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Colloqui in Turchia: il ministro russo punta il dito su chi arma l’Ucraina

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In arrivo il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea)

Si sono svolti in Turchia i colloqui tra Ucraina e Russia. Nell’incontro abbiamo “affrontato la questione del cessione il fuoco di 24 ore per risolvere la maggior parte delle questioni urgenti dal punto di vista umanitario. Non abbiamo fatto progressi su questo purtroppo, sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia”. Lo ha detto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba in conferenza stampa dopo l’incontro con il ministro russo Lavrov. Anche sull’apertura dei corridoi umanitari da e per Mariupol Kuleba ha detto che “sfortunatamente Lavrov non è stato in condizione di impegnarsi. Sono pronto a incontrare nuovamente Lavrov se ci saranno prospettive concrete”, ha aggiunto.

“Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative, ha detto il ministro degli Esteri russo Lavrov, al termine dell’incontro con l’omologo ucraino Kuleba in Turchia. “Coloro che riempiono l’Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni”, ha detto il ministro russo. “Non abbiamo attaccato in Ucraina. In Ucraina si è creata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato”, ha aggiunto Lavrov. “Questi contatti non possono esser usati per sostituire o svalutare i negoziati principali sul territorio bielorusso”, ha fatto sapere il ministro degli Esteri russo.

E sempre in Turchia è in arrivo il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Grossi ha spiegato di essere stato invitato dal ministro degli Esteri turco: “Abbiamo bisogno di agire ora”. Discuterà “della questione urgente di garantire la sicurezza e la salvaguardia degli impianti nucleari in Ucraina”.

La guerra iniziata dalla Russia contro l’Ucraina prosegue senza sosta su due fronti. Sul terreno, con nuovi bombardamenti ancora stamani che hanno colpito un edificio residenziale vicino alla città di Kharkiv causando quattro morti, di cui due bambini. Un attacco ha centrato il villaggio di Slobozhanske, nel sud-est del paese, ferita una bambina di 5 anni, ma si scava tra le macerie per estrarre altri corpi. Oggi è prevista l’apertura di altri tre corridoi umanitari, si vedrà se la tregua sarà effettiva.

La presidenza ucraina ha lanciato un appello affinchè donne e bambini a Kharkiv, Donetsk e Luhansk lascino le loro regioni, diventate ormai troppo pericolose. Lo riporta il Kyiv Inedependent citando Oleksiy Arestovych, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente. “Per coloro che hanno bambini o donne, in particolare nelle regioni di Kharkiv, Donetsk, Luhansk, è meglio andarsene. Queste sono città di aspre battaglie militari e non c’è niente da fare per i civili, a meno che tu non sia un civile che lavora nei servizi dell’esercito o della città”, ha detto Arestovich.

In questa cornice si registra l’annuncio di Moody’s che ha declassato i rating di 39 istituti finanziari russi, a seguito del declassamento dei rating del governo russo a Ca da B3, con outlook negativo. Anche l’outlook è negativo. Tra gli altri Alfa-Bank, Credit Bank of Moscow, Gazprombank, Russian Agricultural Bank, Raiffeisenbank, Renaissance Financial Holding Limited.

“L’impatto delle sanzioni severe e coordinate annunciate nei giorni scorsi dai paesi occidentali sulla Russia, così come la risposta delle autorità russe – spiega Moody’s – si riflettono anche nel passaggio del Macro Profile della Russia a ‘Very Weak’ da ‘Weak+'”. I mercati, almeno quello asiatico, guardano alle trattative con fiducia. Meno ottimisti quelli del Vecchio Continente. Se la Borsa di Tokyo segna il maggior rialzo giornaliero dal dicembre 2020, prendendo spunto dal recupero degli indici azionari Usa, con gli investitori che tornano sul mercato dopo la repentina flessione dei prezzi petroliferi, oltre il 10%. Dopo la gran corsa di ieri le Borse europee scendono nella prima primissima parte della seduta guardando all’incontro in turchia e in attesa della riunione della Bce, che dovrebbe fare luce sulle mosse anti-inflazione di Francoforte. Dopo un avvio leggermente negativo, il listino più debole è quello di Milano, in calo di oltre il 2%, con quello tedesco e di Parigi sulla stessa linea. Prova a tenere Londra, in ribasso di un punto percentuale. In Piazza Affari vendite sulle banche premiate alla vigilia, con diverse sospensioni in asta di volatilità, tra le quali Unicredit e Intesa. Un altro fronte diplomatico è aperto in Polonia con l’arrivo nella notte della vicepresidente americana Harris che incontrerà presidente e premier. Nel tentativo di ricucire lo strappo provocato dall’annuncio del governo di Varsavia dell’intenzione di usare i Mig-19 nei cieli ucraini. Intenzione subito bocciata dal Pentagono.

