Crackdown 3, l’Agenzia torna su Xbox One e Pc

Dopo un secondo
capitolo non particolarmente brillante e un’attesa lunga quasi 5 anni,
Crackdown 3 arriva sulle console della famiglia Xbox One e su Pc. Prima di
parlare di questo titolo però è bene mettere in chiaro una cosa: se si è alla
ricerca di un titolo con una trama solida, fatto di colpi di scena brillanti o
ricco di innovazione, Crackdown 3 non è il gioco che fa per voi. Nel caso in
cui invece si cerchi un videogame fatto per trascorrere il proprio tempo senza
pensare troppo, andando avanti a colpi di esplosioni, distruzione e personaggi
dotati di abilità sovraumane, allora questa è una produzione che non bisogna
assolutamente lasciarsi scappare. Vi diciamo questo in quanto questo terzo
capitolo della serie, un po’ come i suoi predecessori vuol essere volutamente
un titolo fatto per divertire, e lo fa mantenendo i toni iperbolici che da
sempre hanno caratterizzato il brand senza mezzi termini. Ma veniamo alla trama
di Crackdown 3: il gioco ha inizio esattamente 10 anni dopo i fatti accaduti nel
secondo capitolo. Qui un attacco terroristico non meglio identificato rende
inutilizzabile gran parte della tecnologia mondiale e i rifugiati cercano
riparo nella città di New Providence che non solo è rimasta “stranamente”
illesa, ma sembra offrire un ambiente idilliaco in cui ripartire da zero e
vivere serenamente la propria esistenza. Dietro a tutto questo ovviamente si
cela una multinazionale dalle pessime intenzioni, la TerraNova WorldWide, che
dietro la maschera del bene comune sta compiendo strani esperimenti e tiene in
pugno la città con la sua gang di criminali vestiti da guardie, scienziati
pazzi e guerrafondai esaltati. Ovviamente toccherà all’Agenzia risolvere le
cose nell’unico modo possibile: spaccando tutto. Decisi a liberare la città, i
vertici dell’Agenzia decidono d’inviare quindi sul campo i migliori agenti
disponibili che, tuttavia, subiscono un attacco da parte del Blackout, un
agente atmosferico che azzera tutte le abilità dei super soldati eliminandoli.
Tuttavia una giovane ragazza di nome Echo riesce a salvare il protagonista,
spingendolo a cercare di salvare New Providence da questa famigerata società
che sfrutta i cittadini per l’estrazione di un pericoloso materiale chimico: la
Chimera. La trama è raccontata con pochissime scene di intermezzo che sfruttano
il motore del gioco e alcune illustrazioni che ricordano un po’ i fumetti degli
anni ’90. Scelta molto coerente a nostro avviso in quanto la storia sembra
proprio esser venuta fuori direttamente da un action movie di vent’anni fa.
Parlando di giocabilità, Crackdown 3 ha inizio con la scelta dell’agente di cui
si deciderà vestire i panni. Ogni personaggio ha dei bonus peculiari, come ad
esempio più abilità nella guida, con gli esplosivi, con le armi da fuoco ecc…
Ma essi non influenzeranno mai in maniera troppo vistosa l’avventura, quindi la
scelta si ridurrà semplicemente puntando all’aspetto estetico che si
preferisce. La decisione in ogni caso non è vincolante perché come si vedrà
procedendo nella storia, in qualsiasi momento si potrà cambiare il proprio
personaggio, anche perché sparsi un po’ ovunque per la mappa si potranno
trovare i Dna degli agenti morti nell’introduzione per poterli sbloccare e
usare. Interessante la gestione dei salvataggi che non legano l’agente al mondo
di gioco, potendo dunque decidere di usare uno qualsiasi dei personaggi in una
qualsiasi delle partite già iniziate o direttamente in una nuova. Dopo la fase
introduttiva, il gioco getta il giocatore direttamente nella mischia dandogli subito
la possibilità di muoversi con un buon grado di libertà per le strade, o
meglio, i palazzi, di New Providence. A gestire la metropoli però non c’è solo
la perfida Elizabeth Niemand, ma un vero e proprio governo composto dai suoi
seguaci più fidati, che regolano i diversi aspetti della vita quotidiana,
tenendo in pungo tutti i principali servizi, dai trasporti alla sicurezza fino
alle comunicazioni. Il compito degli agenti sarà naturalmente quello di
ribaltare il governo centrale, sconfiggere Elizabeth e liberare gli innocenti
cittadini dalla morsa dello strapotere della Niemand.

