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Redazione Lazio

Comunità "Papa Giovanni XXIII": 30 postazioni contro la povertà nel Lazio

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Tempo di lettura 3 minuti L'intervista in esclusiva a L'Osservatore d'Italia del responsabile Giovanni Ramonda

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di Simonetta D'Onofrio

 

Rimuovere la cause che generano povertà, ingiustizia e emarginazione, sono i punti cardine che sostiene, fin dalla sua nascita, la comunità “Papa Giovanni XXIII”. L’impegno della comunità "Papa Giovanni XXIII", che la vede accredita anche presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) , organismo che tratta tematiche legate allo sviluppo sociale, alla giustizia e alla pace, promuove il 29 e il 30 ottobre l’evento "Un Pasto al Giorno".

 

I volontari saranno presenti nel Lazio con oltre 30 postazioni e in cambio di un'offerta libera, regaleranno un pacco di pasta da 100 grammi circa (simbolicamente un pasto) e un ricettario "antispreco": 12 ricette realizzate con scarti alimentari (quelli che siamo abituati a gettare nell'umido) come bucce della frutta o della verdura per imparare a mangiare senza spreca
La comunità ogni giorno mette a tavola 41mila persone nelle sue oltre 600 realtà di accoglienza in 38 Paesi del mondo, garantendo loro, appunto, almeno un pasto al giorno.

Per l’occasione abbiamo intervistato, in esclusiva, il responsabile generale della comunità, Giovanni Ramonda, che dal 13 gennaio 2008 ha raccolto l’eredità di don Oreste Benzi.

I dati dello spreco alimentare sono esorbitanti. Quant'è importante sensibilizzare il consumatore con azioni come "Un pasto al giorno"? Che riscontro avete avuto dalle campagne fatte negli anni precedenti?

In Occidente, le società ricche e opulente muoiono di troppo benessere. Il benessere spesso uccide l’essere ed è un insulto, un’ingiustizia somma nei confronti delle tante persone e dei tanti bambini che nel mondo invece muoiono di fame. Per questo, lottare contro lo spreco delle risorse alimentari è un atto di giustizia e di condivisione, di restituzione. Un atto necessario.
Quindi, ben vengano queste nuove legislazioni anche in Italia, la così detta legge del buon samaritano, legge contro gli sprechi alimentari, che prevede che le eccedenze possano essere destinate a comunità, associazioni, enti che realmente danno questi beni a chi fa fatica ad arrivare a fine mese. Io credo che dobbiamo sviluppare questa lotta contro lo spreco, e c’è una sensibilità in questo senso. In una scelta di essenzialità, di sobrietà e di educazione dei nostri figli a vivere con ciò che è necessario e non con il “di più”, mentre tante persone e tanti bimbi nel mondo muoiono di fame.
 

Quante sono le postazioni previste nel Lazio per la campagna di sensibilizzazione?

Sono 30 le postazioni in tutto il Lazio: 3 a Roma e provincia, 16 a Frosinone e provincia, soprattutto ad Anagni, Fiuggi e Alatri. Cinque postazioni sono nella provincia di Latina, tra cui 2 in città e una a Gaeta. E altre 5 postazioni sono a Rieti.
Nelle parrocchie, all’uscita delle messe, o in piazza potrete trovare i nostri volontari, parlare con loro e lasciare la vostra donazione. Per tutte le informazioni più precise sulle postazioni si può visitare il sito www.unpastoalgiorno.org

Quali sono le regioni più virtuose in questo ambito? E le nazioni in Europa?

La maggior parte delle postazioni sono nelle zone in cui la nostra Comunità è presente con le proprie case di accoglienza e con i propri membri. E anche all’estero, l’evento si è diffuso grazie alla disponibilità dei nostri missionari, che oltre a condividere la vita con gli ultimi, partecipano anche a questo evento, ad esempio in Olanda, Germania, in Svizzera il banchetto è stato fatto dai nostri rappresentanti all’Onu di Ginevra. E poi in Bolivia, in Cile, in Russia… Ma tanti sono anche i volontari e i giovani che ci aiutano e che ci permettono di realizzare tante altre postazioni anche dove la nostra presenza non arriva. Per diventare un volontario di Un Pasto al Giorno e partecipare attivamente all’evento del prossimo anno basta scrivere a unpastoalgiorno@apg23.org.

