti sui pazienti trattati, l’esistenza del postulato della pericolosità della terapia. Amaro è il finale di questa battaglia che ha affondato artigli mortali alla libertà di cura e all’opportunità di un chance per chi aveva scritto un destino infausto nel suo palmo della mano. Non esiste nessun certificato medico o analisi strumentale che possa dimostrare che le infusioni con le cellule staminali mesenchimali abbiamo aggravato la salute dei bambini infusi, perché nessuno è andato a monitorarli, nonostante ci fosse un processo accusatorio. Anzi esistono invero documenti tangibili che questi bambini hanno avuto progressi mai accertati dalla letteratura medica, come i bambini affetti da SMA (atrofia muscolare spinale) perché due medici scienziati hanno sentito il dovere etico e medico di studiare i casi dei bambini che avevano usufruito di queste terapie.

Fatto grave? Gravissimo, ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Il mondo politico, lo stesso indagato per corruzione in campo sanitario, di stravolgimenti delle leggi pur di far diventare illegali quelle terapie prima a norma di legge attuate in un ospedale pubblico, hanno ostacolato la verità affinché potesse trionfare. Una verità seppellita opportunamente perché deve, per ovvi motivi, rimanere il dubbio in ognuno di noi. Troppo pesante, se confermato dallo studio delle perizie, l’accanimento contro dei bambini inermi. Così tutto deve rimanere nelle nebbie, intorpidito dai titoli shock senza alcun appello. Ma ora molti bambini muoiono senza alcuna terapia sostitutiva, altri vivono aggrappati alla speranza che qualcuno si prenda delle responsabilità anche se troppo tardi, perché dopo la sospensione delle infusioni, i pazienti trattati con le celule staminali mesenchimali hanno subito repentini regressioni.

Dossier de l’Osservatore d’Italia. Inutile dire che tra le pagine di Dossier su questa storia “incompleta” che il nostro giornale ha prodotto nell’arco di due anni vi sono imbarazzanti prove che dovrebbero essere analizzate dalla magistratura qualora si senta l’obbligo di capire se le morti avvenute in seguito al blocco delle terapie con cellule staminali mesenchimali abbiano uno o più responsabili.

Il Neurologo Marcello Villanova svela il suo studio “Il Sogno proibito”.  Al XIV Convegno Nazionale ASAMSI presso Bologna il neurologo Marcello Villanova ha presentato il suo lavoro su bambini affetti da SMA . Il titolo è un pugno nello stomaco: “Cellule staminali mesenchimali, Il sogno proibito”. Il vice Presidente ASAMSI N. Riccobello ha inaugurato l’inizio lavori del convegno, seguito dal Presidente ASAMSI R. Baldini, e il Sindaco di Bologna, il Dott. Virginio Merola che sono intervenuti con saluto delle autorità.

Il Dr Villanova, è coautore assieme al prof. John Robert Bach (Department of Physical Medicine and Rehabilitation, Rutgers New Jersey Medical School, University Hospital, Newark, New Jersey) di un articolo sulla rivista scientifica American Journal of Physical Medicine & Rehabilitation, “Allogeneic Mesenchymal Stem Cell Therapy Outcomes for Three Patients with Spinal Muscular Atrophy Type 1” (ovvero, Risultati della terapia con cellule staminali mesenchimali allogeniche per tre pazienti con atrofia muscolare spinale di tipo 1.

