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Conte taglia la destra e fa dispetto agli italiani

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Il fallimento del governo giallo-verde e quanto è successo di seguito è in linea con la storia della Repubblica.

Di fatti, ad eccezione dei due governi presieduti da Romano Prodi, quello caduto nel 1998 e quello nel 2008, vennero ambedue sfiduciati sia alla Camera che al Senato, tutti gli altri, compreso quest’ultimo, sono stati l’esito di una crisi extraparlamentare.
L’attuale crisi giallo-verde è stata causata da ragioni politiche all’interno della maggioranza che sosteneva il governo. Le ragioni che sono state fornite a giustificazione parlavano dell’impossibilità di far approvare dei provvedimenti ritenuti improrogabili, traendone poi le conseguenze politiche e ritirando la fiducia al proprio presidente.
La crisi era extraparlamentare e da quell’istante in poi è subentrato il Presidente della Repubblica che avvalendosi della sua prerogativa, ha messo in moto il circuito democratico. Una matassa intricata da sbrogliare per mano dello stesso Presidente Mattarella.
Il 5 aprile 1960, in corso ad una polemica con il presidente del Senato, Mezzegora, l’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi si avvalse delle sue prerogative facendo valere la sua interpretazione..

In quel caso si dovette redimere tra “crisi parlamentare” e crisi
extraparlamentare” e deliberare di conseguenza.
Oggi, quasi sessanta anni dopo, un altro presidente della Repubblica è venuto chiamato a decidere se sciogliere il parlamento e concedere nuove elezioni come la grande maggioranza del paese chiedeva, oppure fare quello che ha fatto, e cioè , dare l’incarico per la formazione di un
nuovo governo.
Il Colle ha nominato il presidente del Consiglio dei Ministri del governo uscente con l’incarico di trovare una maggioranza differente da quella sostenuta dal governo sfiduciato.
A questo punto le scelte sono ritornate in mano a Conte, presidente del governo uscente a dirigere i giochi.
Davanti a Conte si è presentata una prateria da esplorare, scelte da sondare, valutare e ponderare.
Davanti all’esploratore si è aperta una piazza affollata da: Movimento Cinque Stelle – Lega di Salvini – Partito Democratico – Forza Italia – Fratelli d’Italia – LEU – Piu’Europa e poi le liste ed i gruppi degli autonomi, degli
ambientalisti, dei verdi, degli ecologisti – pro Italia, pro Europa, gialli, verdi, rossi e di tutto e di più. Per una lettura più facile, davanti a Conte si sono aperti due percorsi, uno a destra e l’altro a sinistra.

I padri spirituali dell’avvocato del popolo, da Bruxelle, Strasburgo e non solo, hanno sorretto la sua coscienza, benedicendo e spingendo le sue decisioni.
Qui torna in mente la scena di Ulisse mentre navigava davanti ai pericolosissimi scogli delle sirene.
All’equipaggio fece mettere della cera nelle orecchie per non cadere vittime dell’incantesimo e lui si fece legare all’albero della nave.

Narra Omero nell’Odissea che le sirene ammaliavano i naviganti con il loro canto per poi divorarli.
Ahinoi Conte non si è fatto legare e soffocando la sua “coerenza” non ha messo cera nelle orecchie del suo equipaggio, nonostante ciò nessuno a sentito la voce alta e sonante che si sollevava dalle piazze. Chiuso nel palazzo con l’orecchio rivolto verso le sirene che ammaliavano da
oltre i confini, finalmente aveva deciso.
Non si trattava più di piani programmatici, di cambiamento, di svolta. Una ed una sola l’aspirazione: salvare l’Italia dal “salvinismo”.
Errore grave, il “salvinismo” non è una persona, è una sollevazione emergenziale da analizzare, capire e seguire.
Cosi decidendo Conti ha tagliato la destra per fare dispetto agli italiani
Quella decisione è stata “la resurrezione” per tanti partitini che ormai stavano andando in decomposizione.

E’ l’ennesima prova dello stato comatoso della democrazia.
Una signora ha chiesto : Ormai cosa ne faccio della scheda elettorale?
La tenga da conto, signora. Non si sa mai perché come la
moneta da 2 euro la scheda elettorale sta diventando una
scheda rara, la tenga, un giorno varrà una fortuna.

Emanuel Galea

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Facoltà di Medicina, al via il libero accesso. Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”

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Ci si potrà iscrivere liberamente, senza passare attraverso test, al primo semestre di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria.

È quanto prevede la riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina. Verranno individuate le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l’ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione, verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025.

Ministro Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”

“Trasparenza, equità, merito: è su questi principi che il governo e il ministero dell’università vogliono riformare l’accesso a Medicina, combinando le legittime aspirazioni degli studenti alle necessità del sistema sanitario. Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico”. Lo ha spiegato il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze. Siamo sulla buona strada. Sono davvero orgogliosa del percorso che anche il Parlamento ha avviato, all’insegna dell’ascolto, della massima collaborazione e dell’unità di intenti”.