Da Mosca altri strappi diplomatici con la dichiarazione che lascia il Consiglio d’Europa. Motivo? “La Russia non ha alcuna intenzione – recita una Tass stamani – di sopportare le azioni sovversive intraprese dall’Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti”. Ancora timori per le centrali nucleari sul territorio ucraino con l’inquietante silenzio dalla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia che ieri, spiega l’Agenzia internazionale per l’energia atomica che monitora il sito, ha smesso di trasmettere dati. Un’interruzione nelle comunicazioni registrata anche dal sito di Chernobyl: l’Aiea si dice “preoccupata”. L’inasprimento delle sanzioni europee a Russia e Bielorussia sono all’attenzione del vertice del Consiglio europeo. Con un occhio al boomerang che però sanzioni e guerra determinano su tutto l’occidente. La spinta sui prezzi esercitata dal conflitto farà sì che la crescita sarà inferiore al 4%, la premessa dalla quale partiranno i leader per stabilire le contromisure. Anche la Bce, che oggi riunisce il suo direttivo, è pronta a tornare in modalità emergenza.

L’Fmi intanto approva aiuti per 1,4 miliardi di dollari a Kiev. Intanto l’isolamento economico di Mosca si arricchisce di nuovi abbandoni del mercato russo. Ora è la volta di Sony, Nintendo Heineken e Carlsberg che fermano le vendite in Russia. E l’Eni non acquisterà petrolio da Mosca.

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Israele: imminente l’attacco sull’Iran

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Netanyahu: “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”

A poco meno di 48 ore dalla pioggia di droni e missili arrivati sul territorio dello Stato ebraico, il governo di Benyamin Netanyahu sembra aver fatto la sua scelta, mentre Teheran – che ha già messo in stato di massima allerta le sue difese aeree – ha ammonito che l’eventuale azione armata di Israele stavolta “avrà una risposta molto dura”.

Quattro funzionari statunitensi hanno dichiarato però alla Nbc News che un’eventuale risposta israeliana all’attacco iraniano sarà di portata limitata e riguarderà probabilmente attacchi contro armamenti militari iraniani e agli alleati al di fuori dell’Iran. Poiché l’attacco iraniano non ha provocato morti o distruzioni diffuse, secondo i funzionari americani, Israele potrebbe rispondere con una delle sue opzioni meno aggressive: una di queste potrebbe includere attacchi all’interno della Siria.

I funzionari non si aspettano che la risposta prenda di mira alti funzionari iraniani, ma che colpisca le spedizioni o le strutture di stoccaggio con parti di missili avanzati, armi o componenti che vengono inviati dall’Iran a Hezbollah. L’emittente specifica che la valutazione degli Stati Uniti si basa su conversazioni tra funzionari statunitensi e israeliani avvenute prima che l’Iran lanciasse più di 300 droni e missili contro Israele: mentre Israele si stava preparando per l’attacco iraniano la scorsa settimana, i funzionari israeliani hanno informato gli omologhi Usa sulle possibili opzioni di risposta.

L’operazione verso cui si sta dirigendo Israele si scontra inoltre con la forte opposizione Usa e di quella degli alleati che l’hanno affiancato nell’abbattere il 99% dei proiettili lanciati da Teheran. Joe Biden, che aveva frenato la reazione israeliana nelle prime ore, ha ribadito chiaramente che “occorre evitare un’escalation in Medio Oriente” ricevendo il primo ministro iracheno alla Casa Bianca. Mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezioni su un possibile coordinamento tra Gerusalemme e Washington, ha chiarito che “il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta” all’affronto iraniano.

“Gli Stati Uniti non sono coinvolti”, ha sottolineato Kirby, definendo poi “uno spettacolare fallimento” l’offensiva di sabato di Teheran, quasi a blandire l’alleato israeliano, smentendo peraltro che Teheran “avesse fornito agli Usa tempi e target” dei raid. “Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che “la risposta ci sarà”. “Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta”, ha avvertito.

Se la reazione armata appare a questo punto scontata, cruciale sarà capire come reagirà Teheran. Il gabinetto di guerra – che al dossier Iran ha già dedicato due riunioni e un’altra è in programma martedì – sta studiando “diverse opzioni”. Ognuna delle quali, è stato spiegato, rappresenta “una risposta dolorosa” per gli iraniani, senza tuttavia rischiare di scatenare “una guerra regionale”. Nel ristretto gruppo di ministri – da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz – che deve prendere la decisione, l’obiettivo è quello di scegliere un’opzione che “non sia bloccata dagli Usa” e che rientri in una strada praticabile. Israele, fanno notare molti analisti anche in patria, non può ignorare del tutto le preoccupazioni degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali su un’escalation che avrebbe conseguenze devastanti per la regione e non solo.

Così i vari scenari vanno da un contrattacco diretto sul territorio iraniano a operazioni che colpiscano gli alleati del regime degli ayatollah nella regione fino ad azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzionarie. Nella prima ipotesi, la più pericolosa, nel mirino potrebbero finire addirittura i siti legati al nucleare iraniano il cui programma, secondo il premier britannico Rishi Sunak, “non è mai stato a uno stadio così avanzato”.

L’Iran da parte sua ha messo in guardia Israele. “L’attacco limitato di sabato sera – ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov – mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte”. 

