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Redazione Lazio

CLINI, DECRETO RIFIUTI: DA OGGI PARTE LA PROCEDURA. UTILIZZARE AL MEGLIO L'IMPIANTISTICA ESISTENTE

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Tempo di lettura 9 minuti Il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi: “Le parole di Clini non ci garantiscono. ribadiamo il no ai rifiuti di Roma”

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Bonessio (Verdi): “Da vertice politica obsoleta e inquinante tesa verso incenerimento anche in cementifici”

 

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Roma – Se gli enti locali si mostreranno inadempienti nei confronti delle indicazioni stabilite dal decreto per risolvere l'emergenza dei rifiuti a Roma nei termini stabiliti dal provvedimento incorreranno in sanzioni. Lo ha spiegato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, illustrando il decreto. E ha sottolineato che "c'é una responsabilità personale e in solido". In questo caso subentrerà il commissario che sarà Goffredo Sottile, in carica per sei mesi salvo proroga.

Entro il 25 gennaio prossimo i rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato della Città del Vaticano dovranno essere trattati negli impianti del Lazio, nei limiti della capacità residua autorizzata dagli stessi, ha detto il ministro Clini, aggiungendo che il Lazio è autosufficiente per la raccolta dei rifiuti.

Il ministro dell'Ambiente ha quindi sottolineato che il decreto in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale potra' mostrare i primi risultati entro 60 giorni, da domani (8 gennaio) parte la procedura. ''Il percorso e le misure individuate dal decreto consentono di allineare la gestione dei rifiuti di Roma e del Lazio alle direttive europee e alle leggi nazionali utilizzando al meglio l'impiantistica esistente e programmata nella regione''.

''L'attuazione completa del decreto – ha proseguito il ministro – consentira' di riconsiderare la proroga di Malagrotta e la realizzazione di una discarica provvisoria a Monti dell'Ortaccio, perche' gran parte delle ragioni che hanno portato a queste decisioni saranno superate dai risultati del decreto''.

Clini ha aggiunto che ''secondo il decreto, solo in caso di necessita', e limitatamente alle quantita' che risulteranno dopo il riciclo e la piena utilizzazione degli impianti, potra' essere considerata la possibilita' di individuare aree idonee per discariche''.

Il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha spiegato Clini, si basa sulle previsioni della legge di stabilità, che in alcuni tabella prevedono che il ministro dell'Ambiente adotti dei provvedimenti per riportare alla normalità la gestione dei rifiuti di Roma, nel rispetto delle direttive europee e delle norme nazionali, che hanno al centro la raccolta differenziata come metodo principale e il recupero di materia e di energia oltre al piano utilizzo della capacità produttiva degli impianti di trattamento meccanico-biologico del Lazio. In questo modo è stata superata la normativa regionale secondo la quale ogni provincia doveva essere autosufficiente escludendo il trasferimento dai rifiuti da una provincia all'altra.

"Roma ha fatto un bando di gara per trasferire all'estero i rifiuti che non riusciva a trattare negli impianti di altre province – ha ricordato Clini – quando l'ho detto al commissario europeo non ci credeva. Questo decreto non si occupa di discariche ma prevede esclusivamente che i rifiuti di Roma vengano conferiti in impianti meccanico-biologici che non sono utilizzati completamente o che sono in attesa di autorizzazione".

I rifiuti prodotti nella Provincia di Roma sono pari a 1,8 milioni di tonnellate l'anno, quantitativo che si riduce del 30% per la raccolta differenziata, arrivando a 1,3 milioni di tonnellate l'anno. Negli impianti di trattamento meccanico-biologico del Lazio autorizzati c'e una potenzialità residua per 930.000 tonnellate mentre gli impianti in corso di autorizzazione hanno una capacità disponibile di circa 850.000 tonnellate. Questo sta a dimostrare che nel Lazio c'é capacità sufficiente per lo smaltimento dei rifiuti prodotti nella provincia di Roma. Si tratta – ha precisato Clini – di dati ufficiali forniti dalla Regione Lazio e trasmessi il 24 dicembre scorso al ministero dell'Ambiente".

Nel corso della riunione il ministro ha sottolineato che "qualcuno ha contestato questi dati dicendo che non sono corretti. Ma se qualcuno li contestasse, significherebbe che sono falsi e su questo non si scherza. In questo caso procederei immediatamente per il reato di falso, rivolgendomi all'Autorità giudiziarie".

POLVERINI, 8GG PER VERIFICA IMPIANTI, SE NO PREFETTO

"Le amministrazioni hanno otto giorni per verificare la capacità degli impianti, altrimenti interverrà il prefetto con poteri sostitutivi". Lo ha detto la presidente dimissionaria della Regione Lazio, Renata Polverini, al termine del vertice al ministero dell'Ambiente. "Quindi – ha aggiunto – questa è una strada senza ritorno. Oggi si mette in moto il meccanismo che dovrebbe portare alla chiusura definitiva della fase di emergenza". Riguardo invece a quale tipo di rifiuto arriverà a Malagrotta, Polverini ha ricordato che "con il piano Clini dopo i 100 giorni della proroga non arriverà più il tal quale, anche perché è vietato".