Per sconfiggere la
perfida antagonista di Crackdown 3 sarà necessario far fuori uno a uno tutti i
seguaci, scovandoli ed eliminandoli. Ogni nemico è legato a una particolare
attività che rappresenta anche il suo campo di specializzazione. Ad esempio per
raggiungere l’IA che gestisce le linee di trasporto sarà necessario conquistare
le stazioni, o ancora per individuare l’addetto alla sicurezza interna
bisognerà liberare dai campi di prigionia i cittadini detenuti. Altre attività
ancora richiedono di disattivare dei centri di comunicazione per disabilitare
la continua propaganda o dei centri chimici per cessare la produzione di
materiale tossico usato persino sulla popolazione. Tutte queste missioni, molto
varie tra loro, saranno sparse per l’intera mappa di gioco e al completamento
di tutte quelle di un certo tipo, verrà indicata automaticamente la posizione
del luogotenente di riferimento. Gli scontri con i luogotenenti di Elizabeth
sono il culmine di un sistema generalmente funzionale, con scontri ben
caratterizzati, mai noiosi e che ai livelli di difficoltà più elevati offrono
anche sfide particolarmente impegnative. L’esplorazione della città avviene con
una naturale, quanto apprezzabile, libertà, questo perché basta girare la mappa
per evidenziare i diversi luoghi d’interesse senza la necessità di raggiungere
i classici punti di osservazione. Analogamente anche le attività secondarie
vengono sbloccate nello stesso modo, dalle sfide di guida o di corsa, ai
chioschetti da distruggere e alle basi dove poter gestire il proprio arsenale o
generare un veicolo per facilitare gli spostamenti. Lo stile di gioco di
Crackdown 3, quindi si può dire che è totalmente incentrato sulla giocabilità e
quasi per nulla sulla trama. Proprio per tale ragione all’inizio abbiamo voluto
precisare che tale gioco è indicato per chi ha voglia di una sana quanto
scanzonata distruzione. Se da un lato la giocabilità ne guadagna in termini di
ritmo e continuità, dall’altro viene a mancare quel naturale senso di
progressione e suddivisione delle attività, ponendole praticamente tutte sullo
stesso livello. Peccato soltanto per la durata complessiva, che richiederà una
decina di ore per portare a termine la quasi totalità delle attività
disponibili, senza troppi incentivi a continuare la partita dopo i titoli di
coda. Un discorso simile lo si può fare anche per il gameplay in quanto non
esiste un vero e proprio processo di crescita classico. La gestione delle
nostre abilità avviene tramite cinque parametri di riferimento, sempre visibili
nella parte sinistra dello schermo: agilità, armi da fuoco, forza, esplosioni e
guida. Per aumentare il primo bisognerà raccogliere le settecentocinquanta
sfere agilità sparse per la mappa di gioco (non tutte comunque necessarie), per
i successivi tre campi invece basta semplicemente giocare, uccidendo con i
diversi mezzi a propria disposizione e infine per far incrementare il livello
di guida basterà essere spericolati al volante o completare le gare.
Raccogliendo invece le sfere segrete si potranno ottenere invece dei punti per
tutti i campi. A ogni scatto di livello corrispondono delle nuove abilità e nel
giro di poche ore sarà possibile sbloccare la quasi totalità dei bonus
disponibili, decisione condivisibile per consentire quanto prima di sfruttare
tutti i benefici disponibili, anche in termini di semplice godibilità del
gameplay. Per quanto riguarda il “gunplay” invece, Crackdown 3 adotta un
sistema imperniato sulla possibilità di bloccare la mira su un nemico e rendere
così quasi impossibile mancare i colpi, potendo inoltre passare da un bersaglio
all’altro in maniera piuttosto fluida. La vera difficoltà negli scontri non è
tanto il prendere la mira quando il gestire i tanti nemici presenti, rimanendo
dunque sempre in movimento e schivando quando possibile gli attacchi a noi
destinati. Gli scontri finiscono sempre con l’essere accesi senza mai diventare
confusionari, e in essi è sempre bello poter dare libero sfogo alle abilità
sovraumane di manovra dell’agente e massacrare i nemici con le decine di
granate e armi disponibili. Nonostante qualche bilanciamento sia opportuno, la
lista delle armi utilizzabili è ottima, capace di dare molteplici soddisfazioni
grazie a una gran varietà di bocche di fuoco. In Crackdown 3 morire non è di
certo un evento raro, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati, ma ciò
non è un problema in quanto il gioco adotta un sistema di continuità molto
semplice: quando si muore, si può liberamente rientrare in uno qualsiasi dei
punti di rientro e riprendere esattamente dove si era rimasti. Infondo nel
futuro distopico dove il gioco è ambientato la clonazione rapida tramite
l’utilizzo del Dna sembra essere un gioco da ragazzi. Sul fronte tecnico
Crackdown 3 mantiene un frame rate costante anche nelle situazioni più
caotiche, con decine di nemici a schermo ed effetti particellari generalmente
buoni e di ogni tipo, quantomeno su One X. C’è da dire inoltre che se da una
parte il titolo offre un ambiente di gioco intoccabile, in cui gli edifici e il
terreno non vengono minimamente scalfiti dalla furia distruttrice del giocatore
e gli abitanti sono pupazzi di contorno che spesso diventano vittime
collaterali della potenza di fuoco del giocatore, dall’altra mostra una
spiccata estetica retrofuturista fatta di palazzoni al neon che si mescola con
le baraccopoli sudafricane. Il comparto audio, infine, presenta un’ottima
selezione musicale, in grado di sottolineare i ritmi degli scontri ed
enfatizzarne il dinamismo generale.

Vera novità di
questo Crackdown 3, oltre che essere una delle componenti del gioco più attese,
è la Zona di Demolizione, il multiplayer competitivo interamente gestito dal
Cloud e in grado di garantire una distruttività ambientale vicino al 100%.
Durante la nostra prova abbiamo avuto accesso alle tre mappe e alle due
modalità: Cacciatori di agenti e territori. La prima rappresenta un classico
Deathmatch a squadre in cui i due team di massimo cinque giocatori hanno come
unico obiettivo quello di uccidersi, totalizzando il maggior numero di
uccisioni entro lo scadere del tempo o raggiungendo il punteggio massimo. Nella
modalità Territori, invece, bisogna conquistare e difendere determinate
posizioni. Queste appariranno sulla mappa a gruppi di due, e quando un team ne
conquista una iniziano a consumarsi i punti dell’area, venendo dunque assegnati
alla squadra che la controlla. Quando si esauriscono, la zona si disattiva e si
passa a quella successiva. Esattamente come in Cacciatori di Agenti, lo scopo è
ottenere il punteggio più alto. Nel multiplayer di Crackdown 3 prima di ogni
partita si sceglie l’equipaggiamento. E’ possibile selezionare due delle nove
armi presenti e un gadget tra uno scudo aggiuntivo in grado di assorbire danni
extra, e un trampolino utile per saltare più in alto. Per quanto riguarda il
gameplay, esso è molto semplice, la mira, esattamente come nella campagna, è
automatica una volta premuto il grilletto sinistro, inoltre è possibile
utilizzare il doppio salto, il booster per avanzare più rapidamente e un
attacco corpo a corpo ricaricabile in breve tempi. La distruttibilità
dell’ambiente poi, nonostante non faccia gridare al miracolo per realizzazione
tecnica, rende l’esperienza nel complesso divertente e appagante. Tirando le
somme, Crackdown 3 è un titolo pieno di spunti interessanti, di attività
divertenti e di cose da fare. Il problema di fondo è che ci si trova dinanzi a
un titolo che possiede delle dinamiche che non appartengono più al panorama
videoludico attuale. In sostanza, se non si ha poco tempo per giocare, se non
si è amanti del multiplayer, se non si vuole perder tempo appresso a un titolo
fatto di trame complicate e rompicapo complessi Crackdown 3 è un titolo da non
perdere. Ma se si è in cerca di qualcosa di nuovo, più profondo e che sappia
meno di già visto allora è preferibile navigare verso altri lidi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 7

Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7

Francesco Pellegrino Lise