CASO STAMINA: LECITI SOSPETTI SULLA RELAZIONE FINALE DELLA COMMISSIONE CONOSCITIVA DEL SENATO

 

Intervista esclusiva de l’Osservatore d’Italia a Felice Massaro, che spiega con una precisione certosina tutta l’impalcatura di questa commissione, avvalorando tutto il dossier che il nostro quotidiano ha prodotto nell’arco di due anni

 

di Cinzia Marchegiani

Il 18 febbraio la XII Commissione del Senato ha approvato il documento conclusivo sulla “indagine conoscitiva e sviluppo del cosidetto Caso Stamina”. Ne parliamo con Felice Massaro, il nonno di Federico, il bambino che ha usufruito di ben nove infusioni che gli hanno procurato numerosi benefici ampiamente documentati e depositati dalla mamma, avvocato Tiziana Massaro, presso la stessa Commissione.

Qual'era la finalità dei lavori di questa commissione?

Lo scopo sarebbe stato, secondo l'art. 48 del Regolamento del Senato, di acquisire notizie, informazioni e documentazioni sulla vicenda astenendosi, come stabilito dal 2° comma dello stesso art. 48, da ogni valutazione estranea alle finalità conoscitive con particolare riguardo alle imputazioni di responsabilità.

I componenti, quindi, secondo lei,  sono stati obiettivi?

Se obiettività significa atteggiamento imparziale, capacità da parte di chi osserva di eliminare la propria soggettività, è stato fatto l'esatto opposto.
Tutti i presupposti inducevano a farci ritenere che tali “lavori” avrebbero rappresentato una ulteriore occasione di sperpero del pubblico denaro, fin dall'inizio e cioé da quando venimmo a conoscenza dei nomi dei relatori e della Presidente di Commissione.

Relatori sono stati la senatrice Elena Cattaneo e il senatore D'ambrosio Lettieri e presidente della commissione la senatrice Emilia Grazia De Biasi. Che ha da dire?
D'Ambrosio Lettieri è stato presidente Ordine Farmacisti di Bari, forte oppositore di Stamina fin dalla discussione in Aula, nel 2013, sul decreto Balduzzi.
Elena Cattaneo, insieme a P. Bianco e M. De Luca, ha persino ricevuto il premio “Public Service Award” per “l'impegno nel dibattito pubblico e politico in Italia in cui hanno sostenuto la necessità di rigorosi standard scientifici e medici”.
Appena nominata senatrice, in una intervista rilasciata a LA7, espose senza peli sulla lingua i suoi propositi di spazzar via Stamina grazie ai nuovi poteri che Napolitano le aveva conferito con la nomina senatoriale. La stessa Presidente aveva rilasciato dichiarazioni in tal senso prima dell'inizio dei lavori.

Secondo lei pretendere rigorosi standard scientifici e medici è giusto?

Standard in italiano vuol dire norma, modello di riferimento a cui ci si uniforma.
Ora dobbiamo vedere cosa veniva infuso: se veniva infuso veleno di serpente (in tal caso tutte le argomentazioni svolte nella relazione assumono consistenza) oppure se venivano infuse cellule staminali, vive, pure, vitali, seguendo le Linee guida “consigliate” dall'ISS. Le linee venivano indicate dall'ISS e l'AIFA, contrariamente a quanto si è sostenuto, non ha avuto alcun potere in merito.

Impossibile a crederci
È l'IIS che detta o “consiglia” le linee guida. L'AIFA non c'entra niente. Il trasferimento di competenze è previsto solo dopo “l'entrata in vigore dei provvedimenti di attuazione dell’ultimo comma dell’articolo 3 della direttiva comunitaria 2001/83/CE, come modificato dall’articolo 28, secondo comma del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1394 del 2007”.
Lo ha ricordato lo stesso on.le prof. Balduzzi audito dalla stessa commissione “non essendo state successivamente adottate disposizioni di dettaglio dirette ad assicurare la piena esecuzione della disciplina comunitaria”.

Ma non è sempre stato sostenuto, persino in questa relazione, che la normativa europea era già in vigore in Italia e che veniva disattesa?
Che non sia in vigore è dimostrato dalle “Proposte legislative” riportate in calce alla relazione: “La Commissione ritiene altresì necessaria l'adozione da parte del Ministero della Salute, sentita l’AIFA, del decreto ministeriale volto alla definitiva ed univoca attuazione dell’articolo 28 comma 2° del regolamento (CE) n. 1394/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2007, relativo alla disciplina di medicinali per terapia avanzata preparato su base non ripetitiva”. La relazione della Commissione è datata 18 febbraio 2015!

Perché la relazione perda valenza è necessario dimostrare che non vi sono stati effetti collaterali?

Qui basti dire che l'art. 2 commi 4, 4-bis, 4-ter della Legge 57/2013 impone che i risultati delle analisi di laboratorio vengano inviati al Ministero, Aifa, ISS, CNT e sono stati sempre inviati puntualmente. Nessuna delle citate Autorità, preposte al recepimento delle informazioni imposte dalla legge e alla valutazione degli esiti e degli eventi avversi, ha mai avanzato una sia pur minima osservazione sulla qualità delle cellule e su eventuali esiti avversi tali da imporre un loro intervento.
La stessa AIFA, in persona del dott. Luca Pani, nell’esporre le ragioni che avrebbero determinato l’emissione del sequestro delle cellule ordinato a settembre scorso su iniziativa del P.M. Guariniello non rileva la pericolosità della terapia e/o mancanza dei presupposti normativi.

Quale fu la testuale dichiarazione del dott. Pani?
La riporto integralmente: “Non è stata minimamente inibita l’infusione che Noemi avrebbe potuto fare normalmente come era accaduto con Celeste la settimana scorsa. Non si è impedito l’emocromo o altri esami, ma non ci si può arrogare il diritto di fare sperimentazione clinica al di fuori della legge. Se avessero rispettato le decisioni del giudice del lavoro, che non c’entra nulla con gli aspetti penali in cui gli ideatori di Stamina sono coinvolti, il sequestro non ci sarebbe stato. Invece hanno tentato di forzare il tipo di reato per cui sono stati rinviati a giudizio”.
Le date dimostrano che la storiella degli esami richiesti dalla dott.ssa Molino è una scusa impietosa. Infatti, la richiesta di sequestro è datata 14 agosto mentre la supposta richiesta di effettuazione di alcuni esami, a cui si riferisce il Dott. Pani, è del 20 di agosto e taluni esami non sono nemmeno riconducibili alla patologia della piccola Noemi per cui non avrebbero avuto alcuna valenza sperimentale.
Resta il fatto che AIFA, una delle Istituzioni deputata a raccogliere gli esiti delle infusioni ex lege 57/2013 art. 2 co. 4, 4-bis, 4-ter, dichiara che “Noemi avrebbe potuto fare (ndr l'infusione) normalmente come era accaduto con Celeste la settimana scorsa”.

Quindi l'Aifa fin dopo il sequestro non aveva nulla da obiettare in merito a quanto veniva infuso?
Noemi avrebbe potuto fare normalmente l'infusione se si fosse trattato di 'veleno di serpente', 'brodaglia', 'miscuglio', 'intruglio', 'mistura' come vengono definite le cellule staminali nella relazione? Gli effetti collaterali paventati si limitano a enunciazioni teoriche da parte di coloro che vogliono togliere ai nostri ammalati l'unico mezzo per migliorare la qualità della vita. Partendo da tali basi, tentano persino di infangare l'operato di quei Tribunali che hanno autorizzato le infusioni definendole addirittura “reato” pur senza farsi carico della mancanza, in atti, di qualsiasi indagine condotta con criterio scientifico che abbia potuto accertare e dimostrare, con l’eloquenza risolutiva dei risultati acquisiti, la nocività o la stessa pericolosità della metodica Stamina.

La XII Commissione Senato contesta l'interpretazione che avete dato al comunicato n. 173/2013, 58 del ministero della Salute laddove fate rilevare che la vitalità delle cellule prelevate con il primo sequestro era risultata “adeguata a qualsiasi uso terapeutico”
Quel comunicato risale al 2012 e non al 2013 come è stato riportato nella relazione. Quando furono sequestrate quelle cellule mio nipote Federico era ancora sanissimo per cui nulla ha da spartire con fatti che non lo riguardano. È stata una costante quella di mischiare fatti vecchi (San Marino) con gli interventi terapeutici fatti a Brescia facendo ricadere su questi supposte inadempienze, ad oggi non provate, di quelli. Tornando al comunicato, qualora la sintassi italiana fosse stata usata in maniera ambigua o scorretta dal Ministero, c'è il successivo comunicato (n. 58 del 10 marzo 2013) che non lascia adito a interpretazioni:
“Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi ha interpellato il Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Enrico Garaci, e il Direttore generale dell'Aifa, Luca Pani, sugli aspetti sanitari conseguenti ai complessi e non omogenei interventi dei giudici ordinari e amministrativi sull'impiego delle cellule staminali preparate presso gli Spedali Civili di Brescia secondo il metodo Stamina. Il Presidente dell'ISS e il Direttore generale dell'Aifa, nel ricordare che le cellule staminali predette risultano preparate non in conformità alle previsioni di legge e in laboratorio non autorizzato, hanno comunque osservato che, se a seguito di pronunce dei giudici viene dato comunque corso all'ulteriore impiego di tali cellule su alcuni pazienti, non sussistono specifiche ragioni per escludere che possano proseguire la stessa terapia i diversi pazienti che, a giudizio dei medici degli Spedali Civili di Brescia, hanno avuto un primo trattamento, senza che si siano verificati effetti indesiderati di rilievo, purché, in ogni caso, permanga il consenso informato del paziente o dei genitori del minore alla prosecuzione della cura”. Ovviamente questo comunicato non viene citato nella “indagine conoscitiva”. Quindi nessun pericolo e rispetto delle norme in vigore. Dov'è il reato?

Eppure viene riportata anche qui la famosa relazione del prof. M. Dominici prodiga di critiche contro le cellule stamina
Quella relazione non riguarda le nostre cellule ma quelle sequestrate nel 2012. Non solo. Fu duramente e minuziosamente contestata sia dagli Spedali di Brescia che dalla stessa Regione Lombardia. Una “indagine conoscitiva” avrebbe dovuto quantomeno accennare a tali documenti di estrema importanza ai fini di una conoscenza dei fatti. Infine c'è anche la querela di Vannoni contro Dominici, anche questa di non secondaria importanza e non accennata.

Sull'efficacia della terapia, a pag. 27 della relazione viene riportata una dichiarazione dell'Aifa dove si sostiene che in alcuni casi “non ci sono elementi sufficienti per poter esprimere una valutazione dell'efficacia” e negli altri “non sono stati riscontrati miglioramenti oggettivi”
L'AIFA sa benissimo che, dopo l'Ordinanza del 2012 con cui vietava la continuazione delle terapie, gli Ospedali di Brescia sono stati costretti a eseguire solo i controlli strettamente necessari che l'infusione richiedeva (controllo della febbre, emocromo, ecc.). Quando la dott.ssa Molino chiese che venisse effettuato qualche esame in più per Noemi abbiamo visto la reazione.