Ordine medici: “Nettamente contrari a stop al numero chiuso”

  La riforma non incontra però il gradimento dei medici. “Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati”, ha spiegato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, commentando l’adozione da parte del Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato del teso base per lo stop al numero chiuso. 

Medici Anaao: “Stop numero chiuso colpo grazia a formazione medica”

  Anche il sindacato dei medici ospedalieri ha espresso forti perplessità. “Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando ed è il colpo di grazia alla formazione medica”, ha dichiarato Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed.  “Abolire il numero programmato – ha proseguito Di Silverio – è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn”.

“In Italia esiste il numero programmato e invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70mila giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all’iscrizione alla Facoltà. Ma non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria – ha annunciato Di Silverio – promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico”.

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Basilicata regionali, la metá degli elettori diserta le urne: centrodestra si riconferma con Bardi

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Il centrodestra resta alla guida della Basilicata. In un voto segnato dal forte astensionismo (alle urne il 49,8%), Vito Bardi ottiene la riconferma con largo distacco su Piero Marrese, su cui il centrosinistra ha puntato dopo una serie di retromarce.

Bardi è stato confermato governatore della Basilicata con il 56,63% dei voti, secondo i risultati definitivi dello scrutinio. Marrese ha ottenuto il 42,16% dei consensi. Al terzo candidato Eustachio Follia è andato l’1,21%. Fratelli d’Italia risulta il partito più votato, con il 17,39%. Segue il Partito democratico col 13,87%. Nella coalizione di centrodestra Forza Italia ottiene il 13,01% dei voti, mentre la Lega si ferma al 7,81% dei consensi seguita da Azione con il 7,51%. Nel centrosinistra il Movimento 5 stelle ottiene il 7,66%, dietro a Basilicata casa comune (11,18%). 

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Basilicata, regionali: scontro all’ultimo voto tra centrodestra e centrosinistra

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Urne aperte fino alle 15 di oggi

È stata al 37,74 per cento l’affluenza degli elettori lucani nella prima giornata di voto. Nel 2019 l’affluenza alla chiusura dei seggi fu del 53,52 per cento ma fu quella anche la percentuale definitiva, perché si votò solo la domenica. In provincia di Matera la prima giornata di voto si è conclusa con un’affluenza del 40,98 per cento (56,03% nel 2019); in provincia di Potenza l’affluenza è al 36,31 per cento (52,40 per cento cinque anni fa). A Potenza, alle ore 23 la percentuale è stata del 49,92 per cento (68,79 per cento cinque anni fa); a Matera è stata del 41,66 per cento (nel 2019 fu del 59,89 per cento).

La scarsa affluenza – almeno finora – rende ancora più combattuto il confronto tra centrodestra e centrosinistra.

Lo schieramento che sostiene Vito Bardi, ricandidato dal centrodestra “allargato” ai partiti di Calenda e Renzi, conta proprio sul lavoro svolto dai candidati stretti attorno ai sette simboli che compaiono sulla scheda consegnata agli elettori. Cinque i simboli che sostengono il candidato presidente del centrosinistra, Piero Marrese, che conta principalmente sull’alleanza fra Pd e M5s. C’è curiosità per capire quanto consenso raccoglierà Eustachio Follia, leader lucano del movimento politico europeo Volt. E quindi, fra un elettorato che non ha affollato le 682 sezioni allestite nella regione e un pronostico sull’esito del voto tutto da chiarire, una curiosità e una puntata polemica hanno animato la prima giornata delle elezioni. La curiosità riguarda un vassoio di dolci per la colazione portato in un seggio di Lagonegro: peccato che la confezione di cartone bianco portasse attaccato il “santino” di un candidato dello schieramento di centrodestra. Un tentativo in extremis di raccogliere qualche voto? E’ difficile crederlo ma su questa curiosità scatta poi la polemica. “Basilicata Casa Comune” – lista dello schieramento di centrosinistra – ha attaccato duramente il candidato ritratto nell’immagine, dicendo che “si è oltrepassato ogni confine etico e di legalità”.

Nel ricordare che “la legge impone di rispettare la neutralità e l’integrità dei luoghi di voto, garantendo che ogni cittadino possa esprimere liberamente la propria scelta senza influenze esterne”, la lista ha definito l’arrivo del portavivande “targato” “un tentativo grave di influenzare gli elettori con gesti di cortesia” che si trasformano – proprio per la presenza del “santino” – di “un atto illegale”. Sul filo della battuta, le parole di Enzo Amendola (Pd) che si complimenta con Marrese per il “sorriso” sfoggiato al seggio dove l’aspirante presidente della Regione ha votato. “Bravo Piero Marrese, avrei pubblicato anche la foto del principale avversario di Piero, ma Bardi ha già votato?”.

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