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Crisi Lega – M5S? Macché! Di Maio pacere: “Vediamoci”…e tiramo a campa’

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“Escludo che possa esserci una crisi mi hanno sempre insegnato male non fare paura non avere: abbiamo da realizzare riforme importanti”. Così il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ad Agorà Estate precisando: ” l’unica cosa che dico è che è meglio vedersi, anzichè parlarsi, è giusto che ci incontriamo, chi chiariamo e andiamo avanti, oggi, perchè oggi c’e’ il consiglio dei ministri ed il tavolo autonomia”.

“Se avessi sospetti su Salvini non sarei al governo”. Così il vicepremier e ministro Luigi Di Maio, a proposito sulla questione dei presunti fondi russi e la Lega, intervistato ad Agorà Estate ricordando che Matteo Salvini ha affermato che “prima del 24 andrà in Parlamento”, e annunciando una Commissione di inchiesta sui fondi avuti da tutti i partiti: “incluso il nostro”, ha precisato.

“Credo che i cittadini vogliano sapere che cosa succede sulle tasse, sul costo del lavoro, sul canone Rai sulla sanità. Portiamo ai cittadini soluzioni non problemi”. Così il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ad Agorà Estate su Rai tre. Sul salario minimo, dice Di Maio: “Durigon mi permetta di dire che è semplice affermare se si guadagnano 13 mila euro al mese non facciamo una legge per chi guadagna 2o 3 euro l’ora: ma il salario minimo è anche nel programma della Lega. Io dico solo facciamo la legge di bilancio con il salario minimo e la riduzione del cuneo fiscale.

“Stiamo solo pensando ai nostri consiglieri comunali che dopo l’esperienza fatta è giusto che possano portarla altrove. Per il resto il secondo mandato non è in discussione”. Così, il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ha proposito della regola nel M5S che limita a due i mandati politici per gli esponenti del movimento, precisando: “Io resterò capo politico del Movimento, fino a quando non scadrà il mio mandato. Poi magari potrò anche ricandidarmi, si vedrà”.

Tre giorni, o poco più, per far cadere tutto. L’ultima spallata al governo giallo-verde si materializza in un’afosa giornata di luglio, sull’onda dello scontro M5S-Lega sul voto a Ursula von der Leyen e di un’inchiesta sui fondi russi, che al di là dell’ostentata tranquillità di Matteo Salvini rischia di porre più di un ostacolo all’ascesa leghista. E’ uno scontro tutto a mezzo stampa quello che va in scena tra il ministro dell’Interno e Luigi Di Maio, con il premier Giuseppe Conte che ribadisce di aver agito, nelle trattative Ue e non solo, “in trasparenza e nella fedeltà assoluta agli interessi del Paese”. E Palazzo Chigi osserva in queste ore silente il degenerare dello scontro tra M5S e Lega, constatando un dato: i due vicepremier, da giorni, non si parlano più. Anzi, per tutta la giornata Di Maio e Salvini se le danno di santa ragione. E la volontà del leader leghista di tenere in piedi l’alleanza è appesa a un filo. In serata si rincorrono le voci parlamentari sul fatto che il leader della Lega nel corso della giornata aveva di fatto deciso di rompere ma avrebbe frenato dopo una moral suasion del Quirinale, non confermata tuttavia da fonti del Colle. Secondo ambienti sia della maggioranza che dell’opposizione il Quirinale non avrebbe posto alcun veto sul ritorno alle urne ponendo tuttavia un tema: a settembre i tempi per la formazione del governo saranno strettissimi con la manovra in arrivo e, al Colle, non si ha alcuna intenzione di avallare un esercizio provvisorio.

“Con il M5S “si è persa la fiducia, anche personale”, tuona Salvini da Helsinki attaccando frontalmente Di Maio e annunciando che, domani, sarà assente sia al Consiglio dei ministri delle 12 sia al successivo vertice sulle Autonomie. “Oltre questo governo ci sono solo le elezioni”, avverte Salvini cercando di decostruire, sul nascere, qualsiasi ipotesi di piano B e di asse M5S-Pd per un Conte-bis. 