Ma avete una vostra documentazione medica?

I commissari sanno benissimo che i pazienti hanno decine e decine di analisi strumentali eseguite in tantissime strutture pubbliche d'avanguardia. Non si tratta di certificati scritti dai medici (quelli si possono scrivere e rimangiare), si tratta di incontestabili ecografie, elettro, PEV consegnati in varie occasioni, alla Conferenza del 28 dicembre 2013 di Roma, ai Tribunali nei giudizi ex art. 700, al dott. Guariniello, al Tribunale di Riesame di Torino, alla stessa Commissione che, invece di citare e mostrare tali documenti (avendone avuto il consenso dai pazienti), cita le accennate, inconsistenti dichiarazioni del dott. Luca Pani.
Rendendo pubblici quei documenti non sarebbero state possibili tante affermazioni circa l'episodicità dei migliormenti, aggettivi fangosi su Stamina e sui pazienti (che alcuni pagliacci hanno chiamato “creduloni”), non sarebbe stato possibile dichiarare che “dall’art. 32 della Costituzione discende anche il dovere di proteggere da pseudo trattamenti non controllati e quindi potenzialmente dannosi” ed altre filastrocche simili.
Ma di tale documentazione medica non vi è traccia nella relazione.

Nella relazione viene riportata la dichiarazione di un dottore che a metà settembre 2013 smentisce i progressi ottenuti da smeraldina dopo le infusioni stamina
Sì, sì, ma esistono analisi strumentali (non certificati o pareri o consulti) che confermano quei risultati.
La neurologa Carla Pecoraro, in data 31/10/2013, certificava:
“L'osservazione e lo studio dei tracciati elettroencefalografici (qui si parla di analisi strumentali!) della piccola Smeralda…, dall'aprile 2012 al settembre 2013, mostrano una progressiva evoluzione migliorativa. Infatti, rispetto ai tracciati ECG di circa un anno fa, gli ultimi tracciati mostrano una maggiore organizzazione dell'attività cerebrale di fondo…..”.
“Unico elemento terapeutico in più può essere attribuito alle infusioni di cellule staminali secondo metodo Stamina”.

Nella relazione si contesta l'uso del termine “compassionevole” coniugato in forma di “cura compassionevole” “peraltro non contemplata dalla medicina e nemmeno dalla legislazione italiana in materia”

È grave che la Commissione ignori che l’espressione “uso compassionevole” sia presente nell’art. 83 (n.1 e 2) del Regolamento (CE) N. 726/2004.
I singoli Stati sono autorizzati a derogare alle regole comunitarie per la messa in commercio dei farmaci quando si tratta di malattie letali o che non possono essere curate con un medicinale autorizzato o sperimentato. Vi è un lungo elenco di disposizioni legislative italiane, europee ed extraeuropee che prevedono tali cure “eccezionali”, “non sperimentate” a partire dall’art. 37 della Dichiarazione di Helsinki (aggiornata a ottobre 2013) che usa, invece, la dizione “interventi non provati nella pratica clinica”.

Per quale motivo parlano sempre di “sperimentazione” richiamandone le norme?
Altra costante di tutti i detrattori è stata quella di richiamare norme che riguardano la sperimentazione.
Le infusioni Stamina venivano fatte a “uso compassionevole” ed erano disciplinate dal Decreto Turco/Fazio (c.d. Decreto Cure compassionevoli) che esplicitamente esclude dal proprio ambito di applicazione le norme relative alla sperimentazione.
Il richiamo alle norme che riguardano la sperimentazione ha fatto discendere l'arbitraria conclusione “costante” che le cellule staminali siano state preparate non in conformità alle previsioni di legge e in laboratorio non autorizzato. Tali norme (laboratorio GMP, autorizzazione AIFA, ecc.) sono state previste solo in questi giorni con il nuovo decreto di Lorenzin del gennaio 2015 che, se legittimo, dovrebbe sostituire il decreto Turco/Fazio. Se le previsioni del nuovo decreto Lorenzin fossero state già in vigore, avrebbe senso questo decreto sostitutivo dell'altro? A chi vogliono raccontarla?

Queste terapie non sperimentate fino a che punto possono essere giustificate? e qual'è la funzione dei comitati etici?
Rispondo estrapolando un pensiero del prof. Salvatore Amato dalla sua relazione consegnata alla Commissione e nei fatti ignorata:
“Io penso che abbia ancora valore quanto il Comitato Nazionale per la Bioetica aveva osservato in un parere espresso sulla terapia antitumorale proposta dal prof. Di Bella, nella Nota di risposta del 16 gennaio 1998 in cui si afferma che 'se un Comitato Etico di struttura viene richiesto di un parere, che non implica una sperimentazione organica secondo le norme vigenti, bensì soltanto il giudizio di eticità o meno di una terapia inusuale od alternativa, praticata su di un singolo paziente, tale parere del Comitato del resto non vincolante perché grava su ogni singolo medico, e non è delegabile, la responsabilità professionale di decisioni di terapie innovative ed alternative, potrà essere in linea di massima favorevole a condizione che sussistano, in quel caso particolare, le condizioni di gravità da un lato, e di inutilizzabilità delle terapie consolidate dall'altro, tali da configurare un reale stato di necessità che può giustificare qualunque ragionevole tentativo terapeutico alternativo’”

Le proposte legislative che la commissione ha indicato in merito ai provvedimenti giudiziari sui “trattamenti non provati” riguardano anche i pazienti ai quali sono state sequestrate le cellule?
Sì, in particolare quanto previsto al punto 1 lett. C:: “I provvedimenti autorizzativi già emessi dall’autorità giudiziaria anteriormente all’entrata in vigore della normativa e successivamente a tale vigenza in fase di esecuzione, che risultino adottati in violazione di norme comunitarie, di legge e regolamentari o in violazione di provvedimenti dell’autorità sanitaria nazionale o che comunque violino l’interesse generale e richiedano la pronta difesa dei pazienti, possono essere in qualsiasi tempo impugnati secondo quanto previsto al punto (b)”.

Non si è detto sin qui che le vostre infusioni sono state fatte secondo la normativa?

Sì, ma il nuovo decreto Lorenzin di questi giorni fissa norme diverse da quelle del decreto Turco/Fazio: autorizzazione AIFA, GMP, ecc. In sostanza da adesso sarebbero in vigore quelle norme che fino ad oggi non lo erano pur avendo sempre sostenuto che lo fossero. Inoltre propongono che venga cancellata la legge 57/2013 il cui art. 2 stabilisce che coloro che hanno iniziato il trattamento possono continuarlo.

Vi hanno impedito di continuare nonostante la legge?
Già. Sembra di vivere chissà dove ma tutto questo sta succedendo in Italia.

E quando resterete senza le infusioni cosa vi resterà?

La solidarietà di queste stesse persone che, nel mentre ci tolgono l'unica speranza, si sono sempre dichiarati “preoccupati per la salute dei pazienti”.

Messa in questo modo sa molto di cinismo

Purtroppo stiamo sopportando l'impossibile.

Non si può disconoscere che la Commissione abbia svolto un lavoro scientifico minuzioso sulle cellule staminali riportando un'appendice approfondita
Duole dover constatare che una relazione di una Commissione del Senato riporti, con un vero e proprio copia-incolla, quanto era già stato scritto altrove (v. ad es., L'Indice dei libri del mese, Biologia e medicina rigenerativa, 22 novembre 2013).

Interessante capire chi ha stilato questa relazione. nella nota 1 si legge: “durante la procedura informativa e la stesura del presente documento, la commissione si è avvalsa della consulenza del dott. josé de falco e della dott.ssa chiara lalli”. mentre nella nota 3 si legge che la cronologia è ripresa, aggiornata e modificata dalla cronologia di un libro di corbellini. chi sono?

Josè De Falco è componente dell'ufficio in Senato della Cattaneo, e anche membro di Giunta dell’associazione Luca Coscioni. Gilberto Corbellini è co-presidente della stessa associazione Coscioni.
Digitando su google “Chiara Lalli stamina” o “Corbellini stamina” o ancora “associazioni Coscioni stamina”, ci si può rendere conto dell’imparzialità di questi soggetti e di quanto siano stati adatti a stilare un’indagine conoscitiva del Senato della nostra repubblica.

Ho letto adesso anche la nota 2: “la presente cronologia è stata realizzata aggiornando ed adattando quanto predisposto dallo staff della senatrice elena cattaneo per l’incontro 'le applicazioni delle cellule staminali in medicina rigenerativa' tenutosi presso la sala zuccari di palazzo giustiniani il 15 aprile 2014, nell’ambito del ciclo di incontri "scienza, innovazione e salute" promossi dalla commissione igiene e sanità del senato.
Tale incontro fu così ricordato da Cattaneo:
“Ieri, con scienziati di fama come Graziella Pellegrini, Luigi Naldini, Alessandra Biffi, Michele De Luca, abbiamo invece voluto parlare 'seriamente' di staminali in Senato: un luogo dove si sarebbe dovuto parlare di questo ben prima. Dopo mesi di bombardamento su Stamina – il più grande deragliamento nella storia della medicina italiana da anni – l’abbiamo fatto anche grazie all’indagine conoscitiva su Stamina svolta dal Senato. Sono stati presentati gli unici casi di cura con staminali per tre tipologie di malattia, a cui – va precisato – si arriva non certo attraverso scorciatoie o furberie. I trattamenti sicuri ed efficaci riguardano, oltre al trapianto di midollo, la ricostruzione della cornea, l’uso di staminali ematopoietiche per il trattamento di malattie immuno-ematologiche quali la leucodistrofia globoide cellulare (Gld o malattia di Krabbe)”.
È la malattia di Krabbe che sta portando alla morte mio nipote. Incredulo, telefonai ai medici indicati, sperando che negli ultimi giorni avessero trovato la soluzione.
La risposta potete ascoltarla voi stessi con una semplice telefonata o inviando una email a Telethon.
Eppure si parlava nel Senato e non in un'osteria.

Si conclude un’intervista che gli stessi autori manderanno alle competenze istituzionali, ma  forse sarebbe arrivato il momento di capire anche la posizione di chi ha votato all’unanimità questa legge di Stato italiano che autorizza la sperimentazione. Noi de l’Osservatore d’Italia abbiamo sempre sostenuto che qualcosa di grave era accaduto in quelle stanze dei bottoni, e che per amore di trasparenza e verità, non si doveva lasciare sospesa alcuna azione che potesse chiarire definitivamente una storia controversa, fatta soprattutto di ombre e di mezze verità. Con molta lungimiranza avevamo fatto un appello un anno fa: “Illustrissimo magistrato, non conosco il suo volto e neanche il suo nome, ma la sua capacità di analisi e di logica non potrà che trovare interessante la documentazione che è emersa su tutti i personaggi che ruotato intorno al caso stamina, partendo dalle istituzioni fino al conosciutissimo Davide Vannoni. Ognuno con il proprio contributo è diventato l’attore principale di una storia che per la sua assurdità sta erodendo l’etica di questa nazione, ma soprattutto mette a rischio la garanzia del diritto costituzionale scippato a bambini che hanno già un destino segnato da una malattia degenerativa, orfani di cura farmacologica”.




ESCLUSIVO STAMINA: QUEL LECITO SOSPETTO SULLA RELAZIONE FINALE DELLA COMMISSIONE CONOSCITIVA DEL SENATO

Ombre pesanti stanno emergendo sul documento che la commissione d’igiene e sanità del Senato ha consegnato sul caso stamina. Intervista de l’Osservatore d’Italia a Felice Massaro, che smantella con una precisione certosina tutta l’impalcatura di questa commissione, avvalorando tutto il dossier che il nostro quotidiano ha prodotto nell’arco di due anni

di Cinzia Marchegiani

Il 18 febbraio la XII Commissione del Senato ha approvato il documento conclusivo sulla “indagine conoscitiva e sviluppo del cosidetto Caso Stamina”. Ne parliamo con il nonno di Federico, un bambino che ha usufruito di ben nove infusioni che gli hanno procurato numerosi benefici ampiamente documentati e depositati dalla mamma, avvocato Tiziana Massaro, presso la stessa Commissione.

QUAL'ERA LA FINALITÀ DEI LAVORI DI QUESTA COMMISSIONE
Lo scopo sarebbe stato, secondo l'art. 48 del Regolamento del Senato, di acquisire notizie, informazioni e documentazioni sulla vicenda astenendosi, come da secondo comma dello stesso art. 48, da ogni valutazione estranea alle finalità conoscitive con particolare riguardo alle imputazioni di responsabilità.

I COMPONENTI, QUINDI, SONO STATI OBIETTIVI?
Se obiettività significa atteggiamento imparziale, capacità da parte di chi osserva di eliminare la propria soggettività, è stato fatto l'esatto opposto.
Tutti i presupposti inducevano a farci ritenere che tali “lavori” avrebbero rappresentato una ulteriore occasione di sperpero del pubblico denaro, fin dall'inizio e cioé da quando venimmo a conoscenza dei nomi dei relatori e della Presidente di Commissione.

RELATORI SONO STATI LA SENATRICE ELENA CATTANEO E IL SENATORE D'AMBROSIO LETTIERI E PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE LA SENATRICE EMILIA GRAZIA DE BIASI
D'Ambrosio Lettieri è stato presidente Ordine Farmacisti di Bari, forte oppositore di Stamina fin dalla discussione in Aula, nel 2013, sul decreto Balduzzi.
Elena Cattaneo, insieme a P. Bianco e M. De Luca, ha persino ricevuto il premio “Public Service Award” per “l'impegno nel dibattito pubblico e politico in Italia in cui hanno sostenuto la necessità di rigorosi standard scientifici e medici”.
Appena nominata senatrice, in una intervista rilasciata a LA7, espose senza peli sulla lingua i suoi propositi di spazzar via Stamina grazie ai nuovi poteri che Napolitano le aveva conferito con la nomina senatoriale.
La stessa Presidente aveva rilasciato dichiarazioni in tal senso prima dell'inizio dei lavori.

PRETENDERE RIGOROSI STANDARD SCIENTIFICI E MEDICI NON È VITUPEREVOLE
Standard in italiano vuol dire norma, modello di riferimento a cui ci si uniforma.
Ora dobbiamo vedere cosa veniva infuso: se veniva infuso veleno di serpente (in tal caso tutte le argomentazioni svolte nella relazione assumono consistenza) oppure se venivano infuse cellule staminali, vive, pure, vitali, seguendo le Linee guida “consigliate” dall'ISS. Le linee venivano indicate dall'ISS e l'AIFA, contrariamente a quanto si è sostenuto, non ha avuto alcun potere in merito.

IMPOSSIBILE A CREDERCI
È l'IIS che detta o “consiglia” le linee guida. L'AIFA non c'entra niente. Il trasferimento di competenze è previsto solo dopo “l'entrata in vigore dei provvedimenti di attuazione dell’ultimo comma dell’articolo 3 della direttiva comunitaria 2001/83/CE, come modificato dall’articolo 28, secondo comma del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1394 del 2007”.
Lo ha ricordato lo stesso on.le prof. Balduzzi audito dalla stessa commissione “non essendo state successivamente adottate disposizioni di dettaglio dirette ad assicurare la piena esecuzione della disciplina comunitaria”.

MA NON HANNO SEMPRE SOSTENUTO, PERSINO IN QUESTA RELAZIONE, CHE LA NORMATIVA EUROPEA ERA GIÀ IN VIGORE IN ITALIA E CHE VENIVA DISATTESA?
Che non sia in vigore è dimostrato dalle “Proposte legislative” riportate in calce alla Relazione:
“La Commissione ritiene altresì necessaria l'adozione da parte del Ministero della Salute, sentita l’AIFA, del decreto ministeriale volto alla definitiva ed univoca attuazione dell’articolo 28 comma 2° del regolamento (CE) n. 1394/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2007, relativo alla disciplina di medicinali per terapia avanzata preparato su base non ripetitiva”.
La relazione della Commissione è datata 18 febbraio 2015!

PERCHÉ LA RELAZIONE PERDA VALENZA È NECESSARIO DIMOSTRARE CHE NON VI SONO STATI EFFETTI COLLATERALI
Qui basti dire che l'art. 2 co. 4, 4-bis, 4-ter L. 57/2013 impone che i risultati delle analisi di laboratorio vengano inviati al Ministero, Aifa, ISS, CNT e sono stati sempre inviati puntualmente.
Nessuna delle citate Autorità, preposte al recepimento delle informazioni imposte dalla legge e alla valutazione degli esiti e degli eventi avversi, ha mai avanzato una sia pur minima osservazione sulla qualità delle cellule e su eventuali esiti avversi tali da imporre un loro intervento.
La stessa AIFA, in persona del dott. Luca Pani, nell’esporre le ragioni che avrebbero determinato l’emissione del sequestro delle cellule ordinato a settembre scorso su iniziativa del P.M. Guariniello non rileva la pericolosità della terapia e/o mancanza dei presupposti normativi.

QUALE FU LA TESTUALE DICHIARAZIONE DEL DOTT. PANI?
La riporto integralmente: “Non è stata minimamente inibita l’infusione che Noemi avrebbe potuto fare normalmente come era accaduto con Celeste la settimana scorsa. Non si è impedito l’emocromo o altri esami, ma non ci si può arrogare il diritto di fare sperimentazione clinica al di fuori della legge. Se avessero rispettato le decisioni del giudice del lavoro, che non c’entra nulla con gli aspetti penali in cui gli ideatori di Stamina sono coinvolti, il sequestro non ci sarebbe stato. Invece hanno tentato di forzare il tipo di reato per cui sono stati rinviati a giudizio”.
Le date dimostrano che la storiella degli esami richiesti dalla dott.ssa Molino è una scusa impietosa. Infatti, la richiesta di sequestro è datata 14 agosto mentre la supposta richiesta di effettuazione di alcuni esami, a cui si riferisce il Dott. Pani, è del 20 di agosto e taluni esami non sono nemmeno riconducibili alla patologia della piccola Noemi per cui non avrebbero avuto alcuna valenza sperimentale.
Resta il fatto che AIFA, una delle Istituzioni deputata a raccogliere gli esiti delle infusioni ex lege 57/2013 art. 2 co. 4, 4-bis, 4-ter, dichiara che “Noemi avrebbe potuto fare (ndr l'infusione) normalmente come era accaduto con Celeste la settimana scorsa”.

QUINDI L'AIFA FIN DOPO IL SEQUESTRO NON AVEVA NULLA DA OBIETTARE IN MERITO A QUANTO VENIVA INFUSO
Noemi avrebbe potuto fare normalmente l'infusione se si fosse trattato di 'veleno di serpente', 'brodaglia', 'miscuglio', 'intruglio', 'mistura' come vengono definite le cellule staminali nella relazione?
Gli effetti collaterali paventati si limitano a enunciazioni teoriche da parte di coloro che vogliono togliere ai nostri ammalati l'unico mezzo per migliorare la qualità della vita. Partendo da tali basi, tentano persino di infangare l'operato di quei Tribunali che hanno autorizzato le infusioni definendole addirittura “reato” pur senza farsi carico della mancanza, in atti, di qualsiasi indagine condotta con criterio scientifico che abbia potuto accertare e dimostrare, con l’eloquenza risolutiva dei risultati acquisiti, la nocività o la stessa pericolosità della metodica Stamina.

LA XII COMMISSIONE SENATO CONTESTA L'INTERPRETAZIONE CHE AVETE DATO AL COMUNICATO N. 173/2013, 58 DEL MINISTERO SALUTE LADDOVE FATE RILEVARE CHE LA VITALITÀ DELLE CELLULE PRELEVATE CON IL PRIMO SEQUESTRO ERA RISULTATA “ADEGUATA A QUALSIASI USO TERAPEUTICO”
Quel comunicato risale al 2012 e non al 2013 come è stato riportato nella relazione. Quando furono sequestrate quelle cellule mio nipote Federico era ancora sanissimo per cui nulla ha da spartire con fatti che non lo riguardano. È stata una costante quella di mischiare fatti vecchi (San Marino) con gli interventi terapeutici fatti a Brescia facendo ricadere su questi supposte inadempienze, ad oggi non provate, di quelli.

Tornando al comunicato, qualora la sintassi italiana fosse stata usata in maniera ambigua o scorretta dal Ministero, c'è il successivo comunicato (n. 58 del 10 marzo 2013) che non lascia adito a interpretazioni:
“Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi ha interpellato il Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Enrico Garaci, e il Direttore generale dell'Aifa, Luca Pani, sugli aspetti sanitari conseguenti ai complessi e non omogenei interventi dei giudici ordinari e amministrativi sull'impiego delle cellule staminali preparate presso gli Spedali Civili di Brescia secondo il metodo Stamina. Il Presidente dell'ISS e il Direttore generale dell'Aifa, nel ricordare che le cellule staminali predette risultano preparate non in conformità alle previsioni di legge e in laboratorio non autorizzato, hanno comunque osservato che, se a seguito di pronunce dei giudici viene dato comunque corso all'ulteriore impiego di tali cellule su alcuni pazienti, non sussistono specifiche ragioni per escludere che possano proseguire la stessa terapia i diversi pazienti che, a giudizio dei medici degli Spedali Civili di Brescia, hanno avuto un primo trattamento, senza che si siano verificati effetti indesiderati di rilievo, purché, in ogni caso, permanga il consenso informato del paziente o dei genitori del minore alla prosecuzione della cura”.
Ovviamente questo comunicato non viene citato nella “indagine conoscitiva”. Quindi nessun pericolo e rispetto delle norme in vigore. Dov'è il reato?

