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Economia e Finanza

COTRAL SPECIALE INCHIESTA L'OSSERVATORE D'ITALIA

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Tempo di lettura 2 minuti Questo silenzio da parte di chi dovrebbe rispondere ci sprona ad andare avanti, sicuri che prima o poi le risposte arriveranno tutte.

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di Angelo Parca

Speciale Cotral – L'inchiesta del nostro quotidiano L'osservatore d'Italia sull'azienda di trasporto pubblico laziale Cotral prosegue.

Dopo la prima puntata dello scorso 19 marzo 2014 [ COTRAL: APRIAMO IL VASO DI PANDORA – PRIMA PARTE INCHIESTA L'OSSERVATORE D'ITALIA ] in cui evidenziavamo il fatto, pubblicando anche diverse foto, che numerosi mezzi della flotta Cotral sostavano in presunta manutenzione presso una officina privata di Nettuno (Rm) in via Campana 53 per l'esattezza presso le Officine Meccaniche Amati Carlo & C. Snc. Notavamo che i bus Cotral entravano ed uscivano con cadenza che arrivava a toccare anche un autobus ogni 15/20 minuti.

L'inchiesta è proseguita con una seconda puntata del 27 marzo 2014 [ COTRAL: APRIAMO IL VASO DI PANDORA – SECONDA PARTE. TRA OFFICINE PRIVATE E “BUONEUSCITE” D’ORO NON DOVUTE… L’INCHIESTA CONTINUA ] anche in questa occasione, documentavamo numerosi mezzi della società di trasporto pubblico Cotral di proprietà della Regione Lazio – socio unico – sostare presso un'altra officina privata, per l'esattezza "Pennesi" che si trova a Roma a due passi dal Grande Raccordo Anulare in via Salvatore Barzilai. In questo caso documentavamo con svariate fotografie e anche riprese video, oltre ai mezzi adibiti al trasporto delle persone anche un andirivieni nell'officina del privato di mezzi griffati Cotral.

A questo punto abbiamo pensato di sentire cosa ne pensava l'assessore regionale ai trasporti Michele Civita, sopratutto in tema di affidamenti diretti a privati della manutenzione dei mezzi, ponendogli alcune domande che a tutt'oggi sono rimaste senza riscontro. [ COTRAL APRIAMO IL VASO DI PANDORA: NOVE DOMANDE ALL'ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI MICHELE CIVITA ]

Oggi 16 aprile abbiamo pubblicato la terza puntata della nostra inchiesta e abbiamo tanto altro materiale per andare avanti con la nostra inchiesta fino a quando non riterremo di aver fatto chiarezza su molti punti nebulosi.

Abbiamo intenzione anche di capire qual'è il sottile limite che separa la politica dalla gestione all'interno di Cotral. Abbiamo la volontà di andare a verificare i proclami che in queste ore continuano ad uscire da parte dell'azienda. Questo silenzio da parte di chi dovrebbe rispondere ci sprona ad andare avanti, sicuri che prima o poi le risposte arriveranno tutte. Soprattutto perché si tratta di soldi pubblici, di soldi di cittadini e quindi è nostro leggittimo interesse e volontà tirare dritto forti della nostra indipendenza e capacità di informare senza bavaglio. Se i vertici Cotral vorranno rispondere alle nostre domande saremo ancora più contenti. 

PER LEGGERE LA TERZA PUNTATA DELL'INCHIESTA SU COTRAL CLICCARE QUI

Economia e Finanza

Lavoro: l’occupazione cresce grazie alle donne. +390mila sull’anno

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Gli occupati ad aprile crescono di 48mila unità rispetto a marzo (+0,2%) e di 390mila unità rispetto ad aprile 2022 (+1,7%).

Lo rileva l’Istat spiegando che il tasso di occupazione sale al 61%.

L’occupazione cresce tra i dipendenti permanenti e gli autonomi e cala per i dipendenti a termine

La crescita porta gli occupati a 23milioni 446mila unità. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 61,0%, mentre quelli di disoccupazione e di inattività calano al 7,8% e 33,6% rispettivamente

L’occupazione cresce ad aprile grazie alle donne. A fronte di un aumento di 48mila unità nel complesso su marzo si registra un calo di 4mila unità tra gli uomini e un aumento di 52mila unità per le donne.

Anche su base annua le donne registrano il risultato migliore con 217mila occupate in più a fronte di un aumento di 173mila unità tra gli uomini. Il tasso di occupazione femminile arriva ad aprile al 52,3% con un aumento di 0,3 punti su marzo e una crescita di 1,4 punti su aprile 2022 (+0,6 punti sull’anno per gli uomini).

Il tasso di disoccupazione cala al 7,8% con una riduzione di 0,1 punti rispetto a marzo e di 0,4 punti su aprile 2022. Le persone in cerca di lavoro scendono sotto quota due milioni e sono 1 milione 986mila, in calo di 14mila unità su marzo e di 72mila unità su aprile 2022. Nel mese il tasso di occupazione sale al 61% mentre, quello di inattività cala al 33,6% (-0,1 punti sul mese, -0,9 sull’anno).

Il mercato del lavoro tira e per assicurarsi il personale necessario le aziende fanno più contratti stabili. I dipendenti permanenti nel mese sono cresciuti di 74mila unità sul mese e di 468mila unità sull’anno. I dipendenti a tempo determinato ad aprile sono diminuiti di 30mila unità su marzo e di 149mila unità su aprile 2022.

