Civitavecchia, Università Agraria: “L’ultimo espediente per non indire le elezioni”

CIVITAVECCHIA (RM) – Il Comitato Usi Civici di Civitavecchia usa toni diretti e folgoranti: “L’ultimo espediente dei tre consiglieri del Comitato Esecutivo De Paolis, Delmirani e Crisostomi, per continuare a controllare quel che resta dell’Università Agraria , ridotto a gestire soltanto 250 ettari di terra e a sfruttare le ultime risorse versate ingiustamente dalla popolazione, è quello di non indire le elezioni.
Questi 3 personaggi, alla scadenza del mandato, hanno escogitato un furbesco modo per rinviare a data
indefinita le elezioni a dispetto della legalità e delle norme statutarie. Ricordiamo che la giunta venne
eletta il 19/20 aprile 2015 e quindi 5 anni dopo, nell’aprile 2020, si sarebbero dovute tenere le elezioni,
come da Statuto. Invece nelle stesse date , con la delibera 16 del 16 aprile 2020, viene emanato un bando per la nomina di 3 esperti che, coordinati dal solito consulente “tuttofare”, l’onnipresente avvocato Pucci, dovranno procedere alla stesura dei regolamenti elettorali . Naturalmente, se si legge la delibera di cui sopra, la colpa dei ritardi non è dell’U.A., ma della Regione Lazio che non ha redatto in tempo i decreti attuativi. Peccato che questi decreti avrebbero dovuto essere completati dalla Regione entro il 2018 e che da tale data l’U.A. abbia atteso fino alla data delle elezioni per decidersi a redigere dei regolamenti superflui. Ulteriori costi, ma questo non importa, sono soldi della collettività, sempre provenienti dalle solite estorsioni ai cittadini.

Il ritardo è in realtà voluto dai membri del Comitato Esecutivo che fingono di
ignorare di aver già adeguato lo Statuto alla legge 168/2017 (ad opera dell’avvocato Pucci con una parcella di circa 400 euro) e che, in mancanza del regolamento che disciplina gli aspetti di dettaglio del
procedimento elettorale , lo stesso Statuto, all’art. 6 comma 1, prevede che si applichino le disposizioni del DPR 16 maggio 570/1960 e l’art. 71 del D.Lgs. 267/2000. Quindi anche in mancanza dei regolamenti, per responsabilità del Presidente dell’UA, si sarebbe dovuto procedere per tempo alla indizione delle nuove elezioni, come infatti hanno fatto altre università agrarie nei dintorni, anche queste mancanti di
regolamenti attuativi. A Tolfa, ad esempio, si sono tenute le elezioni nel 2019, a prescindere dai
regolamenti di dettaglio. Per le elezioni di una piccolissima UA come questa non c’è certamente necessità di pagare dei consulenti assegnando 120 giorni per lo studio del procedimento che addirittura nella delibera sono stabiliti “ in via presuntiva considerate sia la complessità che il numero dei regolamenti”, lasciando intendere che verranno certamente prorogati.
Tra l’altro nelle agrarie limitrofe a votare non sono soltanto i soci, come nell’U.A. di Civitavecchia,
ma partecipano i cittadini residenti, come prescrive la legge 97/1994 all’art.3 e come ribadito nella
circolare dell’ottobre 2018 della Direzione Regionale Lazio sulle norme in materia di domini collettivi , che sancisce la “partecipazione alla gestione comune dei rappresentanti liberamente scelti dalle famiglie originarie stabilmente stanziate sul territorio sede dell’organizzazione”. Ma la legalità tanto proclamata è poi sempre calpestata da questa amministrazione U.A. che con l’aiuto dei soliti consulenti di fiducia e la connivenza di certa politica locale continua ad operare indisturbata .
Speriamo che questa volta gli Enti di sorveglianza preposti: Regione , Comune e la Magistratura
stessa , riescano a fermare questo Comitato Esecutivo che esautorando completamente i soci e gli altri
consiglieri ( si vedano i comunicati della minoranza), gestiscono esclusivamente con delibere di giunta,
senza bilanci approvati, praticamente come proprietari del bene comune . Il demanio, quando c’è, è di tutti e noi continueremo a vigilare perché la legalità trionfi.
Ci auguriamo che, dopo l’epidemia, la nostra collettività non debba sopportare a lungo la sciagura di
questa amministrazione dell’UA e che possano essere a breve indette le elezioni nella speranza concreta
che la cittadinanza e soprattutto i soci si siano resi conto che questa U.A., della quale fanno parte, ha
gestito, per anni l’Ente in modo furbesco e illegale, a danno della città e per il vantaggio di pochi. A tutti – concludono la nota – va fino da oggi l’invito a scegliere liberamente nuovi amministratori che possiedano onestà, dignità e
moralità”.