EPPURE VIENE RIPORTATA ANCHE QUI LA FAMOSA RELAZIONE DEL PROF. M. DOMINICI PRODIGA DI CRITICHE CONTRO LE CELLULE STAMINA
Quella relazione non riguarda le nostre cellule ma quelle sequestrate nel 2012. Non solo. Fu duramente e minuziosamente contestata sia dagli Spedali di Brescia che dalla stessa Regione Lombardia. Una “indagine conoscitiva” avrebbe dovuto quantomeno accennare a tali documenti di estrema importanza ai fini di una conoscenza dei fatti. Infine c'è anche la querela di Vannoni contro Dominici, anche questa di non secondaria importanza e non accennata.

SULL'EFFICACIA DELLA TERAPIA, A PAG. 27 VIENE RIPORTATA UNA DICHIARAZIONE DELL'AIFA OVE SOSTIENE CHE IN ALCUNI CASI “NON CI SONO ELEMENTI SUFFICIENTI PER POTER ESPRIMERE UNA VALUTAZIONE DELL'EFFICACIA” E NEGLI ALTRI “NON SONO STATI RISCONTRATI MIGLIORAMENTI OGGETTIVI”
L'AIFA sa benissimo che, dopo l'Ordinanza del 2012 con cui vietava la continuazione delle terapie, gli Ospedali di Brescia sono stati costretti a eseguire solo i controlli strettamente necessari che l'infusione richiedeva (controllo della febbre, emocromo, ecc.). Quando la dott.ssa Molino chiese che venisse effettuato qualche esame in più per Noemi abbiamo visto la reazione.

MA AVETE UNA VOSTRA DOCUMENTAZIONE MEDICA?
I commissari sanno benissimo che i pazienti hanno decine e decine di analisi strumentali eseguite in tantissime strutture pubbliche d'avanguardia. Non si tratta di certificati scritti dai medici (quelli si possono scrivere e rimangiare), si tratta di incontestabili ecografie, elettro, PEV consegnati in varie occasioni, alla Conferenza del 28 dicembre 2013 di Roma, ai Tribunali nei giudizi ex art. 700, al dott. Guariniello, al Tribunale di Riesame di Torino, alla stessa Commissione che, invece di citare e mostrare tali documenti (avendone avuto il consenso dai pazienti), cita le accennate, inconsistenti dichiarazioni del dott. Luca Pani.
Rendendo pubblici quei documenti non sarebbero state possibili tante affermazioni circa l'episodicità dei migliormenti, aggettivi fangosi su Stamina e sui pazienti (che alcuni pagliacci hanno chiamato “creduloni”), non sarebbe stato possibile dichiarare che “dall’art. 32 della Costituzione discende anche il dovere di proteggere da pseudo trattamenti non controllati e quindi potenzialmente dannosi” ed altre filastrocche simili.
Ma di tale documentazione medica non vi è traccia nella relazione.

NELLA RELAZIONE VIENE RIPORTATA LA DICHIARAZIONE DI UN DOTTORE CHE A METÀ SETTEMBRE 2013 SMENTISCE I PROGRESSI OTTENUTI DA SMERALDINA DOPO LE INFUSIONI STAMINA
Sì, sì, ma esistono analisi strumentali (non certificati o pareri o consulti) che confermano quei risultati.
La neurologa Carla Pecoraro, in data 31/10/2013, certificava:
“L'osservazione e lo studio dei tracciati elettroencefalografici (qui si parla di analisi strumentali!) della piccola Smeralda…, dall'aprile 2012 al settembre 2013, mostrano una progressiva evoluzione migliorativa. Infatti, rispetto ai tracciati ECG di circa un anno fa, gli ultimi tracciati mostrano una maggiore organizzazione dell'attività cerebrale di fondo…..”.
“Unico elemento terapeutico in più può essere attribuito alle infusioni di cellule staminali secondo metodo Stamina”.

NELLA RELAZIONE SI CONTESTA L'USO DEL TERMINE “COMPASSIONEVOLE” CONIUGATO IN FORMA DI “CURA COMPASSIONEVOLE” “PERALTRO NON CONTEMPLATA DALLA MEDICINA E NEMMENO DALLA LEGISLAZIONE ITALIANA IN MATERIA”
È grave che la Commissione ignori che l’espressione “uso compassionevole” sia presente nell’art. 83 (n.1 e 2) del Regolamento (CE) N. 726/2004.
I singoli Stati sono autorizzati a derogare alle regole comunitarie per la messa in commercio dei farmaci quando si tratta di malattie letali o che non possono essere curate con un medicinale autorizzato o sperimentato. Vi è un lungo elenco di disposizioni legislative italiane, europee ed extraeuropee che prevedono tali cure “eccezionali”, “non sperimentate” a partire dall’art. 37 della Dichiarazione di Helsinki (aggiornata a ottobre 2013) che usa, invece, la dizione “interventi non provati nella pratica clinica”.

PER QUALE MOTIVO PARLANO SEMPRE DI “SPERIMENTAZIONE” RICHIAMANDONE LE NORME?
Altra costante di tutti i detrattori è stata quella di richiamare norme che riguardano la sperimentazione.
Le infusioni Stamina venivano fatte a “uso compassionevole” ed erano disciplinate dal Decreto Turco/Fazio (c.d. Decreto Cure compassionevoli) che esplicitamente esclude dal proprio ambito di applicazione le norme relative alla sperimentazione.
Il richiamo alle norme che riguardano la sperimentazione ha fatto discendere l'arbitraria conclusione “costante” che le cellule staminali siano state preparate non in conformità alle previsioni di legge e in laboratorio non autorizzato. Tali norme (laboratorio GMP, autorizzazione AIFA, ecc.) sono state previste solo in questi giorni con il nuovo decreto di Lorenzin del gennaio 2015 che, se legittimo, dovrebbe sostituire il decreto Turco/Fazio. Se le previsioni del nuovo decreto Lorenzin fossero state già in vigore, avrebbe senso questo decreto sostitutivo dell'altro? A chi vogliono raccontarla?

QUESTE TERAPIE NON SPERIMENTATE FINO A CHE PUNTO POSSONO ESSERE GIUSTIFICATE? E QUAL'È LA FUNZIONE DEI COMITATI ETICI?
Rispondo estrapolando un pensiero del prof. Salvatore Amato dalla sua relazione consegnata alla Commissione e nei fatti ignorata:
“Io penso che abbia ancora valore quanto il Comitato Nazionale per la Bioetica aveva osservato in un parere espresso sulla terapia antitumorale proposta dal prof. Di Bella, nella Nota di risposta del 16 gennaio 1998 in cui si afferma che 'se un Comitato Etico di struttura viene richiesto di un parere, che non implica una sperimentazione organica secondo le norme vigenti, bensì soltanto il giudizio di eticità o meno di una terapia inusuale od alternativa, praticata su di un singolo paziente, tale parere del Comitato del resto non vincolante perché grava su ogni singolo medico, e non è delegabile, la responsabilità professionale di decisioni di terapie innovative ed alternative, potrà essere in linea di massima favorevole a condizione che sussistano, in quel caso particolare, le condizioni di gravità da un lato, e di inutilizzabilità delle terapie consolidate dall'altro, tali da configurare un reale stato di necessità che può giustificare qualunque ragionevole tentativo terapeutico alternativo’”

LE PROPOSTE LEGISLATIVE CHE LA COMMISSIONE HA INDICATO IN MERITO AI PROVVEDIMENTI GIUDIZIARI SUI “TRATTAMENTI NON PROVATI” RIGUARDANO ANCHE I PAZIENTI AI QUALI SONO STATE SEQUESTRATE LE CELLULE?
Sì, in particolare quanto previsto al punto 1 lett. C:: “I provvedimenti autorizzativi già emessi dall’autorità giudiziaria anteriormente all’entrata in vigore della normativa e successivamente a tale vigenza in fase di esecuzione, che risultino adottati in violazione di norme comunitarie, di legge e regolamentari o in violazione di provvedimenti dell’autorità sanitaria nazionale o che comunque violino l’interesse generale e richiedano la pronta difesa dei pazienti, possono essere in qualsiasi tempo impugnati secondo quanto previsto al punto (b)”.

NON SI È DETTO SIN QUI CHE LE VOSTRE INFUSIONI SONO STATE FATTE SECONDO LA NORMATIVA?
Sì, ma il nuovo decreto Lorenzin di questi giorni fissa norme diverse da quelle del decreto Turco/Fazio: autorizzazione AIFA, GMP, ecc. In sostanza da adesso sarebbero in vigore quelle norme che fino ad oggi non lo erano pur avendo sempre sostenuto che lo fossero. Inoltre propongono che venga cancellata la legge 57/2013 il cui art. 2 stabilisce che coloro che hanno iniziato il trattamento possono continuarlo.

E CHE VI HANNO IMPEDITO DI CONTINUARE NONOSTANTE LA LEGGE
Già. Sembra di vivere chissà dove ma tutto questo sta succedendo in Italia.

E QUANDO RESTERETE SENZA LE INFUSIONI COSA VI RESTA?
La solidarietà di queste stesse persone che, nel mentre ci tolgono l'unica speranza, si sono sempre dichiarati “preoccupati per la salute dei pazienti”.

MESSA COSÌ MI SA DI CINISMO
Purtroppo stiamo sopportando l'impossibile.

NON SI PUÒ DISCONOSCERE CHE LA COMMISSIONE ABBIA SVOLTO UN LAVORO SCIENTIFICO MINUZIOSO SULLE CELLULE STAMINALI RIPORTANDO UN'APPENDICE APPROFONDITA
Duole dover constatare che una relazione di una commissione del Senato riporti, con un vero e proprio copia-incolla, quanto era già stato scritto altrove (v. ad es., L'Indice dei libri del mese, Biologia e medicina rigenerativa, 22 novembre 2013).

INTERESSANTE CAPIRE CHI HA STILATO QUESTA RELAZIONE. NELLA NOTA 1 SI LEGGE: “DURANTE LA PROCEDURA INFORMATIVA E LA STESURA DEL PRESENTE DOCUMENTO, LA COMMISSIONE SI È AVVALSA DELLA CONSULENZA DEL DOTT. JOSÉ DE FALCO E DELLA DOTT.SSA CHIARA LALLI”. MENTRE NELLA NOTA 3 SI LEGGE CHE LA CRONOLOGIA È RIPRESA, AGGIORNATA E MODIFICATA DALLA CRONOLOGIA DI UN LIBRO DI CORBELLINI. CHI SONO?
Josè De Falco è componente dell'ufficio in Senato della Cattaneo, e anche membro di Giunta dell’associazione Luca Coscioni. Gilberto Corbellini è co-presidente della stessa associazione Coscioni.
Digitando “chiara lalli stamina” e “corbellini stamina” e ancora “associazioni coscioni stamina”, ci si può rendere conto dell’imparzialità di questi soggetti e di quanto siano stati adatti a stilare un’indagine conoscitiva del Senato della nostra repubblica.

