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Cronaca

COSTA CONCORDIA: CONFERMATA CONDANNA A 16 ANNI PER FRANCESCO SCHETTINO

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Tempo di lettura 2 minuti L’ex Comandante non era presente in aula alla lettura della sentenza

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Redazione
 
Grosseto – La Corte D’Appello di Firenze, dopo oltre otto ore di Camera di Consiglio, ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione per Francesco Schettino ex comandante della nave Concordia. L’ex Comandante non era presente in aula alla lettura della sentenza.
Ventisette anni e 3 mesi la richiesta che lo scorso 27 aprile e' stata formulata dal procuratore generale di Firenze in apertura del processo. Mentre in primo grado Schettino fu condannato dal tribunale di Grosseto a 16 anni per naufragio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, abbandono di persone incapaci, abbandono della nave. La procura aveva chiesto 26 anni e per questo aveva presentato appello, sostenendo che la colpa di Schettino nella gestione dell'emergenza fosse piu' grave di quella stabilita dal tribunale. La Costa 
La  Concordia, che trasportava 1.023 membri dell'equipaggio e 3.206 passeggeri, naufrago' la sera del 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio dopo aver sbattuto contro gli scogli delle 'Scole'. Nel naufragio morirono 32 persone. Nel quarto anniversario del disastro, i giudici del tribunale di Firenze sono oggi riuniti per emettere la sentenza su quella che e' stata considerata la sciagura piu' grave della storia italiana del mare degli ultimi 200 anni. Prima il teatro Moderno di Grosseto, trasformato per l'occasione in un aula di tribunale, poi l'appello a Firenze: sono passati cosi' 4 anni tra sentenze, udienze e ricorsi. Centinaia tra testimoni, consulenti e oltre 50mila pagine tra documenti e ricostruzioni. Le tappe della sciagura iniziano dall'impatto della nave sugli scogli all'Isola del Giglio, alle 21,45 del 13 gennaio 2012. Rocce taglienti che procurano uno squarcio di 70 metri nella fiancata sinistra dello scafo. Quella che doveva essere una tranquilla crociera, si trasforma in breve in un incubo per gli oltre 3200 passeggeri. Al centro del dibattito, il 'rito dell'inchino'. Un passaggio sotto costa per rendere omaggio all'isola. Ma la manovra ravvicinata si rivela fatale. La fiancata della nave si squarcia, imbarca acqua e si genera un black-out

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Ambiente

Massimo Gargano (ANBI): “Il Decreto Ambiente è un passo avanti, ma i consorzi di bonifica vanno valorizzati”

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Il Direttore Generale di ANBI chiede maggiori tutele e riconoscimenti per il ruolo dei consorzi nel garantire la qualità delle acque reflue per l’agricoltura e la sicurezza del Made in Italy, invitando a includere il loro contributo nel Piano di Gestione dei Rischi

Giudizio complessivamente positivo sul Decreto Ambiente, che punta a migliorare la disciplina italiana sul riuso delle acque reflue in conformità alle direttive europee, quello espresso dall’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue-ANBI. Il decreto introduce norme fondamentali per utilizzare il ravvenamento delle falde come riserva idrica d’emergenza e per consentire il riempimento dei serbatoi sotterranei ad uso agricolo anche fuori stagione, contrastando così le frequenti crisi idriche.

Tuttavia, ANBI sottolinea le persistenti criticità nella gestione e nella qualità delle acque reflue. “Gli enti di bonifica non sono meri ricettori dell’acqua depurata, ma ne garantiscono la qualità per la salute dei consumatori, la sicurezza del Made in Italy agroalimentare e gli agricoltori associati,” dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, durante l’audizione in Commissione Ambiente del Senato. Mentre ai gestori degli impianti spetta il raggiungimento del “punto di conformità,” il controllo dei parametri chimico-fisici delle acque è compito dei Consorzi di bonifica e irrigazione, responsabili verso gli agricoltori e l’ambiente.

A Fregene, ad esempio, è in corso una sperimentazione con ACEA, il Consorzio di bonifica Litorale Nord e le Università di Bologna e Politecnica delle Marche per certificare la qualità delle acque affinate tramite un ente terzo. “In gioco – aggiunge Gargano – ci sono la salubrità del cibo e la credibilità del Made in Italy agroalimentare.”

Le acque affinate, contenenti azoto e fosforo, possono agire da fertilizzanti per tre mesi all’anno, ma nei restanti nove rischiano di inquinare le falde e causare eutrofizzazione. È per questo che i Consorzi di bonifica operano interventi di fitodepurazione, come avviene nella gronda lagunare di Venezia, per contenere tali fenomeni.

ANBI sottolinea, inoltre, la necessità di una pianificazione puntuale nell’uso delle acque reflue, distinguendo tra colture alimentari e non. “Questi aspetti – conclude Gargano – rendono evidente l’importanza di riconoscere, nel Piano di Gestione dei Rischi, il ruolo dei Consorzi di bonifica e irrigazione, compresi i costi di veicolazione delle acque reflue lungo i 231.000 chilometri della rete idraulica gestita, per tutto l’anno.”

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Cronaca

Contrasto alla droga tra i minori: due adolescenti denunciati a Palombara Sabina e Montelibretti

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Una nuova operazione di contrasto allo spaccio di droga tra i minori ha portato a una svolta significativa nei comuni di Palombara Sabina e Montelibretti, dove i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno intensificato i controlli all’esterno degli istituti scolastici per combattere il dilagante fenomeno dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti tra i più giovani.