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Roma

Roma, Tor Bella Monaca: violenze domestiche e minacce di morte, arrestato un uomo per maltrattamenti aggravati

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“Vivevamo con la paura che succedesse qualcosa di peggio”, raccontano i vicini, scossi dall’episodio

Nella giornata di ieri, a Tor Bella Monaca, si è consumato l’ennesimo episodio di violenza domestica. Un uomo di 47 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di maltrattamenti e lesioni personali aggravate nei confronti della sua compagna convivente, una donna di 37 anni, originaria di Roma.

L’intervento dei Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca è avvenuto a seguito di una segnalazione ricevuta in caserma. La vittima, che presentava una ferita alla testa causata da un violento colpo sferrato dal compagno, è stata immediatamente soccorsa dal personale del 118 e trasportata al Policlinico Casilino. Sebbene le sue condizioni non fossero considerate gravi, la donna è stata trattenuta in osservazione, lasciando emergere una storia di abusi che durava da anni.

Secondo quanto riferito dalla donna ai Carabinieri, le violenze erano ormai una costante nella sua vita da circa 10 anni, sin dall’inizio della convivenza con l’uomo. Il compagno, un tossicodipendente con evidenti problemi di gelosia morbosa, l’aveva sottoposta a continue aggressioni fisiche e verbali, senza che lei trovasse mai il coraggio di denunciarlo. Solo ora, dopo l’ennesimo episodio di brutalità, ha deciso di rompere il silenzio.

Tra i dettagli più agghiaccianti emersi dalle sue dichiarazioni, vi sono le minacce di morte ricevute e i danni causati all’interno della loro abitazione, segni di un clima di terrore vissuto quotidianamente. La donna ha anche ammesso di aver subito altre lesioni in passato, mai refertate, lasciando intuire una lunga scia di violenze mai denunciate.

Il vicinato: “Sapevamo che c’era qualcosa che non andava”

I residenti della via Fabrizio Chiari, luogo dell’arresto, hanno espresso il loro sgomento per la vicenda. Alcuni di loro, scossi dall’accaduto, hanno riferito ai giornalisti di aver sentito più volte urla e litigi provenire dall’abitazione della coppia. “Sapevamo che c’era qualcosa che non andava, ma nessuno si aspettava che fosse così grave”, ha dichiarato una vicina di casa, con voce tremante. “Vivevamo con la paura che potesse succedere qualcosa di peggio, ma non immaginavamo che lei subisse violenze così terribili.”

Un altro residente ha commentato: “Lui era una persona difficile, lo sapevamo tutti. Aveva problemi di droga e spesso lo vedevamo alterato. Ma lei era sempre così riservata, sembrava che volesse nascondere tutto”.

L’arresto

Dopo aver acquisito la denuncia della donna e raccolto le prove necessarie, i Carabinieri hanno arrestato l’uomo e lo hanno condotto presso il carcere di Regina Coeli. Il Tribunale di Roma ha già convalidato l’arresto, disponendo la sua detenzione in carcere in attesa di ulteriori sviluppi. Le accuse nei suoi confronti sono gravi e includono maltrattamenti e lesioni personali aggravate, reati che potrebbero costargli una lunga pena detentiva.

L’episodio ha sollevato ancora una volta il tema delle violenze domestiche, una piaga che troppo spesso resta nell’ombra, e che coinvolge numerose vittime incapaci di denunciare i propri carnefici. Le forze dell’ordine continuano a sensibilizzare sulla necessità di rompere il silenzio e denunciare tempestivamente situazioni di abuso, per evitare che episodi di violenza degenerino in tragedie irreparabili.

Un grido di allarme sociale

Questo dramma si inserisce in un contesto sociale già problematico come quello di Tor Bella Monaca, un quartiere noto per l’alto tasso di criminalità e disagio sociale. “Speriamo che questa vicenda serva a far riflettere”, ha dichiarato un altro residente. “Qui la violenza è all’ordine del giorno, ma non possiamo rimanere indifferenti. Dobbiamo fare di più come comunità per aiutare chi soffre in silenzio.”

