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Redazione Lazio

COTRAL, I COLLOQUI CONFIDENZIALI DELLE CREATURE DELLA POLVERINI: LE REGISTRAZIONI AMBIENTALI TRA SURACE E CHERUBINI

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Tempo di lettura 5 minuti L'ordine della Politica: "licenziateli".

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[ LA TRASCRIZIONE DELLE REGISTRAZIONI AUDIO ]

 

[ REGISTRAZIONE AUDIO 1 – SURACE/CHERUBINI – Surace: "no? ascoltami a me: chi conta, non quelli che… i soliti noti, sono quelli che non contano in questo momento. Tutti quelli – io c'ho qui la lista, che mi è stato fornita poco fa, degli accordi che ci sono sotto questa azienda"

 

[ REGISTRAZIONE AUDIO 2 – SURACE/CHERUBINI – Surace: "falla subito, perchè questa coglionazza della Colaceci è andata a salvare il cul… vuole salvare… ha scritto che vuole salvare il culo della De Gregorio, il vostro no."

 

[ REGISTRAZIONE AUDIO 3-4-5 – SURACE/CHERUBINI – Surace: "no ai miei capi, tu devi dire io ero dirigente del settore ecc. ecc. per cui io l'ho mandato direttamente al Presidente della Commissione e, dopodichè, sulla base di quelle situazioni hanno ritenuto di fare le assunzioni, ma non c'è una graduatoria che io abbia sottoscritto, non c'è un fine lavoro "tot+tot = tot ecc." S: no ai miei capi, tu devi dire io ero dirigente del settore ecc. ecc. per cui io l'ho mandato direttamente al Presidente della Commissione e, dopodichè, sulla base di quelle situazioni hanno ritenuto di fare le assunzioni, ma non c'è una graduatoria che io abbia sottoscritto, non c'è un fine lavoro "tot+tot = tot ecc."

 

Chiara Rai

Roma – Un’altra nomina fedelissima al vetriolo? Può darsi ma ora sono andate in scena alcune intercettazioni ambientali dove il tecnico e attuale presidente Cotral Vincenzo Surace, nomina griffata Polverini, con la mission di salvare l’azienda di trasporto pubblico, asserisce in sostanza che i licenziamenti di alcuni dirigenti ex Ds, (Cherubini, Maccauro e De Gregorio) sono stati richiesti dalla politica.

Surace è stato intercettato proprio mentre dialogava con un dirigente licenziato, cioè Cherubini. Il contenuto di alcune di queste intercettazioni è stato depositato come memoria difensiva dal legale di Maccauro, avvocato francesco Prota.

Nelle ambientali Surace calunnia Maccauro (anche questo sostiene Prota). Ecco un pezzo delle asserzioni del presidente Cotral: “Ci hanno detto per un orecchio ‘licenziateli quando potete perché ci stanno creando troppi problemi’ io ho capito che non dovevo farlo, perché sono loro che volevano mandarli via, ma si ricompattavano, quindi come vedi uno può pensare ‘forte Maccauro, ma forte un par de palle!’ Allora, io ho accettato questa situazione perché nel frattempo era partita quest’altra,per cui vabbè… dopodiché anziché andare via e magari qualcosa poteva essere trattata andranno via malamente, forse, ma non perché questo lo deciderò io, difatti oggi hanno deciso proprio questo

Dunque, la politica nell’azienda che tutto decide e tutto fa, il deus ex machina. La Cotral, un contenitore di poltrone? Di fatti, l’azienda Cotral è sotto inchiesta da circa un anno con quattro indagati per abuso d’ufficio. L’azienda dovrà rispondere dell’assunzione di 280 operai tra il 2008 il 2009, celebre  era di “riassettopoli”.

Gli indagati sono Vincenzo Maccauro, Giuseppe Cherubini, Daniela De Gregorio. Dalle registrazioni si evince che Surace aveva una vera e propria lista e che, per non sollevare sospetti, questi licenziamenti dovevano figurare essere fatti dall'avvocato penalista cioe' da chi cercava qualche responsabilità penale. Nelle varie registrazioni, Vincenzo Surace definisce l’ ex assessore provinciale ai Trasporti Amalia Colaceci “coglionazza”.

