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Catturata l’orsa assassina: ora si attende la decisione del Tar per l’abbattimento

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Sui social scoppia l’ira degli animalisti che lanciano #boicottailtrentino

Catturata l’orsa Jj4. L’animale era ricercata per l’uccisione del giovane runner di 26 anni, Andrea Papi, nei boschi del monte Peller, sopra l’abitato di Caldes. Identificata grazie alle analisi genetiche disposte dalla Procura di Trento, l’esemplare aveva già aggredito due escursionisti nel giugno del 2020, sempre sul monte Peller.

Il Tar di Trento ha rigettato l’istanza presentata dalla Provincia per anticipare al 20 aprile l’udienza relativa alla sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa Jj4, confermando la camera di consiglio fissata per il prossimo 11 maggio. Il provvedimento – si legge nel dispositivo – è stato preso dopo la notizia della cattura dell’esemplare.

Il Tar ha inoltre chiesto a Ispra di depositare la relazione e il parere richiesto sull’abbattimento o il possibile trasferimento dell’orsa “in altro sito senza spese per la Provincia di Trento”.

Esemplare con tre cuccioli, lasciati liberi – L’orsa Jj4 è stata catturata in un’area in prossimità della Val Meledrio, sulla destra orografica del torrente Noce, in val di Sole, con una trappola a tubo. Era accompagnata da tre cuccioli in fase di svezzamento, al secondo anno vita. Lo ha reso noto, in conferenza stampa, il dirigente del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento, Raffaele De Col. “Si è trattato di un lavoro selettivo, di pazienza, complicato dalla presenza di tre cuccioli del peso compreso tra i 35 e 40 chilogrammi. Due cuccioli sono entrati nella trappola assieme alla madre e poi sono stati rilasciati. Si tratta di esemplari ormai autonomi che si sono allontanati immediatamente”, ha spiegato De Col, parlando del momento “ideale per la cattura dell’orsa”. L’area delle operazioni, che non viene resa nota per la sicurezza dei cuccioli, era stata attrezzata con fototrappole e due trappole a tubo, contenenti della frutta. “A dimostrazione dell’aggressività dell’esemplare, Jj4 ha distrutto diverse fototrappole e i cartelli presenti in zona”, ha aggiunto De Col. A cattura avvenuta, sul posto è intervenuta una squadra specializzata del Corpo forestale del Trentino con due veterinari, che hanno sedato l’orsa. Una volta lasciati liberi i due cuccioli, l’esemplare adulto è stato trasferito nella trappola a tubo al Centro faunistico del Casteller. “Alle due di notte, Jj4 si è svegliata. L’esemplare è in salute”, ha detto De Col.

Lo scorso 14 aprile, il Tar di Trento ha emanato un decreto di sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa firmata dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, lasciando comunque aperta la possibilità di cattura. Ieri la Provincia ha depositato i documenti richiesti dal tribunale, assieme alla richiesta di revoca dell’atto. Secondo quanto precisato da Fugatti in occasione della pubblicazione del decreto del Tar, l’esemplare verrà trasferito nel centro faunistico del Casteller (dove è rinchiuso anche l’orso M49), in attesa della decisione del Tar.

“Il corpo forestale ha catturato Jj4 con una trappola a tubo intorno alle 23 di ieri notte. La cattura dimostra che le nostre strutture sono in grado di catturare animali pericolosi in tempi rapidi”, ha detto il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, in conferenza stampa. “È una notizia che avremmo voluto dare nel 2020, quando chiedemmo di catturare Jj4. Oggi c’è l’amarezza per quanto accaduto nel frattempo”, ha detto Fugatti.

