Clima pazzo, raccolti in crisi: ecco cosa succede

L’inverno bollente manda la natura in tilt, in un inverno che ha fatto segnare fino ad ora una temperatura superiore di 1,7 gradi la media storica dei mesi del periodo 1991-2020 accompagnata da una preoccupante siccità. E’ quanto afferma la Coldiretti, nel commentare i dati Copernicus sulla base delle elaborazioni su dati nazionali Isac Cnr nei mesi di dicembre, gennaio. Il caldo fuori stagione, sottolinea la Coldiretti, favorisce in tutte le piante il risveglio anticipato, con fioriture come per le mimose in anticipo di oltre un mese rispetto alll’8 marzo; il pericolo è esporre le coltivazioni ad un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature, con la conseguente perdita dei raccolti. A preoccupare è anche la siccità che mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi ma anche il foraggio nei pascoli che risulta in netto calo. La mancanza di acqua provoca ripercussioni anche sui costi per le imprese aumentati anche per il rialzo delle quotazioni del foraggio. Il bollettino è pesante: in Puglia siccità e venti di scirocco con alti tassi di umidità hanno tagliato del 60% la produzione di carciofi, in Sicilia e Sardegna è in difficoltà lo sviluppo di frutta e ortaggi. Negli invasi della regione Sardegna a gennaio c’era il 21% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre in quelli della Sicilia il deficit è del 13%. Preoccupa anche la situazione dei bacini della Puglia con oltre 119 milioni di metri cubi in meno, mentre in Abruzzo non c’è neve e nel Lazio i laghi rimangono in condizioni; stessa cosa in Umbria con il lago Trasimeno resta 18 centimetri più basso rispetto al minimo livello “vitale” e alle Marche dove scendono i livelli dei fiumi Potenza, Esino, Sentino, Tronto e Nera e sui monti non c’è neve.