Ma il leader della Lega non vuole alcuna colpa di un’eventuale crisi: giustizia, autonomia, manovra, “con questi tre no allora cambia tutto”, è il diktat di Salvini, che ripete anche in serata il suo mantra: “se non si fa niente si va a casa e parlano gli italiani”. E, nella Lega, si rincorre una voce: Salvini avrebbe deciso di rompere ma avrebbe detto ai suoi di attendere qualche ora per capire come gestire un passaggio delicatissimo. Pesa, sull’ira del leader leghista, il sì del M5S a Ursula von der Leyen. Un sì sul quale, però, il M5S replica durissimo all’alleato. “Un’alleanza tra noi e il Pd? E’ una falsità. La Lega mente, c’era il loro ok poi si sono ritirati quando hanno capito che non avevano più il commissario”, attacca Di Maio descritto come furioso per il meme con cui, sui social leghisti, è accostato ai Dem. E il leader M5S in mattinata vede i suoi e attacca Siamo stati colpiti alle spalle, la Lega vuole tornare con Berlusconi”. 

E in serata fonti del M5S osservano: creando questo caos Salvini sta nascondendo l’inchiesta russa. Poi, in un post su Facebook lancia il cerino nelle mani di Salvini: “io non tradisco gli italiani, se la Lega vuole la crisi lo dica chiaramente ma c’è il rischio che torni l’asse Pd-Fi”. Anche perché, avverte il vicepremier negando qualsiasi alleanza con il Pd: “io non tradisco gli italiani, se cade questo governo si va al voto”. A Palazzo Chigi la situazione non viene ancora descritta come senza uscita. Certo, si osserva, il rischio di una totale paralisi è concreto e pesano due elementi, soprattutto: il dossier Autonomia, sul quale ci sono diversi nodi tecnici da sciogliere, e l’inchiesta sui fondi russi alla Lega. Sul primo punto Conte opta per convocare, senza ampio preavviso, un vertice a Palazzo Chigi con i ministri Bussetti e Stefani per sciogliere, per lo meno, il nodo della scuola. E, subito dopo, il premier vede i tecnici del Mef in vista del vertice di domani convocato domani. Vertice che, tuttavia, difficilmente potrà essere decisivo. Sul caso Russia, invece, per il premier sarà necessario almeno un confronto con Salvini prima dell’informativa del 24 luglio al Senato. Confronto al momento difficile visto che anche i contatti tra il premier e il leader leghista in queste ore sono nulli. In Transatlantico si assiste con una certa sorpresa all’escalation. “La situazione non è mai stata così seria”; confida un deputato M5S registrando, tuttavia, come nelle commissioni riunite sul decreto sicurezza bis l’aria non fosse pre-crisi, anche tra gli esponenti leghisti.

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Ambiente

Sicurezza idrogeologica, nasce “l’ANBI Air Force”