HO LETTO ADESSO ANCHE LA NOTA 2: “LA PRESENTE CRONOLOGIA È STATA REALIZZATA AGGIORNANDO ED ADATTANDO QUANTO PREDISPOSTO DALLO STAFF DELLA SENATRICE ELENA CATTANEO PER L’INCONTRO 'LE APPLICAZIONI DELLE CELLULE STAMINALI IN MEDICINA RIGENERATIVA' TENUTOSI PRESSO LA SALA ZUCCARI DI PALAZZO GIUSTINIANI IL 15 APRILE 2014, NELL’AMBITO DEL CICLO DI INCONTRI "SCIENZA, INNOVAZIONE E SALUTE" PROMOSSI DALLA COMMISSIONE IGIENE E SANITÀ DEL SENATO.
Tale incontro fu così ricordato da Cattaneo:
“Ieri, con scienziati di fama come Graziella Pellegrini, Luigi Naldini, Alessandra Biffi, Michele De Luca, abbiamo invece voluto parlare 'seriamente' di staminali in Senato: un luogo dove si sarebbe dovuto parlare di questo ben prima. Dopo mesi di bombardamento su Stamina – il più grande deragliamento nella storia della medicina italiana da anni – l’abbiamo fatto anche grazie all’indagine conoscitiva su Stamina svolta dal Senato. Sono stati presentati gli unici casi di cura con staminali per tre tipologie di malattia, a cui – va precisato – si arriva non certo attraverso scorciatoie o furberie. I trattamenti sicuri ed efficaci riguardano, oltre al trapianto di midollo, la ricostruzione della cornea, l’uso di staminali ematopoietiche per il trattamento di malattie immuno-ematologiche quali la leucodistrofia globoide cellulare (Gld o malattia di Krabbe)”.
È la malattia di Krabbe che sta portando alla morte mio nipote. Incredulo, telefonai ai medici indicati, sperando che negli ultimi giorni avessero trovato la soluzione.
La risposta potete ascoltarla voi stessi con una semplice telefonata o inviando una email a Telethon.
Eppure si parlava nel Senato e non in un'osteria.

Si conclude un’intervista che gli stessi autori manderanno alle competenze istituzionali, ma  forse sarebbe arrivato il momento di capire anche la posizione di chi ha votato all’unanimità questa legge di Stato italiano che autorizza la sperimentazione. Noi de l’Osservatore d’Italia abbiamo sempre sostenuto che qualcosa di grave era accaduto in quelle stanze dei bottoni, e che per amore di trasparenza e verità, non si doveva lasciare sospesa alcuna azione che potesse chiarire definitivamente una storia controversa, fatta soprattutto di ombre e di mezze verità. Con molta lungimiranza avevamo fatto un appello un anno fa: “Illustrissimo magistrato, non conosco il suo volto e neanche il suo nome, ma la sua capacità di analisi e di logica non potrà che trovare interessante la documentazione che è emersa su tutti i personaggi che ruotato intorno al caso stamina, partendo dalle istituzioni fino al conosciutissimo Davide Vannoni. Ognuno con il proprio contributo è diventato l’attore principale di una storia che per la sua assurdità sta erodendo l’etica di questa nazione, ma soprattutto mette a rischio la garanzia del diritto costituzionale scippato a bambini che hanno già un destino segnato da una malattia degenerativa, orfani di cura farmacologica”.




AIDS: TROVATO L'ANTIDOTO

Redazione

No, non è uno scherzo oppure un "fake" come si dice oggi. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, un gruppo di ricercatori dello Scripps Research Institute, a Jolla, California, ha annunciato di aver identificato una sostanza che sarebbe in condizione di inibire il virus Hiv 1, che è il principale responsabile dell’AIDS. Gli scienziati affermano di aver creato un farmaco anti-HIV così potente che potrebbe funzionare come un vaccino. La medicina è stata somministrata a dei Macachi che sono stati in grado di respingere ripetute dosi elevate della versione ‘scimmiesca’ della malattia. I ricercatori sostengono che il farmaco, a base di proteine, è stato sorprendentemente efficace nel bloccare ogni ceppo di HIV, e segna un importante passo avanti verso una cura per l'AIDS. Il virus dell’HIV normalmente invade cellule attraverso due recettori. La nuova i proteina blocca punti dove il virus si lega ai due recettori cellulari, non lasciando alcun punto di entrata per il virus. Secondo i ricercatori, poiché la proteina attacca entrambi i recettori piuttosto che uno solo, questa, chiamata eCD4-IG, è in grado di bloccare più ceppi di HIV rispetto a uno qualsiasi dei diversi potenti anticorpi che hanno dimostrato di disattivare il virus. Michael Farzan, professore di malattie infettive presso lo Scripps Research Institute di Jupiter, ha dichiarato che la proteina “E 'assolutamente efficace al 100% – aggiungendo che – non c'è dubbio che ci troviamo di fronte, di gran lunga, all’inibitore di entrata più forte finora trovato”. Questo nuovo farmaco è stato testato, per ora, solo su quattro scimmie rhesus, non su esseri umani. Anthony Fauci, direttore dell'Istituto Nazionale di allergie e malattie infettive, istituto che ha finanziato la ricerca, ha spiegato che “Questa ricerca innovativa promette di farci avanzare verso due importanti obiettivi: la realizzazione di una protezione a lungo termine dalla infezione da HIV, e di mettere l’HIV in remissione sostenuta, nelle persone con infezione cronica ". Nancy Haigwood, una ricercatrice di Microbiologia Molecolare e Immunologia, presso la Oregon Health and Science University, ha scritto, in un suo commento sulla scoperta, commento che è strato pubblicato sulla rivista Nature, che si tratta di un farmaco che “E 'molto intelligente e molto potente", aggiungendo che "Questo farmaco potrebbe essere molto meglio di qualsiasi vaccino all'orizzonte.” Gli scienziati hanno creato la proteina fondendo insieme elementi di entrambi i recettori cellulari a cui l'HIV si lega. Essi hanno poi iniettato il materiale genetico, che codifica la proteina nei quadricipiti delle quattro scimmie, stimolando la produzione della nuova molecola. I ricercatori hanno infine infettato le scimmie con una versione ibrida del virus HIV, somministrando loro, fino a quattro volte la quantità di virus che hanno usato per infettare un gruppo di controllo. La proteina ha protetto le scimmie per 40 settimane. Il passo successivo sarà quello di testare la sua efficacia come un vaccino, in persone che non hanno contratto il virus, ma sono ad alto rischio di infezione. Philip Johnson, professore presso l'Università della Pennsylvania e direttore dell'Ospedale dei Bambini del Philadelphia Research Institute, ha detto che "Sembra essere una molecola estremamente potente, essa sembra inoltre convalidare l'idea che dovremmo pensare in termini alternativi, su come preparare vaccini contro l'HIV”. Ha concluso dicendo “dovrebbe essere testato sugli esseri umani subito, poiché per me i dati sui primati sono eccezionali”




SCANDALO AVASTIN LUCENTIS: LA SOCIETÀ OFTALMOLOGICA ITALIANA CHIEDE AIUTO A MATTARELLA

Piovella, il presidente della Soi denuncia: "attualmente nel nostro Paese, solo l’1% dei medici oculisti sono autorizzati e messi nella condizione di prescrivere Avastin: negli Stati Uniti ed in Europa il 100% dei medici oculisti sono autorizzati a utilizzare il farmaco 43 volte meno costoso ma equivalente per efficacia e sicurezza”

di Cinzia Marchegiani

Un’Italia che sembrerebbe non voglia voltare pagina dopo lo scandalo che ha investito le due multinazionali Roche e Novartis, che hanno concertato sin dal 2011 una differenziazione artificiosa dei farmaci Avastin e Lucentis, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari. Per il Sistema Sanitario Nazionale l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno. L’antitrust, dopo l’istruttoria aveva imposto sanzioni ai due colossi Novartis e Roche rispettivamente di 92 e 90,5 milioni di euro.

Ma a riaprire questa surreale e grottesca storia è la stessa SOI, la Società Oftamologica Italiana che ora si vede costretto a rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica con una denuncia severa: “Vi sono 65 mila pazienti affetti da maculopatia che potrebbero trovarsi a fronteggiare un'emergenza, la loro possibile cecità! La SOI chiede ora l'intervento delle massime cariche dello Stato, del Presidente della Repubblica e del Premier e sollecita nuovamente il Ministro della Salute affinché venga garantito l'accesso alle terapie a tutti i pazienti”.


A richiamare l’attenzione è lo stesso Presidente della SOI Matteo Piovella che fotografa un dato allarmante, e dimostra come l’Italia è l’unico Paese dove si assiste a una diminuzione del numero di terapie intravitreali: “Solo nell’ultimo anno esiste un delta negativo del 40% rispetto all’Inghilterra e del 30% rispetto a Germania e Spagna. Questi dati evidenziano una realtà sorprendente: in Francia, Paese gemello per numero di pazienti affetti da maculopatia, si sono effettuati nel 2014, ben 650.000 trattamenti intravitreali. In Italia solo 230.000, il 10% in meno rispetto all’anno precedente. Per consentire a tutti di curarsi dovrebbero essere 700.000: nel nostro Paese mancano all’appello 470.000 iniezioni.”


Oggi in Italia – continua Piovella, Presidente della SOI – in un periodo di “tagli e spending review”, su 100 euro spesi per la cura delle maculopatie, 77 euro vengono spesi per Lucentis e solo 20 centesimi per Avastin. Attualmente nel nostro Paese, solo l’1% dei medici oculisti sono autorizzati e messi nella condizione di prescrivere Avastin: negli Stati Uniti ed in Europa il 100% dei medici oculisti sono autorizzati a utilizzare il farmaco 43 volte meno costoso ma equivalente per efficacia e sicurezza.
Il Presidente Piovella spiega le conseguenza di questo disastroso atteggiamento, citando anche la cronistoria dei due farmaci che hanno visto trionfare… ma evidentemente solo sulla carta il diritto dell malato di potersi curare senza spendere ingenti somme: “Il continuo aumento del numero dei casi di maculopatia rapportato all’attuale insufficiente numero di iniezioni sta facendo si che migliaia di italiani potranno perdere la vista. Grazie all’ennesimo difficile intervento da parte di SOI e del suo Presidente, in una situazione che evidenzia il fallimento del sistema regolatorio sostenuto da AIFA e dal Consiglio Superiore di Sanità, enti che si sono resi responsabili di gravi e imperdonabili errori contenuti nei pareri e nelle delibere a suo tempo approvate a limitazione dell’utilizzo di Avastin intravitreale, l’ Autorità Garante si è nuovamente pronunciata riconoscendo la valenza delle istanze rappresentate da SOI. In sintesi Antitrust ha intimato al Ministro della Salute ed ad AIFA di cancellare la discriminazione incostituzionale tra pubblico e privato inerente l’utilizzo di Avastin, oggi illegittimamente deliberato a esclusivo utilizzo negli ospedali pubblici. Ma a oggi tutto sembra tacere – ricorda Piovella.

