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Corruzione Ministero istruzione, arrestato editore dell’agenzia stampa Dire. I giornalisti: “Il nostro lavoro va avanti”

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È Federico Bianchi di Castelbianco, l’imprenditore finito in carcere nell’ambito di una inchiesta su appalti concessi dal Miur, il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca.

Castelbianco, 69 anni, è psicoterapeuta romano ed editore dell’agenzia di stampa Dire. Il provvedimento che lo chiama in causa è stato eseguito dai finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma su delega della Procura capitolina.

L’ordinanza del gip della Capitale è stata chiesta dai pubblici ministeri che si occupano di reati contro la pubblica amministrazione, coordinati dall’aggiunto Paolo Ielo. Il coinvolgimento di Bianchi di Castelbianco, che è anche presidente dell’Ido – l’Istituto di ortofonologia, specializzato in autismo e disabilità dell’infanzia e dell’adolescenza – emerse nella primavera scorsa, allorquando una dirigente del ministero provò a togliersi la vita dopo una attività di perquisizione negli uffici dello stesso dicastero.

Il documento del giudice delle indagini preliminari coinvolge anche altre due persone ritenute vicine all’editore-psicoterapeuta e per cui è stata adottata la misura degli arresti domiciliari. Bianchi di Castelbianco, stando alla Guardia di Finanza, è l’amministratore di 3 società e di una fondazione, tutte con sede a Roma operanti nel settore della comunicazione e della formazione, che, nel periodo 2018-2021, avrebbero ricevuto affidamenti da parte di Istituti scolastici per circa 23 milioni di euro.

I reati contestati sono concorso in corruzione e rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio. Le indagini Utilità e mazzette per oltre 500 mila euro. È quanto avrebbe ricevuto dal 2018 all’aprile del 2021 l’ex dirigente del ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda, dall’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco.

Nei loro confronti la Procura di Roma contesta il reato di corruzione in indagini svolte dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Nei confronti di Boda è stato disposto un sequestro preventivo di circa 340 mila euro. L’imprenditore, in cambio di una corsia preferenziale per ottenere affidamenti per progetti pubblici per un totale di 23 milioni di euro, avrebbe garantito alla ex dirigente carte di credito prepagate, bonifici, spese per noleggio auto e il pagamento del canone di locazione per l’appartamento dei genitori.

Bianchi di Castelbianco, che aveva accesso anche a riunioni riservate al ministero, avrebbe pagato a Boda anche le spese per la domestica, trattamenti medici e lezioni di violino oltre che promesse di assunzioni e promesse di acquisti di immobili. Le altre due persone raggiunte da misura cautelare sono Valentina Franco e Fabio Condoleo, dipendenti dell’imprenditore ma di fatto collaboratori di Boda.

CdR Dire: il nostro lavoro va avanti. Arresto editore non intacca la professionalità dell’ Agenzia

I giornalisti dell’agenzia stampa Dire, anche in rappresentanza delle aree tecniche e amministrative dell’azienda, appresa la notizia riguardante i provvedimenti odierni a carico dell’editore, sottolineano che il loro lavoro va avanti garantendo continuità professionale e quell’impegno che da sempre li contraddistingue nel raccontare i territori e le istituzioni.

I provvedimenti annunciati oggi dalle autorità competenti, pur nella loro rilevanza, non intaccano e non intaccheranno la dedizione e la qualità del lavoro espresse quotidianamente e misurabili con costanza nei notiziari, sul sito web e sulle piattaforme social.

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Guidonia Montecelio, guida senza patente e assicurazione con arnesi da scasso in macchina

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I Carabinieri della Tenenza di Guidonia Montecelio hanno denunciato un uomo di 21 anni, gravemente indiziato del delitto di possesso ingiustificato di strumenti atti a forzare serrature.
Durante l’ordinaria attività di controllo del territorio volta anche a contrastare i furti in abitazione, i Carabinieri hanno fermato un’autovettura con a bordo il giovane che risultava non aver mai conseguito la patente. Visto il particolare stato di agitazione del 21enne, ben noto alle forze dell’ordine per aver commesso numerosi reati contro la persona ed il patrimonio, i Carabinieri hanno deciso di eseguire una perquisizione veicolare, rinvenendo diversi attrezzi per scassinare serrature, per i quali il 21enne non ha fornito spiegazioni utili a giustificarne il possesso. Il veicolo, inoltre, è risultato privo di copertura assicurativa.
Per la guida senza patente e con veicolo privo di assicurazione, il 21enne è stato sanzionato amministrativamente mentre per il possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Tivoli.