Lo studio shock, dimostra efficacia del trattamento con cellule staminali su tre bambini affetti da SMA. Lo studio innovativo è rimasto ben secretato dai media e dai giornali, perché stravolgerebbe ciò che è stato volutamente fatto credere, la nocività e l’inefficacia delle terapie infuse agli Spedali di Brescia. Il Professor Villanova e professor Bach hanno mostrato il primo studio al mondo delle evidenze cliniche oggetto delle terapie con le staminali mesenchimali allogeniche su tre bambini affetti da Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1: "Non è stato documentato alcun trattamento medico efficace per l’atrofia muscolare spinale; tuttavia, studi cellulari, molecolari e preclinici suggeriscono che le cellule staminali mesenchimali allogeniche possano avere un ruolo. Tre bambini con atrofia muscolare spinale di tipo 1 sono stati sottoposti a infusioni multiple di cellule staminali mesenchimali a livello intratecale e endovenoso. Le loro funzioni fisiche pre-trattamento, durante il trattamento e post-trattamento sono state quantificate con la scala di valutazione funzionale Children's Hospital of Philadelphia Infant Test of Neuromuscular Disorders (CHOP INTEND) per due pazienti e documentata da video per tutti e tre. I valori della scala CHOP INTEND erano 3 prima del trattamento, 10 e 16 durante il trattamento, e 0 e 10 al settimo e dodicesimo mese rispettivamente dopo che il trattamento è stato interrotto. Non è stato osservato alcun effetto avverso per almeno 44 e 49 mesi rispettivamente dall’inizio del trattamento.
Questi dati rappresentano il primo obiettivo, miglioramenti quantificabili delle funzioni fisiche per qualsiasi trattamento dell’atrofia muscolare spinale. Anche se i benefici sono stati persi quando la terapia è stata interrotta, questo può essere un primo passo per stabilire che le cellule staminali mesenchimali possono essere un trattamento sicuro ed efficace per l’atrofia muscolare spinale”.

Due bambini affetti da SMA1 al fianco del dr Villanova. Non sarà questo articolo ad entrare nel dettaglio di questo studio inedito sulle evidenze cliniche che le infusioni con cellule staminali mesenchimali hanno prodotto su tre bambini affetti da SMA di tipo 1. Ma oggi al convegno nazionale ASAMSI due piccoli bambini hanno mostrato al mondo accademico l’inedito lavoro dei due scienziati, Villanova e Bach. Sebastian Guercio e la piccola Noemi Sciarretta, entrambi sono gli attori principali dello studio oscurato dai cattedratici e da chi in forte conflitto d’interesse non è capace di attuare un onesto confronto scientifico.
Oggi questo convegno ha permesso di mostrare quelle evidenze al mondo scientifico intervenuto nella tavola rotonda, evidenze che ora pesano come macigni sulle responsabilità ancora di chi ha deciso che questi malati rari, senza alcuna alternativa terapeutica, devono attendere solo il loro destino. 

Bambini unici, come la piccola Celeste Carrer, anche lei è parte di questo studio scientifico, ma nonostante ciò, a loro, pur non essendo stati visitati da nessun organo ministeriale e della magistratura è stato deciso di togliere l’unica terapia che ha dato risultati che fino ad ora la letteratura medica non ha mai potuto documentare. Chi sta cancellando questo patrimonio scientifico?

Appello alla magistratura. Riteniamo che il valore della vita di questi bambini e della scienza medica valga l’opportunità di comprendere se è stato perpetrato un reato gravissimo. Il dottor Villanova ha mostrato coraggiosamente che si può e si deve cercare la verità, è un dovere nei confronti dei malati e delle famiglie che sono state lasciate sole ad affrontare non lo spettro di una malattia che si conosce, ma quei dubbi feroci che ora chiedono tutta la trasparenza possibile. Non si può morire di ingiustizia e omertà.

Oggi il dottor Villanova ha svelato al mondo accademico “Il sogno proibito” nella speranza che ci sia ancora giustizia. Celeste, Sebastian e Noemi sono qui a ricordarci le nostre responsabilità, ma soprattutto i loro diritti. 
"L’uomo incontra Dio dietro ogni porta che la scienza riesce ad aprire” così Albert Einstein amava ricordare il valore della ricerca scientifica e il valore morale dell'umanità.




CHEMIOTERAPIA IN GRAVIDANZA: NON DANNEGGIA IL BAMBINO

Redazione

Una buona notizia. Nuove speranze per le donne incinta colpite da tumori maligni: l'uso della chemioterapia negli ultimi due trimestri di gravidanza non danneggerebbe i feti. La drammatica scelta prospettata sinora a molte donne in gravidanza, tra l'abortire o tentare un parto prematuro in caso di tumore, non sarebbe cosi' necessaria.

Infatti sia lo sviluppo cognitivo dei piccoli che le loro funzioni cardiovascolari sono risultate normali ed intatte a tre anni di eta' nonostante le madri si fossero sottoposte a chemio durante la gravidanza.