Di questa espressione colorita, Colaceci ne va fiera: “Ha usato questo termine – dice Amalia Colaceci – perché quando ancora ero assessore in Provincia feci una dichiarazione pubblica contro questi licenziamenti. Ebbene – continua l’ex assessore provinciale – sono felice di essere stata definita ‘cogliona’ da uno come Surace che, nominato dalla Giunta Polverini come tecnico che avrebbe dovuto risollevare le sorti della azienda, l'ha ridotta in uno stato indescrivibile. Ci tengo poi a far notare : qui non vengono fatte illazioni ma ci sono nastri registrati; come assessore alla Provincia decisi di portare l'Ente di cui avevo responsabilità fuori dell'azienda perché era impossibile avere un dialogo costruttivo e tutto era ridotto solo a spartizione politica”. Colaceci ribadisce che la Provincia di Roma e' stato l'unico Ente a comprare pullman nuovi per il deposito di Subiaco e, fintanto che era presente nella assemblea dei soci, a pagare regolarmente la quota di ricapitalizzazione; “come Provincia – conclude Amalia Colaceci – abbiamo elaborato un piano di risistemazione di tutte le fermate e le banchine e avevamo anche i fondi, eppure non ci hanno neanche preso in considerazione. A noi non possono rimproverare nulla ed ecco perché sono felice che ci sia la prova che il management della Polverini mi considerasse una "Cogliona", sono orgogliosa di esserlo stata, ho cercato di fare quello che mi sembrava giusto per l'azienda e di certo non mi sono piegata alle loro logiche distruttive. Con la vittoria di Zingaretti spero che si chiuda anche questo triste capitolo”.

 

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Castelli Romani

Artena, coppia ruba 100 pacchetti di sigarette: arrestati a Valmontone

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Nella notte i Carabinieri della Compagnia di Colleferro hanno arrestato in flagranza di reato una coppia di conviventi, un uomo 47 anni e una donna 33, domiciliata ad Artena, già nota alle forze dell’ordine, indiziati fortemente di furto aggravato di tabacchi all’interno di un bar di Via Latina.

Nello specifico, i militari della Stazione di Artena, ricevuta la segnalazione dalla Centrale Operativa di un furto all’interno di un bar, hanno raggiunto rapidamente sul posto e alla presenza del titolare dell’attività eseguivano un minuzioso sopralluogo visionando le immagini del sistema di video-sorveglianza ritraenti due persone, uomo e una donna, parzialmente travisate che, dopo aver forzato la serranda e la porta di ingresso, si sono introdotti  all’interno impossessandosi di circa 100 pacchetti di sigarette per poi darsi alla fuga poco istanti prima che il titolare sopraggiungesse sul posto.

Le immediate ricerche diramate, grazie anche alla descrizione dell’autovettura utilizzata dai malviventi fornita dal titolare dell’attività, consentivano ai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Colleferro di rintracciare, nel giro di poche decine di minuti, nel limitrofo comune di Valmontone, l’autovettura segnalata con a bordo il 47enne e la 33enne che sottoposti a perquisizione personale sono stati trovati in possesso dell’intera refurtiva e degli arnesi da scasso.

I militari, oltre ad acquisire la denuncia del responsabile dell’esercizio commerciale, hanno anche acquisito i video delle telecamere di videosorveglianza che documentano gli attimi in cui la coppia si impossessava della refurtiva. 

Tutti i tabacchi rinvenuti, sono stati restituiti al proprietario dell’esercizio commerciale, mentre i due verranno giudicati nella mattinata odierna, con rito direttissimo, dinanzi al Tribunale di Velletri.