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Esorcismo con rito islamico: morto un 43enne

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La causa della morte di un uomo di 43 anni a Salassa (Torino), non era, come si pensava, un’overdose di droga, ma il soffocamento durante un esorcismo con ritmo islamico.

L’hanno accertato le indagini dei carabinieri della compagnia di Ivrea, che hanno fermato l’ex coniuge, il fratello e lo zio della vittima. La donna è agli arresti domiciliari, gli uomini sono in carcere.

Le indagini hanno appurato che il 43enne era già dovuto ricorrere alle cure ospedaliere dopo un precedente rituale, guidato dallo zio. Vittima e fermati sono tutti di origine nordafricana.

Il tragico epilogo del rituale in un appartamento di Salassa, lo scorso 10 febbraio

La vittima era stata già sottoposta ad almeno due sedute di esorcismo con rito islamico, in quanto ritenuto dai propri congiunti posseduto dai demoni. I carabinieri, invece, hanno rivelato un’altra verità nonostante il tentativo dei sospettati di sviare le indagini. L’esito dell’autopsia ha poi stabilito la causa del decesso per soffocamento. Lo zio della vittima, figura di riferimento della comunità islamica di Cuorgnè, un altro Comune del Canavese, avrebbe guidato i rituali.

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Roma, operazione decoro alla stazione Termini: arrestata una persona e 13 denunciate

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ROMA – Nella giornata di ieri è scattata un’attività di controllo dei Carabinieri del Comando Provinciale Roma nell’area della stazione ferroviaria Termini, finalizzata alla tutela del decoro e al contrasto di ogni forma di illegalità.
Decine di Carabinieri della Compagnia Roma Centro, supportati dai colleghi del Gruppo di Roma, hanno passato al setaccio l’area antistante la stazione, da piazza dei Cinquecento fino ai giardini Einaudi e sotto i portici adiacenti al Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo, dove hanno rimosso numerosi giacigli di fortuna, lì ammassati come bivacco per senza fissa dimora.
In particolare, i Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno sanzionato 2 cittadine peruviane sorprese in via Enrico De Nicola dove avevano allestito la loro attività di rivendita di cibo pronto, completamente abusiva.
Le donne, infatti, stavano vendendo bottiglie di birra in vetro, lattine di bevande analcoliche e generi alimentari, contenuti in pentolame e confezioni di plastica già suddivise in porzioni.
Due i “punti vendita” al dettaglio, con relativi menù e prezzi, scoperti dai Carabinieri sul marciapiede antistante l’ingresso del complesso monumentale delle Terme di Diocleziano, sequestrate bibite e 240 kg di generi alimentari contenuti in pentolame e confezioni di plastica di varie dimensioni, il tutto sottoposto a sequestro amministrativo. A loro carico sono state elevate sanzioni pari a 10.000 euro.
Un 46enne peruviano è stato invece denunciato perché trovato in possesso di 72 capi di abbigliamento, ancora con i cartellini dei prezzi applicati, di dubbia provenienza.
I Carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno poi arrestato un cittadino italiano, senza fissa dimora, bloccato appena dopo aver rubato alcuni capi di abbigliamento da un negozio all’interno della Galleria Forum Termini.
Altre 12 persone sono state denunciate a piede libero: quattro persone per tentato furto, una perché trovata in possesso di un coltello, una perché trovata in possesso di documenti di terze persone, due responsabili per inosservanza del divieto di ritorno nel comune di Roma e altre 4 responsabili di inosservanza del D.a.c.ur., emesso nei loro confronti dal Questore di Roma.
Durante l’attività i Carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno anche eseguito numerosi posti di controllo alla circolazione stradale che hanno permesso l’identificazione di 173 persone e la verifica su 48 veicoli.



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