“Ora per noi il problema non è più Jj4, ma la convivenza uomo-animale. Chi vuole bene al progetto non pensi a quest’orsa, ma ci aiuti a trasferire gli esemplari in sovrannumero”, ha detto Fugatti. “Chi ora si preoccupa delle condizioni di Jj4 fa ideologia e non ha a cuore la sopravvivenza del progetto Life Ursus”, ha specificato. “Oggi è convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dove punteremo attenzione su altri due soggetti pericolosi: gli orsi Mj5, per cui c’è già un parere favorevole di Ispra all’abbattimento, e M62, per cui chiederemo l’abbattimento”, ha concluso Fugatti.

Enpa, Leidaa e Oipa diffidano intanto la Provincia autonoma di Trento dal mettere in atto “qualsiasi azione che possa ledere l’incolumità dell’orsa Jj4”. Il decreto del Tribunale amministrativo regionale (Tar) che sospende l’ordinanza di abbattimento, sostengono i tre enti in una nota, “deve essere rigorosamente rispettato, altrimenti difenderemo l’orsa e i suoi piccoli in tutti i modi consentiti dalla legge”. 

La Lega anti vivisezione (Lav) chiede, attraverso una nota, un incontro urgente con il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, per “organizzare il trasferimento dell’orsa nel rifugio-santuario individuato all’estero dall’associazione”. Anche l’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa), in una nota, domanda che l’orsa Jj4 “sia subito messa in condizione di essere trasferita in un santuario protetto tra quelli indicati dalla Lav che si trovano all’interno dell’Unione europea”. 

Il presidente Fugatti, da parte sua ha spiegato di aver avvertito il ministro dell’ambiente, il presidente della Comunità della valle di Sole e il sindaco di Caldes della cattura dell’orsa Jj4: “Il lavoro eseguito dal Corpo forestale ci rassicura e dimostra l’infondatezza delle accuse degli ultimi giorni”. “Per noi – ha a ggiunto – vale ancora l’auspicio che il Tar possa anticipare la decisione sulla sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa rispetto alla data prevista dell’11 maggio. Se questo avverrà, noi procederemo nell’abbattimento”, ha aggiunto. 

“E’ l’eutanasia la modalità di abbattimento prevista per l’orsa Jj4, se il Tar darà il via libera”. Lo ha spiegato il dirigente del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento, Raffaele De Col.  “E’ lo strumento che viene utilizzato anche per gli animali d’affezione quando arrivano al limite della loro vita”. “Questo – ha aggiunto De Col – è lo strumento che abbiamo individuato per poter causare meno sofferenza all’animale. Non è prevista l’opzione di sparare, che viene impiegata solo per gli abbattimenti in condizioni di immediato pericolo”. 

Sui social l’ira degli animalisti, #boicottailtrentino – #boicottailtrentino: la rabbia degli animalisti sui social, dopo la cattura dell’orsa Jj4 ricercata per l’uccisione del giovane runner di 26 anni Andrea Papi, conia anche un hashtag in aperta polemica col governatore Fugatti. “Io non andrò mai più in Trentino e nei territori gestiti dalla Lega”, scrive Roberto. E non è l’unico, anzi. Moltissimi affermano che non faranno più vacanze in Trentino dopo la cattura dell’orsa. E tifano affinchè possa essere salvata dall’abbattimento. “E’ orribile, bisogna tirarla fuori quanto prima, spostandola nel luogo che avete individuato, possibilmente con i suoi cuccioli. È mai più in vacanza in Trentino”, scrive Sara su twitter, rivolgendosi alla Lav. “Catturata l’orsa e separata dai suoi cuccioli perché tanta crudeltà?”, è il commento di Francesca, con emoticon che mostrano un viso con le lacrime. “Basta con la caccia alle streghe di questi politici inadeguati! Stop alla mattanza degli orsi trentini”, sbraita Ipazia, mentre Roby twitta: “Volete veramente ritrovarvi in mezzo a questa gente? I loro alberghi devono restare vuoti”. E Stefano dice dell’orsa catturata: “Ha fatto solo quello che ogni genitore fa. Difendere il territorio e i propri cuccioli. Il bosco è degli orsi. L’oceano è degli squali. La montagna è delle valanghe. La città è degli animali umani”.