Ad affermarlo un studio, che sia pure limitato nel numero dei casi esaminati pari a 129, viene gia' considerato una pietra miliare nel campo.

Presentata oggi al Congresso sui Tumori di Vienna e pubblicata sul 'New England journal of medicine', l'indagine ha seguito la salute sino ai tre anni di eta' di 129 piccoli, nati da mamme che avevano subito trattamenti con diversi agenti chemioterapici negli ultimi sei mesi di gravidanza.

"Non abbiamo individuato alcuna differenza tra lo sviluppo cognitivo e cardiologico dei bambini nati da madri sotto chemio e altri di un gruppo di controllo,venuti alla luce da mamme sane", ha spiegato Frederic Amant,l'autore principale della ricerca condotta all'universita' Cattolica di Leuven in Belgio.

Aggiungendo: "Il risultato ha sorpreso, in quanto sappiamo che le sostanze chemioterapiche sono tossiche e in molti casi attraversano la barriera della placenta"




MARTE, SCOPERTA DELL'ACQUA: LA NASA CERCA LE PROVE DELLA VITA

Redazione
 
Nasa – L’acqua su Marte c’è, e non si tratta più di leggende o suggestioni alimentate da teorie prive di fondamenta, adesso ci sono le prove oggettive che dimostrano tutto ciò. Su Marte l’acqua scorre liquida e scivola sulla superficie attraverso piccolissimi ruscelli di acqua salata che però compaiono periodicamente e lasciano striature scure che, ad oggi, non davano chiarezza sulla loro origine.
 
La prova sconvolgente arriva dal satellite americano Mro (Mars Reconnaissance Orbiter). Enrico Flamini, il coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha riferito: “E' la prima prova che dimostra l'esistenza di un ciclo dell'acqua sulla superficie di Marte”. Ma come quando appare l’acqua? L’acqua compare soltanto in alcune stagioni e sotto forma di goccia, poi si condensa in stretti canali larghi circa dieci centimetri, tali canali vengono indicati con la sigla Rsl (Recurring slope lineae) ma sin dal primo momento si è pensato che l’acqua scorresse nei mesi più caldi. Uno dei punti chiave riguardava le linee scure che erano lunghe fino a 5 metri e ricoprivano i pendii a latitudini molto differenti. La caratteristica di queste linee è che si allungano durante le stagioni calde e svaniscono durante le stagioni fredde. Inizialmente però non era possibile stabilire se tali striature era dovute all’acqua o a qualche fenomeno misterioso poiché le apparecchiature non lo permettevano, la prova è arrivata quando nel momento in cui comparivano le striature c’era presenza di Sali idrati.
 
E la vita su Marte? La presenza di acqua ha riacceso questa speranza e la Nasa afferma afferma che le condizioni del pianeta potrebbero essere addirittura migliori di quanto è stato ipotizzato. Alfred McEwen, che segue le operazioni del satellite Mars Reconnaissance Orbiter e autore di questa incredibile scoperta riferisce: “Non possiamo ancora dire se esiste vita extraterrestre ma seguire l'acqua è cruciale. Ora abbiamo la grande opportunità di trovarci davanti ai siti più adatti per cercare davvero le prove”. Giovanni Bignami che è il presidente dell’istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) riferisce invece: “Sarebbe interessante poter analizzare quella sabbia. Lì non sarebbe del tutto improbabile trovare tracce di batteri, fossili o viventi, adattati a vivere in condizioni estreme e capaci di nutrirsi di sali, proprio come quelli che vivono vicino a sorgenti simili nel deserto di Atacama in Cile, il luogo sulla Terra che più assomiglia a Marte”.  Aggiunge inoltre: “La presenza di acqua salata si sospettava già da tempo. In più dobbiamo sempre tenere a mente che i sali perclorati trovati su Marte sono diversi dai sali alla base della vita sulla Terra” e riferisce che ciò che dovrebbe sorprendere è la presenza di acqua salata “nella zona equatoriale, dove non pensavamo di trovare ghiaccio in prossimità della superficie. Il ghiaccio su Marte, sia quello fatto di acqua che di anidride carbonica, è più abbondante in corrispondenza delle calotte polari. Con l'arrivo della primavera si fonde e fa comparire acqua liquida che evapora subito.
Quest'acqua salata di cui abbiamo le prove oggi sgorga invece in prossimità dell'equatore e arriva da sotto la superficie: lì dovrebbe esserci del ghiaccio anche se la cosa rimane ancora misteriosa”.