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E’ già stata simpaticamente definita l’ “ANBI Air Force” e sono le decine di droni, che quotidianamente si alzano sui comprensori italiani per controllarne la sicurezza idrogeologica, accompagnati anche da natanti radiocomandanti e sonde deputate ai controlli degli specchi d’acqua: è questa la novità più sorprendente, emersa nel meeting sulle innovazioni messe in atto dai Consorzi di bonifica ed irrigazione, dove anche la figura professionale del pilota di quadricotteri è ormai divenuta familiare negli organigrammi; l’evento è andato in scena a Vercelli, organizzato dall’Associazione Irrigazione Ovest Sesia nell’ambito della Planet Week, prologo al vertice G7 “Clima, Ambiente ed Energia” previsto a Torino a fine mese.
“Abbiamo voluto essere in questo contesto, perché siamo consapevoli di quanto facciamo a servizio del Paese e vogliamo proseguire, aumentando la capacità di fare sistema – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Nei Consorzi di bonifica c’è una grande capacità progettuale, promotrice di un modello irriguo sostenibile, che deve essere riconosciuto in un’Europa, da cui l’Italia è ancora troppo distante. La questione acqua è ormai un problema planetario.”
Se il miglior consiglio irriguo di Irriframe e la certificazione volontaria Goccia Verde, voluti da ANBI, sono il presente della sostenibilità nel settore primario, nuovi orizzonti stanno aprendosi dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, i cui algoritmi vengono “addestrati” per dare risposte all’agricoltura di precisione ed alla salvaguardia idrogeologica, aumentando l’efficienza, riducendo tempi e costi.
La rete idraulica lungo la Penisola è ormai pressochè totalmente automatizzata e controllata da remoto, nonché luogo di costanti innovazioni: dai pannelli fotovoltaici galleggianti alle barriere per il recupero delle plastiche galleggianti; c’è inoltre una rinnovata concezione della manutenzione lungo i corsi d’acqua, rispettosa dei tempi della natura per favorire la conservazione degli ecosistemi.
I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono però consapevoli dell’emergente complessità della gestione idrica di fronte alla crisi climatica: il problema di fondo è la ricerca del punto di equilibrio fra esigenze agricole ed ambientali, valorizzando le molteplici funzioni collegate alla gestione dell’acqua sui territori (dalla ricarica delle falde alla conservazione dei giardini storici); in questo quadro si chiede che l’utilizzo delle acque reflue per l’irrigazione debba essere accompagnato da una certificazione di salubrità, redatta da un ente terzo.
“C’è una profonda ingiustizia in questo Paese, che non percepisce la differenza fra il contributo ai Consorzi di bonifica, che non gravano di oneri il servizio irriguo a servizio dell’agricoltura che produce cibo e la tariffa, imposta dalle società del servizio idrico integrato, che invece legittimamente puntano anche ai dividendi per i soci – chiosa, concludendo, Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – L’Italia non ama la prevenzione, ma il futuro non può che essere legato ad un nuovo modello di sviluppo che abbia, al centro, la valorizzazione del territorio e la promozione della resilienza delle sue comunità.”



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Castelli Romani

Frascati, ospedale: intervento chirurgico con tecnica all’avanguardia

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Asportato tumore allo stomaco a un’anziana senza anestesia generale
 
Straordinario intervento chirurgico all’Ospedale San Sebastiano di Frascati dove è stato possibile evitare gravi complicanze post operatorie per Bice, una signora di 85 anni di Monte Compatri che è stata operata con anestesia spinale anziché generale per l’asportazione di un tumore esteso allo stomaco.
 
Non c’è stata necessità di ricovero in terapia intensiva e nella degenza post operatoria non si sono resi necessari farmaci analgesici.
 
La signora attualmente, a meno di una settimana dall’intervento, ha avuto una precoce ripresa ed è in buona salute, presto sarà dimessa per ricongiungersi ai suoi cari.
 
Grande soddisfazione, in merito alla tecnica anestesiologica, è stata espressa sia dalla paziente che dal chirurgo operatore, il dr. Massimiliano Boccuzzi Direttore della UOC di Chirurgia Generale e dai suoi aiuti Dr. Francesco Boccaccini e Dr.Angelo Torcasio coadiuvati dalla preziosa collaborazione del servizio di endoscopia digestiva del San Sebastiano (Dr.Fabrizio Travaglini).
 
Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli e il Direttore Sanitario dottor Vincenzo Carlo La Regina si sono complimentati per questo straordinario risultato: “Questo significa salvare vite – hanno detto – siamo di fronte a un intervento che segna un passo fondamentale per la presa in carico dei pazienti complessi e in età avanzata che sempre più spesso sono costretti a subire le gravi complicanze post operatorie o addirittura a non potersi sottoporre agli interventi chirurgici perché eccessivamente rischiosi. Le persone per le persone, questa è un’altra grande testimonianza del percorso di umanizzazione della salute che abbiamo intenzione di portare avanti insieme”.
 
Tecnicamente si è trattato di un intervento chirurgico di gastrectomia subtotale per una voluminosa neoplasia gastrica a un’anziana con un quadro clinico complesso perché già operata alcuni anni fa per una neoplasia del colon e venti giorni fa sottoposta a intervento per una frattura di femore post traumatica, sempre presso il San Sebastiano.
 
