CERVETERI. FERITO IL SINDACO PASCUCCI

di Silvio Rossi

Cerveteri – Il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, è stato colpito al volto da un pugno sferrato dal gestore di uno stabilimento balneare nell’ambito di un incontro, tra sindaco e alcuni imprenditori, per risolvere il problema generato dalla presenza di strutture abusive sulla spiaggia.
L’episodio, grave in se, assume una particolare valenza se collegato con quanto avvenuto pochi giorni fa in Piazza Barberini, a Roma, quando un tassista ha colpito scaraventando a terra un anziano che si era recato in farmacia per acquistare un medicinale per il figlio affetto da sindrome di down.
In entrambi i casi, gli aggressori erano titolari di licenze pubbliche, uno per l’attività balneare, l’altro per la guida di taxi, in entrambi i casi hanno agito per “difendere” la loro attività da ciò che, nella loro cieca follia, identificavano come un’aggressione ai loro diritti.
Un diritto inteso, in Italia, in maniera troppo estensiva. Le autorizzazioni ad aprire un’attività commerciale, la licenza di guida di un taxi, vengono percepite come una “proprietà privata”, e non come un esercizio pubblico. La posizione di privilegio, il posto in prima fila, è un “must” che supera qualsiasi regola del vivere in comunità, si applica più facilmente il “prima il mio”, che il bene comune.
Non volendo, e non potendo, sulle pagine di un giornale, celebrare un processo nei confronti degli aggressori, attività per cui esiste un’apposita istituzione, non possiamo esimerci, però, dal fare una richiesta. A coloro che, in flagrante e in maniera così palesemente evidente, indipendentemente dalla sanzione che il giudice riterrà giusto applicare, commettono violenze legate alle licenze, quest’ultime devono essere revocate, per mancanza dei requisiti di correttezza che ogni titolare di un’autorizzazione pubblica deve detenere.
In fondo, lo stesso gesto compiuto da un dipendente di una società pubblica o privata, sarebbe stato causa di un giusto licenziamento, non è accettabile quindi che a un titolare di licenza pubblica, una volta che si è macchiato di un fatto simile, questa non venga revocata.