Colori e ossessioni in passerella: quando la moda diventa arte figurativa

La moda come qualsiasi arte figurativa applicata come la pittura, la scultura, la ceramica ecc. ha bisogno di visibilità, questo avviene grazie ai media per avere la riconoscibilità dalle persone, e per far si che il fatturato sia notevole, e anche i grandi brand consolidati come Gucci hanno bisogno di stupire sulle passerelle.

Fino adesso faceva scalpore la magrezza delle modelle ai limiti dell’anoressia vedendole sfilare sulle passerelle o nei servizi fotografici di moda, la maison Gucci durante Settimana della moda di Milano, ha presentato un exibhition a dir poco unica, attirando a sé tutta l’attenzione dei media, ma le distanze dello stilista Giorgio Armani.

La famosissima casa di moda Gucci ha fatto sfilare sulle passerelle modelle e modelli con teste di manichino sotto al braccio, si trattava di un doppio della loro immagine, una modella aveva un occhio dipinto in fronte, ossia il “terzo occhio”, alcuni cuccioli di drago portati in mano, un camaleonte, e anche un serpente. Per l’occasione la “scena” è stata allestita come una sala operatoria, da
una fabbrica che si occupa di effetti speciali di Cinecittà la Makinarium che in passato ha collaborato con diversi registi come Ridley Scott, Matteo Garrone ecc… Per preparare l’evento ci sono voluti ben sei mesi di tempo, e molta maestria artigianale per completare il lavoro, come l’uso di calchi, gessi e scansioni 3D della testa dei modelli. Nell’epoca dell’immagine, e della condivisione per essere innovativi si ha bisogno di sensazionalismo per avere attenzione, ma questo succedeva anche con gli artisti del passato.

Dopo la nascita dell’impressionismo e le correnti artistiche l’arte è stata rappresentata in tutte le sue forme e colori, addirittura è stata rappresentata anche l’invisibile, e questo è accaduto dall’inizio del novecento in poi, ma puntualmente da oltre un secolo i galleristi presentano ai media eventi di “opere invisibili” proclamandoli come eventi innovativi, ad esempio la mostra presentata a Londra alla Hayaward Gallery con il nome di “Invisible: Art about the Unseen” . I galleristi sono arrivati a vendere a cifre importanti pur di essere innovativi anche dipinti del tipo “action painting” di Pollock realizzati dallo scimpanzé “Coco”, pur di avere nella propria galleria dipinti che davano un “taglio” alla produzione pittorica passata.

Fra le innovazioni positive contemporanee la troviamo nei musei e le gallerie, infatti attualmente ci sono in giro mostre di opere di pittori del passato scelte da personaggi famosi, oppure associando arte antica con opere d’arte contemporanea, è un nuovo modo di attirare le persone e bambini ai musei, ma anche di dare una nuova vita alle opere d’arte tenute nei musei, ed è una visione diversa di fruire l’opera d’arte da un’altra prospettiva, rigenerandola.
La moda è arte e l’arte è provocazione in tutte le sue manifestazioni, ma in merito alla sfilata della maison Gucci la provocazione non dovrebbe suscitare DESIDERIO DI POSSESSO e OSSESIONE del capo o dell’accessorio delle addicted della moda non appena hanno vista sfilare un vestito o dopo aver sfogliato riviste di fashion?
Lo stilista della famosa casa di moda si chiama Alessandro Michele, ed ha fatto aumentare il fatturato del brand Gucci a cifre vertiginose. Le sfilate di moda dagli anni novanta in poi grazie a Gianni Versace sono diventate SPETTACOLO, infatti è al grande stilista scomparso tragicamente che si deve il clamore delle top model di quegli anni come Claudia Schiffer, Naomi Campmbell, Carla Bruni e Cindy Crawford ecc…, il loro successo fu tale che arrivarono ad offuscare perfino gli abiti indossati quando sfilavano sulle passerelle in quasi tutto il decennio, le sfilate erano dei veri e propri show. Sulle passerelle si è visto quasi di tutto, perfino in alcune exibhition le modelle sono state affiancate da animali come la giraffa pur di stupire.

Marcel Duchamp nel 1914 negli Stati Uniti portò con sé una sfera di vetro contenente l’aria di Parigi rendendo “arte” anche un qualcosa che non si vedeva solo perché l’artista aveva deciso che un semplice contenitore di vetro e l’aria che la conteneva fosse OPERA D’ARTE.
“E’ opera d’arte perché è frutto del genio” come diceva Angela Vettese, addirittura in quegli anni si vendevano opere d’arte invisibili, il compratore aveva di materiale solo il contratto di un’opera che non avrebbe mai visto. In futuro gli stilisti pur di far parlare delle loro sfilate presenteranno collezioni di abiti o accessori anche loro invisibili? o modelli e modelle con le sembianze di un IBIS egiziano simbolo del dio Thot?
Il concetto di eleganza e di bellezza è sempre stato mutevole nei secoli, forse ci troviamo di fronte ad un nuovo concetto di bellezza e di eleganza? O forse siamo invasi da immagini e i creativi pur di farsi notare cercano a tutti i costi di dare un’aura a creazioni (Walter Benjamin), cercando idee e ideologie che non hanno nulla a che fare con l’artigianato, l’arte ha bisogno di sperimentazioni, ma pur di vendere si arriva a tralasciare anche il buon gusto?

Giuseppina Ercole