NASA, STRAORDINARIA SCOPERTA: SU MARTE SCORRE L'ACQUA

Redazione

Nasa – Straordinaria scoperta fatta dalla Nasa sul pianeta rosso: su Marte scorre acqua liquida. Sono minuscoli ruscelli di acqua salata che compaiono periodicamente, lasciando striature scure la cui origine era finora un mistero. La prova, pubblicata su Nature Geoscience, arriva dal satellite americano Mro (Mars Reconnaissance Orbiter). "E' la prima prova che dimostra l'esistenza di un ciclo dell'acqua sulla superficie di Marte", ha spiegato Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell'Agenzia spaziale italiana (Asi). A fornirla è il gruppo dell'Istituto di Tecnologia delle Georgia guidato da Lujendra Ojha. Non si tratta certo dei canali d'acqua ipotizzati nell'800 da Giovanni Schiapparelli, ma "rivoli" stagionali con tracce di sali che si formano solo in presenza di acqua.

 




TRASPARENZA FARMACI E REAZIONI AVVERSE: FIRMATO L’ACCORDO DI SEGRETEZZA TRA COMMISSIONE EUROPEA, EMA E OMS

Dal 1° settembre 2015 è attivo l'accordo di condivisione e segretezza sulla sicurezza dei farmaci, comprese le reazioni avverse


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21/09/2015 AIFA, MA QUALE TRASPARENZA SUI FARMACI?

 

di Cinzia Marchegiani

Arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia dell’accordo stipulato tra Commissione Europea, Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità per intensificare la cooperazione per meglio tutelare la salute pubblica della collettività. A leggere bene il comunicato emergono clausole che fanno riflettere su come queste organizzazioni hanno puntato sulla riservatezza delle informazioni sui farmaci e anche reazioni avverse post-autorizzazione di tutti quei farmaci che sono stati autorizzati alla vendita e al commercio.

Si legge che già dal 1° settembre 2015 è attiva la cooperazione tra Commissione Europea, Ema e OMS, le quali hanno concordato di condividere informazioni “non pubbliche” sulla sicurezza, la qualità e l'efficacia dei medicinali già autorizzati o in fase di revisione in seno all'Unione europea (UE), o pre-qualificati o in fase di revisione da parte dell'OMS.

Accordo di segretezza. La completa segretezza – si legge dal comunicato – è nata per rafforzare la comunicazione tra le rispettive organizzazioni e rendere più facile e veloce per prendere provvedimenti per proteggere la salute pubblica, dovrebbe accelerare l'accesso dei pazienti ai nuovi e innovativi farmaci nell'UE, evitare la duplicazione delle valutazioni e migliorare l'autorizzazione e la sicurezza dei medicinali coinvolgendo le migliori competenze da entrambi i lati.
L'accordo – viene spiegato nel comunicato – rafforza ulteriormente la collaborazione tra l'OMS, la Commissione europea e EMA che hanno una lunga storia di collaborazione scientifica e tecnica nel contesto della Conferenza Internazionale sull’armonizzazione e le autorità internazionale Pharmaceutical Fourm.

Secondo l'accordo di riservatezza, le organizzazioni coinvolte possono condividere le informazioni come ad esempio:
• Post-autorizzazione di farmacovigilanza dati, in particolare relativi a reazioni avverse, nonché problemi di sicurezza derivanti dai rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza, e gli obblighi e gli impegni post-autorizzazione;
• Le informazioni contenute in applicazioni per la consulenza scientifica, orfano medicina designazione, autorizzazione all'immissione in commercio o le attività successive all'autorizzazione di notevole interesse della salute pubblica, e le domande di un accordo di piani di indagine pediatrica;
• I dati relativi alle ispezioni, impianti di produzione e le attività di ricerca clinica e alle relative relazioni.

Rimane di fatto il quesito di come sarà tutelata la trasparenza e l'accesso alle informazioni sui farmaci, visto tra l'atro che la stessa AIFA, l'Agenzia dei FaRmaci Italiana ha già subito due sentenze pesanti che la condannano per gravi irregolarità sulla trasparenza dei farmaci.