Nel complesso gli occupati sono cresciuti di 48mila unità su marzo e di 390mila su aprile 2022. I dipendenti complessivamente sono circa un milione in più dell’aprile 2021.

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Economia e Finanza

Arriva il “Manifesto dell’e-commerce”, dieci punti su cui costruire il futuro

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Oltre 30.000 presente al Netcomm Forum, un successo anche per il 2023, nel corso della diciottesima edizione dell’evento di riferimento per il digital retail in Italia.

Lo scorso 18 maggio la kermesse si è conclusa con tre conferenze plenarie, 175 workshop di approfondimento e oltre trecento aziende sponsor ed espositrici. Numeri importanti per un marchio che è il riferimento assoluto nel settore dell’e-commerce italiano, i cui numeri dal 2020 non smettono di salire: nel 2022 l’e-commerce ha migliorato del +8% i già buoni dati del 2021, toccando i 33,2 miliardi di euro.

Quel che è chiaro è che il retail si sta via via evolvendo e contestualmente spostando verso nuove frontiere: sono queste le opportunità del futuro. Così Netcomm ha lanciato il primissimo “Manifesto dell’e-commerce”, con dieci punti da attenzionare, che rappresentano per l’appunto la direzione presa dal settore, protagonista di trasformazioni definibili anche epocali per quel che riguarda l’intero Paese. Il primo punto del Manifesto riguarda il valore economico del settore: il digital retail ha totalizzato 71 miliardi di valore di crescita, il primo driver dell’economia italiana, con un fatturato nettamente raddoppiato e con la compresenza di 723.000 imprese. Il secondo punto invece prende in esame le competenze: qui entrano in gioco le skill digitali, per imprese, ma anche per imprenditori e giovani.

Il terzo punto tocca l’argomento proximity commerce, che secondo gli esperti va sostenuto perché spinge sempre più verso l’integrazione tra i grandi marchi del commercio elettronico e i piccoli negozianti. Un mix, insomma, tra grandi e piccole imprese per la sostenibilità del settore. Senza dimenticare il Made in Italy, quarto punto del Manifesto: tutto in digitale ma valorizzando il patrimonio artistico, culturale, artigianale e tutto quel che concerne le bellezze della Penisola, sotto tutti i punti di vista.

Tutto verte sul digitale: i punti cinque, sei e sette del Manifesto forniscono attenzione su Mll digitali locali, distretti digitali e marketplace, probabilmente la novità degli ultimi anni: sono oltre 400 i marketplace internazionali su cui investire in export digitale.

Il punto otto verte sulla logistica e l’intermodalità: occorrono nuovi modelli di logistica, anche in ottica sostenibilità ambientale, economica, sociale. Il punto nove invece riguarda i pagamenti digitali, assieme ai marketplace la nuova frontiera dell’e-commerce. Tutte le industrie del mondo stanno incentivando pagamenti digitali anche “non convenzionali”, slegati cioè ai metodi bancari tradizionali, puntando quindi su canali come Satis Pay, i pagamenti via smartphone, le criptovalute. Questa apertura può essere rivoluzionaria per il prossimo decennio.

Ultimo punto, che racchiude tutti gli altri: le tecnologie sempre più centrali e performative, dall’AI ai Big Data alla Blockchain, passando per Realtà Aumentata e Realtà Virtuale. Questo è l’ultimo punto ma non per importanza: perché è anche la base di partenza per questo decalogo e per il futuro del digitale.

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Cronaca

Confartigianato Roma, Diego Righini: “Al governo manca organizzazione del sistema produttivo per Pnrr e altri fondi”

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“Lo dico dallo scorso gennaio al Governo di Giorgia Meloni: riorganizziamo la capacità produttiva delle imprese italiane. Bisogna aprire un vero tavolo di lavoro con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia per le imprese, Mediocredito e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy”. E’ quanto afferma Diego Righini, presidente della Federazione della PMI Confartigianato Città Metropolitana di Roma.
“Come evidenziato dalla Corte dei conti è un argomento prioritario”, prosegue Righini, “Non produciamo più. La fiducia delle imprese nell’investire in capitale, mezzi e personale manca per una questione di carenza organizzativa del sistema del piano industriale e del credito, il problema iniziale é come sfruttare il fondo del PNRR, ma poi ci sarà quello dei fondi di coesione 2021-2027 e i fondi RePowerUe”.
Il presidente della Federazione della PMI Confartigianato Città Metropolitana di Roma ricorda alcuni dati, emersi dal Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti. “A fine 2022 i 24,5 miliardi di spesa sostenuta dalle Amministrazioni centrali titolari di misure del PNRR testimoniavano un avanzamento del 12,8%”, prosegue Righini, “Considerando anche il progresso dei primi mesi di quest’anno, il tasso di sale al 13,4%. Se le prime 3 missioni (digitalizzazione, transizione energetica e infrastrutture), “evidenziano progressi più ampi, tutti superiori al 16%”, le missioni 4 e 5 (legate all’istruzione e all’inclusione) presentano tassi di avanzamento vicini al 5%, mentre la 6 in tema di salute non raggiunge la soglia dell’1%”.



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