In considerazione dell’età avanzata e delle varie comorbidità, in accordo con la paziente, l’equipe della UOSD di Anestesia e Rianimazione del San Sebastiano con il Responsabile Dott. Benedetto Alfonsi, afferente al Dipartimento di Emergenza diretto dalla Dott.ssa Carla Giancotti, ha deciso di non eseguire l’intervento in anestesia generale, bensì in anestesia locoregionale, che è stata effettuata dal Dr. Benedetto Alfonsi in collaborazione con il Prof.Fabrizio Fattorini.  
 
All’anestesia spinale, necessaria per l’intervento chirurgico, è stato associato l’ESP Block bilaterale, un blocco di fascia ecoguidato della parete posteriore del torace.
 
Il blocco di fascia è stato effettuato per garantire l’analgesia post operatoria senza la necessità di oppiacei. I blocchi di fascia rappresentano attualmente un ulteriore passo avanti nel controllo del dolore post operatorio. Per migliorare il comfort operatorio, durante l’intervento la paziente è stata lievemente sedata. Ora sta bene e l’intervento è riuscito.
 
Tale testimonianza è importante anche dal punto di vista scientifico alla luce del continuo incremento di pazienti over 80 con molteplici comorbilità che sempre più spesso si rivolgono all’Ospedale di Frascati, essendo collocato in un’area demograficamente ricca di case di riposo per anziani e di pazienti geriatrici.
 
“Da vari anni – dichiara il  dottor Massimiliano Boccuzzi, direttore UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Frascati – sono in aumento gli anziani sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore che prima erano uno scoglio difficile da superare per alcune tipologie di pazienti e da anni chirurghi ed anestesisti sono impegnati nell’affinamento di tecniche anestesiologiche e chirurgiche mininvasive, che ci possano condurre ad una sensibile riduzione dei rischi anestesiologici e delle complicanze chirurgiche, in tali tecnologie la Asl Roma 6 si sta dimostrando un importante punto di riferimento permettendo agli operatori di poter crescere e perfezionare nuove tecniche a basso impatto di complicanze post operatorie”.

 



Privo di virus.www.avast.com

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Ambiente

Clima, osservatorio ANBI: “Dopo l’estate anticipata, l’inverno ritardato”. Ecco il quadro nazionale

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Assieme a raffreddori ed influenze, nonché al rischio di gelate per le colture, lo sbalzo termico verso il basso dei giorni scorsi ha portato una benefica discesa nelle temperature dei mari italiani, ricondotte a livelli più in linea con le medie del periodo. Secondo i dati del Programma europeo Copernicus e dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF), a livello mondiale si registrano, da oltre un anno, le acque marine più calde di sempre, così come conferma il report “European State of the Climate 2023” per quelle, che bagnano i confini esterni del Vecchio Continente.

“Un aspetto della crisi climatica poco percepito dall’opinione pubblica è la sua complessità: la biosfera è unica e l’alterazione di un elemento influisce sull’equilibrio generale – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Per questo, confinare la siccità come un problema meramente agricolo è un gravissimo errore, perché molteplici sono i servizi ecosistemici apportati: dall’equilibrio ambientale all’attrattività turistica.”

Secondo il report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, chi non pare beneficiare dell’instabilità climatica di questi giorni sono la Sicilia e la Calabria dove, ad esempio, il fiume Lao è al 43% della portata media di questo periodo e l’Ancinale tocca addirittura -95% (fonte: Centro Funzionale Regionale Protezione Civile Calabria); entrambe le regioni sono caratterizzate da enormi deficit idrici, a causa di molti mesi privi di significative precipitazioni.

In Puglia, nei giorni scorsi, si sono registrate piogge sull’Alto Salento (quasi 10 millimetri) e sul Leccese (fino a mm. 5), ma i bacini del Tavoliere trattengono il 37% di acqua in meno rispetto al 2023, cioè mancano oltre 112 milioni di metri cubi.

Non va meglio in Basilicata, dove è impietoso il confronto tra la quantità d’acqua invasata quest’anno e negli anni passati: nella seconda metà di Aprile 2023, rovesci torrenziali avevano fatto confluire ben 14 milioni di metri cubi d’acqua nei bacini della regione; attualmente le disponibilità idriche sono più che dimezzate (-54%) ed il deficit, nonostante un recente apporto di piogge (mln. mc. 2,74), si attesta a quasi 124 milioni di metri cubi (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale).

