CHIAUCI: LA FAMIGLIA DI VINCENZO DONA UN DEFIBRILLATORE

di Silvio Rossi

Un defibrillatore donato dalla famiglia di Carmine di Vincenzo, il sindaco di Chiauci, morto per un malore improvviso lo scorso 17 luglio, al paesino altomolisano. La moglie Lucia e i figli hanno voluto, con questo gesto, legare il ricordo di Carmine col paese che l’ha visto nascere, e che lo conosceva come uno dei più prolifici narratori delle vicende chiaucesi.
Un ricordo che non ha solamente un valore simbolico, ma un preciso senso sociale, la volontà che in futuro si possano salvare vite umane, la voglia che ciò che è avvenuto al loro caro, non si ripeta ad altre persone.
Il defibrillatore, acquistato con la colletta sorta spontaneamente dopo la scomparsa, è stata consegnata dalla famiglia Di Vincenzo al vicesindaco di Chiauci, Domenico Di Pilla, nella serata del 13 agosto, tradizionalmente dedicata alla sagra di “sagne e fagioli”, che quest’anno è stata dedicata alla memoria di Carmine, davanti a una piazza affollata, più che in ogni altra occasione.
Molti amici hanno voluto portare la loro testimonianza, i consiglieri comunali, che in appena un mese avevano avuto la possibilità di apprezzare l’intraprendenza e la volontà del neosindaco di donare una speranza nuova al piccolo paese, i sindaci dei comuni limitrofi, che hanno voluto testimoniare l’affetto nei confronti del loro collega, i suoi concittadini, tanti amici e conoscenti che sono giunti appositamente da Isernia o dagli altri paesi del territorio.
L’architetto Franco Valente, uno dei principali studiosi della storia dell’altomolise, ha voluto ricordare come Carmine l’aveva contattato per venire a raccontare, proprio in questa serata, alcune curiosità sul borgo, perché una sagra non deve essere fine a se stessa, ma deve rappresentare un’occasione per imparare sempre qualcosa di nuovo.
Davanti a un pubblico commosso, hanno concluso la serata il gruppo dei Cap’danniar, storica formazione di musica popolare, della quale faceva parte Carmine, un canto triste e allegro insieme, che ha voluto ricordare l’amico come se fosse stato anche lui a cantare con loro.