Da Lucca a caserta: due donne uccise in 24 ore

Redazione

Due femminicidi in 24 ore. È morta questa mattina intorno alle 6 Vania Vannucchi, l'infermiera di 46 anni data alle fiamme ieri a Lucca. La donna era stata ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale Cisanello di Pisa con ustioni di terzo grado. Il presunto aggressore, un ex collega della donna, è stato arrestato dalla polizia. È stata proprio l'infermiera a indicare il nome del suo aggressore, mentre subito dopo il fatto gridava e chiedeva aiuto. L'uomo è stato rintracciato dagli agenti delle volanti in casa subito dopo l'aggressione. Dodici coltellate alla schiena invece hanno spezzato la vita di Rosaria Lentini, 59enne di Catania uccisa dal compagno a San Prisco, nel Casertano. La donna è stata trovata senza vita dai Carabinieri all'interno di un sacco a pelo, riversa sul terreno all'interno della cava Tifatina, nel comune di San Prisco. A indicare il luogo dove si trovava il corpo è stato il compagno, Nicola Piscitelli, 55 anni, di Arienzo (Caserta), che questa mattina intorno alle 6.30 si è presentato nella stazione dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, con un coltello insanguinato e in stato evidente di agitazione, e ha confessato di aver accoltellato la sua compagna a seguito di una lite. Si tratta degli ennesimi femminicidi che avvengono in Italia. Ecco alcuni dei casi degli ultimi anni: 30 luglio 2016: viene catturato nel Cosentino dopo una fuga di alcune ore mentre in auto stava per tornare nella sua Taranto, A.S., il trentenne che nella mattinata ha sgozzato a Misterbianco, nel catanese, M.Z., la mamma della sua ex fidanzata. Il giovane è stato fermato e con i militari dell'Arma ha ammesso le sue colpe, raccontando di avere avuto un'animata discussione con la donna che, secondo il suo racconto, lo avrebbe aggredito. A quel punto lui ha afferrato un coltello da cucina ed ha assassinato la donna. Secondo il suo racconto era stata la vittima a vietargli di importunare la figlia dopo la decisione di non stare più insieme.

22 luglio: un tunisino 30enne accoltella a morte la moglie 40enne italiana in strada a Novara, dove aveva cercato scampo dopo essere stata aggredita. La coppia, formalmente coniugata, ma che secondo alcune testimonianze stava vivendo una relazione piuttosto travagliata, avrebbe cominciato a litigare, ancora non si conoscono i motivi della discussione. La discussione, poi, sarebbe degenerata e l'uomo avrebbe colpito la donna con più fendenti, uno, probabilmente al torace, risultato mortale. Inutili sono stati i tentativi di rianimazione dei soccorritori del 118 giunti sul luogo della tragedia. L'uomo è stato bloccato dalla polizia ancora nel condominio. Ritrovata anche l'arma del delitto. Al momento dell'aggressione in casa c'era solo la coppia. 16 luglio: una donna di 54 anni viene trovata morta nella notte in una villetta in provincia di Varese, a Laveno Mombello, in via Fiume 2. A uccidere la donna è stato il marito che poi, si è presentato nella caserma dei carabinieri per costituirsi. L'arma utilizzata dall'uomo sarebbe un martello. Immediati i tentativi di salvare la donna: l'abitazione è stata subito raggiunta da un elisoccorso ma al loro arrivo non c'era più nulla da fare: la vittima era già deceduta per le ferite gravissime che le erano state inferte. Ad indagare sul caso sono i carabinieri. 15 luglio: viene fermato Giovanni Baiada, il marito di Maria Licari, la donna di 70 anni trovata senza vita il giorno prima a Villagrazia di Carini, nel Palermitano. Per gli investigatori dell'Arma sarebbe stato lui a uccidere la moglie al culmine dell'ennesima lite. Tra i due, infatti, i rapporti erano burrascosi e costellati da frequenti discussioni, spesso sfociate nella violenza. Aggressioni tra le mura domestiche mai denunciate, però, dalla vittima. La lista purtroppo è ancora lunghissima.