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Roma

CULINARIA, EDIZIONE 2016: TRA (POCHI) ALTI E (MOLTI) BASSI

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Tempo di lettura < 1 minutoUna manifestazione troppo orientata sullo spettacolo, che ha soffocato la cucina

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di Silvio Rossi

Roma – Nel panorama delle manifestazioni enogastronomiche che si svolgono nella capitale, Culinaria ha ormai conquistato un posto di primo livello. Questo ultimo fine settimana si è svolta la decima edizione della manifestazione, presso lo spazio Capitol Club, al Flaminio. Una due giorni con la presenza di numerosi chef, alcune aziende del settore, musica e spettacolo.

Troppo spettacolo, decisamente stucchevole, tanto da appannare la qualità dei cibi. In Culinaria la cucina non è il centro della scena in un quadro che vede tutti gli elementi della rassegna coordinati per far fare la miglior figura possibile a chi si trova dietro i fornelli.
Niente di tutto questo. In Culinaria il piano cottura appare come un cubo su cui far ballare lo chef di turno, con lo stesso ritmo con cui si sostituisce una cubista in una discoteca di periferia. Perché entrando al Capitol Club, questo è l’ambiente che accoglie lo sperduto visitatore. Musica, luci, atmosfera, sono più adatte a un dj-set, che a una rassegna dedicata al cibo.

Lo spazio riservato ai produttori era risibile, posizionati in un corridoio che non consentiva alle persone presenti di chiedere informazioni sulle caratteristiche delle prelibatezze in degustazione. Gli showcooking davano l’idea di una ostentazione delle proprie capacità, con movenze degne più di un languido ballerino che di un mago dei fornelli.

In altre manifestazioni, quando si segue la preparazione di un piatto, in genere si impara qualcosa, si partecipa emotivamente alla mantecatura del piatto, si immagina come provare a ripetere i trucchi mostrati dal cuoco. Non in questo caso, però. Culinaria forniva un’impressione dello chef come un artista, di quelli completamente sganciati dalla realtà dove vivono, che si beano della visione di loro stessi.

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