Ora la SOI, con il proprio documento di posizione esprime sostegno al deciso intervento dell’Antitrust e continuerà con tutta la forza della sua competenza tecnico scientifica a lottare per superare l’illegittima limitazione della somministrazione di Avastin ai pazienti affetti da maculopatia. Nel dettaglio la posizione
La posizione di SOI è quella vigente in tutto il mondo scientifico internazionale. Ogni singolo oculista ha la formazione e la capacità e deve essere in grado di poter prescrivere ed effettuare una terapia intravitreale così come avviene in tutto il mondo. L’effettuazione di una terapia intravitreale è sicuramente meno complessa rispetto all’effettuazione di un intervento di cataratta e non vi sono esigenze scientifiche o di sicurezza che possano escludere o impedire ai medici oculisti di poter erogare una terapia ai pazienti che ne hanno bisogno.


Sostenere il contrario e agire di conseguenza, significa porre limiti restrittivi incostituzionali sia alla professione di medico chirurgo sia di accesso alle cure per quei pazienti che rischiano la cecità. Solo con una azione politica responsabile il nostro Paese tornerà a una situazione di normale rispetto e sostegno delle competenze e capacità dei medici oculisti italiani, professionisti che hanno sempre saputo dare il meglio a sostegno dei pazienti e dell’accesso alle cure, attraverso l’utilizzo delle migliori e più aggiornate terapie, che hanno reso fino ad oggi l’oculistica italiana una “eccellenza” riconosciuta a livello internazionale.

SOI RICHIEDE INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il Presidente Piovella, ricorda come la SOI istituzionalmente lavora a sostegno dei medici oculisti nell’esclusivo interesse della tutela salute visiva della popolazione, e denuncia, forte delle vittorie sia del Tar che dell’AGCOM, che l’attuale sistema non funziona: “non funziona perché dei 130.000 pazienti che ogni anno necessitano di terapie intravitreali, la metà, ovvero 65.000 persone, non ha più accesso ad alcuna cura, sia per la scarsa diffusione di Lucentis nelle strutture pubbliche (a causa degli alti costi) sia per le assurde difficoltà (derivanti da impedimenti normativi e burocratici di varia natura) nel reperimento e nell’uso di Avastin.” Ma non solo! Lo scenario potrebbe anche peggiorare poiché il continuo aumento del numero dei casi di maculopatia rapportato all’attuale insufficiente numero di iniezioni faranno sì che migliaia di cittadini perderanno la vista con conseguenti gravi ripercussioni su tutto il sistema. Per questo la SOI chiede un intervento del Presidente della Repubblica e del Premier: "Intervenite prima che sia troppo tardi per tutti!"


Una beffa che si sta consumando sulla salute dei malati, un’inchiesta dovrebbe essere doverosa in merito, la cecità è un danno non solo personale, ma anche sociale e questo per favorire un farmaco a dispetto di uno equivalente e meno costoso? In effetti il dubbio non è solo amletico….




UN SAN VALENTINO SPECIALE CON LA XV GIORNATA DI RACCOLTA DEL FARMACO


di Cinzia Marchegiani

Un San Valentino speciale, oggi è anche la XV Giornata di Raccolta del Farmaco (GRF). Dal 2000 ogni anno, il secondo sabato di febbraio, in tutta Italia, migliaia di volontari di Banco Farmaceutico sono presenti nelle oltre 3500 farmacie aderenti, e invitano i cittadini a donare farmaci per gli Enti assistenziali della propria città: è la GRF – Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco. Ogni Ente viene convenzionato ad una o più farmacie in cui sono raccolti esclusivamente farmaci senza obbligo di prescrizione.

In 14 anni la Giornata di Raccolta del Farmaco ha raccolto oltre 3.400.000 farmaci, per un controvalore commerciale di circa 22 milioni di euro. L’ultima edizione, che ha avuto luogo l'8 febbraio 2014, ha visto il coinvolgimento di 3.561 farmacie e oltre 14.000 volontari; dei 359.889 farmaci raccolti hanno beneficiato oltre 700.000 persone assistite dai 1.576 Enti convenzionati con Banco Farmaceutico.
La Giornata è organizzata in oltre 3.600 farmacie distribuite in 97 province e in più di1.200 comuni. A beneficiare dei farmaci saranno quasi 1600 enti assistenziali quotidianamente impegnati nella lotta alla povertà sanitaria. In Italia, ogni anno servono 3.300.000 confezioni di farmaci per i poveri che non possono curarsi. “Solo condividendo il bisogno quotidiano -ricorda la stessa organizzaione GRF- possiamo essere quel ponte che porta l’annuncio di speranza che il destino non ha lasciato solo l’uomo.”
Ad organizzare questa raccolta, la Fondazione Banco Farmaceutico onlus in collaborazione con Federfarma e CDO Opere sociali. La GRF si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e Pubblicità Progresso, grazie al sostegno di ASSOSALUTE (Associazione nazionale delle industrie farmaceutiche dell’automedicazione), FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani), Fondazione Telecom Italia, EG EuroGenerici, Teva Italia e grazie al supporto dei media partner Avvenire e TV2000 e alla collaborazione della testata nazionale TGR e del Segretariato Sociale Rai.

“Un momento importante dell’anno – spiega Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus – che mi auguro incontri la generosità di tutti gli italiani per potere rispondere con maggiore efficacia all’aumento costante della povertà sanitaria. Ancora una volta voglio ringraziare tutti i farmacisti e i volontari che hanno aderito alla Giornata di raccolta del Farmaco dando un segno di grande civiltà e solidarietà”.

“Per un’azienda come Teva Italia – dichiara Salvatore Butti, Business Unit Generics, OTC & Portfolio Director dell’azienda – che vanta tra i propri valori inalienabili l’accessibilità alle cure per tutti, essere presenti a un’iniziativa come quella di Banco Farmaceutico è davvero importante e significativo. È il punto di partenza e di arrivo del nostro lavoro: per questo non ci limitiamo a produrre farmaci di alta qualità, ma vogliamo offrire il nostro sostegno agli italiani anche attraverso una serie di iniziative a sfondo sociale”.

“Grazie alla raccolta di farmaci senza obbligo di ricetta – afferma Gaetano Colabucci, presidente di ASSOSALUTE – questa giornata, che ASSOSALUTE sostiene con impegno sin dalla prima edizione, rappresenta un’iniziativa importante per contribuire alla salute e al benessere dei più bisognosi. I farmaci di automedicazione, infatti, rappresentano uno strumento efficace e semplice per risolvere i più comuni disturbi di salute”.

“EG EuroGenerici ha collaborato con il Banco Farmaceutico fin dall’inizio dell’attività – ricorda Enrique Hausermann, Amministratore Delegato di EG EuroGenerici – L’Auspicio è che anche i farmaci soggetti a prescrizione medica trovino un più ampio spazio e legittimità nell’ambito dell’attività del Banco Farmaceutico”.

Marcella Logli, Direttore Generale di Fondazione Telecom Italia fotografa uno scenario  in cui si registra l’aumento dei soggetti che hanno difficoltà a sostenere le spese per curarsi: "la GRF rappresenta invece un importante momento di aiuto e di sostegno. Fondazione Telecom Italia ha voluto in particolare far parte di coloro che supportano Banco Farmaceutico e sta così sviluppando un progetto per la donazione di farmaci online che ci auguriamo possa essere di valore aggiunto alla lotta contro la povertà sanitaria”.

“Da sempre la Federazione – sottolinea Andrea Mandelli, presidente della Fofi -sostiene questa fondamentale iniziativa di solidarietà, e sono certo che anche questa prossima edizione confermerà il grande impegno sociale di tutti i farmacisti”.

Anche Lupa Pani dg dell'AIFA sostiene questa importante raccolta :"“Come AIFA,  abbiamo il dovere di tutelare la salute garantendo accesso ai farmaci da parte di tutti i cittadini. Ci siamo resi conto che, sebbene le donazioni di farmaci siano aumentate nel corso del tempo, non stiamo facendo ancora abbastanza, dobbiamo fare di più, ecco perché abbiamo deciso anche noi di supportare le iniziative rivolte a stimolare la donazione. Nell’ottica di una maggiore responsabilità sociale abbiamo infatti avviato un dialogo tra i soggetti coinvolti finalizzato al potenziamento delle attività di donazione di farmaci alle fasce meno abbienti della popolazione”.

L’appuntamento è quindi in farmacia,oggi sabato 14 febbraio, per fare “un gesto di amore” donando un farmaco a chi ne ha bisogno, quest’anno davvero un San Valentino speciale.




STAMINA: ANDOLINA DICE NO AL RICORSO IN ADIUVANDUM AL TAR DEL LAZIO

di Cinzia Marchegiani

Abbiamo seguito tutte le fasi del caso Stamina, aprendo con moltissime inchieste crepe delle mezze verità, cercando di analizzare gli scenari da cui emergevano interessi complicati, che in modo indiretto potevano trarre beneficio dall’esito negativo della stessa sperimentazione. Ombre persistenti e mai dileguate saranno il simbolico epilogo di questa storia classica all’italiana, dove per un bene superiore, i diretti interessati, cioè i malati, forse non potranno mai appagare quel desiderio morboso e giustificato di conoscere la verità. La notizia del rifiuto al patteggiamento al secondo di Stamina Foundation, Marino Andolina ha di fatto rattristato quelle famiglie che in lui hanno visto il senso del coraggio, capace di comprendere la vera sofferenza, di saperla viverla come se fosse parte della sua stessa carne. Anche Marino Andolina infatti aveva avanzato il patteggiamento, come egli stesso ha detto:” un atto dovuto, dopo l’abbandono anche di Giancarlo Merizzi, non potevo sostenere da solo una battaglia che sarebbe costato un tesoro immenso, la perdita di ogni bene, seppur di piccolo valore, per la mia famiglia sarebbe stato un sacrificio grande, e si sarebbe ritrovata anche senza una casa.”
Ma un destino a tratti incomprensibile, vuole che alla richiesta di questo patteggiamento per il processo di Torino, il pm Guariniello abbia deciso di opporsi all’udienza preliminare avvenuta il 3 febbraio scorso al palazzo di Giustizia di Torino, mentre a Davide Vannoni e altri è stato accordato, anche se in realtà solo nell’udienza del 18 marzo 2015 il gup Potito scioglierà le riserve e deciderà se accogliere i vari patteggiamenti. Marino Andolina in un post su facebook, aveva tranquillizzato le famiglie che credono tutt’oggi all’importanza e il valore del ricorso al Tar del Lazio : “non posso sostenere personalmente il ricorso al Tar, ma mi offro, se utile e gradito, quale ricorrente ad adiuvandum delle famiglie”. Questo era stato dettato dal fatto che all’associazione, che aveva presentato ricorso in adiuvandum alla Stamina Foundation è arrivata la notifica da parte del Tar del Lazio,  dell’effettivo ritiro del ricorso da parte degli avvocati di Davide Vannoni. Ora l’avv. Mazza della stessa associazione Movimento Vite Sospese ha deciso di chiedere al presidente della commissione di poter accedere al ricorso non più in adiuvandum, ma come parte diretta interessata, perché rappresentante degli interessi e diritti dei malati. Ma ecco che oggi lo stesso dr Andolina tramite l’Osservatore d’Italia fa sapere a queste famiglie che ha deciso che non appoggerà un loro eventuale ricorso in adiuvandum: “Non sarò al vostro fianco, scelta irreversibile e maturata con fermezza, la strada è stata già segnata e altre battaglie mi attendono”. Insomma Marino Andolina ha fatto una scelta che sicuramente amareggerà molte persone, ma non sarà lui a dare un contributo in questo percorso legale, diventato tortuoso, cui invece le famiglie cercheranno di accedere.

