E' morta l'attrice Anna Marchesini. A dare l'annuncio su Facebook il fratello Gianni. "Prima che lo sappiate da quel tritacarne dell'informazione – dice in un post – tengo a dirlo io. Ora in questo momento è morta mia sorella Anna Marchesini. Grazie a tutti. Non sarò in grado di rispondervi". L'attrice, storica componente del Trio assieme a Tullio Solenghi e Massimo Lopez, era nata a Orvieto ed era malata da tempo di artrite reumatoide. Aveva 63 anni.
Anna Marchesini nasce ad Orvieto il 19 novembre 1953 (nella sua carta d'identità la data che compare è in verità quella del 18 novembre, frequentò la scuola elementare saltando la seconda classe e passando direttamente alla terza, riducendo così i suoi anni di studio. Dopo le scuole medie, frequentò il Liceo Classico di Orvieto e a soli 18 anni si iscrisse al corso universitario di Psicologia dell'Università di Roma, conseguendo la laurea a 22 anni nel 1975. Nel 1976 entrò all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico e si diplomò nel 1979 come attrice di prosa.
Ancora allieva all'accademia, nell'estate del 1976 debuttò nello spettacolo Il borghese gentiluomo di Molière, sotto la regia di Tino Buazzelli. Ogni estate (dal 1979 al 1981), eseguì una pièce estiva con la regia di Lorenzo Salveti, suo insegnante; alcune rappresentazioni realizzate furono Le donne al parlamento e Gli uccelli di Aristofane. Nel 1979, dopo il diploma, entrò in compagnia teatrale al Piccolo di Milano e sotto la regia di Virginio Puecher recitò in Platonov di Anton Čechov.
Nel 1980, per la regia di Mario Scaccia e Nino Mangano, prese parte a Il Trilussa Bazar di Ghigo De Chiara, nel 1981 al Barbiere di Siviglia sotto la regia di Mario Maranzana e nel 1982, per la regia di Tonino Pulci, al Fantasma dell'Opera. Sempre nel 1982 lavorò per la prima volta con Tullio Solenghi, in un programma svizzero per italiani.
Già da tempo l'attrice si era impegnata in un'intensa attività nel campo del doppiaggio, campo che nel corso della sua carriera ritroverà in varie occasioni. È stata doppiatrice di Judy Garland nella seconda edizione restaurata de Il mago di Oz (1980) nonché di numerosi ruoli in cartoni animati trasmessi nei primi anni ottanta. La si può ricordare in cartoni animati tra cui Lo specchio magico o Time Bokan-La macchina del tempo. Nell'ambiente del doppiaggio nel 1982 incontrò Massimo Lopez, entrambi alle voci dei protagonisti della serie animata Supercar Gattiger.
Nel 1982 Il Trio Marchesini-Lopez-Solenghi esordì su RadioDue col programma radiofonico Helzapoppin (dal celebre musical 1938 Hellzapoppin' e dall'omonimo film del 1941 di Henry C. Potter). I tre furono scritturati dalla RAI di Genova per un programma radiofonico del sabato mattina di 13 puntate che però, per il buon successo, divennero 52.
Nel 1985, dopo aver inviato una videocassetta ad Enzo Trapani, il Trio fu scelto per 8 puntate televisive del varietà Tastomatto, affiancando Pippo Franco alla conduzione. Qui nacquero molti degli sketch che li resero famosi, in primis le parodistiche interpretazioni telegiornalistiche e pubblicitarie. Nel 1985 Anna Marchesini prende parte al film A me mi piace, diretto da Enrico Montesano.
Con le 40 puntate di Domenica in nel 1985/1986, il Trio fu premiato come Rivelazione dell'Anno. Nel 1986 i tre prendono parte a Fantastico 7. Grazie al programma diventano conosciuti a livello mondiale per uno sketch considerato offensivo nei confronti della madre di Ruhollah Khomeyni. Malgrado l'imbarazzo internazionale dovuto allo sketch, questo varrà loro un articolo sulla rivista statunitense Variety e alcuni spettacoli oltreoceano, al Lincoln Center di New York e a Buenos Aires.
