CORLEONE: IL COMUNE DICE NO ALLE GUIDE TURISTICHE DEL FIGLIO DI BERNARDO PROVENZANO


LEGGI ANCHE: PALERMO: FIGLIO DI PROVENZANO DIVENTA ATTRAZIONE TURISTICA
 
 
di Angelo Barraco

Corleone (PA) – Il consiglio comunale di Corleone ha approvato all’unanimità una mozione che ha presentato il Pd e che invita il Sindaco Lea Savona a verificare “se vi siano le condizioni per chiedere un risarcimento ad un tour operator di Boston per danni morali a Corleone” causati dagli incontri dei turisti con Angelo Provenzano, il figlio maggiore di Bernardo Provenzano detto “Binnu”, il sanguinario boss di Cosa Nostra che è stato un fantasma per anni e adesso si trova al carcere duro. La motivazioni di tale risarcimento che il consiglio comunale ha approvato è che tale iniziativa di Provenzano Jr. danneggia l’immagine di Corleone.
 
Intanto da parecchi mesi a Palermo, i diversi turisti americani che sbarcano nel capoluogo siciliano per visitare la città di Palermo e i suoi splendidi luoghi come: la cattedrale, il teatro Massimo, i mercati, la scalinata dell’ultima scena del Padrino, successivamente il gruppo di turisti si sposta dalla finzione cinematografica che tanto ha fatto appassionare i cinofili e non di tutto il mondo, alla realtà. I turisti conoscono Angelo Provenzano, figlio di Bernardo Provenzano, detto “binnu”, spesso veniva chiamato anche “u raggioniere” (il ragioniere), o “u  tratturi” (il trattore), nome dato dal fatto che dove passava lui non cresceva più l’erba; il Provenzano delle stragi, della trattativa e il Provenzano che ha tenuto in scacco l’Italia per tantissimi anni. Questa particolare iniziativa nasce dall’idea di un tour operator di Boston che ha messo sotto contratto il figlio del boss e lo ha incluso come attrazione principale in un “pacchetto turistico”. Durante questo tour turistico gli accompagnatori forniscono una ricostruzione di Cosa Nostra, la palla passa poi ad Angelo Provenzano che racconta la storia della mafia, del padre, del peso di dover portare un cognome così ingombrante. Angelo Provenzano dice: “Vorrei una vita normale ma mi rendo conto che non c’è speranza”.