La speranza è che la vicenda possa portare maggiore attenzione sulla necessità di proteggere le vittime di violenza domestica e offrire loro il supporto necessario per ricostruire le proprie vite.

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Castelli Romani

Nemi, “I Corsi” senz’acqua: una battaglia che non trova ascolto

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Residenti esasperati da continui guasti idrici, l’associazione locale lancia un grido di aiuto contro il silenzio di Acea

Da anni, la zona alta di Nemi, conosciuta come “I Corsi“, si trova a dover affrontare una situazione inaccettabile: l’acqua potabile, bene primario e fondamentale, continua a mancare per lunghi periodi durante l’estate a causa di guasti alle condutture idriche. Il problema, ormai cronico, ha colpito ancora una volta i residenti nel corso dei mesi estivi, lasciando numerose famiglie senza fornitura idrica per giorni interi.

Nonostante le ripetute segnalazioni, la situazione sembra essere sempre la stessa. A pagare il prezzo più alto di questa disfunzione sono le famiglie del quartiere Corsi e del Parco dei Lecci, costrette a vivere senza acqua, per più di due giorni consecutivi in diverse occasioni solo nell’ultimo mese.

La comunità locale è esausta, e l’unica risposta ricevuta dal gestore idrico Acea sembra essere una generica scusa per il disagio, accompagnata da una sterile offerta di rimborso. Un rimedio che, però, non può compensare la gravità del problema.

L’Associazione “Corsi & Parco dei Lecci”, nata oltre due anni fa proprio per far fronte a questa emergenza, ha portato avanti una lunga battaglia contro il gestore, ma senza alcun risultato concreto. A guidare questa battaglia è la presidente Rosa Lenci, che ha recentemente inviato un’ulteriore lettera di reclamo all’indirizzo PEC di Acea, evidenziando i disagi continui subiti dagli abitanti. “Con la presente sono a comunicare la mancanza di acqua a giorni alterni per più di quattordici volte nel mese di agosto e ancora a settembre per altre cinque/sei volte, compreso oggi”, scrive nella sua denuncia, sottolineando come la mancanza d’acqua si protragga spesso per oltre 48 ore.

La presidente Lenci, ha rimarcato la gravità della situazione, ricordando che l’interruzione della fornitura di acqua rappresenta una violazione del codice penale. “Ci state portando all’esasperazione,” aggiunge con forza, evidenziando come il disinteresse di Acea Ato 2 stia esasperando i residenti, che si trovano ormai stremati da anni di disagi senza una soluzione concreta all’orizzonte.

L’associazione chiede ora un incontro urgente con un responsabile di Acea per discutere una soluzione definitiva, mentre il loro grido di aiuto continua a rimanere inascoltato. La mancanza d’acqua non è soltanto un disagio quotidiano, ma un problema di salute pubblica e di qualità della vita, che le autorità locali dovrebbero prendere in carico con maggiore serietà e urgenza.

Se da un lato Acea Ato 2 continua a rassicurare i residenti con scuse formali e promesse di rimborso, dall’altro lato il problema persiste, senza che vengano prese misure concrete per evitare nuovi guasti.

È ora che le istituzioni locali intervengano in modo deciso per garantire il rispetto di un diritto essenziale e mettere fine a questa vergognosa situazione.

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Castelli Romani

Frascati: “Crolla” la pavimentazione in piazza San Rocco

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Spaventano le immagini che ci sono arrivate oggi in redazione di piazza San Rocco a Frascati.
“Frascati crolla” è il grido che ci giunge.

la foto mostra nel dettaglio la “voragine” creatasi su piazza San Rocco

I lavori che imperversano in città mostrano la fragilità del territorio dove si sviluppa Frascati.
Anni di mancate manutenzioni e di lavori, a quanto ci dicono numerosi altri cittadini, eseguiti con poca accuratezza hanno minato la stabilità del terreno e le piogge torrenziali di questi giorni sono il “colpo di grazia”.

immagini giunte in redazione

Quello che traspare è la necessità di porre in essere un accurata ricognizione della città stessa, specie nella zona più storica ed antica.
La necessità di riqualificare, in special modo, tutto il centro storico diventa sempre di più necessaria ed urgente proprio per evitare ulteriori danni a quello che resta il fragile territorio della città tuscolana.

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