Il grande impatto sul pubblico e il loro talento comico li lancia sul palco dell'Ariston per ben tre volte (Sanremo 1986, Sanremo 1987 e Sanremo 1989). Contemporaneamente si ha il ritorno del Trio a teatro, pur non tralasciando gli impegni col pubblico televisivo. Sono quindi, rispettivamente, del 1987 e del 1991 gli spettacoli Allacciare le cinture di sicurezza e In principio era il trio. Entrambi i lavori ottennero un buon successo, furono portati in tournée per molti anni e furono ripresi in televisione più volte. Allacciare le cinture di sicurezza fu anche premiato con un Biglietto d'Oro.
La loro fama e comicità raggiunge il culmine nel 1990 con I promessi sposi, rilettura parodistica dell'omonimo dramma manzoniano, trasmesso su Rai 1 in 5 puntate, ascolto medio di 13 milioni di spettatori con picchi di 17 milioni. Il 19 settembre 1991 Anna Marchesini sposa l'attore tarantino Paki Valente con rito civile a Parigi. I due avranno una figlia nel 1992, Virginia, e divorzieranno nel 1999.
Lo scioglimento del Trio avvenne nel 1994, quantomeno nelle sue produzioni, dato che nulla lasciò intendere la fine del gruppo comico (cosa confermata dal loro recente ritorno sugli schermi per la commemorazione dei 25 anni di attività). Sembra che il motivo sia stato il desiderio di Massimo Lopez di sperimentare una carriera da solo. Ne seguì una collaborazione Solenghi-Marchesini nel 1994: La rossa del Roxy Bar ma, contemporaneamente, la pubblicazione del libro Uno e Trino di Tullio Solenghi confermò la fine di un boom di comicità durato più di dieci anni.
Nel 1995 Rai Uno commissiona all'attrice la registrazione di uno spettacolo comico solista, un monologo coi principali personaggi dell'artista. Nel 1996/97 si ha l'ultima collaborazione Marchesini-Solenghi al Teatro Eliseo di Roma con lo spettacolo Due di Noi, una pièce di due atti unici che contiene una breve commedia comica, I Cinesi.
Nel 1998 ritorna con le sue caricature e parodie di personaggi noti al pubblico, in trasmissioni quali Quelli che il calcio e La posta del cuore. Lo strepitoso "rinato" successo la dirige nuovamente a Sanremo, questa volta solista, al fianco di Fabio Fazio, interpretando molti personaggi, da Rita Levi-Montalcini a Gina Lollobrigida.
Segue quindi il primo spettacolo teatrale da solista, Parlano da sole del 1998, debuttato al Teatro Olimpico di Vicenza. Lo spettacolo è diviso in due atti: il primo è una reinterpretazione de Un letto fra le lenticchie di Alan Bennett e de Anna Cappelli di Annibale Ruccello; nel secondo si ha l'interpretazione di molti dei suoi personaggi. Del 1999 è invece Una patatina nello zucchero, con debutto sempre al Teatro Olimpico. Nel primo atto troviamo ancora Alan Bennett con i monologhi Una patatina nello zucchero e L'Occazione d'Oro; nel secondo un monologo della sessuologa Merope Generosa.
Nel 2000 si ha la pubblicazione del libro Che siccome che sono cecata (motto caratteristico di uno dei suoi personaggi più conosciuti, la signorina Carlo), edito da Arnoldo Mondadori Editore e corredato di un video di 85 minuti per la collana I mostri della comicità. L'attrice torna varie volte al doppiaggio; da citare il ruolo di Yzma ne Le follie dell'Imperatore della Disney (2000).