Nel corso delle attività di monitoraggio, i Carabinieri della Sezione Radiomobile hanno fermato un ragazzo di 16 anni davanti a un istituto superiore di Palombara Sabina. Il giovane, sorpreso mentre si aggirava nei pressi della scuola, è stato trovato in possesso di circa 70 grammi di hashish, già suddivisi in diversi pezzi e accompagnati da materiale per il confezionamento delle dosi. Alla vista dei militari, il ragazzo ha manifestato un mix di sorpresa e rassegnazione.

Di fronte agli investigatori, il sedicenne ha espresso dispiacere per quanto accaduto, spiegando che la decisione di entrare nel mondo dello spaccio era stata dettata dalle difficoltà economiche che la sua famiglia stava affrontando dopo che il padre aveva perso il lavoro. Una scelta disperata, portata avanti all’insaputa dei genitori, nella speranza di contribuire al sostentamento familiare.

Poco dopo, a Montelibretti, una nuova scoperta ha portato alla denuncia di un altro minore, un ragazzo di 15 anni. Fermato nei pressi di un altro istituto scolastico, il giovane nascondeva nello zaino 25 grammi di hashish, anch’essi già suddivisi in dosi pronte per lo smercio. Anche in questo caso, i Carabinieri hanno rinvenuto materiale utilizzato per il confezionamento, confermando la diffusione di un sistema ben organizzato, anche tra i giovanissimi.

Entrambi i ragazzi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica dei Minori di Roma e riaffidati alle famiglie. L’intervento dei Carabinieri rappresenta un segnale forte per il territorio: l’attenzione delle forze dell’ordine rimane alta, determinata a porre un argine a un fenomeno sempre più preoccupante che coinvolge adolescenti in età scolastica.

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Castelli Romani

Sconvolgente aggressione scolastica a Marino: una 12enne accoltella un compagno

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Ieri mattina, nel cortile della Scuola Secondaria di I Grado “A. Vivaldi” a Marino, un comune dei Castelli Romani, si è consumato un drammatico episodio che ha lasciato sotto shock l’intera comunità. Una ragazzina di 12 anni ha accoltellato un compagno di classe poco prima delle 8:00. La lite, scaturita da screzi recenti legati a un’accusa di copiatura in un compito, ha portato la giovane a compiere un gesto estremo. Il ragazzo ferito, soccorso prontamente dal preside e dal personale scolastico, è stato trasportato in codice giallo all’ospedale pediatrico Bambin Gesù; le sue condizioni, per fortuna, non sono gravi.

Una Tensione Crescente Finita in Dramma

Secondo le prime ricostruzioni, la tensione fra i due era nata nei giorni scorsi quando la ragazza accusava il coetaneo di aver fatto la spia raccontando all’insegnante che lei aveva copiato. Questa mattina, la disputa verbale si è trasformata in un’aggressione fisica: la dodicenne ha colpito il compagno con un coltello da cucina per poi fuggire. In un atto di disperazione e forse di pentimento, è stata proprio lei a chiamare i Carabinieri, in lacrime, per confessare quanto avvenuto e consegnare l’arma.

Il Racconto dei Testimoni e la Reazione delle Istituzioni

Gli studenti presenti hanno descritto un momento di confusione e incredulità. “C’era del sangue per terra e la maglietta era insanguinata. Prima non ci eravamo accorti di nulla”, ha riferito un gruppo di compagni. La scena ha scosso tutti, sollevando interrogativi profondi sulla sicurezza e sul clima sociale all’interno delle scuole.

Le prime reazioni non si sono fatte attendere. Il sindacato dei presidi, DirigentiScuola, ha espresso la sua preoccupazione: “L’episodio di accoltellamento è inaccettabile e fallimentare, come quello accaduto dopo la proiezione del film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Siamo costretti a riflettere sul ruolo educativo delle istituzioni e sulla direzione verso cui stiamo andando”. La dichiarazione evidenzia una crisi di valori che sta minacciando la capacità della scuola di promuovere un modello educativo positivo e non violento.

Anche il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha commentato l’accaduto, esprimendo la sua preoccupazione per la crescente violenza giovanile. “Questa mattina una ragazzina ha portato un coltello a scuola e ha ferito un compagno. Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani. Abbiamo approvato nuove norme sulla condotta, e quest’anno entreranno in vigore. Vogliamo ripristinare l’autorità dei docenti nelle classi e proteggere i nostri giovani”.

Una Crisi da Affrontare: Violenza e Educazione

L’episodio di Marino non è solo un caso isolato, ma l’ennesimo campanello d’allarme di una società in difficoltà nel gestire l’emotività dei giovani e il loro rapporto con la disciplina. Si discute sempre più della necessità di interventi strutturali che vadano oltre la sola introduzione di norme. Serve un dialogo aperto tra scuole, famiglie e istituzioni per comprendere e prevenire comportamenti violenti, restituendo alla scuola il suo ruolo fondamentale di luogo sicuro, di crescita e di rispetto reciproco.

Questa aggressione ci obbliga a guardare in faccia una realtà scomoda e a interrogarci su come ristabilire una cultura del rispetto e della responsabilità, facendo della scuola non solo un luogo di apprendimento, ma un vero baluardo contro la violenza.

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