ALEMANNO, A ROMA DIFFERENZIATA AL 30%

"Oggi ho certificato che negli ultimi 15 giorni di dicembre Roma ha raggiunto il 30% di raccolta differenziata quotidiana". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al termine del vertice al ministero dell'Ambiente.

"Oggi si è parlato anche della necessità di un sito definitivo: è compito del commissario trovarlo entro la provincia di Roma, cioé nell'Ato previsto dal piano rifiuti regionale", ha aggiunto il sindaco di Roma. "Il commissario deve fare quello che non ha fatto la Provincia – ha sottolineato Alemanno – cioé scegliere tra i diversi siti della provincia, compresi ovviamente quelli di Roma, quello meno impattante dal punto di vista ambientale. Questo doveva farlo Zingaretti – ha concluso – invece lo farà Sottile".

COMITATO ZINGARETTI, ALEMANNO E POLVERINI PATETICI

"Il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la dimissionaria presidente della Regione Lazio, Renata Polverini sono gli unici responsabili del fallimento del ciclo dei rifiuti a Roma. Come al solito il tragico duo utilizza un patetico scaricabarile per evitare di assumersi le proprie evidenti responsabilità". E' quanto si legge in una nota del Comitato Zingaretti, candidato del Pd alla Regione Lazio. "Ma i cittadini conoscono bene la verità – prosegue il comunicato – e alle prossime elezioni puniranno questa destra arruffona e clientelare che ha guidato il territorio romano e laziale con pessimi risultati in questi ultimi anni".

 

Bonessio (Verdi): “Da vertice politica obsoleta e inquinante tesa verso incenerimento anche in cementifici”

«Da ciò che emerge dal vertice per la questione rifiuti una cosa è chiara: il Ministro Clini sceglie senza alcun dubbio l'incenerimento. – afferma il Presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio – Tra i compiti del nuovo "supercommissario" c'è il pieno utilizzo di tutti gli impianti Tmb del Lazio, il completamento delle autorizzazioni dei nuovi Tmb, tra cui probabilmente al Colle della Fagiolara e a Paliano, e il conseguente "recupero energetico dei Rifiuti Solidi Urbani" ossia l'incenerimento, magari anche negli altiforni dei cementifici, come del resto ha sempre fortemente sostenuto Clini. Il tutto per "riportare la gestione dei rifiuti del Lazio nell'ambito della normativa comunitaria e nazionale". Si tratta di una politica obsoleta e inquinante, alla quale si attacca in maniera posticcia una parvenza di sostenibilità in quanto si rimanda alla raccolta differenziata come progettato dal piano Conai e Ama che però al IV Municipio di Roma sta fallendo per le scelte inopportune della municipalizzata. Tra i compiti del commissario, tra le altre cose, non c'è nulla per la realizzazione dell'impiantistica necessaria al recupero con trattamento a freddo della differenziata con separazione della frazione organica, unica metodologica che garantirebbe sostenibilità ambientale e tutela della salute dei cittadini. Inutile dire che questo decreto, che sottoporremo a un'analisi accurata per verificarne nei minimi dettagli la legittimità rispetto alla normativa Ue e nazionale, è una resa incondizionata al partito dell'incenerimento, di cui è grande sponsor l'Avv. Cerroni che ha partecipato, ci piacerebbe sapere a quale titolo, al vertice».

 

Il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi: “Le parole di Clini non ci garantiscono. ribadiamo il no ai rifiuti di Roma”  

“Le parole con cui il ministro Clini ha illustrato oggi pomeriggio (7 gennaio) il suo decreto non ci hanno né rassicurati né soddisfatti. Non consentiremo che i rifiuti della capitale possano essere indiscriminatamente riversati sulla nostra discarica e continueremo la nostra azione con ogni mezzo, compreso l’eventuale blocco della discarica stessa”. Lo afferma il sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, a margine della riunione in cui oggi pomeriggio il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, ha illustrato a operatori e istituzioni i contenuti del decreto sull’emergenza rifiuti.
Per il Comune di Latina era presente all’incontro il vice sindaco e assessore all’ambiente, Fabrizio Cirilli, su delega del sindaco, accompagnato dal dirigente comunale del settore. Per quanto riguarda la parte del provvedimento che interessa il territorio di Latina,  il vice sindaco Cirilli ha contestato al ministro due aspetti essenziali. In un punto del decreto, lo stesso prevede che entro otto giorni dalla sua emanazione il Commissario ai rifiuti provveda, previa diffida degli amministratori, all’attuazione dell’utilizzo delle capacità residue degli impianti di pre-trattamento dei rifiuti, prima che gli stessi siano conferiti in discarica. Su questo aspetto il vice sindaco Cirilli ha contestato al ministro il fatto che l’utilizzo degli impianti di pre-trattamento, che per la provincia di Latina è solo la RIDA di Aprilia, non fornisce garanzie che, una volta pre-trattati, i rifiuti tornino a Roma, anzi solleva forti dubbi sul fatto che gli stessi siano lasciati in discarica a Latina. “Su mandato e in sintonia con il sindaco Di Giorgi ho espresso le nostre posizioni. Il ministro Clini – afferma Cirilli- verbalmente ha assicurato che i rifiuti pre-trattati non resteranno a Latina ma non ha spiegato in base a quale meccanismo ciò dovrebbe accadere. E’ chiaro, che se i rifiuti tornassero a Roma si configurerebbe anche un danno erariale per un doppio trasporto. Ho fatto anche notare che già la provincia di Latina è in emergenza pre-trattamento perché  se tutti i comuni pontini si mettessero in regola, come ha fatto Latina, con il pre-trattamento presso RIDA, questo impianto sarebbe esaurito nelle sue capacità”.
Circa un secondo punto del decreto, quello in cui si prevede l’obbligo di chiudere entro 15 gironi in via ordinaria e non commissariale, tutte le istruttorie in atto relative a nuovi impianti, Cirilli ha commentato: “Su questo aspetto riteniamo che la norma urbanistica appena approvata dal Consiglio comunale di Latina possa rappresentare un argine efficace perché essa ha pieno titolo in quanto il decreto prevede la chiusura delle istruttorie non in via commissariale ma ordinaria e così le problematiche sollevate in quella delibera non possono essere ignorate”. “Nessuno si vuole sottrarre al principio di solidarietà – conclude il sindaco Di Giorgi – ma non si può penalizzare la comunità di Latina, chi, come noi, a prezzo di sacrifici, nei mesi scorsi si è messo in regola con il conferimento. Non lo possiamo accettare”.          