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Castelli Romani

Monte Compatri: due arresti per rapina, lesioni, estorsione e furto

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MONTE COMPATRI (RM) – I Carabinieri della Stazione di Monte Compatri hanno arrestato due cittadini del posto, un 48enne e 44enne, già noti alle forze dell’ordine, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri per i reati di rapina, lesioni personali, estorsione e furto.
Il provvedimento è stato emesso a seguito delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, scattate dalla denuncia presentata ai Carabinieri da parte di un 46enne romano residente a Monte Compatri, anche lui con precedenti, che riferiva di essere vittima di una serie di episodi violenti da parte dei due indagati che lo accusavano del mancato saldo di un debito, di circa euro 1.200, che però il 46enne riferiva di aver sanato.
In particolare, l’uomo ha raccontato di aver chiesto un prestito a due suoi conoscenti e, nonostante lo avesse saldato – con ricariche PostePay documentabili – sarebbe stato preso di mira dai due che pretendevano altro denaro, nonostante avesse già restituito circa 1.600 euro, ben oltre la somma ricevuta. Sempre secondo quanto denunciato, in più occasioni, sarebbe stato avvicinato dagli indagati e minacciato fino a quando, la notte tra il 17 e 18 aprile scorso, sarebbe stato raggiunto presso la sua abitazione e aggredito con pugni al volto e al petto, riportando 25 giorni di prognosi. In quella occasione, i due indagati riuscirono a sfilare all’uomo le chiavi dell’autovettura intestata alla madre e a prelevare il veicolo stesso, parcheggiato in strada poco distante, che fu rinvenuto qualche giorno dopo danneggiato.
La notte tra il 27 e 28 aprile scorso, invece, l’uomo ha denunciato di essere stato nuovamente raggiunto dagli indagati presso la sua abitazione e che, non avendo aperto la porta per timore di una nuova aggressione, i due avrebbero danneggiato il portone d’ingresso e successivamente anche l’autovettura, che aveva parcheggiato nel centro cittadino, mediante il lancio di grossi sassi che infrangevano il parabrezza e alcuni vetri dei finestrini.
Le attività dei Carabinieri hanno portato all’identificazione del 48enne e del 44enne grazie anche alla visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza nel centro cittadino che hanno immortalato il danneggiamento dell’auto della vittima e grazie all’analisi dei tabulati telefonici che hanno permesso di accertare la ricezione di numerosi messaggi minatori, tramite una nota App di messaggeria istantanea.
L’Autorità Giudiziaria ha quindi emesso il provvedimento che i Carabinieri della Stazione di Monte Compatri hanno eseguito sottoponendo, come disposto, il 48enne alla misura cautelare nel carcere di Velletri e il 44enne alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Si precisa che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.

 


Aliquota Comunicazione e Stampa – Comando Provinciale Carabinieri Roma
P.za San Lorenzo in Lucina, 6
00186 Roma

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Cronaca

Lazio, la Regione ha revocato il patrocinio a Roma pride 2023

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La Regione Lazio revoca il patrocinio alla manifestazione “Roma Pride 2023”. Anche se la Giunta del Lazio “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili – sottolinea l’ente – , come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca”, la firma istituzionale della Regione Lazio “non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.

La decisione di revocare il patrocinio per il Roma Pride in programma sabato prossimo “si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato ‘Queeresistenza’, consultabile pubblicamente sul sito della kermesse.

Tali affermazioni violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio”.

E anche “alla luce di quanto dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride”.

“Si esprime altresì rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un’occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia – fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione – per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione”. La Giunta del Lazio “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili – sottolinea la regione Lazio revocando il patrocinio al Roma pride – , come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata, questione peraltro totalmente estranea alle competenze regionali”. “In particolare, il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano”.

“La revoca del patrocinio al Pride di Roma da parte della Regione Lazio è atto grave –  spiega Cecilia D’Elia, senatrice Pd -, un passo indietro sul terreno dell’impegno dei diritti, della lotta alle discriminazioni. Inutile agitare lo spettro della GPA, il Pride è da sempre il momento in cui la comunità lgbtq+ si mostra con tutto l’orgoglio delle sue battaglie per una piena cittadinanza, a partire dal doveroso riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno”. Per Emanuela Droghei, consigliera regionale e vicepresidente della Commissione bilancio alla Pisana, “la decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio al Roma Pride è inspiegabile. Il centrodestra, ancora una volta, conferma la sua posizione purtroppo irremovibile su diritti e inclusione. Per governare è necessario avere il coraggio di fare delle scelte e di scontentare qualcuno, anche all’interno del proprio partito, pur di fare la cosa giusta per tante cittadine e tanti cittadini che aspettano ancora di vedere riconosciuti i propri diritti”. 

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