CITTA' METROPOLITANA: OGGI SI VOTA IN UN SILENZIO ASSORDANTE

di Donato Robilotta – Presidente Aiccre e membro Cal

Roma – Oggi circa 1685 elettori, tra sindaci e consiglieri comunali, si recheranno presso la sede della Provincia di Roma per eleggere il Consiglio Metropolitano, composto da 24 membri, della istituenda città metropolitana di Roma-Capitale, ma il tutto avviene nel silenzio totale delle istituzioni e senza che ci sia stata un minimo di discussione e confronto tra gli enti locali.

Ho da subito considerato un grave errore che il territorio della città metropolitana fosse stato fatto coincidere con quello dell’intera provincia di Roma e che tutti i 121 comuni fossero stati obbligati a farne parte dalla legge istitutiva, con una forte lesione della propria autonomia, invece che essere lasciare liberi di decidere la propria adesione.

Oggi non posso che guardare con soddisfazione alla circostanza che quel dibattito che le istituzioni locali, a partire dalla Regione, non hanno voluto fare si è comunque aperto sul territorio e i comuni cominciano a discuterne all’interno dei propri consigli comunali decidendo di promuove referendum consultivi per chiedere ai propri cittadini di esprimersi.

Così come guardo con favore alla discussione che stanno facendo alcuni comuni della parte nord della Provincia di Roma, come Civitavecchia, Bracciano, Trevignano Romano e Manziana, che pensano di utilizzare la strada, prevista dalla legge, dell’articolo 133 della costituzione, per uscire dalla città metropolitana per costruire con i comuni dell’attuale provincia di Viterbo la nuova provincia dell’Etruria meridionale.

Il nuovo assetto istituzionale della Città Metropolitana di Roma oltre a danneggiare i comuni della Provincia, sia per l’obbligatorietà sia per le questioni decisionali legate al voto ponderato, danneggia la stessa previsione di Roma-Capitale che invece di avere poteri speciali vede annacquata la propria specificità in una nuova istituzione che prende le competenze di quelle Province che il governo avrebbe voluto abolire.

Io continuo a ritenere, e mi batterò per questo, che Roma debba avere il potere legislativo proprio delle Regioni e avere uno status come quello delle Province autonome di Bolzano e Trento, sul modello di quel Distretto Federale rilanciato qualche settimana fa dal sottosegretario Rughetti e che la strada sia di inserire lo status di Roma nella riforma Costituzionale del Senato federale.