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Trevignano, anche il Parco avvia un procedimento: vuole che sia tolta la recinzione che delimita lo pseudo santuario

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Il Parco ha revocato il nulla osta che precedentemente autorizzava la recinzione nell’area della preghiera che era stata richiesta dalla Onlus anche per motivi di invasione dei cinghiali.

Il 31 maggio è stata notificata alla Associazione Madonna di Trevignano E.T.S., la comunicazione di avvio del procedimento teso all’annullamento in autotutela del nulla osta rilasciato il 09 dicembre del 2019 per la realizzazione di “una recinzione in pali di castagno e rete metallica e la piantumazione di essenze arboree ed arbustive” su un terreno di proprietà della “Madonna di Trevignano E.T.S.” in località Campo Le Rose nel Comune di Trevignano Romano.
Dopo la rimozione del gazebo proseguono quindi incessantemente le attività amministrative e
giudiziarie che l’amministrazione dell’Ente Parco ha già da tempo messo in atto affinché, sul luogo delle presunte apparizioni, sia ripristinata completamente la legalità.
Ora, l’Associazione dovrà rimuovere anche la recinzione, e i presupposti di questa scelta sono il frutto della necessaria attività istruttoria propedeutica, partita i primi mesi dell’anno ben prima dell’interesse mediatico, quando, l’Ente Parco non ha rilasciato analoghi pareri favorevoli per recintare i terreni limitrofi dell’Associazione ed è stato possibile accertare come, le motivazioni addotte come sostanziali ai fini del rilascio del nulla osta del 2019 fossero evidentemente, come specifica la norma, frutto di “falsa rappresentazioni dei fatti” (che costituisce infatti uno dei requisiti richiesti per l’annullamento in autotutela).
Di fatto, tali condizioni, che all’atto del rilascio del N.O. nel dicembre 2019, non si rilevavano, hanno impedito una fase istruttoria del procedimento che potesse tener conto delle reali intenzioni dei soggetti proponenti.
All’avvio del procedimento volto all’annullamento d’ufficio del Nulla Osta del 09/12/2019 prot.
AP3342 affetto da vizio di legittimità, seguiranno gli atti consequenziali necessari alla rimozione della recinzione.
Naturalmente si procederà in sinergia con l’Amministrazione Comunale di Trevignano Romano e rimane pertanto invariato l’obbligo, in capo all’Associazione, di provvedere ad eliminare tutti gli ulteriori abusi contestati, ai quali si aggiungerà anche la recinzione.

E sempre la Onlus presieduta da Gianni Cardia ha fatto ricorso al TAR rispetto all’ordinanza del Comune che intima la demolizione delle opere abusive tra cui la teca con la Madonna. Quindi a breve il giudice amministrativo regionale sarà chiamato a decidere se la teca e gli arredi piantati a terra su terreno agricolo è vincolato potranno restare o dovranno essere rimossi. Nel frattempo per il raduno del Rosario di domani, la sindaca di Trevignano Claudia Maciucchi ha nuovamente allertato la Prefettura per chiedere il consueto ausilio di forze dell’ordine per garantire maggiore sicurezza oltre al regolare controllo dei carabinieri e polizia locale che viene puntualmente effettuato

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Delitto di Senago, il fidanzato ha cercato online “come uccidere e disfarsi del corpo” poi ha ucciso Giulia Tramontano

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Alessandro Impagnatiello ha confessato e ha dato indicazioni ai Carabinieri su dove aveva nascosto il corpo senza vita di Giulia Tramontano, in un lembo di terra dietro ai box di una palazzina in via Monte Rosa a Senago, nel Milanese, non lontano dall’abitazione della coppia.

Impagniatiello è in carcere a San Vittore, accusato di omicidio aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso. 

