Connect with us

Salute

Covid, calano i positivi e i ricoverati in terapia intensiva

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Sono 39.963 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Venerdì 4 marzo erano stati 38.095.

Le vittime sono invece 173 (venerdì erano state 210). Sono 12.990.223 gli italiani contagiati dal Covid dall’inizio della pandemia Gli attualmente positivi sono 1.018.831, in calo di 4.956 nelle ultime 24 ore, mentre i morti totali salgono a 155.782. I dimessi e i guariti sono 11.815.610, con un incremento di 46.147 rispetto a venerdì.

Sono 381.484 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore. Venerdì erano stati 388.836. Il tasso di positività è al 10,5%, in aumento rispetto al 9,8% di venerdì. Sono invece 609 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 16 in meno rispetto a venerdì nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 59. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.974, ovvero 323 in meno rispetto a venerdì.

Sono stabili in Italia i casi di Covid-19 nei bambini in età scolare, complessivamente pari al 29% del totale dei casi nel Paese. Lo indica l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel suo Rapporto esteso su sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale, aggiornato al 2 marzo. L’analisi per fasce d’età indica che la più colpita è quella fra 5 e 11 anni, con il 43% dei casi; seguono quelle fra 12 e 19 anni (38%) e sotto i cinque anni (19%).

I vaccinati con tre dosi hanno una protezione dalla forma grave di Covid-19 del 92% superiore rispetto ai non vaccinati. Lo indica l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel suo rapporto esteso su sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale aggiornato al 2 marzo. Il Rapporto rileva inoltre che, rispetto ai non vaccinati, la protezione dalla malattia grave è dell’85% nei vaccinati con il ciclo completo (due dosi) da meno di 90 giorni, dell’88% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e dell’82% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni.

Per l’addio al Green pass dopo il 31 marzo “penso che dobbiamo valutare passo dopo passo”. Lo ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza, a margine di un’iniziativa a Firenze. “Proseguirà il confronto tra di noi – ha aggiunto – nel Governo, e fra Governo e Parlamento, e valuteremo la strada migliore: il percorso è ancora, per quanto mi riguarda, un percorso di fiducia che guarda a una fase nuova, ma di gradualità, perchè questo è il metodo che ci siamo dati, e finora ha portato a risultati che credo siano sotto gli occhi di tutti”.

“L’impegno del Governo è quello di superare lo stato d’emergenza”, ma “superare lo stato d’emergenza non significa d’un tratto magicamente essere fuori da ogni vincolo perché il Covid continua ad essere una sfida con cui fare i conti”. Lo ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine di un’iniziativa sul Pnrr organizzata a Firenze dalla Regione Toscana. “Noi siamo molto più forti rispetto al passato – ha proseguito il ministro – perché abbiamo fatto una bellissima campagna di vaccinazione. Avere oltre il 91% di persone che ci hanno seguito in questa campagna di vaccinazione mette il nostro Paese in condizioni molto diverse rispetto al passato e noi stiamo piegando questa curva di Omicron grazie ai vaccini, senza chiusure generalizzate”. Speranza ha osservato inoltre che i dati “segnalano una discesa costante nelle ultime settimane: venivamo da numeri altissimi, siamo stati a quasi 2mila casi ogni 100mila abitanti. Gli ultimi dati, annunciati ieri dall’Istituto Superiore di Sanità, ci parlano di un dato di poco superiore a 400, quindi c’è stata una discesa molto significativa ma dobbiamo continuare con questo percorso”.

In evidenza

A Padova il primo trapianto con un cuore fermo da 20 minuti

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuti
image_pdfimage_print

E’ stato eseguito nell’Azienda ospedaliera di Padova il primo trapianto di cuore da un organo che aveva cessato ogni attività elettrica da 20 minuti.

In passato era accaduto che fossero stati eseguiti trapianti con cuore ‘fermo’ da pochi minuti. Ma la legge italiana, in questi casi, prescrive che il prelievo da cadavere possa avvenire solo quando il cuore ha cessato l’attività da almeno 20 minuti.

