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Roma

CORRUZIONE ALL'ANAS: IL RUOLO DELLA DAMA NERA E DELL'EX SOTTOSEGRETARIO DEL PD

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Tempo di lettura 3 minutiL'ipotesi oltre alla corruzione è anche di scambio di voto. Meduri, gia' presidente della Regione Calabria VIDEO ALL'INTERNO

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Redazione

Roma – Blitz della Guardia di Finanza all'alba, i finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno arrestato dieci persone su ordine del Gip del Tribunale di Roma; in corso circa 100 le perquisizioni, in undici regioni diverse.
L'ex sottosegretario Luigi Giuseppe Meduri e' uno dei 10 arrestati, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti. Meduri, gia' presidente della Regione Calabira dal gennaio 1999, all'aprile del 2000, mentre dal maggio 2006 al maggio 2008, fu sottosegretario al ministero delle Infrastrutture.

In manette con lui 5 dirigenti e funzionari dell'Anas della Direzione Generale di Roma, 3 imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche e un avvocato. L'ipotesi di reato e' quella di corruzione.

Il provvedimento cautelare nei confronti di 10 persone nell'ambito dell'operazione denominata 'Dama nera' e' stato emesso sulla scorta degli elementi acquisiti nel corso delle indagini condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia tributaria di Roma, coordinate dalla procura della capitale.
Tra le ipotesi di reato contestate a vario titolo ci sarebbero, oltre all'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, anche il voto di scambio.

Gli arresti e le perquisizioni destinatari delle ordinanze sono: Antonella Accroianò. Oreste De Grossi, Sergio Lagrotteria, Giovanni Parlato, Antonino Ferrante, Eugenio Battaglia, Concetto Bosco Logiudice, Francesco Costanzo, Giuliano Vidoni e l'ex sottosegretario Luigi Meduri. I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere, alla corruzione per l'esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri di ufficio, dall'induzione indebita a dare o promettere utilità al voto di scambio. Il gip ha disposto inoltre un sequestro per equivalente nei confronti di tutti i dipendenti pubblici per 200 mila euro.

La Guardia di finanza ha seguito questa mattina una novantina di perquisizioni in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli, Toscana, Umbria, Piemonte, Veneto e Abruzzo.

Anas collabora – Il presidente, Gianni Vittorio Armani, ha fatto sapere che la società collabora "alle indagini della Guardia di Finanza, dando il massimo supporto anche in qualità di parte offesa dai fatti oggetto di indagine, accaduti negli anni passati". Da parte di Anas c'è quindi massima fiducia nel lavoro della Procura di Roma e la speranza è che si possa arrivare velocemente a fare chiarezza sui fatti. Anche il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha garantino "massima trasparenza e collaborazione". Le indagini e il sistema corruttivo Il procuratore Pignatone ha sottolineato che l'inchiesta non si sarebbe potuta concludere senza l'ausilio delle intercettazioni e che dalle indagini è emersa una imbarazzante "quotidianità della corruzione".

La estraneità del nuovo presidente Anas che non entra in alcun modo in queste vicende. Il colonnello della Guardia di Finanza ha evidenziato come la "Dama nera" ha un approccio aggressivo riconosciuto dagli stessi associati, utilizza un linguaggio che fa capire che esiste un sistema di corruzione strutturato. La più grande stazione appaltante d'Italia ha in essere delle modalità corruttive preoccupante. Gli appalti, alcuni anche per 250 milioni di euro, sul territorio sono ancora in essere.

L'imprenditore sà che per lavorare deve pagare in contanti. Si è trattato di un anno pieno di indagini. I fatti documentali più recenti fanno riferimento agli inizi di settembre e fanno emergere una rete di connivenze vastissime che fa capo a questa cellula criminale all'interno di Anas. Le tangenti venivano pagate per vari aspetti: da un esproprio fino alla possibilità di cedere un ramo d'azienda da una società all'altra insieme a molte altre fattispecie.

C'è di mezzo anche l'appalto per la metropolitana di Roma Il ruolo di Meduri e la "Dama nera" Numerose le intercettazioni telefoniche, gli accertamenti bancari e una collaborazione avviata con l'Anac. Singolare l'utilizzo dei pizzinni e di un linguaggio ermetico tra i dirigenti Anas e gli imprenditori per non lasciare traccia degli accordi, "una dimensione enorme di caratura criminale" ha sottolineato il comandante della Gdf.

Lo stesso ha parlato di un "meccanismo corruttivo triangolare", mediato da Luigi Meduri: impresa, pubblica amministrazione e politica. Il politico Meduri mediava le richieste corruttive, richiedeva per se stesso le assunzioni e garantiva per la dirigente indagata una posizione a suo fratello nella Regione Calabria benché egli non abbia avuto abbastanza voti per essere eletto. Durante un ambientale, la "Dama Nera", che ricopre in tutto il ruolo del boss, dice che gli imprenditori si dovrebbero vergognare perché anziché portare "dei cigliegioni portano delle ciliege mozzicate". Addirittura nella casa della madre della dirigente sono stati rinvenuti ben 70 mila euro in contanti e molti gioielli. Sempre nelle intercettazioni, la dirigente parlando con la madre le diceva che le avrebbe portato "dei medicinali". Ci sono intercettazioni dove la dirigente chiede a Meduri di redarguire due imprenditori catanesi che non pagavano puntualmente le mazzette ma erano sempre in ritardo

 

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