Infatti non solo le associazioni, ma ora anche le famiglie dei malati infusi vorrebbero presentare nuovo ricorso, perché titolari di un diritto diretto e se accolto potrebbe in realtà aprire finalmente le porte a quelle verità sottaciute, e poter conoscere le pieghe ancora oscure di una parte fondamentale di questa storia che dal 2013 sta condizionando aspettative delle stesse famiglie. Perché è stata annullata una sperimentazione legge di Stato, votata all’unanimità dal parlamento? Ancora non sanno della decisione del Dr Andolina, su cui forse facevano leva, ma la loro forza è dettata da scelte personali, che riguardano la dignità e il rispetto dei loro figli malati. Per questo sarebbe opportuno non dimenticare che il 4 dicembre 2013, il Tar del Lazio con l’ordinanza n. 4728/2013 accoglieva la domanda della Stamina Foundation Onlus, e sospendeva il provvedimento impugnato dalla Ministra Lorenzin che con la “presa d’atto” dichiarava non più proseguibile la sperimentazione dopo che il 29 agosto 2013 il primo comitato scientifico esprimeva all’unanimità parere negativo sul metodo esaminato.
Il TAR accoglieva di fatto il motivo con cui si denunciava l’illegittima composizione del Comitato, essendo stati nominati come componenti dei professionisti che in passato, ben prima dell’inizio dei lavori e di conoscere i protocolli, avevano espresso forti perplessità o addirittura accese critiche sull’efficacia del metodo Stamina, mentre il loro compito non era giudicare il metodo.

Il comitato svolge i seguenti compiti:
a) identificazione delle patologie da includere nella sperimentazione di cui all'articolo l;
b) definizione dei protocolli clinici per ciascuna delle patologie da trattare;
c) identificazione delle officine di produzione da coinvolgere nella sperimentazione, scelte tra
quelle autorizzate dall’AlFA a produrre prodotti per terapia cellulare;
d) identificazione delle strutture ospedaliere pubbliche e private, accreditate o autorizzate nelle quali trattare i pazienti.

Il parere negativo dell’attuale secondo Comitato Scientifico sembrerebbe reiterare lo stesso comportamento del primo che di fatto il Tar ha sonoramente bacchettato, ecco perché sarebbe importante, per fugare qualsiasi sospetto, che il ricorso delle famiglie e delle associazioni fosse accettato non più come adiuvandum ma come ricorrente della parte interessata, affinché si possa rassicurare tutti che ogni azione sia stata fatta nel rispetto delle regole e della legge stessa. Il parere attuale del comitato scientifico però lascia tanti dubbi in sospeso, partendo dall’apposizione delle firme in calce, che riguardano esclusivamente i membri italiani, mentre tutti gli scienziati internazionali non hanno preso parte a questa importante decisione per il nostro paese e per la scienza tutta.

Le famiglie e le associazioni sono sempre coloro che in virtù di un diritto loro negato, sono coloro che sono sempre in prima fila a difendere con i denti, a sacrificio del tempo perso per stare al fianco dei loro bambini malati h24…. i loro diritti. E allora ci si chiede, lo Stato garante delle leggi e della costituzione, i parlamentari che hanno votato la sperimentazione del metodo stamina, perché non sono affianco a queste famiglie che non chiedono la luna, ma solo sapere tramite il ricorso al TAR, se siano stati legittimi tutti gli atti che di fatto hanno cancellato una legge italiana.

Avevamo cominciato ad indagare nel lontano 2013 fotografando questa storia con atmosfere degne delle pellicole di Agatha Christie, che avvolgevano nelle nebbie più torbide il caso stamina. In questa intricata vicenda troppe cose non tornano e la soluzione dei misteri con difficoltà non si vogliono trovare, e ora questo puzzle è diventato immenso. Le sensazioni condivise da molti ormai…forse troppi, è la consapevolezza che le vite dei malati e la dignità degli stessi malati avessere un valore infinitesimale. Una storia assurda dove i protagonisti principali hanno molto da perdere, bambini a cui il destino ha donato una vita difficile e senza speranza cui le istituzioni e le figure preposte non hanno mai volto lo sguardo, mai un incontro, come se quei visi, quegli occhi potessero provocare conflitti laceranti. 




SAN GIUSEPPE JATO: TOLLERANZA ZERO VERSO CHI NON RISPETTA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

di Angelo Barraco

San Giuseppe Jato (PA) – il Sindaco Davide Licari dispone controlli severi e tolleranza zero verso coloro che non rispettano la raccolta differenziata dei rifiuti. E’ passato alla maniere forti il Sindaco e ha preso la situazione di petto, sanzionando coloro che non rispettano il calendario con multe. Sono state circa quindici le multe che la Polizia locale ha rilasciato a coloro che non hanno rispettato l’ordinanza sindacale. Coloro che si sono adoperato per il controllo delle vie del centro abitato sono stati: il Sindaco stesso, che si è prodigato in prima persona, gli assessori, i Vigili Urbani e gli operatori ecologici di una ditta privata. Queste le parole del Sindaco: “ In poche sono stati passati al setaccio diverse zone del paese alla ricerca dei trasgressori. In alcuni casi sono stai aperti anche i sacchetti alla ricerca di informazioni che ci hanno permesso di risalire all’identità dei cittadini”. La decisione da parte del Sindaco di adottare misure di controllo così meticolose, è nata dopo una serie di segnalazioni e lamentele pervenute al Comune. Coloro che trasgrediranno il calendario della raccolta differenziata riceveranno multe salatissime che possono arrivare fino a 600 euro. Il Comune ha annunciato anche che installerà delle telecamere presso alcuni tratti. 




FARMACI DELLA SANDOZ, BENOCRIT E OMNITROPE PERSCRITTI A BAMBINI DA MEDICI COMPLICI PER AVERE GUADAGNI E BENEFIT

Rinviata l’udienza preliminare prevista per i primi di febbraio 2105 con cui ben 48 medici tra informatori farmaceutici della Sandoz-Novartis e medici complici sono stati accusati di prescrivere negli ospedali i farmaci consigliati per permettere di aumentare il fatturato 

 

di Cinzia Marchegiani

E’ ricordato come lo scandalo delle regalie e degli ormoni della crescita dati a massimi dosaggi ai bambini esclusivamente per aumentare i fatturati aziendali. Lo scandalo scoppiato nel lontano maggio 2012 ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati 80 persone, tra informatori farmaceutici della Sandoz-Novartis e medici complici che prescrivevano negli ospedali i farmaci consigliati ottenere un mutuo beneficio. Le indagini dei Nas dei Carabinieri accertarono che i medici implicati in questa truffa a danno dei pazienti, avrebbero prescritto dosi massicce di due farmaci, il Benocrit a base di epoetina alfa, indicato farmacologicamente per il trattamento dell’anemia sintomatica associata a insufficienza renale cronica in pazienti adulti e pediatrici, poiché stimola la produzione dei globuli rossi; e l’Omnitrope, l’ormone somatotropo, o meglio conosciuto come l’ormone della crescita. In cambio i compiacenti avrebbero ottenuto vari regali, partendo da viaggi, gioielli fino a contributi per le associazioni. Il Gip di Busto Arsizio lo scorso 29 ottobre 2014 ha archiviato le posizioni di due medici di Ferrara, su richiesta nella stessa Procura che ha ottenuto invece il rinvio a giudizio per 41 persone, con udienza preliminare che appena pochi giorni fa ha prodotto un magro rinvio a giudizio poiché alcune notifiche non sono state recapitate. Le strutture ospedaliere coinvolte in questo scandalo sono decine in tutta Italia, medici nonché primari coinvolti, avrebbero messo in atto il così definito “sistema Sandoz” grazie al quale inserivano i farmaci, poi finiti sotto inchiesta avviata dalle Procure di Busto e Rimini, nelle terapie dei loro pazienti esclusivamente per accedere ai numerosi benefit personali..
I reati loro contestati vanno dall’associazione per delinquere, corruzione, alla distribuzione e somministrazione di farmaci in modo da arrecare pregiudizio alla salute pubblica, fino a istigazione alla corruzione, concussione, frode ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, falsità in atti, comparaggio.