tabella PRECEDENTI:

  03/01/2013 ROMA, VALLE GALERIA: CASA DEL COMMISSARIO ALL'EMERGENZA RIFIUTI CIRCONDATA DALLA SPAZZATURA

 

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Cultura e Spettacoli

Viterbo, a palazzo Scacciaricci si presenta il Movimento “SpazioTempismo”

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Saranno per la prima volta uniti nell’opera artistica il Tempo, lo Spazio e la
rappresentazione multi-prospettica del soggetto con l’evidenza della continuità del
trascorrere del flusso dell’intervallo tra una prospettiva e l’altra. L’idea di
SpazioTempismo nasce nel 2010 da un’intuizione di Enzo Trifolelli che supportato poi
da Giampiero Ascoli, intraprendendo studi e ricerche, hanno ampliato e sviluppato il
tema dello Spazio e del Tempo che nella storia dell’arte ha radici profonde,
concretizzando il nuovo concetto e strutturando l’omonimo Movimento artistico.
Nell’ambito del Festival ViterboImmagine2023 lo SpazioTempismo ha avuto la sua
affermazione con l’esposizione di 34 opere di 24 artisti.
L’inaugurazione – con ingresso libero – si aprirà alle 18,00 presso Il Palazzo
Scacciaricci, una Torre-Loggia che sovrasta il caratteristico portico della Piazza S.
Pellegrino, nel suggestivo quartiere medievale, nel cuore del centro storico di Viterbo.
Enzo Trifolelli verrà introdotto da Silvio Merlani titolare della Galleria Chigi e, dopo
una breve ma interessante descrizione del concetto di SpazioTempismo, aprirà un
confronto con i presenti: artisti, appassionati dell’arte e non solo, sul nuovo concetto
e Movimento Artistico “SpazioTempismo”, per approfondire i temi inerenti.
Nella splendida cornice dell’evento, è previsto anche l’intervento della Critico d’Arte
Barbara Aniello che parlerà delle opere esposte e del Concetto SpazioTempistico.
All’esposizione saranno presenti molte opere realizzate con il Concetto dello
SpazioTempismo da alcuni dei seguenti artisti: Emanuela Artemi, Luciana Barbi,
Sergio Barbi, Simona Benedetti, Carlo Benvenuti, Nello Bordoni, Stefano Cianti, Alessia
Clementi, Pippo Cosenza, Raffaela Cristofari, Daniele Del Sette, Francesca Di Niccola,
Paola Ermini, Sheila Lista, Gino Loperfido, Francesca Mazzone, Matilde Mele, Arialdo
Miotti, Francesco Persi, Cecilia Piersigilli, Enzo Trifolelli, Tullio Princigallo, Rita

Sargenti, Alessandro Scannella, Giampietro Sergio, Paolo Signore, Carla Sozio, Jennifer
Venanzi, Alessio Zenone.
All’inizio dell’incontro saranno distribuite delle piccole brochure che illustrano il
concetto e che, assieme al link web (QR code), conducono alla più ampia descrizione
dell’idea. Sulla brochure web sono presenti anche immagini di opere in pittura,
scultura, Digital Art, installazioni e altorilievi.
La Mostra sarà visitabile, con ingresso libero, dal 20 aprile fino al 5 maggio 2024 dal
martedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30 e sabato, domenica e festivi dalle 10,00 alle
12,30 e dalle 16,00 alle 19,30.
Gli organizzatori dell’Evento e fautori del Movimento Artistico “SpazioTempismo”
invitano tutti i lettori a visitare la Mostra per ammirare le opere in SpazioTempismo
esposte.

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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