Notizie preoccupanti arrivano anche dall’Abruzzo, dove il deficit pluviometrico registrato nei primi 4 mesi del 2024, unitamente alla poca neve caduta sull’Appennino, ha pressochè dimezzato la quantità d’acqua trattenuta nel bacino di Penne, il principale ad uso irriguo, dove mancano all’appello circa 3.600.000 metri cubi; fiducia si ripone nello scioglimento del manto nevoso ora presente a Campo Imperatore (cm. 34) e che potrebbe incrementare la portata del fiume Tavo, che alimenta l’invaso.

Nel Lazio il livello del lago di Bracciano rimane, come un anno fa, 1 metro al di sotto dello zero idrometrico, mentre continua a calare il piccolo lago di Nemi, ora 34 centimetri sotto il livello del 2023. Il fiume Tevere rimane largamente sotto media, così come decrescente è il livello dell’Aniene, mentre incrementi si registrano nei flussi della Fiora.

In Umbria crescono le portate dei fiumi Velino e Topino, mentre cala il Chiascio e l’altezza idrometrica del lago Trasimeno scende a -cm. 1,28.

“E’ la persistente condizione di allarme ecosistemico nel principale lago dell’Italia centrale, l’immagine di un Paese che, al di sotto degli Appennini, non riesce a recuperare il deficit idrico, dovuto a mesi di insufficienti apporti pluviali. E’ quantomai urgente prepararsi a gestire, in maniera condivisa e nel rispetto delle priorità di legge, una condizione d’emergenza che, seppur in maniera non uniforme, appare inevitabile nei mesi a venire” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

Restano modesti, nonostante gli incrementi registrati questa settimana, i livelli dei fiumi nelle Marche. A far da contrappeso rimangono i circa 53 milioni di metri cubi invasati nei bacini e che, pur essendo inferiori a quelli del 2023 caratterizzato da fenomeni meteorologici estremi nei primi 4 mesi dell’anno, rappresentano una garanzia d’approvvigionamento per i mesi più caldi e secchi.

Sull’Appennino di Toscana è apparsa tardivamente la neve, che era mancata in inverno: cm. 44 sull’Abetone, oltre 30 centimetri in Garfagnana, mentre sull’Amiata il manto è superiore ai 20 centimetri. Ricchi d’acqua sono i principali alvei con l’eccezione dei bacini più a Sud (Ombrone, Albegna, ecc.).

In Liguria tornano a crescere le portate dei fiumi Vara e Magra, mentre registrano un abbassamento quelle dell’Entella e dell’Argentina.

In Emilia Romagna, oltre mezzo metro di neve è ora presente sui monti bolognesi, reggiani e parmensi (cm. 63 a Lagdei), mentre su quelli romagnoli la cumulata si attesta tra i 15 ed i 30 centimetri.

In Veneto, il bilancio idrico resta ampiamente positivo, nonostante drastiche riduzioni di portata per i fiumi Adige, Piave, Livenza, mentre Bacchiglione, Brenta e Muson dei Sassi scendono addirittura sotto media.

Anche in Lombardia le riserve idriche restano largamente confortanti (+45% sulla media), seppur il fiume Adda cali, pur mantenendo una portata superiore a quella degli scorsi 7 anni.

Ad eccezione del lago di Como, i grandi bacini naturali del Nord restano vicini al colmo: Maggiore 97,7%; Sebino 93,6%; Benaco 98,6%.

I fiumi sono in calo anche in Piemonte ad iniziare dal Po, che resta comunque sopra la media, mentre Tanaro e Stura di Lanzo tornano sotto.

In Valle d’Aosta, infine, il manto nevoso supera i 2 metri e mezzo nelle stazioni sopra i m. 2200; terminati temporaneamente gli apporti dalla fusione nivale, dovuta all’anomalo anticipo d’estate della scorsa settimana, le portate dei corsi d’acqua hanno subìto una decisa contrazione: a Nus, la Dora Baltea in 7 giorni è passata da mc./s 29 a mc/s 6,50 (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta)!

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