Netanyahu, Iran dovrà aspettare nervosamente nostra risposta

L’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu ad una riunione dei ministri del Likud. Poi ha aggiunto – secondo la stesse fonti – “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”.

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Russia, Evgenya Kara-Murza: “Putin va fermato”

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“La Russia ha un unico ed enorme problema interno ed è il regime di Putin.

Tutto il resto proviene a cascata da questo” perciò “Putin va fermato. L’unica garanzia di pace e stabilità per il nostro continente è una Russia democratica”. A parlare, in un’intervista esclusiva al Festival Internazionale del Giornalismo 2024 anticipata all’ANSA, è Evgenya Kara-Murza, moglie di uno dei più noti politici d’opposizione in Russia, Vladimir Kara-Murza, dall’aprile 2022 in carcere dove sta scontando una condanna a 25 anni di reclusione con l’accusa di vilipendio alle forze armate e alto tradimento.“Mio marito è sopravvissuto a ben due agguati, nel 2015 e nel 2017, da parte del gruppo di spionaggio Fsb (i servizi segreti russi, ndr), una banda di criminali al servizio del governo russo, implicati anche nell’avvelenamento con il Novichok”, racconta la moglie dell’oppositore che ha dovuto rinunciare alla sua partecipazione in presenza al Festival di Perugia, in programma dal 17 al 21 aprile. Nella video intervista, che sarà trasmessa sabato 20 aprile, Kara-Murza racconta di non vedere il marito dal giorno del suo arresto nell’aprile 2022: “Mi è stato concesso di parlargli al telefono solo un paio di volte. L’ultima a dicembre per soli 15 minuti. Abbiamo tre figli e ho lasciato che parlassero con il padre per cinque minuti ciascuno. Non ho scambiato nemmeno una parola con lui perché non volevo togliere tempo prezioso ai suoi figli”. La donna è un fiume in piena e le accuse a Mosca sono dirette e circostanziate.

“Questa è un’autentica tortura psicologica che il regime utilizza nei confronti di chi rifiuta di rimanere in silenzio di fronte alle atrocità del governo russo e denuncia la guerra in Ucraina. Il regime di Putin ha rispolverato tutto l’intero arsenale della macchina repressiva sovietica, incluso l’uso di punizioni psichiatriche. Vuol dire che oppositori e dissidenti possono essere rinchiusi con la forza in cosiddetti ‘ospedali psichiatrici’ ed essere sottoposti a trattamenti psichiatrici contro la loro volontà”. Evgenya Kara-Murza non nasconde la sua preoccupazione per la salute del marito che ha perso 25 kg da quando è in carcere. Dallo scorso settembre è rinchiuso in una cella di isolamento nota con le sue iniziali russe come EPKT. La cella di sei metri quadrati ha un solo sgabello, una piccola finestra chiusa da sbarre e un letto che si ripiega nel muro durante il giorno. Nessuna possibilità di comunicare con l’esterno, neanche tramite lettere. “L’obiettivo del regime di Putin – spiega Kara-Murza – è quello di isolare gli oppositori dal mondo. Di farli sentire soli e dimenticati. Per questo è importante continuare a parlare di loro, che i nomi dei dissidenti russi e che le loro storie siano conosciuti”.

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Zaporizhzhia, Aiea: rischio di un grave incidente nucleare

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Gli “attacchi sconsiderati” alla centrale nucleare di Zaporizhzhia “aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente”: lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, come riferisce l’Agenzia stessa.

L’attacco di ieri alla centrale rappresenta “una chiara violazione dei principi fondamentali per la protezione della più grande centrale nucleare d’Europa”, ha aggiunto. 

Ieri l’Aiea ha confermato che “le principali strutture di contenimento dei reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia hanno subito ieri almeno tre attacchi diretti”.

E’ il primo caso del genere “dal novembre 2022 e dopo aver stabilito i 5 principi di base per evitare un grave incidente nucleare con conseguenze radiologiche”, ha detto Grossi.

“Nessuno può in teoria trarre beneficio o ottenere alcun vantaggio militare o politico dagli attacchi contro gli impianti nucleari – continua Grossi in un post sul suo account X -. Faccio appello fermamente ai responsabili militari affinché si astengano da qualsiasi azione
che violi i principi fondamentali che proteggono gli impianti nucleari”.

Poco prima l’Aiea aveva dichiarato che “attacchi di droni hanno causato un impatto fisico su uno dei sei reattori dell’impianto e una vittima”, specificando che “i danni all’unità 6 non hanno compromesso la sicurezza nucleare ma si tratta di un incidente grave che potrebbe minare l’integrità del sistema di contenimento del reattore. 

 I responsabili dell’impianto, sotto controllo russo, hanno denunciato che “droni ucraini hanno attaccato la centrale nucleare di Zaporizhzhia” e questi raid hanno “danneggiato un camion parcheggiato vicino alla mensa”. Da parte sua, il governatore ucraino Ivan Federov ha detto che l’esercito russo ha bombardato con missili Grad Gulyaipole la regione di Zaporizhzhia, uccidendo tre civili nella stessa abitazione.

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