Dall’interrogatorio sono emersi particolari agghiaccianti. La ragazza è stata infatti uccisa con 2-3 coltellate, dopo una lite in casa, e Impagniatiello ha poi tentato di bruciarne il corpo per due volte, senza però riuscirci.

Una prima volta, stando a quanto emerge dalle indagini e dalla sua confessione, ha tentato di dare fuoco al corpo nella vasca da bagno di casa con dell’alcol e poi successivamente in un’altra zona all’esterno della casa di Senago, un box di famiglia pare, ha provato a bruciarlo con della benzina. La Procura ha contestato nel provvedimento di fermo anche l’aggravante della premeditazione. Dalle indagini è inoltre emerso che l’uomo, poco dopo l’omicidio avrebbe tentato di incontrare l’altra donna con cui aveva una relazione, assicurandole che Giulia se ne era “andata” e che lui era un “uomo libero”, screditando anche la 29enne dicendo che quel figlio che aspetta non era suo, cosa non vera. La donna, però, per paura ha deciso di non incontrarlo. Si sarebbe presentato nella sua abitazione a Senago a Milano, verso le due di domenica scorsa, insistendo per poter entrare, ma lei non l’avrebbe fatto salire. In quel momento il corpo della 29enne sarebbe stato ancora nella sua casa, anche se, come è stato riferito dagli inquirenti, lui aveva già provato a bruciarlo con alcol nella vasca da bagno. Il corpo della donna, dunque, sarebbe rimasto in casa per alcune ore (l’omicidio è avvenuto tra le 19 e le 20.30). Non solo: secondo la Pm Alessia Menegazzo l’uomo “ha cercato online come uccidere e come disfarsi del corpo della sua compagna. Si tratta dunque di un omicidio premeditato. Quando ha incontrato in casa Tramontano aveva già deciso come ucciderla”. Dalle indagini è inoltre risultato che l’assassino “ha inviato messaggi all’amica della compagna dal telefono della Tramontano quando l’aveva già uccisa”

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Poliziotta uccisa e carnefice suicida. Era sposata e aveva un figlio di 22 anni: “Motivi passionali”

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Roma – Sarebbe un caso di omicidio-suicidio dovuto a motivi passionali, a quanto apprende l’Adnkronos, il delitto della poliziotta uccisa oggi a Roma, nell’androne di casa, in un palazzo di via Rosario Nicolò nella zona di Torraccia, non lontano dal più noto quartiere di San Basilio

La vittima, Pier Paola Romano, era sposata con un collega, un poliziotto in servizio al commissariato Sant’Ippolito con il quale aveva un figlio di 22 anni. Collega della vittima, in servizio insieme a lei all’ispettorato della Camera, anche Massimiliano C., l’agente che l’avrebbe freddata nell’androne del palazzo con tre colpi sparati con la pistola di ordinanza. Dopo l’omicidio, l’uomo si sarebbe poi allontanato in auto. Poco dopo avrebbe fermato la vettura e si sarebbe sparato.

Secondo una prima ricostruzione, la vittima sarebbe stata uccisa mentre usciva dall’androne del palazzo. Il collega che l’avrebbe colpita con la stessa pistola con la quale si sarebbe poi suicidato a poca distanza, l’ha aspettata e ha fatto fuoco a distanza ravvicinata con tre colpi al volto e al busto. Morta sul colpo, la donna è crollata all’indietro.

Ad allertare la sala operativa della questura, questa mattina intorno alle 11.30, è stata una telefonata nella quale una donna segnalava di aver udito alcune esplosioni e di aver visto, poco dopo, un uomo allontanarsi a bordo di un’autovettura bianca. Gli agenti intervenuti subito sul posto hanno constatato il decesso della donna e attivato le ricerche, individuando poco distante il presunto autore del gesto, collega della vittima, che si era suicidato con colpi d’arma da fuoco all’interno della sua autovettura.

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