CIVITAVECCHIA, CHIUSURA CENTRALE ENEL: I SINDACATI SCRIVONO AL SINDACO

Alberto De Marchis

Preoccupate le organizzazioni sindacali di Civitavecchia per l'annuncio del primo cittadino Pietro Tidei riguardo l’intenzione di emanare un'ordinanza di chiusura della centrale Enel della città portuale. Una possibilità, quella della chiusura della centrale che "determinerebbe – chiariscono Cgil, Cisl e Uil – ricadute drammatiche e difficilmente gestibili su migliaia di posti di lavoro (tra lavoratori ENEL, delle ditte di manutenzione, di un largo indotto che interessa anche gli operatori del Porto). Un vero e proprio dramma sociale che un territorio come il nostro – già segnato da una vera e propria emergenza occupazionale – non può permettersi". “Per cercare di evitare il peggio i sindacati hanno inviato una lettera a Tidei con la quale chiedono di aprire subito un tavolo di confronto chiamando le parti sociali, Enel e Tirreno Power, Autorità Portuale e Asl.  “Esaminare una situazione ambientale grave, che pregiudica il diritto alla salute degli abitanti di un largo territorio, data dall'inquinamento prodotto dalle centrali e dai fumi delle navi del Porto. – Scrivono Cgil, Cisl e Uil – Vorremmo condividere una strategia con la quale si intervenga per rimuovere o almeno ridurre notevolmente l'inquinamento attraverso lavori e opere che, aumentando e non riducendo l'occupazione, sia in grado di coniugare lavoro, ambiente e salute. Diritti fondamentali e costituzionali che non possono essere messi in contrapposizione tra loro. Per quanto attiene al confronto con Enel, continuiamo a sollecitare investimenti per portare nel territorio di Civitavecchia fonti di produzione energetica rinnovabile e pulita, in grado di creare nuova occupazione e garantire una prospettiva diversa per il futuro. Inoltre, sempre nei confronti di Enel, partendo dalla drammatica situazione venutasi a determinare con il cambio di appalto nella gestione del pronto soccorso e dell'ambulanza nella Centrale di Tvn, che sta determinando il licenziamento di sei lavoratori e lavoratrici, va condivisa un'intesa con la quale si preveda – concludono Cgil, Cisl e Uil in tutti i cambi e nelle assegnazioni degli appalti, "clausole di salvaguardia" a favore dell'occupazione in essere e della mano d'opera locale".“