“Per primi al mondo abbiamo dimostrato che si può utilizzare per un trapianto cardiaco un cuore che ha cessato ogni attività elettrica da 20 minuti” ha detto Gino Gerosa, direttore della cardiochirurgia padovana. Il donatore era un uomo colpito da ‘morte cardiaca’, con contestuali, irreversibili danni cerebrali, da rendere vano ogni accanimento terapeutico.

“Questo risultato straordinario potrebbe portare ad un incremento del 30% nel numero dei trapianti, in un arco di tempo relativamente breve”, ha spiegato Gerosa, che ha guidato l’equipe padovana.  L’operazione è stara effettuata lo scorso 11 maggio, su un uomo di 46 anni, cardiopatico, già operato in età pediatrica, e in lista d’attesa per un trapianto da due anni.

L’importanza dell’intervento è stata sottolineata, nella conferenza stampa di annuncio, anche dal residente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Si tratta di una notizia emozionante – ha dichiarato – si apre una nuova pagina di storia sul fronte del trapianto di cuore, risultato di un lavoro di squadra eccezionale portato avanti dalla sanità veneta e da questi medici professionisti di grandissimo spessore”.

Continua a leggere

In evidenza

Morte in culla, intervista all’ostetrica Bellasio su Sids

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

In relazione al tragico caso di “morte improvvisa del neonato” (SIDS, Sudden Infant Death Syndrome), avvenuto a Roma (Artena) nella notte tra il 6 e il 7 maggio, Alessandra Bellasio, Ostetrica e divulgatrice sanitaria con quasi 190mila follower su Instagram, fondatrice di UniMamma.it, si è così espressa: “La SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) è una condizione tragica che consiste nel decesso entro i primi 12 mesi di vita. Questo disturbo si riferisce a una morte improvvisa e inaspettata che rimane inspiegabile dopo un’attenta valutazione medica e che rappresenta una delle principali cause di morte nei neonati. Il picco del rischio viene raggiunto tra i 2 e 4 mesi di età, in particolare durante l’inverno. Diventa più raro l’insorgere della sindrome dopo i primi 6 mesi. Nonostante gli sforzi degli esperti per comprendere le sue cause, non c’è ancora una soluzione definitiva al problema. Tuttavia, esistono alcune misure per ridurre le possibilità di SIDS, tra le quali: l’adozione della posizione supina, la condivisione della camera ma non dello stesso letto, l’uso di una superficie di sonno semirigida e non inclinata priva di cuscini, paracolpi, peluche o lenzuola sfuse e il mantenimento di una temperatura adeguata nella stanza per evitare il rischio di surriscaldamento. È fondamentale che i genitori siano messi al corrente di tali pratiche, eppure spesso non vengono informati dal personale sanitario e la grande varietà di prodotti per l’infanzia, disponibili sul mercato, contribuisce a creare confusione. In effetti, sebbene sia nota l’inadeguatezza di alcuni accessori per il sonno dei bambini, purtroppo si assiste ancora troppo spesso alla loro promozione come se fossero indispensabili. È dunque fondamentale porre l’accento su questa tematica di primaria importanza che riguarda la sicurezza dei nostri figli e richiede la nostra massima attenzione”.

Alessandra Bellasio – UniMamma Alessandra Bellasio, 37 anni, membro del consiglio direttivo dell’ordine professionale delle ostetriche di Como, Lecco e Sondrio, è consulente certificata a livello internazionale in allattamento (IBCLC), insegnante di manovre di disostruzione pediatrica e divulgatrice sanitaria. Bellasio supporta le donne nel delicato percorso della maternità, durante la gravidanza e nei primi anni di vita del bambino, proponendo videocorsi e consigli pratici attraverso la piattaforma digitale UniMamma, fondata nel 2021, e la pagina Instagram ostetrica_alessandra_bellasio, seguita da 190mila follower. Bellasio è anche nel comitato scientifico dell’ente formativo Mediadream Academy, accreditato presso Agenas, e ha formato oltre 1000 professionisti sanitari in tutta Italia.

Continua a leggere

Castelli Romani

Velletri, il ministro Schillaci al Colombo. Nuove prospettive per l’ospedale

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Ieri pomeriggio il ministro della Salute Orazio Schillaci ha fatto visita all’ospedale Paolo Colombo di Velletri. Insieme al suo staff, diretto da Marco Mattei, Schillaci è arrivato intorno alle 19, dopo una riunione a Pomezia con alcuni dirigenti sanitari del posto.