A parlarne interviene Paolo Eusebi, il Consigliere Regione Marche che spiega in dettaglio lo strano caso dell’ormone della crescita e ricorda che proprio nelle Marche, l’ormone era prescitto a go-goe facendo diventare la Regione che prescrive più somatotropina d’Italia: "Da anni denuncio l’abnorme consumo dell’ormone della crescita nelle Marche e chiedo controlli ed un ruolo basilare (da me sempre reclamato giustamente a gran voce per poter avere un controllo serio e scientificamente certificato) da parte del servizio di diabetologia pediatrica del Salesi nel Piano Sanitario Regionale è considerato punto di riferimento essenziale nell’ambito della rete di endocrinologia e diabetologia pediatrica. Tanto per capirci se nel 2010 nella nostra Regione il consumo dell’ormone era pari a 14 mg ogni 100 persone, in Lombardia era pari a 6 mg ogni 100 persone, in Sardegna addirittura 5 mg per 100 persone. Con un costo sociale per noi marchigiani pari ad oltre 8 milioni di euro. E per una Regione che notoriamente non soffre di nanismo è decisamente troppo. Per l’Istituto Superiore della Sanità, i costi ambulatoriali che il nostro Sistema Sanitario Nazionale sostiene per il trattamento con ormone della crescita sono infatti riferibili, in un triennio, a circa 137 mila euro, di cui il 69% (94 mila euro) al momento della prima visita e il 43% per i follow-up; l’89% della spesa è costituito da pazienti in età evolutiva. Si arriva così ai circa 436 milioni di euro/triennio, di cui 380 milioni utilizzati per il trattamento nei bambini. Fatto sta che nell’ottobre del 2012 i Nas di Bologna su input delle procure di Rimini e Busto Arsizio sono intervenuti anche nella nostra Regione dove, dati dell’Istituto superiore della sanità alla mano, si registrano i picchi massimi di consumo dell’ormone di tutto il Paese. Sessantasette i medici indagati (quattro nelle Marche) nell’ambito di una collaudata organizzazione che, per incrementare le vendite di alcune tipologie di farmaci destinarti ai bambini per curare i disturbi della crescita, dava o prometteva viaggi, pc, tablet, ipad e persino gioielli. Insomma, più prescrivi e più ricevi. Ora si sta andando avanti con l’accertamento dei fatti e dei diversi livelli di responsabilità e quindi ci si aspetta piena luce su quanto da tempo in Italia e nelle Marche stava accadendo."
Del resto, lo stesso Coinsigliere Eusebi ha chiesto chiarezza in questa vicenda affinché ci sia una vera crescita non solo fisica ma anche di conoscenza vera su come i  figli vengono curati da professionisti seri e non da farabutti che nel paziente e nel servizio sanitario vedono solamente un modo facile facile di far soldi.
"D’altronde– continua Eusebi – il sospetto mi sembra legittimo, mi chiedo per quale motivo il Responsabile di quella struttura del Salesi (la S.O.D di Diabetologia Pediatrica) che, secondo la massima legge sanitaria delle Marche (il Piano Socio Sanitario), è il punto di riferimento della rete di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, non è stato nemmeno inserito (quando dovrebbe presiederla) nella Commissione Regionale per l’Ormone della Crescita.
Perché il Responsabile della S.O.D. di Diabetologia Pediatrica del Salesi, unico pediatra specializzato in Endocrinologia della regione Marche e referente per la nostra regione della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (S.I.E.D.P.) non solo non presiede quella Commissione, ma non ha mai ottenuto, da una classe burocratica infedele e ottusa (e speriamo sia “solo” questo) l’autorizzazione alla prescrizione dell’ormone?
Quando si vedono compiere cose così incomprensibili, che tra l’altro contrastano con la volontà del Legislatore Regionale, da una classe burocratica che troppo spesso si occupa dei propri interessi con maneggi complicatissimi, mi sembra legittimo chiedersi: cosa c’è sotto? Per tentare di riportare a legalità questo strano caso il collega presidente Giancarli ed io abbiamo presentato una mozione n.671 presentata lo scorso 23 aprile 2014 che fu poi approvata."

Dal caso sollevato e dai dati che emergono da questa storia di malasanità viene da chiedersi quanto il sistema sanitario abbia allargato le proprie maglie senza più alcun filtro morale cedendo al business e al compromesso economico, seppellendo drasticamente l’etica caposaldo del giuramento di Ippocrate che dovrebbe contraddistinguere e guidare le scelte del medico. Questo scandalo ha minato in modo viscerale il rapporto di fiducia del cittadino non solo verso le istituzioni ospedaliere, ma in quello più personale e intimo che si instaura tra medico e paziente, che invero diventa la vittima disegnata e inconsapevole per ottenere guadagni facili e quei benefit che non dovrebbero mai varcare la soglia di uno studio medico o un ospedale, che sia esso pubblico e privato. In un mondo dove conta solo ed esclusivamente il fatturato, ci si chiede quanto il mercato farmaceutico, diventato non solo competitivo ma altamente concorrenziale, possa influenzare negativamente i meccanismi di controllo sanitario, dove l’utente finale, cioè il paziente diventerebbe un numero sfacciato. Queste crepe immense esporrebbero, se tali reati fossero dimostrati, crimini nauseabondi, scoperti dalle inchieste specifiche che in realtà neanche dovrebbero partire, che mettono sullo stesso piano il medico ad un sempsemplice affarista che ha trovato la strada più facile per ottenere benefit e denaro sfruttando l’ignaro malato per le proprie patologie. Lo scandalo è doppiamente inquietante dove a serio rischio sarebbero bambini trattati con dosi non idonee alle loro terapie. Tutto ciò potrebbe gettare ombre minacciose sulla gestione della sanità pubblica che indissolubilmente si troverebbe imbrigliata alle regole del business farmaceutico, dove a pagare le conseguenze più gravi e a volte irreversibili sono gli stessi malati oggetto del piano perpetrato, così il crimine diventa aberrante

 




EMBRIONI CONGELATI 19 ANNI FA: OK ALL'IMPIANTO

di Pina Guglielmino

Dopo una lunga attesa, arriva il via libera del tribunale civile di Bologna che ha accolto l'istanza di una cinquantenne ferrarese, la quale potrà farsi impiantare embrioni del marito morto nel 2011 congelati da quasi due decenni. A tal proposito, diversi i pareri degli esperti, che esternano la fattibilità dell'impianto, ma giudicano alto il rischio di aborto.

I giudici hanno quindi ordinato al policlinico Sant'Orsola di provvedere immediatamente all'impianto degli embrioni prodotti con fecondazione assistita nel '96, prima della Legge 40, e da allora crioconservati.Secondo l'ordinanza, anche se la dichiarazione del 2010 non si può considerare un valido consenso, la stessa "costituisce una manifestazione di volontà idonea" a escludere gli embrioni dalla categoria di 'embrioni in stato di abbandono'. In conclusione i giudici scrivono che, vista l'età della donna, l'aleatorietà dei risultati della fecondazione assistita e le maggiori difficoltà proporzionate al progredire dell'età, è necessario provvedere in via d'urgenza, non potendo la 50enne "attendere il normale esito di un procedimento civile ordinario, stante la sua lunga durata".

Secondo quanto esposto, si tratterebbe di un impianto molto complicato, la cui riuscita dipende anche dalla capacità di crescita conservata dall'embrione che dopo la lunga crioconservazione potrebbe non attecchire o crescere in modo adeguato. In effetti sono pochissimi i casi in letteratura di questo tipo andati a buon fine e ovviamente c'è da valutare anche l'età anagrafica della futura mamma, ricordando che più è avanzata l'età della donna, più la produzione degli ormoni è inferiore.

L'avvocato Boris Vitiello che ha seguito il caso: "E' una decisione pro vita – ha detto Vitiello – in quanto, senza l'intervento del tribunale cui si è fatto ricorso, non si sarebbe potuto conoscere quale sorte venga riservata a embrioni già formati".


I giudici sul caso della cinquantenne.
Il collegio della prima sezione civile (Betti, Squarzoni, Gaudioso) si riferisce nell'ordinanza proprio alla legge 40 del 2004, che in Italia vieta la crioconservazione di embrioni – se non nel caso in cui la donna, dopo la fecondazione, non possa procedere all'impianto per gravi motivi di salute – ma regola anche con linee guida le procedure di fecondazione intraprese prima della sua entrata in vigore, come nel caso della coppia. Per giudicare il caso specifico, i giudici si rifanno alle linee guida per cui "in caso di embrioni crioconservati, ma non abbandonati, la donna ha sempre il diritto di ottenere il trasferimento". Per questo va dunque accolto il ricorso, firmato da Vitiello.

La storia della coppia. La coppia si sposò nel 1998 e nel 1996 si rivolse al centro di fecondazione assistita dell'ospedale. Quell'anno fece un intervento, ma l'impianto non riuscì: otto embrioni non impiantati furono congelati, con il consenso dei due. In seguito, anche per una malattia dell'uomo, la coppia non fece nuovi tentativi di impianto, ma gli embrioni sono rimasti fino ad oggi crioconservati e ogni anno, fino al 2010, i due hanno confermato la volontà di mantenere gli embrioni. Dopo la morte del marito, la donna si è rivolta ancora al centro di procreazione medicalmente assistita chiedendo l'impianto. Nonostante il nulla osta del comitato di bioetica dell'università, la direzione ha negato però la possibilità, per un'interpretazione della legge 40 secondo cui doveva sussistere la permanenza in vita di entrambi. A febbraio 2013 c'è stato il ricorso in via d'urgenza, il rigetto del tribunale, poi il reclamo accolto dal collegio, dopo un'udienza a dicembre 2014.




BURIAN: DALLE STEPPE RUSSE ALLA SICILIA

di Angelo Barraco

L’Italia è piegata dalla morsa del freddo, si chiama Burian ed è un vento proveniente dalla steppa russa. Il freddo colpisce fortemente la Sicilia e sull’Etna si raggiungono i 21° sotto zero dove la neve è caduta nell’area sommitale e nell’area pedemontale. La neve ha imbiancato anche i colli che cingono Palermo. Non solo monte Cuccio, 1.050 metri e' la cima piu' alta: la neve è caduta anche a bassa quota. Ma i tutta la Sicilia, le gelide temperature russe, stanno lasciando il loro bianco segnale nello scenario dei siciliani non abituati a tutto ciò.  Vi sono -6 a Floresta, Messina, sui monti Nebrodi, dove si trova il Comune più alto di tutta l’isola. Lì la neve cade incessantemente. Ad Enna abbiamo una temperatura di -3 gradi e nevica. A causa del mare agitato, i collegamenti marittimi non raggiungono Ustica (Palermo) da 12 giorni e per trasportare i farmaci di prima necessità è stato necessario l’uso di un elicottero. Stesso problema verificatosi anche con i collegamenti con le altre isole.




TERREMOTO: DAVANTI ALLE EOLIE E ANCHE IN ABRUZZO

di Angelo Barraco

Stromboli
– Nell’Isola di Stromboli, una scossa di terremoto di magnitudo 4.7 gradi della scala Richter  è stata registrata, intorno alle ore 11.00 ad una profondità di 273 chilometri, davanti alle isole Eolie. Le isole presenti nell’area in cui vi è l’epicentro sono Stromboli e Panarea. Al momento non è arrivato segnale di danni a persone o cose. Bisogna ricordare che la scossa è stata registrata dall’istituto di geofisica e vulcanologia, l’ingv.

Oggi l’ingv riporta anche un altro terremoto registrato in territorio italiano ovvero in provincia de L’Aquila, in Abruzzo. Ha raggiunto un magnitudo di 2.9 della scala Richter ed è avvenuto intorno alle ore 8.00 di questa mattina nei pressi dei comuni di San Donato Val Di Comino (Fr), Opi (Aq), Pescasseroli (Aq). Vi sono altri comuni coinvolti, ma distanti dall’epicentro, e sono: Alvito (Fr), Atina (Fr), Belmonte Castello (Fr), Broccostella (Fr), Campioli Appennino (Fr), Casalattico (Fr), Casalvieri (Fr), Fontechiari (Fr), Gallinaro (Fr), Pescosolido (Fr), Picinisco (Fr), Posta Fibreno (Fr), San Biagio Saracinisco (Fr), Settenari (Fr), Vicalvi (Fr), Villa Latina (Fr), Barrea (Aq), Bisegna (Aq), Civitella Alfedena (Aq), Scanno (Aq), Villalago (Aq), Villetta Barrea (Aq).