Il 2001 è l'anno dello spettacolo teatrale La cerimonia del massaggio tratto da un lungo racconto di Alan Bennett e riadattato a monologo di ben 10 personaggi. Lo spettacolo debutta al Teatro Eliseo e al Piccolo Teatro di Milano e sarà in tournée per due anni. Segue la sua ultima comparsa al festival di Sanremo (2002), al fianco di Pippo Baudo nel ruolo della sessuologa Merope Generosa, famosa insegnante di educazione sessuale che, durante le sue lezioni, si lascia trascinare nel racconto delle sue esperienze disastrose con gli uomini, nonché da doppi sensi intercalati costantemente nelle sue frasi.
Nel 2005, da Le due zittelle di Tommaso Landolfi, rielabora un monologo comico di ben 15 personaggi differenti. L'attrice recita al Teatro Eliseo, al Piccolo di Milano e al Teatro Valle di Roma.
Nella seconda parte del 2006, in pieno periodo di repliche dell'ultimo spettacolo Le due zittelle, tutte le date rimaste (Arezzo, Firenze, Torino, Piacenza e altre) vengono improvvisamente annullate in tutta Italia a causa di un attacco di artrite reumatoide, che le causerà una lunga assenza dalle scene prima del recupero.
Nel 2008 si ha il ritorno in televisione, dopo una lunga assenza per la sua malattia, nella celebrazione dei 25 anni di attività de Il Trio, alla conduzione, insieme a Solenghi e Lopez, dello spettacolo Non esiste più la mezza stagione (titolo che deriva da uno dei più noti sketch teatrali del trio). Lo spettacolo, in onda su RaiUno, è in tre puntate (sabato 8-15-22 marzo) e ripercorre la carriera dei tre artisti comici. Alla fine dello stesso anno debutta con la pièce teatrale, Giorni felici di Samuel Beckett.
La sua casa di produzione, la Marisa srl, è una società di cui la stessa Marchesini è socia assieme alla sorella.[senza fonte] Il nome di tale società è stato spesso utilizzato negli spettacoli del Trio per personaggi vari, e continua tuttora ad apparire nelle produzioni più recenti degli spettacoli di Anna Marchesini. Dal 2007 insegna all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico.
Spaventano le immagini che ci sono arrivate oggi in redazione di piazza San Rocco a Frascati. “Frascati crolla” è il grido che ci giunge.
I lavori che imperversano in città mostrano la fragilità del territorio dove si sviluppa Frascati. Anni di mancate manutenzioni e di lavori, a quanto ci dicono numerosi altri cittadini, eseguiti con poca accuratezza hanno minato la stabilità del terreno e le piogge torrenziali di questi giorni sono il “colpo di grazia”.
Quello che traspare è la necessità di porre in essere un accurata ricognizione della città stessa, specie nella zona più storica ed antica. La necessità di riqualificare, in special modo, tutto il centro storico diventa sempre di più necessaria ed urgente proprio per evitare ulteriori danni a quello che resta il fragile territorio della città tuscolana.
Un agghiacciante ritrovamento ha sconvolto la comunità di Perugia: tre persone sono state scoperte morte all’interno di un casolare abbandonato, situato nelle campagne remote di Fratticiola Selvatica. Gli inquirenti parlano di una scena drammatica, che sembra indicare un brutale omicidio-suicidio.
Secondo le prime informazioni fornite dagli investigatori, si tratterebbe di un gesto estremo avvenuto in ambito familiare, un atto di violenza che ha spezzato tragicamente tre vite. Le vittime sono un uomo, sua moglie e la loro figlia, tutti uccisi da colpi di fucile sparati a bruciapelo. Il silenzio che circonda questo macabro episodio lascia spazio a molte domande, ma una delle poche certezze è che si tratta di un dramma che ha avuto come sfondo una tranquilla e isolata zona rurale.