Ad attenderlo i dirigenti medici ed infermieristici dell’ospedale, il direttore sanitario della Asl Roma 6 Roberto Corsi e il nuovo commissario straordinario Francesco Marchitelli e l’assessore al Bilancio della regione Lazio, il veliterno Giancarlo Righini.

Il ministro ha visitato il Pronto Soccorso, ha parlato con i medici e i primari dei vari reparti, dopo la visita al reparto di ginecologia, pediatria e al punto nascita chiuso 3 anni fa dalla gestione Zingaretti-D’amato-Mostarda, si è svolta una conferenza stampa nella sala riunioni.

Qui dopo la presentazione dei lavori che inizieranno a breve del “Paolo Colombo”, spiegati dal ds Roberto Corsi, ha preso la parole l’assessore regionale al Bilancio, Giancarlo Righini.

L’assessore veliterno, che ha seguito da sempre, le vicende legate all’ospedale di Velletri ha affermato davanti ai molti operatori sanitari presenti: “L’ospedale, il nostro ospedale, sarà rilanciato. È in programma la riapertura del punto nascita, il potenziamento il reparto di radiologia, che ha macchinari vecchi e obsoleti, un aumento dei posti letto e sono previsti dei lavori di ampliamento e ammodernamento. Questo avverrà, ed abbiamo già firmato tutti gli atti amministrativi, dopo anni e anni di totale abbandono, chiusure di reparti vitali, importanti, come il punto nascita veliterno, che ha visto nascere negli anni migliaia di bambini. Poi chiuso improvvisamente senza reali motivi, solo per una scellerata politica di risparmio sulle spalle dei cittadini inconsapevoli e inermi davanti a tale incapacità di gestione degli anni passati”.

Presenti all’incontro anche il deputato e sindaco di Lanuvio Andrea Volpi, il sindaco di Genazzano Alessandro Cefaro, che è primario di chirurgia a Velletri, altri dirigenti Asl di vari settori e consiglieri comunali dei veliterni e di altri comuni dei Castelli Romani.

A fare gli onori di casa i dirigenti sanitari della struttura, il dottor Ferrante e il dottor Felicetto Angelini, il primario del pronto soccorso Antonio Romanelli, che ha espresso a Schillaci le difficoltà lavorative in cui operano, in una struttura, obsoleta, stretta e angusta, mentre Matteo Orciuoli, coordinatore degli affari generali della Asl Roma 6 ha curato ogni aspetto della visita del ministro.

Orazio Schillaci, al termine della sua lunga visita, ha ringraziato tutti gli operatori sanitari presenti per il grande lavoro svolto durante il Covid e per quello attuale. Ed ha assicurato loro di voler rafforzare i presidi ospedalieri della provincia con lo stanziamento di diversi milioni di euro dal governo alla Regione Lazio, affinché venga valorizzata la professionalità degli operatori e aumentata l’efficienza delle strutture sanitarie con strumenti e macchinari di ultima generazione .

Sono intervenuti anche i primari di vari reparti del Noc, come il professor Fabio Cerza, che dirige l’ortopedia, il dottor Gabriele Maritati della chirurgia vascolare, la dottoressa Diana Di Pietro, dirigente del dipartimento salute mentale, il tecnico delle strutture tecnologiche Daniele Panichelli, il direttore f.f. UOC Ufficio Tecnico e Patrimonio Dottoressa Irene Tagliente, il suo collaboratore geometra Franco Quaranta, la dirigente infermieristica della Asl Roma 6 Cinzia Sandroni, le posizioni organizzative degli altri ospedali del territorio e di Anzio e il direttore del distretto sanitario veliterno dottor Menchini.

Il ministro della salute ha lasciato l’ospedale intorno alle 20.30 per raggiungere piazza Mazzini, dove c’è stato in incontro con alcuni politici locali e con il candidato sindaco del centro destra Ascanio Cascella. L.S.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

SEGUI SU Twitter

I più letti