Connect with us

In evidenza

Come fare prevenzione dentale con la fito odontoiatria

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Utilizzate da tempo immemorabile nella medicina tradizionale, piante ed erbe hanno mostrato di essere una sorgente abbondante di principi biologicamente attivi, molti dei quali hanno costituito la base per lo sviluppo di prodotti di sintesi da parte delle aziende farmaceutiche che nel corso degli ultimi decenni si sono interessate allo studio delle piante come fonti per nuovi agenti fitoterapici di comprovata efficacia, sicurezza e qualità.

Il video servizio sulla fito odontoiatria trasmesso a Officina Stampa del 18/4/2019

In odontoiatria, la fitomedicina è stata utilizzata con effetto antinfiammatorio, antibiotico, analgesico, e sedativo

E Molte sono le piante che svolgono un’azione benefica sui tessuti del cavo orale. L’India è tra i maggiori produttori mondiali di piante medicinali e il loro utilizzo in odontoiatria è iniziato con il miswak o siwak, uno strumento per l’igiene dentale a metà tra lo stuzzicadenti e lo spazzolino.

Ricavato da un alberello, Araak, piuttosto comune nel Medio oriente (Salvadora persica) il miswak è popolare non solo in India ma anche in parte del mondo arabo e le sue fibre sono state promosse dall’Organizzazione mondiale della sanità per l’uso nell’igiene orale.

La tradizione attribuisce al miswak numerose proprietà benefiche: aiuta a sbiancare i denti e a rimuovere le tipiche macchie di tè, vino o caffè; contribuisce a igienizzare la bocca, rinfresca l’alito, stimola la circolazione gengivale, rafforza le gengive; pulisce i denti senza risultare abrasivo; rimuove e previene la formazione di carie, placca e tartaro.

Gli agenti antimicrobici contro i microrganismi orali, in particolare quelli che contribuiscono alla modificazione del biofilm sotto e sopra gengivale, svolgono un ruolo importante nella prevenzione della carie dentale e delle malattie parodontali. Esiste una vasta gamma di piante medicinali aggiunte a dentifrici e collutori con azione antimicrobica. Come pure piante che favoriscono la guarigione dei tessuti e contribuiscono al miglioramento dell’alitosi.

Sono ormai molte le sperimentazioni volte a verificare l’attività delle piante medicinali contro i microbi orali

Per esempio, l’utilizzo per il trattamento della carie con le foglie della Drosera peltata, una pianta carnivora, è stato riconosciuto da uno studio che ne ha dimostrato l’efficacia nel contrastare numerosi batteri presenti nella cavità orale, in particolare lo Streptococcus mutans e lo Streptococcus sobrinus.

L’olio essenziale di Melaleuca, distillato dall’albero del tè, è ormai popolare anche in occidente e viene proposto in tutte le erboristerie per le sue proprietà antisettiche, antimicotiche, antibatteriche e antivirali.

Altre piante sono comuni anche in Europa in Italia, come la liquirizia che contiene componenti attivi contro lo Streptococcus mutans, o il mirtillo che, secondo uno studio condotto negli Stati Uniti, sarebbe ricco di sostanze in grado di inibire gli enzimi associati alla formazione della placca e di diminuire l’aderenza dei batteri alle superfici. Ovviamente è il tipo di utilizzo che ne fa la differenza, perché il succo di mirtillo potrebbe, con la sua acidità, produrre erosione dello smalto.

Insomma lo scopo della “Fitoterapia in igiene orale e odontoiatria” è quello di dare un senso a livello farmacologico, informativo e in chiave scientifica alla fitoterapia. Per meglio dire, come determinati rimedi, cioè piante, droghe, o più generalmente prodotti galenici, possano agire e/o interagire con il nostro organismo avendo essi una azione farmacologica paragonabile e, in alcuni casi, maggiore e migliore dei farmaci usati nella medicina “allopatica”. Ma soprattutto questo lavoro vuole fornire all’igienista e all’odontoiatra un facile approccio a questa antichissima scienza.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Castelli Romani

Asl Roma 6, all’ospedale dei Castelli operativo il nuovo reparto di terapia subintensiva

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus

Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.

Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.

A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.

Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai
sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.

“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.

A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).

L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.

“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.

Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).

Continua a leggere

In evidenza

Diffamazione, Alessandra Costante (Fnsi): “Carcere per i giornalisti misura incivile”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

“Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia dal senatore di FdI Gianni Berrino al ddl Diffamazione dimostrano che qualcuno non ha capito molto delle sentenze della Corte costituzionale in materia. Il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.

“Parlare di carcere in caso di quella che viene considerata ‘diffamazione grave’ – prosegue – significa voler mettere il silenziatore a molte inchieste giornalistiche. Appare, inoltre, del tutto pretestuosa e funzionale a un disegno liberticida la confusione tra fake news e diffamazione a mezzo stampa. Con queste norme faremo un altro salto indietro nelle classifiche internazionali sulla libertà di informazione. L’auspicio è che in Parlamento anche pezzi della maggioranza sappiano reagire di fronte a questo ennesimo sfregio all’articolo 21 della Costituzione”.

Continua a leggere

Costume e Società

Vittorio De Sica: il Maestro del Neorealismo nel cinema italiano

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Nel panorama del cinema italiano, pochi nomi risplendono con la stessa intensità e importanza di Vittorio De Sica. Regista, attore e icona del Neorealismo, De Sica ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia del cinema, sia in patria che a livello internazionale. Il suo contributo al cinema italiano è stato non solo significativo, ma anche rivoluzionario, influenzando generazioni di cineasti e spettatori.

Nato nel 1901 a Sora, in provincia di Frosinone, De Sica ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come attore teatrale, per poi approdare al cinema negli anni ’30. Tuttavia, è negli anni ’40 che ha raggiunto il suo apice artistico, diventando una delle figure centrali del movimento neorealista italiano. Con film come “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948) e “Miracolo a Milano” (1951), De Sica ha portato sullo schermo storie di semplici persone comuni, mostrando la realtà quotidiana e le difficoltà della vita nell’Italia del dopoguerra.

La capacità di De Sica di cogliere l’essenza umana nei suoi film è stata evidente anche nei suoi ruoli da attore. La sua performance memorabile in “Ladri di biciclette”, dove interpreta un disoccupato che cerca disperatamente di recuperare la sua bicicletta rubata, è stata acclamata dalla critica e dal pubblico, confermando il suo talento poliedrico.

Ma è soprattutto il suo lavoro dietro la macchina da presa che ha reso De Sica una leggenda del cinema. I suoi film sono caratterizzati da una semplicità ed un’onestà straordinarie, con una fotografia in bianco e nero che cattura magistralmente l’atmosfera di povertà e speranza dell’Italia del dopoguerra. Inoltre, De Sica ha saputo dirigere i suoi attori in modo naturale e autentico, spesso scegliendo volti non professionisti per dare maggiore realismo alle sue storie.

Oltre ai suoi contributi al Neorealismo, De Sica ha dimostrato la sua versatilità come regista con film di diversi generi, tra cui commedie brillanti come “Matrimonio all’italiana” (1964), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, e drammi intensi come “Umberto D.” (1952), una toccante storia di un anziano pensionato che lotta per sopravvivere in una società che lo dimentica.

Il suo impatto sul cinema italiano e mondiale è stato riconosciuto con numerosi premi e riconoscimenti, tra cui quattro Oscar alla miglior sceneggiatura originale e un Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. Ma più importante di tutti i premi, il vero lascito di Vittorio De Sica è il suo straordinario corpus di opere cinematografiche, che continuano a ispirare e commuovere gli spettatori di tutto il mondo, dimostrando il potere senza tempo del cinema nel raccontare storie umane universali.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti