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Colleferro (calcio, Promozione), l’entusiasmo di Lisi: “Competenza dello staff e gruppo forte”

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Colleferro (Rm) – Anche nella stagione 2020-21 farà da “chioccia” al gruppo con la sua esperienza. D’altronde Daniele Lisi, difensore centrale classe 1980, ne ha vissute tante nella lunga e fortunata carriera che lo ha visto protagonista anche in Eccellenza e serie D. “Con questo organico così giovane, mi sento ragazzino anch’io” dice con un sorriso l’esperto difensore centrale della squadra di mister Antonio Battistelli. “Pensare di smettere? Per fortuna mi sento ancora bene fisicamente e in carriera non ho mai avuto grandi infortuni, d’altronde sto ancora molto attento all’alimentazione e al modo in cui mi alleno. Tra l’altro dall’anno scorso, quando sono arrivato qui a Colleferro, ho trovato l’ambiente giusto per essere stimolato anche dal punto di vista mentale e della voglia di giocare. Qui la società non ci fa mancare nulla ed è composta da persone che amano il calcio e vogliono fare qualcosa per la città di Colleferro in maniera disinteressata. E nello staff ci sono persone di grande competenza, a partire da mister Battistelli che ha saputo creare un forte spirito di squadra per passare dal direttore sportivo Pino Di Cori che ha allestito un organico forte e per finire al responsabile del settore giovanile Luca Di Placido grazie al lavoro del quale sono cresciuti diversi ragazzi molto validi che già fanno parte della rosa della prima squadra. Poi l’anno scorso è tornato anche un folto pubblico a seguire la squadra che è composta da tanti ragazzi del territorio, quindi ci sono tutte le condizioni per continuare a fare bene anche nella prossima stagione”. Lisi parla degli obiettivi rossoneri per il prossimo futuro: “E’ chiaro che vogliamo essere protagonisti anche se vincere non è mai facile in nessuna categoria. Colleferro, però, dev’essere soprattutto un trampolino di lancio per giovani giocatori del territorio che magari possono fare il salto verso società professionistiche”.
Intanto il Colleferro ha annunciato la conferma di altri due ragazzi: si tratta degli esterni di centrocampo classe 1999 Alessio Botticelli e Gianluca Antocchi che hanno già dato un buon contributo nella passata stagione.

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Lutto nel mondo del calcio: morto Carlo Mazzone

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E’ morto oggi ad Ascoli Piceno Carlo Mazzone, storico allenatore dell’Ascoli e di tante altre squadre. Aveva 86 anni. Conosciuto come Sor Carletto, era il detentore di record di panchine in serie A: 792 quelle ufficiali, 797 considerando anche i cinque spareggi. Nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello stadio “Cino e Lillo Del Duca” di Ascoli Piceno, e nello stesso anno è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.

La sua carriera da allenatore è durata quasi 40 anni, sulle panchine di Ascoli, Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Pescara, Cagliari, Roma (allenarla fu per lui un sogno realizzato), Napoli, Perugia, Brescia e Livorno, con cui ha stabilito il record di panchine nella storia del calcio italiano, con 1.278 ufficiali.

Il primatista di panchine, veterano dei tecnici, ‘padre’ adottivo di tanti calciatori. L’immagine della corsa sfrenata di Carlo Mazzone sotto la curva avversaria dopo un pari in Brescia-Atalanta, a sfogare la rabbia per gli insulti ricevuti, lo ha inseguito a dispetto di una carriera a schiena dritta, povera di risultati eclatanti ma ricca di riconoscimenti personali. Ma con la morte di Mazzone, se ne va il re dei tecnici di provincia, dove per provincia si intende il cuore del calcio italiano. Li’ dove la passione regna, oltre il palmares o i soldi spesi. Mazzone e’ stato primatista di presenze sulle panchine della Serie A, con 795, oltre che veterano dei tecnici in attività prima di ritirarsi a fare il nonno nella ‘sua’ Ascoli. Il ‘sor Magara’ – epiteto guadagnato dal suo modo romano di storpiare l’esclamazione, moltiplicandola all’infinito – non è stato soltanto un allenatore di calcio ma anche, per molti ragazzi che hanno lavorato con lui, un secondo padre. Non a caso, un film dell’ottobre 2022 su di lui era intitolato proprio così, “Come un padre”. Perché tutti conoscono il tecnico, ma pochi hanno conosciuto veramente l’uomo che c’era dietro e quanto sia stato importante per la carriera e la vita di gente come Totti, Baggio, Guardiola (che gli dedicò la vittoria della Champions del 2009), Materazzi, Toni, Pirlo e tanti altri.

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Angelo Lucarella: “La nuova Lazio? Non vedo l’ora di vederla giocare”

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Le parole del tifoso laziale: “Peccato lo scudetto, ma per il Napoli ho gioito”

Sta per iniziare il campionato 2023/2024 è i motori calcistici iniziano ad accendersi.

