CON QUALE PRESUNZIONE UN TALE CHE SI AUTODEFINISCE PRONTO AL GOVERNO, SI TAGLIA GLI ATTRIBUTI.

Ninnj Di Stefano Busà

Di una cosa si è perlomeno certi, di questa grande empasse che ha colpito la governabilità italiana, si cala il sipario sulla scena politica di un certo Bersani.

Una figura enigmatica, complessa, invasiva, tutto nervi e neppure un pensiero positivo, una figura che chiaramente, per tutti coloro che non lo avessero capito  si conclude con un niente di fatto, con una messa in prima linea, la sua condizione di leadership, la sua agonizzante, ambiziosa supponenza di sinistroide, rispetto al bene dell’Italia. Una deludente presa di posizione, la sua, un’arroganza che poggia sulla sua improbabile superiorità di rango filocomunista. Ma chi è mai costui?

Un triste “figuro” con la faccia di Stalin (mai un sorriso, sempre faccia arcigna!) che credeva essere giunto finalmente a governare il paese, preconizzando la fine politica di Berlusconi, che nel frattempo era andato al di sotto, come gradimento, del limite previsto per il confronto, confortandogli la sua corsa a capo della maggioranza e sottovalutando nella maniera più becera e ottusa (non si era accorto neppure delle piazze gremite all’inverosimile), l’avanzata di un movimento (il 5 stelle) che lo ha schiantato. 

Non è uno “statista” lo ha dimostrato nel modo più assoluto, è solo un elemento di disturbo e null’altro. L’Italia delle prossime elezioni non gli perdonerà di aver posto in primis la sua condizione di deluso dalla politica. Escludendo qualsiasi intesa col Pdl e anche con le forze di maggioranza, si è preclusa per sempre la governabilità in un eventuale futuro. Non gli si chiedeva di sposare Berlusconi, ma soltanto di compiere una sorta di armistizio che permettesse al parlamento una tregua finalizzata a compiere poche mosse atte a salvare il paese, risolvere quattro o cinque punti di un’intesa che anch’egli ha sempre sbandierato di condividere. Ma la sua supponenza e presunzione non gli hanno permesso di fare un simile atto di generosità verso gli Italiani, il suo odio verso Berlusconi è più forte di qualsiasi sentimento.

Non capisce costui che siamo combinati molto male, non ci resta più tempo per vivacchiare, per prendere altro tempo, siamo agli sgoccioli, la gente muore di “credito” e non di debito: un suicidio ogni settimana, continuano a chiudere le saracinesche, gli alberghi, le ditte, le imprese. Di questo sfascio dobbiamo ringraziare due figure di quest’ultima farsa politica: certo Monti (soprannominato Rigor Montis) che ha affondato ulteriormente l’economia del paese, subissandolo di tasse e balzelli vari, e Bersani che senza avere altro per la testa che il “pallino” del suo mandato al governo del paese e avendolo creduto già acquisito, se ne è avuto talmente a male, da non volersi salvare neppure il futuro che per lui si presenterà cancellato con un colpo di spugna.

Chi vorrà più votare un elemento che mette l’io egoistico al primo posto e al secondo o terzo la salvezza dei suoi concittadini?  Vi sono cose che non si dimenticano facilmente, vi sono azioni indegne di un uomo che vuole essere statista, senza averne le qualità, le doti, i meriti. Vi sono trasgressioni che il popolo, messo sulla graticola della storia, ricorderà, ma tanto bene!! da far tacere ogni più facinorosa e impellente forza viscerale che pure gli è connaturata. Parlo naturalmente di coloro che “la sinistra” ce l’hanno nel sangue…Vi è una logica in tutto. E anche gli imbecilli, gli opportunisti, quelli imbevuti di comunismo ad ogni costo, constateranno sulla propria pelle. Bersani credo che per te sia finita definitivamente. Addio.