SUPERLUNA DI SANGUE: NON PERDIAMOCI L'OCCASIONE DI VEDERLA. PROSSIMA SARA' NEL 2033

Redazione

Non dobbiamo perderci questo spettacolo. SuperLuna di sangue e eclissi totale: uno spettacolo da non perdere. La notte tra il 27 e il 28 Settembre assisteremo a un evento molto raro. La Luna si troverà in perigeo, il punto dell'orbita più vicino alla Terra. Apparirà quindi più grande del 14%. Inoltre Sole, Terra e Luna si troveranno perfettamente allineati dando origine a un'eclissi totale. Alcuni raggi del Sole, tuttavia, potrebbero raggiungere ugualmente la superficie lunare a causa della rifrazione della luce da parte dell'atmosfera terrestre. In questo modo la Luna assumerà una colorazione rossastra.

Dall’inizio del secolo scorso, le eclissi di superLuna sono avvenute solo 5 volte: nel 1910, nel 1928, nel 1946, nel 1964 e nel 1982. Se invece che sulla Terra fossimo sulla Luna ad essere eclissato sarebbe il Sole, che vedremmo come un’anello rosso intorno alla Terra.

Secondo la 'Blood Moon Prophecy' ('La profezia della Luna di Sangue'), il 28 settembre dovrebbe coincidere con la 'fine del mondo' perché sarà in quella data che si verificherà la quarta ed ultima eclissi totale in due anni. L'ultima è stata ad Aprile. Preoccupazioni apocalittiche a parte, godiamoci questo spettacolo: il prossimo sarà nel 2033

 




RIVOLUZIONE DRONI: COMBATTERANNO LE ALLUVIONI E FRANE IN TUTTA ITALIA

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Si intensifica la rivoluzione droni per la tutela ed il monitoraggio dell'ambiente. Per difendere il territorio italiano e prevenire gli eventi distruttivi di frane, smottamenti, alluvioni e inondazioni, le Agenzie Regionali di Protezione Ambientale (Arpa) hanno infatti deciso di mettere in campo i droni, dopo aver utilizzato satelliti e mezzi aerei muniti di pilota. Per combattere i rischi idrogeologici, con i droni l'attività di monitoraggio del territorio consente tecnicamente indagini delle situazioni pericolose in tempo reale, più economiche e più sicure per il personale specializzato. Le prime a cominciare sono state le Arpa di Puglia e Umbria, che stanno già utilizzando i droni per monitorare gli scenari critici o lo stato delle acque dei laghi. Ma non solo. Anche in altre regioni italiane si sta progettando l'uso dei droni visto che frane, smottamenti e inondazioni sono in Italia le emergenze idrogeologiche e sociali di punta, scatenate da violenti fenomeni atmosferici e aggravati dall'irresponsabilità umana nei confronti dell'ambiente. Ad anticipare all'Adnkronos il quadro dell'uso di questi piccoli velivoli unmanned sono stati i promotori di Dronitaly, la fiera italiana dei droni civili che si apre venerdì e si tiene fino a sabato al Centro Congressi Atahotel Expo, a Pero-Milano. Lo scenario della rivoluzione droni nel monitoraggio e tutela ambientale sarà tracciato il 25, nel corso del convegno «I droni come strumento operativo per le Agenzie per la Protezione dell'Ambiente», organizzato in collaborazione con Arpa Lombardia.

«L'evento -spiegano i promotori di Droneitaly- consentirà di fare il punto su esperienze e necessità, opportunità di utilizzo e problematiche del regolamento Enac, in modo da consentire ai responsabili pubblici di procedere con maggiori informazioni nelle proprie scelte in merito ai nuovi, potenti, mezzi». Tra i relatori al brain storming sui velivoli unmanned per la tutela del territorio ci saranno Enrico Zini di Arpa Lombardia), Valentina Stufara di Arpa Umbria, Barbara Valenzano di Arpa Puglia, mentre Arpa Emilia-Romagna illustrerà il progetto S3T-Sistema Supervisione Sicurezza, con Giovanni Battista Gallus, partner studio Array ed esperto di normative per i mezzi a pilotaggio remoto.