Non è ancora chiaro chi abbia lanciato l’allarme, ma l’intervento dei soccorritori del 118, giunti sul posto con un’ambulanza e un’auto medica, è stato purtroppo inutile: i tre erano già deceduti all’arrivo.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Perugia, sono ancora in corso per fare chiarezza su chi abbia premuto il grilletto e ricostruire con precisione la dinamica degli eventi. Sul luogo della tragedia sono intervenute la squadra mobile e la scientifica, impegnate a raccogliere ogni elemento utile per risolvere questo inquietante caso. Il casolare, ubicato in una zona di campagna difficile da raggiungere, è accessibile solo attraverso una stretta strada sterrata, aumentando la sensazione di isolamento e mistero che circonda l’intera vicenda.
Le indagini proseguono senza sosta, ma il paese è già sconvolto da un dramma che lascia una scia di dolore e interrogativi.
Due aggressioni in pochi giorni. Il personale sanitario grida aiuto: “Siamo stanchi e spaventati”
Nel cuore della notte, le corsie del Policlinico di Foggia si sono trasformate ancora una volta in un campo di battaglia. Un giovane di appena 18 anni, arrivato in pronto soccorso per uno stato d’ansia, ha scatenato la sua furia contro tre infermieri, sferrando calci e pugni. Questo episodio, l’ultimo di una serie allarmante, ha gettato nuovamente nel panico il personale sanitario, già provato da un’aggressione avvenuta solo pochi giorni prima.
“Non siamo più al sicuro nemmeno sul posto di lavoro,” confida Maria, un’infermiera con 20 anni di esperienza, la voce tremante. “Veniamo qui per salvare vite, ma rischiamo la nostra ogni giorno.”
L’escalation di violenza ha raggiunto un punto critico. Solo quattro giorni prima, nel reparto di chirurgia toracica, i familiari di una giovane paziente deceduta hanno aggredito il personale, costringendolo a barricarsi nelle stanze dell’ospedale per sfuggire alla loro ira.
Il dottor Antonio, chirurgo di lungo corso, racconta con gli occhi lucidi: “Ho visto colleghi piangere dopo il turno, altri che non vogliono più venire a lavorare. Siamo esausti e spaventati.”
La situazione è talmente grave che Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, ha lanciato un appello disperato alla Premier Meloni: “Abbiamo bisogno di un piano di sicurezza immediato. Altrimenti ce ne andiamo tutti.”
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, fa eco a questa richiesta, invocando un aumento del presidio delle forze di polizia negli ospedali. “I nostri angeli in camice bianco non possono trasformarsi in bersagli,” afferma con fermezza.
Mentre le istituzioni dibattono, il personale sanitario ha proclamato lo stato di agitazione. Una manifestazione unitaria è prevista per il 16 settembre a Foggia, un grido collettivo per chiedere protezione e rispetto.
“Ogni volta che sento una voce alterata, il cuore mi batte all’impazzata,” confessa Lucia, giovane specializzanda. “Non è questo che sognavo quando ho deciso di diventare medico.”
La proposta del senatore Ignazio Zullo di introdurre un “daspo sanitario” per chi aggredisce il personale medico ha acceso un dibattito infuocato. “Tre anni senza cure gratuite potrebbero far riflettere chi pensa di poter usare la violenza,” sostiene il senatore, pur garantendo che le cure salvavita e urgenti sarebbero sempre assicurate.
Mentre il dibattito infuria, nei corridoi del Policlinico di Foggia regna un silenzio teso. Medici e infermieri continuano il loro lavoro, con la paura negli occhi ma la determinazione nel cuore. “Abbiamo giurato di curare, e lo faremo sempre,” afferma il dottor Giovanni, primario di pronto soccorso. “Ma abbiamo bisogno di sentirci protetti per poter proteggere gli altri.”
La città di Foggia, e con essa l’Italia intera, trattiene il respiro, sperando che questa spirale di violenza possa finalmente interrompersi. Nel frattempo, gli “angeli in camice bianco” continuano la loro missione, eroi silenziosi di una battaglia che non avrebbero mai voluto combattere.