La Lazio dell’era lotitiana, dopo l’addio di Tare, è tutta nelle mani di mister Sarri che nel giro di due anni ha riportato la squadra ai tempi di Eriksson.

Sfumato l’anno scorso lo scudetto a causa di un Napoli incandescente e di grande livello, quest’anno la compagine biancoceleste si appresta a fare un salto decisivo: confermarsi per la lotta scudetto e fare bella figura in Champions.

La redazione de L’Osservatore d’Italia ha raggiunto l’avvocato Angelo Lucarella, tifosissimo laziale, noto alle TV nazionali (spesso a LA 7 nell’ultimo anno), scrittore, ex vice pres. coord. Commissione Giustizia del Ministero Sviluppo Economico, docente alla Università Federico II di Napoli, per un commento sull’inizio di campionato biancoceleste. 

“L’anno scorso dissi che Sarri poteva fare tantissimo. Così è stato. Secondo posto di grande spessore.

Scudetto sfumato solo per un Napoli impressionante.

Dispiaciuto per la mia squadra del cuore ovviamente, ma per il Napoli ho gioito. Da meridionale e vivendo la città partenopea per impegni universitari poi è stato magico.

Quest’anno la Lazio può far meglio dell’anno scorso.

Sarri è un allenatore di sacrificio e studio tattico a cui auguro buon lavoro.

Incrociamo le dita, forza Lazio”.

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Conference League: il bis italiano è possibile?

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La Conference League è stata istituita solo a partire dalla passata stagione e servirà ancora del tempo prima che possa acquisire un valore storico per i tifosi. Tuttavia, per il calcio italiano la terza competizione europea per club sta assumendo già un significato estremamente importante, dato che sta contribuendo a riportare lo Stivale pallonaro a godere di credibilità internazionale. La prima edizione della Conference è stata vinta dalla Roma e il successo dei giallorossi fu accolto con grande soddisfazione tra le vie della capitale, nonostante la coppa rappresentasse appunto una novità assoluta. Oggi l’Italia è pronta a bissare la gioia del 2022 e stavolta è la Fiorentina a caricarsi le responsabilità del caso. I viola sono infatti tra i principali candidati per la vittoria del torneo.

Nella fase a gironi i toscani avevano conquistato il passaggio del turno arrivando al secondo posto in classifica, nonostante avessero ottenuto 13 punti al pari dell’Istanbul Basaksehir, racimolando una sola sconfitta in casa del RFS Riga, all’ultima giornata. Di conseguenza i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno dovuto disputare un turno in più, ma in virtù dello 0-4 dell’andata e del 3-2 del ritorno lo Sporting Braga è stato superato agevolmente e l’approdo agli ottavi è stato conseguito senza particolari patemi. Liquidati i turchi del Sivasspor con i risultati di 1-0 e 1-4, la Fiorentina ha incontrato dunque ai quarti il Lech Poznan, vincendo per 1-4 in Polonia e perdendo per 3-2 in casa, garantendosi la qualificazione alle semifinali.

Fino a qualche settimana fa era il West Ham a incontrare i favori dei pronostici, ma oggi è proprio la Fiorentina la squadra da fermare. Anche le quote sulla vincente della UEFA Conference League sorridono ai viola, che prima di giungere eventualmente alla finalissima e giocarsi la coppa dovranno affrontare però il Basilea, che ai quarti è stato capace di eliminare il Nizza. Per gli inglesi, invece, l’avversaria delle semifinali sarà l’AZ Alkmaar, che agli ottavi aveva fatto fuori la Lazio. Insomma, il cammino verso il trionfo definitivo è ancora lungo e tutt’altro che semplice, ma l’impressione generale è che la Fiorentina abbia buone chance di spuntarla e succedere alla Roma nell’albo d’oro.

In campionato il rendimento dei viola è abbastanza altalenante e vincere la Conference rappresenta una delle due soluzioni ancora a disposizione per partecipare alle competizioni continentali anche l’anno prossimo. L’altra strada viene individuata nella conquista della Coppa Italia, dove la finale è già stata raggiunta. L’Inter è però contendente rognosa e, paradossalmente, eccellere in Europa potrebbe essere più semplice, dato il tenore delle squadre rimaste in gioco. Il West Ham naviga tra i bassifondi della classifica di Premier League, mentre in Svizzera il Basilea rischia di non qualificarsi per le coppe europee e in Olanda l’AZ Alkmaar è fuori dalla corsa per il titolo nazionale.

Le semifinali di Conference League si giocheranno l’11 e il 18 maggio. La finalissima, invece, è in programma a Praga il prossimo 7 giugno. Anche quest’anno l’atto conclusivo della Conference si consumerà curiosamente dopo la finale di Europa League, ma prima di quella di Champions. Anche nelle altre coppe le squadre italiane nutrono qualche speranza di successo, ma la Fiorentina è indubbiamente la più accreditata per portare un altro trofeo internazionale nel Belpaese. Sì, il bis in Conference è possibile.

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