Costantino Guerino, una storia emblematica: il calvario di un padre di famiglia

La violenza che avviene nelle mura domestiche è un problema grave. Una emergenza che avviene nel sommerso, nella cosiddetta spirale del silenzio.

Negli ultimi anni siamo stati abituati a storie che parlano di mostri e vittime, passioni e dolori, odiose conseguenze. Eppure non sempre tutto è come sembra.

Costantino Guerino una storia emblematica

Il Calvario di Costantino Guerino, Residente a San Vittore, del Lazio, è iniziato subito dopo il Natale del 2018, quando è stato arrestato per violenza fisica e sessuale ai danni della moglie davanti ai tre figli. Il Guerino è stato condotto in carcere senza neanche un riscontro reale, vista la presunta urgenza del reato. Undici mesi in cui è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere fortunatamente convertita in arresti domiciliari dal tribunale del riesame su istanza dei difensori.

Va ricordato infatti che la custodia cautelare, a conti fatti, è una vera e propria condanna al carcere prima che giunga sentenza. Le condizioni di reclusione sono le stesse, l’ambiente è lo stesso, il trattamento è lo stesso. Manca però la colpevolezza che dovrebbe costituire il centro della detenzione.

Inoltre visto il dispositivo cautelare, Costantino Guerino, oggetto di una pesante campagna denigratoria mediatica a livello locale, per undici mesi non ha potuto né vedere né sentire i suoi figli di 3, 5 e 10 anni. Alcuni media locali hanno preferito descrivere il Guerino come il mostro perfetto, facendone un simbolo di una campagna senza riscontri oggettivi.

Alla fine Costantino Guerino è stato assolto dal Tribunale collegiale di Cassino, perché “il fatto non sussiste”, sospendendo la pena ed ordinando l’immediata scarcerazione dell’imputato. Quello che sembra un caso risolto ha però risvolti gravosi. Nessuno risarcirà Costantino Guerino dell’infamia di essere stato additato per 11 mesi come violentatore. Inoltre, cosa ben più grave, in base ai provvedimenti presi d’urgenza, rischia ancora la decadenza dalla potestà genitoriale su iniziativa del Tribunale dei Minorenni.

Il paradosso totalmente burocratico descrive l’assurda condizione di un innocente che è ancora sottoposto ad iniziativa giudiziaria per un procedimento il cui presunto reato non sussiste. Il Guerino pur essendo estraneo a violenza dovrà ulteriormente attendere la chiusura del provvedimento del Tribunale dei Minori circa l’allontanamento dei figli, procedimento per il quale passerà ancora acqua sotto i ponti.

I figli del Guerino sono ancora quindi con la madre, accusatrice unica di un teorema smontato dal Tribunale di Cassino

Secondo la difesa, le accuse gravi che sono state fatte al Costantino Guerino, sarebbe state montate ad arte dalla ex compagna, la quale, per vendicarsi di un tradimento subito, avrebbe deciso di far vivere al suo ex compagno un vero e proprio incubo.

L’ex compagna aveva sporto una querela molto ricca e dettagliata circa i presunti abusi tanto da ingannare anche gli inquirenti in un primo momento. Grazie anche alle indagini difensive, gli organi preposti hanno acquisito materiale probatorio che si è rivelato fondamentale per smascherare il presunto “teatro” messo in atto dalla donna e far emergere le numerose incongruenze.

Assistito dagli Avv.ti Sarah Grieco e GianMarco Simone, che si sono anche avvalsi dell’ esperienza del Dott. Fabrizio Mignacca quale consulente tecnico di parte, il Guerino può iniziare la seconda parte della sua battaglia legale per il recupero della custodia dei figli.

Secondo l’Avvocato Gianmarco Simone: “le indagini difensive, l’istruttoria dibattimentale e le fonti di prova documentali, tra cui notevole importanza hanno assunto le conversazioni WhatsApp tra i coniugi, hanno fatto crollare l’impianto accusatorio. Si è minata dapprima l’attendibilità del testimone della querelante per cui l’intero processo si reggeva sulle sole dichiarazioni della ex compagna che però non hanno superato quel vaglio di credibilità soggettiva ed oggettiva richiesto dalla Cassazione in svariate sentenze”.